Italian Dental Journal 12_2012
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Italian Dental Journal 12_2012
IDJ12_Copertina 3-12-2012 15:23 Pagina 1 ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue Anno VII Numero 12/2012 Riabilitazione implantare con minore costo biologico La filosofia della minima invasività permette un impegno economico inferiore per il paziente e un risparmio di tempo all’odontoiatra Dental Market Fiere & Congressi Imaging FOCUS ON LASER VINCENZO BUCCI SABATTINI IDJ12_Copertina 3-12-2012 15:23 Pagina 2 3 << << PRIMA PAGINA Riabilitazione protesica entro le 72 ore La sostenibilità economica delle cure diventa una priorità in tempi di crisi: la tecnica mininvasiva in implantoprotesi fonde le esigenze cliniche ed estetiche con quelle socio-economiche Vincenzo Bucci Sabattini, docente di “implantologia avanzata” all'Università di Pavia e libero professionista a Magenta (Milano), ha da poco presentato il suo nuovo libro dal titolo "Implantoprotesi a minima invasività: carico immediato full arch e di settore" edito da Griffin. «Le scelte editoriali che hanno ispirato questo libro sono frutto del tentativo di fornire al lettore un utile strumento per la pratica clinica quotidiana – si legge nell'introduzione del libro –. In particolare abbiamo deciso di costruirlo in modo che risulti estremamente facile, scritto in un linguaggio semplice e discorsivo, quasi fosse da utilizzare anche per informare il paziente – sottolineano gli autori, che oltre a Bucci Sabattini sono Alberto Minnici, Daniele Sergiampietri, Giovanni Maria Gaeta e Andrea Mascolo, con la collaborazione odontotecnica di Marco Bardelli, Ugo Botta e Roberto Scavazzon -. Lo abbiamo pensato come se fosse un film scritto, con immagini molto esplicative collegate al testo». E in effetti l'uso di foto di grande formato e il ricorso a numerosi disegni (che mostrano le procedure in maniera nitida, quasi didattica, senza la presenza del sangue) è l'aspetto che più caratterizza il volume. Italian Dental Journal ha incontrato Vincenzo Bucci Sabattini, a cui si deve la realizzazione clinica e lo sviluppo a livello internazionale del carico immediato con la tecnica Flat One Bridge che è oggetto del libro, per un viaggio più approfondito nei contenuti di questa novità editoriale. Professor Bucci Sabattini, questo libro rappresenta un punto d'arrivo o una tappa della sua esperienza clinica sulla tecnica Flat One Bridge? È certamente un punto di arrivo dell’esperienza fatta in circa otto anni. Non penso però che sia il punto di arrivo finale, perché l’evoluzione degli studi scientifici, della ricerca e di conseguenza dei mezzi, dei materiali e dei metodi è in continua evoluzione. Per esempio, solo pochi anni fa i casi di distrazione orizzontale di cresta (split crest) eseguita inserendo l’impianto senza manovre aggiunte e senza alcuna apertura di lembi, non sarebbe stata possibile. Infatti l'impianto che permette di eseguirla ancora non esisteva. Questa procedura, che consente una maggior predicibilità di risultato insieme a una molto minore invasività chirurgica, è ben documentata nel libro. Tutta l’implantoprotesi è in rapida e continua evoluzione e, in particolare, le tecniche da noi proposte con materiali e metodi relativi sono in rapidissimo miglioramento. Ciò significa la necessità di un continuo aggiornamento, ma anche la possibilità di eseguire procedure meno invasive e più sicure con grande vantaggio sia per i pazienti che per i professionisti. Il protocollo chirurgico-protesico da lei proposto nel libro prevede il completamento del caso entro le 72 ore. Il protocollo del Flat One Bridge prevede un tempo massimo di 72 ore tra la chirurgia e la protesizzazione definitiva. Nella nostra pratica clinica la massima parte dei casi sono ultimati nella giornata: si opera alle 8:30 del mattino, per le 9:30/10 il tecnico ha già in mano le impronte e la sera, alle 19 circa, si fissa il manufatto protesico definitivo. La tecnica di cui parliamo è tale per cui il titolo della mia relazione all’ultimo congresso internazionale Icoi fu “Aesthetic, and function: less trauma, less pain, less time, less expensive”. Alcuni colleghi mi chiesero come fosse possibile: è possibile eseguendo la fase chirurgica e quella protesica secondo il protocollo illustrato anche nel libro che ho appena pubblicato e più diffusamente nel libro "Nuove frontiere del carico immediato", che pubblicai due anni fa. La chirurgia mininvasiva è forse meno facile all’inizio, ma la fatica dell’apprendimento è ampiamente ripagata dalla soddisfazione del paziente, che poi diventa la nostra. Sempre, ma a maggior ragione in questo periodo storico, con la crisi che attanaglia i nostri concittadini, poter dare un’ottima riabilitazione implantoprotesica eseguita con materiali di alta fascia qualitativa con meno tempo dedicato, meno dolore e disagio postoperatorio e minor spesa economica, è un plus di servizio moralmente e deontologicamente utile e necessario. Quali sono le complicanze più probabili che possono verificarsi durante questo intervento? Le complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono solo operatore-dipendenti. È quindi necessario imparare bene, essere molto precisi e non lasciarsi trasportare dalla creatività soggettiva, ma seguire i protocolli testati. Ribadisco questo concetto perché è molto importante. Nel mondo odontoiatrico italiano si sente ancora troppo spesso dire «io credo», «secondo me» e frasi simili. In ambito scientifico-pratico il credere non ha diritto di cittadinanza: è vero ciò che è dimostrato ed è “sperimentalmente ripetibile”. I ricercatori puri hanno il diritto e il dovere di essere creativi e cercare nuove soluzioni e possibilità, ma coloro che applicano la scienza, ad essa devono attenersi e non spaziare con la fantasia. I loro errori li pagano i pazienti. A questo proposito, ritengo che la parte più importante del libro sia la prima: “considerazioni di metodo”, laddove si parla del metodo scientifico e della Ebm, chiarendo il metodo di analisi e quindi di applicazione pratica anche di ciò che si legge in letteratura. Nel libro un capitolo è dedicato al composito, che voi autori preferite alla ceramica. Quali i motivi di questa scelta? Negli otto anni passati, durante i quali sono stati eseguiti migliaia di casi, con un gruppo numeroso di colleghi oltre ai coautori di questo libro, abbiamo testato tutte le possibilità oggi offerte dal mercato, dai denti del commercio montati direttamente sulla barra o sulla flangia in resina alla ceramica su metallo a barra e denti fresati in zirconia e, ovviamente, i diversi compositi. La nostra esperienza clinica e la vita dei nostri lavori, in funzione nella bocca dei nostri pazienti, ci ha portato a credere che il composito sia il materiale migliore per questo tipo di protesi su impianti. Il manufatto protesico è avvitato e non cementato. Ciò comporta che talvolta i fori passanti delle viti siano in posizione occlusale o esteticamente importante. Se i denti sono in composito, è possibile chiudere i fori modellando il tavolato occlusale così da mantenere un’anatomia dentale corretta e un’estetica ottima e non visibile nel tempo. Inoltre il composito ha caratteristiche di microelasticità che permettono di ridurre il contatto traumatico dentedente, e questo in protesi su impianti ha una certa importanza, infatti gli impianti non EDITORIALE Paolo Pegoraro [email protected] La notizia striscia ma non fa paura Abbiamo tutti seguito, da un mese a questa parte, il tormentone provocato dal servizio di “Striscia la Notizia” sul turismo odontoiatrico: abbiamo assistito a levate di scudi e doverose grida d’allarme da parte delle associazioni di categoria. Per culminare, a metà novembre, in un’interrogazione del senatore Fabio Rizzi, che ha fatto risuonare della questione le oscure e inquiete aule parlamentari. Si tratta di faccenda delicata e vorrei trattarla in punta di penna: capisco bene che viviamo tempi duri e che i sindacati fanno il loro mestiere, ci mancherebbe, tutelando i dentisti frontalieri (e non solo quelli) che si sentono minacciati da tariffe e modalità di cura baldanzosamente competitive, quali vengono offerte oltre confine. Eppure, in questa bagarre, c’è qualcosa che non mi convince. Sono assolutamente certo che la cifra stilistica che caratterizza l’odontoiatria italiana è di livello superiore. Nella media, i dentisti del nostro Paese sono in grado di offrire un ventaglio terapeutico del livello più alto, di piena soddisfazione per il paziente, completato da un’offerta di servizi e di assistenza quali non si sognano certo la maggior parte degli staterelli oltrefrontiera. Anche i prezzi, nel complesso, non sono più così alti né troppo differenti, nella maggior parte dei casi, da quelli dei competitor, soprattutto includendo la scomodità degli spostamenti, gli incidenti di percorso, i ritrattamenti necessari e via dicendo. Il grado di soddisfazione di chi va all’estero a farsi curare i denti non è così alto, tutt’altro: ed è inversamente proporzionale allo status socio-culturale. In altri termini, chi si accontenta gode, ma chi ha maggiori aspettative funzionali ed estetiche quando va all’estero non gode affatto. Si tratta di numeri non alti, né sono molti i dentisti che hanno dichiarato di subirne realmente un danno. E quindi? La spinta protezionistica, che porta a serrare i ranghi e stringere e digrignare i denti, è figlia di un tempo di paura. La paura di perdere ciò che si ha: i pazienti, la tranquillità economica, insomma i frutti di tanto lavoro. La paura è ben comprensibile e giustificata, ma non è detto che il nemico sia fuori di noi o dai nostri confini. Lo sanno bene gli oculisti e gli ortopedici italiani, per dire due altre specialità che hanno visto, in un recente passato, migrare pazienti a Lione o a Marsiglia. Non per motivi di costi, in questo caso, ma per maggior perizia. Come hanno reagito? Aumentando il livello e la qualità dell’offerta sanitaria. E prendendo atto della realtà, alla quale occorre in qualche modo adeguarsi. Ciascuno sa bene che il flusso delle persone, come quello dei migranti, del denaro e delle idee, non può essere arrestato da muraglie di nessun genere. Un tempo – e in altre società molto più che nella nostra – si chiudevano in casa le mogli perché non cadessero in tentazione. Le poverine si adattavano intristendosi, oppure aguzzavano l’ingegno e trovavano pure una via di fuga. Eppure la soluzione sarebbe stata facile, ed era quella di rendere l’unione più felice. Così, se un paziente tradisce, aspettiamo con pazienza che ritorni. Se non lo fa, poniamoci il problema: viene curato meglio? Quali vantaggi gli vengono proposti? Il rapporto qualità- prezzo è davvero così conveniente, e se sì, quali rimedi si possono adottare? Dai politici non mi aspetto di sentir parlare di un programma televisivo: diano più voce, piuttosto, alla vecchia ma ottima proposta della deducibilità fiscale, creando motivazioni anche economiche oltre che qualitative, e si sentirà risuonare l’inno di Mameli in anticamera. << << DENTAL PRESS hanno legamento periodontale e sono integrati rigidamente con l’osso. Infine, nel caso in cui capitasse nel tempo una piccola frattura di qualche elemento, il composito permette una riparazione ottima e immediata intraorale. Tra i vari compositi testati, infine, abbiamo scelto l’Experience della Dei Italia per le sue caratteristiche, ma anche per il metodo di formazione del “monolite” che si ottiene usando la tecnica della muffola proposta da Paolo Pagliari. Con questa tecnica noi riusciamo a riprodurre in poco tempo e con grande precisione la ceratura diagnostica che abbiamo eseguito prima dell’intervento, ottenendo così una modellazione anche occlusale esattamente come l’abbiamo programmata. Da ultimo, dato che questo composito ha anche il pro- 4 dotto da studio che è di base lo stesso che viene usato per la costruzione protesica, la chiusura dei fori per le viti o le riparazioni eventualmente necessarie negli anni, risultano assolutamente invisibili. Il libro ben si integra con i corsi di formazione che organizza nel suo studio. Come si svolge questa sua attività didattica? L’obiettivo che ci si propone con la didattica in studio è prima di tutto quello di spiegare il “perché” di ciò che si fa, quindi il “come” si fa. Non esiste infatti un metodo che, da solo, riesca a risolvere ogni possibile variabile anatomica e anatomopatologica e ogni diversa situazione che ogni diverso paziente ci propone. È quindi necessario prima di tutto capire i motivi biologici che stanno alla base della scelta dei materiali e dei metodi operatori che useremo. Una volta chiariti bene questi concetti e ripassate alcune nozioni di base, che sono assolutamente indispensabili, si affronta al meglio il processo diagnostico e di progettazione terapeutica (modelli, imagining e analisi delle radiografie, progettazione occlusa- le, analisi parodontale ecc.). Si riprendono concetti parodontali, importanti sia ai fini di una scelta corretta dente vs impianto, sia per la valutazione delle condizioni dei tessuti gengivali perimplantari da mantenere o da restaurare o ricostruire. Infine, seguendo interventi dal vivo e filmati non montati, così che siano esattamente come in diretta, si illustrano tutte le fasi di lavoro sia chirurgico che di rilevamento delle impronte della registrazione dei rapporti interarcate ecc. I diversi e numerosi interventi seguiti permettono di vedere e discutere numerose situazioni antomopatologiche diverse tra loro e le loro possibili soluzioni. Durante il corso è prevista anche una sessione per odontotecnici, che si raccomanda anche agli odontoiatri. La sessione si svolge direttamente in laboratorio. In questa si dimostra la parte propedeutica della procedura (montaggio degli articolatori, ceratura, preparazione delle mascherine, ecc.) e la parte di costruzione della protesi definitiva. I corsi si concludono con le tecniche di controllo occlusale, di molaggio selettivo e le prescrizioni per il paziente: alimentari nell’immediato post chirurgico, farmacologiche e igieniche di mantenimento. Una parte importante è dedicata all'analisi di un paziente del corsista: durante gli incontri verranno discussi gli esami e le radiografie effettuate, formulando poi un progetto terapeutico. Infine il corsista eseguirà l'intervento, affiancato dal tutoraggio mio e dei miei collaboratori. Paolo Pegoraro REAL LIFE DENTISTRY COME RISPOSTA ALLA CRISI ECONOMICA E DEGLI STUDI «Le tecniche proposte e illustrate in questo testo, dopo più di otto anni di follow-up su migliaia di casi, sono caratterizzate dalla minima invasività e dalla velocità di risoluzione – spiega Vincenzo Bucci Sabattini, autore del libro "Implantoprotesi a minima invasività: carico immediato full arch e di settore" –. Sono procedure implantoprotesiche in grado di dare risposta positiva alle richieste dei pazienti: buon risultato estetico-funzionale con minor invasività chirurgica, meno spesa e meno tempo dedicato. È quindi l’odontoiatria della vita reale (real life dentistry) che, tenendo conto delle necessità individuali di ognuno, è in grado di fondere le esigenze cliniche e quelle socioeconomiche dei pazienti, la realtà del carico immediato con la qualità della terapia, offrendo un risultato positivo e idoneo al mantenimento o ristabilimento dello stato di salute dei cittadini con il minor costo biologico, economico e di tempo». L’autore identifica quindi nella centralità del paziente e delle sue necessità (anche di budget) il vero fattore di vantaggio competitivo del moderno studio dentistico, chiamato non solo ad offrire riabilitazioni orali eseguite a regola d’arte ma anche a coniugarle con la minima invasività dell’intervento e la sostenibilità economica delle cure. E d’altra parte quest’ultimo aspetto di fatto rende conto del ruolo che ha già assunto l’odontoiatria libero professionale italiana, in un conteso in cui le cure orali gli vengono di fatto delegate da un servizio sanitario nazionale marginale in quest’area e sempre più in difficoltà dl punto di vista della sostenibilità dei suoi costi nel medio e lungo periodo. La crisi economica contingente fa il resto. Tutto questo però è possibile solo seguendo il rigore del metodo scientifico, usando come fonti di evidenza l'esame clinico, gli esami di laboratorio e di imaging, la letteratura medica. «La sicurezza necessaria per eseguire terapie chirurgiche a minima invasività richiede tempo e apprendimento secondo una curva talvolta non breve. Il sacrificio vale però la fatica» sottolinea Bucci Sabattini. << << DENTAL PRESS 6 L’industria italiana riparte da Expodental L'obiettivo della nuova presidenza Unidi, in continuità con il passato, è quello di «promuovere il made in Italy nel