Italian Dental Journal 12_2012

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Italian Dental Journal 12_2012
IDJ12_Copertina
3-12-2012
15:23
Pagina 1
ISSN 1970-7428
GRIFFIN EDITORE
www.griffineditore.it
Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue
Anno VII
Numero 12/2012
Riabilitazione implantare
con minore costo biologico
La filosofia della minima invasività permette un impegno economico
inferiore per il paziente e un risparmio di tempo all’odontoiatra
Dental Market
Fiere & Congressi
Imaging
FOCUS ON LASER
VINCENZO BUCCI SABATTINI
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PRIMA PAGINA
Riabilitazione protesica
entro le 72 ore
La sostenibilità economica delle cure diventa una priorità in tempi
di crisi: la tecnica mininvasiva in implantoprotesi fonde
le esigenze cliniche ed estetiche con quelle socio-economiche
Vincenzo Bucci Sabattini, docente di “implantologia avanzata” all'Università di Pavia e libero professionista a Magenta
(Milano), ha da poco presentato il suo nuovo libro dal titolo
"Implantoprotesi a minima invasività: carico immediato full arch e di settore" edito da Griffin.
«Le scelte editoriali che hanno ispirato questo libro sono
frutto del tentativo di fornire al lettore un utile strumento per
la pratica clinica quotidiana – si legge nell'introduzione del
libro –. In particolare abbiamo deciso di costruirlo in modo
che risulti estremamente facile, scritto in un linguaggio semplice e discorsivo, quasi fosse da utilizzare anche per informare il paziente – sottolineano gli autori, che oltre a Bucci
Sabattini sono Alberto Minnici, Daniele Sergiampietri,
Giovanni Maria Gaeta e Andrea Mascolo, con la collaborazione odontotecnica di Marco Bardelli, Ugo Botta e Roberto
Scavazzon -. Lo abbiamo pensato come se fosse un film
scritto, con immagini molto esplicative collegate al testo». E
in effetti l'uso di foto di grande formato e il ricorso a numerosi disegni (che mostrano le procedure in maniera nitida,
quasi didattica, senza la presenza del sangue) è l'aspetto
che più caratterizza il volume.
Italian Dental Journal ha incontrato Vincenzo Bucci Sabattini,
a cui si deve la realizzazione clinica e lo sviluppo a livello internazionale del carico immediato con la tecnica Flat One
Bridge che è oggetto del libro, per un viaggio più approfondito nei contenuti di questa novità editoriale.
Professor Bucci Sabattini,
questo libro rappresenta un
punto d'arrivo o una tappa
della sua esperienza clinica
sulla tecnica Flat One
Bridge?
È certamente un punto di arrivo dell’esperienza fatta in
circa otto anni. Non penso
però che sia il punto di arrivo
finale, perché l’evoluzione
degli studi scientifici, della ricerca e di conseguenza dei
mezzi, dei materiali e dei metodi è in continua evoluzione.
Per esempio, solo pochi anni
fa i casi di distrazione orizzontale di cresta (split crest)
eseguita inserendo l’impianto
senza manovre aggiunte e
senza alcuna apertura di lembi, non sarebbe stata possibile. Infatti l'impianto che permette di eseguirla ancora non
esisteva. Questa procedura,
che consente una maggior
predicibilità di risultato insieme a una molto minore invasività chirurgica, è ben documentata nel libro.
Tutta l’implantoprotesi è in
rapida e continua evoluzione
e, in particolare, le tecniche
da noi proposte con materiali e metodi relativi sono in rapidissimo miglioramento.
Ciò significa la necessità di
un continuo aggiornamento,
ma anche la possibilità di eseguire procedure meno invasive e più sicure con grande
vantaggio sia per i pazienti
che per i professionisti.
Il protocollo chirurgico-protesico da lei proposto nel libro prevede il completamento del caso entro le 72 ore.
Il protocollo del Flat One
Bridge prevede un tempo
massimo di 72 ore tra la chirurgia e la protesizzazione
definitiva. Nella nostra pratica clinica la massima parte
dei casi sono ultimati nella
giornata: si opera alle 8:30 del
mattino, per le 9:30/10 il tecnico ha già in mano le impronte e la sera, alle 19 circa,
si fissa il manufatto protesico
definitivo.
La tecnica di cui parliamo è
tale per cui il titolo della mia
relazione all’ultimo congresso internazionale Icoi fu
“Aesthetic, and function: less
trauma, less pain, less time,
less expensive”. Alcuni colleghi mi chiesero come fosse
possibile: è possibile eseguendo la fase chirurgica e quella
protesica secondo il protocollo illustrato anche nel libro
che ho appena pubblicato e
più diffusamente nel libro
"Nuove frontiere del carico
immediato", che pubblicai
due anni fa.
La chirurgia mininvasiva è
forse meno facile all’inizio,
ma la fatica dell’apprendimento è ampiamente ripagata dalla soddisfazione del paziente, che poi diventa la nostra.
Sempre, ma a maggior ragione in questo periodo storico,
con la crisi che attanaglia i
nostri concittadini, poter dare un’ottima riabilitazione
implantoprotesica eseguita
con materiali di alta fascia
qualitativa con meno tempo
dedicato, meno dolore e disagio postoperatorio e minor
spesa economica, è un plus di
servizio moralmente e deontologicamente utile e necessario.
Quali sono le complicanze
più probabili che possono
verificarsi durante questo intervento?
Le complicanze che possono
verificarsi durante l’intervento sono solo operatore-dipendenti. È quindi necessario
imparare bene, essere molto
precisi e non lasciarsi trasportare dalla creatività soggettiva, ma seguire i protocolli testati.
Ribadisco questo concetto
perché è molto importante.
Nel mondo odontoiatrico
italiano si sente ancora troppo spesso dire «io credo»,
«secondo me» e frasi simili.
In ambito scientifico-pratico
il credere non ha diritto di
cittadinanza: è vero ciò che è
dimostrato ed è “sperimentalmente ripetibile”.
I ricercatori puri hanno il diritto e il dovere di essere creativi e cercare nuove soluzioni
e possibilità, ma coloro che
applicano la scienza, ad essa
devono attenersi e non spaziare con la fantasia. I loro errori li pagano i pazienti.
A questo proposito, ritengo
che la parte più importante
del libro sia la prima: “considerazioni di metodo”, laddove si parla del metodo scientifico e della Ebm, chiarendo il
metodo di analisi e quindi di
applicazione pratica anche di
ciò che si legge in letteratura.
Nel libro un capitolo è dedicato al composito, che voi
autori preferite alla ceramica. Quali i motivi di questa
scelta?
Negli otto anni passati, durante i quali sono stati eseguiti migliaia di casi, con un
gruppo numeroso di colleghi
oltre ai coautori di questo libro, abbiamo testato tutte le
possibilità oggi offerte dal
mercato, dai denti del commercio montati direttamente
sulla barra o sulla flangia in
resina alla ceramica su metallo a barra e denti fresati in
zirconia e, ovviamente, i diversi compositi.
La nostra esperienza clinica e
la vita dei nostri lavori, in
funzione nella bocca dei nostri pazienti, ci ha portato a
credere che il composito sia il
materiale migliore per questo
tipo di protesi su impianti.
Il manufatto protesico è avvitato e non cementato. Ciò
comporta che talvolta i fori
passanti delle viti siano in posizione occlusale o esteticamente importante. Se i denti
sono in composito, è possibile chiudere i fori modellando
il tavolato occlusale così da
mantenere un’anatomia dentale corretta e un’estetica ottima e non visibile nel tempo.
Inoltre il composito ha caratteristiche di microelasticità
che permettono di ridurre il
contatto traumatico dentedente, e questo in protesi su
impianti ha una certa importanza, infatti gli impianti non
EDITORIALE
Paolo Pegoraro
[email protected]
La notizia striscia
ma non fa paura
Abbiamo tutti seguito, da un mese a questa parte, il
tormentone provocato dal servizio di “Striscia la
Notizia” sul turismo odontoiatrico: abbiamo assistito a
levate di scudi e doverose grida d’allarme da parte
delle associazioni di categoria. Per culminare, a metà
novembre, in un’interrogazione del senatore Fabio
Rizzi, che ha fatto risuonare della questione le oscure
e inquiete aule parlamentari.
Si tratta di faccenda delicata e vorrei trattarla in punta di
penna: capisco bene che viviamo tempi duri e che i sindacati fanno il loro mestiere, ci mancherebbe, tutelando
i dentisti frontalieri (e non solo quelli) che si sentono minacciati da tariffe e modalità di cura baldanzosamente
competitive, quali vengono offerte oltre confine. Eppure,
in questa bagarre, c’è qualcosa che non mi convince.
Sono assolutamente certo che la cifra stilistica che caratterizza l’odontoiatria italiana è di livello superiore.
Nella media, i dentisti del nostro Paese sono in grado
di offrire un ventaglio terapeutico del livello più alto, di
piena soddisfazione per il paziente, completato da
un’offerta di servizi e di assistenza quali non si sognano certo la maggior parte degli staterelli oltrefrontiera.
Anche i prezzi, nel complesso, non sono più così alti
né troppo differenti, nella maggior parte dei casi, da
quelli dei competitor, soprattutto includendo la scomodità degli spostamenti, gli incidenti di percorso, i ritrattamenti necessari e via dicendo.
Il grado di soddisfazione di chi va all’estero a farsi curare i denti non è così alto, tutt’altro: ed è inversamente
proporzionale allo status socio-culturale. In altri termini,
chi si accontenta gode, ma chi ha maggiori aspettative
funzionali ed estetiche quando va all’estero non gode
affatto. Si tratta di numeri non alti, né sono molti i dentisti che hanno dichiarato di subirne realmente un danno.
E quindi? La spinta protezionistica, che porta a serrare i
ranghi e stringere e digrignare i denti, è figlia di un tempo di paura. La paura di perdere ciò che si ha: i pazienti, la tranquillità economica, insomma i frutti di tanto lavoro. La paura è ben comprensibile e giustificata, ma non
è detto che il nemico sia fuori di noi o dai nostri confini.
Lo sanno bene gli oculisti e gli ortopedici italiani, per dire due altre specialità che hanno visto, in un recente
passato, migrare pazienti a Lione o a Marsiglia. Non per
motivi di costi, in questo caso, ma per maggior perizia.
Come hanno reagito? Aumentando il livello e la qualità
dell’offerta sanitaria. E prendendo atto della realtà, alla
quale occorre in qualche modo adeguarsi.
Ciascuno sa bene che il flusso delle persone, come
quello dei migranti, del denaro e delle idee, non può
essere arrestato da muraglie di nessun genere. Un
tempo – e in altre società molto più che nella nostra –
si chiudevano in casa le mogli perché non cadessero
in tentazione. Le poverine si adattavano intristendosi,
oppure aguzzavano l’ingegno e trovavano pure una
via di fuga. Eppure la soluzione sarebbe stata facile,
ed era quella di rendere l’unione più felice. Così, se un
paziente tradisce, aspettiamo con pazienza che ritorni. Se non lo fa, poniamoci il problema: viene curato
meglio? Quali vantaggi gli vengono proposti? Il rapporto qualità- prezzo è davvero così conveniente, e se sì,
quali rimedi si possono adottare?
Dai politici non mi aspetto di sentir parlare di un programma televisivo: diano più voce, piuttosto, alla
vecchia ma ottima proposta della deducibilità fiscale, creando motivazioni anche economiche oltre che
qualitative, e si sentirà risuonare l’inno di Mameli in
anticamera.
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DENTAL PRESS
hanno legamento periodontale e sono integrati rigidamente con l’osso.
Infine, nel caso in cui capitasse nel tempo una piccola
frattura di qualche elemento,
il composito permette una
riparazione ottima e immediata intraorale.
Tra i vari compositi testati, infine,
abbiamo
scelto
l’Experience della Dei Italia
per le sue caratteristiche, ma
anche per il metodo di formazione del “monolite” che si ottiene usando la tecnica della
muffola proposta da Paolo
Pagliari. Con questa tecnica
noi riusciamo a riprodurre in
poco tempo e con grande precisione la ceratura diagnostica
che abbiamo eseguito prima
dell’intervento, ottenendo così una modellazione anche occlusale esattamente come
l’abbiamo programmata.
Da ultimo, dato che questo
composito ha anche il pro-
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dotto da studio che è di base
lo stesso che viene usato per
la costruzione protesica, la
chiusura dei fori per le viti o
le riparazioni eventualmente
necessarie negli anni, risultano assolutamente invisibili.
Il libro ben si integra con i
corsi di formazione che organizza nel suo studio.
Come si svolge questa sua
attività didattica?
L’obiettivo che ci si propone
con la didattica in studio è
prima di tutto quello di spiegare il “perché” di ciò che si
fa, quindi il “come” si fa.
Non esiste infatti un metodo
che, da solo, riesca a risolvere
ogni possibile variabile anatomica e anatomopatologica
e ogni diversa situazione che
ogni diverso paziente ci propone. È quindi necessario
prima di tutto capire i motivi biologici che stanno alla
base della scelta dei materiali
e dei metodi operatori che
useremo.
Una volta chiariti bene questi
concetti e ripassate alcune
nozioni di base, che sono assolutamente indispensabili, si
affronta al meglio il processo
diagnostico e di progettazione terapeutica (modelli, imagining e analisi delle radiografie, progettazione occlusa-
le, analisi parodontale ecc.).
Si riprendono concetti parodontali, importanti sia ai fini
di una scelta corretta dente
vs impianto, sia per la valutazione delle condizioni dei
tessuti gengivali perimplantari da mantenere o da restaurare o ricostruire.
Infine, seguendo interventi
dal vivo e filmati non montati, così che siano esattamente
come in diretta, si illustrano
tutte le fasi di lavoro sia chirurgico che di rilevamento
delle impronte della registrazione dei rapporti interarcate
ecc. I diversi e numerosi interventi seguiti permettono
di vedere e discutere numerose situazioni antomopatologiche diverse tra loro e le
loro possibili soluzioni.
Durante il corso è prevista
anche una sessione per
odontotecnici, che si raccomanda anche agli odontoiatri. La sessione si svolge direttamente in laboratorio. In
questa si dimostra la parte
propedeutica della procedura (montaggio degli articolatori, ceratura, preparazione
delle mascherine, ecc.) e la
parte di costruzione della
protesi definitiva.
I corsi si concludono con le
tecniche di controllo occlusale, di molaggio selettivo e le
prescrizioni per il paziente:
alimentari nell’immediato
post chirurgico, farmacologiche e igieniche di mantenimento.
Una parte importante è dedicata all'analisi di un paziente
del corsista: durante gli incontri verranno discussi gli
esami e le radiografie effettuate, formulando poi un
progetto terapeutico. Infine
il corsista eseguirà l'intervento, affiancato dal tutoraggio
mio e dei miei collaboratori.
Paolo Pegoraro
REAL LIFE DENTISTRY
COME RISPOSTA ALLA CRISI
ECONOMICA E DEGLI STUDI
«Le tecniche proposte e illustrate in questo testo, dopo
più di otto anni di follow-up su migliaia di casi, sono caratterizzate dalla minima invasività e dalla velocità di risoluzione – spiega Vincenzo Bucci Sabattini, autore del libro "Implantoprotesi a minima invasività: carico immediato full arch e di settore" –. Sono procedure implantoprotesiche in grado di dare risposta positiva alle richieste dei
pazienti: buon risultato estetico-funzionale con minor invasività chirurgica, meno spesa e meno tempo dedicato.
È quindi l’odontoiatria della vita reale (real life dentistry)
che, tenendo conto delle necessità individuali di ognuno,
è in grado di fondere le esigenze cliniche e quelle socioeconomiche dei pazienti, la realtà del carico immediato
con la qualità della terapia, offrendo un risultato positivo
e idoneo al mantenimento o ristabilimento dello stato di
salute dei cittadini con il minor costo biologico, economico e di tempo».
L’autore identifica quindi nella centralità del paziente e delle sue necessità (anche di budget) il vero fattore di vantaggio competitivo del moderno studio dentistico, chiamato
non solo ad offrire riabilitazioni orali eseguite a regola d’arte ma anche a coniugarle con la minima invasività dell’intervento e la sostenibilità economica delle cure. E d’altra parte quest’ultimo aspetto di fatto rende conto del ruolo che ha
già assunto l’odontoiatria libero professionale italiana, in un
conteso in cui le cure orali gli vengono di fatto delegate da
un servizio sanitario nazionale marginale in quest’area e
sempre più in difficoltà dl punto di vista della sostenibilità
dei suoi costi nel medio e lungo periodo. La crisi economica contingente fa il resto.
Tutto questo però è possibile solo seguendo il rigore del
metodo scientifico, usando come fonti di evidenza l'esame clinico, gli esami di laboratorio e di imaging, la letteratura medica. «La sicurezza necessaria per eseguire terapie chirurgiche a minima invasività richiede tempo e
apprendimento secondo una curva talvolta non breve. Il
sacrificio vale però la fatica» sottolinea Bucci Sabattini.
