Lettera del Preside in risposta alla lettera pubblicata sul
Transcript
Lettera del Preside in risposta alla lettera pubblicata sul
LICEO SCIENTIFICO STATALE “PAOLO FRISI” - - - - - Via Sempione, 21 - 20900 MONZA - tel. 039.235.981 - fax 039.368.795- - - - e-mail [email protected] – sito www.frisimonza.it – posta elettronica certificata (PEC) [email protected] codice fiscale 85013870150 – meccanografico MIPS050002 certificazione di Qualità n. 6571/EA 37 del 19.11.2003 Il Dirigente scolastico Gentile Direttore, tralascio ogni considerazione sull’opportunità di dare spazio a una lettera di fatto anonima e soprattutto senza una preliminare verifica della veridicità di quanto affermato, entrando subito nel merito, benché singole proteste possano non essere rappresentative di un sentire diffuso, che invece al Frisi è monitorato con accurati questionari di soddisfazione, i quali di anno in anno ci restituiscono un’immagine piuttosto diversa. Anzitutto un’osservazione di carattere generale: voglio cogliere l’occasione della lettera pubblicata dal Suo giornale il 14 c.m. per contrastare le leggende che girano sul Frisi e che, nonostante un’infinità di dati di fatto, sono dure a morire, probabilmente perché fanno parte di un immaginario che resiste a qualsiasi controprova. Oggi il Frisi è semplicemente una scuola dove è in corso (e con buoni risultati) il difficile tentativo di coniugare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento con il più alto tasso di successo formativo. Date le sfide che attendono i nostri giovani, sarebbe pericoloso pensare a un successo formativo disgiunto dall’acquisizione di reali e solide conoscenze e competenze. E questo è l’obiettivo di una politica scolastica che ho a cuore e che ha trovato la condivisione del Collegio dei Docenti. Il nostro sito web, in una logica di trasparente rapporto con l’utenza, riporta tutte le informazioni, anche quelle più spinose (per esempio quelle relative ai tassi di promozione e di bocciatura). Basterebbe la sua consultazione per avere una visione dello stato dell’arte. Ma tant’è. Partiamo dall’accusa che il Frisi sarebbe una scuola che premia i bravi e non soccorre chi è in difficoltà. La storia di questi ultimi anni è tutta rivolta a sostenere anche gli studenti meno bravi, ovviamente non dimenticando i più bravi. Chiunque può verificare navigando sul nostro sito web (consiglio a questo proposito di leggere la pagina 15 del POF e le numerose circolari interne che si occupano del sostegno e recupero). Per tutte le classi, almeno nei momenti cruciali, sono previste diverse e articolate attività rivolte al superamento delle difficoltà e, per gli studenti di prima, anche precise attività di riallineamento a partire dal mese di ottobre. In aggiunta sono disponibili da novembre a maggio, a libera richiesta da parte degli studenti, sportelli pomeridiani di aiuto tenuti da docenti del Liceo. Queste attività hanno permesso di ridurre sensibilmente il numero degli studenti non promossi che, come si può evincere dalle statistiche pubblicate, sono stati nell’ultimo anno scolastico in linea con il dato nazionale nelle prime classi (10%) e nelle seconde (8%), addirittura inferiori nelle terze (5%) e quarte (3%). La percentuale di coloro che lasciano la scuola è tenuta sotto controllo ed è ben lontana da quella fantasiosamente ipotizzata nella lettera pubblicata, che parla infondatamente di un 15-20% (faccio notare che, se queste percentuali fossero vere, il Frisi dovrebbe perdere circa 200 studenti ogni anno, cioè un numero di studenti assolutamente spropositato rispetto alla popolazione frequentante, che oscilla negli ultimi anni tra i 1050-1100 studenti). La vera percentuale degli abbandoni durante l’anno si attesta intorno al 5,3%. Ma questo dato è riferito alle ultime rilevazioni, cioè a quelle dell’anno scolastico passato e di quelli immediatamente precedenti. Per quanto riguarda l’anno corrente, le proiezioni mi inducono a ipotizzare che la percentuale si attesterà intorno al 4%, con un sensibile ridimensionamento del fenomeno, anche grazie ad un ulteriore affinamento delle attività di contenimento. L’obiettivo è di portare il dato al 3%, non essendo umanamente possibile azzerare gli abbandoni dovuti a mancanza di inclinazione allo specifico indirizzo di studi o a mutamento delle prospettive. Aggiungo che l’accorpamento delle classi terze, citato nella lettera pubblicata come dimostrativo di una selezione spietata, è un argomento ad effetto, ma assai strumentale e di facile smentita: le classi terze sono, nel sistema scolastico statale, considerate classi iniziali di ciclo e quindi si formano con gli stessi parametri numerici della classi prime (attualmente 27/30 studenti). E’ evidente quindi che solo nell’ipotesi di una assoluta costanza del numero iniziale degli studenti sarebbe possibile non procedere all’accorpamento delle classi terze, all’atto della loro costituzione. In sintesi, per evitare tale accorpamento bisognerebbe che dall’inizio della prima classe al termine della seconda, il numero degli studenti restasse costante. Faccio il Preside da 21 anni: non ho mai visto realizzarsi tale condizione. Infine, anche se a margine: è possibile che anche al Frisi, come in tutte le scuole, ci siano insegnanti non sempre all’altezza dei compiti loro assegnati, ma è certo che i risultati conseguiti dagli studenti del Frisi (vedi risultati degli esami finali e esiti universitari) difficilmente si spiegherebbero se il livello generale dell’attività di insegnamento non fosse di buona e diffusa qualità. Restando a Sua disposizione per un eventuale ulteriore approfondimento e sperando di avere fornito qualche elemento di riflessione, Le porgo i miei cordiali saluti. Monza, 18/02/2013 Rodolfo Denti – Dirigente Scolastico – Liceo Frisi – Monza