mondo e gli interessi di tutto il comparto dentale». La fiera intanto ha avuto un buon riscontro di presenze Si è conclusa a Milano la quarantesima edizione di International Expodental, la fiera dell'odontoiatria organizzata dal 1969 da Unidi, l’Unione nazionale industrie dentarie italiane. A questa edizione hanno partecipato più di 300 aziende espositrici e sono stati contati circa 21mila accessi nei tre giorni di mostra. Italian Dental Journal ha incontrato in fiera il neo presidente dell'associazione, Gianfranco Berrutti, che dal giugno scorso guida Unidi in questo difficile momento per l'economia italiana. Torinese, classe '68, sposato, papà di due bambine, laureato in economia alla Bocconi di Milano, prima di entrare nell’azienda di famiglia – la Major Prodotti Dentari spa – Berrutti ha fatto una significativa esperienza all’estero. Per un paio di anni infatti ha lavorato in California per un'azienda del settore dentale; è poi rientrato in Italia in una società di consulenza industriale per il settore automobilistico e dell’elettronica. Nel 1998 entra alla Major, occupandosi del mercato estero. Dal 2004 è consigliere Unidi e fin dalla prima nomina, vista l’esperienza professionale acquisita, ha cominciato ad occuparsi dell’export, dalla promozione all’organizzazione dei servizi per le aziende. L'impegno in Unidi è quasi un dovere di famiglia: suo zio, Adriano Renaldo, fondatore della Major, è stato il primo presidente dell’Unidi nell’anno della sua fondazione (1969), carica confermata anche in altri due mandati successivi. Dottor Berrutti, come sarà la sua Unidi? L’obiettivo, con l’intero consiglio, è quello di sviluppare l’associazione sui due fronti sui quali opera: supporto e promozione dell’industria dentale italiana e organizzazione delle due principali “vetrine” del settore dentale, International Expodental e la mostra merceologica all’interno del congresso degli Amici di Brugg. Il nostro mandato sarà certamente all’insegna della continuità con quanto fatto negli anni precedenti dal consiglio uscente guidato dall’amico Mauro Matteuzzi. La maggior parte dei nostri sforzi saranno incentrati sullo sviluppo dell’attività dell’as- sociazione e la sua crescita. Soprattutto in momenti di crisi come questo è importante essere vicini alle aziende associate offrendo servizi e consulenze sempre più mirate ed efficaci. È mia intenzione portare Unidi non solo ad essere il referente dell’industria italiana del settore dentale ma portatore d’interessi per l’intero comparto. Per questo intensificheremo i rapporti con tutte le associazioni del dentale. Rapporti che negli ultimi anni si sono evoluti e oggi possono dirsi ottimi. Sul fronte interno continueremo a sviluppare la promozione dell’industria italiana all’estero. Proprio in momenti come questo, dove la domanda interna è in caduta libera, le aziende possono trovare sbocco nei mercati stranieri. Industria italiana che, ricordo, è per volumi d’affari la seconda in Europa e tra le prime al mondo. La crisi del mercato italiano è un problema strutturale oppure semplicemente legato alla difficoltà dei cittadini di far fronte a qualsiasi tipo di spesa? Un po’ tutte e due le cose. Certamente l’industria italiana risente della crisi del mercato in termini di domanda di cure odontoiatriche ma non dobbiamo dimenticare che per le nostre aziende la crisi, l’evoluzione preferirei chiamarla, è cominciata già alla fine del 1900 con la globalizzazione e l’avvento massiccio della concorrenza straniera. Questo è stato certamente un problema ma ha anche permesso alle nostre aziende di evolversi investendo in innovazione ed efficienza per cercare di essere più competitivi sul mercato. Un'evoluzione che ci ha preparati a operare in situazioni come quella attuale. Proprio grazie a questo cambiamento strutturale del modo di intendere la produzione le nostre aziende hanno capito che il mercato era globale e la qualità e l’innovazione poteva essere la differenza per farsi apprezzare. Cosa che è avvenuta visto che oggi, stando ai dati che Unidi elabora ogni anno sull’andamento del > Gianfranco Berrutti mercato, l’industria italiana del dentale esporta oltre il 50% della produzione. Quanto di questo essere apprezzati all’estero è frutto del lavoro di Unidi? Come Associazione da anni cerchiamo supportare e incentivare le aziende italiane a commercializzare i propri prodotti all’estero. Girando il mondo per lavoro ho spesso avuto modo di constatare come l’industria italiana in genere sia apprezzata dai mercati mondiali. Sostenuti da questo, come Unidi abbiamo voluto investire nella promozione delle aziende associate soprattutto nelle principali fiere mondiali, dove da tempo i nostri competitor stranieri sono presenti con interi padiglioni dedicati al loro paese, presentandosi sia dal punto di vista turistico e culturale che da quello della produzione di attrezzature e materiali per il settore dentale. Dallo scorso anno abbiamo cominciato a organizzare situazioni analoghe allestendo il padiglione "Unidi Italia" in tutte le principali fiere di settore organizzate all’estero, all’interno del quale tutte le aziende associate possono presentare la loro produzione. In questo modo i visitatori esteri hanno la possibilità di vedere, nell’insieme, la qualità di quanto l’industria italiana produce. Poi, ovviamente, questo tipo di organizzazione permette alle aziende di ampliare i propri rapporti con i dealer locali. Questo consente a tutte le aziende associate, anche quelle più piccole, di essere presenti in ogni paese. Per la promozione della propria industria dentale i vostri concorrenti godono del supporto delle istituzioni del loro Paese. Succede così anche per voi? No, in questi anni ci siamo organizzati da soli. L’industria dei principali paesi europei, ma anche quella americana, si presenta in padiglioni realizzati in collaborazione con i loro governi, che li utilizzano anche per promuovere le bellezze locali; noi no. Stiamo lavorando per sensibilizzare le nostre istituzioni in tal senso ma non ci 7 << << Crede che il famoso Tavolo del dentale possa produrre qualche iniziativa comune? Il settore, storicamente, fatica a farsi ascoltare dalle istituzioni, che non comprendono il nostro valore dal punto di vista produttivo e sociale. E questo è dovuto anche al fatto che ci presentiamo spesso separati; la strada da perseguire è invece quella dell’unitarietà di intenti tra tutte le forze del settore. Mi fa piacere notare come ultimamente le posizioni tra le varie associazioni del comparto si siano avvicinate e mi sembra che, anche per via della crisi, oggi si possa lavorare su di un progetto comune. Come valuta questa edizione di Expodental? Le aziende Unidi riconoscono anco- ra alla manifestazione un importante canale per fare business? La 40esima edizione di Expodental ha ottenuto buoni risultati in termini di affluenza di visitatori (oltre 20.000) e, di riflesso, anche le aziende che hanno partecipato alla manifestazione hanno espresso la loro soddisfazione. Il successo della fiera è ancor più rilevante se si tiene conto della difficile congiuntura economica in cui ci troviamo. E il successo di partecipazione in termini di espositori e visitatori conferma che la nostra manifestazione è, ancor più in questa situazione di difficoltà, un canale importante per sviluppare il business delle aziende. La rinnovata collaborazione con Ice (Istituto per il commercio estero) ha permesso di ospitare una nutrita dele- IN TREMILA A MILANO PER L'EXPODENTAL FORUM siamo ancora riusciti. Negli anni scorsi con l’Istituto commercio estero abbiamo realizzato qualche interessante iniziativa ma con le ultime finanziarie questo istituto è stato ridimensionato e all’orizzonte non si vede nulla di positivo. Oltre a dare una maggiore e più qualificata visibilità alle imprese italiane all’estero le seguite anche nelle questioni più burocratiche? Grazie a Unidi le aziende associate hanno a disposizione un database dei dealer e fornitori di tutti i principali paesi. Attraverso i nostri uffici le aziende hanno un supporto di consulenza sulla gestione delle pratiche e della normativa dei vari paesi in cui vogliono operare. Da sottolineare il lavoro dell’ufficio normative, con il quale seguiamo l’evolversi delle varie norme su certificati e sicurezza dei prodotti. A proposito di normative, una delle vostre battaglie è quella di puntare sulla qualità, sull’armonizzazione delle normative come state sperimentando con il Mau. Con i Mobilieri associati Unidi (Mau) si è voluto spiegare ai dentisti che scegliendo la qualità dei prodotti italiani è possibile garantire al meglio la sicurezza della salute dei pazienti anche in assenza di una precisa legislazione in merito. L’idea è quella di estendere questo modo di intendere la produzione a tutti i settori dell’industria dentale italiana. Il messaggio che volgiamo fare passare è quello che i nostri prodotti, oltre ad essere innovativi dal punto di vista tecnico, clinico e di design, sono anche sicuri e vanno oltre al rispetto delle singole normative in vigore in Europa. Volgiamo promuovere il settore dentale italiano come sinonimo di qualità e sicurezza. Per questo stiamo impostando un'attività per la promozione del made in Italy attraverso i singoli cittadini. Una campagna che coinvolga non solo l’industria ma tutte le componenti professionali del settore che a vario titolo concorrono alla salute del paziente. Una campagna che evidenzi i vantaggi nel rivolgersi ad un dentista che utilizza prodotti italiani. Una iniziativa che servirebbe indubbiamente a motivare i pazienti a stare in Italia per farsi curare scegliendo professionisti che puntano alla qualità e non al business. E su questa idea ci confronteremo con tutte le associazioni sindacali del settore. Questo ottobre il rientro di International Expodental a Milano è stato salutato da un buon successo per il numero dei visitatori. Tanto che Expodental Forum, la manifestazione culturale e di formazione parallela alla parte espositiva, ha raggiunto i 3.000 partecipanti. All'interno di Expodental Forum gli Amici di Brugg , come oramai consuetudine, hanno dato il proprio contributo alla manifestazione con una giornata di formazione su temi di stretta attualità odontoiatrica e odontotecnica. Alla mattina un centinaio di partecipanti ha seguito con interesse la relazione su protesi e implantologia tenuta da Gian Edilio e Luca Solimei e Nicola Gandoni . Particolare importanza è stata dedicata nel corso della relazione all'utilizzo delle faccette in disilicato di litio e all'uso del Cad-Cam in odontotecnica. Dopo la pausa per il pranzo, nel pomeriggio, riflettori puntati sull'argomento medicina legale, un tema sempre più all'ordine del giorno nella quotidianità degli studi, con interventi di Paolo Monestiroli , Giancarlo Garotti e Maria Sofia Rini . La prima relazione ha proposto un'approfondita introduzione alle tematiche dell'odontoiatria legale, un tema diverso dalla medicina legale in quanto il dentista è chiamato a garantire un risultato e non un comportamento come gli altri medici. Ne consegue che l'odontoiatra si trova in una situazione più delicata in cui, per tenere sotto controllo il contenzioso, deve imparare anche a gestire il rapporto con i propri pazienti. Oltre agli Amici di Brugg il programma culturale di Expodental Forum è stato sviluppato da Sio, Società italiana di implantologia osteointegrata, e Collegio dei docenti di odontoiatria. DENTAL PRESS gazione estera composta da una ventina di operatori provenienti da paesi europei e asiatici del blocco dell’ex Unione Sovietica. I delegati hanno avuto una fittissima agenda di incontri con le aziende associate Unidi che ha permesso di allacciare, e in molti casi concretizzare, importanti accordi commerciali. I paesi della delegazione hanno mercati in forte crescita dove i prodotti dell’industria dentale italiana sono molto apprezzati per le loro caratteristiche di innovazione, qualità e design. Da parte nostra continueremo a impegnarci e a lavorare per migliorare la manifestazione e rendere ancora più attrattive la prossima edizione di Internationale Expodental, che si svolgerà a Milano dal 17 al 19 ottobre 2013. A. P. << << DENTAL MONITOR 8 Nuove tecnologie nel dentale Al via la rivoluzione digitale Da Internet al Cad-Cam: cambia il lavoro degli odontoiatri negli studi e degli odontotecnici nei laboratori; intanto le imprese del settore modificano il loro modello di business e si trasformano in aziende tecnologiche L a rivoluzione digitale è ormai perentoriamente entrata anche nel settore dentale e l'impatto delle nuove tecnologie lungo tutta la filiera è ormai evidente. Vale per i produttori, per i distributori, per i dentisti e anche per gli odontotecnici. Persino i pazienti si informano e organizzano ormai i propri appuntamenti grazie alle nuove tecnologie. Entrano a pieno titolo in questo articolato e composito universo tecnologico anche il 2.0, la telefonia e l'information technology nella sua accezione più ampia. Lo sviluppo del mercato è, di fatto, sostenuto dall'investimento di dentisti e odontotecnici in nuove tecnologie, che stanno rivoluzionando alcune metodiche diagnostiche, terapeutiche e di produzione protesica. Tra questi l'ingresso della radiografia 3D, dei nuovi sistemi di chirurgia guidata, dell'implantologia a carico immediato (che permette al paziente di non attendere mesi dall'intervento per la nuova protesi), la rigenerazione ossea e lo straordinario sviluppo del Cad-Cam, che consente ai laboratori la progettazione grafica assistita da computer di manufatti protesici che vengono prodotti con fresatrici computerizzate. Per il Cad-Cam la crescita di elementi protesici è stata addirittura del Grafico 1 37% nel 2010 rispetto al 2009, con un ulteriore lieve incremento nel 2011. Numeri importanti nonostante la situazione recessiva in atto, che registra un meno 34% di produzioni protesiche nell'ultimo triennio dichiarate da circa 2.000 odontotecnici intervistati da Key-Stone. Il Cad-Cam cambia il "mercato" delle protesi Ma, restando nell'ambito del Cad-Cam, questa tecnologia muta in modo sostanziale anche i processi e i canali produttivi e distributivi. Una sia pur piccola parte delle produzioni di protesi passa direttamente ai dentisti, che possono realizzare in studio alcuni tipi di manufatti protesici grazie a particolari dispositivi che consentono la produzione di alcune tipologie di ricostruzione. Grande impatto sta invece avendo la produzione di strutture fresate direttamente dalle case, che trasformano il proprio business dalla vendita di materiali a quello dei servizi integrati: un cambiamento radicale che prevede nuove competenze all'interno delle aziende che si pongono, potenzialmente, in diretta competizione con i laboratori odontotecnici, nonostante a loro continui ad essere demandato il compito di realizzare il manufatto protesico completo, lavorando però ora su strutture prodotte da altri. USO DI INTERNET A SCOPO PROFESSIONALE > Grafico 2 SCENDONO I PREZZI DELL'HI-TECH MA SI RIDUCE IL CICLO DI VITA DEI PRODOTTI POTENZIALE SVILUPPO DEL CAD-CAM > Roberto Rosso, presidente Key-Stone > Una ricerca di respiro europeo In questo ambito è stata realizzata da Key-Stone una ricerca molto interessante in diversi paesi europei che misura essenzialmente due aspetti: uno relativo alla percentuale di laboratori che già utilizzano tecnologie CadCam (possedendone le tecnologie o avvalendosi dell'outsourcing); l'altro è l'intenzione di avvicinarsi a questa tecnologia nel futuro. Come si può osservare dal grafico 1, la Germania appare come un paese decisamente avanzato, con un alto tasso di odontotecnici attrezzati e un'intenzione ad aderire alla tecnica in futuro di gran parte dei laboratori che ancora non la adottano. Particolarmente interessante è la posizione dell'Italia, che al momento dell'analisi non aveva ancora una grande diffusione del Cad-Cam ma presentava un'altissima propensione ad utilizzare la tecnologia. Fenomeno confermato dall'ultima ricerca del 2012, che dimostra come la produzione di protesi realizzate con tecnica CadCam sia aumentata in modo considerevole. Le potenzialità del digitale Le tecnologie Cad più in generale riguardano un altro ambito più ampio, che è quello della scansione intraorale, che permette ai dentisti di sostituire la presa dell'impronta con tradizionali materiali siliconici con La rivoluzione digitale è stato il tema portante di un particolare evento organizzato nell'ambito dell'ultimo International Expodental (Milano, 18-20 ottobre): canale distributivo e industria si sono incontrati nel "Dental Dealers Forum", durante il quale è stato analizzato l'impatto delle nuove tecnologie nel mercato delle apparecchiature e del consumo, sulle strategie produttive, sulla