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P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA NUMERO 11 • ANNO VI (n° 1) • FEBBRAIO 2011 Un altro grande risultato Dell’Aventino tra le prime aziende mangimistiche italiane certificate CODEX ASSALZOO, marchio che fa la differenza in affidabilità e sicurezza. investimenti, sorvegliare i punti critici, modificare l’organizzazione, adeguare il “modus operandi” anche quotidianamente. In definitiva: occorre rinnovarsi per essere sempre al passo con i tempi. La Dell’Aventino ha le idee chiare su come muoversi e nelle pagine di questo numero annunciamo due grandi novità frutto della nostra visione. Da un lato, il raggiungimento della certificazione Codex Assalzoo. Di fatto abbiamo innalzato l’asticella della sicurezza alimentare dei nostri prodotti e ci vantiamo di avere la 24a certificazione in Italia (sul territorio nazionale si contano circa 800 impianti!). Una certezza in più per tutti i nostri clienti! Per tale aspetto, invito a leggere con attenzione l’articolo che segue a firma della Dott.ssa Lea Pallaroni (Segretario Generale di Assalzoo), che ringrazio pubblicamente per il suo intervento. La certificazione Codex è stata un’attività lunga e articolata che ha visto protagonisti principali lo staff dell’Area Tecnica, coordinato dalla dott.ssa Clotilde Villeri, e il personale dell’Area Produzione, coordinato da Michele Andreoli. Senza dimenticare che sono state toccate anche altre aree aziendali e tutti hanno dato il loro significativo apporto per il raggiungimento di questo prestigioso traguardo. A tutti il mio sentito “grazie”. L’altra grande novità riguarda l’istituzione della figura del Product Manager del settore Ruminanti; una figura di raccordo tra l’Area Tecnica e l’Area Commerciale che coordinerà i Tecnici presenti sul campo e assisterà la Rete Vendita per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi. Tale scelta è la conferma della nostra attenzione a questo settore nel quale crediamo fortemente e che rappresenta una colonna portante del nostro business. Per questa ragione abbiamo deciso di rafforzarla con la figura di un responsabile. L’importante incarico è stato assegnato ad una risorsa interna, di grande esperienza, con la quale collaboro con successo da oltre 10 anni e verso la quale nutro totale fiducia: il dott. Stefano Albanese. “Stefano: grazie per aver accettato con entusiasmo. Ti aspetta una sfida ancora più grande di quella condotta fino ad ora; il tuo talento e la tua voglia di successo porteranno la nostra Azienda verso nuovi e grandi successi”. Buona lettura a tutti. Detto tra noi Gentili Lettrici e Gentili Lettori, il 2011 è iniziato tra enormi difficoltà per il nostro settore a causa dell’inaspettato aumento del prezzo di tutte le principali commodities (iniziato, a dir il vero, nell’estate dello scorso anno e tutt’ora in corso). Tali quotazioni hanno “spostato in avanti” il punto di equilibrio delle attività agro-zootecniche e la sfida, oggi, per tutti gli attori della filiera (mangimisti, allevatori, trasformatori, etc.), è quella di raggiungere prima possibile una “nuova” stabilità economica. A mio parere, però, il problema principale a cui dobbiamo far fronte è quello strutturale relativo alla giusta ripartizione del valore della filiera alimentare. Tale valore oscilla drammaticamente da un estremo (gli agricoltori) all’altro della filiera (Grande Distribuzione Organizzata e commercio tradizionale). Noi mangimisti, gli allevatori ed i trasformatori, siamo “nel mezzo” e vediamo solo passare questo valore senza poterlo afferrare. Per un futuro più tranquillo e una equa distribuzione del valore, all’interno delle filiere bisognerebbe fissare le regole del gioco o ancorare il prezzo di cessione dei prodotti alimentari di base (latte, carne, uova) ai costi sostenuti dai singoli operatori. Un futuro che - per quanto mi riguarda - nonostante il momento contingente, nonostante le preoccupazioni e le incertezze legate alle cicliche emergenze alimentari e nonostante il problema diventato ormai cronico del credito, è senza dubbio positivo. Le mie certezze scaturiscono, principalmente, dalle seguenti considerazioni: 1) il settore alimentare è indispensabile per l’essere umano. Non ci sono prodotti sostitutivi che possano scalfire il piacere ottenuto mangiando cibi buoni e sani; 2) il quadro legislativo del settore mangimi (a livello comunitario) sta diventando sempre più stringente e - per questo - più chiaro. Per un operatore economico che fa della serietà e della trasparenza il suo credo da sempre, è più facile operare in un contesto chiaro con regole uguali per tutti; 3) la legge appena varata che interessa tutta la filiera agroalimentare denominata “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, ha il vantaggio, tra gli altri, di rendere consapevoli i consumatori. Sono sicurissimo che i prodotti “italiani” ne trarranno vantaggio, soprattutto a discapito delle imitazioni e dei prodotti d’importazione; 4) i cambiamenti demografici, di reddito e di status che il “nuovo mondo” ci sta consegnando (ad es. Cina, India, Brasile, alcuni paesi del continente africano, etc.) favorirà tutti e invoglierà a produrre di più e meglio. Per noi italiani e per le aziende vocate all’export, si creeranno nuove opportunità di crescita in mercati fino ad ora quasi inesplorati e nei quali il “Food made in Italy” attecchirà velocemente. Ovviamente, i continui cambiamenti di scenario e di riferimento costringono gli operatori del settore ad adeguare velocemente la propria strategia e le proprie azioni. Per non rimanere travolti dagli eventi che impattano pesantemente su ogni azienda, quindi, è importante effettuare Nereo Dell’Aventino Amministratore Unico - Dell’Aventino Srl s.u. P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA NUMERO 11 ANNO VI (n° 1) FEBBRAIO 2011 Editore Dell’Aventino S.r.l. - S. U. 66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8 Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05 www.dellaventino.it [email protected] [email protected] 2 Progetto grafico Sinergia Advertising - Pescara Stampa Litografia Botolini - Rocca S. Giovanni (Ch) Tiratura 8.000 copie Primo piano L’articolo di apertura Dott.ssa Lea Pallaroni Segretario Generale Assalzoo Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici. Orgogliosamente Codex Assalzoo Il Codex Assalzoo rappresenta una scommessa importante per la nostra Associazione, sicuri che possa divenire uno strumento fondamentale, non solo per i nostri Associati, ma per tutta la filiera a partire dagli allevatori sino all’industria alimentare, nonché per le autorità di controllo. I recenti eventi europei (crisi diossina in Germania) riaccendono i riflettori sui mangimisti come anello debole della filiera agroalimentare. Sebbene agli addetti ai lavori lo scenario possa sembrare un po’ diverso (ancora una volta una crisi originata dai nostri fornitori), per il consumatore gli occhi rimangono puntati sulla nostra categoria. Troppo spesso siamo stati, e ahimè saremo, indicati come i responsabili di scandali alimentari, in tutte le occasioni ne abbiamo pagato le conseguenze. In questo contesto il Codex Assalzoo può essere una importante opportunità per rivalutare la nostra immagine, accrescere la fiducia dei consumatori nei mangimi industriali e valorizzare il nostro settore facendo sistema. Il Codex è una certificazione di sistema sviluppata appositamente per il settore mangimistico; rispetto ad una più generica ISO 22000 richiama i severi paletti per la sicurezza alimentare considerati in altre norme, ma ha il pregio di essere un sistema ad hoc perfettamente applicabile alla realtà mangimistica. Lo Schema Assalzoo viene certificato da Enti di Certificazione Internazionali che soddisfano i requisiti di competenza nel settore mangimistico, tramite valutatori che devono aver superato un esame inerente non solo le modalità di audit ed i principi del Codex Assalzoo, ma anche sulla legislazione mangimistica. La passione spesa nel progetto Codex sta raccogliendo buoni frutti: il primo risultato positivo è arrivato nella seconda metà del 2007 quando il Codex Assalzoo ha ricevuto il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e quello del Ministero della Salute. norme volontarie. Grazie all’esperienza dei professionisti della aziende più strutturate, sono stati messi in evidenza alcuni aspetti fondamentali del nostro lavoro ponendo la giusta attenzione alla valutazione dei fornitori (ricordiamo che la maggior parte delle allerte sanitarie è legata alle materie prime) e a difficili tematiche di tipo tecnico con le quali ci si scontra quotidianamente. Con l’adozione del Codex, l’Associazione intende fornire una guida, un modus operandi, a tutte le aziende del settore al fine di favorire un comportamento univoco verso tematiche complesse come quelle dell’igiene e della sicurezza alimentare. Si tratta di uno strumento per