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P E R I O D I C O
D E L L A
Z O O T E C N I A
P R O D U T T I VA
NUMERO 11 • ANNO VI (n° 1) • FEBBRAIO 2011
Un altro
grande risultato
Dell’Aventino tra le prime
aziende mangimistiche italiane
certificate CODEX ASSALZOO,
marchio che fa la differenza
in affidabilità e sicurezza.
investimenti, sorvegliare i punti critici, modificare l’organizzazione, adeguare il “modus operandi” anche quotidianamente. In definitiva: occorre rinnovarsi per essere sempre al
passo con i tempi.
La Dell’Aventino ha le idee chiare su come muoversi e nelle pagine di questo numero annunciamo due grandi novità
frutto della nostra visione. Da un lato, il raggiungimento della certificazione Codex Assalzoo. Di fatto
abbiamo innalzato l’asticella della sicurezza alimentare dei
nostri prodotti e ci vantiamo di avere la 24a certificazione in
Italia (sul territorio nazionale si contano circa 800 impianti!).
Una certezza in più per tutti i nostri clienti!
Per tale aspetto, invito a leggere con attenzione l’articolo
che segue a firma della Dott.ssa Lea Pallaroni (Segretario
Generale di Assalzoo), che ringrazio pubblicamente per il
suo intervento.
La certificazione Codex è stata un’attività lunga e articolata
che ha visto protagonisti principali lo staff dell’Area Tecnica, coordinato dalla dott.ssa Clotilde Villeri, e il personale
dell’Area Produzione, coordinato da Michele Andreoli. Senza
dimenticare che sono state toccate anche altre aree aziendali e tutti hanno dato il loro significativo apporto per il
raggiungimento di questo prestigioso traguardo. A tutti il mio
sentito “grazie”.
L’altra grande novità riguarda l’istituzione della figura del Product Manager del settore Ruminanti;
una figura di raccordo tra l’Area Tecnica e l’Area Commerciale
che coordinerà i Tecnici presenti sul campo e assisterà la Rete
Vendita per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi.
Tale scelta è la conferma della nostra attenzione a questo
settore nel quale crediamo fortemente e che rappresenta una
colonna portante del nostro business. Per questa ragione abbiamo deciso di rafforzarla con la figura di un responsabile.
L’importante incarico è stato assegnato ad una risorsa interna, di grande esperienza, con la quale collaboro con successo da oltre 10 anni e verso la quale nutro totale fiducia:
il dott. Stefano Albanese. “Stefano: grazie per aver accettato
con entusiasmo. Ti aspetta una sfida ancora più grande di
quella condotta fino ad ora; il tuo talento e la tua voglia di
successo porteranno la nostra Azienda verso nuovi e grandi
successi”.
Buona lettura a tutti.
Detto
tra noi
Gentili Lettrici e Gentili Lettori,
il 2011 è iniziato tra enormi difficoltà per il nostro settore a
causa dell’inaspettato aumento del prezzo di tutte le principali commodities (iniziato, a dir il vero, nell’estate dello scorso anno e tutt’ora in corso). Tali quotazioni hanno “spostato
in avanti” il punto di equilibrio delle attività agro-zootecniche
e la sfida, oggi, per tutti gli attori della filiera (mangimisti, allevatori, trasformatori, etc.), è quella di raggiungere prima possibile una “nuova” stabilità economica. A mio parere, però,
il problema principale a cui dobbiamo far fronte è quello
strutturale relativo alla giusta ripartizione del valore della
filiera alimentare.
Tale valore oscilla drammaticamente da un estremo (gli agricoltori) all’altro della filiera (Grande Distribuzione Organizzata e commercio tradizionale).
Noi mangimisti, gli allevatori ed i trasformatori, siamo “nel
mezzo” e vediamo solo passare questo valore senza poterlo
afferrare. Per un futuro più tranquillo e una equa distribuzione del valore, all’interno delle filiere bisognerebbe fissare le regole del gioco o ancorare il prezzo di
cessione dei prodotti alimentari di base (latte,
carne, uova) ai costi sostenuti dai singoli operatori.
Un futuro che - per quanto mi riguarda - nonostante il momento contingente, nonostante le preoccupazioni e le incertezze legate alle cicliche emergenze alimentari e nonostante il problema diventato ormai cronico del credito, è senza
dubbio positivo.
Le mie certezze scaturiscono, principalmente, dalle seguenti
considerazioni:
1) il settore alimentare è indispensabile per l’essere umano.
Non ci sono prodotti sostitutivi che possano scalfire il piacere
ottenuto mangiando cibi buoni e sani;
2) il quadro legislativo del settore mangimi (a livello comunitario) sta diventando sempre più stringente e - per questo
- più chiaro. Per un operatore economico che fa della serietà
e della trasparenza il suo credo da sempre, è più facile operare in un contesto chiaro con regole uguali per tutti;
3) la legge appena varata che interessa tutta la filiera agroalimentare denominata “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, ha il vantaggio, tra
gli altri, di rendere consapevoli i consumatori. Sono sicurissimo che i prodotti “italiani” ne trarranno vantaggio, soprattutto a discapito delle imitazioni e dei prodotti d’importazione;
4) i cambiamenti demografici, di reddito e di status che il
“nuovo mondo” ci sta consegnando (ad es. Cina, India, Brasile, alcuni paesi del continente africano, etc.) favorirà tutti e
invoglierà a produrre di più e meglio. Per noi italiani e per le
aziende vocate all’export, si creeranno nuove opportunità di
crescita in mercati fino ad ora quasi inesplorati e nei quali il
“Food made in Italy” attecchirà velocemente.
Ovviamente, i continui cambiamenti di scenario e di riferimento costringono gli operatori del settore ad adeguare
velocemente la propria strategia e le proprie azioni.
Per non rimanere travolti dagli eventi che impattano pesantemente su ogni azienda, quindi, è importante effettuare
Nereo Dell’Aventino
Amministratore Unico - Dell’Aventino Srl s.u.
P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA
NUMERO 11
ANNO VI (n° 1)
FEBBRAIO 2011
Editore
Dell’Aventino S.r.l. - S. U.
66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8
Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05
www.dellaventino.it
[email protected]
[email protected]
2
Progetto grafico
Sinergia Advertising - Pescara
Stampa
Litografia Botolini - Rocca S. Giovanni (Ch)
Tiratura
8.000 copie
Primo piano
L’articolo di apertura
Dott.ssa Lea Pallaroni
Segretario Generale Assalzoo
Associazione Nazionale tra
i Produttori di Alimenti Zootecnici.
Orgogliosamente Codex Assalzoo
Il Codex Assalzoo rappresenta una
scommessa importante per la nostra
Associazione, sicuri che possa divenire
uno strumento fondamentale, non solo
per i nostri Associati, ma per tutta la
filiera a partire dagli allevatori sino
all’industria alimentare, nonché per le
autorità di controllo.
I recenti eventi europei (crisi diossina
in Germania) riaccendono i riflettori
sui mangimisti come anello debole
della filiera agroalimentare. Sebbene
agli addetti ai lavori lo scenario possa
sembrare un po’ diverso (ancora una volta una crisi
originata dai nostri fornitori), per il consumatore gli
occhi rimangono puntati sulla nostra categoria.
Troppo spesso siamo stati, e ahimè saremo, indicati
come i responsabili di scandali alimentari, in tutte
le occasioni ne abbiamo pagato le conseguenze. In
questo contesto il Codex Assalzoo può essere una
importante opportunità per rivalutare
la nostra immagine, accrescere la fiducia
dei consumatori nei mangimi industriali
e valorizzare il nostro settore facendo
sistema.
Il Codex è una certificazione di
sistema sviluppata appositamente
per il settore mangimistico; rispetto ad
una più generica ISO 22000 richiama i
severi paletti per la sicurezza alimentare
considerati in altre norme, ma ha il
pregio di essere un sistema ad hoc
perfettamente applicabile alla realtà mangimistica.
Lo Schema Assalzoo viene certificato da Enti di
Certificazione Internazionali che soddisfano i requisiti
di competenza nel settore mangimistico, tramite
valutatori che devono aver superato un esame inerente
non solo le modalità di audit ed i principi del Codex
Assalzoo, ma anche sulla legislazione mangimistica.
La passione spesa nel progetto Codex sta raccogliendo
buoni frutti: il primo risultato positivo è arrivato nella
seconda metà del 2007 quando il Codex Assalzoo
ha ricevuto il patrocinio del Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali e quello del Ministero
della Salute.
norme volontarie.
Grazie all’esperienza dei professionisti della aziende più
strutturate, sono stati messi in evidenza alcuni aspetti
fondamentali del nostro lavoro ponendo la giusta
attenzione alla valutazione dei fornitori (ricordiamo
che la maggior parte delle allerte sanitarie è legata alle
materie prime) e a difficili tematiche di tipo tecnico
con le quali ci si scontra quotidianamente.
Con l’adozione del Codex, l’Associazione intende
fornire una guida, un modus operandi, a tutte le aziende
del settore al fine di favorire un comportamento
univoco verso tematiche complesse come quelle
dell’igiene e della sicurezza alimentare.
Si tratta di uno strumento per differenziare l’azienda
che decide di certificarsi da quelle realtà, ancora
presenti nel panorama nazionale, che hanno sistemi
di produzione inadeguati. Un modo per mettere in
evidenza la propria professionalità e l’attenzione
rivolta alla sicurezza alimentare. Si tratta di una
garanzia per tutta la filiera e soprattutto per i nostri
clienti, gli allevatori, che sanno di poter contare su
fornitori competenti e attenti alle loro esigenze.
