weekend spirituale - Comunità “Famiglia Piccola Chiesa”
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weekend spirituale - Comunità “Famiglia Piccola Chiesa”
PARROCCHIA DEI SANTI GUGLIELMO E PELLEGRINO FOGGIA WEEKEND SPIRITUALE PER COPPIE E FAMIGLIE ASSISI 19-21 AGOSTO 2016 PERDONO E DIALOGO DONI DEL MATRINONIO E DELLA FAMIGLIA Pastorale/weekend Carissimi Abbiamo pensato di vivere insieme l’esperienza di questo Weekand di spiritualità coniugale e familiare riferendoci all’Enciclica Amoris Laetitia del nostro amato Papa Francesco. Per noi sposi, come scrive il Papa nell’Enciclica: “ Questa Esortazione acquista un significato speciale nel contesto di questo Anno Giubilare della Misericordia. In primo luogo, perché la intendo come una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo, perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia”. ALLA LUCE DELLA PAROLA 8.1 La Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari, fin dalla prima pagina, dove entra in scena la famiglia di Adamo ed Eva, con il suo carico di violenza ma anche con la forza della vita che continua (cfr Gen4), fino all’ultima pagina dove appaiono le nozze della Sposa e dell’Agnello (cfr Ap21,2.9). Le due case che Gesù descrive, costruite sulla roccia o sulla sabbia (cfr Mt7,24-27), rappresentano tante situazioni familiari, create dalla libertà di quanti vi abitano, perché, come scrive il poeta, «ogni casa è un candelabro». Entriamo ora in una di queste case, guidati dal Salmista, attraverso un canto che ancora oggi si proclama sia nella liturgia nuziale ebraica sia in quella cristiana, Sal 128,1-6: «Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele! 1 Amoris Laetitia 2 Pastorale/weekend Con questa breve introduzione presa dall’Enciclica Amoris Laetitia ci incamminiamo verso Assisi, per contemplare l’amore di Dio, lo sguardo di tenerezza che ha sulla coppia e la famiglia. Aiutati dalla spiritualità di San Francesco d’Assisi, rifletteremo su due aspetti fondamentali dell’amore quotidiano che aiutano la coppia ad essere “una carne sola”2: Perdono, dialogo. Assisi 19-21 agosto (Andando per le vie di San Francesco) PROGRAMMA Cose da portare: Bibbia, Liturgia delle ore, scarpe e indumenti comodi per la montagna Venerdì 19 agosto 2016 RADUNO PRESSO LA PARROCCHIA DEI SANTI GUGLIELMO E PELLEGRINO ORE 7.00 PARTENZA ORE 7.30 Arrivo a Santa Maria degli Angeli (Assisi) ora di pranzo. Sistemazione nelle camere Pranzo Riposo Vespro e presentazione del week end ore 17.00 Riflessione : PERDONO 105. Perdono Se permettiamo ad un sentimento cattivo di penetrare nelle nostre viscere, diamo spazio a quel rancore che si annida nel cuore. La frase logizetai to kakon significa “tiene conto del male”, “se lo porta annotato”, vale a dire, è rancoroso. Il contrario è il perdono, un perdono fondato su un atteggiamento positivo, che tenta di comprendere la debolezza altrui e prova a cercare delle scuse per l’altra persona, come Gesù che disse: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc23,34). Invece la tendenza è spesso quella di cercare sempre più colpe, di immaginare sempre più cattiverie, di supporre ogni tipo di cattive intenzioni, e così il rancore va crescendo e si radica. In tal modo, qualsiasi errore o caduta del coniuge può danneggiare il vincolo d’amore e la stabilità familiare. Il problema è che a volte si attribuisce ad ogni cosa la medesima gravità, con il rischio di diventare crudeli per qualsiasi errore dell’altro. La giusta rivendicazione dei propri diritti si trasforma in una persistente e costante sete di vendetta più che in una sana difesa della propria dignità. 