distribuzione e nel management dello studio dentistico e del laboratorio protesico. Esponenti d’eccellenza internazionali della produzione e della distribuzione dentale ed esperti in ambito finanziario e tecnologico si sono confrontati in una tavola rotonda che aveva l'obiettivo di prevedere lo scenario futuro e le strategie che riguarderanno il mercato dentale europeo dei prossimi anni. L'evento è stato organizzato da Unidi (Unione nazionale industrie dentarie italiane) in collaborazione con Key-Stone (istituto di ricerche di mercato specializzato in ambito salute e dentale) e con il patrocinio di Adde (Association of Dental Dealers in Europe) e Fide (Federation of European Dental Industry). «Oggi il professionista deve fronteggiare una domanda di prodotti di consumo e di apparecchiature legata alla continua innovazione tecnologica del prodotto e del servizio. Le nuove tecnologie vengono percepite dal paziente come sinonimo di professionalità e avanguardia – spiega Roberto Rosso, presidente di Key-Stone –. L'obsolescenza non sopraggiunge più per oggettivo decadimento delle tecnologie, ma per nuove e innovative esigenze della clientela stessa. Il ciclo di vita dei prodotti si accorcia, i prezzi si uniformano, la tecnologia diviene accessibile, vengono immessi sul mercato nuovi prodotti “killer application” quando i vecchi sono ancora in auge, e per le aziende entrare rapidamente nel mercato è vitale e il recupero degli investimenti deve essere più rapido. Ciò risulta particolarmente difficile in quanto mentre nei settori tradizionali i prezzi tendono ad aumentare, nell'hi-tech scendono progressivamente. Con cicli più rapidi e prezzi che scendono, solo pochi grandi competitori possono rientrare degli investimenti, e ciò provoca concentrazione nel settore» conclude Rosso. Durante l'incontro si è parlato anche della stretta creditizia, che riguarda ormai tutti i settori. Forse un po' a sorpresa si è dimostrato come nel dentale – che risulta ancora piuttosto florido sotto l'aspetto della solvibilità – i finanziamenti non abbiano subito particolari riduzioni. Nonostante ciò, gli esperti hanno discusso della criticità conseguente a tecnologie che perdono rapidamente il proprio valore e che, oltre a non poter essere finanziate a lungo periodo, debbono essere acquistate da dentisti e odontotecnici a fronte di un'oculata panificazione del business, affinché l'investimento sia effettivamente profittevole. Andrea Peren 9 << << l'informazione digitale della morfologia orale. Questo è un cambio radicale, per ora in fase embrionale, ma con una potenzialità straordinaria nel momento in cui la barriera di prezzo verrà abbassata a livelli accettabili. Cosa peraltro consueta nelle nuove tecnologie. Questo cambio non va osservato solo dal punto di vista clinico, nell'attività pratica del dentista, ma anche nel modello di business delle imprese che, obtorto collo, debbono trasformarsi da imprese chimiche, di produzione di polimeri, ad aziende tecnologiche, radicalmente differenti. L'avvento del digitale ha inoltre avuto un impatto straordinario sulle tecniche diagnostiche: sono ormai oltre un quarto gli studi dentistici che possiedono un sistema radiologico panoramico e sta progressivamente entrando negli ambulatori il sistema 3D. Ancor più ampia la porzione di studi dentistici con sistemi di radiografia endorale, che consente di ridurre in modo sostanziale l'esposizione ai raggi X. Il mercato ha avuto una vera e propria impennata grazie all'avvento del digitale, poiché due erano le grandi barriere che frenavano l'investimento dei dentisti in questo ambito: il costo e le dimensioni dell'apparecchiatura, difficilmente collocabile negli studi dentistici italiani, tradizionalmente di metrature ridotte. Proprio il digitale ha risolto in parte entrambi i problemi, con un conseguente grande vantaggio per i pazienti che possono sempre più spesso usufruire del servizio direttamente in studio. Cresce l'utilizzo professionale di Internet In ultimo, non va trascurato Internet con le sue applicazioni nelle attività di comunicazione degli studi dentistici e delle imprese, che possono finalmente fornire informazioni tecniche e scientifiche, oltre a proposte di acquisto, a volte disintermediando i canali di comunicazione e distribuzione tradizionali. Anche in questo caso, i dati sono supportati da una ricerca Key-Stone sviluppata recentemente confrontando un campione rappresentativo di cinque importanti paesi, dal quale si può osservare – come indicato nel grafico 2 – come media- DENTAL MONITOR EUROPEAN BRAND EQUITY ANALYSIS INDAGINE SU 1.800 DENTISTI EUROPEI La ricerca estensiva di Key-Stone nel mercato europeo giunge alla sua terza edizione: dopo tre anni si rinnova lo studio europeo sul valore percepito della marca nel settore dentale. Dopo la prima edizione pubblicata nel 2004 e la replica del 2009, l'istituto di ricerca specializzato nel settore dentale propone un nuovo aggiornamento, la cui pubblicazione è prevista per febbraio 2013. Lo studio, che vede come committenti i principali fabbricanti del comparto, si propone di analizzare gli elementi fondamentali del marketing, partendo da argomenti quali notorietà e percezione della marca, spingendosi poi in profondità anche su specifiche famiglie di prodotto (materiali da impronta, restaurativa, cementazione) e investigando la penetrazione, le motivazioni d’acquisto, la lealtà alla marca e la soddisfazione. L'analisi della soddisfazione, in particolare, è un importante spunto per i fabbricanti per essere sempre più vicini alle esigenze di prodotto e di servizio dei dentisti. L’analisi – condotta con l’ausilio delle principali tecniche statistiche a disposizione – viene effettuata su 200 studi dentistici in ogni Paese per mezzo di interviste telefoniche da parte di personale madrelingua altamente specializzato. I paesi investigati sono Francia, Germania, Italia, mente il 40% dei dentisti utilizzi Internet a scopo professionale, in particolare per cercare informazioni sui prodotti (63%), articoli e studi scientifici (35%), ma anche offerte e istruzioni d'uso (circa il 30%). Chiaramente la domanda era a risposta multipla e la somma dei risultati è maggiore del 100%. In conclusione, anche il settore dentale non può che fa- Spagna, Svezia, Regno Unito, Polonia, Russia e Turchia. Una sezione dedicata al Cad-Cam consentirà un importante follow-up proprio sui temi della rivoluzione digitale di cui si è discusso nel Dental Dealers Forum di Milano. Per maggiori informazioni: [email protected] In rosso i Paesi nei quali è stata condotta la ricerca di Key-Stone sul valore percepito della marca nel settore dentale > re i conti con l'avvento delle nuove tecnologie, che rappresentano una grande opportunità ma anche una minaccia per chi, in modo miope, non saprà coglierne gli aspetti positivi anche, eventualmente, mettendo in discussione il proprio modello di business che potrebbe ormai essere obsoleto e destinato a perire. Roberto Rosso 11 << << DENTAL PRESS La Lega alle associazioni: «la categoria va difesa» Per il senatore Rizzi (Lega) le associazioni odontoiatriche hanno abdicato al loro ruolo di difesa della categoria. Si è fatto allora promotore di una interrogazione parlamentare rivolta al governo Italian Dental Journal vi ha reso conto nello scorso numero (nr. 11/2012 - «Dentisti sotto accusa: le reazioni della categoria») delle reazioni del mondo associativo a un servizio di Striscia la notizia sul turismo odontoiatrico. Vi riportiamo ora il contenuto di una discussione a due tra il dottor Mario V. Longo, libero professionista e membro esperto del Consiglio superiore di sanità, e il senatore Fabio Rizzi, medico anestesista rianimatore, membro del gruppo Lega Nord Padania del Senato e della commissione permanente Igiene e Sanità. Longo è stato nominato responsabile per l'odontoiatria della Lega da Matteo Salvini, segretario nazionale lombardo. Lo scorso 11 novembre il senatore Rizzi è stato il firmatario di una interrogazione parlamentare rivolta ad alcuni ministri (in questa pagina pubblichiamo integralmente l'interrogazione, così che il lettore la possa consultare direttamente). (LONGO) Nel mondo associativo si è acceso un dibattito sul turismo odontoiatrico, soprattutto a seguito della tua interrogazione. Il tuo intervento nasce da un tavolo concordato con le associazioni di categoria? (RIZZI) No, nasce dalla segnalazione di alcuni professionisti, che si sono sentiti ovviamente lesi nella propria professionalità, sentendo paragonare le loro prestazioni ad altre, di qualità perlomeno discutibile. Per questo motivo ho incaricato te come responsabile per l'odontoiatria della Lega Nord Padania di sentire le associazioni per un'azione congiunta, ma stiamo anco- ra aspettando la risposta, malgrado a posteriori, esprimendo apprezzamento per l'interrogazione, si sono, almeno in parte, aggregate. (LONGO) Ti risulta che le associazioni abbiano finora sentito e combattuto in modo efficace il fenomeno? (RIZZI) Se lo abbiano avvertito va chiesto a loro. Se si siano mossi efficacemente, non mi risulta. Non solo. Come ricorderai bene, già un paio d'anni fa, con te e di concerto con l'eurodeputato Matteo Salvini, in considerazione dell'elevato rischio di diret- IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE ATTO DEL SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08678 Primo firmatario: RIZZI FABIO Gruppo: Lega Nord Padania Data: 14/11/2012 (seduta n.835) Destinatari: Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell'Economia e delle Finanze Stato iter: in corso Premesso che: nella trasmissione di satira televisiva "Striscia la Notizia" è stata mandata in onda una pluralità di servizi relativi al fenomeno del cosiddetto turismo dentale o turismo odontoiatrico, ovvero la tendenza di ricorrere a cure odontoiatriche in Paesi terzi (ed in particolare Croazia) per ragioni riconducibili sostanzialmente ad un (asserito) vantaggio economico per il paziente; tali servizi hanno dato luogo a significative prese di posizione da parte degli Ordini professionali e delle principali associazioni di categoria, in quanto gli stessi hanno investito, oltre agli indicati aspetti economici (trattati, peraltro, con inadeguati criteri di comparazione tra tipologie di interventi e loro efficacia), aspetti afferenti la professionalità della filiera odontoiatrica italiana e l'appropriatezza dei trattamenti praticati in Italia; premesso inoltre che a giudizio dell'interrogante: i servizi televisivi risultano in effetti improntati ad una non corretta rappresentazione di situazioni professionali, prestazionali, economiche e relative al rapporto con il paziente antecedentemente, nel corso e successivamente alla prestazione professionale, inducendo impropriamente l'utente a considerarne una, invece non praticabile, comparabilità (ancor prima del giudizio di valore espresso), senza tenere in alcuna considerazione le differenti condizioni socio-politiche dei Paesi interessati ed il differente approccio scientifico e tecnico agli interventi ed all'assistenza del paziente; i servizi televisivi offrono in ogni caso all'utenza una rappresentazione tive europee che vadano a disintegrare la nostra filiera odontoiatrica, avevamo tentato di mettere attorno allo stesso tavolo tutte le associazioni, di professionisti e aziende, per tentare di fare fronte comune. Ma dopo pochi incontri gli interessi dei singoli orticelli hanno prevalso e il tavolo è stato sciolto, con Andi che ha tentato di avocarlo a sé, ma di fatto facendolo saltare. Probabilmente perché, dal punto di vista politico, l'unico partito che si è interessato al mondo odontoiatrico è stata la Lega, nel disinteresse assoluto di tutte le altre forze politiche. (LONGO) Perché hai deciso di chiedere al governo come agirà nei confronti di persone che nell’ambito di un servizio giornalistico hanno secondo te “diffamato” (e il termine è oggi attuale, vedi legge Sallusti) la professione odontoiatrica? Non è corretto che si muova l’ordine a difesa dei suoi iscritti? (RIZZI) Proprio perché la diffamazione è purtroppo all'ordine del giorno e non riguarda solo i politici. Anzi, questi ultimi hanno anche degli strumenti di tutela, il problema è quando ad essere diffamato è il singolo cittadino, il professionista. In questo caso un'intera categoria, facendo d'ogni erba un fascio e dimenticando che la filiera odontoiatrica italiana è tra le migliori, se non l'eccellenza, nel mondo. Certamente si sarebbero dovuti muovere ordine e associazioni, queste ultime addirittura sollecitate, ma di fronte al loro silenzio, dopo una decina di giorni, mi sono sentito in dovere civico, come rappresentante istituzionale, di intervenire. (LONGO) Come pensi che si concili, in ogni modo, la tutela della libertà di stampa con la richiesta di intervento del governo? (RIZZI) Esattamente come la legge sulla diffamazione. Non dobbiamo confondere la libertà di stampa, diritto innegabile e doveroso, con l'operato dei "diffamatori seriali", che rovinano la gente basandosi sul nulla o solamente per fare cassetta. Il servizio di Striscia non credo certo sia volontariamente diffamatorio, ritengo però che avrebbero dovuto approfondire meglio i ri- assolutamente inadeguata dei criteri di cui occorre invece tener conto per la valutazione della prestazione sanitaria odontoiatrica, ingenerando nell'utenza la propensione alla scelta di prestazioni professionali incidenti sulla propria salute sulla base di un mero criterio economico e non fondato sulla valutazione di standard qualitativi e di assistenza nel tempo che nel nostro Paese sono garantiti al paziente per tradizione e formazione specialistico-professionale ed in osservanza degli obblighi di legge; i servizi televisivi ingenerano altresì nell'utenza una erronea rappresentazione sulla stessa adeguatezza ed economicità complessiva della prestazione resa all'estero, in quanto non evidenziano che, al di là dell'appropriatezza dell'intervento ivi svolto, la prestazione sanitaria resa nel Paese terzo non garantisce al paziente la fruizione di servizi altrettanto fondamentali quali la prevenzione, l'assistenza post intervento di breve e lungo periodo e il controllo periodico dello stato di salute del cavo orale anche a prevenzione di patologie correlate (ad esempio neoplasie del cavo orale); il settore odontoiatrico italiano è, contrariamente all'impressione che i servizi televisivi paiono avere inteso ingenerare negli utenti, espressione di livello universalmente riconosciuto sotto il profilo tecnico-professionale in ambito europeo ed internazionale (prestigio, tradizione specialistica, e livello di ricerca e sviluppo tecnologico che non risultano essere altrettanto riferibili ai Paesi terzi in questione); considerato che: il settore odontoiatrico italiano occupa circa 56.000 odontoiatri, 28.000 odontotecnici, 6.000 igienisti, oltre a tecnici, infermieri, ausiliari, dipendenti di strutture e studi professionali (tra cui ad esempio 80.000 assistenti alla poltrona odontoiatrica) e relativo indotto; il settore odontoiatrico italiano genera attualmente per la distribuzione industriale un fatturato di oltre 1.200.000.000 euro e produce, attraverso le prestazioni rese ai pazienti, un gettito fiscale di circa 20.000.000.000 euro; il danno generato da prestazioni odontoiatriche inadeguate a livello di prevenzione, di intervento e di assistenza post intervento di breve e lun- > Fabio Rizzi svolti qualitativi, prima di danneggiare una categoria come quella odontoiatrica, che avrà certamente al proprio interno molte mele marce, come tutte le categorie, ma anche una stragrande maggioranza di professionisti seri, preparati e con tariffari proporzionati alla qualità delle prestazioni. (LONGO) Pare che il turismo odontoiatrico riguardi l’1% della popolazione. Tu vedi crescere in prospettiva questo fenomeno? (RIZZI) Purtroppo sì e anche molto rapidamente. Occorre che l'informazione sia corretta e la filiera del dentale si muova unitariamente per contrastare questi fenomeni e soprattutto le direttive europee, ormai prossime e destinate ulteriormente a deprofessionalizzare i nostri operatori per uniformare, nel nome del costo, il livello verso il basso. Il tavolo unitario che con l'onorevole Salvini e con te avevamo tentato di istituire è ancora attuale e la nostra disponibilità immutata. Attendiamo che le associazioni siano mature per accettare la sfida, se non sarà troppo tardi. > Mario V. Longo All’inizio del 2012 si era tenuto un Forum – voluto da Unidi e dall’associazione no profit Octopus Brain – durante il quale si era fatto il punto sulle problematiche del dentale. All’incontro avevano partecipato molte delle forze politiche in campo, nonché l’Università e diverse associazioni di categoria, Andi compresa con il suo presidente