Uno strumento utile per le aziende già strutturate, ma
soprattutto per quelle medio-piccole che ne possono
trarre particolare vantaggio grazie ad un sistema di
condivisione di dati ed informazioni che il
sistema prevede.
Entrato in fase applicativa da soli 2 anni i numeri sono
promettenti: 24 siti produttivi certificati, un
numero che prende forza considerando che risulta
così certificato circa il 27% della produzione
industriale nazionale di mangimi.
Numeri importanti, non solo perché si tratta di un
progetto alle sue fasi iniziali, ma soprattutto perché,
in un contesto economico difficile come quello
attuale, la scelta di intraprendere il cammino della
Certificazione Codex Assalzoo è una scelta
coraggiosa. Coraggiosa perché la certificazione
comporta non solo un costo diretto, ma anche un
impegno a livello di direzione e tanto lavoro per tutto
lo staff; coraggiosa perché vuol
dire investire in un progetto
ancora in fase di rodaggio.
In sostanza, il Codex Assalzoo
nasce da un progetto lanciato
dall’Associazione nel 2006.
Il documento fonda le sue
basi sulla Guida europea
per i fabbricanti di
mangimi composti
(EFMC) - sviluppata dalla
nostra Federazione Europea
- FEFAC - ed approvata dal
Comitato Permanente della
Commissione Europea quale
manuale
comunitario
di
buone pratiche ai sensi del
Regolamento sull’igiene dei
mangimi (Reg. n. 183/2005).
Eppure vedere che aziende
attente ad un più ampio
concetto di produzione
responsabile,
abbiano
accolto
favorevolmente
la sfida Assalzoo, sprona
l’Associazione a continuare
ad investire risorse in un
progetto che, credo, sia di
vitale importanza per il nostro
settore mangimistico e per la
nostra stessa Associazione.
Assalzoo - sicura che il comparto
mangimistico possa giocare un ruolo
da protagonista nella garanzia della sicurezza e della
qualità dei prodotti alimentari italiani di origine
animale - è convinta che quella del Codex sia la
strada da seguire.
Il documento ha subìto una significativa rivisitazione
da parte di un gruppo di esperti del settore al fine di
ottenerne uno più concreto ed in linea con i princìpi
delle norme ISO e facilmente integrabile con le stesse.
Infatti il Codex non vuole essere un ostacolo per
chi già ha scelto una politica della qualità e quindi ha
già sviluppato manuali ISO, ma, così come strutturato,
permette una buona integrazione con i sistemi già
in atto e al contempo è un documento completo
per quelle aziende che decidono di adottarlo in via
esclusiva senza affiancarlo all’implementazione di altre
Con queste premesse colgo l’occasione per esprimere
le mie congratulazioni all’Azienda Dell’Aventino
per aver condiviso le strategie dell’Associazione
scegliendo il percorso Codex e per aver ottenuto
la certificazione, formalizzando così l’attenzione della
Direzione verso la sicurezza alimentare.
Lea Pallaroni
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La parola
al tecnico
Clotilde Villeri
Il punto di vista
dei professionisti
del settore su un tema
di interesse generale.
Laureata in Medicina Veterinaria
presso l’Università di Parma
è Direttore Area Tecnica
Dell’Aventino.
Management dell’allevamento da latte:
per ottenere buoni risultati
si parte da una buona rimonta
Età al primo parto
L’obiettivo di un buon programma di allevamento
per la rimonta è quello di produrre animali che al
momento del loro primo parto abbiano uno stato
corporeo buono ed il parto deve avvenire all’età di
22-24 mesi. Il costo di produzione di una manza fino
al parto rappresenta il 15-20% dell’insieme dei costi
di allevamento della vacca da latte. Per aumentare
la redditività dell’impresa zootecnica da latte è
necessario, quindi, ridurre anche i costi associati
all’allevamento della manza.
I costi di produzione, com’è noto, si riducono
accelerando la crescita dell’animale per anticipare l’età
al primo parto e per non avere animali estremamente
leggeri.
La crescita accelerata può condurre però ad una
riduzione di latte della futura lattifera.
E’ indispensabile, infatti, conciliare il veloce incremento
di peso della manza con il suo sviluppo armonico, per
evitare il rischio di una diminuita crescita mammaria e
compromettere così l’estrinsecazione del potenziale
genetico della bovina.
Sviluppo mammario
La produzione di latte dipende dalla capacità delle
ghiandole mammarie di produrre latte, dalla capacità
della vacca di approvvigionare le ghiandole mammarie
di elementi nutritivi e dalla capacità dell’allevatore di
selezionare e gestire la rimonta.
La capacità di produzione della ghiandola mammaria
dipende in maggior misura dalla quantità delle cellule
lattifere che si ritrovano nel tessuto parenchimatoso
della ghiandola stessa. Il numero delle cellule
lattifere varia in funzione del bagaglio genetico
dell’animale e dell’ambiente mammario al momento
dello sviluppo della ghiandola che si individua nel
periodo prepubere ovvero tra i 3 e i 10 mesi. In
questo periodo, infatti, il parenchima mammario si
sviluppa rapidamente formando una struttura a fiori
di broccoli immersa nel tessuto adiposo. Il numero
di cellule lattifere durante la lattazione dipende
dal numero di cellule parenchimatose presenti alla
pubertà.
5
Alimentazione
Un buon programma di allevamento è essenziale
affinché, al momento del primo parto, le manze siano
provviste di ghiandole mammarie ben sviluppate e
capaci di produrre la quantità di latte al livello del
potenziale genetico e abbiano un peso vivo e un BCS
(Body Condition Score) che permetta un’assunzione
alimentare elevata e quindi un approvvigionamento
adeguato di quantità di elementi nutritivi per la
ghiandola mammaria.
Il peso ideale per una bovina Frisona è di circa 570 Kg,
il BCS è compreso tra 3 e 3,5 e l’altezza ottimale al
garrese è tra 137 e 143 cm.
Le proteine
Le proteine sono estremamente importanti nella dieta
delle manze perché assicurano buoni accrescimenti.
Esse in età prepubere devono ricevere un buon
apporto proteico soprattutto da farina di soia, ma
anche un po’ di urea per massimizzare l’efficienza del
microbismo ruminale quando l’apporto energetico
proviene soprattutto da fonti fermentescibili. In ogni
caso l’assunzione di proteine deve corrispondere ad
una percentuale di calorie consumate. Se deve essere
aumentato l’apporto calorico della dieta dovrà essere
aumentato sistematicamente l’apporto proteico.
Il Team Tecnico Dell’Aventino suggerisce di fissare l’età
al primo parto attorno ai 22-24 mesi ma ciò richiede
estrema attenzione nella gestione dell’allevamento
della manza e della sua alimentazione.
L’energia
Le razioni ad alto tenore energetico con basso
contenuto proteico sono la causa di manze troppo
grasse, con ghiandole mammarie poco sviluppate e
conseguente minor produzione di latte.Tale fenomeno
è causato dalle interazioni ormonali che si verificano
durante il periodo critico pre-puberale. Le vecchie
linee guida per l’alimentazione della manza si basano
sull’incremento del peso ma non necessariamente
tengono conto di un corretto sviluppo mammario. Le
nuove raccomandazioni, invece, indicano di seguire il
rapporto proteina/energia per consentire lo sviluppo
ottimale della mammella.
e
n
e
b
a
t
o
N
Molti studi hanno dimostrato che la diminuita
produzione di latte conseguente ad un’età precoce al
parto è funzionale al peso. Una diminuzione di 100
Kg di peso vivo al parto si traduce in una più bassa
produzione di latte di circa 700 Kg durante la prima
produzione. Una crescita superiore a 5 cm durante
la prima lattazione potrebbe voler dire che si stanno
sottraendo sostanze nutritive dalla produzione di latte
a favore della crescita.
Per raggiungere i 570 Kg dopo il parto, la manza
dovrebbe pesare circa 630 Kg a fine gravidanza e
dovrebbe realizzare un incremento medio di 800 g al
giorno se si vuole che il parto avvenga a 24 mesi. Se
l’età al primo parto fosse fissata come obiettivo a 20
mesi, l’aumento del peso dovrebbe raggiungere 950
g al giorno con il rischio di ingrassare la ghiandola
mammaria nel periodo critico del suo sviluppo.
L’ingestione
L’assunzione alimentare di alimento da parte della
manza è funzione del contenuto di NDF (Fibra
Neutro-Detergente) della razione. Una dieta a base di
paglia può diminuire l’assunzione alimentare di circa
il 20% confrontando il dato con una dieta nella quale
sono presenti più cereali. La misurazione della reale
ingestione deve essere effettuata per ottenere una
formulazione precisa della dieta.
Il Team Tecnico Dell’Aventino pone sempre l’attenzione
su alcuni elementi importanti nell’analisi dell’apporto
energetico: la scelta della densità energetica della
razione e l’utilizzo della quantità di cerali che deve
essere stabilita in funzione delle caratteristiche del
foraggio disponibile.
E’ necessario però ricordare che la manza digerisce
molto bene i foraggi poichè il loro transito è lento:
l’incremento di peso (indice dell’apporto energetico)
potrebbe così risultare superiore a quello previsto e
pertanto la sottostimata densità energetica dei foraggi
potrebbe, quindi, essere la causa di un eccessivo
aumento di peso.