differenziare l’azienda che decide di certificarsi da quelle realtà, ancora presenti nel panorama nazionale, che hanno sistemi di produzione inadeguati. Un modo per mettere in evidenza la propria professionalità e l’attenzione rivolta alla sicurezza alimentare. Si tratta di una garanzia per tutta la filiera e soprattutto per i nostri clienti, gli allevatori, che sanno di poter contare su fornitori competenti e attenti alle loro esigenze. Uno strumento utile per le aziende già strutturate, ma soprattutto per quelle medio-piccole che ne possono trarre particolare vantaggio grazie ad un sistema di condivisione di dati ed informazioni che il sistema prevede. Entrato in fase applicativa da soli 2 anni i numeri sono promettenti: 24 siti produttivi certificati, un numero che prende forza considerando che risulta così certificato circa il 27% della produzione industriale nazionale di mangimi. Numeri importanti, non solo perché si tratta di un progetto alle sue fasi iniziali, ma soprattutto perché, in un contesto economico difficile come quello attuale, la scelta di intraprendere il cammino della Certificazione Codex Assalzoo è una scelta coraggiosa. Coraggiosa perché la certificazione comporta non solo un costo diretto, ma anche un impegno a livello di direzione e tanto lavoro per tutto lo staff; coraggiosa perché vuol dire investire in un progetto ancora in fase di rodaggio. In sostanza, il Codex Assalzoo nasce da un progetto lanciato dall’Associazione nel 2006. Il documento fonda le sue basi sulla Guida europea per i fabbricanti di mangimi composti (EFMC) - sviluppata dalla nostra Federazione Europea - FEFAC - ed approvata dal Comitato Permanente della Commissione Europea quale manuale comunitario di buone pratiche ai sensi del Regolamento sull’igiene dei mangimi (Reg. n. 183/2005). Eppure vedere che aziende attente ad un più ampio concetto di produzione responsabile, abbiano accolto favorevolmente la sfida Assalzoo, sprona l’Associazione a continuare ad investire risorse in un progetto che, credo, sia di vitale importanza per il nostro settore mangimistico e per la nostra stessa Associazione. Assalzoo - sicura che il comparto mangimistico possa giocare un ruolo da protagonista nella garanzia della sicurezza e della qualità dei prodotti alimentari italiani di origine animale - è convinta che quella del Codex sia la strada da seguire. Il documento ha subìto una significativa rivisitazione da parte di un gruppo di esperti del settore al fine di ottenerne uno più concreto ed in linea con i princìpi delle norme ISO e facilmente integrabile con le stesse. Infatti il Codex non vuole essere un ostacolo per chi già ha scelto una politica della qualità e quindi ha già sviluppato manuali ISO, ma, così come strutturato, permette una buona integrazione con i sistemi già in atto e al contempo è un documento completo per quelle aziende che decidono di adottarlo in via esclusiva senza affiancarlo all’implementazione di altre Con queste premesse colgo l’occasione per esprimere le mie congratulazioni all’Azienda Dell’Aventino per aver condiviso le strategie dell’Associazione scegliendo il percorso Codex e per aver ottenuto la certificazione, formalizzando così l’attenzione della Direzione verso la sicurezza alimentare. Lea Pallaroni 4 La parola al tecnico Clotilde Villeri Il punto di vista dei professionisti del settore su un tema di interesse generale. Laureata in Medicina Veterinaria presso l’Università di Parma è Direttore Area Tecnica Dell’Aventino. Management dell’allevamento da latte: per ottenere buoni risultati si parte da una buona rimonta Età al primo parto L’obiettivo di un buon programma di allevamento per la rimonta è quello di produrre animali che al momento del loro primo parto abbiano uno stato corporeo buono ed il parto deve avvenire all’età di 22-24 mesi. Il costo di produzione di una manza fino al parto rappresenta il 15-20% dell’insieme dei costi di allevamento della vacca da latte. Per aumentare la redditività dell’impresa zootecnica da latte è necessario, quindi, ridurre anche i costi associati all’allevamento della manza. I costi di produzione, com’è noto, si riducono accelerando la crescita dell’animale per anticipare l’età al primo parto e per non avere animali estremamente leggeri. La crescita accelerata può condurre però ad una riduzione di latte della futura lattifera. E’ indispensabile, infatti, conciliare il veloce incremento di peso della manza con il suo sviluppo armonico, per evitare il rischio di una diminuita crescita mammaria e compromettere così l’estrinsecazione del potenziale genetico della bovina. Sviluppo mammario La produzione di latte dipende dalla capacità delle ghiandole mammarie di produrre latte, dalla capacità della vacca di approvvigionare le ghiandole mammarie di elementi nutritivi e dalla capacità dell’allevatore di selezionare e gestire la rimonta. La capacità di produzione della ghiandola mammaria dipende in maggior misura dalla quantità delle cellule lattifere che si ritrovano nel tessuto parenchimatoso della ghiandola stessa. Il numero delle cellule lattifere varia in funzione del bagaglio genetico dell’animale e dell’ambiente mammario al momento dello sviluppo della ghiandola che si individua nel periodo prepubere ovvero tra i 3 e i 10 mesi. In questo periodo, infatti, il parenchima mammario si sviluppa rapidamente formando una struttura a fiori di broccoli immersa nel tessuto adiposo. Il numero di cellule lattifere durante la lattazione dipende dal numero di cellule parenchimatose presenti alla pubertà. 5 Alimentazione Un buon programma di allevamento è essenziale affinché, al momento del primo parto, le manze siano provviste di ghiandole mammarie ben sviluppate e capaci di produrre la quantità di latte al livello del potenziale genetico e abbiano un peso vivo e un BCS (Body Condition Score) che permetta un’assunzione alimentare elevata e quindi un approvvigionamento adeguato di quantità di elementi nutritivi per la ghiandola mammaria. Il peso ideale per una bovina Frisona è di circa 570 Kg, il BCS è compreso tra 3 e 3,5 e l’altezza ottimale al garrese è tra 137 e 143 cm. Le proteine Le proteine sono estremamente importanti nella dieta delle manze perché assicurano buoni accrescimenti. Esse in età prepubere devono ricevere un buon apporto proteico soprattutto da farina di soia, ma anche un po’ di urea per massimizzare l’efficienza del microbismo ruminale quando l’apporto energetico proviene soprattutto da fonti fermentescibili. In ogni caso l’assunzione di proteine deve corrispondere ad una percentuale di calorie consumate. Se deve essere aumentato l’apporto calorico della dieta dovrà essere aumentato sistematicamente l’apporto proteico. Il Team Tecnico Dell’Aventino suggerisce di fissare l’età al primo parto attorno ai 22-24 mesi ma ciò richiede estrema attenzione nella gestione dell’allevamento della manza e della sua alimentazione. L’energia Le razioni ad alto tenore energetico con basso contenuto proteico sono la causa di manze troppo grasse, con ghiandole mammarie poco sviluppate e conseguente minor produzione di latte.Tale fenomeno è causato dalle interazioni ormonali che si verificano durante il periodo critico pre-puberale. Le vecchie linee guida per l’alimentazione della manza si basano sull’incremento del peso ma non necessariamente tengono conto di un corretto sviluppo mammario. Le nuove raccomandazioni, invece, indicano di seguire il rapporto proteina/energia per consentire lo sviluppo ottimale della mammella. e n e b a t o N Molti studi hanno dimostrato che la diminuita produzione di latte conseguente ad un’età precoce al parto è funzionale al peso. Una diminuzione di 100 Kg di peso vivo al parto si traduce in una più bassa produzione di latte di circa 700 Kg durante la prima produzione. Una crescita superiore a 5 cm durante la prima lattazione potrebbe voler dire che si stanno sottraendo sostanze nutritive dalla produzione di latte a favore della crescita. Per raggiungere i 570 Kg dopo il parto, la manza dovrebbe pesare circa 630 Kg a fine gravidanza e dovrebbe realizzare un incremento medio di 800 g al giorno se si vuole che il parto avvenga a 24 mesi. Se l’età al primo parto fosse fissata come obiettivo a 20 mesi, l’aumento del peso dovrebbe raggiungere 950 g al giorno con il rischio di ingrassare la ghiandola mammaria nel periodo critico del suo sviluppo. L’ingestione L’assunzione alimentare di alimento da parte della manza è funzione del contenuto di NDF (Fibra Neutro-Detergente) della razione. Una dieta a base di paglia può diminuire l’assunzione alimentare di circa il 20% confrontando il dato con una dieta nella quale sono presenti più cereali. La misurazione della reale ingestione deve essere effettuata per ottenere una formulazione precisa della dieta. Il Team Tecnico Dell’Aventino pone sempre l’attenzione su alcuni elementi importanti nell’analisi dell’apporto energetico: la scelta della densità energetica