Gianfranco Prada. Un incontro che aveva saputo raccogliere non pochi stimoli e molti interventi qualificati, di livello alto. Purtroppo le vicende politiche del nostro Paese hanno reso difficile nel breve periodo concretizzare i buoni propositi espressi in quell’occasione. Ci si augura che lo si possa fare a partire da subito. E questo a prescindere dalla specifica questione “turismo dentale”. Con l’articolo pubblicato in questa pagina Italian Dental Journal intende iniziare a far la cronaca dei fatti e dare voce alle persone che hanno la responsabilità di ridare spinta competitiva al dentale e l’onere/onore di tutelare la professionalità di quanti vi operano. go periodo incide drasticamente sul sistema sanitario nazionale, anche in relazione agli effetti correlati allo stato di salute generale del paziente; tale danno evidentemente determina un pregiudizio esclusivamente per il sistema interno, non potendo generare obbligazioni assistenziali a carico del Paese terzo ove è avvenuto l'intervento odontoiatrico, l'interrogante chiede di sapere: se il Governo intenda intervenire, ed in quali termini, in ordine alla diffusione verso l'utenza televisiva (per di più di un programma di grande popolarità tra il pubblico) di dati privi di fondamento scientifico, idonei ad ingenerare nell'utenza una errata rappresentazione di servizi essenziali per la salute del cittadino; se intenda intervenire, ed in quali termini, in ordine all'utilizzo improprio dello strumento televisivo nel trattare tematiche di primaria rilevanza e costituzionalmente tutelate, quali la salute dei cittadini, in termini a giudizio dell'interrogante assolutamente privi di valore scientifico e pertanto impropri rispetto alla collocazione e natura del programma di intrattenimento e delle competenze dei suoi autori e conduttori, che pure paiono intendere presentarsi quali fonti autorevoli e di orientamento per l'utenza pubblica; se intenda chiedere chiarimenti in ordine ai motivi per i quali, a fronte peraltro della notoria situazione di contingenza economica che ha già fortemente colpito lo sviluppo produttivo del Paese, ed in particolar modo il settore odontoiatrico, una trasmissione di una rete televisiva italiana si sia rivolta in termini apertamente pregiudizievoli rispetto ad una categoria professionale italiana ed alla relativa filiera, a favore di operatori di Paesi terzi; se intenda intervenire, ed in quali termini, per riequilibrare la correttezza informativa a tutela della professionalità, dell'operato e della redditualità della filiera del settore odontoiatrico italiano, che risulta gravemente pregiudicato dal fenomeno del cosiddetto turismo dentale e - conseguentemente - da rappresentazioni che paiono avere l'effetto di supportare tale fenomeno, a discapito non solo degli interessi della categoria professionale, ma anche e soprattutto della salute pubblica, con i relativi riflessi sul sistema sanitario, produttivo ed economico nazionale. 13 << << DENTAL PRESS DentalAcademy «registra» mille utenti e 150 casi clinici Continua l’attività del “portale dei casi clinici” grazie al contributo degli utenti, che inviano alla redazione i resoconti più interessanti della loro attività clinica e li vedono pubblicati su web e newsletter I l portale DentalAcademy ha tagliato il traguardo dei suoi primi mille iscritti: ogni martedì, quando la redazione invia tramite newsletter l'anticipazione dei nuovi contenuti del sito, si moltiplicano gli accessi e le registrazioni degli odontoiatri sul web. Sicuramente uno dei fattori di successo di DentalAcademy – oltre naturalmente alla bontà dei contenuti proposti – è la sua gestione a livello professionale: lo realizza un editore scientifico – Griffin – che mette a disposizione del portale due giornalisti professionisti, un web editor e la stessa struttura che da anni pubblica Italian Dental Journal. Non un sito amatoriale quindi, ma un prodotto editoriale a tutti gli effetti. «L'idea di creare una piattaforma web per lo scambio di esperienze cliniche su singoli casi trattati in studio è nata verificando tra gli odontoiatri proprio questa necessità di confronto a livello di "real life dentistry", di pratica clinica quotidiana – spiega l'editore Paolo Pegoraro –. I mille utenti registrati e i 150 casi clinici pubblicati ci dicono che il progetto è stato apprezzato e stimolano la Casa editrice ad aumentare il suo impegno verso l'editoria online». Nell'editoria rivolta al pubblico i grandi giornali hanno intrapreso un percorso di integrazione tra cartaceo e digitale creando testate online anche profondamente diver- I NUMERI DI DENTAL ACADEMY • 155 casi clinici pubblicati • 1.100 utenti registrati • 9.000 visitatori unici al mese (numero di visitatori contati una sola volta) • 32.000 visualizzazioni di pagina al mese se dall'edizione in edicola. DentalAcademy rappresenta il primo consistente esempio di questo tipo nell'editoria professionale. Rcs pensa a implementare ilcorriere.it investendo su questo progetto risorse finanziarie e professionali, mentre mette in conto di chiudere a breve riviste anche ricche di un glorioso passato (si parla addirittura di tutta l'area periodici). Lo stesso accade per le riviste odontoiatriche. «Il 2012 ha mostrato con chiarezza la crisi della comunicazione tradizionale nel nostro settore, quello odontoiatrico: chiudono o stanno per chiudere molte testate storiche, e a chi resta tocca in eredità il compito di sapersi trasformare, per sopravvivere ma anche per darsi un senso – commenta Pegoraro –. Noi lo stiamo facendo, credo, con l’abbinamento di Italian Dental Journal a DentalAcademy, che si è ormai affermato come la novità digitale nella comunicazione scientifica professiona- PUBBLICA ANCHE TU IL TUO CASO CLINICO INVIA TESTO E FOTO A [email protected] SEGUI LE ISTRUZIONI SUL SITO CLICCANDO IL PULSANTE le in odontoiatria». Il modello però non è replicare il giornale cartaceo: «non credo al modello del sito che scimmiotta, in qualche modo, la testata cartacea – sottolinea il direttore di Italian Dental Journal –. Occorre avere il coraggio (e la voglia, nonché la capacità) di proporre online qualcosa di nuovo. Mi auguro solo che i fatti ci diano ragione e che anche il marketing odontoiatrico, in alcune realtà aziendali non troppo innovativo, intuisca le potenzialità delle nuove tecnologie». DentalAcademy per ora riesce ad essere gratuito e a libero accesso perché sostiene i propri costi attraverso la pubblicità delle aziende del dentale. «Gli odontoiatri – conclude Paolo Pegoraro – hanno ora a disposizione il mezzo digitale che molti stanno ancora cercando (inserzionisti compresi). Occorre far loro sapere che la ricerca è finita». IL PARERE DEGLI UTENTI Dottor Boschini, sappiamo che lei è molto attivo sulla rete: oltre a DentalAcademy frequenta il forum di Dentisti Italia e utilizza Facebook anche a scopo professionale. Considera questi mezzi un passatempo o uno strumento di lavoro? Per quanto mi riguarda questi mezzi sono sia uno strumento di lavoro che un passatempo. Sicuramente l'era multimediale che stiamo vivendo ora porta sempre più a fare utilizzo di dispositivi che consentono di viaggiare in rete, anche da parte di utenti non più giovani ed appartenenti a qualsiasi ceto sociale. Oramai tutti navigano in internet, da un computer di casa come da un telefonino o un tablet. Pertanto, a differenza di come si faceva una volta, se ci viene in mente un quesito chiediamo immediatamente aiuto alla rete. Questo vale tanto di più per certi servizi, come ad esempio quello turistico, ma ormai anche la sanità ne è rimasta coinvolta. L'analisi e il computo delle parole chiave ricercate sui principali motori di ricerca conferma come tanti utenti/pazienti e medici cerchino conforto e confronto dalla rete. È esperienza abbastanza comune tra i dentisti quella di iniziare ad affacciarsi al mondo di internet per socializzare con i colleghi e ampliare, di conseguenza, il proprio bagaglio culturale e professionale sulla base di un costruttivo scambio di opinioni. Teniamo conto che il dentista medio vive per la maggior parte del tempo chiuso all'interno del proprio studio e la rete offre una possibilità di evasione. Una volta che ci si inizia ad orientare in rete, si scopre che in ogni social network, in ogni forum, in ogni blog e in ogni portale c'è il modo di parlare di denti con colleghi di tutta Italia e di tutto il mondo. Questo aspetto fa vivere al dentista una esperienza ludica e spesso appagante, con la presentazione dei propri casi > e delle proprie idee al mondo odontoiatrico. L’esposizione in rete determina di conseguenza visibilità e la visibilità porta contatti. È così che poi il lato ludico diventa necessariamente anche professionale. Il ritorno in termini di lavoro alla poltrona è però minimo e non proporzionato al tempo speso, pertanto non può che essere considerato un aspetto secondario a quello ludico. Un'ultima considerazione riguarda la possibilità di consigliare i pazienti rispondendo alle domande che pongono su alcuni portali che consentono di interfacciare medico e paziente (ad esempio Dentisti Italia). Rispondere a queste domande in maniera totalmente gratuita e senza secondi fini è, per quanto mi riguarda, estremamente gratificante. Dà come la sensazione di fare volontariato con la comodità di restarsene a casa, sapendo di fare comunque un servizio utile per la comunità. Ha pubblicato due casi molto particolari su DentalAcademy. Si tratta di tecniche certamente non tradizionali. Perché questa scelta? Semplicemente ritengo che la pubblicazione dei casi clinici su portali dedicati agli operatori del settore consenta una maggior, e decisamente più rapida, divulgazione delle proprie idee. Le pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate forniscono scientificità, danno lustro e hanno decisamente un altro peso culturale, ma hanno una propagazione lenta, impongono certi format e richiedono sicuramente uno sforzo maggiore per la pubblicazione. Inoltre tantissimi colleghi confessano di non essere così attenti alla consultazione della letteratura scientifica, preferendo canali di aggiornamento più semplici e immediati come la visualizzazione di casi clinici presenti in rete o la frequenza a corsi e convegni. Da queste considerazioni ne consegue che tanto più è particolare l'argomento che si vuole promuovere, tanto maggiore deve essere la diffusione attraverso mezzi che siano alla portata di tutti. Occupandomi di autotrapianti e reimpianti dentari, e volendo promuovere la tecnica, mi sarebbe occorso uno sforzo decisamente maggiore e un tempo molto più lungo se avessi sfruttato i canali convenzionali della letteratura scientifica rispetto alla divulgazione dell'argomento in rete. Inoltre credo che la presentazione di questi casi via internet li avvicini molto di più alla realtà clinica rendendoli meno surreali. Tramite la rete sono riuscito a trasformare la diffidenza nei confronti degli autotrapianti in curiosità e ora sempre più colleghi vogliono partecipare ai miei corsi sull'argomento. Luca Boschini Come utilizzare in maniera deontologicamente corretta ciò che si vede e si legge su DentalAcademy? DentalAcademy è una bellissima realtà nascente che consente di inferfacciare i colleghi. Lo spirito di chi vi partecipa è quello di mostrare agli altri ciò che si sa fare meglio e in questo non c'è nulla di deontologicamente scorretto. Se tutti contribuissimo avremo la possibilità di creare una splendida libreria di casi clinici dai quali attingere in caso di necessità. Non credo che ci siano i presupposti per un utilizzo scorretto del portale, anche perché il target riguarda i soli professionisti del settore. Il rischio di abusi, di comportamenti non etici, o comunque deontologicamente scorretti, è sicuramente maggiore per quei siti che hanno un target misto di medici e pazienti, laddove qualche professionista volesse sfruttare il mezzo per fini personali e non per produrre informazione, come in realtà dovrebbe essere. FOCUS ON << << LASER 14 Odontoiatria laser italiana all’avanguardia nel mondo La competenza della scuola italiana è stata riconosciuta dalla Federazione mondiale odontoiatria laser, che ha eletto Carlo Fornaini alla presidenza. Intanto questa tecnologia entra sempre di più nella routine clinica A presiedere la Federazione mondiale odontoiatria laser (Wfld) è stato eletto l’italiano Carlo Fornaini, professore a contratto all'università di Parma, che ricoprirà la carica nel biennio 2014-2016. La società scientifica è presente in 65 paesi e riunisce gli odontoiatri che utilizzano la tecnologia laser. La nomina di Fornaini è avvenuta quest’anno a Barcellona, dove si è tenuto il tredicesimo congresso della Wfld. Già rappresentante per l'Italia, poi tesoriere della divisione europa e negli ultimi due anni tesoriere generale della Wfld, Carlo Fornaini entrerà in carica durante il congresso di Parigi del 2014 e cederà il testimone a Tokyo nel 2016. Italian Dental Journal gli ha chiesto un approfondimento su questo approccio odontoiatrico dal forte contenuto tecnologico e dalle applicazioni sempre più numerose. Dottor Fornaini, da quanto tempo il laser è utilizzato in odontoiatria? Il laser fu utilizzato per la prima volta in odontoiatria da Goldman nel 1964 e, per molti anni, il suo impiego è stato limitato alla chirurgia dei tessuti molli dove, con il passare degli anni, sono state proposte via via varie lunghezze d’onda (CO2, Nd:Yag, Argon, Diodo, Ktp). Ma è nel 1990 che avviene la grande rivoluzione: un fisico e un odontoiatra tedeschi, Hibst e Keller, dimostrano per primi l’utilizzo del laser a erbio per trattare i tessuti duri dentali e propongono quindi questa lunghezza d’onda come alternativa ai normali strumenti ro- tanti in odontoiatria conservativa. La scoperta ha suscitato un grande interesse da parte degli odontoiatri verso questa nuova tecnologia, come dimostra l’aumento esponenziale del numero delle pubblicazioni scientifiche su questo tema. Quali tipi di dispositivi si utilizzano? A grandi linee possiamo dividere gli apparecchi usati attualmente in odontoiatria in due grandi gruppi: quelli a bassa intensità, comunemente chiamati “softlaser”, usati per la biostimolazione e la terapia antalgica, e quelli a potenza più elevata, che siamo oggi in grado di utilizzare in quasi tutte le branche della nostra specialità. Dico quasi perché in implantologia e in protesi non è ancora possibile il suo utilizzo in tutte le fasi cliniche, anche se ci siamo ormai molto vicini. Le lunghezze d’onda disponi- bili sul mercato sono molteplici, anche se le più utilizzate sono quattro-cinque al massimo e anche se la riduzione della durata dell’impulso fa in modo che una lunghezza d’onda si possa utilizzare in qualsiasi tipo di tessuto e di situazione clinica. C’è stata un’evoluzione tecnologica negli ultimi anni? C’è stata un’evoluzione terribilmente veloce, sia per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, che sulle dimensioni e il costo. Si figuri che il mio primo laser a diodi era grande come un servomobile, oggi sono come un iPod e costano un quarto rispetto ad allora; e parliamo di non più di quindici anni fa. A mio avviso però, come dicevo prima, i progressi maggiori si sono avuti nella riduzione della durata dell’impulso. Mi spiego meglio: il primo laser, CONGRESSO FEDERAZIONE MONDIALE DI ODONTOIATRIA LASER: A BRUXELLES NEL 2013 > La delegazione italiana al congresso Wfld di Barcellona A sinistra Carlo Fornaini, incoming president della Federazione mondiale odontoiatria laser (Wfld); a destra l'attuale presidente, il brasiliano Aldo Brugnera Nel 2013 il congresso della Federazione mondiale odon11 e 12 toiatria laser (Wfld) si terrà a Bruxelles, in Belgio, l’1 luglio, con il suggestivo titolo “Let there be light!”