I borsisti della promozione 2014 arrivano a Villa Medici e incontrano

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I borsisti della promozione 2014 arrivano a Villa Medici e incontrano
comunicato stampa
I borsisti della promozione 2014 arrivano a
Villa Medici e incontrano la città e la cultura italiana
Giorgio Agamben, nominato Nouveau Prix de Rome, accompagnerà la loro promozione
La promozione 2014, costituita da 17 borsisti che hanno presentato 15 progetti,
include ancor più che in passato artisti e ricercatori di diverse nazionalità
(americana, cinese, francese, iraniana, italiana, lussemburghese, ceca), in
rappresentanza di dieci discipline. Viene così confermato il ruolo internazionale
dell’Accademia di Francia a Roma nel campo della creazione artistica e della ricerca
sulle arti.
Secondo i principi della recente riforma delle residenze all’Accademia di Francia a
Roma, ogni promozione è accompagnata da una personalità di fama internazionale,
capace di portare un contributo significativo all’insieme delle attività dell’istituzione e
di avviare un dialogo con i residenti. Quest'anno, su proposta della giuria, il ministro
della Cultura e della Comunicazione francese ha scelto il filosofo italiano Giorgio
Agamben che accompagnerà, come Nouveau Prix de Rome, la promozione dei
nuovi 17 borsisti e arricchirà con la sua esperienza il dialogo tra i residenti. Giorgio
Agamben soggiornerà a Villa Medici per alcuni periodi durante il corso dell’anno e
proporrà dei seminari e delle conferenze per alimentare il lavoro dei borsisti e
residenti.
I borsisti saranno messi subito in contatto con la città e la cultura italiana attraverso
due giornate di scambi e incontri con istituzioni e personalità attive a Roma, tra cui la
ricca rete di accademie e istituti culturali stranieri. “L’Accademia nella città”, come è
stata intitolata questa iniziativa, si svolgerà a Villa Medici il 29 e il 30 settembre
2014. Il 29 settembre il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario
Franceschini e l’assessore alla Cultura, Creatività e Promozione artistica del
Comune di Roma Giovanna Marinelli saranno coinvolti con il direttore
dell'Accademia di Francia Éric de Chassey, il consigliere di cooperazione e di
azione culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia e direttore dell’Institut Français
Italia Éric Tallon e alcuni dei direttori delle altre accademie e istituti stranieri di Roma
– Accademia Britannica; Accademia di Belle Arti d’Egitto; Accademia di Danimarca;
Accademia di Romania; Accademia d'Ungheria in Roma; Accademia Tedesca di
Roma Villa Massimo; American Academy in Rome; Forum Austriaco di Cultura a
Roma; Istituto Svizzero di Roma; Reale Istituto Neerlandese a Roma – in un dibattito
sul ruolo della città di Roma nella creazione artistica e scientifica contemporanea,
moderato da Éric Jozsef, direttore della rivista “Eutopia” e corrispondente a Roma
del quotidiano francese “Libération”.
Ricordiamo che per l'anno 2014 la giuria incaricata della selezione ha valutato 527
dossier di candidati di 28 nazionalità. Presieduta da Éric de Chassey, direttore
dell'Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, la giuria era composta dalla
sceneggiatrice e scrittrice Emmanuelle Bernheim, dalla prima ballerina e coreografa
Marie-Agnès Gillot, dall’artista visiva Anne-Marie Jugnet-Clairet, dalla compositrice
Lucia Ronchetti, oltre a Pierre Oudart, direttore aggiunto, responsabile per le arti
visive presso il ministero della Cultura e della Comunicazione, e Thierry Tuot,
presidente del Consiglio d’amministrazione dell'Accademia di Francia a Roma – Villa
Medici.