Monitoraggio della crescita
La crescita della manza è un ottimo indicatore per
definire il livello di attenzione che pone l’allevatore alla
gestione della rimonta. La maggior parte degli allevatori
è in grado di riferire dei livelli produttivi dell’azienda,
ma solo pochi conoscono l’accrescimento giornaliero
medio delle manze, il peso alla fecondazione, l’altezza
al garrese al parto. La crescita della manza deve essere
monitorata - cioè misurata - per molteplici motivi:
• per prevenire il ritardo della maturità sessuale
e del primo parto dovuto a ridotti tassi di crescita;
• p e r r i l e v a re g l i a n i m a l i s o v r a l i m e n t a t i o
sottoalimentati;
• p e r programmare il peso ideale al pa r to e
minimizzare i problemi ad esso inerenti.
Clotilde Villeri
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Buone
nuove
VACCA DA LAT TE
Programma
manze
Dell ’Aventino
BOVINO DA CARNE
Uno sguardo attento
alle ultime novità
firmate Dell’Aventino.
BUFALA
VACCA DA LAT TE
CALF EASY MEAL
E
MANGIAMTO
GLASS
BOVINO DA CARNE
cod 1667 (pellet+fioccati)
Mangime complementare
•Svezzamento rapido
•Gradibilità e ingestione grazie all’esclusiva glassatura
Proteina
grezza
19,5
Oli e
Cellulosa Ceneri
Grassi
grezza grezze
grezzi
3,5
5,5
5
BUFALA
Somministrare a volontà fin dai primi giorni di vita del vitello
e raggiungere la dose indicativa di 2 kg per poi passare al
mangime della fase successiva.
MANZE EASY 19
cod 1991 (sbriciolato+fioccati)
Mangime complementare
•Equilibrato apporto Energia-Proteina
•Elasticità d’uso
Proteina
grezza
19
Oli e
Cellulosa Ceneri
Grassi
grezza grezze
grezzi
2,5
13,5
7
Mangime complementare
•Equilibrato apporto proteico
•Elasticità d’uso
•Fonti proteiche differenziate
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Oli e
Cellulosa Ceneri
Grassi
grezza grezze
grezzi
2,5
11,5
7,5
Modalità
di vendita
Somministrare alla rimonta dai 3 ai 5 kg/capo/giorno con
fieni a volontà.
Tenere sempre a disposizione acqua fresca e pulita.
cod 1995 (sbriciolato+fioccati)
20 kg
VENA
CON AC
A
FIOC AT
Destinazione d’uso
MANZE EASY 23 U
Proteina
grezza
Modalità
di vendita
Destinazione d’uso
R / 25 kg
VENA
CON AC
A
FIOC AETA
E UR
Destinazione d’uso
Somministrare alla rimonta dai 2 ai 4 kg/capo/giorno con
insilato di mais e fieni.
Tenere sempre a disposizione acqua fresca e pulita.
Modalità
di vendita
R / 25 kg
È sempre preferibile, comunque, contattare il Team Tecnico Dell’Aventino per pianificare un buon programma alimentare di svezzamento.
7
L’esperienza
positiva
Azienda Agricola
Carmine Di Lione,
Caposele (AV)
e Colliano (SA)
Filiera corta e
intraprendenza,
le ricette per
la zootecnia del futuro
La sig.ra Anna Vuocolo, regina del Caseificio Di Lione
con sede a Colliano (SA).
L’anima gestionale del caseificio e della macelleria, però, è la
sig.ra Anna Vuocolo, moglie del sig. Carmine; quest’ultimo si
occupa in toto dell’azienda agricola e dell’allevamento del
bestiame.
Vitelli, agnelli e maiali rappresentano il “core business” della
macelleria mentre nel caseificio prendono forma fiordilatte
dal sapore unico, formaggi particolarissimi e “riuscitissimi
esperimenti” che denotano una grande fantasia oltre,
ovviamente, alla propensione all’innovazione nel solco della
tradizione.
Un assaggio di specialità inconsuete come il caciocavallo con
mela o quello con limone fa rimanere veramente “a bocca
aperta”: sapori delicati e “moderni”, freschi, distintivi che
rimangono in mente a lungo.Vere delizie.
L’attività di trasformazione (e di vendita) è nata un po’ per
passione, un po’ per gioco e un po’ per necessità: anni fa il latte
- nella zona - non veniva venduto con facilità e, se venduto, non
veniva pagato a prezzi equi.
Idem per i capi di bestiame: la difficoltà a vendere capi da
macellare ha fatto “scattare la molla” in famiglia per avviare
la trasformazione e la vendita diretta, non senza sacrifici. E’
palese la durezza del lavoro quotidiano come si evince da
alcuni racconti del sig. Carmine e della sig.ra Anna.
Di fatto, si può definire un passaggio fisiologico per chi, da
sempre, ha la passione dell’allevamento degli animali.
Nell’ottica della qualità, dallo scorso settembre è partita la
collaborazione con l’Azienda Dell’Aventino, in particolare
con l’ingresso in azienda del dott. Raffaele Caggiano (medico
veterinario che seguiva già da tempo l’allevamento) e del dott.
Cristiano Chiappa (tecnico alimentarista che cura l’aspetto
nutrizionale delle mandrie), entrambi coordinati dal capoarea
Dott. Nicolino Beatrice.
In precedenza veniva utilizzata una miscela di materie prime
aziendali; oggi il Team Tecnico Dell’Aventino ha realizzato un
mangime “ad hoc” (pellet + fioccati) per le vacche da latte
che integra l’utilizzo dei foraggi aziendali e favorisce un
ottimale management della struttura.
In particolare, Dell’Aventino fornisce un mangime
a base di soia e pisello fioccati che permette di
aumentare il contenuto di CLA (acido linoleico
coniugato) il quale - secondo moltissimi studi
- consentirebbe di ottenere produzioni che
favoriscono il rafforzamento delle difese
immunitarie.
Grazie al Team Tecnico Dell’Aventino le
produzioni aziendali (latte, carne) vengono
costantemente monitorate con analisi
specifiche di tipo quali-quantitativo.
Si percepisce immediatamente che il sig. Carmine Di Lione
ha carattere e intraprendenza da vendere; chiede subito che
su quest’articolo di Zoo-Zoom vengano messe in evidenza
le preoccupazioni per il futuro di un’attività agro-zootecnica.
Man mano che la conversazione prende corpo, però, emerge
una passione sconfinata, una volontà di fare le cose per bene,
addirittura si parla di una possibile espansione della sua azienda,
soprattutto dopo l’assaggio da parte di chi scrive di alcune
produzioni caratteristiche (formaggio fresco vaccino,caciocavallo,
nodini di mozzarella, etc.) delle quali va particolarmente fiero.
Carmine Di Lione è senza dubbio un imprenditore illuminato,
avendo egli adottato il noto concetto di filiera corta:
utilizzo di materie prime prodotte nell’azienda agraria ubicata
a Caposele, allevamento dei capi, trasformazione di carne e
latte e relativa vendita nel caseificio e macelleria aziendali di
Colliano oltre che in mercati, fiere e manifestazioni gourmet.
L’Azienda agraria è nata nel 1995 mentre il caseificio è attivo
da 7 anni: a quest’ultimo si è aggiunta l’attività di macelleria
negli ultimi 3 anni, a dimostrazione di una dirompente vitalità.
Carmine Di Lione
nella sua azienda a Caposele (AV).
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Questo territorio è caratterizzato dall’allevamento di vacche
da latte e bovini da ingrasso e in estate gli animali vengono
portati per lunghi periodi anche al pascolo, come accade
per l’allevamento oggetto di questo servizio; la qualità delle
produzioni, di conseguenza, viene ulteriormente esaltata.
Il sig. Carmine Di Lione ed un suo collaboratore tra il dott. N.
Beatrice (area manager Dell’Aventino), il dott. Cristiano Chiappa e
il dott. Raffaele Caggiano (rispettivamente Tecnico Alimentarista e
Veterinario/Collaboratore commerciale Dell’Aventino).
Questa è un’esperienza da rimarcare, perché ha consentito
alla redazione di Zoo-Zoom di conoscere ed apprezzare
un’azienda con a capo un imprenditore acuto e lungimirante…
ed è proprio quello che occorre in un settore caratterizzato
da tante problematiche ma che può - e deve! - dare di più.
Sul piano numerico, l’azienda ha una dimensione di circa 50
ettari, le vacche in lattazione (di razza Frisona e Jersey) sono
circa 50, una trentina le manze e le manzette. L’allevamento si
compone inoltre di una settantina di vitelloni all’ingrasso.
Anche il futuro si va delineando: all’orizzonte c’è una nuova
stalla, ci sono buoni propositi per l’ampliamento del caseificio
e l’incremento della sua capacità produttiva visti i risultati
lusinghieri ottenuti.
Per Carmine i trascorsi da imprenditore edile sono ormai un
lontano ricordo; l’attività zootecnica avviata con pochi capi
per una vendita di non più di un quintale e mezzo di latte
aveva già offerto molte soddisfazioni. Oggi i margini si sono
notevolmente contratti ma - credendo sempre nel settore e
con la giusta spinta innovativa - il lavoro è andato crescendo
giorno dopo giorno.
La sig.ra Anna Vuocolo con una delle sue fantastiche creazioni.
Certo, la tenacia della sig.ra Anna è determinante; come già
detto, a lei si devono le aperture del caseificio e della macelleria
che hanno dato nuovo impulso all’attività.
Ed è sempre lei a partecipare a moltissime manifestazioni
gastronomiche in tutta la Campania.
