07 settembre 2011 (ff) il prugnolo è pianta

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07 settembre 2011 (ff) il prugnolo è pianta
07 settembre 2011
(f.f.) il prugnolo è pianta diffusa dal piano fino alla montagna e diventa particolarmente bello con
la fioritura precoce che preannuncia l’arrivo della primavera. Il frutto è particolarmente
apprezzato per fare marmellate e liquori.
IL GENERE PRUNUS
Famiglia Rosaceae
Prunus L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Prunus deriva dal latino prūnus, i (= prugno, susino nel senso della pianta) a sua
volta derivato dal greco προύμνη (= pianta di susino). Con ogni probabilità la parola greca è di
origine medio-orientale.
Il genere Prunus è formato da oltre 400 specie originarie delle zona temperate dell’emisfero
boreale. Esse sono arbustive o arboree alte fino a 6 metri con foglie decidue o persistenti in genere
lanceolate, alterne e semplici. I fiori sono da bianchi a rosacei e anche rossi, hanno cinque petali e
numerosi stami, essi sono singoli o riuniti in racemi o corimbi. Il frutto è una drupa generalmente
edule.
Il genere comprende specie ornamentali e specie da frutta di grande uso alcune delle quali diffuse in
Italia. Molte specie sono state introdotte e naturalizzate in varie parti del mondo.
Tra le piante da frutta ricordiamo: Prunus avium (ciliegio), Prunus armeniaca (albicocco), Prunus
cerasus (amarena), Prunus domestica (susino), Prunus dulcis (mandorlo), Prunus persica (pesco),
esse hanno numerose varietà, cultivar e ibridi.
Tra le piante ornamentali: Prunus laurocerasus (lauroceraso), Prunus serrulata (ciliegio
giapponese) e molte altre che sono anche varietà delle specie fruttifere, esse sono generalmente
arbusti con produzione massiccia di fiori.
Alcune specie hanno un legno di pregio come il ciliegio e producono resine usate anche come
medicinali.
Molte specie contengono composti che generano acido cianidrico (HCN) provvisti del tipico odore
di mandorle amare. Essi sono contenuti nelle foglie e nei semi per cui questi ultimi vanno
consumati con cautela.
PRUNUS SPINOSA
Prunus spinosa L.
Classificata da Linneo nel 1753
Conosciuta volgarmente come: prugnolo, susino selvatico, pruno di macchia
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Il nome specifico spinosa deriva dal latino spīnōsus, a, um (= provvisto di spine) per la presenza di
spine.
Il prugnolo è molto diffuso ai margini di boschi in terreni poveri e sassosi. Per la notevole attività
pollonifera1 forma macchie impenetrabili e spinose che danno rifugio a passeracei che vi fanno i
loro nidi indisturbati.
In passato era usato per siepi divisorie e di protezione tra zone di pascolo e di coltivazione. Inoltre
era spesso impiantato presso le abitazioni perchè gli si attribuivano proprietà magiche di protezione
dal fuoco e dai fulmini.
Il frutto (prugnola o susina
selvatica) è aspro, acidulo e
allappante2 ed è amato da uccelli,
lepri e volpi. Il gusto allappante
dipende dall’alto contenuto in
tannini. Per renderlo commestibile
è necessario aspettare le prime
gelate che spaccano la buccia e
permettono ad alcune muffe di
penetrare nella polpa e di
metabolizzare i tannini stessi
rendendo allora il frutto dolce e
aromatico3. Il nocciolo contiene
glucosidi cianogenici tossici come
molte specie congeneri.
Figura 1: Prunus spinosa, i frutti
Numerosi sono gli utilizzi pratici di questa pianta per la presenza nei fiori, nelle foglie e nei frutti di
numerose sostanze utili.
Il prugnolo ha proprietà antinfiammatorie, astringenti, depurative, diuretiche, febbrifughe, lassative
e toniche.
Con i fiori possono essere fatti infusi diuretici e lassativi, l’infuso delle foglie è utile contro mal di
gola e raffreddori. Inoltre con le foglie è possibile produrre un succedaneo del tè. La corteccia è
febbrifuga.