della razione e l’utilizzo della quantità di cerali che deve essere stabilita in funzione delle caratteristiche del foraggio disponibile. E’ necessario però ricordare che la manza digerisce molto bene i foraggi poichè il loro transito è lento: l’incremento di peso (indice dell’apporto energetico) potrebbe così risultare superiore a quello previsto e pertanto la sottostimata densità energetica dei foraggi potrebbe, quindi, essere la causa di un eccessivo aumento di peso. Monitoraggio della crescita La crescita della manza è un ottimo indicatore per definire il livello di attenzione che pone l’allevatore alla gestione della rimonta. La maggior parte degli allevatori è in grado di riferire dei livelli produttivi dell’azienda, ma solo pochi conoscono l’accrescimento giornaliero medio delle manze, il peso alla fecondazione, l’altezza al garrese al parto. La crescita della manza deve essere monitorata - cioè misurata - per molteplici motivi: • per prevenire il ritardo della maturità sessuale e del primo parto dovuto a ridotti tassi di crescita; • p e r r i l e v a re g l i a n i m a l i s o v r a l i m e n t a t i o sottoalimentati; • p e r programmare il peso ideale al pa r to e minimizzare i problemi ad esso inerenti. Clotilde Villeri 6 Buone nuove VACCA DA LAT TE Programma manze Dell ’Aventino BOVINO DA CARNE Uno sguardo attento alle ultime novità firmate Dell’Aventino. BUFALA VACCA DA LAT TE CALF EASY MEAL E MANGIAMTO GLASS BOVINO DA CARNE cod 1667 (pellet+fioccati) Mangime complementare •Svezzamento rapido •Gradibilità e ingestione grazie all’esclusiva glassatura Proteina grezza 19,5 Oli e Cellulosa Ceneri Grassi grezza grezze grezzi 3,5 5,5 5 BUFALA Somministrare a volontà fin dai primi giorni di vita del vitello e raggiungere la dose indicativa di 2 kg per poi passare al mangime della fase successiva. MANZE EASY 19 cod 1991 (sbriciolato+fioccati) Mangime complementare •Equilibrato apporto Energia-Proteina •Elasticità d’uso Proteina grezza 19 Oli e Cellulosa Ceneri Grassi grezza grezze grezzi 2,5 13,5 7 Mangime complementare •Equilibrato apporto proteico •Elasticità d’uso •Fonti proteiche differenziate 23 Oli e Cellulosa Ceneri Grassi grezza grezze grezzi 2,5 11,5 7,5 Modalità di vendita Somministrare alla rimonta dai 3 ai 5 kg/capo/giorno con fieni a volontà. Tenere sempre a disposizione acqua fresca e pulita. cod 1995 (sbriciolato+fioccati) 20 kg VENA CON AC A FIOC AT Destinazione d’uso MANZE EASY 23 U Proteina grezza Modalità di vendita Destinazione d’uso R / 25 kg VENA CON AC A FIOC AETA E UR Destinazione d’uso Somministrare alla rimonta dai 2 ai 4 kg/capo/giorno con insilato di mais e fieni. Tenere sempre a disposizione acqua fresca e pulita. Modalità di vendita R / 25 kg È sempre preferibile, comunque, contattare il Team Tecnico Dell’Aventino per pianificare un buon programma alimentare di svezzamento. 7 L’esperienza positiva Azienda Agricola Carmine Di Lione, Caposele (AV) e Colliano (SA) Filiera corta e intraprendenza, le ricette per la zootecnia del futuro La sig.ra Anna Vuocolo, regina del Caseificio Di Lione con sede a Colliano (SA). L’anima gestionale del caseificio e della macelleria, però, è la sig.ra Anna Vuocolo, moglie del sig. Carmine; quest’ultimo si occupa in toto dell’azienda agricola e dell’allevamento del bestiame. Vitelli, agnelli e maiali rappresentano il “core business” della macelleria mentre nel caseificio prendono forma fiordilatte dal sapore unico, formaggi particolarissimi e “riuscitissimi esperimenti” che denotano una grande fantasia oltre, ovviamente, alla propensione all’innovazione nel solco della tradizione. Un assaggio di specialità inconsuete come il caciocavallo con mela o quello con limone fa rimanere veramente “a bocca aperta”: sapori delicati e “moderni”, freschi, distintivi che rimangono in mente a lungo.Vere delizie. L’attività di trasformazione (e di vendita) è nata un po’ per passione, un po’ per gioco e un po’ per necessità: anni fa il latte - nella zona - non veniva venduto con facilità e, se venduto, non veniva pagato a prezzi equi. Idem per i capi di bestiame: la difficoltà a vendere capi da macellare ha fatto “scattare la molla” in famiglia per avviare la trasformazione e la vendita diretta, non senza sacrifici. E’ palese la durezza del lavoro quotidiano come si evince da alcuni racconti del sig. Carmine e della sig.ra Anna. Di fatto, si può definire un passaggio fisiologico per chi, da sempre, ha la passione dell’allevamento degli animali. Nell’ottica della qualità, dallo scorso settembre è partita la collaborazione con l’Azienda Dell’Aventino, in particolare con l’ingresso in azienda del dott. Raffaele Caggiano (medico veterinario che seguiva già da tempo l’allevamento) e del dott. Cristiano Chiappa (tecnico alimentarista che cura l’aspetto nutrizionale delle mandrie), entrambi coordinati dal capoarea Dott. Nicolino Beatrice. In precedenza veniva utilizzata una miscela di materie prime aziendali; oggi il Team Tecnico Dell’Aventino ha realizzato un mangime “ad hoc” (pellet + fioccati) per le vacche da latte che integra l’utilizzo dei foraggi aziendali e favorisce un ottimale management della struttura. In particolare, Dell’Aventino fornisce un mangime a base di soia e pisello fioccati che permette di aumentare il contenuto di CLA (acido linoleico coniugato) il quale - secondo moltissimi studi - consentirebbe di ottenere produzioni che favoriscono il rafforzamento delle difese immunitarie. Grazie al Team Tecnico Dell’Aventino le produzioni aziendali (latte, carne) vengono costantemente monitorate con analisi specifiche di tipo quali-quantitativo. Si percepisce immediatamente che il sig. Carmine Di Lione ha carattere e intraprendenza da vendere; chiede subito che su quest’articolo di Zoo-Zoom vengano messe in evidenza le preoccupazioni per il futuro di un’attività agro-zootecnica. Man mano che la conversazione prende corpo, però, emerge una passione sconfinata, una volontà di fare le cose per bene, addirittura si parla di una possibile espansione della sua azienda, soprattutto dopo l’assaggio da parte di chi scrive di alcune produzioni caratteristiche (formaggio fresco vaccino,caciocavallo, nodini di mozzarella, etc.) delle quali va particolarmente fiero. Carmine Di Lione è senza dubbio un imprenditore illuminato, avendo egli adottato il noto concetto di filiera corta: utilizzo di materie prime prodotte nell’azienda agraria ubicata a Caposele, allevamento dei capi, trasformazione di carne e latte e relativa vendita nel caseificio e macelleria aziendali di Colliano oltre che in mercati, fiere e manifestazioni gourmet. L’Azienda agraria è nata nel 1995 mentre il caseificio è attivo da 7 anni: a quest’ultimo si è aggiunta l’attività di macelleria negli ultimi 3 anni, a dimostrazione di una dirompente vitalità. Carmine Di Lione nella sua azienda a Caposele (AV). 8 Questo territorio è caratterizzato dall’allevamento di vacche da latte e bovini da ingrasso e in estate gli animali vengono portati per lunghi periodi anche al pascolo, come accade per l’allevamento oggetto di questo servizio; la qualità delle produzioni, di conseguenza, viene ulteriormente esaltata. Il sig. Carmine Di Lione ed un suo collaboratore tra il dott. N. Beatrice (area manager Dell’Aventino), il dott. Cristiano Chiappa e il dott. Raffaele Caggiano (rispettivamente Tecnico Alimentarista e Veterinario/Collaboratore commerciale Dell’Aventino). Questa è un’esperienza da rimarcare, perché ha consentito alla redazione di Zoo-Zoom di conoscere ed apprezzare un’azienda con a capo un imprenditore acuto e lungimirante… ed è proprio quello che occorre in un settore caratterizzato da tante problematiche ma che può - e deve! - dare di più. Sul piano numerico, l’azienda ha una dimensione di circa 50 ettari, le vacche in lattazione (di razza Frisona e Jersey) sono circa 50, una trentina le manze e le manzette. L’allevamento si compone inoltre di una settantina di vitelloni all’ingrasso. Anche il futuro si va delineando: all’orizzonte c’è una nuova stalla, ci sono buoni propositi per l’ampliamento del caseificio e l’incremento della sua capacità produttiva visti i risultati lusinghieri ottenuti. Per Carmine i trascorsi da imprenditore edile sono ormai un lontano ricordo; l’attività zootecnica avviata con pochi capi per una vendita di non più di un quintale e mezzo di latte aveva già offerto molte soddisfazioni. Oggi i margini si sono notevolmente contratti ma - credendo sempre nel settore e con la giusta spinta innovativa - il lavoro è andato crescendo giorno dopo giorno. La sig.ra Anna Vuocolo con una delle sue fantastiche creazioni. Certo, la tenacia della sig.ra Anna è determinante; come già detto, a lei si devono le aperture del caseificio e della macelleria che hanno dato nuovo impulso all’attività. Ed è sempre lei a partecipare a moltissime manifestazioni gastronomiche in tutta la Campania. Del resto chicche come il caciocavallo con limone particolarmente apprezzato d’estate, stimolano la curiosità e movimentano un settore molto caratterizzato dalla tradizione. Con questi “tocchi di colore e sapore” anche nei mercati dei paesi delle province di Salerno e di Avellino, la mattina si respira aria di festa. In questo processo di filiera, quindi, il “valore aggiunto” offerto dal Team Tecnico Dell’Aventino si concretizza quotidianamente nella resa del latte, al fine di garantire elevate caratteristiche qualitative (più che quantitative) dei prodotti finiti. L’assaggiatore conferma. 