Del resto chicche come il caciocavallo con limone
particolarmente apprezzato d’estate, stimolano la curiosità e
movimentano un settore molto caratterizzato dalla tradizione.
Con questi “tocchi di colore e sapore” anche nei mercati
dei paesi delle province di Salerno e di Avellino, la mattina si
respira aria di festa.
In questo processo di filiera, quindi, il “valore aggiunto” offerto
dal Team Tecnico Dell’Aventino si concretizza quotidianamente
nella resa del latte, al fine di garantire elevate caratteristiche
qualitative (più che quantitative) dei prodotti finiti.
L’assaggiatore conferma.
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di questo prodotto, oggi
ormai quasi fuori dalle
politiche commerciali dei
distributori. Gradualmente
ma con passo sicuro, mio
padre si è dedicato alla
commercializzazione
di
crusca, farinaccio e mangime,
fino all’apertura di un punto
vendita che ha dato l’avvio
al rapporto con l’Azienda
Dell’Aventino, a partire dal
1975”.
Balza subito agli occhi un
diploma di fedeltà consegnato
al sig. Francesco dall’Azienda
Dell’Aventino in occasione
del venticinquennale della
fondazione del mangimificio…
ma questa ormai è storia
nonostante il sig. Francesco goda
di ottima salute ed è in gran forma.
Sotto
i riflettori
Allevatori, rivenditori
e personaggi di successo
alla ribalta.
Con la qualità
non si scherza
A Putignano la tradizione
della zootecnia di qualità
viaggia di pari passo
con quella del carnevale.
L’attività di Vito invece è abbastanza diversa, come ci
spiega lui stesso:
“Formalizzata nel 2002, per molti aspetti frenetica, l’attività
di grossista che curo direttamente nel grande deposito di
Protagonista di questo numero è la Netti Com. Agrisud
località Femminamorta a Putignano viene abbinata a quella
di Vito Netti, giovane imprenditore che è al servizio degli
tipica della vendita al dettaglio. Un moderno negozio, infatti, è
allevatori ed ha ereditato dal papà Francesco, ora in
stato aperto negli ultimi anni proprio nel centro di Putignano
pensione, la passione per questo mestiere.
e a gestirlo è mia moglie Franca”.
Vito racconta con piacere i primi passi mossi nel settore:
L’organigramma aziendale si compone anche di due
“L’attività commerciale a Putignano è stata fondata da
dipendenti addetti al carico/scarico e dalla sig.ra Lorenza
mio padre nel 1969, inizialmente come grossista di latte in
Netti, anima contabile ed amministrativa della Netti
polvere con l’ausilio di un furgoncino per la tentata vendita.
Com. Agrisud.
Poi è passato pian piano a commercializzare interi autotreni
A partire dal 2002, Vito rispetto al papà ha sviluppato
e curato molto di più
l’attività “al dettaglio”, oggi
importante e probabilmente
con
ampi
margini
di
sviluppo
considerando
la condizione attuale del
settore zootecnico, specie
nel comparto delle vacche da
latte.
Continua spiegandoci: “Quella
di Putignano e Noci è un’area
con vocazione per l’allevamento
delle vacche da latte e dei bovini
da carne; la zona ha un’elevata
densità di popolazione e una
particolarità: nel periodo estivo
una buona percentuale dei
putignanesi si trasferisce dal
centro in campagna per la
villeggiatura e per il riposo. E’
anche per tale motivo che si
è sviluppata una zootecnia
di tipo rurale, tesa ancor
oggi a valorizzare produzioni
alimentari curate direttamente
in famiglia (pollo, tacchino,
coniglio e gallina)”.
I sigg.ri Vito e Francesco Netti tra Nicola Defilippis e il Dott. Stefano Albanese (rispettivamente agente di zona ed Mentre si discute all’interno
area manager Dell’Aventino) nel magazzino di Putignano in località Femminamorta.
della rivendita cittadina di
10
suggerimento alla sua clientela ed a tutti gli allevatori della
zona: “L’importante - in questa particolare fase - è avere un
numero dei capi ben proporzionato alle effettive dimensioni
aziendali, senza trascurare un efficace management
dell’allevamento, in particolare della vacca da latte, in modo da
avere garantita una giusta conduzione dell’attività ed evitare
così l’esposizione al credito e alle incertezze del settore”.
La Netti Com. Agrisud è seguita da Nicola Defilippis,
giovane ma esperto agente di zona Dell’Aventino sotto
la supervisione dello “storico” dott. Albanese (area
Putignano,Vito di colpo si allontana per parlare con alcune
signore: è stato piacevole assistere ad una rapida “messa a
punto” di un carro allegorico e ad una disquisizione sulle
divise storiche dei partecipanti al prossimo carnevale.
Eh si! Il carnevale di Putignano! Per chi non ne fosse al
corrente, siamo in una delle località di elezione per i
festeggiamenti del carnevale, famoso anche oltreconfine
e sicuramente il più popolare del sud Italia.
In questo spensierato contesto, però,Vito si lascia andare
a qualche dolente riflessione: “È arduo pianificare un’attività
come la mia in questo settore, gratificante ma pieno di insidie;
certamente gli scenari sono molto diversi dall’epoca in cui
operava a pieno regime mio padre”.
Uno scatto con la sig.ra Franca, davanti al lineare Delly all’interno del
punto vendita di Putignano.
manager). Essa serve circa 70 allevatori del settore
ruminanti, oltre alla fascia dei clienti che si occupano
dell’allevamento rurale; egregi sono anche i risultati
conseguiti grazie alla vendita della nuova linea pet food
Dell’Aventino a marchio Delly.
Vito si sofferma ancora sulle attuali dinamiche di settore
in questa zona: “L’altra particolarità con la quale dobbiamo
convivere in quest’area è la presenza di operatori mangimistici
non proprio ortodossi, a volta improvvisati, che puntano tutto
sulla leva prezzo e turbano l’attività di chi lavora onestamente
a garanzia di salubrità e qualità generale”.
La famiglia Netti lavora da sempre con serietà e
professionalità e in quest’ottica la partnership con
Dell’Aventino è una solida certezza. Tra le altre cose,
Vito manifesta il piacere di lavorare con un’azienda che
ha ottenuto da poco la Certificazione Codex Assalzoo:
un’ulteriore prova di serietà e di volontà di servire il
settore con molto senso di responsabilità.
Per concludere, è importante rilevare che in quest’area
non mancano incoraggianti segnali, a dimostrazione di
un territorio fortemente vocato all’allevamento da latte:
infatti dal 10 al 13 marzo 2011 presso il quartiere
fieristico di Noci, al fianco della tradizionale
Mostra Interregionale del Centro-Sud della
razza Frisona è stata organizzata la 43a Mostra
Nazionale del Libro Genealogico della razza
Bruna, che per la prima volta si svolgerà in territorio
pugliese e lontana dalla tradizionale sede di Verona.
Quest’ultima manifestazione ricorderà le tradizionali
Fiere dei torelli di razza Bruna che si svolgevano a
Putignano e che oggi sono affidate solo ai ricordi. Da
questo articolo emergono importanti testimonianze di
come la terra di Puglia punti sulla zootecnia di alto livello
per continuare nello sviluppo complessivo che da anni ha
avviato in moltissimi settori.
La pluriennale esperienza e il legame affettivo alla sua
zona, sembrano quasi imporre a Vito di snocciolare alcuni
preziosi suggerimenti e agli allevatori locali dice: “Unitevi
in consorzi, fate in modo da stabilire il prezzo del latte per
non rimanere in balia delle pressanti politiche commerciali dei
trasformatori!”, esclama con un pizzico di rammarico.
Poi continua alzando il tiro citando alcune esperienze del
nord Italia: “In Piemonte, ad esempio, ci sono interessanti
esperimenti per rendere il prezzo del latte indicizzato e fissato
a seconda di parametri regionali ben precisi”. Spiega come
sia interessante una politica adottata da una Cooperativa
che fornisce anche la rinomata azienda Ferrero, quella
del cioccolato: “In accordo con Coldiretti Piemonte, è stato
attuato un sistema di calcolo al quale tutti gli allevatori possono
accedere. Su Internet è possibile calcolare il prezzo del latte
alla stalla, inserendo alcuni parametri. In pochi secondi si è
in grado di conoscere il prezzo indicizzato del proprio latte.
Contestualmente l’allevatore potrà prendere visione, oltre che
del prezzo del latte, anche delle condizioni di pagamento che
sono sostanzialmente tre: al prezzo calcolato va aggiunta l’Iva
al 10%, il prezzo è al netto delle spese di trasporto ed il
pagamento è effettuato a 30 giorni dall’ultima consegna. Il
tutto nell’ottica di una grande trasparenza. Se ciò non fosse
accettato allora è probabile che l’industria di trasformazione
voglia tenere i produttori di latte a livelli medievali, ove il ruolo
degli allevatori è quello di lavorare con il giogo dei padroni
sulle spalle. Per un comparto che vuole veramente crescere,
il prezzo indicizzato costituirebbe il vero elemento di novità
nel panorama economico per assicurare agli allevatori pari
dignità degli altri componenti della filiera. Tale approccio
potrebbe garantire anche dalle nostre parti i giusti margini in
ogni fase e togliere il monopolio dei pochi, grossi caseifici della
zona” conclude Vito.
Egli, dalle pagine di Zoo-Zoom vuole rivolgere un altro
11
Diretta
Mente
Antonello Ceccarani
Direttore
Marketing e Vendite
Dell’Aventino.
Riflessioni e
approfondimenti
a firma del Direttore.
