Si avvera il sogno di Totò: 33° grado del suo percorso massonico

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Si avvera il sogno di Totò: 33° grado del suo percorso massonico
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GRAN LOGGIA D’ITALIA
DEGLI ANTICHI LIBERI ACCETTATI MURATORI
MASSONERIA UNIVERSALE DI RITO SCOZZESE ANTICO ED ACCETTATO
OBBEDIENZA DI PIAZZA DEL GESU - PALAZZO VITELLESCHI - SEDENTE IN ROMA
Comunicato stampa
Si avvera il sogno di Totò: 33° grado del suo percorso massonico
Alla figlia Liliana de Curtis consegnato il Brevetto di 33° Grado insieme alla Croce Greca al Merito.
La cerimonia, ieri a Roma nel Tempio Nazionale di Palazzo Vitelleschi
“Era suo grande desiderio arrivare fino a qui. Sono felice che questo sogno adesso si sia potuto
avverare”. Commenta con queste parole Liliana De Curtis il conferimento postumo di 33° grado,
l’ultimo e il più importante della scala iniziatica dello scozzesismo riconosciuto al padre, il Principe
Antonio de Curtis dalla Gran Loggia d’Italia. “Era un uomo meraviglioso – ha aggiunto commossa
la Principessa De Curtis – sapeva sempre dove voleva arrivare; grazie per aver reso possibile tutto
questo”.
La cerimonia di consegna del Brevetto di 33° grado si è svolta ieri a Roma a Palazzo Vitelleschi
sede dell’obbedienza massonica alla quale Totò apparteneva. Il Principe De Curtis entrò in
massoneria nel 1945 nella Loggia fondata Gustavo Modena, padre del teatro moderno italiano,
insieme a molti grandi attori dell’epoca, Gino Cervi, Aldo Silvani, Checco Durante, Carlo Dapporto.
Quando la Loggia degli Artisti fu trasferita da Roma a Firenze, Totò fondò la Loggia “Ars et Labor”
e ne fu Maestro Venerabile. Antonio De Curtis restò nella Gran Loggia d’Italia fino alla sua morte,
avvenuta a Roma nel 1967, arrivando a ricoprire il 30° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato.
Adesso il riconoscimento postumo al quale il grande artista teneva moltissimo.
A Liliana De Curtis è stata consegnata insieme al Brevetto di 33°, la Croce Greca al merito, la
fascia e i paramenti di Loggia appartenuti al padre. Durante la cerimonia l’attore Arnaldo Ninchi ha
recitato “A Livella”, la poesia scritta da Totò negli anni cinquanta che meglio di tutte incarna i valori
massonici nei quali il Principe De Curtis credeva fortemente: la morte – scriveva Totò – ci rende
tutti uguali, poveri e ricchi, nobili e gente comune; il valore più importante resta la fratellanza.
Roma 20 ottobre 2011
Comunicazione a cura dell’Ufficio Stampa della Gran Loggia d’Italia
Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi
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