PROFILI DEI BORSISTI
Ondřej Adámek, composizione musicale (Repubblica Ceca)
Ondřej Adámek è nato a Praga nel 1979. Ha ricevuto numerose commissioni (opere vocali,
per orchestra, coro, ensemble, strumenti ed elettronica) da prestigiosi ensemble e festival di
musica contemporanea in Europa: Ensemble Intercontemporain, Klangforum Wien, Lucerne
Festival Academy Orchestra, il quartetto d’archi Diotima, Ensemble Orchestral Contemporain,
festival Agora, tra gli altri. Si è diplomato presso il dipartimento di composizione
dell’Accademia di Musica di Praga (2004) e al Conservatoire National Supérieur di Parigi
(2007). Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il Prix Métamorphoses (Bruxelles, 2002 e
2004), il Premio della Biennale di Brandeburgo (2006), il premio Hervé Dugardin - SACEM
(2009), il Premio Georges Enesco (2011). Il suo lavoro si sviluppa attorno alla ricerca di
specifiche tecniche di esecuzione per strumenti tradizionali, alla creazione di nuovi strumenti
originali e alla realizzazione di sistemi che combinano video e suono elettroacustico con
ensemble strumentali. Grazie a un’ampia conoscenza delle nuove possibilità strumentali,
ottiene uno specifico colore sonoro che, unito a una ritmica potente e a una solida architettura
formale, gli permettono di creare una musica personale dai forti toni drammatici. Durante il
soggiorno a Villa Medici, Ondřej Adámek si propone di lavorare alla scrittura della sua prima
opera, Seven Stones. Il progetto, commissionato dal Festival di Aix-en-Provence e dal suo
direttore Bernard Foccroulle, è pensato per quattro cantanti solisti e dodici cantanti coristi che,
inoltre, balleranno e suoneranno diversi strumenti musicali e oggetti. L’elaborazione e lo
sviluppo di ognuno dei singoli aspetti dello spettacolo (libretto, spartito, messa in scena,
scenografia, coreografia e luci) verranno condotti simultaneamente, attraverso una stretta
collaborazione fra i vari artisti. La scenografia, oltre al suo tradizionale ruolo estetico, servirà
anche da inusuale e sorprendente strumento musicale. ondrejadamek.com
Francesca Alberti, storia e teoria delle arti (Francia, Italia)
Francesca Alberti, nata nel 1982, vive e lavora a Parigi. È dottore in storia dell’arte
all’Université Paris I Panthéon-Sorbonne, con una tesi dal titolo Le rire, le comique et le
ridicule dans la peinture Italienne de la Renaissance. Des facéties de Corrège aux fables
burlesques de Tintoret. Specialista del Rinascimento, ha insegnato all’Université Paris I e
all’Université catholique de l’Ouest-Angers. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste
specializzate e in opere collettive (Cuckoldry and Impotence in Early Modern Europe,
Extravagances amoureuses : l’amour au-delà de la norme à la Renaissance). È coeditrice dei
volumi Penser l’étrangeté. L’histoire de l’art de la Renaissance italienne entre bizarrerie,
extravagance et singularité (Rennes, P.U.R., 2012) e Rire en images à la Renaissance (in
uscita presso Brepols nel 2014). Il suo lavoro di ricerca ha beneficiato di borse di studio del
Centro Olandese di Storia dell’Arte (Firenze), del Deutesches Form für Kunstgeschichte
(Parigi) e dell’Université Paris I. Le sue ricerche riguardano la cultura del riso e il suo impatto
sulla tradizione figurativa, sulla parodia, il folklore e le tradizioni popolari nel Rinascimento.
Coeditrice della rivista purpose.fr dal 2007, è direttrice di purpose éditions dal 2013. Si è
occupata dell’ideazione dell’opera Jean-Jaurès del fotografo Gilles Raynaldy (ottobre 2014).