Si fa largo una nuova ‘razza’ di allevatori
I numeri sono oggettivamente sconfortanti: non c’è settore
della zootecnia che non si confronti con i ricavi unitari di
almeno venti anni fa (era della Lira svalutabile) e con i costi
di oggi (era dell’€uro forte).
Immaginate un allevatore che trovi tre amici al bar e decida
di offrire un aperitivo: spenderà minimo 12 €uro. Se pagasse in natura con le sue produzioni dovrebbe dare al barista
mezza cassa di uova (180 pezzi), oppure 9 Kg di carne
suina o 5 Kg di carne bovina oppure circa 33 litri di latte;
ma potrebbe pagare anche con 4 polli pronti per lo spiedo!
Sembra una barzelletta (che farebbe ridere solo il barista!)
ma è l’amara verità sul valore “a monte” della produzione
delle nostra stalle.
Ciononostante, in questo contesto è ammirevole vedere che
c’è chi non si arrende: tanti imprenditori continuano a investire in genetica, in strutture e tecnologia per una più economica e manageriale gestione delle stalle; altri investono
in formazione del proprio personale, in progetti di filiera
che possano garantire maggior valore aggiunto alle proprie
produzioni.
A tali figure va il plauso ed il sostegno anche nostro, inteso
come azienda mangimistica, perché rappresentano anche
lo stimolo ad andare avanti con professionalità, cercando
anche di innovare con intelligenza.
Tappe e metodi imprescindibili per cambiare marcia ma
che sarebbero certamente meglio perseguibili in un contesto
meno ansioso e con tempi di recupero più praticabili.
Gli allevatori sardi, ad esempio (strozzati dal latte ovino a
60 cent/litro), hanno provato a “farsi vivi” in modo deciso,
ma sono rimasti subito soli ed hanno ottenuto solamente
labili promesse.
E’ tempo di un progetto più ampio che riguardi l’intera nostra zootecnia, che faccia leva sulle nostre eccellenze, sui
“distretti alimentari”, sulle nostre capacità di trasferire nel
mondo la nostra cultura culinaria, sulla capacità della nostra politica di mediare tra tutela dell’ambiente e presenza
dell’allevamento industriale, senza trascurare i fondi per la
formazione professionale, facili da ottenere per l’industria
ma difficilissimi da raggiungere per le nostre imprese zootecniche. Al lavoro dunque.
Antonello Ceccarani
Oscillazioni dei prezzi delle materie prime e ricavi ridotti all’osso non frenano gli imprenditori
più lungimiranti.
Abbiamo appena celebrato al recentissimo meeting della
forza vendita un più che soddisfacente risultato 2010. Nonostante il clima positivo e gioioso della festa non poteva
passare inosservato il tema della complessa situazione dei
nostri mercati di riferimento. Dal 2000 in avanti ci siamo
“assuefatti” alle fibrillazioni dei prezzi delle materie prime,
in parte strattonati da fattori climatici e in parte da manovre speculative non sempre del tutto ortodosse.
28 gennaio 2011, riunione annuale della rete commerciale nella suggestiva
cornice del Castello di Septe a Mozzagrogna (Ch).
Raramente abbiamo però toccato distanze così evidenti tra
costi dell’alimentazione ed effettivi realizzi da parte degli
allevatori sulle loro produzioni. Non c’è settore zootecnico
che non sia schiacciato da una crisi così violenta, la quale
mette in discussione la stessa sopravvivenza delle aziende,
soprattutto di quelle con caratteristiche semi-industriali che
rappresentano ancora una fetta importante della nostra
zootecnia. L’impossibilità da anni di “fare bilancio” ha impedito ai nostri allevatori il rinnovamento delle strutture e il
miglioramento tecnologico della loro gestione accrescendo
il “gap” rispetto agli operatori zootecnici europei. Lo stesso
equilibrio finanziario è fortemente compromesso, tenuto in
piedi più dalla “generosità” dei fornitori che dal ruolo istituzionale degli istituti di credito. Difficile immaginare che una
situazione così precaria possa durare ancora a lungo.
4 aperitivi
=
9 kg
di carne suina
180 uova
12
5 kg
33 lt
di carne bovina di latte
4 polli pronti
per lo spiedo
Buone
nuove
in affiancamento agli agenti di zona e sempre in
armonia con i nostri principali clienti. Certamente la
cosa continuerà.
Sia nel settore degli allevamenti che in quello delle
rivendite, mi occuperò, in stretta collaborazione con
la Direzione Commerciale e l’Area Tecnica, delle
politiche di marketing dei prodotti di competenza,
di una più accurata analisi di mercato, per meglio
identificare le potenzialità di vendita per area
geografica. Il nuovo ruolo è per me molto stimolante
anche per la collaborazione costante che avrò con la
Dott.ssa Clotilde Villeri, Direttore dell’Area Tecnica, con
la quale lavoro già in sintonia sia per la definizione
dei nuovi prodotti che per il perfezionamento di quelli
esistenti. Mi muoverò cercando di assicurare alla Rete
Vendita e ai Tecnici Alimentaristi tutto il supporto a
loro necessario.
Uno sguardo attento
alle ultime novità
firmate Dell’Aventino.
Dalla Puglia
al resto d’Italia
Il Dott. Stefano Albanese,
Medico Veterinario,
nuovo Product Manager Dell’Aventino
per l’importante settore Ruminanti
Mi dedicherò molto allo sviluppo di strategie di
medio-lungo termine nel settore di mia competenza,
ponendo attenzione ai cambiamenti di mercato e degli
scenari in generale. Anche la funzione attribuitami di
trait-d’union tra Azienda e Università, Associazioni
di categoria, Istituzioni, ARA, APA, mi stimola e mi
riempie d’orgoglio. Cercherò di gestire al meglio anche
le relazioni di filiera con i Caseifici, Centrali del latte,
etc. Attività, quest’ultima che svolgo con piacere nella
mia attuale area d’intervento (Puglia, Basilicata e
Calabria) e che cercherò di estendere al più presto
anche nelle altre regioni presidiate dall’Azienda.
Certo, il settore zootecnico è sempre nell’occhio del
ciclone; occorre sempre essere aggiornatissimi sulla
legislazione (in particolare nel mio settore) ma vorrei
prestare molta attenzione anche a tutto il mondo
legato alle produzioni tipiche e quelle certificate
(DOP, IGP, PAT, etc.). Da sempre, infatti, l’Azienda
Dell’Aventino punta al “prodotto finito” e non si ferma
alla mera realizzazione del mangime che esce dallo
stabilimento.
Da poco sono stato insignito di questo nuovo titolo,
Product Manager settore Ruminanti, direttamente dal
Dott. Nereo Dell’Aventino e dal Direttore Commerciale
Antonello Ceccarani; la notizia è stata comunicata
ufficialmente in occasione del recente meeting
annuale con la rete commerciale. Una nuova sfida,
quindi, si affaccia per me all’orizzonte ma le insidie mi
affascinano e un po’ mi appartengono (altrimenti avrei
deciso di fare un altro mestiere!). Lavorare oggi nella
zootecnia non è cosa da poco ma chi mi conosce sa
che è la passione che muove ogni mia scelta.
Nell’ambito di questo mio nuovo ruolo vorrei dedicare
tempo ed attenzione anche alla formazione degli
uomini “in campo” che avrò il piacere di coordinare:
mi pongo l’obiettivo ambizioso di formare dei veri
Specialisti di Linea.
Per questo attestato di stima e fiducia, i miei più
sinceri ringraziamenti vanno al “patron” Dott. Nereo
Dell’Aventino, soprattutto perché ha voluto scegliere
all’interno dell’Azienda una figura così importante
prima di guardare all’esterno, oltre che ad Antonello
Ceccarani - Direttore Commerciale - il quale ha
creduto nelle mie potenzialità affidandomi un compito
tanto impegnativo quanto gratificante.
Con entusiasmo accetto questo nuovo incarico
affidatomi dall’Azienda Dell’Aventino, con la quale da
oltre un decennio ho avviato una collaborazione che ha
consentito di raggiungere risultati lusinghieri, non ultimo
quello di portare la Puglia ad essere la più importante
regione per volumi di vendita e fatturato. Parteciperò
come sempre alle politiche aziendali, alle nuove
strategie che puntano sempre più sul comparto dei
ruminanti. I lettori di Zoo-Zoom sono abituati a vedermi
Stefano Albanese
13
In linea
con il
mercato
Rubrica dedicata al mercato
delle materie prime, con un
breve accenno alla situazione dei prezzi dei principali
prodotti della trasformazione
zootecnica.
Dott. Andrea Garzilli
Dipartimento Acquisti,
Produzione e Logistica
Dell’Aventino.
Con Silvio Pellati, tra i massimi esperti in Italia
di trading internazionale delle commodities e
mio collega di lavoro negli anni Ottanta, ci siamo
soffermati sulla particolare fase che il mercato sta
attraversando in questi ultimi anni.
territorio della Cina e la dislocazione della
sua enorme popolazione?
La popolazione è determinante per i consumi. La Cina,
nonostante la rigida politica di controllo delle nascite, oggi
conta un miliardo e 348 milioni di persone, due volte e mezzo
gli abitanti dell’Europa e un miliardo d’individui in più degli
Stati Uniti d’America e rappresenta il 20% della popolazione
mondiale. La Cina evoca città come Pechino (13 milioni di
abitanti), Shanghai (18) ed Hong Kong (7) ma sono ben
117 le città con più di 1 milione di abitanti! Guanzhou (la
vecchia Canton) ne ha 24 milioni, Chongqing intesa come
agglomerato di paesi vicini ne ha 30!