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DENTAL PRESS
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L’industria italiana
riparte da Expodental
L'obiettivo della nuova presidenza Unidi, in continuità con il passato,
è quello di «promuovere il made in Italy nel mondo e gli interessi di tutto
il comparto dentale». La fiera intanto ha avuto un buon riscontro di presenze
Si è conclusa a Milano la quarantesima edizione di International
Expodental, la fiera dell'odontoiatria organizzata dal 1969 da
Unidi, l’Unione nazionale industrie dentarie italiane. A questa
edizione hanno partecipato più di 300 aziende espositrici e sono stati contati circa 21mila accessi nei tre giorni di mostra.
Italian Dental Journal ha incontrato in fiera il neo presidente dell'associazione, Gianfranco Berrutti, che dal giugno scorso guida
Unidi in questo difficile momento per l'economia italiana.
Torinese, classe '68, sposato, papà di due bambine, laureato in
economia alla Bocconi di Milano, prima di entrare nell’azienda
di famiglia – la Major Prodotti Dentari spa – Berrutti ha fatto una
significativa esperienza all’estero. Per un paio di anni infatti ha
lavorato in California per un'azienda del settore dentale; è poi
rientrato in Italia in una società di consulenza industriale per il
settore automobilistico e dell’elettronica. Nel 1998 entra alla
Major, occupandosi del mercato estero. Dal 2004 è consigliere
Unidi e fin dalla prima nomina, vista l’esperienza professionale
acquisita, ha cominciato ad occuparsi dell’export, dalla promozione all’organizzazione dei servizi per le aziende.
L'impegno in Unidi è quasi un dovere di famiglia: suo zio,
Adriano Renaldo, fondatore della Major, è stato il primo presidente dell’Unidi nell’anno della sua fondazione (1969), carica
confermata anche in altri due mandati successivi.
Dottor Berrutti, come sarà la
sua Unidi?
L’obiettivo, con l’intero consiglio, è quello di sviluppare
l’associazione sui due fronti
sui quali opera: supporto e
promozione dell’industria
dentale italiana e organizzazione delle due principali “vetrine” del settore dentale,
International Expodental e la
mostra merceologica all’interno del congresso degli Amici
di Brugg. Il nostro mandato
sarà certamente all’insegna
della continuità con quanto
fatto negli anni precedenti dal
consiglio uscente guidato dall’amico Mauro Matteuzzi.
La maggior parte dei nostri
sforzi saranno incentrati sullo
sviluppo dell’attività dell’as-
sociazione e la sua crescita.
Soprattutto in momenti di
crisi come questo è importante essere vicini alle aziende associate offrendo servizi e consulenze sempre più mirate ed
efficaci.
È mia intenzione portare
Unidi non solo ad essere il referente dell’industria italiana
del settore dentale ma portatore d’interessi per l’intero
comparto. Per questo intensificheremo i rapporti con tutte
le associazioni del dentale.
Rapporti che negli ultimi anni
si sono evoluti e oggi possono
dirsi ottimi.
Sul fronte interno continueremo a sviluppare la promozione dell’industria italiana all’estero.
Proprio in momenti come
questo, dove la domanda interna è in caduta libera, le
aziende possono trovare sbocco nei mercati stranieri.
Industria italiana che, ricordo,
è per volumi d’affari la seconda in Europa e tra le prime al
mondo.
La crisi del mercato italiano è
un problema strutturale oppure semplicemente legato
alla difficoltà dei cittadini di
far fronte a qualsiasi tipo di
spesa?
Un po’ tutte e due le cose.
Certamente l’industria italiana risente della crisi del mercato in termini di domanda di
cure odontoiatriche ma non
dobbiamo dimenticare che
per le nostre aziende la crisi,
l’evoluzione preferirei chiamarla, è cominciata già alla fine del 1900 con la globalizzazione e l’avvento massiccio
della concorrenza straniera.
Questo è stato certamente un
problema ma ha anche permesso alle nostre aziende di
evolversi investendo in innovazione ed efficienza per cercare di essere più competitivi
sul mercato. Un'evoluzione
che ci ha preparati a operare
in situazioni come quella attuale.
Proprio grazie a questo cambiamento strutturale del modo di intendere la produzione
le nostre aziende hanno capito che il mercato era globale e
la qualità e l’innovazione poteva essere la differenza per
farsi apprezzare. Cosa che è
avvenuta visto che oggi, stando ai dati che Unidi elabora
ogni anno sull’andamento del
>
Gianfranco Berrutti
mercato, l’industria italiana
del dentale esporta oltre il
50% della produzione.
Quanto di questo essere apprezzati all’estero è frutto del
lavoro di Unidi?
Come Associazione da anni
cerchiamo supportare e incentivare le aziende italiane a
commercializzare i propri
prodotti all’estero.
Girando il mondo per lavoro
ho spesso avuto modo di constatare come l’industria italiana in genere sia apprezzata dai
mercati mondiali.
Sostenuti da questo, come
Unidi abbiamo voluto investire nella promozione delle
aziende associate soprattutto
nelle principali fiere mondiali,
dove da tempo i nostri competitor stranieri sono presenti
con interi padiglioni dedicati
al loro paese, presentandosi
sia dal punto di vista turistico
e culturale che da quello della
produzione di attrezzature e
materiali per il settore dentale.
Dallo scorso anno abbiamo
cominciato a organizzare situazioni analoghe allestendo
il padiglione "Unidi Italia" in
tutte le principali fiere di settore organizzate all’estero, all’interno del quale tutte le
aziende associate possono
presentare la loro produzione.
In questo modo i visitatori
esteri hanno la possibilità di
vedere, nell’insieme, la qualità
di quanto l’industria italiana
produce. Poi, ovviamente,
questo tipo di organizzazione
permette alle aziende di ampliare i propri rapporti con i
dealer locali. Questo consente
a tutte le aziende associate,
anche quelle più piccole, di essere presenti in ogni paese.
Per la promozione della propria industria dentale i vostri
concorrenti godono del supporto delle istituzioni del loro Paese. Succede così anche
per voi?
No, in questi anni ci siamo
organizzati da soli.
L’industria dei principali paesi europei, ma anche quella
americana, si presenta in padiglioni realizzati in collaborazione con i loro governi,
che li utilizzano anche per
promuovere le bellezze locali;
noi no. Stiamo lavorando per
sensibilizzare le nostre istituzioni in tal senso ma non ci
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Crede che il famoso Tavolo
del dentale possa produrre
qualche iniziativa comune?
Il settore, storicamente, fatica a farsi ascoltare dalle istituzioni, che non comprendono il nostro valore dal
punto di vista produttivo e
sociale. E questo è dovuto
anche al fatto che ci presentiamo spesso separati; la
strada da perseguire è invece quella dell’unitarietà di
intenti tra tutte le forze del
settore.
Mi fa piacere notare come
ultimamente le posizioni tra
le varie associazioni del
comparto si siano avvicinate e mi sembra che, anche
per via della crisi, oggi si
possa lavorare su di un progetto comune.
Come valuta questa edizione di Expodental? Le aziende Unidi riconoscono anco-
ra alla manifestazione un
importante canale per fare
business?
La 40esima edizione di
Expodental ha ottenuto
buoni risultati in termini di
affluenza di visitatori (oltre
20.000) e, di riflesso, anche
le aziende che hanno partecipato alla manifestazione
hanno espresso la loro soddisfazione. Il successo della
fiera è ancor più rilevante se
si tiene conto della difficile
congiuntura economica in
cui ci troviamo. E il successo di partecipazione in termini di espositori e visitatori conferma che la nostra
manifestazione è, ancor più
in questa situazione di difficoltà, un canale importante
per sviluppare il business
delle aziende.
La rinnovata collaborazione
con Ice (Istituto per il commercio estero) ha permesso
di ospitare una nutrita dele-
IN TREMILA A MILANO
PER L'EXPODENTAL FORUM
siamo ancora riusciti. Negli
anni scorsi con l’Istituto commercio estero abbiamo realizzato qualche interessante iniziativa ma con le ultime finanziarie questo istituto è
stato ridimensionato e all’orizzonte non si vede nulla di
positivo.
Oltre a dare una maggiore e
più qualificata visibilità alle
imprese italiane all’estero le
seguite anche nelle questioni
più burocratiche?
Grazie a Unidi le aziende associate hanno a disposizione
un database dei dealer e fornitori di tutti i principali paesi. Attraverso i nostri uffici le
aziende hanno un supporto
di consulenza sulla gestione
delle pratiche e della normativa dei vari paesi in cui vogliono operare.
Da sottolineare il lavoro dell’ufficio normative, con il
quale seguiamo l’evolversi
delle varie norme su certificati e sicurezza dei prodotti.
A proposito di normative,
una delle vostre battaglie è
quella di puntare sulla qualità, sull’armonizzazione delle normative come state sperimentando con il Mau.
Con i Mobilieri associati
Unidi (Mau) si è voluto spiegare ai dentisti che scegliendo
la qualità dei prodotti italiani
è possibile garantire al meglio
la sicurezza della salute dei
pazienti anche in assenza di
una precisa legislazione in
merito.
L’idea è quella di estendere
questo modo di intendere la
produzione a tutti i settori
dell’industria dentale italiana.
Il messaggio che volgiamo fare passare è quello che i nostri
prodotti, oltre ad essere innovativi dal punto di vista tecnico, clinico e di design, sono
anche sicuri e vanno oltre al
rispetto delle singole normative in vigore in Europa.
Volgiamo promuovere il settore dentale italiano come sinonimo di qualità e sicurezza.
Per questo stiamo impostando
un'attività per la promozione
del made in Italy attraverso i
singoli cittadini. Una campagna che coinvolga non solo
l’industria ma tutte le componenti professionali del settore
che a vario titolo concorrono
alla salute del paziente. Una
campagna che evidenzi i vantaggi nel rivolgersi ad un dentista che utilizza prodotti italiani. Una iniziativa che servirebbe indubbiamente a motivare i pazienti a stare in Italia
per farsi curare scegliendo
professionisti che puntano alla
qualità e non al business. E su
questa idea ci confronteremo
con tutte le associazioni sindacali del settore.
Questo ottobre il rientro di International Expodental a
Milano è stato salutato da un buon successo per il numero dei visitatori. Tanto che Expodental Forum, la manifestazione culturale e di formazione parallela alla parte espositiva, ha raggiunto i 3.000 partecipanti.
All'interno di Expodental Forum gli Amici di Brugg , come oramai consuetudine, hanno dato il proprio contributo alla manifestazione con una giornata di formazione su temi di stretta attualità odontoiatrica e odontotecnica.
Alla mattina un centinaio di partecipanti ha seguito con
interesse la relazione su protesi e implantologia tenuta
da Gian Edilio e Luca Solimei e Nicola Gandoni .
Particolare importanza è stata dedicata nel corso della
relazione all'utilizzo delle faccette in disilicato di litio e
all'uso del Cad-Cam in odontotecnica.
Dopo la pausa per il pranzo, nel pomeriggio, riflettori
puntati sull'argomento medicina legale, un tema sempre più all'ordine del giorno nella quotidianità degli studi, con interventi di Paolo Monestiroli , Giancarlo Garotti
e Maria Sofia Rini . La prima relazione ha proposto
un'approfondita introduzione alle tematiche dell'odontoiatria legale, un tema diverso dalla medicina legale in
quanto il dentista è chiamato a garantire un risultato e
non un comportamento come gli altri medici. Ne consegue che l'odontoiatra si trova in una situazione più delicata in cui, per tenere sotto controllo il contenzioso,
deve imparare anche a gestire il rapporto con i propri
pazienti.
Oltre agli Amici di Brugg il programma culturale di
Expodental Forum è stato sviluppato da Sio, Società
italiana di implantologia osteointegrata, e Collegio dei
docenti di odontoiatria.
DENTAL PRESS
gazione estera composta da
una ventina di operatori provenienti da paesi europei e
asiatici del blocco dell’ex
Unione Sovietica. I delegati
hanno avuto una fittissima
agenda di incontri con le
aziende associate Unidi che
ha permesso di allacciare, e
in molti casi concretizzare,
importanti accordi commerciali. I paesi della delegazione
hanno mercati in forte crescita dove i prodotti dell’industria dentale italiana sono
molto apprezzati per le loro
caratteristiche di innovazione, qualità e design.
Da parte nostra continueremo a impegnarci e a lavorare
per migliorare la manifestazione e rendere ancora più attrattive la prossima edizione
di Internationale Expodental,
che si svolgerà a Milano dal 17
al 19 ottobre 2013.
A. P.
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DENTAL MONITOR
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Nuove tecnologie nel dentale
Al via la rivoluzione digitale
Da Internet al Cad-Cam: cambia il lavoro degli odontoiatri negli studi e
degli odontotecnici nei laboratori; intanto le imprese del settore modificano
il loro modello di business e si trasformano in aziende tecnologiche
L
a rivoluzione digitale
è ormai perentoriamente entrata anche
nel settore dentale e l'impatto delle nuove tecnologie
lungo tutta la filiera è ormai
evidente. Vale per i produttori, per i distributori, per i
dentisti e anche per gli
odontotecnici. Persino i pazienti si informano e organizzano ormai i propri appuntamenti grazie alle nuove tecnologie. Entrano a
pieno titolo in questo articolato e composito universo
tecnologico anche il 2.0, la
telefonia e l'information technology nella sua accezione più ampia.
Lo sviluppo del mercato è,
di fatto, sostenuto dall'investimento di dentisti e odontotecnici in nuove tecnologie, che stanno rivoluzionando alcune metodiche
diagnostiche, terapeutiche e
di produzione protesica. Tra
questi l'ingresso della radiografia 3D, dei nuovi sistemi
di chirurgia guidata, dell'implantologia a carico immediato (che permette al
paziente di non attendere
mesi dall'intervento per la
nuova protesi), la rigenerazione ossea e lo straordinario sviluppo del Cad-Cam,
che consente ai laboratori la
progettazione grafica assistita da computer di manufatti protesici che vengono
prodotti con fresatrici computerizzate. Per il Cad-Cam
la crescita di elementi protesici è stata addirittura del
Grafico 1
37% nel 2010 rispetto al
2009, con un ulteriore lieve
incremento
nel
2011.
Numeri importanti nonostante la situazione recessiva in atto, che registra un
meno 34% di produzioni
protesiche
nell'ultimo
triennio dichiarate da circa
2.000 odontotecnici intervistati da Key-Stone.
Il Cad-Cam cambia
il "mercato" delle protesi
Ma, restando nell'ambito del
Cad-Cam, questa tecnologia
muta in modo sostanziale
anche i processi e i canali
produttivi e distributivi. Una
sia pur piccola parte delle
produzioni di protesi passa
direttamente ai dentisti, che
possono realizzare in studio
alcuni tipi di manufatti protesici grazie a particolari dispositivi che consentono la
produzione di alcune tipologie di ricostruzione. Grande
impatto sta invece avendo la
produzione di strutture fresate direttamente dalle case,
che trasformano il proprio
business dalla vendita di materiali a quello dei servizi integrati: un cambiamento radicale che prevede nuove
competenze all'interno delle
aziende che si pongono, potenzialmente, in diretta
competizione con i laboratori odontotecnici, nonostante a loro continui ad essere demandato il compito
di realizzare il manufatto
protesico completo, lavorando però ora su strutture prodotte da altri.
USO DI INTERNET A SCOPO PROFESSIONALE
>
Grafico 2
SCENDONO I PREZZI DELL'HI-TECH
MA SI RIDUCE IL CICLO DI VITA
DEI PRODOTTI
POTENZIALE SVILUPPO DEL CAD-CAM
>
Roberto Rosso,
presidente Key-Stone
>
Una ricerca
di respiro europeo
In questo ambito è stata realizzata da Key-Stone una ricerca molto interessante in
diversi paesi europei che misura essenzialmente due
aspetti: uno relativo alla percentuale di laboratori che già
utilizzano tecnologie CadCam (possedendone le tecnologie o avvalendosi dell'outsourcing); l'altro è l'intenzione di avvicinarsi a questa tecnologia nel futuro.
Come si può osservare dal
grafico 1, la Germania appare come un paese decisamente avanzato, con un alto
tasso di odontotecnici attrezzati e un'intenzione ad
aderire alla tecnica in futuro
di gran parte dei laboratori
che ancora non la adottano.
Particolarmente interessante è la posizione dell'Italia,
che al momento dell'analisi
non aveva ancora una grande diffusione del Cad-Cam
ma presentava un'altissima
propensione ad utilizzare la
tecnologia. Fenomeno confermato dall'ultima ricerca
del 2012, che dimostra come la produzione di protesi
realizzate con tecnica CadCam sia aumentata in modo
considerevole.
Le potenzialità
del digitale
Le tecnologie Cad più in generale riguardano un altro
ambito più ampio, che è
quello della scansione intraorale, che permette ai
dentisti di sostituire la presa
dell'impronta con tradizionali materiali siliconici con
La rivoluzione digitale è stato il tema portante di un particolare evento organizzato nell'ambito dell'ultimo International
Expodental (Milano, 18-20 ottobre): canale distributivo e industria si sono incontrati nel "Dental Dealers Forum", durante il quale è stato analizzato l'impatto delle nuove tecnologie
nel mercato delle apparecchiature e del consumo, sulle
strategie produttive, sulla distribuzione e nel management
dello studio dentistico e del laboratorio protesico. Esponenti
d’eccellenza internazionali della produzione e della distribuzione dentale ed esperti in ambito finanziario e tecnologico
si sono confrontati in una tavola rotonda che aveva l'obiettivo di prevedere lo scenario futuro e le strategie che riguarderanno il mercato dentale europeo dei prossimi anni.