Durante il suo soggiorno a Villa Medici, Francesca Alberti si dedicherà al progetto di ricerca
“À l’origine du gribouillage moderne, gribouiller et griffonner à la Renaissance”, che intende
studiare la percezione e la pratica dello scarabocchio nel Rinascimento, in una prospettiva al
contempo artistica, storica e antropologica. Il progetto ha lo scopo di mostrare l’apporto
considerevole di quest’epoca alla costruzione di una concezione moderna dello scarabocchio,
risorsa espressiva per gli artisti. Sin dall’inizio dell’epoca moderna, la percezione dello
scarabocchio non ha smesso di evolvere e gli artisti hanno trovato in queste forme grafiche,
al confine con la produzione popolare, un’inesauribile riserva di forme e nuovi significati per il
linguaggio artistico. https://univ-paris1.academia.edu/francescaalberti
Raphaël Dallaporta, fotografia (Francia)
Raphaël Dallaporta, è nato nel 1980. Ha vinto l'ICP Infinity Award 2010 a New York e il Foam
Paul Huf Award 2011 ad Amsterdam. Le sue mostre personali comprendono Raphaël
Dallaporta, Observations, itinerante dal 2011, e Antipersonnel, selezionata da Martin Parr ai
Rencontres d'Arles del 2004. Le sue opere sono esposte nelle collezioni del Musée de
l’Elysée, Losanna; del Fond National d’Art Contemporain (FNAC), Parigi; della Maison
Européenne de la Photographie (MEP), Parigi; del Musée Nicéphore Niépce, Chalon-surSaône; della New York Public Library. Negli ultimi dieci anni ha sviluppato una pratica
fotografica che si distingue per il rigore delle inquadrature e l’efficacia documentaria. I suoi
progetti a lungo termine coprono un’ampia gamma di interessi umani. Ha lavorato in stretta
collaborazione con sminatori (Antipersonnel), giuristi (Esclavage domestique), medici legali
(Fragile) e, più di recente, con archeologi (Ruins). Raphaël Dallaporta fonda la sua ricerca su
un approccio scientifico per analizzare l’empatia generata da certi temi sociali e giocare con i
diversi statuti di un’immagine fotografica. Tutta la sua opera si propone di sottrarre la
fotografia dalla sua condizione documentaria per rimandare a una visione simbolica.
A Villa Medici Raphaël Dallaporta si dedicherà a un progetto intitolato Segreti, che attraverso
un racconto fotografico esplora le manifestazioni dell’ossessione dell’Uomo per lo Spazio. Il
progetto, iniziato nel 2012 in stretta collaborazione con l'Observatoire de l'Espace del CNES,
vuole analizzare il nostro rapporto con il progresso e con la memoria. In continuità con le sue
precedenti esperienze, collaborerà con alcuni ricercatori: con gli archeologi dell’Ecole
française di Roma, riguardo alle recenti scoperte fatte alla Domus Aurea. Partendo
dall’osservazione degli scavi a Vigna Barberini, intende elaborare un’opera contemplativa
che, nella sua dinamica, imiterà i movimenti del mondo. A questo lavoro Raphaël Dallaporta
applicherà le sue convinzioni documentarie, spostando i limiti della fotografia verso la
dimensione narrativa o romanzesca. www.raphaeldallaporta.com
Stéphanie Fabre + Eric Gillet, architettura (Francia)
Stéphanie Fabre + Eric Gillet formano una coppia nella vita e nel loro lavoro di architetti. Dopo
gli studi a Saint-Etienne e a Siviglia, nel 2001 aprono a Parigi la loro agenzia, de l’errance à la
trace. Questo nome è al tempo stesso un programma e una presa di posizione: “de l’errance
à la trace è un atteggiamento che ci si immagina come uno squilibrio. Significa guardare il
mondo che ci circonda con sguardo stupito. Guardare una certa utopia del decentramento.
Poterci allontanare dal nostro punto di equilibrio per cambiare punto di vista. Diventare in
qualche modo estranei all’architettura per averne una visione obiettiva”.