9 di questo prodotto, oggi ormai quasi fuori dalle politiche commerciali dei distributori. Gradualmente ma con passo sicuro, mio padre si è dedicato alla commercializzazione di crusca, farinaccio e mangime, fino all’apertura di un punto vendita che ha dato l’avvio al rapporto con l’Azienda Dell’Aventino, a partire dal 1975”. Balza subito agli occhi un diploma di fedeltà consegnato al sig. Francesco dall’Azienda Dell’Aventino in occasione del venticinquennale della fondazione del mangimificio… ma questa ormai è storia nonostante il sig. Francesco goda di ottima salute ed è in gran forma. Sotto i riflettori Allevatori, rivenditori e personaggi di successo alla ribalta. Con la qualità non si scherza A Putignano la tradizione della zootecnia di qualità viaggia di pari passo con quella del carnevale. L’attività di Vito invece è abbastanza diversa, come ci spiega lui stesso: “Formalizzata nel 2002, per molti aspetti frenetica, l’attività di grossista che curo direttamente nel grande deposito di Protagonista di questo numero è la Netti Com. Agrisud località Femminamorta a Putignano viene abbinata a quella di Vito Netti, giovane imprenditore che è al servizio degli tipica della vendita al dettaglio. Un moderno negozio, infatti, è allevatori ed ha ereditato dal papà Francesco, ora in stato aperto negli ultimi anni proprio nel centro di Putignano pensione, la passione per questo mestiere. e a gestirlo è mia moglie Franca”. Vito racconta con piacere i primi passi mossi nel settore: L’organigramma aziendale si compone anche di due “L’attività commerciale a Putignano è stata fondata da dipendenti addetti al carico/scarico e dalla sig.ra Lorenza mio padre nel 1969, inizialmente come grossista di latte in Netti, anima contabile ed amministrativa della Netti polvere con l’ausilio di un furgoncino per la tentata vendita. Com. Agrisud. Poi è passato pian piano a commercializzare interi autotreni A partire dal 2002, Vito rispetto al papà ha sviluppato e curato molto di più l’attività “al dettaglio”, oggi importante e probabilmente con ampi margini di sviluppo considerando la condizione attuale del settore zootecnico, specie nel comparto delle vacche da latte. Continua spiegandoci: “Quella di Putignano e Noci è un’area con vocazione per l’allevamento delle vacche da latte e dei bovini da carne; la zona ha un’elevata densità di popolazione e una particolarità: nel periodo estivo una buona percentuale dei putignanesi si trasferisce dal centro in campagna per la villeggiatura e per il riposo. E’ anche per tale motivo che si è sviluppata una zootecnia di tipo rurale, tesa ancor oggi a valorizzare produzioni alimentari curate direttamente in famiglia (pollo, tacchino, coniglio e gallina)”. I sigg.ri Vito e Francesco Netti tra Nicola Defilippis e il Dott. Stefano Albanese (rispettivamente agente di zona ed Mentre si discute all’interno area manager Dell’Aventino) nel magazzino di Putignano in località Femminamorta. della rivendita cittadina di 10 suggerimento alla sua clientela ed a tutti gli allevatori della zona: “L’importante - in questa particolare fase - è avere un numero dei capi ben proporzionato alle effettive dimensioni aziendali, senza trascurare un efficace management dell’allevamento, in particolare della vacca da latte, in modo da avere garantita una giusta conduzione dell’attività ed evitare così l’esposizione al credito e alle incertezze del settore”. La Netti Com. Agrisud è seguita da Nicola Defilippis, giovane ma esperto agente di zona Dell’Aventino sotto la supervisione dello “storico” dott. Albanese (area Putignano,Vito di colpo si allontana per parlare con alcune signore: è stato piacevole assistere ad una rapida “messa a punto” di un carro allegorico e ad una disquisizione sulle divise storiche dei partecipanti al prossimo carnevale. Eh si! Il carnevale di Putignano! Per chi non ne fosse al corrente, siamo in una delle località di elezione per i festeggiamenti del carnevale, famoso anche oltreconfine e sicuramente il più popolare del sud Italia. In questo spensierato contesto, però,Vito si lascia andare a qualche dolente riflessione: “È arduo pianificare un’attività come la mia in questo settore, gratificante ma pieno di insidie; certamente gli scenari sono molto diversi dall’epoca in cui operava a pieno regime mio padre”. Uno scatto con la sig.ra Franca, davanti al lineare Delly all’interno del punto vendita di Putignano. manager). Essa serve circa 70 allevatori del settore ruminanti, oltre alla fascia dei clienti che si occupano dell’allevamento rurale; egregi sono anche i risultati conseguiti grazie alla vendita della nuova linea pet food Dell’Aventino a marchio Delly. Vito si sofferma ancora sulle attuali dinamiche di settore in questa zona: “L’altra particolarità con la quale dobbiamo convivere in quest’area è la presenza di operatori mangimistici non proprio ortodossi, a volta improvvisati, che puntano tutto sulla leva prezzo e turbano l’attività di chi lavora onestamente a garanzia di salubrità e qualità generale”. La famiglia Netti lavora da sempre con serietà e professionalità e in quest’ottica la partnership con Dell’Aventino è una solida certezza. Tra le altre cose, Vito manifesta il piacere di lavorare con un’azienda che ha ottenuto da poco la Certificazione Codex Assalzoo: un’ulteriore prova di serietà e di volontà di servire il settore con molto senso di responsabilità. Per concludere, è importante rilevare che in quest’area non mancano incoraggianti segnali, a dimostrazione di un territorio fortemente vocato all’allevamento da latte: infatti dal 10 al 13 marzo 2011 presso il quartiere fieristico di Noci, al fianco della tradizionale Mostra Interregionale del Centro-Sud della razza Frisona è stata organizzata la 43a Mostra Nazionale del Libro Genealogico della razza Bruna, che per la prima volta si svolgerà in territorio pugliese e lontana dalla tradizionale sede di Verona. Quest’ultima manifestazione ricorderà le tradizionali Fiere dei torelli di razza Bruna che si svolgevano a Putignano e che oggi sono affidate solo ai ricordi. Da questo articolo emergono importanti testimonianze di come la terra di Puglia punti sulla zootecnia di alto livello per continuare nello sviluppo complessivo che da anni ha avviato in moltissimi settori. La pluriennale esperienza e il legame affettivo alla sua zona, sembrano quasi imporre a Vito di snocciolare alcuni preziosi suggerimenti e agli allevatori locali dice: “Unitevi in consorzi, fate in modo da stabilire il prezzo del latte per non rimanere in balia delle pressanti politiche commerciali dei trasformatori!”, esclama con un pizzico di rammarico. Poi continua alzando il tiro citando alcune esperienze del nord Italia: “In Piemonte, ad esempio, ci sono interessanti esperimenti per rendere il prezzo del latte indicizzato e fissato a seconda di parametri regionali ben precisi”. Spiega come sia interessante una politica adottata da una Cooperativa che fornisce anche la rinomata azienda Ferrero, quella del cioccolato: “In accordo con Coldiretti Piemonte, è stato attuato un sistema di calcolo al quale tutti gli allevatori possono accedere. Su Internet è possibile calcolare il prezzo del latte alla stalla, inserendo alcuni parametri. In pochi secondi si è in grado di conoscere il prezzo indicizzato del proprio latte. Contestualmente l’allevatore potrà prendere visione, oltre che del prezzo del latte, anche delle condizioni di pagamento che sono sostanzialmente tre: al prezzo calcolato va aggiunta l’Iva al 10%, il prezzo è al netto delle spese di trasporto ed il pagamento è effettuato a 30 giorni dall’ultima consegna. Il tutto nell’ottica di una grande trasparenza. Se ciò non fosse accettato allora è probabile che l’industria di trasformazione voglia tenere i produttori di latte a livelli medievali, ove il ruolo degli allevatori è quello di lavorare con il giogo dei padroni sulle spalle. Per un comparto che vuole veramente crescere, il prezzo indicizzato costituirebbe il vero elemento di novità nel panorama economico per assicurare agli allevatori pari dignità degli altri componenti della filiera. Tale approccio potrebbe garantire anche dalle nostre parti i giusti margini in ogni fase e togliere il monopolio dei pochi, grossi caseifici della zona” conclude Vito. Egli, dalle pagine di Zoo-Zoom vuole rivolgere un altro 11 Diretta Mente Antonello Ceccarani Direttore Marketing e Vendite Dell’Aventino. Riflessioni