L'evento è stato organizzato da Unidi (Unione nazionale industrie dentarie italiane) in collaborazione con Key-Stone
(istituto di ricerche di mercato specializzato in ambito salute e dentale) e con il patrocinio di Adde (Association of
Dental Dealers in Europe) e Fide (Federation of European
Dental Industry).
«Oggi il professionista deve fronteggiare una domanda di
prodotti di consumo e di apparecchiature legata alla continua innovazione tecnologica del prodotto e del servizio. Le
nuove tecnologie vengono percepite dal paziente come sinonimo di professionalità e avanguardia – spiega Roberto
Rosso, presidente di Key-Stone –. L'obsolescenza non sopraggiunge più per oggettivo decadimento delle tecnologie, ma per nuove e innovative esigenze della clientela
stessa. Il ciclo di vita dei prodotti si accorcia, i prezzi si
uniformano, la tecnologia diviene accessibile, vengono immessi sul mercato nuovi prodotti “killer application” quando
i vecchi sono ancora in auge, e per le aziende entrare rapidamente nel mercato è vitale e il recupero degli investimenti deve essere più rapido. Ciò risulta particolarmente difficile in quanto mentre nei settori tradizionali i prezzi tendono
ad aumentare, nell'hi-tech scendono progressivamente.
Con cicli più rapidi e prezzi che scendono, solo pochi grandi competitori possono rientrare degli investimenti, e ciò
provoca concentrazione nel settore» conclude Rosso.
Durante l'incontro si è parlato anche della stretta creditizia,
che riguarda ormai tutti i settori. Forse un po' a sorpresa si
è dimostrato come nel dentale – che risulta ancora piuttosto
florido sotto l'aspetto della solvibilità – i finanziamenti non
abbiano subito particolari riduzioni. Nonostante ciò, gli
esperti hanno discusso della criticità conseguente a tecnologie che perdono rapidamente il proprio valore e che, oltre
a non poter essere finanziate a lungo periodo, debbono essere acquistate da dentisti e odontotecnici a fronte di un'oculata panificazione del business, affinché l'investimento
sia effettivamente profittevole.
Andrea Peren
9
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l'informazione digitale della
morfologia orale. Questo è
un cambio radicale, per ora
in fase embrionale, ma con
una potenzialità straordinaria nel momento in cui la
barriera di prezzo verrà abbassata a livelli accettabili.
Cosa peraltro consueta nelle nuove tecnologie.
Questo cambio non va osservato solo dal punto di vista clinico, nell'attività pratica del dentista, ma anche
nel modello di business delle imprese che, obtorto collo, debbono trasformarsi da
imprese chimiche, di produzione di polimeri, ad
aziende tecnologiche, radicalmente differenti.
L'avvento del digitale ha
inoltre avuto un impatto
straordinario sulle tecniche
diagnostiche: sono ormai
oltre un quarto gli studi
dentistici che possiedono un
sistema radiologico panoramico e sta progressivamente
entrando negli ambulatori il
sistema 3D. Ancor più ampia la porzione di studi dentistici con sistemi di radiografia endorale, che consente di ridurre in modo sostanziale l'esposizione ai
raggi X. Il mercato ha avuto
una vera e propria impennata grazie all'avvento del
digitale, poiché due erano le
grandi barriere che frenavano l'investimento dei dentisti in questo ambito: il costo
e le dimensioni dell'apparecchiatura, difficilmente
collocabile negli studi dentistici italiani, tradizionalmente di metrature ridotte.
Proprio il digitale ha risolto
in parte entrambi i problemi, con un conseguente
grande vantaggio per i pazienti che possono sempre
più spesso usufruire del servizio direttamente in studio.
Cresce l'utilizzo
professionale di Internet
In ultimo, non va trascurato
Internet con le sue applicazioni nelle attività di comunicazione degli studi dentistici e delle imprese, che
possono finalmente fornire
informazioni tecniche e
scientifiche, oltre a proposte
di acquisto, a volte disintermediando i canali di comunicazione e distribuzione
tradizionali.
Anche in questo caso, i dati
sono supportati da una ricerca Key-Stone sviluppata
recentemente confrontando
un campione rappresentativo di cinque importanti
paesi, dal quale si può osservare – come indicato nel
grafico 2 – come media-
DENTAL MONITOR
EUROPEAN BRAND EQUITY ANALYSIS
INDAGINE SU 1.800 DENTISTI EUROPEI
La ricerca estensiva di Key-Stone nel mercato europeo
giunge alla sua terza edizione: dopo tre anni si rinnova
lo studio europeo sul valore percepito della marca nel
settore dentale.
Dopo la prima edizione pubblicata nel 2004 e la replica del 2009, l'istituto di ricerca specializzato nel settore dentale propone un nuovo aggiornamento, la cui
pubblicazione è prevista per febbraio 2013.
Lo studio, che vede come committenti i principali fabbricanti del comparto, si propone di analizzare gli elementi fondamentali del marketing, partendo da argomenti quali notorietà e percezione della marca, spingendosi poi in profondità anche su specifiche famiglie
di prodotto (materiali da impronta, restaurativa, cementazione) e investigando la penetrazione, le motivazioni
d’acquisto, la lealtà alla marca e la soddisfazione.
L'analisi della soddisfazione, in particolare, è un importante spunto per i fabbricanti per essere sempre più vicini alle esigenze di prodotto e di servizio dei dentisti.
L’analisi – condotta con l’ausilio delle principali tecniche statistiche a disposizione – viene effettuata su 200
studi dentistici in ogni Paese per mezzo di interviste telefoniche da parte di personale madrelingua altamente
specializzato.
I paesi investigati sono Francia, Germania, Italia,
mente il 40% dei dentisti
utilizzi Internet a scopo
professionale, in particolare
per cercare informazioni sui
prodotti (63%), articoli e
studi scientifici (35%), ma
anche offerte e istruzioni
d'uso (circa il 30%).
Chiaramente la domanda
era a risposta multipla e la
somma dei risultati è maggiore del 100%.
In conclusione, anche il settore dentale non può che fa-
Spagna, Svezia, Regno Unito, Polonia, Russia e
Turchia.
Una sezione dedicata al Cad-Cam consentirà un importante follow-up proprio sui temi della rivoluzione digitale di cui si è discusso nel Dental Dealers Forum di
Milano.
Per maggiori informazioni: [email protected]
In rosso i Paesi nei quali è stata condotta la ricerca di Key-Stone sul
valore percepito della marca nel settore dentale
>
re i conti con l'avvento delle
nuove tecnologie, che rappresentano una grande opportunità ma anche una minaccia per chi, in modo
miope, non saprà coglierne
gli aspetti positivi anche,
eventualmente, mettendo in
discussione il proprio modello di business che potrebbe ormai essere obsoleto e destinato a perire.
Roberto Rosso
11
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DENTAL PRESS
La Lega alle associazioni:
«la categoria va difesa»
Per il senatore Rizzi (Lega) le associazioni odontoiatriche hanno
abdicato al loro ruolo di difesa della categoria. Si è fatto allora
promotore di una interrogazione parlamentare rivolta al governo
Italian Dental Journal vi ha reso conto nello scorso numero (nr.
11/2012 - «Dentisti sotto accusa: le reazioni della categoria») delle reazioni del mondo associativo a un servizio di Striscia la notizia sul turismo odontoiatrico.
Vi riportiamo ora il contenuto di una discussione a due tra il dottor
Mario V. Longo, libero professionista e membro esperto del
Consiglio superiore di sanità, e il senatore Fabio Rizzi, medico
anestesista rianimatore, membro del gruppo Lega Nord Padania
del Senato e della commissione permanente Igiene e Sanità.
Longo è stato nominato responsabile per l'odontoiatria della Lega
da Matteo Salvini, segretario nazionale lombardo.
Lo scorso 11 novembre il senatore Rizzi è stato il firmatario di una
interrogazione parlamentare rivolta ad alcuni ministri (in questa
pagina pubblichiamo integralmente l'interrogazione, così che il
lettore la possa consultare direttamente).
(LONGO) Nel mondo associativo si è acceso un dibattito sul turismo odontoiatrico, soprattutto a seguito
della tua interrogazione. Il
tuo intervento nasce da un
tavolo concordato con le associazioni di categoria?
(RIZZI) No, nasce dalla segnalazione di alcuni professionisti, che si sono sentiti
ovviamente lesi nella propria professionalità, sentendo paragonare le loro prestazioni ad altre, di qualità
perlomeno discutibile.
Per questo motivo ho incaricato te come responsabile
per l'odontoiatria della Lega
Nord Padania di sentire le
associazioni per un'azione
congiunta, ma stiamo anco-
ra aspettando la risposta,
malgrado a posteriori,
esprimendo apprezzamento
per l'interrogazione, si sono, almeno in parte, aggregate.
(LONGO) Ti risulta che le
associazioni abbiano finora
sentito e combattuto in modo efficace il fenomeno?
(RIZZI) Se lo abbiano avvertito va chiesto a loro. Se si
siano mossi efficacemente,
non mi risulta.
Non solo. Come ricorderai
bene, già un paio d'anni fa,
con te e di concerto con
l'eurodeputato
Matteo
Salvini, in considerazione
dell'elevato rischio di diret-
IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE
ATTO DEL SENATO
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08678
Primo firmatario: RIZZI FABIO Gruppo: Lega Nord Padania
Data: 14/11/2012 (seduta n.835)
Destinatari: Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico,
Ministero dell'Economia e delle Finanze
Stato iter: in corso
Premesso che:
nella trasmissione di satira televisiva "Striscia la Notizia" è stata mandata in onda una pluralità di servizi relativi al fenomeno del cosiddetto turismo dentale o turismo odontoiatrico, ovvero la tendenza di ricorrere a cure odontoiatriche in Paesi terzi (ed in particolare Croazia) per
ragioni riconducibili sostanzialmente ad un (asserito) vantaggio economico per il paziente;
tali servizi hanno dato luogo a significative prese di posizione da parte
degli Ordini professionali e delle principali associazioni di categoria, in
quanto gli stessi hanno investito, oltre agli indicati aspetti economici (trattati, peraltro, con inadeguati criteri di comparazione tra tipologie di interventi e loro efficacia), aspetti afferenti la professionalità della filiera odontoiatrica italiana e l'appropriatezza dei trattamenti praticati in Italia;
premesso inoltre che a giudizio dell'interrogante:
i servizi televisivi risultano in effetti improntati ad una non corretta rappresentazione di situazioni professionali, prestazionali, economiche e
relative al rapporto con il paziente antecedentemente, nel corso e
successivamente alla prestazione professionale, inducendo impropriamente l'utente a considerarne una, invece non praticabile, comparabilità (ancor prima del giudizio di valore espresso), senza tenere
in alcuna considerazione le differenti condizioni socio-politiche dei
Paesi interessati ed il differente approccio scientifico e tecnico agli interventi ed all'assistenza del paziente;
i servizi televisivi offrono in ogni caso all'utenza una rappresentazione
tive europee che vadano a
disintegrare la nostra filiera
odontoiatrica, avevamo tentato di mettere attorno allo
stesso tavolo tutte le associazioni, di professionisti e
aziende, per tentare di fare
fronte comune. Ma dopo
pochi incontri gli interessi
dei singoli orticelli hanno
prevalso e il tavolo è stato
sciolto, con Andi che ha tentato di avocarlo a sé, ma di
fatto facendolo saltare.
Probabilmente perché, dal
punto di vista politico, l'unico partito che si è interessato al mondo odontoiatrico è
stata la Lega, nel disinteresse
assoluto di tutte le altre forze politiche.
(LONGO) Perché hai deciso
di chiedere al governo come
agirà nei confronti di persone che nell’ambito di un
servizio giornalistico hanno
secondo te “diffamato” (e il
termine è oggi attuale, vedi
legge Sallusti) la professione odontoiatrica? Non è
corretto che si muova l’ordine a difesa dei suoi iscritti?
(RIZZI) Proprio perché la
diffamazione è purtroppo
all'ordine del giorno e non
riguarda solo i politici. Anzi,
questi ultimi hanno anche
degli strumenti di tutela, il
problema è quando ad essere diffamato è il singolo cittadino, il professionista. In
questo caso un'intera categoria, facendo d'ogni erba
un fascio e dimenticando
che la filiera odontoiatrica
italiana è tra le migliori, se
non l'eccellenza, nel mondo.
Certamente si sarebbero dovuti muovere ordine e associazioni, queste ultime addirittura sollecitate, ma di
fronte al loro silenzio, dopo
una decina di giorni, mi sono sentito in dovere civico,
come rappresentante istituzionale, di intervenire.
(LONGO) Come pensi che
si concili, in ogni modo, la
tutela della libertà di stampa con la richiesta di intervento del governo?
(RIZZI) Esattamente come
la legge sulla diffamazione.
Non dobbiamo confondere
la libertà di stampa, diritto
innegabile e doveroso, con
l'operato dei "diffamatori
seriali", che rovinano la gente basandosi sul nulla o solamente per fare cassetta.
Il servizio di Striscia non
credo certo sia volontariamente diffamatorio, ritengo
però che avrebbero dovuto
approfondire meglio i ri-
assolutamente inadeguata dei criteri di cui occorre invece tener conto per la valutazione della prestazione sanitaria odontoiatrica, ingenerando nell'utenza la propensione alla scelta di prestazioni professionali incidenti sulla propria salute sulla base di un mero criterio economico e non fondato sulla valutazione di standard qualitativi e di assistenza nel tempo che nel nostro Paese sono garantiti al paziente per
tradizione e formazione specialistico-professionale ed in osservanza
degli obblighi di legge;
i servizi televisivi ingenerano altresì nell'utenza una erronea rappresentazione sulla stessa adeguatezza ed economicità complessiva
della prestazione resa all'estero, in quanto non evidenziano che, al di
là dell'appropriatezza dell'intervento ivi svolto, la prestazione sanitaria
resa nel Paese terzo non garantisce al paziente la fruizione di servizi
altrettanto fondamentali quali la prevenzione, l'assistenza post intervento di breve e lungo periodo e il controllo periodico dello stato di
salute del cavo orale anche a prevenzione di patologie correlate (ad
esempio neoplasie del cavo orale);
il settore odontoiatrico italiano è, contrariamente all'impressione che i
servizi televisivi paiono avere inteso ingenerare negli utenti, espressione di livello universalmente riconosciuto sotto il profilo tecnico-professionale in ambito europeo ed internazionale (prestigio, tradizione
specialistica, e livello di ricerca e sviluppo tecnologico che non risultano essere altrettanto riferibili ai Paesi terzi in questione);
considerato che:
il settore odontoiatrico italiano occupa circa 56.000 odontoiatri,
28.000 odontotecnici, 6.000 igienisti, oltre a tecnici, infermieri, ausiliari, dipendenti di strutture e studi professionali (tra cui ad esempio
80.000 assistenti alla poltrona odontoiatrica) e relativo indotto;
il settore odontoiatrico italiano genera attualmente per la distribuzione
industriale un fatturato di oltre 1.200.000.000 euro e produce, attraverso le prestazioni rese ai pazienti, un gettito fiscale di circa
20.000.000.000 euro;
il danno generato da prestazioni odontoiatriche inadeguate a livello di
prevenzione, di intervento e di assistenza post intervento di breve e lun-
>
Fabio Rizzi
svolti qualitativi, prima di
danneggiare una categoria
come quella odontoiatrica,
che avrà certamente al proprio interno molte mele
marce, come tutte le categorie, ma anche una stragrande maggioranza di professionisti seri, preparati e con
tariffari proporzionati alla
qualità delle prestazioni.
(LONGO) Pare che il turismo odontoiatrico riguardi
l’1% della popolazione. Tu
vedi crescere in prospettiva
questo fenomeno?
(RIZZI) Purtroppo sì e anche molto rapidamente.
Occorre che l'informazione
sia corretta e la filiera del
dentale si muova unitariamente per contrastare questi
fenomeni e soprattutto le
direttive europee, ormai
prossime e destinate ulteriormente a deprofessionalizzare i nostri operatori per
uniformare, nel nome del
costo, il livello verso il basso.
Il tavolo unitario che con
l'onorevole Salvini e con te
avevamo tentato di istituire
è ancora attuale e la nostra
disponibilità immutata.
Attendiamo che le associazioni siano mature per accettare la sfida, se non sarà
troppo tardi.
>
Mario V. Longo
All’inizio del 2012 si era tenuto un Forum – voluto da
Unidi e dall’associazione no
profit Octopus Brain – durante il quale si era fatto il
punto sulle problematiche
del dentale. All’incontro avevano partecipato molte delle
forze politiche in campo,
nonché l’Università e diverse associazioni di categoria,
Andi compresa con il suo
presidente
Gianfranco
Prada. Un incontro che aveva saputo raccogliere non
pochi stimoli e molti interventi qualificati, di livello alto.