. Carlo Fornaini sarà il presidente del comitato scientifico e ci ha dato qualche anticipazione sulla struttura che avrà questa manifestazione scientifica. «Lo sforzo del comitato scientifico internazionale che ho l’onore di presiedere – dichiara il dottor Fornaini – sarà quello di favorire la partecipazione, come relatori, soprattutto dei giovani. In questo senso abbiamo pensato, oltre naturalmente alla sessione poster, anche a una sessione di comunicazioni cliniche brevi in cui si possano trattare uno o due casi clinici. Questo proprio per dare la possibilità anche a coloro che, pur utilizzando il laser nella pratica quotidiana, non sai sentano ancora in grado oppure non siano interessati al coinvolgimento in una relazione scientifica vera e propria. Colgo l’occasione per rivolgermi proprio ai giovani colleghi che hanno appena iniziato a utilizzare il laser nella loro professione odontoiatrica, per dire loro di vivere la vita delle associazioni scientifiche, quelle nazionali ma soprattutto quella internazionale. Come? Proprio partecipando ai congressi, leggendo gli articoli delle riviste, presentando lavori e impegnandosi a crescere e a far crescere gli altri attraverso il confronto e il dialogo». (Per informazioni: www.wfldbrussels2013.com) > R. T. 15 << << FOCUS ON LASER CASO CLINICO Disinclusione di soprannumerario incluso con utilizzo di laser Er:Yag > quello a rubino costruito da Maiman nel 1960, emetteva degli impulsi di un millisecondo; quelli che usiamo oggi noi odontoiatri arrivano al massimo a microsecondi, ma in campo industriale, con i laser a zaffiro-titanio, si può arrivare ai picosecondi e ai femtosecondi, questi ultimi pari a un milionesimo di miliardesimo di secondo. Detto così sembra una cosuccia, ma pensi che se, ad esempio, paragoniamo un picosecondo a un secondo, è lo stesso rapporto che c’è tra un secondo e tremila anni. Questa tecnologia degli impulsi cosiddetti “ultra-corti” è già utilizzata in oftalmologia e io sono convinto che l’avremo presto a disposizione anche noi odontoiatri. Il problema oggi è solo rappresentato dal costo dell’apparecchiatura. Ci può descrivere, da un punto di vista estremamente pratico, le principali applicazioni del laser in odontoiatria? Beh, come dicevo, storicamente esso è stato utilizzato per la prima volta nella chirurgia dei tessuti molli, e ancora oggi questa è una delle sue principali applicazioni. I vantaggi, rispetto al taglio a lama fredda, sono molteplici: il campo operatorio asciutto grazie all’azione emostatica consente di evitare l’uso delle suture; l’effetto antalgico spesso permette di eliminare l’uso dell’anestesia e, insieme all’effetto antibatterico, può limitare l’uso dei farmaci dopo l’intervento; la biostimolazione garantisce un più rapido processo di guarigione. I tipi di intervento sono quelli classici, dalla gengivectomia all’asportazione di frenuli, di lesioni benigne (papillomi, fibromi, mucoceli), fino alla chirurgia pre-protesica. Oggi è possibile anche la decontaminazione a cielo coperto delle tasche parodontali e anche dei canali radicolari, in associazione con agenti come ipoclorito ed Edta. Un’altra applicazione, oggi molto richiesta nei nostri studi, è lo sbiancamento dentale: in questo caso il laser attiva il gel di perossido d’idrogeno aumentandone l’efficacia, tanto che in una sola seduta è possibile il raggiungimento di ottimi risultati. Con i laser a Erbio è possibile il trattamento dei tessuti duri, e quindi esso può Carlo Fornaini essere usato in odontoiatria conservativa in alternativa ai normali strumenti rotanti. I vantaggi, oltre a quelli descritti prima legati alla biostimolazione, all’effetto antalgico e alla decontaminazione del campo operatorio, comprendono anche un aumento dell’adesione, sia in termini di resistenza meccanica che di ridotta microinfiltrazione. Con il laser, il cui spot è minore di un millimetro, si riesce veramente a praticare un’odontoiatria minimamente invasiva. Gli stessi vantaggi sono presenti quando si lavora sull’osso, le indicazioni sono quelle della chirurgia minore (apicectomie, ottavi inclusi, tori mandibolari e mascellari, allungamento di corona clinica), ma anche interventi più importanti (osteotomie, elevazione del seno mascellare, trattamento chirurgico delle osteonecrosi). Particolarmente interessante risulta il trattamento delle lesioni vascolari come emangiomi e linfangiomi secondo la tecnica della fotocoagulazione la quale, essendo effettuata a distanza e non a contatto con la mucosa, evita il rischio di complicanze emorragiche: l’energia erogata sotto forma di calore fa coagulare il sangue all’interno della lesione, la quale diviene progressivamente più chiara fino a scomparire del tutto nel giro di qualche giorno. Qual è la situazione in Italia riguardo all’applicazione di queste tecnologie? Debbo dire che in ambito internazionale i laser-odontoiatri italiani si collocano in ottima posizione, con numerose équipe molto attive sia a livello clinico che scientifico, presenti con pubblicazioni e ricerche nelle più importanti riviste di settore. Pensi che al congresso mondiale di Barcellona del maggio scorso, dopo le due squadre storicamente più grandi, Brasile e Giappone, e ovviamente agli spagnoli, le delegazione più numerosa era la nostra. E non è un caso se il presidente eletto della federazione mondiale e quello della divisione europea sono entrambi italiani. Renato Torlaschi > Fig. 1: laser Er:Yag Syneron Light Touch in funzione > Fig. 2: TC Dental Scan del mascellare inferiore con sezioni che evidenziano la posizione del soprannumerario incluso > Fig. 3: opercolizzazione con laser > Fig. 4: radiografie endorali del caso Parametri di utilizzo: Laser Er:Yag 2940 nm Modalità d’emissione: free-running pulsed mode Tip (punta): diametro 1.00 mm, lunghezza 17.00 mm Potenza: 4 Watts Frequenza: 20 Hz Energia: 200 mJ Spray aria-acqua Un paziente di sesso maschile, 51 anni in buona salute, giunge alla nostra osservazione. In precedenza era stato visitato in ambiente ospedaliero e gli era stata prospettata un’avulsione dentaria in narcosi di elemento incluso soprannumerario posizionato in clinostatismo trasversale sotto l’elemento 44. Decidiamo per un intervento che prevede l’uso del laser Er:Yag Syneron Light Touch per effettuare la disconnessione delle fibre connettivali e per l’opercolizzazione os- sea. L’intervento, dopo attenta valutazione con TC Dental Scan, appare complicato dalla posizione dell’apice del soprannumerario in concomitanza con la fuoriuscita del nervo alveolare inferiore dal forame mentoniero; la porzione coronale del soprannumerario ha contestualmente eroso la corticale linguale. La mancanza di vibrazioni (il laser opera con un concomitante getto di spray ariaacqua ma mai in contatto diretto con i tessuti ossei) e Giuseppe Iaria esercita la libera professione a Brescia ed è docente nei corsi di perfezionamento sui laser delle università di Genova, Roma e Firenze > la visibilità ottenuta grazie alla vaporizzazione dei tessuti aderenziali e dei residui follicolari, hanno permesso un’avulsione atraumatica e sicura dell’elemento soprannumerario. La lunghezza d’onda di 2940 nm del laser Er:Yag permette di ottenere oltre alla rimozione di tessuto alterato o infetto con poca perdita di tessuto sano circostante, anche una riduzione dei tempi chirurgici e perciò dell’esposizione durante l’intervento. È inoltre possibile indurre sanguinamento creando mi- cro fori nell’osso per esporre i piccoli vasi che lo percorrono. Il disconfort è ridotto al minimo o assente grazie alla mancanza di vibrazioni sul tessuto osseo causate invece da altra strumentazione, e si notano guarigioni con minore sintomatologia post-operatoria. Si può concludere che questi laser rappresentano mezzi sicuri, efficienti e precisi per l’uso in chirurgia orale sui tessuti ossei. FOCUS ON << << LASER 16 Journal of Clinical Periodontology 2012 ge e la disinfezione delle tasche parodontali, sebbene con risultati ancora molto controversi. La reale efficacia clinica delle terapie laser in parodontologia, paragonati con la sola procedura causale parodontale, non è stata accertata e, anzi, un consensus report del 2011 indica il trattamento laser limitato al solo curettage delle tasche parodontali come non efficace. Il dibattito viene poi aumentato dalla mancanza di veri e propri protocolli e dalla grande disomogeneità degli studi condotti, in termini di tipologia di laser, variabilità di lunghezze d’onda << << FOCUS ON LASER Journal of Lasers in Medical Sciences 2012 Laser fotoablativo e fotodinamico nella terapia parodontale Arriva da un gruppo italiano uno studio clinico randomizzato che per primo verifica l’utilità della terapia combinata di laser con effetto fotoablativo e fotodinamico. Uno dei problemi più importanti legati al trattamento della malattia parodontale è la difficoltà di rimuovere completamente i batteri parodontopatogeni dalle tasche, portando a meccanismi capaci di favorire recidive e cronicizzazione della patologia. Per risolvere questo problema è stato proposto il laser a diodi per la rimozione di placca e tartaro e per il curetta- 17 e parametri impiegati, differenze nel disegno terapeutico. Lo studio italiano prevedeva l’impiego di due modalità di laser a diodi: una prima di tipo fotoablativo, ossia ad alta energia, in grado di rimuovere il tessuto patologico, e una seconda fotodinamica, previo utilizzo locale di blu di metilene, in grado di detergere ed esplicare effetto antibatterico. Lo studio aveva come scopo valutare l’azione coadiuvante del trattamento laser (in sequenza, fotoablativo e fotodinamico) dopo procedure standard di igiene orale professio- nale (scaling e root planing), nel trattamento della parodontite cronica. Lo studio prevedeva il reclutamento di pazienti parodontopatici, con almeno 2 denti con al minimo un sito con tasca tra i 4 e i 10 mm di profondità in ciascuno dei due quadranti dell’arcata superiore (I e II quadrante) e un minimo di 5 denti naturali in ciascuno dei quadranti oggetto di studio. 26 soggetti hanno preso parte allo studio e i quadranti superiori sono stati allocati, tramite randomizzazione, in una delle due possibilità di trattamento. 1- Ablazione e levigature convenzionali più terapia laser, in cui, dopo la valutazione clinica e di laboratorio al baseline, veniva effettuato un trattamento iniziale con laser fotoablativo (a 810 nm). Seguiva poi, settimanalmente, trattamento con laser ad azione fotodinamica (a 635 nm). Le sedute di quest’ultimo andavano da 4 a 10, fino alla normalizzazione di alcuni parametri clinici. 2- Ablazione e levigature convenzionali più terapia laser “fittizia”: gli stessi laser venivano passati sul sito spenti. I parametri considerati per verificare l’efficacia dei due trattamenti erano di tipo clinico (profondità di tasca, perdita di attacco clinico e indice di sanguinamento) e di laboratorio (citofluorescenza su esfoliati, livelli di contaminazione batterica, di polimorfonucleati, di eritrociti e di cellule epiteliali danneggiate). I risultati hanno mostrato con elevata significatività statistica come, a un anno, i siti test paragonati ai controlli presentavano una forte riduzione della profondità di tasca e della perdita di attacco, con un guadagno differenziale di 1.9 mm e 1.7 mm rispettivamente, nonché un guadagno nella riduzione dell’indice di sanguinamento del 33.2%. La contaminazione batterica, soprattutto da parte delle spirochete, il numero di polimorfonucleati e di eritrociti risultavano anch’essi diminuiti dopo un anno. Il decorso post-operatorio è stato in tutti i casi senza complicanze; alcuni pazienti riportarono solo un lieve fastidio durante il trattamento. È in particolare la riduzione nei polimorfonucleati, osservata nel trattamento test, che pare essere associata maggiormente agli effetti del laser a diodi, applicato in sequenza in modalità fotoablativa e fotodinamica, modulando i livelli tissutali di molecole coinvolte nell’infiammazione del tessuto e del rimodellamento osseo. Lo studio però non permette di dire quale modalità laser sia migliore. È tuttavia plausibile pensare a un effetto sinergico capace di dare risultati clinici ottimali. L’utilizzo di laser fotoablativo può far nascere preoccupazioni di sicurezza, legate alla difficoltà di controllare i suoi effetti sui tessuti gengivali. Il settaggio ottimale dei parametri e l’esperienza dell’operatore sono allora cruciali nel ridurre la possibilità di danni iatrogeni. Elena Varoni Giannelli M, Formigli L, Lorenzini L, Bani D. Combined photoablative and photodynamic diode laser therapy as an adjunct to non-surgical periodontal treatment: a randomized split-mouth clinical trial. J Clin Periodontol 2012;39(10):962-70. Incidenti e danni iatrogeni del laser in odontoiatria La tecnologia laser si presta a un’ampia gamma di utilizzi in odontoiatria, riduce il sanguinamento in chirurgia, il dolore post-operatorio e il tempo necessario per svolgere certe procedure e inoltre è generalmente ben accetta da parte dei pazienti. È importante riconoscere questi grandi vantaggi ma non per questo bisogna trascurare le problematiche legate alla sicurezza. Sono queste le premesse di un approfondimento coordinato da Simarpreet Singh e pubblicato recentemente sulle pagine del Journal of Lasers in Medical Sciences. Una prima categoria di rischi include le potenziali lesioni oculari che potrebbero derivare sia dalla luce emessa direttamente dal laser che dal raggio riflesso. In caso di incidente, diverse strutture dell’occhio possono essere danneggiate e il danno è funzione dell’assorbimento preferenziale delle diverse lunghezze d’onda da parte di ciascuna struttura dell’occhio. Le principali lesioni che possono verificarsi in caso di incidente sono le bruciature della retina o della cornea. Le prime sono possibili quando le emissioni avvengono nelle regioni spettrali della luce visibile e dell’infrarosso e anche raggi di debole intensità possono rappresentare un pericolo a causa della focalizzazione operata da cristallino e cornea. I danni potrebbero essere permanenti. Un’altra categoria di possibili rischi è costituita dai danni alla pelle e ai tessuti orali dovuti all’interazione termica dell’energia radiante con le proteine dei tessuti. Temperature elevate possono produrre la distruzione delle cellule denaturando gli enzimi cellulari e le proteine strutturali e interrompendo i processi metabolici. Gli effetti termici di raggi con lunghezze d’onda superiori ai 400nm possono causare necrosi da coagulazione. Possono prodursi anche effetti non termici ma indotti da meccanismi fotochimici e fotoacustici. I raggi emessi dal laser Nd:Yag a specifiche lunghezze d’onda possono penetrare in profondità e l’esposizione prolungata può produrre necrosi termica non rilevabile in superficie. Esiste poi un’altra categoria di rischi non legati direttamente Solo cinque studi hanno però soddisfatto i criteri di inclusione stabiliti. Tutti hanno riportato miglioramenti sia nei parametri clinici che microbiologici nei pazienti trattati con laser Er:Yag. La meta-analisi non ha evidenziato differenze significative tra i pazienti trattati con il laser e coloro che hanno ricevuto la tradizionale terapia di scaling e root planing: guadagno d’attacco clinico, riduzione della profondità delle tasche parodontali e diminuzione della recessione gengivale sono risultati simili. Gli articoli esaminati forniscono buone indicazioni relativamente alla sicurezza, infatti non riportano alcun effetto collaterale o reazione avversa né durante l’irradiazione né lungo il periodo di controllo per le energie e i protocolli clinici usualmente adottati nell’utilizzo del laser a erbio. Gli autori accennano anche a una possibile analisi del rapporto tra costi e benefici e ovviamente, avendo rilevato un’efficacia simile tra il trattamento con il laser e le terapie tradizionali, queste ultime si fanno preferire in termini di costi. Nel complesso, si segnala una scarsità di studi scientifici in materia e a questo proposito Richard Niederman, su Evidence-Based Dentistry (2), rivolge una domanda provocatoria alle aziende che producono dispositivi laser e che li propongono come alternativa a pulizia sottogengivale e levigatura radicolare. «Dato che cinque revisioni sistematiche condotte sull’argomento negli ultimi sette anni non hanno mostrato una superiorità del trattamento con il laser – chiede Niederman – perché i produttori si aspettano che i clinici lo preferiscano? Le aziende dovrebbero investire in studi clinici di alta qualità che forniscano risultati utili per motivare tale scelta». Lasers in Medical Science 2011 Laser a erbio e parodontite Nei pazienti affetti da malattia parodontale cronica, il trattamento con il laser a erbio (Er:Yag) è più efficace del classico trattamento di pulizia sottogengivale e levigatura radicolare? Se questa è la domanda, di grande interesse per la parodontologia, la risposta non può che provenire dalle evidenze scientifiche. È così che Fabrizio Sgolastra, Ambra Petrucci, Roberto Gatto e Annalisa Monaco dell’università dell’Aquila hanno deciso di avviare una revisione sistematica della letteratura i cui risultati si possono leggere su Lasers in Medical Science (1). Pulizia sottogengivale e levigatura radicolare – scaling e root planing – hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia e si sono affermate come approccio gold standard nelle parodontiti croniche. La ricerca di nuove strategie è motivata da alcune limitazioni quali la difficoltà di accesso alle tasche parodontali profonde, solchi e forcazioni. D’altronde il laser a erbio è già utilizzato in odontoiatria, principalmente in conservativa dove in modo del tutto indolore consente la realizzazione di cavità particolarmente piccole. La sua efficacia nella rimozione di placca e tartaro intorno e al di sotto della linea gengivale e nella levigatura delle superfici della radice sono state provate in vitro, tuttavia l’efficacia clinica del laser Er:Yag resta controversa. Su questa base, i ricercatori aquilani hanno seguito le raccomandazioni della Cochrane Collaboration e hanno aderito alle linee guida Quorom Statement (Quality of Reporting of Meta-analyses) per effettuare una revisione di ineccepibile qualità scientifica di tutti i contributi comparsi in letteratura sul tema. Renato Torlaschi 1. Sgolastra F et al. Efficacy of Er:Yag laser in the treatment of chronic periodontitis: systematic review and meta-analysis. Lasers Med Sci 2011 May 7. 