Vigilessa “adotta” la neonata senza tetto
Transcript
Vigilessa “adotta” la neonata senza tetto
la Repubblica MARTEDÌ 3 DICEMBRE 2013 @ CRONACA PALERMO PER SAPERNE DI PIÙ www.comune.palermo.it www.pacepace.org ■ VII Vigilessa “adotta” la neonata senza tetto Ha accolto in casa la piccola Nora e la madre, respinte dalla famiglia (segue dalla prima di cronaca) SARA SCARAFIA LA STORIA di Enza La Franca — commissario di polizia municipale, madre divorziata di Chiara, 21 anni, Francesco, 20, e Davide di dieci — e quella di Lucia (il nome è di fantasia) — ventiquattrenne nata in un quartiere popolare di Palermo, neomamma di Nora avuta da un coetaneo separato e già padre di due figli — è una storia d’amore e di accoglienza. È la storia di una donna che ha accolto in casa una ragazza sconosciuta e la sua bimba appena nata, rifiutate dalla famiglia e senza un posto dove andare. È una storia di solidarietà: tutta via Dogali si è stretta attorno alla bimba e a sua madre comprando latte e vestitini e persino il biglietto aereo che ha riportato Lucia dal suo compagno e Nora dal papà. Giovedì 21 novembre su Palermo la pioggia cadeva incessante. Lucia, dopo l’ennesimo litigio con la madre, prende le sue poche cose e si avventura per la città Lucia e Nora staranno a casa sua fino a quando non si troverà una soluzione. «Io e miei figli — racconta — abbiamo creato una camera da letto in salone». Sono giorni indimenticabili: Nora rallegra le giornate e la casa diventa meta di un pellegrinaggio continuo di vigili e amici che le porta- no regali. In via Dogali la storia di Lucia ha commosso tutti: gli agenti si mettono in contatto con i colleghi di Modena per avere notizie precise di Giuseppe e della sua famiglia. A Modena Lucia e Giuseppe vivono con i genitori di lui, emigrati dalla Sicilia in cerca di lavoro. Piero Massaro, il collega di Enza, contatta Giuseppe e suo padre: «Abbiamo parlato per due ore al telefono — dice — volevo essere sicuro che la nostra Lucia fosse in buone mani». I vigili urbani organizzano una colletta e comprano il biglietto aereo che due giorni fa ha riportato Lucia e Nora a casa. La vigilessa Enza La Franca con Piero Massaro La donna ha aperto la sua casa a mamma e neonata bisognose Il caso CLAUDIA BRUNETTO L’ULTIMO a bussare alla porta di via Decollati è stato Giorgio, 40 anni, separato e senza lavoro. Da giorni viveva in strada ma con il freddo sempre più intenso non ha resistito più e ha chiesto aiuto alla Missione speranza e carità di Biagio Conte. Come Giorgio sono decine i senzatetto e i clochard che con il gelo della notte cercano un riparo. E Biagio Conte che ormai ne accoglie più di mille non usa mezzi termini. «È un’emergenza assoluta — dice il missionario laico — e con l’inverno rigido la situazione è ogni giorno più dura, serve aiuto. Dietro la porta ne troviamo tantissimi e dobbiamo subito preparare un giaciglio per loro». E servono soprattutto coperte pesanti, giubbotti, cappelli, sciarpe e guanti. Per chi trova riparo, ma soprattutto Il provvedimento Il giudice “Violati i diritti dei detenuti” © RIPRODUZIONE RISERVATA SOLIDARIETÀ L’amore con il padre della bimba viene osteggiato perché lui è un uomo separato stringendo al petto Nora, sedici giorni. Giuseppe, il padre della bimba, è già tornato a Modena: lavora da meno di un mese come saldatore per un’azienda metalmeccanica e non può permettersi proprio adesso di perdere il lavoro. Nonostante viva a Modena già da tempo, Lucia ha scelto di partorire a Palermo nel tentativo di recuperare il rapporto con la madre che non approva per niente la sua storia con Giuseppe: il ragazzo ha un matrimonio alle spalle e due figli piccoli. Si amano, ma alla madre di Lucia sembra non importare. Anzi pensa che per il bene della bambina, sia meglio crescere con la nonna che con una madre così. Esasperata il 21 novembre Lucia scappa da casa della madre. Vorrebbe andare in aeroporto ma in tasca ha solo cinque euro e Giuseppe non ha ancora ricevuto la paga del mese. A piedi, con il cestone da neonato in una mano, l’ombrello nell’altra e la figlia al collo, raggiunge l’ospedale Enrico Albanese di via Papa Sergio convinta che ci sia un centro di accoglienza per donne sole che