Nell’ambito della residenza a Villa Medici, Stéphanie Fabre + Eric Gillet pensano di affrontare
la questione della libertà e/o dell’oppressione su diversi piani, in particolare laddove lo spazio
cittadino è considerato come un sistema panottico. Questa paranoia critica diventa un
sistema di lettura urbano, un tuffo nel cuore dell’universo di Piranesi e della sua rivisitazione
contemporanea nel solco di Foucault. È possibile immaginare positivamente un sistema così
terrificante? Lo si può trasformare in energia positiva? L’architettura può diventare un’arma
contro simili condizioni? In questo contesto, si può finalmente rimettere l’uomo, l’individuo, al
centro della questione? www.delerrancealatrace.fr
Mitra Farahani, scrittura di sceneggiature (Iran)
Mitra Farahani è nata nel 1975. Vive e lavora tra Parigi e Teheran. Dopo gli studi presso
l’Università Âzâd di Teheran e la Scuola di arti decorative di Parigi, realizza un primo film
documentario su una transessuale prostituta di Teheran (Juste une femme, 2001), che nel
2002 ottiene il premio speciale della giuria al Festival internazionale del film di Berlino. Poi
Tabous (Zohre et Manouchehr), uscito nel 2004, documentario poetico sulle relazioni
amorose e sessuali nella società iraniana. A questo segue Behdjat Sadr: le temps suspendu
(2006), documentario su Behdjat Sadr, grande pittrice iraniana del periodo “moderno”. Il suo
ultimo film, Fifi hurle de joie (2013), viene selezionato al festival di Berlino e al Cinéma du réel
di Parigi, dove ottiene il premio Scam. Nel 2014 il cortometraggio David et Goliath n°45
(girato a Villa Borghese) e la serie di disegni Prends ma tête et arrête de me prendre la tête
vengono esposti nell’ambito della mostra Unedited History al Musée d’Art Moderne de la ville
de Paris e al MAXXI di Roma.
A Villa Medici Mitra Farahani svilupperà un progetto di scrittura per un film documentario.
«Il sacrificio di Isacco per mano di Abramo fu impedito da un miracolo. Ma nella stessa
situazione, questo miracolo potrebbe accadere anche oggi? E oggi questa situazione
potrebbe riprodursi? È qui che comincia il racconto dell’ignoranza e dell’innocenza, ispirato a
fatti reali, ma attraverso una rilettura critica e aperta degli archivi e di testi sacri e profani.
Questi ultimi riguardano la storia dei santi e dei martiri contemporanei, usciti da una
generazione senza causa, alle prese con la violenza dello Stato e con un potere che ormai ha
perso la sua sacralità».
Eleonora Gioventù, restauro delle opere d’arte e dei monumenti (Italia)
Eleonora Gioventù, nata a Genova nel 1986, si è diplomata nel 2009 in restauro e
conservazione del patrimonio culturale alla Scuola di alta formazione dell’Opificio delle Pietre
Dure di Firenze. È specializzata nel restauro e nella conservazione di scultura in pietra, in
th
particolare nel metodo del biorestauro. Ha partecipato a diversi congressi, tra cui il 12
International Congress on the Deterioration and Conservation of Stone, svoltosi a New York
nel 2012. Tiene laboratori di restauro e conservazione del patrimonio all’università, anche
nell’ambito di un progetto internazionale con il governo cambogiano. Tra i suoi principali lavori
di restauro: le sculture della Porta Magna e delle Porte laterali della Basilica di San Petronio a
Bologna, realizzate da Jacopo della Quercia (1425); le sculture di Silvio Cosini, allievo di
Michelangelo, nelle Cappelle Medicee a Firenze; diverse sculture nei Cimiteri monumentali di
Milano, Genova e Firenze.
