Lettera del Preside in risposta alla lettera pubblicata sul

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Lettera del Preside in risposta alla lettera pubblicata sul
LICEO SCIENTIFICO STATALE “PAOLO FRISI”
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Il Dirigente scolastico
Gentile Direttore,
tralascio ogni considerazione sull’opportunità di dare spazio a una lettera di fatto anonima e soprattutto
senza una preliminare verifica della veridicità di quanto affermato, entrando subito nel merito, benché
singole proteste possano non essere rappresentative di un sentire diffuso, che invece al Frisi è monitorato
con accurati questionari di soddisfazione, i quali di anno in anno ci restituiscono un’immagine piuttosto
diversa.
Anzitutto un’osservazione di carattere generale: voglio cogliere l’occasione della lettera pubblicata dal
Suo giornale il 14 c.m. per contrastare le leggende che girano sul Frisi e che, nonostante un’infinità di dati
di fatto, sono dure a morire, probabilmente perché fanno parte di un immaginario che resiste a qualsiasi
controprova.
Oggi il Frisi è semplicemente una scuola dove è in corso (e con buoni risultati) il difficile tentativo di
coniugare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento con il più alto tasso di successo formativo.
Date le sfide che attendono i nostri giovani, sarebbe pericoloso pensare a un successo formativo disgiunto
dall’acquisizione di reali e solide conoscenze e competenze. E questo è l’obiettivo di una politica
scolastica che ho a cuore e che ha trovato la condivisione del Collegio dei Docenti.
Il nostro sito web, in una logica di trasparente rapporto con l’utenza, riporta tutte le informazioni, anche
quelle più spinose (per esempio quelle relative ai tassi di promozione e di bocciatura). Basterebbe la sua
consultazione per avere una visione dello stato dell’arte. Ma tant’è.
Partiamo dall’accusa che il Frisi sarebbe una scuola che premia i bravi e non soccorre chi è in difficoltà.
La storia di questi ultimi anni è tutta rivolta a sostenere anche gli studenti meno bravi, ovviamente non
dimenticando i più bravi. Chiunque può verificare navigando sul nostro sito web (consiglio a questo
proposito di leggere la pagina 15 del POF e le numerose circolari interne che si occupano del sostegno e
recupero). Per tutte le classi, almeno nei momenti cruciali, sono previste diverse e articolate attività
rivolte al superamento delle difficoltà e, per gli studenti di prima, anche precise attività di riallineamento
a partire dal mese di ottobre. In aggiunta sono disponibili da novembre a maggio, a libera richiesta da
parte degli studenti, sportelli pomeridiani di aiuto tenuti da docenti del Liceo.
Queste attività hanno permesso di ridurre sensibilmente il numero degli studenti non promossi che, come
si può evincere dalle statistiche pubblicate, sono stati nell’ultimo anno scolastico in linea con il dato
nazionale nelle prime classi (10%) e nelle seconde (8%), addirittura inferiori nelle terze (5%) e quarte
(3%).
La percentuale di coloro che lasciano la scuola è tenuta sotto controllo ed è ben lontana da quella
fantasiosamente ipotizzata nella lettera pubblicata, che parla infondatamente di un 15-20% (faccio notare
che, se queste percentuali fossero vere, il Frisi dovrebbe perdere circa 200 studenti ogni anno, cioè un
numero di studenti assolutamente spropositato rispetto alla popolazione frequentante, che oscilla negli
ultimi anni tra i 1050-1100 studenti). La vera percentuale degli abbandoni durante l’anno si attesta
intorno al 5,3%. Ma questo dato è riferito alle ultime rilevazioni, cioè a quelle dell’anno scolastico
passato e di quelli immediatamente precedenti. Per quanto riguarda l’anno corrente, le proiezioni mi
inducono a ipotizzare che la percentuale si attesterà intorno al 4%, con un sensibile ridimensionamento
del fenomeno, anche grazie ad un ulteriore affinamento delle attività di contenimento. L’obiettivo è di
portare il dato al 3%, non essendo umanamente possibile azzerare gli abbandoni dovuti a mancanza di
inclinazione allo specifico indirizzo di studi o a mutamento delle prospettive.
Aggiungo che l’accorpamento delle classi terze, citato nella lettera pubblicata come dimostrativo di una
selezione spietata, è un argomento ad effetto, ma assai strumentale e di facile smentita: le classi terze
sono, nel sistema scolastico statale, considerate classi iniziali di ciclo e quindi si formano con gli stessi
parametri numerici della classi prime (attualmente 27/30 studenti). E’ evidente quindi che solo
nell’ipotesi di una assoluta costanza del numero iniziale degli studenti sarebbe possibile non procedere
all’accorpamento delle classi terze, all’atto della loro costituzione. In sintesi, per evitare tale
accorpamento bisognerebbe che dall’inizio della prima classe al termine della seconda, il numero degli
studenti restasse costante. Faccio il Preside da 21 anni: non ho mai visto realizzarsi tale condizione.
Infine, anche se a margine: è possibile che anche al Frisi, come in tutte le scuole, ci siano insegnanti non
sempre all’altezza dei compiti loro assegnati, ma è certo che i risultati conseguiti dagli studenti del Frisi
(vedi risultati degli esami finali e esiti universitari) difficilmente si spiegherebbero se il livello generale
dell’attività di insegnamento non fosse di buona e diffusa qualità.
Restando a Sua disposizione per un eventuale ulteriore approfondimento e sperando di avere fornito
qualche elemento di riflessione, Le porgo i miei cordiali saluti.
Monza, 18/02/2013
Rodolfo Denti – Dirigente Scolastico – Liceo Frisi – Monza