Con i frutti, raccolti dopo le prime gelate quando sono a piena maturazione e sono meno astringenti,
è possibile fare marmellate, sciroppi e liquori. I frutti stessi, consumati freschi o cotti, sono
rinfrescanti e rivitalizzanti, astringenti e antidiarroici e con il liquido di cottura è possibile fare
gargarismi contro il mal di gola.
Il legno è durissimo ed è usato oltre che come combustibile per fabbricare oggetti molto resistenti.
Il prugnolo è pianta autoctona in Italia mentre il Prunus domestica è pianta di origine orientale.
Mentre fino a qualche tempo fa si pensava che quest’ultima pianta fosse prodotto di ibridazione tra
il Prunus spinosa e il Prunus cerasifera attualmente gli studi citogenetici tendono a escludere il
Prunus spinosa e considerare il solo Prunus cerasifera come progenitore del Prunus domestica.
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Cioè emette numerosi germogli alla base del tronco.
Allappante: sensazione di ruvido sulla lingua (il termine deriva deriva dai semi della lappola, una graminacea, che
sono dotati di piccoli uncini per aderire alla pelliccia degli animali che ne favoriscono la dispersione).
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Il processo è chiamato ammezzimento.
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Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini4:
471. – Prunus spinosa – L.
(luoghi in cui è stata osservata:) Comunissimo nelle siepi e nei luoghi selvatici a Montignoso, a
Canal Magro, ai Quercioli, alla Rinchiostra, nei boschi della Marina di Massa, al Mirteto, a
Codupino, alla Marina di Carrara, ad Avenza, a Nazzano e Pontecimato, fra Aulla e Pallerone e fra
Pallerone e Moncigoli, a Fivizzano, in tutta la valle del Lucido e nei monti di Fivizzano, a
Podenzana, in tutto il territorio di Licciana, fra Lusuolo e Catizola e all’Arpiola di Mulazzo, fra
Villafranca e Bagnone, a Filattiera e Scorcetoli, a Pontremoli. Indicato a Arzelato di Zeri (Bert.).
Volg. Prugnolo, susinello, susino di macchia. Fiorisce in marzo e aprile. Pianta legnosa.
Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Prunus armeniaca L.; Prunus avium L. subsp. typica
[Prunus avium L.]¸ Prunus avium L. subsp. duracina [Prunus avium L.]; Prunus avium L. subsp.
juliana [Prunus avium L.]; Prunus cerasus L.; Prunus domestica L. subsp. aeconomica [Prunus
domestica L. subsp. domestica]; Prunus domestica L. subsp. claudiana [Prunus domestica L. subsp.
domestica]; Prunus insititia L. [Prunus domestica L. subsp. insititia (L.) Bonnier et Layens].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae);
Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Rosales; Famiglia: Rosaceae; Genere:
Prunus; Specie: Prunus spinosa
Forma biologica: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta
perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Cespugliosa o cespitosa
(simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.
Descrizione: arbusto cespitoso che può assumere portamento arboreo alto fino a 3-4 metri, la
chioma è rada e irregolare. Il tronco e i numerosi e intricati rami sono grigio-brunastri e sono
provvisti di lunghe spine. Le foglie sono caduche e alterne e compaiono dopo la fioritura, sono
ovali-lanceolate di color verde scuro nella pagina superiore e più chiaro in quella inferiore e hanno
margine seghettato. I fiori sono piccoli, con numerosi stami e cinque petali bianchi. I frutti sono
drupe tondeggianti dal diametro di 1,5-2 cm di color blu-nerastro e maturano tra settembre e
ottobre.
Antesi: febbraio – aprile.
Tipo corologico: euro-asiatico e presente anche nell’Africa Settentrionale. In Italia è presente in
tutte le regioni.
Habitat: terreni poveri e sassosi, cespuglieti, limite di boschi cedui sempre soleggiati, dal piano
fino a 1600 metri.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali
protette.
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Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite,
avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari,
con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia
anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di
Carrara. Pag. 105.
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