106. Quando siamo stati offesi o delusi, il perdono è possibile e auspicabile, ma nessuno dice che sia facile. La verità è che «la comunione familiare può essere conservata e perfezionata solo con un grande spirito di sacrificio. Esige, infatti, una pronta e generosa disponibilità di tutti e di ciascuno alla comprensione, alla tolleranza, al perdono, alla riconciliazione. Nessuna famiglia 2 Mc 10,8 3 Pastorale/weekend ignora come l’egoismo, il disaccordo, le tensioni, i conflitti aggrediscano violentemente e a volte colpiscano mortalmente la propria comunione: di qui le molteplici e varie forme di divisione nella vita familiare». 107. Oggi sappiamo che per poter perdonare abbiamo bisogno di passare attraverso l’esperienza liberante di comprendere e perdonare noi stessi. Tante volte i nostri sbagli, o lo sguardo critico delle persone che amiamo, ci hanno fatto perdere l’affetto verso noi stessi. Questo ci induce alla fine a guardarci dagli altri, a fuggire dall’affetto, a riempirci di paure nelle relazioni interpersonali. Dunque, poter incolpare gli altri si trasforma in un falso sollievo. C’è bisogno di pregare con la propria storia, di accettare sé stessi, di saper convivere con i propri limiti, e anche di perdonarsi, per poter avere questo medesimo atteggiamento verso gli altri. 108. Ma questo presuppone l’esperienza di essere perdonati da Dio, giustificati gratuitamente e non per i nostri meriti. Siamo stati raggiunti da un amore previo ad ogni nostra opera, che offre sempre una nuova opportunità, promuove e stimola. Se accettiamo che l’amore di Dio è senza condizioni, che l’affetto del Padre non si deve comprare né pagare, allora potremo amare al di là di tutto, perdonare gli altri anche quando sono stati ingiusti con noi. Diversamente, la nostra vita in famiglia cesserà di essere un luogo di comprensione, accompagnamento e stimolo, e sarà uno spazio di tensione permanente e di reciproco castigo. Lettura: Inno alla carità (1Cor 13,1-13) 1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità.7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. 12Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! Tempo per la riflessione di coppia o di gruppo 1. Che cos’è il perdono? 2. Pensa ad un esempio tratto dalla tua esperienza da esporre in gruppo 4 Pastorale/weekend Ore 18.00 - Visita a Santa Maria degli Angeli – Porziuncola. Il Convento Porziuncola è Santuario e Casa madre dell’Ordine, sede della Curia Provinciale, dell’Archivio storico, della Biblioteca Provinciale, del Seminario Teologico e dell’Infermeria Provinciale. La Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola è Basilica Papale ed il Legato Pontificio è Sua Eminenza il Card. Attilio Nicora. Cena ore 20.00 21.30 - Condivisione delle riflessioni 1. Che cos’è il perdono? 2. Pensa ad un esempio tratto dalla tua esperienza da esporre in gruppo 3. Formulare, in gruppo, con una semplice frase, la definizione di Perdono. Tempo liberato Sabato 20 agosto 2016 Colazione ore 8.00 Ore 9.00 - Lodi e presentazione del tema del giorno: il Dialogo 136. Il Dialogo Il dialogo è una modalità privilegiata e indispensabile per vivere, esprimere e maturare l’amore nella vita coniugale e familiare. Ma richiede un lungo e impegnativo tirocinio. Uomini e donne, adulti e giovani, hanno modi diversi di comunicare, usano linguaggi differenti, si muovono con altri codici. Il modo di fare domande, la modalità delle risposte, il tono utilizzato, il momento e molti altri fattori possono condizionare la comunicazione. Inoltre, è sempre necessario sviluppare alcuni atteggiamenti che sono espressione di amore e rendono possibile il dialogo autentico. 