e approfondimenti a firma del Direttore. Si fa largo una nuova ‘razza’ di allevatori I numeri sono oggettivamente sconfortanti: non c’è settore della zootecnia che non si confronti con i ricavi unitari di almeno venti anni fa (era della Lira svalutabile) e con i costi di oggi (era dell’€uro forte). Immaginate un allevatore che trovi tre amici al bar e decida di offrire un aperitivo: spenderà minimo 12 €uro. Se pagasse in natura con le sue produzioni dovrebbe dare al barista mezza cassa di uova (180 pezzi), oppure 9 Kg di carne suina o 5 Kg di carne bovina oppure circa 33 litri di latte; ma potrebbe pagare anche con 4 polli pronti per lo spiedo! Sembra una barzelletta (che farebbe ridere solo il barista!) ma è l’amara verità sul valore “a monte” della produzione delle nostra stalle. Ciononostante, in questo contesto è ammirevole vedere che c’è chi non si arrende: tanti imprenditori continuano a investire in genetica, in strutture e tecnologia per una più economica e manageriale gestione delle stalle; altri investono in formazione del proprio personale, in progetti di filiera che possano garantire maggior valore aggiunto alle proprie produzioni. A tali figure va il plauso ed il sostegno anche nostro, inteso come azienda mangimistica, perché rappresentano anche lo stimolo ad andare avanti con professionalità, cercando anche di innovare con intelligenza. Tappe e metodi imprescindibili per cambiare marcia ma che sarebbero certamente meglio perseguibili in un contesto meno ansioso e con tempi di recupero più praticabili. Gli allevatori sardi, ad esempio (strozzati dal latte ovino a 60 cent/litro), hanno provato a “farsi vivi” in modo deciso, ma sono rimasti subito soli ed hanno ottenuto solamente labili promesse. E’ tempo di un progetto più ampio che riguardi l’intera nostra zootecnia, che faccia leva sulle nostre eccellenze, sui “distretti alimentari”, sulle nostre capacità di trasferire nel mondo la nostra cultura culinaria, sulla capacità della nostra politica di mediare tra tutela dell’ambiente e presenza dell’allevamento industriale, senza trascurare i fondi per la formazione professionale, facili da ottenere per l’industria ma difficilissimi da raggiungere per le nostre imprese zootecniche. Al lavoro dunque. Antonello Ceccarani Oscillazioni dei prezzi delle materie prime e ricavi ridotti all’osso non frenano gli imprenditori più lungimiranti. Abbiamo appena celebrato al recentissimo meeting della forza vendita un più che soddisfacente risultato 2010. Nonostante il clima positivo e gioioso della festa non poteva passare inosservato il tema della complessa situazione dei nostri mercati di riferimento. Dal 2000 in avanti ci siamo “assuefatti” alle fibrillazioni dei prezzi delle materie prime, in parte strattonati da fattori climatici e in parte da manovre speculative non sempre del tutto ortodosse. 28 gennaio 2011, riunione annuale della rete commerciale nella suggestiva cornice del Castello di Septe a Mozzagrogna (Ch). Raramente abbiamo però toccato distanze così evidenti tra costi dell’alimentazione ed effettivi realizzi da parte degli allevatori sulle loro produzioni. Non c’è settore zootecnico che non sia schiacciato da una crisi così violenta, la quale mette in discussione la stessa sopravvivenza delle aziende, soprattutto di quelle con caratteristiche semi-industriali che rappresentano ancora una fetta importante della nostra zootecnia. L’impossibilità da anni di “fare bilancio” ha impedito ai nostri allevatori il rinnovamento delle strutture e il miglioramento tecnologico della loro gestione accrescendo il “gap” rispetto agli operatori zootecnici europei. Lo stesso equilibrio finanziario è fortemente compromesso, tenuto in piedi più dalla “generosità” dei fornitori che dal ruolo istituzionale degli istituti di credito. Difficile immaginare che una situazione così precaria possa durare ancora a lungo. 4 aperitivi = 9 kg di carne suina 180 uova 12 5 kg 33 lt di carne bovina di latte 4 polli pronti per lo spiedo Buone nuove in affiancamento agli agenti di zona e sempre in armonia con i nostri principali clienti. Certamente la cosa continuerà. Sia nel settore degli allevamenti che in quello delle rivendite, mi occuperò, in stretta collaborazione con la Direzione Commerciale e l’Area Tecnica, delle politiche di marketing dei prodotti di competenza, di una più accurata analisi di mercato, per meglio identificare le potenzialità di vendita per area geografica. Il nuovo ruolo è per me molto stimolante anche per la collaborazione costante che avrò con la Dott.ssa Clotilde Villeri, Direttore dell’Area Tecnica, con la quale lavoro già in sintonia sia per la definizione dei nuovi prodotti che per il perfezionamento di quelli esistenti. Mi muoverò cercando di assicurare alla Rete Vendita e ai Tecnici Alimentaristi tutto il supporto a loro necessario. Uno sguardo attento alle ultime novità firmate Dell’Aventino. Dalla Puglia al resto d’Italia Il Dott. Stefano Albanese, Medico Veterinario, nuovo Product Manager Dell’Aventino per l’importante settore Ruminanti Mi dedicherò molto allo sviluppo di strategie di medio-lungo termine nel settore di mia competenza, ponendo attenzione ai cambiamenti di mercato e degli scenari in generale. Anche la funzione attribuitami di trait-d’union tra Azienda e Università, Associazioni di categoria, Istituzioni, ARA, APA, mi stimola e mi riempie d’orgoglio. Cercherò di gestire al meglio anche le relazioni di filiera con i Caseifici, Centrali del latte, etc. Attività, quest’ultima che svolgo con piacere nella mia attuale area d’intervento (Puglia, Basilicata e Calabria) e che cercherò di estendere al più presto anche nelle altre regioni presidiate dall’Azienda. Certo, il settore zootecnico è sempre nell’occhio del ciclone; occorre sempre essere aggiornatissimi sulla legislazione (in particolare nel mio settore) ma vorrei prestare molta attenzione anche a tutto il mondo legato alle produzioni tipiche e quelle certificate (DOP, IGP, PAT, etc.). Da sempre, infatti, l’Azienda Dell’Aventino punta al “prodotto finito” e non si ferma alla mera realizzazione del mangime che esce dallo stabilimento. Da poco sono stato insignito di questo nuovo titolo, Product Manager settore Ruminanti, direttamente dal Dott. Nereo Dell’Aventino e dal Direttore Commerciale Antonello Ceccarani; la notizia è stata comunicata ufficialmente in occasione del recente meeting annuale con la rete commerciale. Una nuova sfida, quindi, si affaccia per me all’orizzonte ma le insidie mi affascinano e un po’ mi appartengono (altrimenti avrei deciso di fare un altro mestiere!). Lavorare oggi nella zootecnia non è cosa da poco ma chi mi conosce sa che è la passione che muove ogni mia scelta. Nell’ambito di questo mio nuovo ruolo vorrei dedicare tempo ed attenzione anche alla formazione degli uomini “in campo” che avrò il piacere di coordinare: mi pongo l’obiettivo ambizioso di formare dei veri Specialisti di Linea. Per questo attestato di stima e fiducia, i miei più sinceri ringraziamenti vanno al “patron” Dott. Nereo Dell’Aventino, soprattutto perché ha voluto scegliere all’interno dell’Azienda una figura così importante prima di guardare all’esterno, oltre che ad Antonello Ceccarani - Direttore Commerciale - il quale ha creduto nelle mie potenzialità affidandomi un compito tanto impegnativo quanto gratificante. Con entusiasmo accetto questo nuovo incarico affidatomi dall’Azienda Dell’Aventino, con la quale da oltre un decennio ho avviato una collaborazione che ha consentito di raggiungere risultati lusinghieri, non ultimo quello di portare la Puglia ad essere la più importante regione per volumi di vendita e fatturato. Parteciperò come sempre alle politiche aziendali, alle nuove strategie che puntano sempre più sul comparto dei ruminanti. I lettori di Zoo-Zoom sono abituati a vedermi Stefano Albanese 13 In linea con il mercato Rubrica dedicata al mercato delle materie prime, con un breve accenno alla situazione dei prezzi dei principali prodotti della trasformazione zootecnica. Dott. Andrea Garzilli Dipartimento Acquisti, Produzione e Logistica Dell’Aventino. Con Silvio Pellati, tra i massimi esperti in Italia di trading internazionale delle commodities e mio collega di lavoro negli anni Ottanta, ci siamo soffermati sulla particolare fase che il mercato sta attraversando in questi ultimi anni. territorio della Cina e la dislocazione della sua enorme popolazione? La popolazione è determinante per i consumi. La Cina, nonostante la rigida politica di controllo delle nascite, oggi conta un miliardo e 348 milioni di persone, due volte e mezzo gli abitanti dell’Europa e un miliardo d’individui in più degli Stati Uniti d’America e rappresenta il 20% della popolazione mondiale. La Cina evoca città come Pechino (13 milioni di abitanti), Shanghai (18) ed Hong Kong (7) ma sono ben 117 le città con più di 1 milione di abitanti! Guanzhou (la vecchia Canton) ne ha 24 milioni, Chongqing