A Villa Medici Eleonora Gioventù porterà avanti un progetto sullo sviluppo e l’arricchimento
della ricerca sui metodi innovativi di biopulitura e biorestauro delle opere d’arte, con
particolare riferimento agli oggetti in pietra e alle pitture murali. Il biorestauro è una tecnica
che implica l’utilizzo di microrganismi (batteri) appositamente selezionati per l’eliminazione
selettiva di sostanze indesiderabili sulle superfici degli oggetti d’arte, un metodo
particolarmente attento all’ecosostenibilità e al rispetto dell’ambiente. La ricerca sarà condotta
sia attraverso test di laboratorio che lavorando su opere d’arte, di cui sarà effettuato il
restauro completo con questa tecnica.
Raffaele Grimaldi, composizione musicale (Italia)
Raffaele Grimaldi, compositore, pianista e direttore d’orchestra, è nato nel 1980. Si è
diplomato con lode al Conservatorio G. Martucci di Salerno (pianoforte e composizione) e
all’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma (alto perfezionamento in composizione con
il massimo dei voti). Ha ottenuto numerosi premi e importanti riconoscimenti in concorsi
nazionali e internazionali. Ha seguito le masterclass di Salvatore Sciarrino, Brian
Ferneyhough, Ivan Fedele, Georges Aperghis, Michael Jarrell, Marco Stroppa, Bruno
Mantovani e di altri compositori. Le sue opere sono state eseguite in Europa, negli USA, in
Giappone, Russia e Australia, trasmesse in programmi radiofonici internazionali e interpretate
da orchestre, ensemble e solisti di fama mondiale. È stato selezionato dall’IRCAM per il corso
di composizione e informatica musicale (2008/09) ed è stato in residenza alla Cité
Internationale des Arts di Parigi. Si interessa di pittura, poesia e filosofia. È co-fondatore del
blog www.nuthing.eu su cui scrive di musica contemporanea.
A Villa Medici Raffaele Grimaldi lavorerà a un progetto di teatro musicale che analizza,
attraverso una messa in scena interdisciplinare, l’influenza e l’incidenza delle osservazioni di
Athanasius Kircher (1601-1680) – prete gesuita che visse a Roma dal 1635 –, le sue visioni
sacre e profane, le sue speculazioni astronomiche e musicali legate a Roma. Al contempo,
Raffaele Grimaldi si occuperà di raccogliere le impressioni, le testimonianze e gli scritti di
borsisti di Villa Medici che hanno soggiornato a Roma in epoche diverse. Questi elementi
costituiranno un libretto a più voci che prenderà la forma di un dialogo sulla città, con
un’attenzione particolare alla co-presenza continua di “sacro” e “profano”. Egli intende
considerare Villa Medici come un osservatorio globale della contemporaneità della città, sia
per la sua posizione all’interno di Roma, sia per la presenza di artisti di tutte le discipline che
ciclicamente vi soggiornano per osservarla e studiarla. www.raffaelegrimaldi.com
Josephine Halvorson, arti visive (Stati Uniti)
Josephine Halvorson, nata nel 1981 negli Stati Uniti, vive e lavora a New York. Diplomata alla
Cooper Union e alla Columbia University, insegna pittura a Yale. I suoi lavori, esposti da
Sikkema Jenkins & Co. a New York e da Peter Freeman Inc. a Parigi, sono stati pubblicati su
ArtForum, Frieze, The New York Times, The Brooklyn Rail, The New Yorker e Art In America
e su numerose altre riviste. Scrive d’arte, in particolare ha pubblicato su ArtJournal l’articolo
“Shame: The One That Got Away”, e partecipa alla serie documentaria New York Close Up,
prodotta da Art21. Ha ottenuto la borsa United States Fulbright a Vienna, la Harriet Hale
Wooley alla Fondation des États-Unis a Parigi, e il Tiffany Foundation Award. Ha preso parte
alla residenza Moly Sabata in collaborazione con Angle Art Contemporain, dove a settembre
2014 espone i suoi lavori, con la curatela di Dorothée Deyries-Henry.