137. Darsi tempo, tempo di qualità, che consiste nell’ascoltare con pazienza e attenzione, finché l’altro abbia espresso tutto quello che aveva bisogno di esprimere. Questo richiede l’ascesi di non incominciare a parlare prima del momento adatto. Invece di iniziare ad offrire opinioni o consigli, bisogna assicurarsi di aver ascoltato tutto quello che l’altro ha la necessità di dire. Questo implica fare silenzio interiore per ascoltare senza rumori nel cuore e nella mente: spogliarsi di ogni fretta, mettere da parte le proprie necessità e urgenze, fare spazio. Molte volte uno dei coniugi non ha bisogno di una soluzione ai suoi problemi ma di essere ascoltato. Deve percepire che è stata colta la sua pena, la sua delusione, la sua paura, la sua ira, la sua speranza, il suo sogno. Tuttavia sono frequenti queste lamentele: “Non mi ascolta. Quando sembra che lo stia facendo, in realtà sta pensando ad un’altra cosa”. “Parlo e sento che sta aspettando che finisca una buona volta”. “Quando parlo tenta di cambiare argomento, o mi dà risposte rapide per chiudere la conversazione”. 5 Pastorale/weekend 138. Sviluppare l’abitudine di dare importanza reale all’altro. Si tratta di dare valore alla sua persona, di riconoscere che ha il diritto di esistere, a pensare in maniera autonoma e ad essere felice. Non bisogna mai sottovalutare quello che può dire o reclamare, benché sia necessario esprimere il proprio punto di vista. È qui sottesa la convinzione secondo la quale tutti hanno un contributo da offrire, perché hanno un’altra esperienza della vita, perché guardano le cose da un altro punto di vista, perché hanno maturato altre preoccupazioni e hanno altre abilità e intuizioni. È possibile riconoscere la verità dell’altro, l’importanza delle sue più profonde preoccupazioni e il sottofondo di quello che dice, anche dietro parole aggressive. Per tale ragione bisogna cercare di mettersi nei suoi panni e di interpretare la profondità del suo cuore, individuare quello che lo appassiona e prendere quella passione come punto di partenza per approfondire il dialogo. 139. Ampiezza mentale, per non rinchiudersi con ossessione su poche idee, e flessibilità per poter modificare o completare le proprie opinioni. È possibile che dal mio pensiero e dal pensiero dell’altro possa emergere una nuova sintesi che arricchisca entrambi. L’unità alla quale occorre aspirare non è uniformità, ma una “unità nella diversità” o una “diversità riconciliata”. In questo stile arricchente di comunione fraterna, i diversi si incontrano, si rispettano e si apprezzano, mantenendo tuttavia differenti sfumature e accenti che arricchiscono il bene comune. C’è bisogno di liberarsi dall’obbligo di essere uguali. E ci vuole anche astuzia per accorgersi in tempo delle “interferenze” che possono comparire, in modo che non distruggano un processo di dialogo. Per esempio, riconoscere i cattivi sentimenti che potrebbero emergere e relativizzarli affinché non pregiudichino la comunicazione. È importante la capacità di esprimere ciò che si sente senza ferire; utilizzare un linguaggio e un modo di parlare che possano essere più facilmente accettati o tollerati dall’altro, benché il contenuto sia esigente; esporre le proprie critiche senza però scaricare l’ira come forma di vendetta, ed evitare un linguaggio moralizzante che cerchi soltanto di aggredire, ironizzare, incolpare, ferire. Molte discussioni nella coppia non sono per questioni molto gravi. A volte si tratta di cose piccole, poco rilevanti, ma quello che altera gli animi è il modo di pronunciarle o l’atteggiamento che si assume nel dialogo. 140. Avere gesti di attenzione per l’altro e dimostrazioni di affetto. L’amore supera le peggiori barriere. Quando si può amare qualcuno o quando ci sentiamo amati da lui, riusciamo a comprendere meglio quello che vuole esprimere e farci capire. Superare la fragilità che ci porta ad avere timore dell’altro come se fosse un “concorrente”. È molto importante fondare la propria sicurezza su scelte profonde, convinzioni e valori, e non sul vincere una discussione o sul fatto che ci venga data ragione. 