Purché sia sneaker

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Purché sia sneaker
10 ottobre 2005 delle ore 10:08
Purché sia sneaker
Il fascino indiscreto della scarpa da ginnastica. Tutto in un libro. Da Adidas a Converse, da Nike
ad Onitsuka Tiger, da Puma a Vans. Storie di modelli introvabili e di collezionisti accaniti. Perché
la scarpa da ginnastica è un oggetto di culto. E il culto viaggia in rete…
Emuli di Imelda Marcos ma figli della strada, i
collezionisti di sneaker hanno finalmente una
guida di riferimento in italiano. A cura di
Unorthodox Styles per Ippocampo edizioni è
uscita Sneaker. Guida del collezionista. Libro
pensato a Genova, stampato e rilegato in
Thailandia. La copertina è imbottita come una
linguetta, quasi a fornire lo stesso confort: come
la linguetta ha la funzione di offrire sostegno e
rendere la calzatura adattabile così la copertina
soft-touch invita alla scoperta di un mondo.
Il libro colorato e cronologicamente organizzato
offre una sapiente divisione per marchi: Adidas,
Converse, Fila, New Balance, Nike, Onitsuka
Tiger, Pony, Pro-Keds, Puma, Reebok, Vans.
Senza dimenticare modelli che per certi
collezionisti o aficionados si identificano con i
marchi: Diadora Borg Elite, Lacoste Tribute
EMB, Ewing Reflective, D-Saucony Jazz.
Le umili origini oramai dimenticate fanno della
scarpa da ginnastica un oggetto di culto,
finanche da collezione. Sneaker, trainer,
turnschuhe, basket, ovunque nel mondo,
qualunque sia il modo di chiamarle e portarle,
non si può ignorare l’ascesa di un oggetto che
vede fondere in se saperi vari: design, moda,
tecnologia, artigianato.
Tralasciando l’oscura faccenda politica nonché
morale di chi cuce, assembla e impacchetta
queste scarpe, in quali condizioni lavora e per
quanti soldi, il libro si inserisce in una corrente
di costume, o cultura della moda che delle teorie
di Naomi Klein se ne infischia, e del logo fa
un’icona, uno scudo, una garanzia, uno stemma
araldico.
Non più limitata a pochi fanatici, la voglia di
collezionare sneaker, o meglio l’attenzione nei
confronti della sneaker culture, si è
progressivamente trasformata in un fenomeno
di massa. Entrando in un negozio di calzature
sportive la prima cosa che si nota è la varietà di
scelta: modelli nuovi, i classici old skool, le
serie limitate e i cosiddetti pezzi rari, declinati
in una miriade di combinazioni cromatiche.
Fuoriuscite dal solo ambito sportivo, le sneaker
si sono imposte nella cultura popolare
diventando un elemento base dell’odierno
modo di vestire, che trascende le barriere di
razza e di classe mentre definisce l’appartenenza
di chi le indossa alle diverse tribù urbane del
nostro tempo.
La sneaker culture ha derivazioni molto
diverse; determinate scarpe sono indissolubilmente
legate a un preciso genere musicale e a certe
sottoculture.
Al mondo delle sneaker hanno contribuito in
modo non trascurabile anche gli sport urbani o
“esterni”, come lo skateboard. Queste
sottoculture hanno creato scarpe specialistiche
ricorrendo alle tecnologie ritenute utili ai fini
dello sport praticato.
Il rapporto con la musica è un aspetto che non
si può ignorare. Gli ambienti della musica punk
e acid jazz, ad esempio, hanno fatto propri
determinati stili. L’hip-hop è un genere che ha
visto entrare le scarpe a pieno titolo a far parte
dell’omonima cultura. Molti pezzi di musica
rap decantano determinati modelli o marche e
molte marche omaggiano delle loro scarpe i
protagonisti della scena per farne dei
testimonial.
Esistono anche casi in cui l’operazione
pubblicitaria è arrivata ad associare il nome di
uno sportivo ad uno specifico modello, tennisti,
giocatori di basket, ma anche mc, e band.
Da sempre i marchi più importanti reagiscono
alle tendenze non appena queste si profilano
all’orizzonte, battendo talvolta i concorrenti in
velocità. Il mercato dei collezionisti si è
sviluppato in maniera analoga. Pur non
mancando di soddisfare la domanda, le marche
prestano grande attenzione ai tempi, ai luoghi
e ai quantitativi di scarpe da immettere sul
mercato, rinfocolando così l’ossessione degli
appassionati e ammantando certe scarpe di un
alone quasi mitico. Le voci i sentito dire,
talvolta deliberatamente sguinzagliati dalle
stesse case produttrici, sono un aspetto tipico
dell’ambiente dei collezionisti di sneaker.
celebrità nel mondo delle sneaker: personaggi
come Bobbito Garcia sono autorità indiscusse
sull’argomento. Internet svolge in questo
contesto un ruolo importantissimo. Alcuni siti
web fungono da veri e propri negozi on-line o
centri d’asta, dove si assiste ad animati rilanci
di collezionisti desiderosi di possedere modelli
rari o particolarmente pregiati, mentre altri siti
offrono una ricca documentazione e ospitano
comunità di utenti animate da continui scambi
di informazioni.
Tenere sotto osservazione questi siti è diventato
essenziale per le marche, consapevoli del fatto
che solo così potranno assicurarsi la fedeltà dei
clienti più esigenti, cogliendo al volo le nuove
tendenze con il loro contributo.
link correlati
www.crookedtongues.com
www.sneakers.pair.com
www.vintagekicks.com
www.sneakerking.de
www.kicksology.net
www.retrokid.com
www.atmos-tokyo.com
M2
Sneaker Guida del Collezionista
a cura di Unorthodox Styles
L’Ippocampo, Genova, 2005
Il collezionismo delle sneaker esiste da quando
le aziende hanno cominciato a produrre più di
un modello e in seguito più colorazioni dello
stesso: ecco la spinta iniziale. La fedeltà al
marchio svolge un ruolo tuttaltro che
secondario, e spesso anche la fedeltà ad un
preciso modello di una stessa marca è un fattore
non trascurabile.
Inutile dire che non esiste lo stereotipo del
collezionista. Ciò che una persona giudica
collezionabile può non interessare minimamente
a un’altra, è questione di gusti. Il prezzo delle
scarpe può variare da 50 euro per un paio di
Converse All Star nuove a più di 1000 euro per
modelli usciti in produzione limitata o versioni
originali di scarpe rare.
Alcuni collezionisti sono diventati delle
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