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WAT E R L O O T E R M I N A L DOSSIER TUNNEL La stazione londinese di Waterloo è forse quella che esprime meglio l’immagine e la concezione delle stazioni create per la nuova linea per alta velocità da Parigi a Londra, a partire dall’immagine esteriore, che esalta le capacità della tecnologia moderna, all’organizzazione degli spazi interni, costruita sul modello dell’aeroporto e particolarmente curata dal punto di vista della sicurezza IL TERMINAL LONDINESE DI WATERLOO Waterloo Station è una concentrazione dei servizi normalmente appannaggio degli aeroporti, come controlli doganali e di immigrazione, zone adibite a sala partenza e arrivi, oltre a tutti i servizi di supporto necessari a gestire fino a 15 milioni di passeggeri l’anno. Allo stesso tempo rimane una stazione ferroviaria: un imponente costruzione in una zona urbana congestionata, meno di dieci minuti a piedi da Trafalgar Square, con un taxi terminal a soli 15 metri dal controllo biglietti. La posizione complica il progetto e, allo stesso tempo ne esalta il significato. L’area disponibile è appena sufficiente per le strutture del terminal e i cinque binari che lo costituiscono; da un lato infatti è limitata dalle rotaie elettrificate della stazione esistente e, sotto, dalla vicinanza dei tunnel della metropolitana di Londra, poco profonda in questa zona. Nonostante ciò, il terminal è stato inserito nella stazione ferroviaria europea di maggior traffico senza sacrificarne alcun servizio. Un obiettivo importante del progetto consisteva nel dare al nuovo terminal una propria identità, facilmente riconoscibile e appropriata alle sue caratteristiche di “monumento” alla nuova era ferroviaria che si apriva con l'entrata in funzione del Tunnel. Sono stati preparati e analizzati molti schemi alternativi, con l’intenzione di creare un terminal “scorrevole”, che consentisse cioé ai passeggeri di attraversarlo senza impedimenti e nel minor tempo possibile. Il punto focale, sia dal punto di vista tecnologico che del- KINEO 4 1994 la spettacolarità architettonica, è il tetto. L’ampiezza della sua copertura (da 50 a 35 m) e la struttura esile e sinuosa sono determinate dal luogo e dalla disposizione dei binari. La sua qualità più ecclatante, l’asimmetria delle capriate, deriva dalla posizione di un binario addossato al lato ovest, e la conseguente necessità che la struttura si sollevasse più angolata in questo punto per fare spazio ai treni. L’approccio al terminal è iniziato da questo punto; è stato completamente rivestito in vetro con la struttura all’esterno, in modo da creare una specie di vetrina dove sono in mostra i treni ed ai passeggeri in arrivo si apre la vista verso Westminster e il Tamigi. Il tetto, lungo 400 metri, si estende per l’intera lunghezza dei treni, offrendo protezione a tutti gli ottocento passeggeri trasportati da ciascun treno. La struttura è essenzialmente un arco appiattito. Data la geometria asimmetrica delle piattaforme, il punto centrale risulta spostato su di un lato, consentendo all’arco di rialzarsi maggiormente sul lato ovest, per far spazio all’insieme delle strutture ferroviarie e avere una minor inclinazione sopra i marciapiedi del lato est. Il rivestimento ha creato ulteriori problemi; dato l’andamento serpeggiante dell’insieme, un tipo di vetrata stan- 82 WAT E R L O O T E R M I N A L DOSSIER TUNNEL COMMITTENZA British Rail European Passenger Services. PROGETTO dard sarebbe risultata molto costosa e, richiedendo potenzialmente centinaia di componenti di forma e dimensioni diverse, avrebbe reso la costruzione estremamente complessa, difficile da realizzare entro i termini di tempo richiesti. Per superare questo inconveniente, venne adottato un approccio “sciolto”, cioè un limitato numero di lastre di vetro di diverse dimensioni, ciascuna supportata dal proprio telaio, che si sovrapponessero sopra e sotto come le normali tegole, unite ai lati da guarnizioni in neoprene opportunamente sagomate, che possono flettersi ed espandersi per adattarsi agli smussi e ai diversi spessori. Ma il tetto, la componente del terminal più appariscente, non rappresenta che il 10 per cento del costo complessivo. L’insieme del progetto, e dei costi di costruzione, si articola in altri tre elementi. Il primo consiste nel parcheggio sotterraneo, concepito come un grande zatterone collocato sopra le linee della metropolitana, posto come basamento del terminal. Il secondo è un ponte a due piani che poggia su questa base e sostiene i marciapiedi, formando così l’ambiente di raccolta dei passeggeri dove si trovano i servizi arrivi e partenze. Il terzo, infine, riguarda l’intervento sulle vecchie volte a mattoni esistenti sotto la stazione; molte di queste sono state danneggiate durante la guerra, e sono quindi state ampiamente ristrutturate per ospitare funzioni di supporto, compresa una zona di catering. Complessivamente il progetto è stato concepito per rendere il più semplice possibile l’orienta- Pianta del piano delle banchine del Waterloo International Terminal, dove si attesteranno i treni ad alta velocità “Eurostar” mento dei passeggeri all’interno del terminal. Così, le persone in partenza possono vedere la parte anteriore dei loro treni dalla sala partenze, da cui passeranno direttamente al controllo biglietti, sicurezza e passaporti, per raggiungere la sala d’attesa dalla quale potranno arrivare, mediante scale o tappeti mobili, al punto più prossimo al loro vagone. All'opposto, chi arriva la direzione delle scale e dei tappeti mobili è invertita, così da condurli direttamente alla sala arrivi del piano