141. Infine, riconosciamo che affinché il dialogo sia proficuo bisogna avere qualcosa da dire, e ciò richiede una ricchezza interiore che si alimenta nella lettura, nella riflessione personale, nella preghiera e nell’apertura alla società. Diversamente, le conversazioni diventano noiose e inconsistenti. Quando ognuno dei coniugi non cura il proprio spirito e non esiste una varietà di relazioni con altre persone, la vita familiare diventa endogamica e il dialogo si impoverisce. Lettura Mt 15,21-28 21Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio". 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: "Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!". 24Egli rispose: "Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele". 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: 6 Pastorale/weekend "Signore, aiutami!". 26Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". 27"È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". 28Allora Gesù le replicò: "Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Tempo per la riflessione di coppia o di gruppo 1. Che cos’è il dialogo? 2. Pensa ad un esempio tratto dalla tua esperienza da esporre in gruppo Ore 9.45 Visita Basilica San Francesco e dintorni –(pullman,) Basilica San Francesco di Assisi “La città medievale di Assisi, luogo di nascita di San Francesco, fondatore dell’omonimo ordine religioso dei Francescani, è stata iscritta nel 2000 nella world heritage list dei siti UNESCO.Per il Comitato UNESCO la città di Assisi costituisce un modello unico di continuità storica di una città con il suo paesaggio culturale e l’insieme del sistema territoriale. In particolare la Basilica di San Francesco rappresenta un insieme di capolavori del genio creativo umano ed è un esempio straordinario di un tipo di complesso architettonico che ha influenzato in maniera significativa lo sviluppo dell’arte e dell’architettura. Oltre ad essere la città dei Santi, San Francesco e Santa Chiara, e simbolo dei loro messaggi di pace, Assisi è una località molto accogliente ed esprime al meglio l’anima ospitale degli italiani. Inoltre, tutta l’area circostante fino a Perugia offre una serie infinita di attrattive naturalistiche, storiche ed enogastronomiche. Architetti, muratori, scalpellini hanno dato ad Assisi un volto incomparabile, ma a segnarne il destino ed il posto nella storia è stata senz’altro la figura di San Francesco, il Santo che parlava agli animali. A lui è dedicato il monumento più importante di Assisi: la Basilica di San Francesco che si compone di due chiese sovrapposte (l’Inferiore e la Superiore) oltre che da una cripta, scavata nel 1818. Qui è conservata la tomba del Santo, che consiste in un semplice sarcofago poggiato sulla nuda roccia. Cimabue, Giotto, i Lorenzetti, Simone Martini, di fatto i più grandi artisti del duecento e del trecento, hanno affrescato le pareti e i soffitti della Basilica. Il luogo rappresenta una meta obbligata per quanti, credenti e non, sentono tuttora attuale il messaggio francescano. Il complesso è formato da due chiese sovrapposte e indipendenti. La basilica superiore - aspetto gotico, luminoso e slanciato - è famosa in tutto il mondo per gli splendidi affreschi di Giotto e della sua Scuola che, in 28 riquadri dallo straordinario fondo azzurro intenso, dipinsero dal 1296 al 1300 episodi della vita di San Francesco. Un racconto vivissimo ed emozionante, a cui si affiancano altri capolavori assoluti dell’arte italiana, ad iniziare dagli affreschi realizzati da Cimabue nel transetto, nella crociera e nell' abside. 7 Pastorale/weekend La basilica inferiore, più austera e buia, è decorata da opere dei grandi maestri della scuola fiorentina e senese del ‘300: Giotto e (del) la sua cerchia, Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti. La visita al complesso termina con una tappa nel chiostro e nel Museo del tesoro. Nel 1997 un terremoto causò profonde lesioni alla basilica superiore, con il crollo della volta in due punti e ingenti danni al timpano del transetto: 130 metri quadrati di affreschi medievali furono ridotti in migliaia di frammenti. Furono subito avviati i lavori di restauro, portati a termine a tempo record”.3 Rientro all’ora di pranzo Vespro 16.30 con condivisione delle riflessioni Tempo per la riflessione di coppia o di gruppo 1. Che cos’è il dialogo? 