2. Niederman R. Are lasers as effective as scaling for chronic periodontitis? Evid Based Dent 2011; 12(3):80-1. al raggio laser ma alla respirazione di contaminanti prodotti dalla sua applicazione chirurgica; possono essere generati dall’interazione termica con i tessuti oppure da un’accidentale fuga di gas tossici dallo stesso laser. In presenza di materiali infiammabili, il laser può esporre anche a rischi di combustione: solidi (carta, plastica, resine), liquidi (etanolo, acetone, solventi) e gas (ossigeno, anestetici) utilizzati nel setting odontoiatrico potrebbero infiammarsi ed emettere fumi tossici. I ricercatori in- diani raccomandano pertanto l’impiego di materiali non infiammabili. Ci sono infine i rischi connessi alla corrente elettrica che alimenta i dispositivi laser. Occorre quindi prestare particolare attenzione all’isolamento e delegare a personale qualificato l’installazione delle apparecchiature. Inoltre, il dentista o i suoi collaboratori dovrebbero essere formati in modo da saper effettuare un’eventuale rianimazione cardiopolmonare. L’intento degli autori dell’articolo non è di demonizzare una tecnologia che, anzi, offre numerosi vantaggi, ma di sottolineare l’importanza della prevenzione dei rischi. «La medicina – dicono – è entrata nell’era dell’alta tecnologia e il laser odontoiatrico è una porta verso questo nuovo mondo. Ma dovrebbe esserci uno sforzo per fornire la migliore preparazione ai dentisti e ai membri dello staff nella prevenzione degli incidenti e per rendere i dispositivi più sicuri». Giampiero Pilat Singh S, Gambhir RS, Kaur A, Singh G, Sharma S, Kakar H. Dental Lasers: A Review of Safety Essentials. J Lasers Med Sci 2012; 3(3):91-6. << << EDUCATION & MEETING NEWS 18 19 << << Sviluppare il senso critico in implantologia orale Questa conoscenza comprende la padronanza di una buona tecnica operatoria e l'utilizzo di uno strumentario microchirurgico dedicato. Il corso di alta formazione in implantologia orale del “Galeazzi” propone un approccio etico alla pratica clinica. «I piani di cura devono essere codificati dai clinici, non dal marketing delle aziende» afferma con forza Tiziano Testori Le case implantari propongono differenti protocolli: il successo della terapia dipende dalla capacità dell'operatore? Oppure è la tecnica a fare la differenza, e non l'operatore? Non è semplice valutare se una tecnica sia o meno operatore-dipendente. L'influenza dell'operatore può essere scientificamente dimostrata solo attraverso studi multicentrici, in cui tutto viene standardizzato e la valutazione dei risultati è affidata a un pool di ricercatori indipendenti. Va detto che una tecnica chirurgia, per essere proposta, deve poter essere eseguita da un ope- Riparte nel 2013 il corso di alta formazione in implantologia orale organizzato ogni anno dall'Istituto Ortopedico Galeazzi in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano: il programma è articolato in sette incontri tra febbraio e ottobre con didattica frontale e sessioni video per analizzare nel dettaglio le strategie diagnostiche e operative che portano alla risoluzione del problema clinico. Il corso, a numero chiuso per 100 partecipanti, è presieduto dal professor Roberto Weinstein , direttore della clinica odontoiatrica dell'Università di Milano, e diretto da Tiziano Testori , uno tra i più noti chirurghi orali del nostro paese. A coordinare il programma scientifico di questo percorso formativo sarà anche per questa edizione Massimo Del Fabbro . Italian Dental Journal ha intervistato Tiziano Testori per approfondire alcuni dei temi di cui si parlerà nel corso ma soprattutto per fare il punto sull'implantologia di oggi tra clinica, didattica e conflitti d'interesse. Dottor Testori, un giovane odontoiatra, anche tecnicamente preparato, è già in grado di progettare un piano di trattamento implantologico adeguato? L'implantologia non è una disciplina ma è una tecnica. L'odontoiatra può inserire gli impianti nell'ambito di un piano di cura complesso solo se è molto preparato e se conosce bene le discipline: protesi, conservativa, > parodontologia, gnatologia. Purtroppo nel nostro programma accademico di studi l'integrazione di tutte queste discipline è ancora deficitaria. Questa integrazione si realizza ancora oggi solo con i corsi post universitari e si raggiunge a pieno solo lavorando in un gruppo interdisciplinare. Il singolo odontoiatra non possiede tutte le conoscenze e le prospettive necessarie per mettere in atto un piano di cura complesso. Mai ad esempio accingersi a realizzare un piano di cura complesso con la visione miope di una sola arcata: casi complessi necessitano quasi sempre di un intervento su entrambe le arcate. Con tanta umiltà, dopo 32 anni di professione, devo riconoscere che ho più dubbi che certezze. E per comprendere sufficientemente i piani di cura complessi ho impiegato circa 10-15 anni di duro studio e lavoro. Qual è l'aspetto più critico riguardo alla formazione dei giovani? La mission del giovane odontoiatra, quello per cui ha studiato, è salvare i denti. Non certo quella di estrarli per inserire impianti, magari seguendo l'onda di messaggi commerciali e poco etici lanciati da grandi aziende implantari. Alcune tecniche di riabilitazione totale – che puntano a far estrarre elementi sani, che potrebbero essere salvati – sono proposti non dalla comunità scientifica ma da un marketing molto aggressivo delle case implantari, finalizzato ad aumentare le vendite degli impianti. Il giovane odontoiatra non deve trovarsi invischiato in questa dinamica: deve essere eticamente preparato e moralmente molto forte per non cadere nella trappola di piani di cura o di tipi di trattamento codificati dalle aziende invece che dai clinici. Quello che cerchiamo di fare durante il corso è anche fornire ai partecipanti gli strumenti per sviluppare un adeguato senso critico, anche nell'interesse dei loro futuri pazienti. Tiziano Testori Il corso di alta formazione propone allora, oltre all'aspetto didattico e clinico, un forte messaggio etico. Cosa significa diventare implantologi? La figura dell'implantologo non esiste. Esiste piuttosto la figura del bravo odontoiatra e riabilitatore, che utilizza gli impianti per sostituire denti mancanti. Dopo tanti anni di corsi e conferenze, sulla mia strada non ho mai trovato un bravo implantologo che fosse un cattivo odontoiatra. Ho però trovato cattivi odontoiatri che automaticamente sono cattivi implantologi. Questo per dire che non si può pensare di praticare l'implantologia senza conosce a fondo l'odontoiatria e la scienza di base. Il corso di alta formazione in implantologia orale di Milano cerca di dare una visione eticamente orientata della professione e di spiegare ai partecipanti quali sono le reali indicazioni della moderna implantologia, che è basata sulla multidisciplinarietà e sul rispetto dei denti, in un contesto di pluralità di cure di cui l'implantologia può essere una delle tante opzioni, ma non l'unica. La filosofia del gruppo del Gaelazzi di cui faccio parte filosofia che ci è stata trasmessa dai nostri maestri - è quella per cui «esiste una sola diagnosi, ma ci sono vari piani di trattamento». E il piano di trattamento, naturalmente, deve essere individualizzato alla persona. Oggi si parla molto di tecniche mininvasive in implantologia. Come vanno inquadrate? Le tecniche mininvasive stanno prendendo sempre più piede e rappresentano il futuro della medicina e quello dell'odontoiatria. Devono essere ben capite e utilizzate secondo le giuste indicazioni. Tecnica mininvasiva in implantologia non significa sempre non aprire un lembo: spesso, infatti, abbiamo ancora necessità di farlo. Mininvasiva in implantologia significa soprattutto conoscere a fondo le tecniche di base per poter essere meno aggressivi e traumatici sui tessuti. EDUCATION & MEETING NEWS ratore con medie capacità, non solo da chirurghi di livello eccellente. Sono molto critico sui piani di cura proposti dalle case implantari, che dovrebbero invece mettere a disposizione dei clinici solo gli strumenti. I piani di cura devono tornare ad essere appannaggio della comunità scientifica e dell'università, senza che intervengano mediazioni economiche. Le case implantari vendono, gli educatori educano. Oggi purtroppo il messaggio dell'educatore si sta svilendo: alcune case implantari - lo ribadisco - attuano un marketing aggressivo, grazie anche alla connivenza di relatori prezzolati, che più che educatori si rivelano dei dimostratori. I peggiori si trasformano addirittura in venditori. Andrea Peren Spazio SMOM Onlus www.smomonlus.org [email protected] Lo studio odontoiatrico a San Marcos, in Perù A San Marcos, popoloso villaggio sulle Ande Peruviane, Smom ha concluso nel 2007 il suo primo progetto di sviluppo della salute orale curando 4.680 bambini e lasciando un efficiente ambulatorio odontoiatrico e un laboratorio. L’ambulatorio, impiantato nel 2003, si è reso autonomo in pochi anni e sono state effettuate 22.000 prestazioni fra interventi di prevenzione primaria e secondaria per i bambini delle scuole di San Marcos e delle comunità d’altura. L’odontoiatra Edoardo Mocchi vi è rimasto per 18 mesi e ha assunto il personale locale che tutt’oggi conduce le attività a tutela della salute orale nella valle. Valeria, che ci scrive, è una di questi odontoiatri volontari che ancora oggi frequentano lo studio per monitorare l’andamento delle attività e dare una mano. La mia esperienza in Perù è stata a dir poco sensazionale. Ancora oggi, dopo due mesi dal mio rientro, faccio fatica a tornare alla quotidianità tanta è la nostalgia, tante sono le emozioni che mi ha regalato questa esperienza. Ho trovato San Marcos una cittadina molto accogliente e piacevole. L’assistente Rosita e il dottor Daniel ci hanno accolti con grande ospitalità e con particolare simpatia. Fin dal primo giorno ci siamo trovati in sintonia sia in campo lavorativo che fuori, tanto che ancora oggi nutro nostalgia nei loro confronti. Altrettanto posso dire del dottor Fabrizio Collamati, mio compagno di viaggio e guida fin dal primo giorno, la cui professionalità, disponibilità e piacevole compagnia sono in gran parte responsabili della positività di questa esperienza. Anche le suore e il prete di San Marcos si sono dimostrati accoglienti e sensibili alle nostre esigenze. In ambito lavorativo, dopo i primi necessari orientamenti, mi sono ben integrata e sono riuscita ad essere d'aiuto pur nella mia poca esperienza pratica. Anche l'approccio con i pazienti è stato da subito molto spontaneo e piacevole. I loro visi sorridenti e i baci in segno di riconoscenza dopo una seduta, la loro umiltà e sottomissione nel tenere la bocca aperta per ore senza emettere un gemito, le loro strette di mano quando sdraiati sulla poltrona sentivano dolore e qualche parola comprensibile come ''gracias mamy'', sono stati i regali più grandi. Lo studio odontoiatrico è ben fornito e funzionale anche se, forse è inutile ricordarlo, le condizioni igieniche non sono sempre ben rispettate come da noi. Il dottor Daniel e Rosita portano avanti lo studio con con passione e impegno ammirabile. Infinito è ciò che mi hanno regalato le persone del posto, i compagni di lavoro, le meraviglie paesaggistiche peruviane, tanto che non trovo altre parole per esprimerle. Vi ringrazio per avermi permesso di vivere questa esperienza indimenticabile, che mi ha formata dal punto di vista odontoiatrico ma, soprattutto, umano. Valeria Ferrante Carrante IL PROGRAMMA DEL CORSO DI ALTA FORMAZIONE DEL GALEAZZI Il corso di alta formazione in implantologia orale organizzato dall'Istituto Ortopedico Galeazzi in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano è strutturato in sette incontri tra febbraio e ottobre 2013. Titolo dell'edizione di quest'anno è "Dal problema clinico alla sua risoluzione: strategie diagnostiche e operative". Il primo incontro sarà propedeutico ai successivi, con una didattica di base sull'anatomia maxillo-faciale di interesse implantare e una panoramica su diagnosi e piano di trattamento. Si parlerà poi di estrazioni, impianti post-estrattivi e preparazione dei siti implantari. Gli incontri successivi saranno focalizzati sulle tecniche chirurgiche in pazienti edentuli, sulla riabilitazione mininvasiva della mandibola atrofica con impianti angolati e delle atrofie del mascellare superiore. Un incontro intero sarà dedicato al carico immediato e alle nuove strategie terapeutiche come le cellule staminali, le proteine morfogeniche e i fattori di crescita. Altri temi di grande interesse saranno la protesi implantare orientata biologicamente e le strategie per mantenere nel tempo il successo clinico. Infine, grazie al contributo del professor Sandro Palla, ci sarà un'ampia disamina dello stato dell'arte su occlusione, postura e terapia gnatologica in implantoprotesi. Secondo gli organizzatori, al termine del master i partecipanti avranno acquisito le più recenti conoscenze negli ambiti della biologia ossea e dei processi di guarigione, delle tecniche chirurgiche e protesiche dell’implantologia orale e saranno in grado di apprendere le interrelazioni tra processi di guarigione e tecniche chirurgiche; utilizzare la moderna diagnostica per immagini; pianificare una riabilitazione protesica su impianti; pianificare un intervento di chirurgia implantare; utilizzare la tecnica chirurgica più idonea al caso clinico; conoscere i più accreditati protocolli di carico immediato; diagnosticare e trattare le atrofie ossee; diagnosticare e trattare le complicanze intra e postoperatorie; conoscere i più accreditati protocolli di mantenimento implantare; conoscere gli aspetti medico-legali per prevenire il contenzioso; conoscere le più moderne tecniche di comunicazione con il paziente. Per informazioni: MV Congressi Tel. 0521.290191 - [email protected] www.odontoiatriagaleazzi.it << << EDUCATION & MEETING NEWS 20 21 Chirurgia parodontale avanzata all'Università di Ferrara << << EDUCATION & MEETING NEWS I DOCENTI DEL CORSO Riparte il corso annuale di chirurgia parodontale avanzata, un percorso didattico che analizzerà la disciplina nei suoi approcci tradizionali e nelle strategie più innovative, con lezioni frontali e chirurgia dal vivo > A nche per il 2013 il Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio delle malattie parodontali e perimplantari dell’Università di Ferrara diretto dal professor Leonardo Trombelli ha organizzato il Corso avanzato di parodontologia, giunto ormai alla sua sesta edizione. Le lezioni si svolgeranno tra aprile e dicembre e l'intero percorso didattico darà diritto a 50 crediti Ecm. Il corpo docente è composto da sette collaboratori del Centro che contribuiscono da anni all’attività clinica e di ricerca svolta in questa struttura. Al professor Trombelli è affidato il coordinamento del corso e lo svolgimento in prima persona delle lezioni teoriche di chirurgia parodontale, delle esercitazioni pratiche e dell’esecuzione degli interventi chirurgici dal vivo. La struttura del corso Il corso è strutturato in lezioni frontali, particolarmente incentrate sulle principali tecniche chirurgiche parodontali, ed è prevista la partecipazione a interventi chirurgici dal vivo ed esercitazioni pratiche, in cui il corsista verrà addestrato su simulatori circa i disegni di lembo, le tecniche di osteotomia/osteoplastica, le tecniche di sutura, l’impiego di biomateriali, membrane e agenti biologici per la ricostruzione parodontale. Grande spazio è dedicato anche alle revisioni della letteratura scientifica sull'argomento, mirata a fornire l’evidenza scientifica su cui basare le scelte diagnostiche e terapeutiche. «Il modulo di cui mi occuperò, specificamente dedicato alla discussione della letteratura scientifica parodontale, è stato introdotto per dare un sostegno alle tec- niche chirurgiche proposte e, non da ultimo, per consentire al corsista di imparare a reperire, leggere e interpretare autonomamente un articolo scientifico, facilitandone l’auto-aggiornamento anche una volta terminato il corso – ci ha