intesa come agglomerato di paesi vicini ne ha 30! Il “colosso cinese” scatena il terremoto Qual è lo stato dell’agricoltura in Cina? La produzione agricola è concentrata nella parte est del Paese e l’area coltivabile rappresenta il 50% della nazione. E’ attraversata da 2 grandi fiumi, il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro, che sono fonte di irrigazione ma anche di catastrofiche inondazioni. Per il grano e il corn la Cina è autosufficiente, per la soia è fortemente insufficiente poiché la superficie agricola, inestendibile, è limitata da altopiani e deserti ad ovest. Per far fronte alle crescenti necessità della popolazione, non ci sono molte possibilità: o aumenteranno le importazioni o le rese per ettaro. La forza lavoro impiegata in agricoltura è ancora rilevantissima rispetto agli USA e all’EU (62% contro 1,65% in USA e 4,79% in EU), il contributo dell’agricoltura al PIL quindi è ancora molto alto, cioè il 12,80%, rispetto allo 0,90% in USA e all’1,2% in EU Per contro, con meno di un ettaro come misura media della proprietà agricola, con la scarsità di attrezzature e di conoscenze tecniche delle coltivazioni la strada per accrescere le rese è lunga. Il riso è la coltura più diffusa, il Paese è il primo produttore al mondo con 130 milioni di tonnellate, segue l’India con 87 e l’Indonesia con 37. Nelle province dello Shandong e dell’Henang si concentrano il 14% della produzione di suini, il 28 di polli e il 27 di uova, nel Guandong si condensano il 9,5% della produzione di polli e il 5,5% di quella di suini. Dott. Silvio Pellati Già dirigente di multinazionali del settore cerealicolo e soia, oggi è consulente informativo di mercato per i più importanti operatori italiani. Silvio, quando nel nostro mestiere si è cominciato a parlare della Cina? A mia memoria, nel 2003, quando, in occasione di un importante convegno di Agrinews fu detto che la Cina con i suoi massicci acquisti avrebbe “scatenato il toro”. Questo Paese nel 1999, importava 4 milioni di tonnellate di semi di soia, a fine 2003 erano diventati 21 milioni, fino ai 38 milioni del 2008: dal 2003 al 2008 un incremento dell’80% ! Numeri da capogiro. L’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura Americano, aveva previsto la sconvolgente influenza della Cina sui nostri mercati? Purtroppo no. L’USDA, ogni mese, dal Dicembre 2009 al Novembre 2010, correggeva al rialzo le stime sulle importazioni di soia della Cina. Alla fine le correzioni sono risultate del 22,5% per la campagna 2009/2010 e del 16,5% per la 2010/2011, a dimostrazione della difficoltà a valutare cosa stia avvenendo in Cina e ciò contribuisce a provocare veri e propri terremoti dei prezzi. Parliamo allora delle produzioni e delle importazioni. Quella del grano è da anni intorno al 100/110 milioni di tonnellate, quella del mais sui 160 milioni, quella della soia ammonta a soli 15, veramente troppo scarsa e si capisce perché proprio sui prezzi della soia sia scoppiato un vero terremoto nel mondo considerando che la Cina “assorbe” il 60% dell’importazione mondiale. L’aumento vistoso delle importazioni di soia influirà anche sul consumo di mais, il fenomeno dell’importazione è dietro l’angolo tanto che già dallo scorso anno è scattato “l’allarme prezzi” sul corn. Cosa succedeva in quegli anni sui mercati? Nel primo semestre 2004 i prezzi a Chicago aumentavano del 35% rispetto al secondo semestre 2003. Successivamente, nel primo semestre 2008 i prezzi salivano del 40% rispetto a quelli del secondo semestre 2007. E questi strabilianti aumenti si registravano anche in Italia come si evince dai prezzi del tempo relativi a seme di soia e della farina di soia alla borsa di Bologna. Come sono distribuiti gli oleifici sul territorio cinese? Primeggia la provincia del Guandong (come dire la Lombardia Cosa possiamo dire riguardo la geografia del 14 per l’Italia!) con 33.800 tonnellate metriche al giorno, su una capacità totale giornaliera di spremitura di circa 200mila tonnellate: tanto per dare un’idea, la capacità giornaliera dell’Italia è di 7/8000 tonnellate. I vari oleifici sono riconducibili alle solite multinazionali (Cargill, Bunge, Dreyfus, Noble) e poi due grandi proprietà dello Stato che sono COFCO e JIUSAN. Wilmar, invece, è di un privato (fatturato, di 30 miliardi di dollari nel 2006, come Carrefour per capirsi) che è il più grande operatore del mondo di olio di palma. Anche la produzione mangimistica è in continua crescita, dal 2005 al 2009 si riscontra una crescita del 6%, un ritmo verosimile anche nei prossimi anni. Tutta questa gente, che lavora da pazzi e migliora il proprio tenore di vita a ritmi travolgenti, come e cosa mangia? Il consumo individuale annuo di cereali nel 1978 era di 150 Kg, oggi è di 75, di latte era di 2 litri oggi è di 18, di carne era di 32 Kg contro i 50 di oggi.Teniamo sempre in considerazione che il loro cibo base è il riso per circa 85 Kg pro-capite l’anno (10 anni fa erano 97), in Italia se ne consumano circa 5 Kg pro-capite l’anno! I cinesi mangiano parecchia carne suina, circa 37 Kg pro-capite annui, avvicinandosi al livello europeo che è di quasi 42 Kg; hanno uno scarso consumo di latte e derivati (pochissimi formaggi), non hanno feeling con la carne bovina, circa 4 Kg contro gli eccessivi 39 degli Usa, e assumono poco pollame, 9 Kg l’anno contro i 50 e degli States e i 25 Kg dell’Europa. Si sente parlare di importantissimi consumi di oli vegetali: com’è la situazione? La Cina importa 2-2,5 milioni tonnellate di olio di soia, 6 di olio di palma e 700.000 di olio di colza, più o meno il 20% del mercato mondiale di oli vegetali. Sui semi di colza influenza fortemente il commercio internazionale, le importazioni del mondo sono di circa dieci milioni di tonnellate metriche e due sono della Cina. Quali sono le previsioni del mercato? I dati dall’USDA sono sempre di fondamentale importanza; in un rilevante studio del febbraio 2010 sulle proiezioni dei fabbisogni mondiali per i prossimi 10 anni, ha previsto per la Cina importazioni di semi di soia assestate intorno a 61 milioni entro il 2020 a fronte di un incremento della produzione mondiale di 26,3 milioni in 10 anni, oltre a maggior importazioni di mais di 4,10 milioni a fronte di un’accresciuta produzione mondiale a circa 24,8 milioni. Se si pensa che già nel 2010/2011 la Cina importa 57 milioni di tonnellate di soia, queste cifre lasciano perplessi. Si prevede che le maggiori produzioni di mais nel mondo vengano soprattutto dagli USA in ragione di un incremento delle rese dovute all’utilizzo di semi geneticamente modificati; per la soia dovrebbero sopperire stati sudamericani come Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia. Scarso incremento, invece, si prevede per le produzioni cinesi a causa dell’arretratezza e della struttura della proprietà agricola. A leggere stime e cifre, non c’è speranza che il mercato di soia e e corn si calmi, se non per tre accadimenti: - continue e molto favorevoli condizioni meteorologiche sui raccolti del mondo; - sostanziali cambiamenti nelle rese per ettaro; - decisioni politiche in Cina molto radicali che portino a una netta frenata dei consumi. Ringrazio Silvio Pellati per la disponibilità e traggo qualche mia personale conclusione. Come si evince dall’articolo, l’evoluzione nei comportamenti e nelle abitudini alimentari della popolazione cinese ha portato a un sostanziale squilibrio tra la domanda alimentare e l’offerta. Da un lato, quindi, abbiamo una domanda certamente in crescita, dall’altro l’incertezza di una produzione che potrebbe essere inadeguata a causa dell’elevata variabilità del clima che condiziona i raccolti e rende sempre più “volatili” i mercati. Andrea Garzilli FEBBRAIO 2011 • AGROSUD FIERA DELL’ agricoltura. Nota bene Mostra d’Oltremare - Napoli, 25-27 febbraio Fiera Agrosud, biennale delle tecnologie ed innovazioni applicate al settore agricolo, si sviluppa su una superficie espositiva di oltre 10.000 mq. L’evento, rivolto ad un pubblico di operatori accreditati e specializzati, rappresenta un consolidato punto di riferimento per il Mezzogiorno d’Italia ed è in grado di soddisfare pienamente le esigenze di ammodernamento, aggiornamento ed approfondimento per gli operatori delle filiere agricole. Le aree tematiche di Agrosud 2011 sono espressione delle filiere di riferimento; il percorso espositivo è suddiviso in padiglioni tematici (macchine agricole, ortofrutta, zootecnia, lattiero caseario e agroenergie). Un intero padiglione dedicato all’agroalimentare e uno che accoglie la 6a Mostra Nazionale della Bufala Mediterranea arricchiscono l’evento. La manifestazione vede la presenza in qualità di espositori delle maggiori aziende di produzione di tecnologie, beni e servizi applicati al mondo ortofrutticolo, zootecnico e caseario, per un confronto con un pubblico altamente qualificato e specializzato. In ogni numero i principali appuntamenti del periodo per