2. Pensa ad un esempio tratto dalla tua esperienza da esporre in gruppo 3. Formulare, in gruppo, con una semplice frase, la definizione di dialogo. Celebrazione della santa Messa Cena ore 20.00 Ore 21.15 ROSARIO AUX-FLAMBEAUX4 “Il 6 gennaio 2001 Giovanni Paolo II diede alla Chiesa il programma d’inizio Millennio racchiudendolo nello slogan Ripartire da Cristo. Esortava a un atteggiamento più contemplativo, fondamento di una vera comunione e di un efficace annuncio del Vangelo. Invitava a coltivare l’arte della preghiera e per questo, sulle orme del Concilio Vaticano II, ricordava la centralità della liturgia,fonte e culmine della vita cristiana. Il 16 ottobre 2002, con la Lettera ApostolicaRosarium Virginis Mariae, in certo senso completava il messaggio sviluppandone la dimensione contemplativa e mariana. L’immagine di Gesù offerta dalla Scrittura, il dono che Gesù ci fa di se stesso 3 http://www.italia.it/it/idee-di-viaggio/siti-unesco/assisi-e-la-basilica-di-san-francesco.html 4 http://www.porziuncola.org/rosario-em-aux-flambeaux-em--17-1.html 8 Pastorale/weekend e del suo spirito nella Liturgia devono essere assimilati e gustati, fi no alla misura piena che consenta a ciascuno di dire con Paolo «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 20). E chi più di Maria può aiutarci a fissare Cristo e a rivestirci di Cristo? Lei lo ha generato nella carne, lei lo fa crescere in noi, ottenendoci l’abbondanza dello Spirito Santo. Il Rosario è la preghiera in cui Maria si fa per noi madre e maestra per condurci a Cristo. Preghiera dalla fi sionomia mariana, ma dal cuore cristologico. Per questo, tutti i sabato sera, alle ore 21.15 nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, dinanzi alla Porziuncola, i Frati Minori si ritrovano assieme a sempre più numerosi pellegrini e figli devoti per la recita del Santo Rosario a cui fa seguito la processione aux flambeaux sulla piazza antistante la Basilica con la statua di Maria”. Tempo liberato Domenica 21 agosto 2016 Colazione ore 8.00 Lodi conclusioni del week end Partenza con sosta- visita Santuario della Santa Casa di Loreto. Pranzo e proseguimento per Foggia. PER CONCLUDERE 325. Le parole del Maestro (cfrMt22,30) e quelle di san Paolo (cfr 1 Cor7,29-31) sul matrimonio, sono inserite – non casualmente – nella dimensione ultima e definitiva della nostra esistenza, che abbiamo bisogno di recuperare. In tal modo gli sposi potranno riconoscere il senso del cammino che stanno percorrendo. Infatti, come abbiamo ricordato più volte in questa Esortazione, nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare. C’è una chiamata costante che proviene dalla comunione piena 9 Pastorale/weekend della Trinità, dall’unione stupenda tra Cristo e la sua Chiesa, da quella bella comunità che è la famiglia di Nazareth e dalla fraternità senza macchia che esiste tra i santi del cielo. E tuttavia, contemplare la pienezza che non abbiamo ancora raggiunto ci permette anche di relativizzare il cammino storico che stiamo facendo come famiglie, per smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare con durezza coloro che vivono in condizioni di grande fragilità. Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa. Preghiera alla Santa Famiglia Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazaret, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito. Santa Famiglia di Nazaret, fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen. Dato a Roma, presso San Pietro, nel Giubileo Straordinario della Misericordia, il 19 marzo,solennità di San Giuseppe, dell’anno 2016, quarto del mio Pontificato Papa Francesco 10