Purtroppo le vicende politiche del nostro Paese hanno
reso difficile nel breve periodo concretizzare i buoni propositi espressi in quell’occasione. Ci si augura che lo si
possa fare a partire da subito. E questo a prescindere
dalla specifica questione
“turismo dentale”.
Con l’articolo pubblicato in
questa pagina Italian Dental
Journal intende iniziare a far
la cronaca dei fatti e dare
voce alle persone che hanno la responsabilità di ridare
spinta competitiva al dentale
e l’onere/onore di tutelare la
professionalità di quanti vi
operano.
go periodo incide drasticamente sul sistema sanitario nazionale, anche
in relazione agli effetti correlati allo stato di salute generale del paziente;
tale danno evidentemente determina un pregiudizio esclusivamente per
il sistema interno, non potendo generare obbligazioni assistenziali a carico del Paese terzo ove è avvenuto l'intervento odontoiatrico,
l'interrogante chiede di sapere:
se il Governo intenda intervenire, ed in quali termini, in ordine alla diffusione verso l'utenza televisiva (per di più di un programma di grande popolarità tra il pubblico) di dati privi di fondamento scientifico,
idonei ad ingenerare nell'utenza una errata rappresentazione di servizi essenziali per la salute del cittadino;
se intenda intervenire, ed in quali termini, in ordine all'utilizzo improprio dello strumento televisivo nel trattare tematiche di primaria rilevanza e costituzionalmente tutelate, quali la salute dei cittadini, in termini a giudizio dell'interrogante assolutamente privi di valore scientifico e pertanto impropri rispetto alla collocazione e natura del programma di intrattenimento e delle competenze dei suoi autori e conduttori, che pure paiono intendere presentarsi quali fonti autorevoli e di
orientamento per l'utenza pubblica;
se intenda chiedere chiarimenti in ordine ai motivi per i quali, a fronte
peraltro della notoria situazione di contingenza economica che ha già
fortemente colpito lo sviluppo produttivo del Paese, ed in particolar
modo il settore odontoiatrico, una trasmissione di una rete televisiva
italiana si sia rivolta in termini apertamente pregiudizievoli rispetto ad
una categoria professionale italiana ed alla relativa filiera, a favore di
operatori di Paesi terzi;
se intenda intervenire, ed in quali termini, per riequilibrare la correttezza
informativa a tutela della professionalità, dell'operato e della redditualità
della filiera del settore odontoiatrico italiano, che risulta gravemente pregiudicato dal fenomeno del cosiddetto turismo dentale e - conseguentemente - da rappresentazioni che paiono avere l'effetto di supportare
tale fenomeno, a discapito non solo degli interessi della categoria professionale, ma anche e soprattutto della salute pubblica, con i relativi riflessi sul sistema sanitario, produttivo ed economico nazionale.
13
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DENTAL PRESS
DentalAcademy «registra»
mille utenti e 150 casi clinici
Continua l’attività del “portale dei casi clinici” grazie al contributo
degli utenti, che inviano alla redazione i resoconti più interessanti
della loro attività clinica e li vedono pubblicati su web e newsletter
I
l portale DentalAcademy
ha tagliato il traguardo
dei suoi primi mille
iscritti: ogni martedì, quando la redazione invia tramite
newsletter l'anticipazione dei
nuovi contenuti del sito, si
moltiplicano gli accessi e le
registrazioni degli odontoiatri sul web.
Sicuramente uno dei fattori di
successo di DentalAcademy –
oltre naturalmente alla bontà
dei contenuti proposti – è la
sua gestione a livello professionale: lo realizza un editore
scientifico – Griffin – che mette a disposizione del portale
due giornalisti professionisti,
un web editor e la stessa struttura che da anni pubblica
Italian Dental Journal. Non
un sito amatoriale quindi, ma
un prodotto editoriale a tutti
gli effetti.
«L'idea di creare una piattaforma web per lo scambio
di esperienze cliniche su
singoli casi trattati in studio
è nata verificando tra gli
odontoiatri proprio questa
necessità di confronto a livello di "real life dentistry",
di pratica clinica quotidiana
– spiega l'editore Paolo
Pegoraro –. I mille utenti
registrati e i 150 casi clinici
pubblicati ci dicono che il
progetto è stato apprezzato
e stimolano la Casa editrice
ad aumentare il suo impegno verso l'editoria online».
Nell'editoria rivolta al pubblico i grandi giornali hanno
intrapreso un percorso di integrazione tra cartaceo e digitale creando testate online
anche profondamente diver-
I NUMERI DI DENTAL ACADEMY
• 155 casi clinici pubblicati
• 1.100 utenti registrati
• 9.000 visitatori unici al mese (numero di visitatori contati una sola volta)
• 32.000 visualizzazioni di pagina al mese
se dall'edizione in edicola.
DentalAcademy rappresenta
il primo consistente esempio
di questo tipo nell'editoria
professionale.
Rcs pensa a implementare
ilcorriere.it investendo su
questo progetto risorse finanziarie e professionali,
mentre mette in conto di
chiudere a breve riviste anche ricche di un glorioso
passato (si parla addirittura
di tutta l'area periodici). Lo
stesso accade per le riviste
odontoiatriche.
«Il 2012 ha mostrato con
chiarezza la crisi della comunicazione tradizionale nel
nostro settore, quello odontoiatrico: chiudono o stanno
per chiudere molte testate
storiche, e a chi resta tocca in
eredità il compito di sapersi
trasformare, per sopravvivere ma anche per darsi un
senso – commenta Pegoraro
–. Noi lo stiamo facendo, credo, con l’abbinamento di
Italian Dental Journal a
DentalAcademy, che si è ormai affermato come la novità digitale nella comunicazione scientifica professiona-
PUBBLICA ANCHE TU
IL TUO CASO CLINICO
INVIA TESTO E FOTO A [email protected]
SEGUI LE ISTRUZIONI SUL SITO
CLICCANDO IL PULSANTE
le in odontoiatria». Il modello però non è replicare il
giornale cartaceo: «non credo al modello del sito che
scimmiotta, in qualche modo, la testata cartacea – sottolinea il direttore di Italian
Dental Journal –. Occorre
avere il coraggio (e la voglia,
nonché la capacità) di proporre online qualcosa di
nuovo. Mi auguro solo che i
fatti ci diano ragione e che
anche il marketing odontoiatrico, in alcune realtà aziendali non troppo innovativo,
intuisca le potenzialità delle
nuove tecnologie».
DentalAcademy per ora riesce ad essere gratuito e a libero accesso perché sostiene
i propri costi attraverso la
pubblicità delle aziende del
dentale. «Gli odontoiatri –
conclude Paolo Pegoraro –
hanno ora a disposizione il
mezzo digitale che molti
stanno ancora cercando (inserzionisti compresi).
Occorre far loro sapere che
la ricerca è finita».
IL PARERE DEGLI UTENTI
Dottor Boschini, sappiamo
che lei è molto attivo sulla
rete: oltre a DentalAcademy
frequenta il forum di
Dentisti Italia e utilizza
Facebook anche a scopo
professionale. Considera
questi mezzi un passatempo
o uno strumento di lavoro?
Per quanto mi riguarda questi mezzi sono sia uno strumento di lavoro che un passatempo. Sicuramente l'era
multimediale che stiamo vivendo ora porta sempre più
a fare utilizzo di dispositivi
che consentono di viaggiare
in rete, anche da parte di
utenti non più giovani ed
appartenenti a qualsiasi ceto
sociale. Oramai tutti navigano in internet, da un computer di casa come da un telefonino o un tablet.
Pertanto, a differenza di come si faceva una volta, se ci
viene in mente un quesito
chiediamo immediatamente
aiuto alla rete. Questo vale
tanto di più per certi servizi,
come ad esempio quello turistico, ma ormai anche la
sanità ne è rimasta coinvolta.
L'analisi e il computo delle
parole chiave ricercate sui
principali motori di ricerca
conferma come tanti utenti/pazienti e medici cerchino
conforto e confronto dalla
rete.
È esperienza abbastanza comune tra i dentisti quella di
iniziare ad affacciarsi al
mondo di internet per socializzare con i colleghi e ampliare, di conseguenza, il
proprio bagaglio culturale e
professionale sulla base di un
costruttivo scambio di opinioni. Teniamo conto che il
dentista medio vive per la
maggior parte del tempo
chiuso all'interno del proprio studio e la rete offre una
possibilità di evasione. Una
volta che ci si inizia ad orientare in rete, si scopre che in
ogni social network, in ogni
forum, in ogni blog e in ogni
portale c'è il modo di parlare
di denti con colleghi di tutta
Italia e di tutto il mondo.
Questo aspetto fa vivere al
dentista una esperienza ludica e spesso appagante, con la
presentazione dei propri casi
>
e delle proprie idee al mondo odontoiatrico.
L’esposizione in rete determina di conseguenza visibilità e la visibilità porta contatti. È così che poi il lato ludico diventa necessariamente anche professionale. Il ritorno in termini di lavoro
alla poltrona è però minimo
e non proporzionato al tempo speso, pertanto non può
che essere considerato un
aspetto secondario a quello
ludico.
Un'ultima considerazione riguarda la possibilità di consigliare i pazienti rispondendo alle domande che pongono su alcuni portali che consentono di interfacciare medico e paziente (ad esempio
Dentisti Italia). Rispondere a
queste domande in maniera
totalmente gratuita e senza
secondi fini è, per quanto mi
riguarda, estremamente gratificante. Dà come la sensazione di fare volontariato
con la comodità di restarsene a casa, sapendo di fare comunque un servizio utile per
la comunità.
Ha pubblicato due casi molto
particolari su DentalAcademy.
Si tratta di tecniche certamente non tradizionali. Perché
questa scelta?
Semplicemente ritengo che la
pubblicazione dei casi clinici
su portali dedicati agli operatori del settore consenta una
maggior, e decisamente più rapida, divulgazione delle proprie idee. Le pubblicazioni
scientifiche su riviste specializzate forniscono scientificità,
danno lustro e hanno decisamente un altro peso culturale,
ma hanno una propagazione
lenta, impongono certi format
e richiedono sicuramente uno
sforzo maggiore per la pubblicazione. Inoltre tantissimi colleghi confessano di non essere
così attenti alla consultazione
della letteratura scientifica,
preferendo canali di aggiornamento più semplici e immediati come la visualizzazione di
casi clinici presenti in rete o la
frequenza a corsi e convegni.
Da queste considerazioni ne
consegue che tanto più è particolare l'argomento che si vuole
promuovere, tanto maggiore
deve essere la diffusione attraverso mezzi che siano alla portata di tutti. Occupandomi di
autotrapianti e reimpianti
dentari, e volendo promuovere
la tecnica, mi sarebbe occorso
uno sforzo decisamente maggiore e un tempo molto più
lungo se avessi sfruttato i canali convenzionali della letteratura scientifica rispetto alla divulgazione dell'argomento in
rete. Inoltre credo che la presentazione di questi casi via internet li avvicini molto di più
alla realtà clinica rendendoli
meno surreali. Tramite la rete
sono riuscito a trasformare la
diffidenza nei confronti degli
autotrapianti in curiosità e ora
sempre più colleghi vogliono
partecipare ai miei corsi sull'argomento.
Luca Boschini
Come utilizzare in maniera
deontologicamente corretta
ciò che si vede e si legge su
DentalAcademy?
DentalAcademy è una bellissima realtà nascente che consente di inferfacciare i colleghi. Lo spirito di chi vi partecipa è quello di mostrare agli
altri ciò che si sa fare meglio e
in questo non c'è nulla di
deontologicamente scorretto.
Se tutti contribuissimo avremo la possibilità di creare una
splendida libreria di casi clinici dai quali attingere in caso
di necessità.
Non credo che ci siano i presupposti per un utilizzo scorretto del portale, anche perché
il target riguarda i soli professionisti del settore. Il rischio di
abusi, di comportamenti non
etici, o comunque deontologicamente scorretti, è sicuramente maggiore per quei siti
che hanno un target misto di
medici e pazienti, laddove
qualche professionista volesse
sfruttare il mezzo per fini personali e non per produrre
informazione, come in realtà
dovrebbe essere.
FOCUS ON
<< <<
LASER
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Odontoiatria laser italiana
all’avanguardia nel mondo
La competenza della scuola italiana è stata riconosciuta dalla Federazione
mondiale odontoiatria laser, che ha eletto Carlo Fornaini alla presidenza.
Intanto questa tecnologia entra sempre di più nella routine clinica
A presiedere la Federazione mondiale odontoiatria laser
(Wfld) è stato eletto l’italiano Carlo Fornaini, professore a contratto all'università di Parma, che ricoprirà la carica nel biennio 2014-2016. La società scientifica è presente in 65 paesi e
riunisce gli odontoiatri che utilizzano la tecnologia laser.
La nomina di Fornaini è avvenuta quest’anno a Barcellona,
dove si è tenuto il tredicesimo congresso della Wfld. Già rappresentante per l'Italia, poi tesoriere della divisione europa e
negli ultimi due anni tesoriere generale della Wfld, Carlo
Fornaini entrerà in carica durante il congresso di Parigi del
2014 e cederà il testimone a Tokyo nel 2016. Italian Dental
Journal gli ha chiesto un approfondimento su questo approccio odontoiatrico dal forte contenuto tecnologico e dalle applicazioni sempre più numerose.
Dottor Fornaini, da quanto
tempo il laser è utilizzato in
odontoiatria?
Il laser fu utilizzato per la prima volta in odontoiatria da
Goldman nel 1964 e, per molti
anni, il suo impiego è stato limitato alla chirurgia dei tessuti
molli dove, con il passare degli
anni, sono state proposte via
via varie lunghezze d’onda
(CO2, Nd:Yag, Argon, Diodo,
Ktp).
Ma è nel 1990 che avviene la
grande rivoluzione: un fisico e
un odontoiatra tedeschi, Hibst
e Keller, dimostrano per primi
l’utilizzo del laser a erbio per
trattare i tessuti duri dentali e
propongono quindi questa
lunghezza d’onda come alternativa ai normali strumenti ro-
tanti in odontoiatria conservativa. La scoperta ha suscitato
un grande interesse da parte
degli odontoiatri verso questa
nuova tecnologia, come dimostra l’aumento esponenziale
del numero delle pubblicazioni scientifiche su questo tema.
Quali tipi di dispositivi si utilizzano?
A grandi linee possiamo dividere gli apparecchi usati attualmente in odontoiatria in due
grandi gruppi: quelli a bassa
intensità, comunemente chiamati “softlaser”, usati per la
biostimolazione e la terapia
antalgica, e quelli a potenza più
elevata, che siamo oggi in grado di utilizzare in quasi tutte le
branche della nostra specialità.
Dico quasi perché in implantologia e in protesi non è ancora possibile il suo utilizzo in
tutte le fasi cliniche, anche se ci
siamo ormai molto vicini.
Le lunghezze d’onda disponi-
bili sul mercato sono molteplici, anche se le più utilizzate sono quattro-cinque al massimo
e anche se la riduzione della
durata dell’impulso fa in modo
che una lunghezza d’onda si
possa utilizzare in qualsiasi tipo di tessuto e di situazione clinica.
C’è stata un’evoluzione tecnologica negli ultimi anni?
C’è stata un’evoluzione terribilmente veloce, sia per quanto
riguarda le caratteristiche tecniche, che sulle dimensioni e il
costo. Si figuri che il mio primo laser a diodi era grande come un servomobile, oggi sono
come un iPod e costano un
quarto rispetto ad allora; e parliamo di non più di quindici
anni fa.
A mio avviso però, come dicevo prima, i progressi maggiori
si sono avuti nella riduzione
della durata dell’impulso. Mi
spiego meglio: il primo laser,
CONGRESSO FEDERAZIONE
MONDIALE DI ODONTOIATRIA LASER:
A BRUXELLES NEL 2013
>
La delegazione italiana al congresso Wfld di Barcellona
A sinistra Carlo Fornaini, incoming president della Federazione
mondiale odontoiatria laser (Wfld); a destra l'attuale presidente, il
brasiliano Aldo Brugnera
Nel 2013 il congresso della Federazione mondiale odon11 e 12
toiatria laser (Wfld) si terrà a Bruxelles, in Belgio, l’1
luglio, con il suggestivo titolo “Let there be light!”. Carlo
Fornaini sarà il presidente del comitato scientifico e ci ha
dato qualche anticipazione sulla struttura che avrà questa
manifestazione scientifica.
«Lo sforzo del comitato scientifico internazionale che ho
l’onore di presiedere – dichiara il dottor Fornaini – sarà
quello di favorire la partecipazione, come relatori, soprattutto dei giovani. In questo senso abbiamo pensato, oltre
naturalmente alla sessione poster, anche a una sessione di
comunicazioni cliniche brevi in cui si possano trattare uno
o due casi clinici. Questo proprio per dare la possibilità anche a coloro che, pur utilizzando il laser nella pratica quotidiana, non sai sentano ancora in grado oppure non siano
interessati al coinvolgimento in una relazione scientifica vera e propria. Colgo l’occasione per rivolgermi proprio ai
giovani colleghi che hanno appena iniziato a utilizzare il laser nella loro professione odontoiatrica, per dire loro di vivere la vita delle associazioni scientifiche, quelle nazionali
ma soprattutto quella internazionale. Come? Proprio partecipando ai congressi, leggendo gli articoli delle riviste,
presentando lavori e impegnandosi a crescere e a far crescere gli altri attraverso il confronto e il dialogo».