A Villa Medici Josephine Halvorson realizzerà un lavoro di lunga durata collegato alle
specificità dei luoghi. La sua pratica artistica si svolge direttamente sul posto, in base alla sua
percezione. Attraverso la pittura, rappresenta oggetti e superfici che recano i segni delle
attività umane, dei processi industriali e degli effetti della natura. È attraverso l’osservazione e
il confronto con i luoghi che capisce e trascrive gli aspetti fisici del mondo, che sono
percepibili ma non necessariamente visibili: gli effetti del tempo, della storia e
dell’immaginazione. www.josephinehalvorson.com
Hu Wei, scrittura di sceneggiature (Cina)
Hu Wei, nato a Pechino nel 1983, vive e lavora tra Parigi e Pechino. Ha seguito diverse
formazioni, prima in Cina e poi in Francia, in particolare all’École nationale supérieure des
beaux-arts di Parigi e a Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains. Ha realizzato
diversi cortometraggi a metà strada tra documentario e fiction. I suoi film sono stati presentati
e premiati in numerosi festival internazionali, tra cui il Festival de Cannes, Sundance, AFI,
Rotterdam, Chicago, New York, Clermont-Ferrand, Cinéma du Réel, Melbourne, Los Angeles,
Varsavia, Sarajevo, Montreal, Milano, Hong Kong. Il suo film La lampe au beurre de yak ha
ottenuto il Grand prix al Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand nel
2014, il Grand Jury Awards dell’AFI Film Festival, il Firebird Award dell’Hong Kong
International Film Festival, il Prix du Public del Festival Premiers Plans d'Angers, il Grand Prix
dell’Internationale Kurzfilmtage Winterthur, il premio del Glasgow Film Festival, il Best Short
Film del Golden Horse Film Festival e il Best Art Film al Go Short International Short Film
Festival Nijmegen.
Nel corso della residenza a Villa Medici Hu Wei si dedicherà alla scrittura del suo primo
lungometraggio di finzione, che sarà girato a Parigi.
Pierre Nouvel, scenografia, regia e coreografia (Francia)
Pierre Nouvel è scenografo e video artista. Fondatore con Jean-François Peyret del collettivo
interdisciplinare Factoid, realizza la sua prima produzione teatrale come video artista con Le
Cas de Sophie K, una pièce creata nel 2005 ad Avignone. Quest’opera segna l’inizio di una
serie di collaborazioni con diversi registi (Michel Deutsch, Lars Norén, Arnaud Meunier,
François Orsoni, Hubert Colas...) e orienta la sua riflessione sulle interazioni tra spazio
scenico e immagine. Questo approccio lo spinge naturalmente a sviluppare la dimensione
scenografica del suo lavoro, che sia per il teatro, la musica contemporanea o l’opera. Nel
2011, al festival di Aix-en-Provence, crea insieme a Jérôme Combier Austerlitz un’opera
contemporanea adattata dal romanzo di W.G. Sebald. Il suo lavoro si sviluppa anche
attraverso installazioni. Nel 2013, su invito di Jean-François Peyret, ha presentato a Le
Fresnoy la mostra Walden Memories, progetto la cui versione scenica è stata presentata al
Festival di Avignone nel 2014.