terreno, aperta direttamente sulla strada. Nicholas Grimshaw & Pertners provenienti da Parigi. Sopra, vedute aeree da nord e da sud della stazione di Waterloo. KINEO 4 1994 83 Nicholas Grimshaw & Partners. Strutture: YRM Anthony Hunt Associates (tetto e vetrate), Cass Hayward & Partners con Tony Gee & Partners (viadotto del terminal), British Rail Network Civil Engineer (viadotto di accesso), Sir Alexander Gibb & Partners (basamento e lavori esterni). WAT E R L O O T E R M I N A L DOSSIER TUNNEL Tetti e Vetrate La grande copertura del terminal si articola su 36 capriate, che seguono la sagoma curva e si riducono da 48,5 metri a nord a 32,7 metri a sud, con 16 gradini per adattarsi al luogo e alla larghezza dei marciapiedi, via via sempre più ridotta nel suo allontanarsi dall'entrata per la diminuizione del transito dei passeggeri. La vicinanza della struttura originale lungo il nuovo tetto e la prossimità alla Elizabeth House, nonché la strada d’accesso da ovest, condizionano decisamente la forma esterna dell’edificio e hanno imposto una tettoia lungo il lato della pista per i taxi. Ciò, insieme alla sistemazione asimmetrica dei marciapiedi, ha richiesto una struttura esterna che innalzasse decisamente la copertura sopra il primo binario. Come risultato di tale asimmetria, coppie di capriate inarcate sono state collegate fuori centro per formare un arco a tre centri. L’elemento esterno, più piccolo, viene definito come capriata minore e l’elemento interno, più grande, come capriata maggiore. Tra le capriate, una struttura tubolare secondaria centrata a circa 3,6 metri è rapportata al tensionamento, per ridurre la di- mensioni di tutte le tubature, venendo a formare un insieme a forma di ala sopra ciascuna capriata. Le strutture secondarie in parte limitano la capriata maggiore e resistono alla torsione, cosa che fondamentalmente è sostenuta da una coppia di puntoni esterni sopra la base superiore della capriata maggiore. Questa soluzione non è possibile sulle capriate minori per l’impedimento dei vetri; pertanto, un collegamento viene realizzato tra la struttura secondaria e la trave inferiore della capriata minore che conferisce alla struttura la sua stabilità generale da capriata a capriata. I giunti di espansione sono centrati a circa 60 metri sulla lunghezza della costruzione, posizionati a metà griglia. Il sistema di vetratura, interamente regolabile tra le capriate minori, è fissato alla struttura secondaria con giunti e parti fuse dei pannelli delle vetrate appositamente realizzati in acciaio inossidabile. Il tetto è stato progettato per varie condizioni di carico di rottura, assicurando così che la struttura non collassi e che venga a soffrire solo localmente se un supporto dovesse essere rimosso per eventuali incidenti. Il collaudo nella galleria del vento, che è stato eseguito dall’Università di Bristol, è servito a garantire che Sezione longitudinale e, in alto, spaccato assonometrico del terminal. KINEO 4 1994 84 WAT E R L O O T E R M I N A L DOSSIER TUNNEL Sopra, vista del livello banchine, sezione trasversale e prospettiva dell'elemento verticale per le informazioni. KINEO 4 1994 85 WAT E R L O O T E R M I N A L DOSSIER TUNNEL CONSULENZE REALIZZAZIONE Quality Surveyor: Davis Langdon & Everest. Flussi: Alexander Gibb & Part. Antincendio: Ove Arup & Part. Rivestimento: Sean Building. Illuminazione: Lightnig Design Part. Planning: Montang Evans. Bovis Construction Ltd. Elementi in acciaio: Westbury Tubular Structures. Tetto e vetrate: Briggs Amasco Curtain Wall Ltd, Grill & Grossmann. gli edifici esistenti non venissero influenzati negativamente dal nuovo terminal e a determinare più accuratamente il carico del vento sul posto. La posizione e il tipo di ciascun componente delle strutture è stata accuratamente presa in esame, per evitare inutili stratificazioni della struttura e al fine di realizzare una forma strutturale leggera ed elegante. Lo spessore e il diametro dei componenti diminuiscono di sezione appena possibile, anche per motivi economici. Di entrambe le capriate, minore e maggiore, le travi si curvano sia in piano che verticalmente a forma di banana, con un solo punto di connessione alle due basi e al nodo centrale. Questo viene a trovarsi tra nodi appositamente realizzati, in fusioni di acciaio inossidabile, che consentono una graduale distribuzione delle forze sulle piastre Pianta del livello partenze e veduta della sale di attesa. KINEO 4 1994 In alto, sezioni tipo di una delle cabine del controllo biglietti, che costituiscono la barriera di accesso all'area partenze . 86 WAT E R L O O T E R M I N A L DOSSIER TUNNEL YRM AHA a raggiera, quindi trasferendo i carichi tramite il piolo in acciaio inossidabile verso la base con legamenti di tipo scheletrato. La natura curva e la geometria della struttura richiede l’applicazione di tolleranze ridotte in moltissimi casi, per garantire una buona sistemazione delle coperture. Per la posa in opera, in considerazione che la dimensione massima per il trasporto su strada è di 19,3 metri, le capriate maggiori sono state portate in loco in tre pezzi predisposti per essere collegati da bulloni. Ciascuna sezione è stata consegnata e assemblata nella posizione corretta in linea con limitazioni orizzontali; dopo l’assemblaggio, sono state controllate le dimensione delle tre sezioni, quindi regolate e poi sollevate in posizione con una gru. YRM Antony Hunt Associates. Al centro, particolari costruttivi della copertura vetrata e, in alto, pianta di uno degli elementi che la compongono. KINEO 4 1994 Simulazione al computer di uno degli elementi che compongono la copertura. 87