(Per informazioni: www.wfldbrussels2013.com)
>
R. T.
15
<< <<
FOCUS ON
LASER
CASO CLINICO
Disinclusione di soprannumerario
incluso con utilizzo di laser Er:Yag
>
quello a rubino costruito da
Maiman nel 1960, emetteva
degli impulsi di un millisecondo; quelli che usiamo oggi noi
odontoiatri arrivano al massimo a microsecondi, ma in
campo industriale, con i laser a
zaffiro-titanio, si può arrivare
ai picosecondi e ai femtosecondi, questi ultimi pari a un milionesimo di miliardesimo di
secondo. Detto così sembra
una cosuccia, ma pensi che se,
ad esempio, paragoniamo un
picosecondo a un secondo, è lo
stesso rapporto che c’è tra un
secondo e tremila anni.
Questa tecnologia degli impulsi cosiddetti “ultra-corti” è già
utilizzata in oftalmologia e io
sono convinto che l’avremo
presto a disposizione anche
noi odontoiatri. Il problema
oggi è solo rappresentato dal
costo dell’apparecchiatura.
Ci può descrivere, da un punto di vista estremamente pratico, le principali applicazioni
del laser in odontoiatria?
Beh, come dicevo, storicamente esso è stato utilizzato per la
prima volta nella chirurgia dei
tessuti molli, e ancora oggi
questa è una delle sue principali applicazioni. I vantaggi, rispetto al taglio a lama fredda,
sono molteplici: il campo operatorio asciutto grazie all’azione emostatica consente di evitare l’uso delle suture; l’effetto
antalgico spesso permette di
eliminare l’uso dell’anestesia e,
insieme all’effetto antibatterico, può limitare l’uso dei farmaci dopo l’intervento; la biostimolazione garantisce un più
rapido processo di guarigione.
I tipi di intervento sono quelli
classici, dalla gengivectomia all’asportazione di frenuli, di lesioni benigne (papillomi, fibromi, mucoceli), fino alla chirurgia pre-protesica. Oggi è
possibile anche la decontaminazione a cielo coperto delle
tasche parodontali e anche dei
canali radicolari, in associazione con agenti come ipoclorito
ed Edta.
Un’altra applicazione, oggi
molto richiesta nei nostri studi, è lo sbiancamento dentale:
in questo caso il laser attiva il
gel di perossido d’idrogeno aumentandone l’efficacia, tanto
che in una sola seduta è possibile il raggiungimento di ottimi risultati. Con i laser a Erbio
è possibile il trattamento dei
tessuti duri, e quindi esso può
Carlo Fornaini
essere usato in odontoiatria
conservativa in alternativa ai
normali strumenti rotanti. I
vantaggi, oltre a quelli descritti
prima legati alla biostimolazione, all’effetto antalgico e alla
decontaminazione del campo
operatorio, comprendono anche un aumento dell’adesione,
sia in termini di resistenza
meccanica che di ridotta microinfiltrazione. Con il laser, il
cui spot è minore di un millimetro, si riesce veramente a
praticare un’odontoiatria minimamente invasiva.
Gli stessi vantaggi sono presenti quando si lavora sull’osso, le indicazioni sono quelle
della chirurgia minore (apicectomie, ottavi inclusi, tori
mandibolari e mascellari, allungamento di corona clinica), ma anche interventi più
importanti (osteotomie, elevazione del seno mascellare, trattamento chirurgico delle
osteonecrosi).
Particolarmente interessante
risulta il trattamento delle lesioni vascolari come emangiomi e linfangiomi secondo
la tecnica della fotocoagulazione la quale, essendo effettuata a distanza e non a contatto con la mucosa, evita il rischio di complicanze emorragiche: l’energia erogata sotto
forma di calore fa coagulare il
sangue all’interno della lesione, la quale diviene progressivamente più chiara fino a
scomparire del tutto nel giro
di qualche giorno.
Qual è la situazione in Italia riguardo all’applicazione di
queste tecnologie?
Debbo dire che in ambito internazionale i laser-odontoiatri
italiani si collocano in ottima
posizione, con numerose équipe molto attive sia a livello clinico che scientifico, presenti
con pubblicazioni e ricerche
nelle più importanti riviste di
settore.
Pensi che al congresso mondiale di Barcellona del maggio
scorso, dopo le due squadre
storicamente più grandi,
Brasile e Giappone, e ovviamente agli spagnoli, le delegazione più numerosa era la nostra. E non è un caso se il presidente eletto della federazione
mondiale e quello della divisione europea sono entrambi
italiani.
Renato Torlaschi
>
Fig. 1: laser Er:Yag Syneron Light Touch in funzione
> Fig. 2: TC Dental Scan del mascellare inferiore con sezioni che evidenziano la posizione del soprannumerario incluso
>
Fig. 3: opercolizzazione con laser
>
Fig. 4: radiografie endorali del caso
Parametri di utilizzo:
Laser Er:Yag 2940 nm
Modalità d’emissione: free-running
pulsed mode
Tip (punta): diametro 1.00 mm,
lunghezza 17.00 mm
Potenza: 4 Watts
Frequenza: 20 Hz
Energia: 200 mJ
Spray aria-acqua
Un paziente di sesso maschile, 51 anni in buona salute,
giunge alla nostra osservazione. In precedenza era stato visitato in ambiente ospedaliero e gli era stata prospettata un’avulsione dentaria in narcosi di elemento
incluso soprannumerario
posizionato in clinostatismo
trasversale sotto l’elemento
44.
Decidiamo per un intervento che prevede l’uso del laser
Er:Yag Syneron Light Touch
per effettuare la disconnessione delle fibre connettivali
e per l’opercolizzazione os-
sea.
L’intervento, dopo attenta
valutazione con TC Dental
Scan, appare complicato
dalla posizione dell’apice del
soprannumerario in concomitanza con la fuoriuscita
del nervo alveolare inferiore
dal forame mentoniero; la
porzione coronale del soprannumerario ha contestualmente eroso la corticale
linguale.
La mancanza di vibrazioni
(il laser opera con un concomitante getto di spray ariaacqua ma mai in contatto
diretto con i tessuti ossei) e
Giuseppe Iaria esercita la libera professione a Brescia ed è
docente nei corsi di perfezionamento sui laser delle università
di Genova, Roma e Firenze
>
la visibilità ottenuta grazie
alla vaporizzazione dei tessuti aderenziali e dei residui
follicolari, hanno permesso
un’avulsione atraumatica e
sicura dell’elemento soprannumerario.
La lunghezza d’onda di 2940
nm del laser Er:Yag permette
di ottenere oltre alla rimozione di tessuto alterato o
infetto con poca perdita di
tessuto sano circostante, anche una riduzione dei tempi
chirurgici e perciò dell’esposizione durante l’intervento.
È inoltre possibile indurre
sanguinamento creando mi-
cro fori nell’osso per esporre
i piccoli vasi che lo percorrono. Il disconfort è ridotto
al minimo o assente grazie
alla mancanza di vibrazioni
sul tessuto osseo causate invece da altra strumentazione, e si notano guarigioni
con minore sintomatologia
post-operatoria.
Si può concludere che questi
laser rappresentano mezzi
sicuri, efficienti e precisi per
l’uso in chirurgia orale sui
tessuti ossei.
FOCUS ON
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LASER
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Journal of Clinical Periodontology 2012
ge e la disinfezione delle tasche
parodontali, sebbene con risultati ancora molto controversi.
La reale efficacia clinica delle
terapie laser in parodontologia,
paragonati con la sola procedura causale parodontale, non è
stata accertata e, anzi, un consensus report del 2011 indica il
trattamento laser limitato al solo curettage delle tasche parodontali come non efficace. Il dibattito viene poi aumentato
dalla mancanza di veri e propri
protocolli e dalla grande disomogeneità degli studi condotti,
in termini di tipologia di laser,
variabilità di lunghezze d’onda
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FOCUS ON
LASER
Journal of Lasers in Medical Sciences 2012
Laser fotoablativo e fotodinamico
nella terapia parodontale
Arriva da un gruppo italiano
uno studio clinico randomizzato che per primo verifica l’utilità della terapia combinata di
laser con effetto fotoablativo e
fotodinamico.
Uno dei problemi più importanti legati al trattamento della
malattia parodontale è la difficoltà di rimuovere completamente i batteri parodontopatogeni dalle tasche, portando a
meccanismi capaci di favorire
recidive e cronicizzazione della
patologia. Per risolvere questo
problema è stato proposto il laser a diodi per la rimozione di
placca e tartaro e per il curetta-
17
e parametri impiegati, differenze nel disegno terapeutico.
Lo studio italiano prevedeva
l’impiego di due modalità di
laser a diodi: una prima di tipo
fotoablativo, ossia ad alta energia, in grado di rimuovere il
tessuto patologico, e una seconda fotodinamica, previo
utilizzo locale di blu di metilene, in grado di detergere ed
esplicare effetto antibatterico.
Lo studio aveva come scopo
valutare l’azione coadiuvante
del trattamento laser (in sequenza, fotoablativo e fotodinamico) dopo procedure standard di igiene orale professio-
nale (scaling e root planing),
nel trattamento della parodontite cronica.
Lo studio prevedeva il reclutamento di pazienti parodontopatici, con almeno 2 denti con
al minimo un sito con tasca tra
i 4 e i 10 mm di profondità in
ciascuno dei due quadranti
dell’arcata superiore (I e II
quadrante) e un minimo di 5
denti naturali in ciascuno dei
quadranti oggetto di studio. 26
soggetti hanno preso parte allo
studio e i quadranti superiori
sono stati allocati, tramite randomizzazione, in una delle due
possibilità di trattamento.
1- Ablazione e levigature convenzionali più terapia laser, in
cui, dopo la valutazione clinica
e di laboratorio al baseline, veniva effettuato un trattamento
iniziale con laser fotoablativo
(a 810 nm). Seguiva poi, settimanalmente, trattamento con
laser ad azione fotodinamica (a
635 nm). Le sedute di quest’ultimo andavano da 4 a 10, fino
alla normalizzazione di alcuni
parametri clinici.
2- Ablazione e levigature convenzionali più terapia laser “fittizia”: gli stessi laser venivano
passati sul sito spenti.
I parametri considerati per verificare l’efficacia dei due trattamenti erano di tipo clinico
(profondità di tasca, perdita di
attacco clinico e indice di sanguinamento) e di laboratorio
(citofluorescenza su esfoliati,
livelli di contaminazione batterica, di polimorfonucleati, di
eritrociti e di cellule epiteliali
danneggiate).
I risultati hanno mostrato con
elevata significatività statistica
come, a un anno, i siti test paragonati ai controlli presentavano una forte riduzione della
profondità di tasca e della perdita di attacco, con un guadagno differenziale di 1.9 mm e
1.7 mm rispettivamente, nonché un guadagno nella riduzione dell’indice di sanguinamento del 33.2%. La contaminazione batterica, soprattutto
da parte delle spirochete, il numero di polimorfonucleati e di
eritrociti risultavano anch’essi
diminuiti dopo un anno.
Il decorso post-operatorio è
stato in tutti i casi senza complicanze; alcuni pazienti riportarono solo un lieve fastidio
durante il trattamento.
È in particolare la riduzione
nei polimorfonucleati, osservata nel trattamento test, che
pare essere associata maggiormente agli effetti del laser a
diodi, applicato in sequenza in
modalità fotoablativa e fotodinamica, modulando i livelli tissutali di molecole coinvolte
nell’infiammazione del tessuto
e del rimodellamento osseo. Lo
studio però non permette di
dire quale modalità laser sia
migliore. È tuttavia plausibile
pensare a un effetto sinergico
capace di dare risultati clinici
ottimali.
L’utilizzo di laser fotoablativo
può far nascere preoccupazioni di sicurezza, legate alla difficoltà di controllare i suoi effetti sui tessuti gengivali. Il settaggio ottimale dei parametri e
l’esperienza dell’operatore sono allora cruciali nel ridurre la
possibilità di danni iatrogeni.
Elena Varoni
Giannelli M, Formigli L, Lorenzini
L, Bani D. Combined photoablative
and photodynamic diode laser therapy as an adjunct to non-surgical
periodontal treatment: a randomized split-mouth clinical trial. J Clin
Periodontol 2012;39(10):962-70.
Incidenti e danni iatrogeni
del laser in odontoiatria
La tecnologia laser si presta a
un’ampia gamma di utilizzi in
odontoiatria, riduce il sanguinamento in chirurgia, il dolore
post-operatorio e il tempo necessario per svolgere certe procedure e inoltre è generalmente
ben accetta da parte dei pazienti. È importante riconoscere
questi grandi vantaggi ma non
per questo bisogna trascurare
le problematiche legate alla sicurezza. Sono queste le premesse di un approfondimento
coordinato da Simarpreet
Singh e pubblicato recentemente sulle pagine del Journal
of Lasers in Medical Sciences.
Una prima categoria di rischi
include le potenziali lesioni
oculari che potrebbero derivare sia dalla luce emessa direttamente dal laser che dal
raggio riflesso. In caso di incidente, diverse strutture dell’occhio possono essere danneggiate e il danno è funzione
dell’assorbimento preferenziale delle diverse lunghezze
d’onda da parte di ciascuna
struttura dell’occhio. Le principali lesioni che possono verificarsi in caso di incidente
sono le bruciature della retina
o della cornea. Le prime sono
possibili quando le emissioni
avvengono nelle regioni spettrali della luce visibile e dell’infrarosso e anche raggi di
debole intensità possono rappresentare un pericolo a causa della focalizzazione operata
da cristallino e cornea. I danni potrebbero essere permanenti.
Un’altra categoria di possibili
rischi è costituita dai danni alla pelle e ai tessuti orali dovuti
all’interazione termica dell’energia radiante con le proteine
dei tessuti. Temperature elevate possono produrre la distruzione delle cellule denaturando gli enzimi cellulari e le proteine strutturali e interrompendo i processi metabolici.
Gli effetti termici di raggi con
lunghezze d’onda superiori ai
400nm possono causare necrosi
da
coagulazione.
Possono prodursi anche effetti
non termici ma indotti da
meccanismi fotochimici e fotoacustici. I raggi emessi dal
laser Nd:Yag a specifiche lunghezze d’onda possono penetrare in profondità e l’esposizione prolungata può produrre necrosi termica non rilevabile in superficie.
Esiste poi un’altra categoria di
rischi non legati direttamente
Solo cinque studi hanno però
soddisfatto i criteri di inclusione stabiliti. Tutti hanno riportato miglioramenti sia nei parametri clinici che microbiologici nei pazienti trattati con laser Er:Yag. La meta-analisi non
ha evidenziato differenze significative tra i pazienti trattati
con il laser e coloro che hanno
ricevuto la tradizionale terapia
di scaling e root planing: guadagno d’attacco clinico, riduzione della profondità delle tasche parodontali e diminuzione della recessione gengivale
sono risultati simili.
Gli articoli esaminati forniscono buone indicazioni relativamente alla sicurezza, infatti
non riportano alcun effetto
collaterale o reazione avversa
né durante l’irradiazione né
lungo il periodo di controllo
per le energie e i protocolli clinici usualmente adottati nell’utilizzo del laser a erbio. Gli autori accennano anche a una
possibile analisi del rapporto
tra costi e benefici e ovviamente, avendo rilevato un’efficacia
simile tra il trattamento con il
laser e le terapie tradizionali,
queste ultime si fanno preferire
in termini di costi.
Nel complesso, si segnala una
scarsità di studi scientifici in
materia e a questo proposito
Richard
Niederman, su
Evidence-Based Dentistry (2),
rivolge una domanda provocatoria alle aziende che producono dispositivi laser e che li propongono come alternativa a
pulizia sottogengivale e levigatura radicolare.
«Dato che cinque revisioni sistematiche condotte sull’argomento negli ultimi sette anni
non hanno mostrato una superiorità del trattamento con il laser – chiede Niederman – perché i produttori si aspettano
che i clinici lo preferiscano? Le
aziende dovrebbero investire in
studi clinici di alta qualità che
forniscano risultati utili per
motivare tale scelta».
Lasers in Medical Science 2011
Laser a erbio
e parodontite
Nei pazienti affetti da malattia parodontale cronica, il
trattamento con il laser a erbio (Er:Yag) è più efficace del
classico trattamento di pulizia
sottogengivale e levigatura radicolare? Se questa è la domanda, di grande interesse
per la parodontologia, la risposta non può che provenire
dalle evidenze scientifiche. È
così che Fabrizio Sgolastra,
Ambra Petrucci, Roberto
Gatto e Annalisa Monaco dell’università dell’Aquila hanno
deciso di avviare una revisione sistematica della letteratura i cui risultati si possono
leggere su Lasers in Medical
Science (1).