spiegato Roberto Farina, uno dei docenti del corso –. I nostri corsisti, alla conclusione del loro percorso formativo, devono essere in grado di selezionare autonomamente le procedure più appropriate basandosi sulla evidenza scientifica disponibile». Giovanni Franceschetti parlerà invece di antibiotici in terapia parodontale e terapia parodontale di mantenimento. «Nel primo caso, verranno illustrati i fondamenti evi- dence-based per sapere in che caso clinico e in che momento della terapia parodontale somministrare la terapia antibiotica ad oggi più convalidata. Nella seconda relazione, invece, verrà illustrato come individuare i fattori che influenzano maggiormente la recidiva della malattia e come elaborare la strategia di mantenimento più opportuna sulla base delle caratteristiche individuali del paziente» spiega Franceschetti. Luigi Minenna si occuperà prima di fornire le nozioni principali sulla strumentazione parodontale non chirurgica e si dedicherà poi alla parte pratica: in occasione di ciascun incontro, infatti, la mattina del sabato verrà de- Roberto Farina > Giovanni Franceschetti > Maria Elena Guarnelli dicata alle esercitazioni pratiche su simulatori, durante le quali i corsisti riprodurranno le tecniche chirurgiche apprese durante le lezioni frontali e visionate durante gli interventi di chirurgia live. «Durante le esercitazioni svolgerò attività di tutoraggio, istruendo step-by-step il corsista all’esecuzione pratica di ciascuna tecnica chirurgica e affiancandolo nella risoluzione delle difficoltà tecniche che più comunemente si incontrano durante il primo approccio alla chirurgia parodontale» ci ha anticipato Minenna. Non manca nel piano didattico una parte relativa all'igiene orale: Maria Elena Guarnelli discuterà dell'effet- to clinico e microbiologico del controllo del biofilm sopra e sottogengivale associato all’utilizzo degli antimicrobici nel trattamento delle malattie parodontali. «Svolgerò una lezione mirata ad approfondire quali siano le potenzialità e i limiti dell'igiene orale domiciliare e professionale con e senza ausili chimici per il controllo del biofilm» puntualizza la relatrice del corso. A completamento del quadro didattico è prevista anche una sessione dedicata alla documentazione clinica. «Ho elaborato un mini-corso che consenta ai partecipanti di apprendere quali tecnologie esistono per documentare i propri casi clinici e quali tec- Quale impostazione didattica è stata data al corso? Ogni procedura chirurgica viene illustrata step-by-step mediante più interventi in diretta; spiegata nel dettaglio durante la lezioni teoriche; ripetuta dai corsisti sui simulatori sotto la supervisione del docente. Questa ridondanza didattica conferisce al corsista la confidenza necessaria per l’operatività sul paziente. Infatti, durante lo svolgimento del Corso i partecipanti vengono invitati a documentare casi clinici di interesse parodontale, dal momento diagnostico alla fase chirurgica, nella loro attività ambulatoriale. Al termine del corso, i casi vengono poi presentati e discussi collegialmente con il corpo docente e gli altri corsisti, verificando la correttezza del piano di trattamento e analizzando criticamente potenzialità e limiti dell'opzione terapeutica adottata. Centro. Per quanto riguarda la chirurgia live, invece, abbiamo a disposizione un riunito odontoiatrico dotato di strumentazione specifica per la chirurgia parodontale, in collegamento diretto audio/video con i corsisti. Il Centro è una struttura a valenza didattica, di ricerca e assistenziale. L’attività clinica del Centro è funzionale all’aggiornamento del materiale teorico presentato durante lo svolgimento del corso. In questo senso, le relazioni alle quali assisteranno i corsisti vengono rinnovate con materiale clinico di rilevanza didattica per la loro pratica clinica. L'attività di ricerca del Centro, invece, è funzionale a fornire a ciascun partecipante un bagaglio di evidenza a supporto di quanto appreso, nonché a fornire strumenti critici che servano a ottimizzare e migliorare la pratica clinica. IL COORDINATORE DEL CORSO > Leonardo Trombelli Professor Trombelli, a quale pubblico è destinata questa iniziativa e quale obiettivo formativo si propone? L’esigenza di chi si iscrive al corso è quella di approfondire le proprie conoscenze sulla terapia parodontale chirurgica. Data la natura avanzata del corso, e considerato il fatto che è quasi interamente dedicato alla parte chirurgica, si richiede che i partecipanti possiedano già un bagaglio di informazioni sulla parodontologia di base. Per quanto riguarda la preparazione chirurgica, si auspica che il corsista abbia già alcune nozioni basilari di anatomia orale e di chirurgia orale. Ad ogni modo, i concetti cardine della chirurgia parodon- tale verranno ripresi a partire dalle basi, garantendo un avanzamento e un apprendimento uniforme per tutti i corsisti. L’obiettivo del corso è quindi prettamente clinico: al termine della didattica i partecipanti dovranno essere in grado di eseguire un corretto inquadramento diagnostico e prognostico del paziente e delle condizioni patologiche sito-specifiche, conoscere le indicazioni e le controindicazioni delle principali metodiche di chirurgia parodontale, nonché dovranno acquisire le conoscenze tecnico-operative per eseguire le metodiche di chirurgia ossea resettiva, ossea ricostruttiva e plastica ricostruttiva. A. P. Il corso si svolge presso il Centro inter-dipartimentale di ricerca per lo studio delle malattie parodontali e perimplantari dell'Università di Ferrara. Quali strutture verranno messe a disposizione dei corsisti? Le lezioni frontali del corso si svolgeranno in parte nelle aule dell’ateneo e in parte nell’aula multimediale del Per informazioni: Consorzio Ferrara Ricerche [email protected] www.unife.it/parodontologia Per iscrizioni: MV Congressi Tel. 0521.290191 [email protected] > Francesco Malaguti niche è opportuno impiegare per ottenere una documentazione di elevata qualità in tempi operativi ridotti» ci anticipa Francesco Malaguti, che sottolinea i vantaggi di una completa documentazione dei casi clinici, dall'impostazione del piano di trattamento alla progettazione dei singoli interventi, fino alla verifica dei risultati ottenuti e degli eventuali errori commessi. > Luigi Minenna Il Perio Study Club La formazione post universitaria del Centro però non si esaurisce nei corsi annuali ma prosegue grazie al Perio Study Club (per informazioni: www.unife.it/parodontologia; sezione didattica), una serie di eventi, della durata di una giornata ciascuno, in occasione dei quali relatori esterni parlano di parodontologia, implantologia o argomenti ad esse strettamente correlate. > Anna Simonelli «Questa iniziativa nasce con l’intento di agevolare l’aggiornamento continuo di un gruppo limitato di professionisti già dotati di una buona conoscenza della materia e delle competenze cliniche necessarie per trattare il paziente parodontalmente compromesso» afferma Anna Simonelli, responsabile di questo progetto formativo. Al Perio Study Club infatti possono prendere parte solo co- > Leonardo Trombelli loro che negli anni hanno partecipato a uno dei corsi di formazione post-laurea in parodontologia o implantologia dell’Università di Ferrara. «Oltre che per agevolare i nostri corsisti – sottolinea Anna Simonelli –, questa scelta è stata adottata anche per garantire una sufficiente omogeneità nel livello di preparazione dei partecipanti». Andrea Peren << << FATTI & PERSONE 22 Una società scientifica per la ricerca e la diffusione Leone celebra i 10 anni dell’impianto Exacone dell’impiego degli emocomponenti in chirurgia Favorire la ricerca e la conoscenza sulle metodiche e sulle modalità di impiego di emocomponenti per uso topico e infiltrativo (quindi non a uso trasfusionale): è questo l'obiettivo principale della neonata Academy of Non Transfusional Hemocomponents (Anthec www.anthec.org), società scientifica che si occuperà tra l'altro di mettere a punto linee guida per l'attività professionale in questo ambito. Presieduta dall'odontoiatra Marco Mozzati (ex direttore della chirurgia odontostomatologica dell’Ospedale Molinette di Torino), Anthec è formata non solo da dentisti ma anche da medici chirurghi (soprattutto ortopedici), da medici trasfusionisti e da vete- rinari. L'utilizzo di derivati piastrinici, infatti, è di uso quotidiano in ortopedia veterinaria, specialmente nel settore equino, e le conoscenze di questi specialisti possono dare un grande contributo allo sviluppo di una terapia che promette davvero molto per il futuro, perché in grado di amplificare i naturali processi di guarigione del corpo umano. Grazie al PRGF (Plasma ricco in fattori di crescita) è infatti possibile velocizzare i processi di guarigione dell'organismo, come per esempio la cicatrizzazione della gengiva dopo un'estrazione dentale o dopo un interventi di implantologia. Inoltre, la liberazione da parte delle piastrine di sostanze ad azione antinfiammatoria, può ridurre sensibilmente il dolore nella zona della ferita chirurgica. Il protocollo, già utilizzato da molti odontoiatri in implantologia, prevede un piccolo prelievo di sangue al paziente, la sua centrifugazione e infine l'applicazione nel cavo orale. Il tutto ambulatorialmente. Un altro utilizzo del PRGF che ha mostrato ottimi risultati clinici è quello sperimentato dal dottor Maurizio Giacomello, responsabile del Centro del dolore cranio-facciale della clinica odontoiatrica dell'Università di Milano-Bicocca, che ne ha valutato l'efficacia contro le patologie degenerative dell’ATM (in particolare nel controllo del dolore di origine articolare). La terapia proposta da Giacomello prevede due-tre infiltrazioni di PRGF (1 cc con una semplice siringa) sia nel cuscinetto retromeniscale, zona riccamente vascolarizzata e innervata da cui spesso origina il dolore, sia nella cavità articolare. L'esperienza clinica condotta nel corso della sua attività privata ha permesso al dottor Giacomello, che è membro della neonata società scientifica, di valutare l'efficacia di questo trattamento sia nella riduzione del dolore sia nel recupero dell'attività funzionale della mandibola, associandolo ad adeguato trattamento gnatologico. Si tratta di un intervento di facile esecuzione che tuttavia richiede una buona esperienza nelle tecniche infiltrative e un'adeguata conoscenza delle terapie con emocomponenti. Venerdì 5 ottobre presso l'aula magna “Marco Pozzi” del Centro corsi Iso di Leone, si è svolto il 7° congresso Exacone che ha celebrato tra l'altro i 10 anni di vita di questo sistema implantare di successo, che è totalmente progettato e prodotto a Firenze da personale italiano altamente qualificato. Il congresso, che ha visto la partecipazione di oltre 300 odontoiatri, si è aperto con la lectio magistralis del professor Adriano Piattelli, presidente del corso di laurea in odontoiatria e protesi dentaria all'Università degli studi di Chieti, sulla positiva influenza della connessione cono Morse sui tessuti perimplantari. Successivamente si sono avvicendati i membri dell’Exacone team che, con le loro relazioni, hanno tracciato il percorso evolutivo del sistema implantare nel suo primo decennio di vita: i presupposti per la sua nascita, l’analisi delle componenti biomeccaniche, le conferme cliniche, lo sviluppo della gamma, i contributi dalla pratica, l’evidenza scientifica, fino a giungere alle ultime evoluzioni nell’ambito della digital dentistry. Inoltre, nell’arco della giornata è stato presentato il manuale del dottor Salvatore Belcastro e del dottor Mario Guerra: "Implantologia contemporanea: linee guida in diagnosi, chirurgia, protesi". Nel volume vengono affrontati in modo chiaro ed esauriente le principali tematiche implantologiche, con un taglio volutamente clinico-pratico e principalmente focalizzato sul sistema implantare Exacone. 23 << << Icd, una prospettiva di confronto internazionale Lo scorso settembre si è tenuto come ogni anno a Novi Ligure il meeting italiano dell'International College of Dentists (Icd - www.icd-europe.com), un'organizzazione internazionale molto seguita all'estero e attenta all'aspetto scientifico della disciplina. «Non bisogna dimenticare che la vera finalità del College è di tipo umanitario – ci ha spiegato Mauro Labanca, vicepresidente della sezione italiana –, un impegno che si esprime attraverso un aiuto sia materiale, con l'attivazione di corsi di laurea e scuole nei paesi disagiati, sia didattico, con un programma intenso di elearning già attivo, il cui garante è nientemeno che il King's College di Londra nella figura della professoressa Patricia Reynolds». L'Icd è presente in tutto il mondo e quasi ovunque all'estero la partecipazione al College è fonte di prestigio professionale e "fa curriculum". Vi fanno parte solo coloro che, come recita il regolamento «abbiano nobilitato la professione e la propria nazione con il loro modo di operare». All'inizio il College funziona come un club: per entrare a farne parte si viene presentati da un socio. La candidatura però non equivale mai a un'ammissione automatica, che viene concessa solo dopo un determinato percorso. In tutto questo si esprime la natura elitaria dell'International College of Dentists, che guarda molto più allo spessore professionale e morale dei soci piuttosto che alla loro numerosità. Oggi l'obiettivo di Corrado Paganelli, presidente della sezione italiana, e di Mauro Labanca è quello di far crescere il movimento anche in Italia, portandolo al livello degli altri paesi europei. «Vogliamo introdurre qualche cambiamento e aprire anche ai giovani – ci ha detto Labanca –. Per loro guarderemo molto meno al curriculum e daremo importanza a eventuali esperienze umanitarie e alla motivazione a far parte del College, che dovrà essere molto forte e accompagnata da un grande entusiasmo». E in questa direzione andrà il prossimo meeting italiano, che si terrà il 27 e 28 settembre 2013. L'evento si dividerà in due parti: la consueta riunione dei soci del College e un congresso scientifico aperto a tutti. «L'idea è quella di mettere a punto un programma culturale di alto profilo, sfruttando la grande levatura scientifica dei soci italiani del College. L'obiettivo – rivela Mauro Labanca – è quello di dare vita a una manifestazione scientifica di primo piano e di far conoscere meglio a tutti i colleghi italiani l'International College of Dentists le sue peculiarità e le modalità di accesso per i Amatori. Avvertiti in modo criptico nell'invito di optare per scarpe comode e golf caldo, gli ospiti sono stati accompagnati all'Osservatorio astrofisico di Asiago dove, immersi nella natura e illuminati solo dal tenue bagliore delle candele disposte lungo il percorso, hanno assistito a un'insolita presentazione del nuovo mobile per studi dentistici Fringe. Sul prato si è svolta una divertente disquisizione teatrale sulle caratteristiche del mobile, che ne ha sottolineato le caratteristiche principali (la qualità, il made in Italy, la personalizzazione, il prezzo abbordabile) in modo ironico e originale, facendo leva sulla campagna stampa internazionale in uscita sulle principali riviste di settore. Gli ospiti, sotto la guida della dottoressa Lina Tomasella, astronoma dell'Istituto nazionale di astrofisica, e del suo collaboratore il dottor Paolo Ochner, hanno potuto guardare cosa accade “sopra le loro teste” e ammirare cosa nasconde l'universo. Dental Art presenta Fringe in un meeting tra le stelle Ad Asiago l'azienda Dental Art – che dal 1973 progetta e costruisce mobili e arredi per il settore dentale – ha dato vita a un originale meeting internazionale con 100 ospiti provenienti da tutto il mondo per presentare il nuovo mobile per studi dentistici Fringe, che per l'azienda rappresenta «un sistema-mobile nato nel futuro. Sintesi seducente di tecnologia e immaginazione, Fringe reinventa i concetti stessi di flessi- bilità e modularità e con la sua gamma infinita di accessori e soluzioni cresce con chi lo sceglie per arredare il proprio studio dentistico». Con il supporto dell'agenzia creativa Dart, gli ospiti provenienti da Italia, Spagna, Francia, Germania e Cina hanno potuto ammirare la nuova area espositiva inaugurata per l'occasione, progettata dagli architetti Stefano Pobbe ed Elisa Fortuna con Francesca FATTI & PERSONE nuovi soci». Ogni anno l'Icd organizza anche un incontro internazionale che rappresenta non solo un momento scientifico di alto livello ma soprattutto un'occasione di confronto con colleghi provenienti da tutto il mondo: «Il congresso è l'occasione per incontrarsi e capire a fondo cosa fanno nelle altre nazioni e cosa possiamo fare noi per migliorarci – sottolinea Labanca –. Partecipare all'Icd significa accedere a un canale privilegiato di