essere sempre aggiornati e al passo con i tempi. MARZO 2011 • Mostra Interregionale del Centro-Sud della razza FrisonA • 43a Mostra Nazionale del Libro Genealogico della razza Bruna Quartiere Fieristico - Noci (BA), 10-13 marzo APRILE 2011 • RomaCavalli Salone Internazionale dell’Equitazione e dell’Ippica della Capitale. Fiera di Roma, 7-10 aprile • 50ª ED. FIERA NAZIONALE DELL’AGRICOLTURA Coltivare, omnia verde, agricoltura biologica, allevare, servizi all’impresa. Area Fiera - Lanciano (Ch), 15-18 aprile Manifestazioni e date sono desunte, al momento della stampa di questo numero di Zoo-Zoom, da siti internet e da materiale diffuso dalle singole organizzazioni. Le recenti misure, finalizzate al contrasto dell’evasione, dispongono nuovi adempimenti e direttive che varranno e produrranno gli effetti pratici già nel 2011. Come essere informati e districarsi tra norme e regolamenti. A rigor di legge Dopo il redditometro - già reso più severo con l’introduzione di nuovi indicatori di reddito come ad es. i viaggi di lusso o l’iscrizione a corsi esclusivi - esordisce il prossimo 1° maggio il rilevamento generalizzato delle spese definito “spesometro”. Con questo termine si indica l’obbligo di una nuova comunicazione telematica che avrà per oggetto il monitoraggio di tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA con un imponibile di oltre 3.000 €uro in fattura. In sostanza l’Amministrazione si propone di monitorare automaticamente, a partire dal flusso inviato dagli operatori economici (negozianti e aziende), tutti gli acquisti superiori ad una certa soglia per metterli a confronto con i redditi dichiarati. I Clienti dovranno fornire i propri dati anagrafici e codice fiscale al rivenditore, il quale dovrà poi trasmetterli al fisco entro il 30 aprile 2012 (per tutti gli acquisti del 2011, anche effettuati online, sia di beni che di servizi). Queste spese verranno comparate tramite un particolare algoritmo informatico con il tenore economico dichiarato dal contribuente per rilevare l’eventuale incongruenza al fine di un Antonio De Mattia Responsabile Amministrativo Dell’Aventino Novità in vista in materia fiscale: lo SPESOMETRO Nuove regole per i contribuenti e per tutti gli operatori economici. 16 comunicazione con soggetti con sede nei Paesi cosiddetti Black List; • le tipologie riferite all’art. 7 DPR 605/73 (ad esempio ai contratti di assicurazione, di energia elettrica, gas, operazioni finanziarie, etc). accertamento. Non servirà frazionare il prezzo (ad esempio pagando l’acconto e poi il saldo) per avere singoli importi inferiori alla soglia; la segnalazione dovrà fare riferimento alla transazione contrattuale nel suo insieme, cioè con riferimento al prodotto o servizio venduto a quel determinato cliente identificato dal suo codice fiscale. Il provvedimento ha una previsione retroattiva (vedi schema), ma per importi molto più alti: dovranno essere segnalati gli acquisti superiori a 25.000 €uro fatti nel 2010 ma solo con emissione di fattura; vengono quindi monitorati solo i titolari di partita IVA e non i privati. Si tratta, quindi di un vero e proprio Elenco di Clienti e Fornitori, anzi con portata più ampia, dovendo elencare gli estremi della fornitura per singola operazione. Si ricorda che nel corso degli ultimi anni è stato più volte annunciato l’obbligo del ripristino di tale elenco ma mai attuato. La portata è molto ampia riguardando tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA con un imponibile in fattura superiore a 3.000 €uro che dovranno essere comunicati in via telematica all’Agenzia delle Entrate. La comunicazione sarà annuale e sarà inviata entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. I dati da comunicare saranno i seguenti: • anno di riferimento; • n° partita IVA o Codice Fiscale del cedente/ prestatore/cessionario/committente; • i corrispettivi dovuti al cedente/ prestatore; • l’importo dell’IVA. Fanno eccezione alla segnalazione, le operazioni che pur avendo superato la soglia dei 3.000 €uro, sono comprese nelle comunicazioni relative agli altri adempimenti. In pratica: • esportazioni ed importazioni; • operazioni soggette all’obbligo di Le operazioni di compravendita di immobili, non dovranno essere incluse. Inutile sottolineare come il disposto complessivo di questo nuovo obbligo sottoporrà le aziende ed i Commercianti a nuove criticità in ordine alla tenuta della contabilità, vista in particolare la determinazione complessiva della soglia di 3.000 €uro. Sicuramente la materia, sarà oggetto di nuove precisazioni da parte dell’Agenzia. Di seguito viene riportato uno schema (fonte Il Sole 24 Ore) del cosiddetto “spesometro”. Antonio De Mattia Adempimenti e scadenze per le comunicazioni delle operazioni 2010 e 2011: il meccanismo. Operazioni 2010 Operazioni 2011 Termine di invio 31 ottobre 2011 30 aprile 2012 Comunicazione integrativa 30 novembre 2011 30 maggio 2012 Tipologia di transazione La comunicazione alle Entrate è dovuta esclusivamente per le operazioni soggette all’obbligo di fatturazione La segnalazione per le operazioni senza obbligo di fatturazione scatta a partire da quelle effettuate dopo il 30 aprile Soglia di segnalazione La soglia di partenza per il primo anno è stata fissata in 25.000 €uro per ogni operazione al netto dell’IVA dovuta • La soglia è di 3.000 €uro per le operazioni soggette a fattura • L’importo è 3.600 €uro per le cessioni a privati (scontrino/ricevuta) Schema tratto da Il Sole 24 Ore - Norme e tributi Vita d’azienda mente l’area tecnica e l’area produzione; da queste colonne è corretto fare una “menzione” proprio agli addetti operanti in quest’ultima divisione, ovviamente senza sminuire l’importante contributo degli altri colleghi. Offrono un determinante apporto alle sorti del reparto i sigg.ri Nicola Zinni, Flavio Passante, Pierpaolo Giuliante e Maurizio Torosantucci, quest’ultimo con scrupolosità si occupa anche delle Flavio Passante e Pierpaolo Giuliante nel reparto presse. operazioni di pulizia e manutenzione programmata. Il sig. Domenico Colantonio, invece, riveste un ruolo denso di responsabilità: l’accettazione delle materie prime in ingresso e per un’azienda che punta sulla qualità - senza mezze misure - il suo è un apporto importante. Nella fase di certificazione Codex si è esaltato l’attaccamento ai “colori sociali” di questi dipendenti; sentirsi “osservati” e avvertire sulle spalle parte del peso dell’esito della certificazione ha accresciuto motivazioni, dedizione e passione. Sono giovani che lavorano con entusiasmo e in quest’ultimo, ulteriore salto di qualità, hanno colto anche il “senso-valore” di un’Azienda che si pone all’avanguardia, permettendo ai collaboratori non solo di rimettersi in gioco ma anche di acquisire nuove professionalità con percorsi formativi ad hoc (come accaduto di recente con il corso intensivo di potenziamento manageriale e di “team building” riservato ad alcuni di loro). In Dell’Aventino è sempre più attuale dunque una politica di ampio respiro, fatta di piccoli passi su un tracciato ben delineato di impegno, lungimiranza, ricerca dell’eccellenza e valorizzazione delle risorse umane, probabilmente il capitale più importante di una realtà sì a dimensione d’uomo ma capace di duellare ad armi pari con i big internazionali del settore. Michele Andreoli Filo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi collaboratori. Di nuovo CODEX ASSALZOO: spazio ai protagonisti L’ultima prestigiosa certificazione raggiunta in casa Dell’Aventino ribadisce e sicuramente rinsalderà lo spirito di gruppo che aleggia in Azienda. E allora, quale migliore occasione per portare alla ribalta alcune figure chiave, quotidianamente chiamate a riempire di contenuti quel Codex che il nostro Amministratore Nereo Dell’Aventino e la Dott.ssa Lea Pallaroni (segretario Assalzoo) hanno introdotto e spiegato nelle pagine precedenti di questa rivista. Il Codex Assalzoo interessa in particolare i processi aziendali, special- Maurizio Torosantucci, Michele Andreoli (Responsabile di produzione) e Nicola Zinni nella sala operativa del mangimificio Dell’Aventino. 17 Noi&Voi A domanda rispondiamo Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità? Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino Srl S. U., S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH). Esperti e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica. vegetali durante il pascolo che da altri alimenti contaminati con conseguente accumulo delle diossine nei grassi dei bovini da latte e da carne, dei polli, delle galline e dei suini che a loro volta diventano cibo per l’alimentazione umana (carne, latte e derivati, uova). A parità di esposizione, più lunga è la vita dell’animale, più alto è l’accumulo di diossina nel tessuto adiposo. L’alimentazione, quindi, è la principale fonte di ingresso di diossina nell’organismo umano. Nella popolazione europea l’introduzione con la dieta di queste sostanze, presenta un’ampia variabilità, a causa delle diverse abitudini alimentari e dei diversi tipi di approvvigionamento, di conseguenza maggiore sarà la variabilità della dieta e minore sarà il rischio di contaminazione da diossina. Il grasso animale può veicolare livelli significativi, ma decisamente più bassi di contaminazione da diossina, di quelli di farine e degli oli di pesce. Altre materie prime per mangimi come cereali, altri semi e derivati del latte, sono fonti meno importanti di diossina. Una corretta valutazione e gestione del rischio della contaminazione da diossina è perseguibile solo attraverso una visione globale della filiera, che coinvolga competenze trasversali di tipo agronomico, chimico, nutrizionale, zootecnico; sono necessarie, infatti, conoscenze appropriate sulle fonti generali e soprattutto puntuali di inquinamento per la gestione di piani di monitoraggio affidabili e quindi per una corretta gestione del rischio. Nel caso di allevamenti estensivi, ad esempio, possono essere utili informazioni circa la posizione del pascolo o dei campi da cui è stato ricavato il foraggio (es. fieno, mais) nei confronti di possibili sorgenti di emissione (attività industriali, vigneti o frutteti trattati con pesticidi), allo stesso modo, occorre accertarsi della provenienza dell’acqua di abbeveraggio; se invece viene somministrato foraggio che ha subito un processo di essiccazione non naturale, conviene risalire alle modalità di essiccazione, con particolare attenzione ai combustibili e alle eventuali fiamme libere utilizzate. Inoltre, non bisogna sottovalutare la modalità di somministrazione dei mangimi, soprattutto in condizioni di promiscuità con altre attività agricole (ad es. recipienti utilizzati per contenere pesticidi), che possono dare luogo a fenomeni di contaminazione crociata. In considerazione delle numerose domande ricevute, si ritiene utile in questa rubrica affrontare il tema dell’emergenza diossina in Germania. QUESTIONE DIOSSINE, VEDIAMOCI CHIARO Nelle scorse settimane si è alzato in Germania il livello di allerta a seguito di alcuni test che hanno rivelato tracce troppo alte di diossina in alcuni prodotti (carne suina, uova) provenienti da vari allevamenti tedeschi per effetto degli alimenti contaminati somministrati agli animali. Sotto accusa il mangime, quindi. Per fare chiarezza, avere un quadro chiaro della situazione e tranquillizzare i lettori invitandoli a preferire cibi italiani, vediamo da quali fonti l’animale (e di conseguenza l’uomo!) può introdurre nell’organismo diossina e perché le certificazioni ottenute da Dell’Aventino rappresentano una garanzia per i nostri clienti. Risponde il dott. Fabrizio Di Fonzo, Medico Veterinario Area Tecnica Dell’Aventino Le diossine sono composti tossici altamente cancerogeni. Mediamente il 90% dell’esposizione umana alla diossina, senza considerare situazioni di esposizione a impianti industriali, inceneritori ecc., avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea: il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina risalga la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all’uomo. Esse vengono prodotte dalla combustione di materiale organico in presenza di cloro, sia esso cloruro inorganico (ad es. il comune sale da cucina), che composti organici clorurati (ad es. la plastica). Possiamo ritrovarle in industrie chimiche, siderurgiche, metallurgiche, industrie del vetro e della ceramica, nel fumo di sigaretta, nelle combustioni di legno e carbone (potature e barbecue, camini e stufe), in quella accidentale o meno di rifiuti solidi urbani avviati in discarica o domestici, in quella di rifiuti speciali obbligatoriamente inceneribili (esempio rifiuti a rischio biologico, ospedalieri) in impianti inadatti, nei fumi delle cremazioni dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori. Tuttavia la maggioranza degli studi epidemiologici rileva una correlazione tra le patologie diossina-correlate e la presenza di inceneritori non a norma nelle aree soggette ad indagine. L’esposizione degli animali allevati deriva sia dall’ingestione di L’Azienda Dell’Aventino - da sempre attenta alla qualità e salubrità dei propri mangimi - già certificata ISO 9001 con n° IT 02/0009 e in pieno rispetto dei Regolamenti 178/2002 e 183/2005, ha anche ottenuto la certificazione CODEX ASSALZOO (vedasi articolo d’apertura a pag. 3) che prevede, tra le altre cose, il monitoraggio delle diossine e PCB diossina-simile nell’ambito del controllo e della verifica dei fornitori di materie prime, indispensabile per certificare la filiera degli alimenti di origine animale e fondamentale per garantire maggior sicurezza ai nostri clienti. 18 Area marketing Gianluca Ricciuti Laureato in Architettura è Responsabile della Comunicazione e del Marketing Operativo in Dell’Aventino. Studi, analisi, ricerche e consigli per puntare sempre più in alto. La Rivendita Agraria del futuro passa per AgriDell’ individuerà un percorso teso a supportare i rivenditori con adeguate informazioni sulle tematiche classiche della rivendita, per consentire loro - che al pari degli allevatori sostengono uno dei più importanti e trainanti settori dell’economia italiana - di essere professionali soprattutto nelle scelte idonee a massimizzare il profitto (assortimento oculato, inserimento di prodotti a più alta marginalità, studio delle rotazioni degli articoli, etc.). Fin dai primi numeri di Zoo-Zoom, su questa rubrica si è posta l’attenzione sul ruolo della Rivendita Agraria. Cambia il cliente, mutano i suoi atteggiamenti d’acquisto e, di conseguenza, anche il settore agrozootecnico risente dei nuovi stili di vita che incidono in generale su tutte le aree dello shopping. Da un punto di vista operativo, in collaborazione con la rete commerciale Dell’Aventino, verranno messe a disposizione dei rivenditori particolari competenze nel caso di realizzazione di nuovi punti vendita o di ristrutturazione degli esistenti, sia per l’individuazione dei migliori lay-out espositivi (disposizione arredi, flussi dei percorsi, tipologia di scaffali, visual merchandising, etc.), sia per i temi più specifici della comunicazione. FATTORE DI CRESCITA E’ stato altresì sottolineato (“Area Marketing” di ZooZoom n° 1, 5 e 7) che rispetto a temi classici del merchandising (es. aspetto del locale, armonia espositiva, giusto rapporto tra merci e apparati di comunicazione, Grazie a partnership aziendali etc.), molti rivenditori non sono consolidate, i clienti potranno pronti per il “salto di qualità” essere orientati nella scelta in un settore che impone di primarie aziende italiane certamente una riflessione, produttrici di arredamenti per specie nel frequente passaggio negozi; il supporto potrà essere generazionale delle attività. fornito dalla fase di richiesta Da queste note emerge la dei preventivi fino al montaggio necessità di un “rinnovamento” delle scaffalature. Verrà messa delle Rivendite Agrarie; Rivendita AgriDell’: lavori in corso. TORE DIdovrà CRESCITA a disposizione anche la imporsi un moderno consulenza per le varie attività atteggiamento dei titolari d’informazione, comunicazione e promozione in fase di anche nei confronti della “relazione con il cliente” e A lancio dei punti vendita. della “formazione” personale e dei collaboratori. TUTTO PER L’AGRICOLTURA di Paolo Calvario Queste sono solo alcune delle competenze messe in campo dall’Azienda Dell’Aventino per il progetto AgriDell’ TUTTO PER nell’ambito L’AGRICOLTURA che, sulla scia dell’esperienza maturata di Paolo Calvario di una passata Operazione Trade, pone l’attenzione in modo moderno anche nel canale delle Rivendite. Nei prossimi numeri di Zoo-Zoom verrà mostrata l’evoluzione del progetto AgriDell’: Dell’Aventino lancia un segnale importante agli operatori più intraprendenti FATTORE DI CRESCITA e aperti “al nuovo”, in un settore che mostra ancora ampi margini di crescita. L’Azienda Dell’Aventino, da sempre particolarmente attenta al settore delle rivendite, ha avviato un preciso studio su questo canale che mira, in particolare, ad ottenere la forte riconoscibilità dei maggiori punti vendita serviti. tale motivo e per contribuire FATTOREPer DI CRESCITA all’aggiornamento dei professionisti del settore, nasce AgriDell’, il brand cheEcaratterizzerà MODULARI PER VETRINE SCAFFALI i principali agristore che propongono i mangimi Dell’Aventino e la linea pet food a marchio Delly. AgriDell’ vuole essere un contenitore di valori che FATTORE DI CRESCITA Gianluca Ricciuti TENDA DA SOLE 19 La vera grande novità per lo svezzamento dei vitelli. COCCOLATELI! MANGIME GLASSAT O P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA e ingestione ✓Gradibilità grazie all’esclusiva glassatura ✓Svezzamento rapido ✓Vitelli sani e vivaci Dell’Aventino S.r.l. S. U. 66022 Fossacesia (CH) S.P. Pedemontana, 8 Tel. 0872.62.211 r.a. Fax 0872.62.00.05 [email protected] [email protected] www.dellaventino.it C/1076/2008