Pulizia sottogengivale e levigatura radicolare – scaling e root
planing – hanno ampiamente
dimostrato la loro efficacia e si
sono affermate come approccio gold standard nelle parodontiti croniche. La ricerca di
nuove strategie è motivata da
alcune limitazioni quali la difficoltà di accesso alle tasche parodontali profonde, solchi e
forcazioni. D’altronde il laser a
erbio è già utilizzato in odontoiatria, principalmente in conservativa dove in modo del tutto indolore consente la realizzazione di cavità particolarmente piccole. La sua efficacia
nella rimozione di placca e tartaro intorno e al di sotto della
linea gengivale e nella levigatura delle superfici della radice
sono state provate in vitro, tuttavia l’efficacia clinica del laser
Er:Yag resta controversa.
Su questa base, i ricercatori
aquilani hanno seguito le raccomandazioni della Cochrane
Collaboration e hanno aderito
alle linee guida Quorom
Statement
(Quality
of
Reporting of Meta-analyses)
per effettuare una revisione di
ineccepibile qualità scientifica
di tutti i contributi comparsi in
letteratura sul tema.
Renato Torlaschi
1. Sgolastra F et al. Efficacy of Er:Yag
laser in the treatment of chronic periodontitis: systematic review and
meta-analysis. Lasers Med Sci 2011
May 7.
2. Niederman R. Are lasers as effective as scaling for chronic periodontitis? Evid Based Dent 2011;
12(3):80-1.
al raggio laser ma alla respirazione di contaminanti prodotti dalla sua applicazione
chirurgica; possono essere generati dall’interazione termica con i tessuti oppure da
un’accidentale fuga di gas tossici dallo stesso laser.
In presenza di materiali infiammabili, il laser può esporre anche a rischi di combustione: solidi (carta, plastica,
resine), liquidi (etanolo, acetone, solventi) e gas (ossigeno, anestetici) utilizzati nel
setting odontoiatrico potrebbero infiammarsi ed emettere
fumi tossici. I ricercatori in-
diani raccomandano pertanto
l’impiego di materiali non infiammabili.
Ci sono infine i rischi connessi alla corrente elettrica che
alimenta i dispositivi laser.
Occorre quindi prestare particolare attenzione all’isolamento e delegare a personale
qualificato l’installazione delle apparecchiature. Inoltre, il
dentista o i suoi collaboratori
dovrebbero essere formati in
modo da saper effettuare
un’eventuale rianimazione
cardiopolmonare.
L’intento degli autori dell’articolo non è di demonizzare
una tecnologia che, anzi, offre
numerosi vantaggi, ma di sottolineare l’importanza della
prevenzione dei rischi. «La
medicina – dicono – è entrata
nell’era dell’alta tecnologia e
il laser odontoiatrico è una
porta verso questo nuovo
mondo. Ma dovrebbe esserci
uno sforzo per fornire la migliore preparazione ai dentisti
e ai membri dello staff nella
prevenzione degli incidenti e
per rendere i dispositivi più
sicuri».
Giampiero Pilat
Singh S, Gambhir RS, Kaur A,
Singh G, Sharma S, Kakar H.
Dental Lasers: A Review of Safety
Essentials. J Lasers Med Sci 2012;
3(3):91-6.
<< <<
EDUCATION & MEETING NEWS
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19
<< <<
Sviluppare il senso critico
in implantologia orale
Questa conoscenza comprende la padronanza di una buona tecnica operatoria e l'utilizzo di uno strumentario microchirurgico dedicato.
Il corso di alta formazione in implantologia orale del “Galeazzi” propone un
approccio etico alla pratica clinica. «I piani di cura devono essere codificati
dai clinici, non dal marketing delle aziende» afferma con forza Tiziano Testori
Le case implantari propongono differenti protocolli: il
successo della terapia dipende dalla capacità dell'operatore? Oppure è la tecnica a
fare la differenza, e non l'operatore?
Non è semplice valutare se
una tecnica sia o meno operatore-dipendente.
L'influenza dell'operatore
può essere scientificamente
dimostrata solo attraverso
studi multicentrici, in cui
tutto viene standardizzato e
la valutazione dei risultati è
affidata a un pool di ricercatori indipendenti. Va detto
che una tecnica chirurgia,
per essere proposta, deve poter essere eseguita da un ope-
Riparte nel 2013 il corso di alta formazione
in implantologia orale organizzato ogni anno dall'Istituto Ortopedico Galeazzi in collaborazione con l'Università degli Studi di
Milano: il programma è articolato in sette incontri tra febbraio e ottobre con didattica
frontale e sessioni video per analizzare nel
dettaglio le strategie diagnostiche e operative che portano alla risoluzione del problema clinico.
Il corso, a numero chiuso per 100 partecipanti, è presieduto dal professor Roberto
Weinstein , direttore della clinica odontoiatrica dell'Università di Milano, e diretto da
Tiziano Testori , uno tra i più noti chirurghi
orali del nostro paese. A coordinare il programma scientifico di questo percorso formativo sarà anche per questa edizione
Massimo Del Fabbro .
Italian Dental Journal ha intervistato Tiziano
Testori per approfondire alcuni dei temi di
cui si parlerà nel corso ma soprattutto per
fare il punto sull'implantologia di oggi tra
clinica, didattica e conflitti d'interesse.
Dottor Testori, un giovane
odontoiatra, anche tecnicamente preparato, è già in
grado di progettare un piano di trattamento implantologico adeguato?
L'implantologia non è una
disciplina ma è una tecnica.
L'odontoiatra può inserire
gli impianti nell'ambito di
un piano di cura complesso
solo se è molto preparato e
se conosce bene le discipline: protesi, conservativa,
>
parodontologia, gnatologia.
Purtroppo nel nostro programma accademico di studi l'integrazione di tutte
queste discipline è ancora
deficitaria. Questa integrazione si realizza ancora oggi
solo con i corsi post universitari e si raggiunge a pieno
solo lavorando in un gruppo interdisciplinare.
Il singolo odontoiatra non
possiede tutte le conoscenze
e le prospettive necessarie
per mettere in atto un piano
di cura complesso. Mai ad
esempio accingersi a realizzare un piano di cura complesso con la visione miope
di una sola arcata: casi complessi necessitano quasi
sempre di un intervento su
entrambe le arcate.
Con tanta umiltà, dopo 32
anni di professione, devo riconoscere che ho più dubbi
che certezze. E per comprendere sufficientemente i
piani di cura complessi ho
impiegato circa 10-15 anni
di duro studio e lavoro.
Qual è l'aspetto più critico
riguardo alla formazione
dei giovani?
La mission del giovane
odontoiatra, quello per cui
ha studiato, è salvare i denti. Non certo quella di
estrarli per inserire impianti, magari seguendo l'onda
di messaggi commerciali e
poco etici lanciati da grandi
aziende implantari.
Alcune tecniche di riabilitazione totale – che puntano a
far estrarre elementi sani,
che potrebbero essere salvati – sono proposti non dalla
comunità scientifica ma da
un marketing molto aggressivo delle case implantari,
finalizzato ad aumentare le
vendite degli impianti.
Il giovane odontoiatra non
deve trovarsi invischiato in
questa dinamica: deve essere eticamente preparato e
moralmente molto forte per
non cadere nella trappola di
piani di cura o di tipi di
trattamento codificati dalle
aziende invece che dai clinici.
Quello che cerchiamo di fare durante il corso è anche
fornire ai partecipanti gli
strumenti per sviluppare un
adeguato senso critico, anche nell'interesse dei loro
futuri pazienti.
Tiziano Testori
Il corso di alta formazione
propone allora, oltre all'aspetto didattico e clinico, un
forte messaggio etico. Cosa
significa diventare implantologi?
La figura dell'implantologo
non esiste. Esiste piuttosto la
figura del bravo odontoiatra
e riabilitatore, che utilizza gli
impianti per sostituire denti
mancanti.
Dopo tanti anni di corsi e
conferenze, sulla mia strada
non ho mai trovato un bravo
implantologo che fosse un
cattivo odontoiatra. Ho però
trovato cattivi odontoiatri
che automaticamente sono
cattivi implantologi. Questo
per dire che non si può pensare di praticare l'implantologia senza conosce a fondo
l'odontoiatria e la scienza di
base.
Il corso di alta formazione in
implantologia orale di
Milano cerca di dare una visione eticamente orientata
della professione e di spiegare ai partecipanti quali sono
le reali indicazioni della moderna implantologia, che è
basata sulla multidisciplinarietà e sul rispetto dei denti,
in un contesto di pluralità di
cure di cui l'implantologia
può essere una delle tante
opzioni, ma non l'unica. La
filosofia del gruppo del
Gaelazzi di cui faccio parte filosofia che ci è stata trasmessa dai nostri maestri - è
quella per cui «esiste una sola diagnosi, ma ci sono vari
piani di trattamento». E il
piano di trattamento, naturalmente, deve essere individualizzato alla persona.
Oggi si parla molto di tecniche mininvasive in implantologia. Come vanno inquadrate?
Le tecniche mininvasive
stanno prendendo sempre
più piede e rappresentano il
futuro della medicina e quello dell'odontoiatria. Devono
essere ben capite e utilizzate
secondo le giuste indicazioni.
Tecnica mininvasiva in implantologia non significa
sempre non aprire un lembo:
spesso, infatti, abbiamo ancora necessità di farlo.
Mininvasiva in implantologia
significa soprattutto conoscere a fondo le tecniche di base
per poter essere meno aggressivi e traumatici sui tessuti.
EDUCATION & MEETING NEWS
ratore con medie capacità,
non solo da chirurghi di livello eccellente.
Sono molto critico sui piani
di cura proposti dalle case
implantari, che dovrebbero
invece mettere a disposizione
dei clinici solo gli strumenti.
I piani di cura devono tornare ad essere appannaggio della comunità scientifica e dell'università, senza che intervengano mediazioni economiche. Le case implantari
vendono, gli educatori educano. Oggi purtroppo il messaggio dell'educatore si sta
svilendo: alcune case implantari - lo ribadisco - attuano
un marketing aggressivo,
grazie anche alla connivenza
di relatori prezzolati, che più
che educatori si rivelano dei
dimostratori. I peggiori si
trasformano addirittura in
venditori.
Andrea Peren
Spazio SMOM Onlus
www.smomonlus.org
[email protected]
Lo studio odontoiatrico
a San Marcos, in Perù
A San Marcos, popoloso villaggio sulle Ande Peruviane, Smom ha
concluso nel 2007 il suo primo progetto di sviluppo della salute orale
curando 4.680 bambini e lasciando un efficiente ambulatorio odontoiatrico e un laboratorio.
L’ambulatorio, impiantato nel 2003, si è reso autonomo in pochi anni e sono state effettuate 22.000 prestazioni fra interventi di prevenzione primaria e secondaria per i bambini delle scuole di San Marcos
e delle comunità d’altura.
L’odontoiatra Edoardo Mocchi vi è rimasto per 18 mesi e ha assunto
il personale locale che tutt’oggi conduce le attività a tutela della salute orale nella valle. Valeria, che ci scrive, è una di questi odontoiatri
volontari che ancora oggi frequentano lo studio per monitorare l’andamento delle attività e dare una mano.
La mia esperienza in Perù è stata a dir poco sensazionale. Ancora
oggi, dopo due mesi dal mio rientro, faccio fatica a tornare alla
quotidianità tanta è la nostalgia, tante sono le emozioni che mi ha
regalato questa esperienza.
Ho trovato San Marcos una cittadina molto accogliente e piacevole. L’assistente Rosita e il dottor Daniel ci hanno accolti con grande ospitalità e con particolare simpatia. Fin dal primo giorno ci siamo trovati in sintonia sia in campo lavorativo che fuori, tanto che
ancora oggi nutro nostalgia nei loro confronti. Altrettanto posso
dire del dottor Fabrizio Collamati, mio compagno di viaggio e guida fin dal primo giorno, la cui professionalità, disponibilità e piacevole compagnia sono in gran parte responsabili della positività
di questa esperienza. Anche le suore e il prete di San Marcos si sono dimostrati accoglienti e sensibili alle nostre esigenze.
In ambito lavorativo, dopo i primi necessari orientamenti, mi sono ben integrata e sono riuscita ad essere d'aiuto pur nella mia poca esperienza pratica. Anche l'approccio con i pazienti è stato da
subito molto spontaneo e piacevole. I loro visi sorridenti e i baci in
segno di riconoscenza dopo una seduta, la loro umiltà e sottomissione nel tenere la bocca aperta per ore senza emettere un gemito,
le loro strette di mano quando sdraiati sulla poltrona sentivano
dolore e qualche parola comprensibile come ''gracias mamy'', sono stati i regali più grandi.
Lo studio odontoiatrico è ben fornito e funzionale anche se, forse
è inutile ricordarlo, le condizioni igieniche non sono sempre ben
rispettate come da noi. Il dottor Daniel e Rosita portano avanti lo
studio con con passione e impegno ammirabile.
Infinito è ciò che mi hanno regalato le persone del posto, i compagni di lavoro, le meraviglie paesaggistiche peruviane, tanto che non
trovo altre parole per esprimerle. Vi ringrazio per avermi permesso di vivere questa esperienza indimenticabile, che mi ha formata
dal punto di vista odontoiatrico ma, soprattutto, umano.
Valeria Ferrante Carrante
IL PROGRAMMA DEL CORSO
DI ALTA FORMAZIONE DEL GALEAZZI
Il corso di alta formazione in implantologia orale organizzato dall'Istituto Ortopedico Galeazzi in collaborazione con
l'Università degli Studi di Milano è strutturato in sette incontri tra febbraio e ottobre 2013. Titolo dell'edizione di quest'anno è "Dal problema clinico alla sua risoluzione: strategie diagnostiche e operative".
Il primo incontro sarà propedeutico ai successivi, con una
didattica di base sull'anatomia maxillo-faciale di interesse
implantare e una panoramica su diagnosi e piano di trattamento. Si parlerà poi di estrazioni, impianti post-estrattivi e
preparazione dei siti implantari.
Gli incontri successivi saranno focalizzati sulle tecniche chirurgiche in pazienti edentuli, sulla riabilitazione mininvasiva
della mandibola atrofica con impianti angolati e delle atrofie del mascellare superiore. Un incontro intero sarà dedicato al carico immediato e alle nuove strategie terapeutiche
come le cellule staminali, le proteine morfogeniche e i fattori di crescita. Altri temi di grande interesse saranno la protesi implantare orientata biologicamente e le strategie per
mantenere nel tempo il successo clinico. Infine, grazie al
contributo del professor Sandro Palla, ci sarà un'ampia disamina dello stato dell'arte su occlusione, postura e terapia
gnatologica in implantoprotesi.
Secondo gli organizzatori, al termine del master i partecipanti avranno acquisito le più recenti conoscenze negli ambiti della biologia ossea e dei processi di guarigione, delle
tecniche chirurgiche e protesiche dell’implantologia orale e
saranno in grado di apprendere le interrelazioni tra processi di guarigione e tecniche chirurgiche; utilizzare la moderna diagnostica per immagini; pianificare una riabilitazione
protesica su impianti; pianificare un intervento di chirurgia
implantare; utilizzare la tecnica chirurgica più idonea al caso clinico; conoscere i più accreditati protocolli di carico
immediato; diagnosticare e trattare le atrofie ossee; diagnosticare e trattare le complicanze intra e postoperatorie; conoscere i più accreditati protocolli di mantenimento implantare; conoscere gli aspetti medico-legali per prevenire il
contenzioso; conoscere le più moderne tecniche di comunicazione con il paziente.
Per informazioni: MV Congressi
Tel. 0521.290191 - [email protected]
www.odontoiatriagaleazzi.it
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EDUCATION & MEETING NEWS
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21
Chirurgia parodontale avanzata
all'Università di Ferrara
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EDUCATION & MEETING NEWS
I DOCENTI DEL CORSO
Riparte il corso annuale di chirurgia parodontale avanzata, un percorso
didattico che analizzerà la disciplina nei suoi approcci tradizionali
e nelle strategie più innovative, con lezioni frontali e chirurgia dal vivo
>
A
nche per il 2013 il
Centro interdipartimentale di ricerca per
lo studio delle malattie parodontali e perimplantari
dell’Università di Ferrara diretto dal professor Leonardo
Trombelli ha organizzato il
Corso avanzato di parodontologia, giunto ormai alla sua sesta edizione. Le lezioni si svolgeranno tra aprile e dicembre
e l'intero percorso didattico
darà diritto a 50 crediti Ecm.
Il corpo docente è composto
da sette collaboratori del
Centro che contribuiscono
da anni all’attività clinica e
di ricerca svolta in questa
struttura. Al professor
Trombelli è affidato il coordinamento del corso e lo
svolgimento in prima persona delle lezioni teoriche di
chirurgia parodontale, delle
esercitazioni pratiche e dell’esecuzione degli interventi
chirurgici dal vivo.