invece non c’è. Ed è lì che incontra Enza La Franca e Piero Massaro: sono i due vigili urbani della pattuglia che raggiunge l’Albanese dopo la chiamata da parte dell’ospedale che non sa come aiutare la giovane donna. «Abbiamo tentato di attivare i servizi sociali — racconta la La Franca — ma non potevano fare nulla. Così, dopo mille tentativi, abbiamo accompagnato Lucia da Biagio Conte». Ma nel cuore di Enza qualcosa scatta per quella ragazza così dolce, sola con una bimba così piccola. «Sembrava mia figlia Chiara», racconta. Le lascia un po’ di soldi e soprattutto il suo numero di telefono. «L’indomani sono andata a trovarla, avevo pensato a lei tutta la notte». È venerdì. Il sabato Enza è libera. Raggiunge la missione di Biagio Conte di buon ora e porta Lucia e Nora a trascorrere una giornata a casa con lei e i suoi figli: prepara farfalle al salmone e una bella torta. Per Lucia tanto affetto è un regalo inaspettato e la sera tornare alla missione è un dolore. Domenica Enza prende una decisione: Enza e Lucia si sentono ogni giorno. «Non vedo l’ora di rivederle — sussurra la vigilessa le lacrime agli occhi — È stato il destino che ci ha fatte incontrare». Mentre parla sul telefonino appare un nuovo messaggio. È di Lucia: «Buongiorno angelo in divisa». Il carcere di Pagliarelli IL MAGISTRATO di sorveglianza di Palermo ha parzialmente accolto il ricorso presentato dall’ex Garante dei diritti dei detenuti, Salvo Fleres, che aveva denunciato violazioni dei diritti dei carcerati nell’istituto di pena di Palermo Pagliarelli. Lo rende noto l’avvocato Vito Pirrone, presidente dell’associazione Nazionale Forense di Catania. «L’ordinanza della magistratura — spiega — ingiunge alla Direzione della seconda casa circondariale di Palermo e al Provveditorato regionale di adottare gli opportuni provvedimenti per rimuovere le riscontrate violazioni dei diritti dei detenuti». Accolti in tanti alla Missione speranza e carità. I volontari portano pasti caldi alla stazione centrale Emergenza freddo per i nuovi poveri Sos di Biagio Conte: “Serve aiuto” per chi continua a trascorrere la notte in strada e non ha nulla per difendersi dal freddo. Sono tante, sempre di più, le persone che non hanno un tetto. Lo sanno bene i volontari che dall’ora di cena in poi con un furgoncino girano gli angoli della città per portare una bevanda calda e un pasto a chi non ha una casa, storie diverse dietro le spalle. Tanti i disoccupati. Dalla Missione Speranza e carità arriva l’invito a portare nella sede di via Decollati anche lenzuola e asciugamani per essere pronti a preparare qualche letto in più nei centri di accoglienza. E sono proprio loro, i volontari delle associazioni che si occupano di senzatetto, da La Missione speranza e carità Molti si presentano anche alla Locanda del Samaritano e alla comunità di Sant’Egidio Sant’Egidio a Santa Chiara, dalla Caritas a Biagio Conte, alla Danza delle ombre a lanciare un sos. «L’altra sera — dicono i volontari della comunità di Sant’Egidio — abbiamo incontrato in piazza Principe di Camporeale una coppia rumena che dormiva sulla terra bagnata. Abbiamo lasciato delle coperte, ma a volte non basta. Perché le coperte sotto l’acqua si inzuppano. Servono anche cerate impermeabili, qualcosa che possa davvero riparare dalle intemperie». In tanti si presentano anche alla Locanda del Samaritano, a un passo da piazza Rivoluzione, per trascorrere la notte al caldo. «Possiamo accogliere 20 persone — dicono gli operatori della Caritas che gestiscono la struttura — ma le richieste sono sempre di più, soprattutto in questi giorni di gelo». Fa il tutto esaurito anche la struttura di piazzetta della Pace, gestita dall’associazione Danze delle ombre che, ogni notte, soltanto alla stazione centrale distribuisce cento pasti. Sono questi i numeri del popolo della notte che dorme nei vagoni dei treni o sotto le pensiline dello scalo ferroviario. «Sono sempre di più — dice Marina Scardavì, presidente dell’associazione Danza delle ombre — la povertà è sempre più diversificata e ogni giorno c’è gente che perde il lavoro e finisce in strada. Queste persone hanno bisogno di tutto, del cibo delle coperte e tanto altro». © RIPRODUZIONE RISERVATA