Il “colosso cinese”
scatena il terremoto
Qual è lo stato dell’agricoltura in Cina?
La produzione agricola è concentrata nella parte est del
Paese e l’area coltivabile rappresenta il 50% della nazione.
E’ attraversata da 2 grandi fiumi, il Fiume Giallo e il Fiume
Azzurro, che sono fonte di irrigazione ma anche di catastrofiche
inondazioni. Per il grano e il corn la Cina è autosufficiente, per
la soia è fortemente insufficiente poiché la superficie agricola,
inestendibile, è limitata da altopiani e deserti ad ovest. Per far
fronte alle crescenti necessità della popolazione, non ci sono
molte possibilità: o aumenteranno le importazioni o le rese
per ettaro. La forza lavoro impiegata in agricoltura è ancora
rilevantissima rispetto agli USA e all’EU (62% contro 1,65%
in USA e 4,79% in EU), il contributo dell’agricoltura al PIL
quindi è ancora molto alto, cioè il 12,80%, rispetto allo 0,90%
in USA e all’1,2% in EU Per contro, con meno di un ettaro
come misura media della proprietà agricola, con la scarsità
di attrezzature e di conoscenze tecniche delle coltivazioni
la strada per accrescere le rese è lunga. Il riso è la coltura
più diffusa, il Paese è il primo produttore al mondo con 130
milioni di tonnellate, segue l’India con 87 e l’Indonesia con 37.
Nelle province dello Shandong e dell’Henang si concentrano
il 14% della produzione di suini, il 28 di polli e il 27 di uova,
nel Guandong si condensano il 9,5% della produzione di polli
e il 5,5% di quella di suini.
Dott. Silvio Pellati
Già dirigente di multinazionali
del settore cerealicolo e soia,
oggi è consulente informativo
di mercato per i più importanti
operatori italiani.
Silvio, quando nel nostro mestiere si è
cominciato a parlare della Cina?
A mia memoria, nel 2003, quando, in occasione di un
importante convegno di Agrinews fu detto che la Cina con
i suoi massicci acquisti avrebbe “scatenato il toro”. Questo
Paese nel 1999, importava 4 milioni di tonnellate di semi di
soia, a fine 2003 erano diventati 21 milioni, fino ai 38 milioni
del 2008: dal 2003 al 2008 un incremento dell’80% !
Numeri da capogiro. L’USDA, il Dipartimento
dell’Agricoltura Americano, aveva previsto la
sconvolgente influenza della Cina sui nostri
mercati?
Purtroppo no. L’USDA, ogni mese, dal Dicembre 2009
al Novembre 2010, correggeva al rialzo le stime sulle
importazioni di soia della Cina. Alla fine le correzioni sono
risultate del 22,5% per la campagna 2009/2010 e del
16,5% per la 2010/2011, a dimostrazione della difficoltà
a valutare cosa stia avvenendo in Cina e ciò contribuisce a
provocare veri e propri terremoti dei prezzi.
Parliamo allora delle produzioni e delle
importazioni.
Quella del grano è da anni intorno al 100/110 milioni di
tonnellate, quella del mais sui 160 milioni, quella della soia
ammonta a soli 15, veramente troppo scarsa e si capisce
perché proprio sui prezzi della soia sia scoppiato un vero
terremoto nel mondo considerando che la Cina “assorbe”
il 60% dell’importazione mondiale. L’aumento vistoso delle
importazioni di soia influirà anche sul consumo di mais, il
fenomeno dell’importazione è dietro l’angolo tanto che già
dallo scorso anno è scattato “l’allarme prezzi” sul corn.
Cosa succedeva in quegli anni sui mercati?
Nel primo semestre 2004 i prezzi a Chicago aumentavano
del 35% rispetto al secondo semestre 2003. Successivamente,
nel primo semestre 2008 i prezzi salivano del 40% rispetto
a quelli del secondo semestre 2007. E questi strabilianti
aumenti si registravano anche in Italia come si evince dai
prezzi del tempo relativi a seme di soia e della farina di soia
alla borsa di Bologna.
Come sono distribuiti gli oleifici sul
territorio cinese?
Primeggia la provincia del Guandong (come dire la Lombardia
Cosa possiamo dire riguardo la geografia del
14
per l’Italia!) con 33.800 tonnellate metriche al giorno, su una
capacità totale giornaliera di spremitura di circa 200mila
tonnellate: tanto per dare un’idea, la capacità giornaliera
dell’Italia è di 7/8000 tonnellate. I vari oleifici sono riconducibili
alle solite multinazionali (Cargill, Bunge, Dreyfus, Noble)
e poi due grandi proprietà dello Stato che sono COFCO
e JIUSAN. Wilmar, invece, è di un privato (fatturato, di 30
miliardi di dollari nel 2006, come Carrefour per capirsi) che
è il più grande operatore del mondo di olio di palma. Anche
la produzione mangimistica è in continua crescita, dal 2005
al 2009 si riscontra una crescita del 6%, un ritmo verosimile
anche nei prossimi anni.
Tutta questa gente, che lavora da pazzi e
migliora il proprio tenore di vita a ritmi
travolgenti, come e cosa mangia?
Il consumo individuale annuo di cereali nel 1978 era di 150
Kg, oggi è di 75, di latte era di 2 litri oggi è di 18, di carne era di
32 Kg contro i 50 di oggi.Teniamo sempre in considerazione
che il loro cibo base è il riso per circa 85 Kg pro-capite l’anno
(10 anni fa erano 97), in Italia se ne consumano circa 5 Kg
pro-capite l’anno! I cinesi mangiano parecchia carne suina,
circa 37 Kg pro-capite annui, avvicinandosi al livello europeo
che è di quasi 42 Kg; hanno uno scarso consumo di latte
e derivati (pochissimi formaggi), non hanno feeling con la
carne bovina, circa 4 Kg contro gli eccessivi 39 degli Usa,
e assumono poco pollame, 9 Kg l’anno contro i 50 e degli
States e i 25 Kg dell’Europa.
Si sente parlare di importantissimi consumi
di oli vegetali: com’è la situazione?
La Cina importa 2-2,5 milioni tonnellate di olio di soia, 6 di
olio di palma e 700.000 di olio di colza, più o meno il 20% del
mercato mondiale di oli vegetali. Sui semi di colza influenza
fortemente il commercio internazionale, le importazioni del
mondo sono di circa dieci milioni di tonnellate metriche e due
sono della Cina.
Quali sono le previsioni del mercato?
I dati dall’USDA sono sempre di fondamentale importanza;
in un rilevante studio del febbraio 2010 sulle proiezioni
dei fabbisogni mondiali per i prossimi 10 anni, ha previsto
per la Cina importazioni di semi di soia assestate intorno
a 61 milioni entro il 2020 a fronte di un incremento della
produzione mondiale di 26,3 milioni in 10 anni, oltre a
maggior importazioni di mais di 4,10 milioni a fronte di
un’accresciuta produzione mondiale a circa 24,8 milioni.
Se si pensa che già nel 2010/2011 la Cina importa 57
milioni di tonnellate di soia, queste cifre lasciano perplessi.
Si prevede che le maggiori produzioni di mais nel mondo
vengano soprattutto dagli USA in ragione di un incremento
delle rese dovute all’utilizzo di semi geneticamente modificati;
per la soia dovrebbero sopperire stati sudamericani come
Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia.
Scarso incremento, invece, si prevede per le produzioni cinesi
a causa dell’arretratezza e della struttura della proprietà
agricola. A leggere stime e cifre, non c’è speranza che il
mercato di soia e e corn si calmi, se non per tre accadimenti:
- continue e molto favorevoli condizioni meteorologiche sui
raccolti del mondo;
- sostanziali cambiamenti nelle rese per ettaro;
- decisioni politiche in Cina molto radicali che portino a una
netta frenata dei consumi.
Ringrazio Silvio Pellati per la disponibilità e traggo
qualche mia personale conclusione.
Come si evince dall’articolo, l’evoluzione nei
comportamenti e nelle abitudini alimentari della
popolazione cinese ha portato a un sostanziale
squilibrio tra la domanda alimentare e l’offerta. Da
un lato, quindi, abbiamo una domanda certamente
in crescita, dall’altro l’incertezza di una produzione
che potrebbe essere inadeguata a causa dell’elevata
variabilità del clima che condiziona i raccolti e
rende sempre più “volatili” i mercati.
Andrea Garzilli
FEBBRAIO 2011
• AGROSUD
FIERA DELL’ agricoltura.
Nota
bene
Mostra d’Oltremare - Napoli, 25-27 febbraio
Fiera Agrosud, biennale delle tecnologie ed innovazioni applicate
al settore agricolo, si sviluppa su una superficie espositiva di oltre
10.000 mq. L’evento, rivolto ad un pubblico di operatori accreditati
e specializzati, rappresenta un consolidato punto di riferimento per
il Mezzogiorno d’Italia ed è in grado di soddisfare pienamente le
esigenze di ammodernamento, aggiornamento ed approfondimento per gli operatori delle filiere agricole.
Le aree tematiche di Agrosud 2011 sono espressione delle filiere di
riferimento; il percorso espositivo è suddiviso in padiglioni tematici
(macchine agricole, ortofrutta, zootecnia, lattiero caseario e agroenergie). Un intero padiglione dedicato all’agroalimentare e uno che accoglie la 6a Mostra Nazionale
della Bufala Mediterranea arricchiscono l’evento.