La struttura del corso
Il corso è strutturato in lezioni frontali, particolarmente
incentrate sulle principali
tecniche chirurgiche parodontali, ed è prevista la partecipazione a interventi chirurgici dal vivo ed esercitazioni
pratiche, in cui il corsista
verrà addestrato su simulatori circa i disegni di lembo, le
tecniche di osteotomia/osteoplastica, le tecniche di sutura,
l’impiego di biomateriali,
membrane e agenti biologici
per la ricostruzione parodontale. Grande spazio è dedicato
anche alle revisioni della letteratura scientifica sull'argomento, mirata a fornire l’evidenza scientifica su cui basare le scelte diagnostiche e terapeutiche. «Il modulo di cui
mi occuperò, specificamente
dedicato alla discussione della letteratura scientifica parodontale, è stato introdotto
per dare un sostegno alle tec-
niche chirurgiche proposte e,
non da ultimo, per consentire
al corsista di imparare a reperire, leggere e interpretare autonomamente un articolo
scientifico, facilitandone l’auto-aggiornamento anche una
volta terminato il corso – ci
ha spiegato Roberto Farina,
uno dei docenti del corso –. I
nostri corsisti, alla conclusione del loro percorso formativo, devono essere in grado di
selezionare autonomamente
le procedure più appropriate
basandosi sulla evidenza
scientifica disponibile».
Giovanni Franceschetti parlerà invece di antibiotici in terapia parodontale e terapia
parodontale di mantenimento. «Nel primo caso, verranno
illustrati i fondamenti evi-
dence-based per sapere in che
caso clinico e in che momento della terapia parodontale
somministrare la terapia antibiotica ad oggi più convalidata. Nella seconda relazione,
invece, verrà illustrato come
individuare i fattori che influenzano maggiormente la
recidiva della malattia e come
elaborare la strategia di mantenimento più opportuna
sulla base delle caratteristiche
individuali del paziente»
spiega Franceschetti.
Luigi Minenna si occuperà
prima di fornire le nozioni
principali sulla strumentazione parodontale non chirurgica e si dedicherà poi alla
parte pratica: in occasione di
ciascun incontro, infatti, la
mattina del sabato verrà de-
Roberto Farina
>
Giovanni Franceschetti
>
Maria Elena Guarnelli
dicata alle esercitazioni pratiche su simulatori, durante le
quali i corsisti riprodurranno
le tecniche chirurgiche apprese durante le lezioni frontali e visionate durante gli interventi di chirurgia live.
«Durante le esercitazioni
svolgerò attività di tutoraggio, istruendo step-by-step il
corsista all’esecuzione pratica
di ciascuna tecnica chirurgica
e affiancandolo nella risoluzione delle difficoltà tecniche
che più comunemente si incontrano durante il primo
approccio alla chirurgia parodontale» ci ha anticipato
Minenna.
Non manca nel piano didattico una parte relativa all'igiene orale: Maria Elena
Guarnelli discuterà dell'effet-
to clinico e microbiologico
del controllo del biofilm sopra e sottogengivale associato
all’utilizzo degli antimicrobici nel trattamento delle malattie parodontali. «Svolgerò
una lezione mirata ad approfondire quali siano le potenzialità e i limiti dell'igiene
orale domiciliare e professionale con e senza ausili chimici per il controllo del biofilm»
puntualizza la relatrice del
corso.
A completamento del quadro
didattico è prevista anche
una sessione dedicata alla documentazione clinica. «Ho
elaborato un mini-corso che
consenta ai partecipanti di
apprendere quali tecnologie
esistono per documentare i
propri casi clinici e quali tec-
Quale impostazione didattica è stata data al corso?
Ogni procedura chirurgica
viene illustrata step-by-step
mediante più interventi in diretta; spiegata nel dettaglio
durante la lezioni teoriche;
ripetuta dai corsisti sui simulatori sotto la supervisione
del docente. Questa ridondanza didattica conferisce al
corsista la confidenza necessaria per l’operatività sul paziente.
Infatti, durante lo svolgimento del Corso i partecipanti
vengono invitati a documentare casi clinici di interesse
parodontale, dal momento
diagnostico alla fase chirurgica, nella loro attività ambulatoriale. Al termine del corso, i
casi vengono poi presentati e
discussi collegialmente con il
corpo docente e gli altri corsisti, verificando la correttezza del piano di trattamento e
analizzando criticamente potenzialità e limiti dell'opzione
terapeutica adottata.
Centro. Per quanto riguarda la
chirurgia live, invece, abbiamo
a disposizione un riunito
odontoiatrico dotato di strumentazione specifica per la
chirurgia parodontale, in collegamento diretto audio/video con i corsisti.
Il Centro è una struttura a valenza didattica, di ricerca e
assistenziale. L’attività clinica
del Centro è funzionale all’aggiornamento del materiale teorico presentato durante
lo svolgimento del corso. In
questo senso, le relazioni alle
quali assisteranno i corsisti
vengono rinnovate con materiale clinico di rilevanza didattica per la loro pratica clinica. L'attività di ricerca del
Centro, invece, è funzionale a
fornire a ciascun partecipante
un bagaglio di evidenza a
supporto di quanto appreso,
nonché a fornire strumenti
critici che servano a ottimizzare e migliorare la pratica
clinica.
IL COORDINATORE DEL CORSO
>
Leonardo Trombelli
Professor Trombelli, a quale
pubblico è destinata questa
iniziativa e quale obiettivo
formativo si propone?
L’esigenza di chi si iscrive al
corso è quella di approfondire le proprie conoscenze sulla
terapia parodontale chirurgica. Data la natura avanzata
del corso, e considerato il fatto che è quasi interamente
dedicato alla parte chirurgica, si richiede che i partecipanti possiedano già un bagaglio di informazioni sulla
parodontologia di base. Per
quanto riguarda la preparazione chirurgica, si auspica
che il corsista abbia già alcune nozioni basilari di anatomia orale e di chirurgia orale.
Ad ogni modo, i concetti cardine della chirurgia parodon-
tale verranno ripresi a partire
dalle basi, garantendo un
avanzamento e un apprendimento uniforme per tutti i
corsisti.
L’obiettivo del corso è quindi
prettamente clinico: al termine della didattica i partecipanti dovranno essere in grado di eseguire un corretto inquadramento diagnostico e
prognostico del paziente e
delle condizioni patologiche
sito-specifiche, conoscere le
indicazioni e le controindicazioni delle principali metodiche di chirurgia parodontale,
nonché dovranno acquisire le
conoscenze tecnico-operative
per eseguire le metodiche di
chirurgia ossea resettiva, ossea ricostruttiva e plastica ricostruttiva.
A. P.
Il corso si svolge presso il
Centro inter-dipartimentale
di ricerca per lo studio delle
malattie parodontali e perimplantari dell'Università
di Ferrara. Quali strutture
verranno messe a disposizione dei corsisti?
Le lezioni frontali del corso si
svolgeranno in parte nelle aule dell’ateneo e in parte nell’aula multimediale del
Per informazioni:
Consorzio Ferrara Ricerche
[email protected]
www.unife.it/parodontologia
Per iscrizioni:
MV Congressi
Tel. 0521.290191
[email protected]
>
Francesco Malaguti
niche è opportuno impiegare
per ottenere una documentazione di elevata qualità in
tempi operativi ridotti» ci anticipa Francesco Malaguti,
che sottolinea i vantaggi di
una completa documentazione dei casi clinici, dall'impostazione del piano di trattamento alla progettazione dei
singoli interventi, fino alla
verifica dei risultati ottenuti e
degli eventuali errori commessi.
>
Luigi Minenna
Il Perio Study Club
La formazione post universitaria del Centro però non si
esaurisce nei corsi annuali ma
prosegue grazie al Perio Study
Club (per informazioni:
www.unife.it/parodontologia;
sezione didattica), una serie
di eventi, della durata di una
giornata ciascuno, in occasione dei quali relatori esterni
parlano di parodontologia,
implantologia o argomenti ad
esse strettamente correlate.
>
Anna Simonelli
«Questa iniziativa nasce con
l’intento di agevolare l’aggiornamento continuo di un
gruppo limitato di professionisti già dotati di una buona
conoscenza della materia e
delle competenze cliniche necessarie per trattare il paziente parodontalmente compromesso»
afferma
Anna
Simonelli, responsabile di
questo progetto formativo. Al
Perio Study Club infatti possono prendere parte solo co-
>
Leonardo Trombelli
loro che negli anni hanno
partecipato a uno dei corsi di
formazione post-laurea in
parodontologia o implantologia dell’Università di
Ferrara. «Oltre che per agevolare i nostri corsisti – sottolinea Anna Simonelli –, questa
scelta è stata adottata anche
per garantire una sufficiente
omogeneità nel livello di preparazione dei partecipanti».
Andrea Peren
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FATTI & PERSONE
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Una società scientifica per la ricerca e la diffusione Leone celebra i 10 anni
dell’impianto Exacone
dell’impiego degli emocomponenti in chirurgia
Favorire la ricerca e la conoscenza sulle metodiche e sulle
modalità di impiego di emocomponenti per uso topico e
infiltrativo (quindi non a uso
trasfusionale): è questo l'obiettivo principale della neonata
Academy of Non Transfusional
Hemocomponents (Anthec www.anthec.org), società scientifica che si occuperà tra l'altro
di mettere a punto linee guida
per l'attività professionale in
questo ambito.
Presieduta dall'odontoiatra
Marco Mozzati (ex direttore
della chirurgia odontostomatologica
dell’Ospedale
Molinette di Torino), Anthec è
formata non solo da dentisti
ma anche da medici chirurghi
(soprattutto ortopedici), da
medici trasfusionisti e da vete-
rinari. L'utilizzo di derivati piastrinici, infatti, è di uso quotidiano in ortopedia veterinaria,
specialmente nel settore equino, e le conoscenze di questi
specialisti possono dare un
grande contributo allo sviluppo di una terapia che promette
davvero molto per il futuro,
perché in grado di amplificare i
naturali processi di guarigione
del corpo umano.
Grazie al PRGF (Plasma ricco
in fattori di crescita) è infatti
possibile velocizzare i processi
di guarigione dell'organismo,
come per esempio la cicatrizzazione della gengiva dopo un'estrazione dentale o dopo un interventi di implantologia.
Inoltre, la liberazione da parte
delle piastrine di sostanze ad
azione antinfiammatoria, può
ridurre sensibilmente il dolore
nella zona della ferita chirurgica. Il protocollo, già utilizzato
da molti odontoiatri in implantologia, prevede un piccolo
prelievo di sangue al paziente,
la sua centrifugazione e infine
l'applicazione nel cavo orale. Il
tutto ambulatorialmente.
Un altro utilizzo del PRGF che
ha mostrato ottimi risultati clinici è quello sperimentato dal
dottor Maurizio Giacomello,
responsabile del Centro del dolore cranio-facciale della clinica
odontoiatrica dell'Università di
Milano-Bicocca, che ne ha valutato l'efficacia contro le patologie degenerative dell’ATM (in
particolare nel controllo del
dolore di origine articolare). La
terapia proposta da Giacomello
prevede due-tre infiltrazioni di
PRGF (1 cc con una semplice
siringa) sia nel cuscinetto retromeniscale, zona riccamente
vascolarizzata e innervata da
cui spesso origina il dolore, sia
nella cavità articolare.
L'esperienza clinica condotta
nel corso della sua attività privata ha permesso al dottor
Giacomello, che è membro della neonata società scientifica, di
valutare l'efficacia di questo
trattamento sia nella riduzione
del dolore sia nel recupero dell'attività funzionale della mandibola, associandolo ad adeguato trattamento gnatologico.
Si tratta di un intervento di facile esecuzione che tuttavia richiede una buona esperienza
nelle tecniche infiltrative e
un'adeguata conoscenza delle
terapie con emocomponenti.
Venerdì 5 ottobre presso l'aula
magna “Marco Pozzi” del
Centro corsi Iso di Leone, si è
svolto il 7° congresso Exacone
che ha celebrato tra l'altro i 10
anni di vita di questo sistema
implantare di successo, che è
totalmente progettato e prodotto a Firenze da personale
italiano altamente qualificato.
Il congresso, che ha visto la
partecipazione di oltre 300
odontoiatri, si è aperto con la
lectio magistralis del professor Adriano Piattelli, presidente del corso di laurea in
odontoiatria e protesi dentaria all'Università degli studi
di Chieti, sulla positiva influenza della connessione cono Morse sui tessuti perimplantari.
Successivamente si sono avvicendati i membri dell’Exacone
team che, con le loro relazioni,
hanno tracciato il percorso
evolutivo del sistema implantare nel suo primo decennio di
vita: i presupposti per la sua
nascita, l’analisi delle componenti biomeccaniche, le conferme cliniche, lo sviluppo
della gamma, i contributi dalla
pratica, l’evidenza scientifica,
fino a giungere alle ultime
evoluzioni nell’ambito della
digital dentistry.
Inoltre, nell’arco della giornata
è stato presentato il manuale
del dottor Salvatore Belcastro
e del dottor Mario Guerra:
"Implantologia contemporanea: linee guida in diagnosi,
chirurgia, protesi". Nel volume
vengono affrontati in modo
chiaro ed esauriente le principali tematiche implantologiche, con un taglio volutamente clinico-pratico e principalmente focalizzato sul sistema
implantare Exacone.
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Icd, una prospettiva di confronto internazionale
Lo scorso settembre si è tenuto come ogni anno a Novi
Ligure il meeting italiano
dell'International College of
Dentists (Icd - www.icd-europe.com), un'organizzazione internazionale molto seguita all'estero e attenta all'aspetto scientifico della disciplina. «Non bisogna dimenticare che la vera finalità
del College è di tipo umanitario – ci ha spiegato Mauro
Labanca, vicepresidente della sezione italiana –, un impegno che si esprime attraverso un aiuto sia materiale,
con l'attivazione di corsi di
laurea e scuole nei paesi disagiati, sia didattico, con un
programma intenso di elearning già attivo, il cui garante è nientemeno che il
King's College di Londra
nella figura della professoressa Patricia Reynolds».
L'Icd è presente in tutto il
mondo e quasi ovunque all'estero la partecipazione al
College è fonte di prestigio
professionale e "fa curriculum". Vi fanno parte solo coloro che, come recita il regolamento «abbiano nobilitato
la professione e la propria nazione con il loro modo di
operare». All'inizio il College
funziona come un club: per
entrare a farne parte si viene
presentati da un socio. La
candidatura però non equivale mai a un'ammissione automatica, che viene concessa
solo dopo un determinato
percorso. In tutto questo si
esprime la natura elitaria
dell'International College of
Dentists, che guarda molto
più allo spessore professionale e morale dei soci piuttosto
che alla loro numerosità.
Oggi l'obiettivo di Corrado
Paganelli, presidente della
sezione italiana, e di Mauro
Labanca è quello di far crescere il movimento anche in
Italia, portandolo al livello
degli altri paesi europei.
«Vogliamo introdurre qualche cambiamento e aprire
anche ai giovani – ci ha detto Labanca –. Per loro guarderemo molto meno al curriculum e daremo importanza a eventuali esperienze
umanitarie e alla motivazione a far parte del College,
che dovrà essere molto forte
e accompagnata da un grande entusiasmo».
E in questa direzione andrà
il prossimo meeting italiano,
che si terrà il 27 e 28 settembre 2013. L'evento si dividerà in due parti: la consueta riunione dei soci del
College e un congresso
scientifico aperto a tutti.
«L'idea è quella di mettere a
punto un programma culturale di alto profilo, sfruttando la grande levatura scientifica dei soci italiani del
College. L'obiettivo – rivela
Mauro Labanca – è quello di
dare vita a una manifestazione scientifica di primo
piano e di far conoscere meglio a tutti i colleghi italiani
l'International College of
Dentists le sue peculiarità e
le modalità di accesso per i
Amatori. Avvertiti in modo
criptico nell'invito di optare
per scarpe comode e golf caldo,
gli ospiti sono stati accompagnati all'Osservatorio astrofisico di Asiago dove, immersi nella natura e illuminati solo dal
tenue bagliore delle candele disposte lungo il percorso, hanno
assistito a un'insolita presentazione del nuovo mobile per
studi dentistici Fringe. Sul prato si è svolta una divertente disquisizione teatrale sulle caratteristiche del mobile, che ne ha
sottolineato le caratteristiche
principali (la qualità, il made in
Italy, la personalizzazione, il
prezzo abbordabile) in modo
ironico e originale, facendo leva sulla campagna stampa internazionale in uscita sulle
principali riviste di settore.
Gli ospiti, sotto la guida della
dottoressa Lina Tomasella,
astronoma dell'Istituto nazionale di astrofisica, e del suo
collaboratore il dottor Paolo
Ochner, hanno potuto guardare cosa accade “sopra le loro
teste” e ammirare cosa nasconde l'universo.
Dental Art presenta Fringe
in un meeting tra le stelle
Ad Asiago l'azienda Dental Art
– che dal 1973 progetta e costruisce mobili e arredi per il
settore dentale – ha dato vita a
un originale meeting internazionale con 100 ospiti provenienti da tutto il mondo per
presentare il nuovo mobile per
studi dentistici Fringe, che per
l'azienda rappresenta «un sistema-mobile nato nel futuro.
Sintesi seducente di tecnologia
e immaginazione, Fringe reinventa i concetti stessi di flessi-
bilità e modularità e con la sua
gamma infinita di accessori e
soluzioni cresce con chi lo sceglie per arredare il proprio
studio dentistico».
