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Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Venerdì 20 Marzo 2015 - N. 78
LAVORO
Meccanica. Il piano Presezzi prevede l’assunzione di 210 dipendenti degli attuali 350: 170 subito e 40 nel prossimo biennio
Franco Tosi riparte dall’Iran
Primi ordini da Teheran: l’impresa punta a ricavi per 60 milioni e all’utile già nel 2015
LOMBARDIA
Matteo Meneghello
MONZA
pFranco Tosi prova a ripartire,
con una commessa da 10 milioni di
euro (per tre turbine da 25 mW
complessivi) in Iran, che si aggiunge ad un’altra già in lavorazione,
del valore di 33 milioni, sempre nel
Golfo persico. Sono gli ordini che
la Bruno Presezzi, l’azienda brianzola che si avvia a firmare il preliminare di acquisto per la fabbrica
legnanese commissariata, mette
in campo per dimostrare le sue intenzioni concrete per favorire lo
sviluppo dell’azienda.
L’imprenditore di Burago Molgora (65 milioni di ricavi l’anno
scorso, 82 nel 2013 e un ebitda del
10-12% con 140 dipendenti) ha dettagliato, ieri a Monza, il piano industriale e occupazionale - l’accordo con i sindacati è atteso entro
i prossimi 25 giorni, l’acquisizione
definitiva è fissata per fine aprile ideato per l’azienda di Legnano.
«Puntiamo a un fatturato di 60
milioni e un risultato positivo già
alla fine del 2015» ha detto Presezzi, che prevede l’assunzione di 210
dipendenti (170 subito, 40 nel
prossimo biennio) dei 350 attualmente in carico alla procedura.
«Auspico che i sindacati capiscano che per almeno 5 anni sia necessario mantenere questo assetto»
ha spiegato l’imprenditore brianzolo. Per gli esuberi si profila dunque un accesso ad un piano di uscite e di ammortizzatori gestito dall’amministrazione straordinaria
(l’attuale Cigs è in scadenza alla fine del mese).
«In questi mesi molte competenze hanno abbandonato
l’azienda - ha detto Presezzi -. Dovremo fare molta formazione, ma
non è un problema, visto che Bruno Presezzi e Franco Tosi sono
due realtà complementari: dal
primo giorno il nostro management sarà supportato dai manager della Franco Tosi, che sono rimasti da soli per troppo tempo».
Per quanto riguarda l’entità dell’organico, Presezzi ha aggiunto
che in un’ottica di lungo periodo
«un’azienda di turbine come la
Franco Tosi non può restare a 200
dipendenti. Crescerà».
A questo proposito l’imprenditore ha smentito le voci riguardanti un’eventuale ipotesi di abbandono del sito legnanese nei
prossimi anni. L’azienda pagherà
per il ramo d’azienda 3,660 milioni, ed ha concordato per le aree un
canone d’affitto (sei anni rinno-
IL NEGOZIATO
A breve incontro
con i sindacati per trovare
un accordo sul piano
delle uscite
e degli ammortizzatori
vabili per altri sei) di un milione
all’anno. «Abbiamo definito anche una penale di 350mila euro all’anno in caso di recesso dopo due
anni - ha detto Presezzi -, ma non
significa nulla. Anzi: siamo pronti
ad acquistare le aree, razionalizzando l’attuale occupazione in
modo da sfruttare al meglio le po-
tenzialità del sito».
Bruno Presezzi, come detto, sta
già sviluppando una commessa
con Franco Tosi da 33 milioni (per
tre turbine), per la quale l’azienda
brianzola, si legge in una nota «ha
già emesso pagamenti all’amministrazione straordinaria per 6,4 milioni». L’ordine totale acquisito
dalla Bruno Presezzi vale 66 milioni: «Abbiamo fornito noi stessi spiega la società - una fidejussione
da 16 milioni al cliente finale». Il
piano di investimenti per i primi
due anni si limiterà a una spesa di
circa 2,1 milioni per «revamping spiega Presezzi - e per la messa in
sicurezza degli impianti». Nel giudizio dell’imprenditore gli anni
difficili della crisi non hanno intaccato le potenzialità dei macchinari, giudicati «in stato decente». Per
il direttore di Confindustria Monza e Brianza, Massimo Manelli, «è
un piano solido e proiettato verso
il futuro. L’iniziativa di Presezzi dimostra che è possibile recuperare
l’eccellenza della nostra manifattura e integrarla con le nuove competenze del territorio».