La manifestazione vede la presenza in qualità di espositori delle
maggiori aziende di produzione di tecnologie, beni e servizi applicati al mondo ortofrutticolo, zootecnico e caseario, per un confronto con un pubblico altamente qualificato e specializzato.
In ogni numero
i principali appuntamenti
del periodo per essere
sempre aggiornati
e al passo con i tempi.
MARZO 2011
• Mostra Interregionale del
Centro-Sud della razza FrisonA
• 43a Mostra Nazionale del Libro
Genealogico della razza Bruna
Quartiere Fieristico - Noci (BA), 10-13 marzo
APRILE 2011
• RomaCavalli
Salone Internazionale dell’Equitazione e dell’Ippica
della Capitale.
Fiera di Roma, 7-10 aprile
• 50ª ED. FIERA NAZIONALE
DELL’AGRICOLTURA
Coltivare, omnia verde, agricoltura biologica,
allevare, servizi all’impresa.
Area Fiera - Lanciano (Ch), 15-18 aprile
Manifestazioni e date sono desunte, al momento della stampa di questo numero di Zoo-Zoom, da siti internet e da materiale diffuso dalle singole organizzazioni.
Le recenti misure, finalizzate al contrasto
dell’evasione, dispongono nuovi adempimenti
e direttive che varranno e produrranno gli
effetti pratici già nel 2011.
Come essere informati
e districarsi tra norme
e regolamenti.
A rigor
di legge
Dopo il redditometro - già reso più severo con l’introduzione di
nuovi indicatori di reddito come ad es. i viaggi di lusso o l’iscrizione
a corsi esclusivi - esordisce il prossimo 1° maggio il rilevamento
generalizzato delle spese definito “spesometro”. Con questo termine
si indica l’obbligo di una nuova comunicazione telematica che avrà per
oggetto il monitoraggio di tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA con un
imponibile di oltre 3.000 €uro in fattura. In sostanza l’Amministrazione
si propone di monitorare automaticamente, a partire dal flusso inviato
dagli operatori economici (negozianti e aziende), tutti gli acquisti
superiori ad una certa soglia per metterli a confronto con i redditi
dichiarati. I Clienti dovranno fornire i propri dati anagrafici e codice
fiscale al rivenditore, il quale dovrà poi trasmetterli al fisco entro il 30
aprile 2012 (per tutti gli acquisti del 2011, anche effettuati online, sia
di beni che di servizi). Queste spese verranno comparate tramite un
particolare algoritmo informatico con il tenore economico dichiarato
dal contribuente per rilevare l’eventuale incongruenza al fine di un
Antonio De Mattia
Responsabile Amministrativo Dell’Aventino
Novità in vista in materia
fiscale: lo SPESOMETRO
Nuove regole per i contribuenti e per tutti gli
operatori economici.
16
comunicazione con soggetti con sede nei Paesi cosiddetti Black List;
• le tipologie riferite all’art. 7 DPR 605/73 (ad esempio ai contratti di
assicurazione, di energia elettrica, gas, operazioni finanziarie, etc).
accertamento. Non servirà frazionare il prezzo (ad esempio pagando
l’acconto e poi il saldo) per avere singoli importi inferiori alla soglia; la
segnalazione dovrà fare riferimento alla transazione contrattuale nel
suo insieme, cioè con riferimento al prodotto o servizio venduto a quel
determinato cliente identificato dal suo codice fiscale.
Il provvedimento ha una previsione retroattiva (vedi schema), ma per
importi molto più alti: dovranno essere segnalati gli acquisti superiori a
25.000 €uro fatti nel 2010 ma solo con emissione di fattura; vengono
quindi monitorati solo i titolari di partita IVA e non i privati.
Si tratta, quindi di un vero e proprio Elenco di Clienti e Fornitori, anzi
con portata più ampia, dovendo elencare gli estremi della fornitura per
singola operazione. Si ricorda che nel corso degli ultimi anni è stato più
volte annunciato l’obbligo del ripristino di tale elenco ma mai attuato.
La portata è molto ampia riguardando tutte le operazioni rilevanti ai fini
IVA con un imponibile in fattura superiore a 3.000 €uro che dovranno
essere comunicati in via telematica all’Agenzia delle Entrate.
La comunicazione sarà annuale e sarà inviata entro il 30 aprile dell’anno
successivo a quello di riferimento.
I dati da comunicare saranno i seguenti:
• anno di riferimento; • n° partita IVA o Codice Fiscale del cedente/
prestatore/cessionario/committente; • i corrispettivi dovuti al cedente/
prestatore; • l’importo dell’IVA.
Fanno eccezione alla segnalazione, le operazioni che pur avendo
superato la soglia dei 3.000 €uro, sono comprese nelle comunicazioni
relative agli altri adempimenti.
In pratica:
• esportazioni ed importazioni; • operazioni soggette all’obbligo di
Le operazioni di compravendita di immobili, non dovranno essere
incluse. Inutile sottolineare come il disposto complessivo di questo
nuovo obbligo sottoporrà le aziende ed i Commercianti a nuove
criticità in ordine alla tenuta della contabilità, vista in particolare la
determinazione complessiva della soglia di 3.000 €uro. Sicuramente
la materia, sarà oggetto di nuove precisazioni da parte dell’Agenzia.
Di seguito viene riportato uno schema (fonte Il Sole 24 Ore) del
cosiddetto “spesometro”.
Antonio De Mattia
Adempimenti e scadenze per le comunicazioni delle operazioni 2010 e 2011: il meccanismo.
Operazioni 2010
Operazioni 2011
Termine di invio
31 ottobre 2011
30 aprile 2012
Comunicazione integrativa
30 novembre 2011
30 maggio 2012
Tipologia di transazione
La comunicazione alle Entrate
è dovuta esclusivamente per le
operazioni soggette all’obbligo
di fatturazione
La segnalazione per le
operazioni senza obbligo di
fatturazione scatta a partire da
quelle effettuate dopo il 30 aprile
Soglia di segnalazione
La soglia di partenza per il
primo anno è stata fissata in
25.000 €uro per ogni operazione
al netto dell’IVA dovuta
• La soglia è di 3.000 €uro per
le operazioni soggette a fattura
• L’importo è 3.600 €uro
per le cessioni a privati
(scontrino/ricevuta)
Schema tratto da Il Sole 24 Ore - Norme e tributi
Vita d’azienda
mente l’area tecnica e l’area produzione; da queste
colonne è corretto
fare una “menzione” proprio agli
addetti operanti in
quest’ultima divisione, ovviamente senza sminuire l’importante contributo
degli altri colleghi.
Offrono un determinante apporto
alle sorti del reparto i sigg.ri Nicola Zinni, Flavio
Passante, Pierpaolo
Giuliante e Maurizio Torosantucci,
quest’ultimo con
scrupolosità si occupa anche delle Flavio Passante e Pierpaolo Giuliante nel reparto presse.
operazioni di pulizia e manutenzione programmata. Il sig. Domenico Colantonio, invece, riveste un ruolo denso di responsabilità: l’accettazione delle materie prime
in ingresso e per un’azienda che punta sulla qualità - senza mezze misure - il suo è un apporto importante. Nella fase di certificazione Codex
si è esaltato l’attaccamento ai “colori sociali” di questi dipendenti; sentirsi
“osservati” e avvertire sulle spalle parte del peso dell’esito della certificazione ha accresciuto motivazioni, dedizione e passione. Sono giovani che
lavorano con entusiasmo e in quest’ultimo, ulteriore salto di qualità, hanno
colto anche il “senso-valore” di un’Azienda che si pone all’avanguardia,
permettendo ai collaboratori non solo di rimettersi in gioco ma anche
di acquisire nuove professionalità con percorsi formativi ad hoc (come
accaduto di recente con il corso intensivo di potenziamento manageriale
e di “team building” riservato ad alcuni di loro).
In Dell’Aventino è sempre più attuale dunque una politica di ampio respiro, fatta di piccoli passi su un tracciato ben delineato di impegno, lungimiranza, ricerca dell’eccellenza e valorizzazione delle risorse umane, probabilmente il capitale più importante di una realtà sì a dimensione d’uomo
ma capace di duellare ad armi pari con i big internazionali del settore.
Michele Andreoli
Filo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi
collaboratori.
Di nuovo CODEX ASSALZOO:
spazio ai protagonisti
L’ultima prestigiosa certificazione raggiunta in casa Dell’Aventino ribadisce e sicuramente rinsalderà lo spirito di gruppo che aleggia in Azienda.
E allora, quale migliore occasione per portare alla ribalta alcune figure
chiave, quotidianamente chiamate a riempire di contenuti quel Codex
che il nostro Amministratore Nereo Dell’Aventino e la Dott.ssa Lea Pallaroni (segretario Assalzoo) hanno introdotto e spiegato nelle pagine precedenti di questa rivista.
Il Codex Assalzoo interessa in particolare i processi aziendali, special-
Maurizio Torosantucci, Michele Andreoli (Responsabile di produzione) e
Nicola Zinni nella sala operativa del mangimificio Dell’Aventino.
17
Noi&Voi
A domanda
rispondiamo
Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità?
Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a
Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino Srl S. U., S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH).
Esperti e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica.
vegetali durante il pascolo che da altri alimenti contaminati con
conseguente accumulo delle diossine nei grassi dei bovini da latte e
da carne, dei polli, delle galline e dei suini che a loro volta diventano
cibo per l’alimentazione umana (carne, latte e derivati, uova).