Con il supporto dell'agenzia
creativa Dart, gli ospiti provenienti da Italia, Spagna,
Francia, Germania e Cina hanno potuto ammirare la nuova
area espositiva inaugurata per
l'occasione, progettata dagli architetti Stefano Pobbe ed Elisa
Fortuna
con
Francesca
FATTI & PERSONE
nuovi soci».
Ogni anno l'Icd organizza anche un incontro internazionale che rappresenta non solo un momento scientifico di
alto livello ma soprattutto
un'occasione di confronto
con colleghi provenienti da
tutto il mondo: «Il congresso
è l'occasione per incontrarsi e
capire a fondo cosa fanno
nelle altre nazioni e cosa possiamo fare noi per migliorarci – sottolinea Labanca –.
Partecipare all'Icd significa
accedere a un canale privilegiato di confronto e di scambio di informazioni a livello
internazionale».
Andrea Peren
All'ultima edizione dell’incontro
italiano
dell'International
College of Dentists Ernesto
D'Aloja, noto chirurgo maxillofacciale, ha aperto la mattinata
di lavori scientifici con una relazione sulla ricostruzione ossea con osso omologo Fresh
Frozen. Ha poi preso la parola
l'esperto gnatologo Giuseppe
Cozzani, che ha parlato dell'assialità tra condilo, disco e
fossa come di una nuova frontiera clinica. Nel pomeriggio Paolo Brunamonti Binello, mettendo a frutto la sua esperienza ospedaliera al "Galliera" di Genova, ha descritto con attenzione
le strategie di prevenzione e gestione delle complicanze settiche in chirurgia orale per poi
passare la parola a Luigi Checchi, apprezzato docente di parodontologia, che ha discusso
della terapia estetica nel trattamento delle recessioni parodontali. Infine ancora spazio agli
eventi avversi: Dario Castellani, past president dell'Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop), ha parlato a lungo del lato oscuro della riabilitazione protesica: gli insuccessi.
Italian Dental Journal approfondirà nei prossimi numeri i temi di Brunamonti Binello e
Castellani con interviste esclusive.
A. P.
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FATTI & PERSONE
24
SimPlant Academy: «chirurgia guidata
può entrare nella routine quotidiana»
Le soluzioni innovative in implantologia guidata sono state
protagoniste dell'International
Symposium SimPlant Academy
tenutosi a Bologna lo scorso ottobre. Il simposio internazionale, durato due giorni, ha richiamato
presso
l’Istituto
Stomatologico A. Beretta
dell’Ospedale Maggiore di
Bologna più di 250 partecipanti, molti dei quali provenienti da
paesi europei ed extraeuropei.
I relatori hanno illustrato le
potenzialità della chirurgia
guidata e della pianificazione
in 3D. Diversi gli argomenti
trattati: dai modelli stereolitografici alla chirurgia maxillofacciale
protesicamente
guidata; dal trattamento dei
pazienti totalmente edentuli
all’utilizzo del software
SimPlant per i protocolli di
carico immediato; dagli impianti zigomatici all’applicazione della pianificazione 3D
in ortodonzia e chirurgia ortognatica; dall’implantologia
minimamente invasiva alla
chirurgia ricostruttiva.
Partendo dalla considerazione che la chirurgia guidata è
ancora considerata “di nicchia”, i relatori che si sono
succeduti sul palco hanno in
realtà dimostrato che le tecnologie digitali possono
supportare quotidianamente il clinico, a condizione
però che si individuino e si
rispettino le fasi imprescindibili che dalla pianificazione portano all’intervento
chirurgico.
Il simposio ha rappresentato
anche l’occasione per sottolineare la comunanza di intenti che unisce il presidente
uscente della Simplant
Academy, il dottor Marco
Rinaldi, e il nuovo presidente Fabio Maltese. Entrambi,
infatti, sono concordi nel
sottolineare che l’obiettivo
dell’accademia (www.simplantacademy.org) è proprio
quello di definire delle linee
guida basate sull’evidenza
scientifica che possano aiutare il clinico a selezionare
in modo preciso ed efficace i
casi clinici che possono essere risolti con il supporto della chirurgia guidata, in modo da ottimizzarne i vantaggi e assicurare al paziente la
scelta terapeutica più idonea.
L’iniziativa degli Study Club,
un vero e proprio punto di
incontro per i clinici interessati ad approfondire le potenzialità della chirurgia
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FATTI & PERSONE
Al Nobel Biocare Symposium vince il lavoro di squadra
guidata, continuerà ad essere anche per i prossimi mesi
un prezioso strumento per
la delineazione delle procedure per affrontare i diversi
casi clinici e le loro eventuali complicanze, in vista del
prossimo simposio che si
terrà a Roma il 25 e 26 ottobre 2013.
>
Italian Dental Journal
Anno VII - numero 12 - dicembre 2012
Mensile di attualità, informazione, cultura
Organo Ufficiale Smom onlus - Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo
Direttore responsabile
Paolo Pegoraro [email protected]
Redazione
Andrea Peren [email protected]
Segreteria di redazione e traffico
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Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110
Grafica e impaginazione
Marco Redaelli - www.creativastudio.eu
Hanno collaborato in questo numero: Valeria Ferrante Carrante,
Giampiero Pilat, Roberto Rosso, Renato Torlaschi, Elena Varoni
PUBBLICITÀ
Direttore commerciale
Giuseppe Roccucci [email protected]
Direttore vendite
Stefania Bianchi [email protected]
Vendite
Sergio Hefti (Agente) [email protected]
Manuela Pavan (Agente) [email protected]
Fabrizio Rasori (Agente) [email protected]
Nadia Santini (Agente) [email protected]
EDITORE: Griffin srl
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Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al
REGOLAMENTO CSST
Per il periodo 1/1/2011-31/12/2011
Periodicità: mensile
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TESTATA ASSOCIATA
Il team Nobel Biocare Italiana
Si è concluso a Rimini il
Nobel Biocare Symposium
2012, dove più di 1.300 partecipanti hanno vissuto insieme al team di Nobel
Biocare Italiana un momento di celebrazione dell'attività dell'azienda ma anche
di aggiornamento scientifico
e tecnologico sui prodotti.
Al nuovo palacongressi di
Rimini Daniele Di Cesare,
amministratore delegato di
Nobel Biocare Italiana, ha
ben riassunto lo spirito del
simposio definendolo «la festa di Nobel Biocare, dei
suoi clienti e dei loro pazienti. Un evento reso possibile dall’impegno di tutto il
team aziendale che si è messo a disposizione con dedizione e passione. Un impegno che mi fa sentire orgoglioso di far parte di questa
squadra». L'ad di Nobel ha
poi sottolineato come la
qualità di vita del paziente
sia al centro della mission
dell'azienda che, investendo
in ricerca, supporta odontoiatri e odontotecnici con
soluzioni sostenibili per tutti i pazienti.
Il paziente come obiettivo
ultimo si ritrova anche nel
saluto del dottor Mauro
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di autodisciplina pubblicitaria. Dichiara altresì di accettare la competenza e le decisioni del Comitato di
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Daniele Di Cesare, amministratore delegato Nobel Biocare Italiana
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Merli, chairman del congresso, che ha sottolineato
come la scelta del programma scientifico del simposio
si stata basata sulla volontà
di dimostrare che mai come
oggi l’implantologia è in
grado di offrire a tutti i pazienti soluzioni efficaci ed
efficienti in tutti i casi di
edentulia.
Oltre al valore del programma scientifico nel suo complesso, il simposio lascia in
dote la sperimentazione di
alcune modalità didattiche
che hanno riscosso particolare successo. A partire dalla
sessione di sabato mattina:
grazie alla tridimensionalità
e all’alta definizione, i partecipanti, dotati degli appositi
occhiali per la visione, hanno potuto percepire immagini e filmati in una veste assolutamente realistica, visualizzandone proporzioni,
dimensioni e profondità. I
relatori hanno così presentato i loro casi clinici con
immagini e video in 3D.
Ma la tecnologia è stata protagonista anche della sessione dei poster interattivi: presentati in modo digitale su
appositi totem, i poster erano visualizzabili tramite sistema touchscreen.
Un altro momento estremamente formativo è stata la
clinical competition di sabato pomeriggio in cui sette
clinici, dopo aver esposto le
motivazioni alla base della
scelta di trattamento di alcuni casi clinici, hanno discusso le proprie scelte di
fronte a un’apposita commissione. Valutando diversi
parametri, la commissione
ha poi giudicato vincitore
della sessione il dottor
Simone Deliperi.
Il prossimo appuntamento
con il Nobel Biocare
Symposium è fissato per il
23, 24 e 25 ottobre 2014.
La sessione in 3D del sabato
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DENTAL MARKET
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Software
Medicina Estetica
UNO
FILLER WIPEFILL E TIC FILLER
Uno è un software completo
per lo studio odontoiatrico.
Ideato dalla divisione informatica Dental Trey, che da oltre
15 anni sviluppa programmi
per lo studio odontoiatrico,
questo software mette a disposizione in ogni ambiente operativo tutte le funzioni più importanti. In ogni fase della navigazione basta cliccare sul
pulsante “Uno” in alto a sinistra
per collegarsi al menu con gli
ambienti odontoiatrici e le loro
funzioni (postazione clinica,
segreteria, sterilizzazione, amministrazione, sala d’attesa,
magazzino e studio privato).
La funzione UnoVista è quella
dedicata all'imaging diagnostico: nel drop desk dell’ambiente postazione clinica sono
disponibili tutte le immagini a
uso diagnostico, per archiviare, stampare, organizzare al
meglio i dati digitali e per avere uno status radiologico di
semplice visualizzazione, anche su tablet.
Uno è altamente personalizzabile: ambienti, protezioni, listini delle prestazioni, agenda, contabilità, sterilizzazione, gestione documenti, gestione database e altro. È
possibile differenziare le autorizzazioni di ciascun utente
per l’accesso alle funzioni di
un ambiente, specificandone
il livello di abilitazione: solo
lettura, scrittura, eliminazione
e stampa.
Al software è abbinato un efficiente servizio di assistenza
telefonica e teleassistenza attraverso la quale il tecnico
Dental Trey può eseguire, in
tempo reale sulla postazione
dell’utente, tutte le operazioni
necessarie per la soluzione del
problema specifico.
Per informazioni:
Dental Trey srl
Tel. 0543.929111
[email protected]
www.dentaltrey-uno.it
Conservativa
GLUMA DESENSITIZER POWER GEL
Gluma Desensitizer Power
Gel è un gel desensibilizzante
studiato per promuovere un’efficace riduzione o l’eliminazione dell’ipersensibilità dentinale, con un solo step applicativo
e un accurato controllo nel posizionamento del prodotto.
Il suo precursore Gluma
Desensitizer è presente sul
mercato da 20 anni e si è dimostrato efficace nell’eliminazione della sensibilità post
operatoria. Utilizzato in più di
50 milioni di trattamenti nel
mondo, ha ricevuto tutti i mas-
simi riconoscimenti come le
“Five Star Award” di Reality, indiscusso istituto americano di
test clinici.
Il nuovo Gluma Desensitizer
Power Gel garantisce lo stesso livello di desensibilizzazione di Gluma Desensitizer liquido, offrendo in più - grazie alle
sue due caratteristiche peculiari di consistenza gel e colore-indicatore verde - un uso
semplificato del prodotto, un
controllo e un posizionamento
più facile e accurato riducendo
al minimo la possibilità di toccare i tessuti molli. Questo permette al dentista o all'igienista
di avere sempre sotto controllo
il posizionamento del prodotto.
Le indicazioni: sotto ogni restauro diretto o indiretto per alleviare o ridurre la sensibilità
dentinale dopo la preparazione
degli elementi per ricevere protesi fissa o restauri o nelle desensibilizzazioni spot atte a ridurre o eliminare ipersensibilità
dentinali dovute a erosioni cervicali, superficie esposta della
dentina, recessi gengivali.
Per informazioni:
Heraeus Kulzer srl
20134 Milano
www.heraeus-dental.it
[email protected]
Il moderno studio odontoiatrico è senza dubbio quello
in cui l'offerta di cure dentali
si integra con una serie di
servizi di medicina estetica
non invasivi, utilizzando
quindi tecnologie innovative
e filler di ultima generazione,
naturalmente sempre nell'ambito di azione del dentista: il terzo inferiore del viso.
WipeFill è una linea filler che
nasce dalla ricerca italiana ed
è prodotto in Italia. Secondo i
dati
forniti
dall'azienda
Baldan Group il filler è altamente tollerato e totalmente
privo di endotossine e altre
sostanze tossiche libere. Ha
un'elevata concentrazione di
acido ialuronico reticolato ed
è in grado di mostrare i risultati estetici già dalla prima seduta e una durata dei benefici da 3 a 10 mesi.
L'ultima novità dell'azienda
è TIC Filler, una tecnologia
semplice ma efficace per
trattare le rughe del viso, di
qualsiasi natura ed entità,
con un effetto di “sollevamento” immediato.
Il punto focale di questa tecnologia è lo speciale manipolo a forma di campana,
che aspira in modo deciso la
Implantologia
Igiene dello Studio
SKY LOCATOR ANGOLATO
FILTRO KOALA
Spesso pazienti anziani con
arcate fortemente atrofiche
rinunciano a una protesi fissa a supporto implantare per
timore di interventi chirurgici
complessi. Il nuovo SKY
Locator angolato permette
invece di inserire gli impianti
in modo inclinato e sfruttare
ottimamente l’osso preesistente, senza quindi effettuare interventi di chirurgia
rigenerativa e riducendo co-
sì l'invasività dell'intervento.
Fino ad oggi si potevano
realizzare protesi su impianti inclinati solo con costose
mesiostrutture o toronto
bridge, che facevano aumentare i costi di realizzazione della riabilitazione.
Grazie al nuovo sistema di
abutment angolati SKY
Locator è possibile invece
correggere la direzione dell’asse d’inserzione degli im-
pianti, così da ottenere un
ancoraggio sicuro della protesi rimovibile.
SKY Locator angolato è formato da un sistema con un
abutment
bicomponente,
composto da una cappetta
originale Locator e la base
SKY. La base corregge l’inclinazione ed è disponibile
nelle due versioni da 17,5° e
35°. Per entrambe le basi
viene utilizzata la stessa
cappetta Locator e possono
essere inserite le matrici ritentive Locator sia da 0°-10°
che da 10°-20°.
Per informazioni:
Bredent srl
Tel. 0471.469576
www.bredent-medical.com
La sterilizzazione mediante
autoclave degli strumenti presenti nella poltrona odontoiatrica può non bastare a tutelare operatori e pazienti dal rischio di infezioni crociate:
uno dei fattori critici può anche derivare dall'acqua erogata dagli spray.
Il sistema filtro Koala, indicato dal dipartimento Igiene del
Lavoro (Ispesl) nelle linea guida per la prevenzione del rischio biologico in odontoiatria,è un dispositivo di semplice istallazione e manutenzione, offre una valida protezio-
ne dell’impianto idrico dell’unità di lavoro dalle microparticelle in sospensione provenienti dalle tubazioni delle reti
idriche e una maggiore tutela
del paziente contro la possibilità di contrarre infezioni crociate derivanti da possibili microrganismi presenti nell’acqua della rete idrica. Koala infatti, grazie al suo sistema filtrante costituito da membrane
microstrutturate articolate in
micropori di 0,02 micron, costituisce una barriera fisica al
passaggio di batteri, virus e
microparticelle
(certificato
ruga sollevandola e scollandola, mentre nel contempo
viene azionato una sorta di
martelletto locato all’interno
del manipolo stesso e che,
in maniera automatica e ripetitiva, percuote ripetutamente la ruga. Questo “insulto” si focalizza sul derma
obbligando il tessuto a una
reazione di difesa, che consiste inizialmente in un richiamo di liquidi che rigonfiano immediatamente il solco della ruga, mentre inizia
una produzione abbondante
di nuovo collagene.
Il manipolo è dotato di differenti tipologie di “martelletto”
in modo da trattare le rughe
di qualsiasi tipologia e gravità.
L'azienda organizza anche
una serie di corsi di formazione sul prodotto e sulla
tecnica infiltrativa, mettendo
anche a disposizione dei
consulenti per eseguire, su
richiesta, i trattamenti estetici ai clienti dello studio dentistico.
Per informazioni:
Baldan Group
www.baldangroup.it
dall'Università degli studi di
Parma e da Nsf).
Il filtro Koala oltre a sterilizzare l'acqua in entrata nel riunito odontoiatrico, elimina tutte
le microparticelle presenti in
sospensione provenienti dalla
rete idrica, i granelli di sabbia
e i residui, proteggendo anche la turbina e il micromotore da eventuali occlusioni.
Un'ulteriore sezione del sistema filtrante Koala è costituita
da carbone attivo vegetale,
con cui si eliminano dall’acqua i residui organici e il cloro,
evitando così cattivi sapori e
cattivi odori.
Un dispositivo essenziale per
gli odontoiatri, un’idea innovativa suggellata anche dalla significativa partenership con
Andi che testimonia l’efficacia
e la sicurezza di questo filtro.
Per informazioni:
www.filtrokoala.it
Numero verde 800.960505