Il progetto di Pierre Nouvel all’Accademia di Francia a Roma consiste nel concepire un
apparato scenografico in grado di interpretare e di reagire in maniera autonoma ai movimenti
dei corpi. Questa fase è preceduta da un lavoro di ricerca sui materiali e le tecnologie che
possono intervenire nell’elaborazione dei cosiddetti spazi aumentati. Il dispositivo, che
analizza i nostri usi e i nostri rapporti con lo spazio e le tecnologie, assumerà in un primo
tempo la forma di un’installazione, poi quella di una performance basata sul dialogo tra corpo
e spazio. www.pierrenouvel.com
Gaëlle Obiégly, letteratura (Francia)
Nata a Chartres nel 1971, Gaëlle Obiégly ha studiato storia dell’arte all’Università di Paris IV
e ha intrapreso studi di russo all’Inalco. La sua esperienza letteraria comincia all’inizio degli
anni 2000 con un primo romanzo, edito dalla casa editrice Gallimard, che testimonia il suo
interesse per la letteratura russa, Petite figurine qui tourne dans une boite à musique. Da
allora ha pubblicato sette libri, fra i quali Mon Prochain (Éditions Verticales), che nel 2014 ha
ottenuto il Prix Mac Orlan. Il progetto di Gaelle Obiégly a Villa Medici è quello di raccontare la
storia di un “individuo senza memoria. Sfinito su una panchina, alla stazione di Roma, cerca
di conoscere la sua identità. Ma una nuova identità inizia a definirsi. Vengono descritte la vita
quotidiana di un personaggio distrutto e la sua ricerca. La ricerca che ha preceduto questo
nuovo stato e che forse l’ha generato, ma anche la ricerca attuale. Questo individuo passa da
una ricerca astratta a una caccia concreta. Una sorta di epopea, un susseguirsi di azioni in
un’Italia di cui ci si appropria. E mentre ci si immagina la vita pratica di un personaggio a
terra, si espone il luogo di cui si parla. Come un eremo a strapiombo.”
http://leschroniquespurple.com
Assan Smati, arti visive (Francia)
Assan Smati è nato nel 1972 a Saint-Chamond. Vive e lavora a Montreuil. Ha conseguito il
Diplôme National Supérieur d’Expression Plastique (DNSEP ART) a Saint-Etienne. Ha
esposto alla Galerie Bernard Ceysson a Parigi e a Lussemburgo, alla Verrière Hermès a
Bruxelles e alla Galerie Nei Liicht a Dudelange (Lussemburgo). Ha inoltre partecipato a
numerose esposizioni collettive (Collection Bernard Massini, alla Fondazione Maeght;
MAMAC, Nizza; Galleria Pianissimo, Milano; West Germany, Berlino). Il suo lavoro, per cui
utilizza la pittura come la scultura o la serigrafia, manifesta un’aspirazione a una
monumentalità espressiva scomodante. Nel corso della sua residenza a Villa Medici Assan
Smati realizzerà un progetto di pittura che si svilupperà nell’arco di 18 mesi in cui i disegni
saranno l’unità di misura del tempo. Come nelle sue opere precedenti, la pittura verrà
affrontata come una scultura, attraverso un percorso nel quale le due discipline si trovano
indissolubilmente legate. In questo lavoro: “(…) le grandi tele che oggi tracciano i contorni di
questo progetto domani non saranno meno permeabili ad altri temi. Assumendo lo stesso
ruolo di una quantità di materia destinata a una scultura, queste grandi tele intendono
delimitare un tempo sereno in un luogo propizio agli scambi. Un tempo generoso per far
posto anche agli studi e ai lavori a scadenza più lunga, un tempo in cui lo spazio pittorico
concede anche un tempo comune agli individui. Un tempo di condivisione, di riflessione in cui
l’arte è una risposta alla questione dell’infinito.”