confronto e di scambio di informazioni a livello internazionale». Andrea Peren All'ultima edizione dell’incontro italiano dell'International College of Dentists Ernesto D'Aloja, noto chirurgo maxillofacciale, ha aperto la mattinata di lavori scientifici con una relazione sulla ricostruzione ossea con osso omologo Fresh Frozen. Ha poi preso la parola l'esperto gnatologo Giuseppe Cozzani, che ha parlato dell'assialità tra condilo, disco e fossa come di una nuova frontiera clinica. Nel pomeriggio Paolo Brunamonti Binello, mettendo a frutto la sua esperienza ospedaliera al "Galliera" di Genova, ha descritto con attenzione le strategie di prevenzione e gestione delle complicanze settiche in chirurgia orale per poi passare la parola a Luigi Checchi, apprezzato docente di parodontologia, che ha discusso della terapia estetica nel trattamento delle recessioni parodontali. Infine ancora spazio agli eventi avversi: Dario Castellani, past president dell'Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop), ha parlato a lungo del lato oscuro della riabilitazione protesica: gli insuccessi. Italian Dental Journal approfondirà nei prossimi numeri i temi di Brunamonti Binello e Castellani con interviste esclusive. A. P. << << FATTI & PERSONE 24 SimPlant Academy: «chirurgia guidata può entrare nella routine quotidiana» Le soluzioni innovative in implantologia guidata sono state protagoniste dell'International Symposium SimPlant Academy tenutosi a Bologna lo scorso ottobre. Il simposio internazionale, durato due giorni, ha richiamato presso l’Istituto Stomatologico A. Beretta dell’Ospedale Maggiore di Bologna più di 250 partecipanti, molti dei quali provenienti da paesi europei ed extraeuropei. I relatori hanno illustrato le potenzialità della chirurgia guidata e della pianificazione in 3D. Diversi gli argomenti trattati: dai modelli stereolitografici alla chirurgia maxillofacciale protesicamente guidata; dal trattamento dei pazienti totalmente edentuli all’utilizzo del software SimPlant per i protocolli di carico immediato; dagli impianti zigomatici all’applicazione della pianificazione 3D in ortodonzia e chirurgia ortognatica; dall’implantologia minimamente invasiva alla chirurgia ricostruttiva. Partendo dalla considerazione che la chirurgia guidata è ancora considerata “di nicchia”, i relatori che si sono succeduti sul palco hanno in realtà dimostrato che le tecnologie digitali possono supportare quotidianamente il clinico, a condizione però che si individuino e si rispettino le fasi imprescindibili che dalla pianificazione portano all’intervento chirurgico. Il simposio ha rappresentato anche l’occasione per sottolineare la comunanza di intenti che unisce il presidente uscente della Simplant Academy, il dottor Marco Rinaldi, e il nuovo presidente Fabio Maltese. Entrambi, infatti, sono concordi nel sottolineare che l’obiettivo dell’accademia (www.simplantacademy.org) è proprio quello di definire delle linee guida basate sull’evidenza scientifica che possano aiutare il clinico a selezionare in modo preciso ed efficace i casi clinici che possono essere risolti con il supporto della chirurgia guidata, in modo da ottimizzarne i vantaggi e assicurare al paziente la scelta terapeutica più idonea. L’iniziativa degli Study Club, un vero e proprio punto di incontro per i clinici interessati ad approfondire le potenzialità della chirurgia 25 << << FATTI & PERSONE Al Nobel Biocare Symposium vince il lavoro di squadra guidata, continuerà ad essere anche per i prossimi mesi un prezioso strumento per la delineazione delle procedure per affrontare i diversi casi clinici e le loro eventuali complicanze, in vista del prossimo simposio che si terrà a Roma il 25 e 26 ottobre 2013. > Italian Dental Journal Anno VII - numero 12 - dicembre 2012 Mensile di attualità, informazione, cultura Organo Ufficiale Smom onlus - Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo Direttore responsabile Paolo Pegoraro [email protected] Redazione Andrea Peren [email protected] Segreteria di redazione e traffico Maria Camillo [email protected] Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 Grafica e impaginazione Marco Redaelli - www.creativastudio.eu Hanno collaborato in questo numero: Valeria Ferrante Carrante, Giampiero Pilat, Roberto Rosso, Renato Torlaschi, Elena Varoni PUBBLICITÀ Direttore commerciale Giuseppe Roccucci [email protected] Direttore vendite Stefania Bianchi [email protected] Vendite Sergio Hefti (Agente) [email protected] Manuela Pavan (Agente) [email protected] Fabrizio Rasori (Agente) [email protected] Nadia Santini (Agente) [email protected] EDITORE: Griffin srl P.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (Co) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it - [email protected] www.dentaljournal.it - [email protected] Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al REGOLAMENTO CSST Per il periodo 1/1/2011-31/12/2011 Periodicità: mensile Tiratura media: 19.142 Diffusione media: 18.943 Certificato CSST n. 2011-2243 Società di revisione: Refimi TESTATA ASSOCIATA Il team Nobel Biocare Italiana Si è concluso a Rimini il Nobel Biocare Symposium 2012, dove più di 1.300 partecipanti hanno vissuto insieme al team di Nobel Biocare Italiana un momento di celebrazione dell'attività dell'azienda ma anche di aggiornamento scientifico e tecnologico sui prodotti. Al nuovo palacongressi di Rimini Daniele Di Cesare, amministratore delegato di Nobel Biocare Italiana, ha ben riassunto lo spirito del simposio definendolo «la festa di Nobel Biocare, dei suoi clienti e dei loro pazienti. Un evento reso possibile dall’impegno di tutto il team aziendale che si è messo a disposizione con dedizione e passione. Un impegno che mi fa sentire orgoglioso di far parte di questa squadra». L'ad di Nobel ha poi sottolineato come la qualità di vita del paziente sia al centro della mission dell'azienda che, investendo in ricerca, supporta odontoiatri e odontotecnici con soluzioni sostenibili per tutti i pazienti. Il paziente come obiettivo ultimo si ritrova anche nel saluto del dottor Mauro L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codice di autodisciplina pubblicitaria. Dichiara altresì di accettare la competenza e le decisioni del Comitato di controllo e del Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione. Stampa Roto3 Industria Grafica SpA Via Turbigo 11/b - Castano Primo (MI) Italian Dental Journal, periodico mensile - Copyright© Griffin srl Registrazione del Tribunale di Como N. 13/06 del 24.07.2006 Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione N. 14370 del 31.07.2006 Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art 1 comma 1, DCB Milano Taxe Perçue Abbonamento annuale Italia: euro 2.25 - Singolo fascicolo: euro 0.25 Tutti gli articoli pubblicati su Italian Dental Journal sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La proprietà letteraria degli articoli pubblicati è riservata a Griffin srl. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi. Daniele Di Cesare, amministratore delegato Nobel Biocare Italiana > > Merli, chairman del congresso, che ha sottolineato come la scelta del programma scientifico del simposio si stata basata sulla volontà di dimostrare che mai come oggi l’implantologia è in grado di offrire a tutti i pazienti soluzioni efficaci ed efficienti in tutti i casi di edentulia. Oltre al valore del programma scientifico nel suo complesso, il simposio lascia in dote la sperimentazione di alcune modalità didattiche che hanno riscosso particolare successo. A partire dalla sessione di sabato mattina: grazie alla tridimensionalità e all’alta definizione, i partecipanti, dotati degli appositi occhiali per la visione, hanno potuto percepire immagini e filmati in una veste assolutamente realistica, visualizzandone proporzioni, dimensioni e profondità. I relatori hanno così presentato i loro casi clinici con immagini e video in 3D. Ma la tecnologia è stata protagonista anche della sessione dei poster interattivi: presentati in modo digitale su appositi totem, i poster erano visualizzabili tramite sistema touchscreen. Un altro momento estremamente formativo è stata la clinical competition di sabato pomeriggio in cui sette clinici, dopo aver esposto le motivazioni alla base della scelta di trattamento di alcuni casi clinici, hanno discusso le proprie scelte di fronte a un’apposita commissione. Valutando diversi parametri, la commissione ha poi giudicato vincitore della sessione il dottor Simone Deliperi. Il prossimo appuntamento con il Nobel Biocare Symposium è fissato per il 23, 24 e 25 ottobre 2014. La sessione in 3D del sabato << << DENTAL MARKET 26 Software Medicina Estetica UNO FILLER WIPEFILL E TIC FILLER Uno è un software completo per lo studio odontoiatrico. Ideato dalla divisione informatica Dental Trey, che da oltre 15 anni sviluppa programmi per lo studio odontoiatrico, questo software mette a disposizione in ogni ambiente operativo tutte le funzioni più importanti. In ogni fase della navigazione basta cliccare sul pulsante “Uno” in alto a sinistra per collegarsi al menu con gli ambienti odontoiatrici e le loro funzioni (postazione clinica, segreteria, sterilizzazione, amministrazione, sala d’attesa, magazzino e studio privato). La funzione UnoVista è quella dedicata all'imaging diagnostico: nel drop desk dell’ambiente postazione clinica sono disponibili tutte le immagini a uso diagnostico, per archiviare, stampare, organizzare al meglio i dati digitali e per avere uno status radiologico di semplice visualizzazione, anche su tablet. Uno è altamente personalizzabile: ambienti, protezioni, listini delle prestazioni, agenda, contabilità, sterilizzazione, gestione documenti, gestione database e altro. È possibile differenziare le autorizzazioni di ciascun utente per l’accesso alle funzioni di un ambiente, specificandone il livello di abilitazione: solo lettura, scrittura, eliminazione e stampa. Al software è abbinato un efficiente servizio di assistenza telefonica e teleassistenza attraverso la quale il tecnico Dental Trey può eseguire, in tempo reale sulla postazione dell’utente, tutte le operazioni necessarie per la soluzione del problema specifico. Per informazioni: Dental Trey srl Tel. 0543.929111 [email protected] www.dentaltrey-uno.it Conservativa GLUMA DESENSITIZER POWER GEL Gluma Desensitizer Power Gel è un gel desensibilizzante studiato per promuovere un’efficace riduzione o l’eliminazione dell’ipersensibilità dentinale, con un solo step applicativo e un accurato controllo nel posizionamento del prodotto. Il suo precursore Gluma Desensitizer è presente sul mercato da 20 anni e si è dimostrato efficace nell’eliminazione della sensibilità post operatoria. Utilizzato in più di 50 milioni di trattamenti nel mondo, ha ricevuto tutti i mas- simi riconoscimenti come le “Five Star Award” di Reality, indiscusso istituto americano di test clinici. Il nuovo Gluma Desensitizer Power Gel garantisce lo stesso livello di desensibilizzazione di Gluma Desensitizer liquido, offrendo in più - grazie alle sue due caratteristiche peculiari di consistenza gel e colore-indicatore verde - un uso semplificato del prodotto, un controllo e un posizionamento più facile e accurato riducendo al minimo la possibilità di toccare i tessuti molli. Questo permette al dentista o all'igienista di avere sempre sotto controllo il posizionamento del prodotto. Le indicazioni: sotto ogni restauro diretto o indiretto per alleviare o ridurre la sensibilità dentinale dopo la preparazione degli elementi per ricevere protesi fissa o restauri o nelle desensibilizzazioni spot atte a ridurre o eliminare ipersensibilità dentinali dovute a erosioni cervicali, superficie esposta della dentina, recessi gengivali. Per informazioni: Heraeus Kulzer srl 20134 Milano www.heraeus-dental.it [email protected] Il moderno studio odontoiatrico è senza dubbio quello in cui l'offerta di cure dentali si integra con una serie di servizi di medicina estetica non invasivi, utilizzando quindi tecnologie innovative e filler di ultima generazione, naturalmente sempre nell'ambito di azione del dentista: il terzo inferiore del viso. WipeFill è una linea filler che nasce dalla ricerca italiana ed è prodotto in Italia. Secondo i dati forniti dall'azienda Baldan Group il filler è altamente tollerato e totalmente privo di endotossine e altre sostanze tossiche libere. Ha un'elevata concentrazione di acido ialuronico reticolato ed è in grado di mostrare i risultati estetici già dalla prima seduta e una durata dei benefici da 3 a 10 mesi. L'ultima novità dell'azienda è TIC Filler, una tecnologia semplice ma efficace per trattare le rughe del viso, di qualsiasi natura ed entità, con un effetto di “sollevamento” immediato. Il punto focale di questa tecnologia è lo speciale manipolo a forma di campana, che aspira in modo deciso la Implantologia Igiene dello Studio SKY LOCATOR ANGOLATO FILTRO KOALA Spesso pazienti anziani con arcate fortemente atrofiche rinunciano a una protesi fissa a supporto implantare per timore di interventi chirurgici complessi. Il nuovo SKY Locator angolato permette invece di inserire gli impianti in modo inclinato e sfruttare ottimamente l’osso preesistente, senza quindi effettuare interventi di chirurgia rigenerativa e riducendo co- sì l'invasività dell'intervento. Fino ad oggi si potevano realizzare protesi su impianti inclinati solo con costose mesiostrutture o toronto bridge, che facevano aumentare i costi di realizzazione della riabilitazione. Grazie al nuovo sistema di abutment angolati SKY Locator è possibile invece correggere la direzione dell’asse d’inserzione degli im- pianti, così da ottenere un ancoraggio sicuro della protesi rimovibile. SKY Locator angolato è formato da un sistema con un abutment bicomponente, composto da una cappetta originale Locator e la base SKY. La base corregge l’inclinazione ed è disponibile nelle due versioni da 17,5° e 35°. Per entrambe le basi viene utilizzata la stessa cappetta Locator e possono essere inserite le matrici ritentive Locator sia da 0°-10° che da 10°-20°. Per informazioni: Bredent srl Tel. 0471.469576 www.bredent-medical.com La sterilizzazione mediante autoclave degli strumenti presenti nella poltrona odontoiatrica può non bastare a tutelare operatori e pazienti dal rischio di infezioni crociate: uno dei fattori critici può anche derivare dall'acqua erogata dagli spray. Il sistema filtro Koala, indicato dal dipartimento Igiene del Lavoro (Ispesl) nelle linea guida per la prevenzione del rischio biologico in odontoiatria,è un dispositivo di semplice istallazione e manutenzione, offre una valida protezio- ne dell’impianto idrico dell’unità di lavoro dalle microparticelle in sospensione provenienti dalle tubazioni delle reti idriche e una maggiore tutela del paziente contro la possibilità di contrarre infezioni crociate derivanti da possibili microrganismi presenti nell’acqua della rete idrica. Koala infatti, grazie al suo sistema filtrante costituito da membrane microstrutturate articolate in micropori di 0,02 micron, costituisce una barriera fisica al passaggio di batteri, virus e microparticelle (certificato ruga sollevandola e scollandola, mentre nel contempo viene azionato una sorta di martelletto locato all’interno del manipolo stesso e che, in maniera automatica e ripetitiva, percuote ripetutamente la ruga. Questo “insulto” si focalizza sul derma obbligando il tessuto a una reazione di difesa, che consiste inizialmente in un richiamo di liquidi che rigonfiano immediatamente il solco della ruga, mentre inizia una produzione abbondante di nuovo collagene. Il manipolo è dotato di differenti tipologie di “martelletto” in modo da trattare le rughe di qualsiasi tipologia e gravità. L'azienda organizza anche una serie di corsi di formazione sul prodotto e sulla tecnica infiltrativa, mettendo anche a disposizione dei consulenti per eseguire, su richiesta, i trattamenti estetici ai clienti dello studio dentistico. Per informazioni: Baldan Group www.baldangroup.it dall'Università degli studi di Parma e da Nsf). Il filtro Koala oltre a sterilizzare l'acqua in entrata nel riunito odontoiatrico, elimina tutte le microparticelle presenti in sospensione provenienti dalla rete idrica, i granelli di sabbia e i residui, proteggendo anche la turbina e il micromotore da eventuali occlusioni. Un'ulteriore sezione del sistema filtrante Koala è costituita da carbone attivo vegetale, con cui si eliminano dall’acqua i residui organici e il cloro, evitando così cattivi sapori e cattivi odori. Un dispositivo essenziale per gli odontoiatri, un’idea innovativa suggellata anche dalla significativa partenership con Andi che testimonia l’efficacia e la sicurezza di questo filtro. Per informazioni: www.filtrokoala.it Numero verde 800.960505