A parità di esposizione, più lunga è la vita dell’animale, più alto è
l’accumulo di diossina nel tessuto adiposo. L’alimentazione, quindi,
è la principale fonte di ingresso di diossina nell’organismo umano.
Nella popolazione europea l’introduzione con la dieta di queste
sostanze, presenta un’ampia variabilità, a causa delle diverse
abitudini alimentari e dei diversi tipi di approvvigionamento, di
conseguenza maggiore sarà la
variabilità della dieta e minore
sarà il rischio di contaminazione
da diossina.
Il grasso animale può veicolare
livelli significativi, ma decisamente
più bassi di contaminazione da
diossina, di quelli di farine e degli
oli di pesce. Altre materie prime
per mangimi come cereali, altri
semi e derivati del latte, sono
fonti meno importanti di diossina.
Una corretta valutazione e
gestione del rischio della contaminazione da diossina è perseguibile
solo attraverso una visione globale della filiera, che coinvolga
competenze trasversali di tipo agronomico, chimico, nutrizionale,
zootecnico; sono necessarie, infatti, conoscenze appropriate
sulle fonti generali e soprattutto puntuali di inquinamento per
la gestione di piani di monitoraggio affidabili e quindi per una
corretta gestione del rischio.
Nel caso di allevamenti estensivi, ad esempio, possono essere utili
informazioni circa la posizione del pascolo o dei campi da cui è
stato ricavato il foraggio (es. fieno, mais) nei confronti di possibili
sorgenti di emissione (attività industriali, vigneti o frutteti trattati con
pesticidi), allo stesso modo, occorre accertarsi della provenienza
dell’acqua di abbeveraggio; se invece viene somministrato foraggio
che ha subito un processo di essiccazione non naturale, conviene
risalire alle modalità di essiccazione, con particolare attenzione
ai combustibili e alle eventuali fiamme libere utilizzate. Inoltre,
non bisogna sottovalutare la modalità di somministrazione dei
mangimi, soprattutto in condizioni di promiscuità con altre attività
agricole (ad es. recipienti utilizzati per contenere pesticidi), che
possono dare luogo a fenomeni di contaminazione crociata.
In considerazione delle numerose domande ricevute,
si ritiene utile in questa rubrica affrontare il tema
dell’emergenza diossina in Germania.
QUESTIONE DIOSSINE,
VEDIAMOCI CHIARO
Nelle scorse settimane si è alzato in Germania il
livello di allerta a seguito di alcuni test che hanno
rivelato tracce troppo alte di diossina in alcuni
prodotti (carne suina, uova) provenienti da vari
allevamenti tedeschi per effetto degli alimenti
contaminati somministrati agli animali. Sotto
accusa il mangime, quindi.
Per fare chiarezza, avere un quadro chiaro della
situazione e tranquillizzare i lettori invitandoli
a preferire cibi italiani, vediamo da quali fonti
l’animale (e di conseguenza l’uomo!) può introdurre
nell’organismo diossina e perché le certificazioni
ottenute da Dell’Aventino rappresentano una
garanzia per i nostri clienti.
Risponde
il dott. Fabrizio Di Fonzo,
Medico Veterinario
Area Tecnica Dell’Aventino
Le diossine sono composti tossici
altamente cancerogeni. Mediamente
il 90% dell’esposizione umana alla
diossina, senza considerare situazioni
di esposizione a impianti industriali, inceneritori ecc., avviene
attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a
loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea:
il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina risalga la
catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire
dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine
all’uomo. Esse vengono prodotte dalla combustione di materiale
organico in presenza di cloro, sia esso cloruro inorganico (ad es.
il comune sale da cucina), che composti organici clorurati (ad es.
la plastica). Possiamo ritrovarle in industrie chimiche, siderurgiche,
metallurgiche, industrie del vetro e della ceramica, nel fumo di
sigaretta, nelle combustioni di legno e carbone (potature e
barbecue, camini e stufe), in quella accidentale o meno di rifiuti
solidi urbani avviati in discarica o domestici, in quella di rifiuti
speciali obbligatoriamente inceneribili (esempio rifiuti a rischio
biologico, ospedalieri) in impianti inadatti, nei fumi delle cremazioni
dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori. Tuttavia la
maggioranza degli studi epidemiologici rileva una correlazione tra
le patologie diossina-correlate e la presenza di inceneritori non
a norma nelle aree soggette ad indagine.
L’esposizione degli animali allevati deriva sia dall’ingestione di
L’Azienda Dell’Aventino - da sempre attenta alla qualità e
salubrità dei propri mangimi - già certificata ISO 9001 con
n° IT 02/0009 e in pieno rispetto dei Regolamenti 178/2002
e 183/2005, ha anche ottenuto la certificazione CODEX
ASSALZOO (vedasi articolo d’apertura a pag. 3) che
prevede, tra le altre cose, il monitoraggio delle diossine e
PCB diossina-simile nell’ambito del controllo e della verifica
dei fornitori di materie prime, indispensabile per certificare
la filiera degli alimenti di origine animale e fondamentale
per garantire maggior sicurezza ai nostri clienti.
18
Area
marketing
Gianluca Ricciuti
Laureato in Architettura
è Responsabile
della Comunicazione e
del Marketing Operativo
in Dell’Aventino.
Studi, analisi, ricerche
e consigli per puntare
sempre più in alto.
La Rivendita Agraria
del futuro passa
per AgriDell’
individuerà un percorso teso a supportare i rivenditori
con adeguate informazioni sulle tematiche classiche
della rivendita, per consentire loro - che al pari degli
allevatori sostengono uno dei più importanti e trainanti
settori dell’economia italiana - di essere professionali
soprattutto nelle scelte idonee a massimizzare il profitto
(assortimento oculato, inserimento di prodotti a più alta
marginalità, studio delle rotazioni degli articoli, etc.).
Fin dai primi numeri di Zoo-Zoom, su questa rubrica
si è posta l’attenzione sul ruolo della Rivendita
Agraria. Cambia il cliente, mutano i suoi atteggiamenti
d’acquisto e, di conseguenza, anche il settore agrozootecnico risente dei nuovi stili di vita che incidono
in generale su tutte le aree dello shopping.
Da un punto di vista operativo, in collaborazione con
la rete commerciale Dell’Aventino, verranno messe a
disposizione dei rivenditori particolari competenze
nel caso di realizzazione di nuovi punti vendita o di
ristrutturazione degli esistenti,
sia per l’individuazione dei
migliori
lay-out
espositivi
(disposizione arredi, flussi dei
percorsi, tipologia di scaffali,
visual merchandising, etc.), sia
per i temi più specifici della
comunicazione.
FATTORE DI CRESCITA
E’ stato altresì sottolineato
(“Area Marketing” di ZooZoom n° 1, 5 e 7) che
rispetto a temi classici del
merchandising (es. aspetto
del locale, armonia espositiva,
giusto rapporto tra merci e
apparati di comunicazione,
Grazie a partnership aziendali
etc.), molti rivenditori non sono
consolidate, i clienti potranno
pronti per il “salto di qualità”
essere orientati nella scelta
in un settore che impone
di primarie aziende italiane
certamente una riflessione,
produttrici di arredamenti per
specie nel frequente passaggio
negozi; il supporto potrà essere
generazionale delle attività.
fornito dalla fase di richiesta
Da queste note emerge la
dei preventivi fino al montaggio
necessità di un “rinnovamento”
delle scaffalature. Verrà messa
delle
Rivendite
Agrarie; Rivendita AgriDell’: lavori in corso.
TORE DIdovrà
CRESCITA
a disposizione anche la
imporsi un moderno
consulenza per le varie attività
atteggiamento dei titolari
d’informazione,
comunicazione
e promozione in fase di
anche
nei
confronti
della
“relazione
con
il
cliente”
e
A
lancio dei punti vendita.
della “formazione” personale e dei collaboratori.
TUTTO PER L’AGRICOLTURA
di Paolo Calvario
Queste sono solo alcune delle competenze messe in
campo dall’Azienda Dell’Aventino per il progetto AgriDell’
TUTTO
PER nell’ambito
L’AGRICOLTURA
che, sulla scia dell’esperienza
maturata
di Paolo
Calvario
di una passata Operazione Trade, pone
l’attenzione
in modo moderno anche nel canale delle Rivendite.
Nei prossimi numeri di Zoo-Zoom verrà mostrata
l’evoluzione del progetto AgriDell’: Dell’Aventino lancia
un segnale importante agli operatori più intraprendenti
FATTORE DI CRESCITA
e aperti “al nuovo”, in un settore che mostra ancora
ampi margini di crescita.
L’Azienda Dell’Aventino, da sempre particolarmente
attenta al settore delle rivendite, ha avviato un preciso
studio su questo canale che mira, in particolare, ad
ottenere la forte riconoscibilità dei maggiori punti
vendita serviti.
tale motivo e per contribuire
FATTOREPer
DI CRESCITA
all’aggiornamento dei professionisti del settore, nasce
AgriDell’,
il brand cheEcaratterizzerà
MODULARI
PER VETRINE
SCAFFALI i principali
agristore che propongono i mangimi Dell’Aventino e la
linea pet food a marchio Delly.
AgriDell’ vuole essere un contenitore di valori che
FATTORE DI CRESCITA
Gianluca Ricciuti
TENDA DA SOLE
19
La vera grande novità per
lo svezzamento dei vitelli.
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Dell’Aventino S.r.l. S. U.
66022 Fossacesia (CH) S.P. Pedemontana, 8
Tel. 0872.62.211 r.a. Fax 0872.62.00.05
[email protected] [email protected]
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C/1076/2008