Coline Sunier e Charles Mazé, design e mestieri d’arte (Francia)
Coline Sunier, nata nel 1984, ha studiato graphic design alla Scuola regionale di belle arti di
Valencia, poi all’École supérieure des arts décoratifs di Strasburgo. Charles Mazé, nato nel
1982, ha studiato arti plastiche all’Université Rennes 2, graphic design all’École supérieure
des arts décoratifs di Strasburgo e disegno tipografico alla Royal Academy of Art dell’Aia. Nel
2013-2014 ha partecipato all’Atelier National de Recherche Typographique a Nancy. Grafici e
tipografi, Coline Sunier e Charles Mazé vivono e lavorano a Bruxelles e collaborano da
quando hanno terminato i loro studi, nel 2008. Durante la loro residenza a Villa Medici, Coline
Sunier e Charles Mazé si propongono di studiare una forma di scrittura e di comunicazione
tipica della città di Roma: le “pasquinate”, create nel Cinquecento e tutt’oggi in uso. Le
pasquinate sono messaggi scritti dai romani e apposti sulle sei statue parlanti della città
(Pasquino, Marforio, Madama Lucrezia, Abate Luigi, Il Babuino e Il Facchino). I corpi o i
basamenti di queste sculture hanno perso la loro funzione primaria per diventare portavoce
dell’opinione pubblica, spesso critica nei confronti del potere. Il loro lavoro sarà costituito da
ricerche d’archivio e da un’indagine condotta nella città. cataloged.cc
Su-Mei Tse, arti visive (Lussemburgo)
Nata in una famiglia di musicisti, Su-Mei Tse vive tra Lussemburgo e Berlino. Il suo lavoro
esplora diversi elementi: ritmo, suono, musica, ma anche questioni inerenti al linguaggio. La
sua ricerca è caratterizzata da momenti di sospensione e di silenzio e invita a
un’introspezione. Nel corso degli ultimi dieci anni ha esposto in tutto il mondo: nel 2003 alla
50° Biennale di Venezia, dove ha ottenuto il Leone d’Oro per la migliore partecipazione
nazionale, alla Biennale di San Paolo, alla Renaissance Society di Chicago, al Casino, Forum
d'Art Contemporain a Lussemburgo, al PS1 di New York, al Taipei Moca a Taiwan, alla
biennale di Singapore, alla Fondazione Mirò a Barcellona, all’Art Tower Mito in Giappone e
all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. È rappresentata dalla Peter Blum Gallery di
New York, dalla galleria Tschudi di Zuoz in Svizzera, dalla AD Gallery di Atene e dall’Eslite
Gallery di Taipei. Il progetto che Su-Mei Tse svilupperà durante la residenza a Villa Medici è
intitolato Gewisse Rahmenbedingungen (A Certain Framework) e rappresenta un gioco di
parole sotto forma di scultura. Si compone di diverse parti e invita “a guardare il mondo da
una certa angolatura, a sospendere il proprio sguardo, trattenere il respiro e creare una
nuova prospettiva”. Su-Mei Tse realizzerà delle sculture in legno che formeranno
composizioni ritmiche nello spazio, attraverso dei pieni e dei vuoti, accompagnate dai disegni
preparatori. Una seconda parte del progetto sarà costituita da un insieme di specchi ciechi
presentati come una serie di ritratti, la cui luminosità svanisce come una vita che sta
appassendo. Questo progetto è un invito a uno sguardo nuovo, uno sguardo interiore.
Philippe Vasset, letteratura (Francia)
Nato nel 1972, Philippe Vasset ha pubblicato sette libri, tutti con Fayard. Tra questi: Un livre
Blanc (2007), Journal intime d'un marchand de canons (2010) e La Conjuration (2013). Ha
collaborato con il compositore Pierre-Yves Macé (Phonotopies – commissionato dal Groupe
de Recherche Musicales, 2014) e l’artista visiva Linda Sanchez (14628.JPG, Adera éditions,
2012). In ambito giornalistico, ha condotto inchieste per Vanity Fair e Le Nouvel Observateur.
Il progetto di ricerca di Philippe Vasset per l’Accademia di Francia a Roma è dedicato a un
genere letterario oggi considerato desueto: le vite dei santi. Si interesserà in modo particolare
ai codici e ai protocolli legati all’agiografia, come ai metodi d’indagine utilizzati per stabilire la
santità - o al contrario, la dannazione – di un individuo.
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
viale Trinità dei Monti, 1
00187 Roma
T +39 06 67 611
www.villamedici.it
Ufficio Stampa – Villa Medici
Italia: Studio Martinotti
Francesca Martinotti
+39 348 74 60 312
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