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De Tomaso passa alla svizzera L3 Holding
Filomena Greco
TORINO
pÈ stata una gara vera quella per
la De Tomaso di Grugliasco. Dopo
una serie di rilanci è stata la cordata
svizzero lussemburghere L3 Holding ad avere la meglio. Con un’of-
ferta economica di poco superiore
ai due milioni di euro e con un piano industriale che prevede di ricollocare60lavoratorientroil2017
per arrivare a 360 nel 2022, la L3 si è
aggiudicata i marchi e il prototipo
della Deauville, la vettura ideata
dalla casa automobilistica acquisita dai Rossignolo e fallita nel 2012.
Fa parte della cordata vincitrice la
Genii Capital, società lussemburghesechehainportafoglioparteci-
pazioni in Polaroid e nel team di
Formula 1 della Lotus: nel piano industriale della L3, la produzione di
auto sportive e un prototipo entro
l’anno. All’asta ha partecipato anche il gruppo cinese Ideal Team
Venture Limited, che il 27 febbraio
aveva presentato l’offerta più alta
per De Tomaso, 510mila euro, con
l’obiettivo di rilevare i marchi,
Gruppo che ha comunque rilanciato in questa seconda fase fino al-
la soglia dei due milioni. Si è fermata invece a 900mila euro il terzo
soggetto, l’italiana Eos.
Secondo una prima valutazione della Fiom, quella che si prospetta per la De Tomaso e per i 900
addetti in mobilità, tra Grugliasco
e la Toscana, «non è la soluzione
ideale – come sottolinea Federico
Bellono, segretario dei metalmeccanigi della Cgil di Torino – ma
avrebbe potuto finire anche molto
Il piano. L’azienda diversifica e assume mille addetti
Askoll punta su bici
e scooter elettrici
VENETO
La crisi degli ultimi 4 anni
Katy Mandurino
VICENZA
IL TREND DEI DIPENDENTI
Dati in unità
31/12/09 31/12/10
521
pIl piano è ambizioso ma il
31/12/11
31/12/12
31/07/13
31/12/13
489
463
417
404
388
CONTO ECONOMICO
Dati in migliaia di euro
Valore della produzione
Costo del lavoro
2009
2010
2011
2012
65.630
23.572
68.255
22.460
76.810
22.452
38.772
18.477
Fonte: Franco Tosi
Auto. Gara vinta con un’offerta economica di poco superiore a 2 milioni e un piano industriale che prevede di ricollocare 60 addetti entro il 2017 e 360 entro il 2022
PIEMONTE
DORSO ESTRAIBILE
www.quotidianolavoro.ilsole24ore.com
peggio, perché le altre due offerte
erano rivolte unicamente al marchio». Positivo dunque che ci sia
sul tavolo almeno un’ipotesi di
piano industriale, ma a questo
punto «sarà decisivo il ruolo delle
istituzioni, a partire dalla Regione,
che dovranno esercitare una funzione attiva per andare verso una
soluzione occupazionale e produttiva che risponda ai problemi
drammatici dei lavoratori». La
Regione Piemonte ribadisce la disponibilità a «interloquire» con
chi vorrà investire sul territorio ,
«mettendo a disposizione tutte le
possibili forme di accompagnamento». A cominciare dalla riqualificazione di una parte del personale e dall’individuazione di un
possibile stabilimento. Nelle settimane scorse, la Fim aveva aperto
un fronte polemico sulla gestione
della vicenda e ieri il segretario
Claudio Chiarle ha ribadito: «In
questo piano industriale c’è poco,
cosa succede nei prossimi due anni? Bisognava costruire un’alternativa per le centiaia di addetti, rilanciando sul territorio la produzione di auto elettriche».
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progetto che ne sta alla base ha
tutte le caratteristiche (innovative e rivoluzionarie) per
permettere all’azienda di raggiungere i suoi obiettivi di
mercato. La Askoll di Dueville,
in provincia di Vicenza, azienda da 300 milioni di fatturato e
circa 2.500 dipendenti sparsi
in 11 società nel mondo, assume mille persone in Italia da
inserire in cento negozi e punti
vendita monomarca, attraverso i quali lancerà sul mercato,
da aprile alla fine dell’anno, bici e scooter elettrici.
L’azienda, dal 1978 produttrice di motori, pompe e componenti per elettrodomestici ad alto contenuto tecnologico per le
maggiori case internazionali
del bianco, ha deciso di rischiare
con il proprio marchio e realizzare un progetto che punta sulla
mobilità applicando il motore
elettrico per elettrodomestico
alle bici e agli scooter. E in un futuro non lontano - cioé a metà
del 2016 - anche alle citycar.
«La crisi del comparto degli
elettrodomestici ci ha imposto
di guardare ad altri settori dove
poter impiegare al meglio tutto
il know how accumulato e l’alto
valore ingegneristico delle nostre produzioni - spiega il presidente Elio Marioni -, così tre anni fa abbiamo deciso di intraprendere la strada della mobilità cittadina». Le bici e gli scooter
che saranno in produzione e in
commercio a partire da aprile
sono interamente made in Italy:
Askoll “firma” il motore elettrico (di derivazione elettrodomestico), la trasmissione, la batteria (Panasonic ha dato la licenza
per la produzione), l’elettronica, il design. Con prezzi competitivi - «non voglio che sia un
prodotto di elite, deve essere un
bene accessibile», aggiunge il
presidente -: 2.190 euro lo scooter (con caricabatteria incorporato, 100 chilometri di autonomia e un’esigenza di 2 Kilowattora di energia ogni 100 chilometri, ovvero 30 centesimi di
euro); 990 euro la bici a pedalata
assistita (cambio automatico,
velocità massima di 25 chilome-
IL DEBUTTO
Da aprile i nuovi prodotti
a marchio proprio realizzati
dal gruppo vicentino
che produce componenti
per elettrodomestici
tri, 5 ore per la ricarica totale). La
citycar (2 posti + 1, in acciaio), il
cui prototipo marciante arriverà fra 90 giorni, avrà un prezzo al
pubblico di 7.800 euro.
«In questo progetto investiamo 60 milioni di euro - conclude
il presidente - abbiamo la forza
finanziaria per farlo, la capacità
produttiva e ingegneristica e
aspettative confermate dalle
previsioni di mercato, le quali
dicono che il 75% degli italiani è
interessato ad un mezzo cittadino elettrico».
I primi monomarca Askoll
apriranno l’11 aprile in nove città
tra cui Vicenza, Padova, Verona, Mantova e Bergamo; il 10
maggio ci saranno altre 10 aperture, tra cui Firenze, Pisa e Lucca; il 10 giugno altre 10, fino a coprire cento località in tutto il paese. Le assunzioni non riguardano solo i negozi: per questo
progetto è stato potenziato il
comparto tecnico nella sede vicentina con 40 nuove figure. E il
futuro è tutto da disegnare.
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TURISMO
In breve
SINERGIE
Asse Miur-Mibact
sui beni culturali
Il ministro dei Beni culturali
e del turismo, Dario
Franceschini, e quello
dell’Istruzione, università e
ricerca, Stefania Giannini,
hanno sottoscritto un
protocollo d’intesa che
prevede una vasta
collaborazione, con progetti
mirati, tra i due dicasteri. Tra
gli obiettivi, anche una
formazione più vicina alle
necessità del mondo del
lavoro per chi studia nel
campo della tutela e della
alorizzazione dei beni
paesaggistici e culturali.
L’intesa prevede anche lo
stanziamento di 30 milioni di
euro da destinare a progetti
mirati. Sono previste sinergie
fra musei e università per
dottorati di ricerca e master.
Tra gli obiettivi c’è anche il
potenziamento della
formazione accademica per
quanto riguarda la tutela, il
restauro e la gestione dei
beni culturali, dei musei,
delle biblioteche.
CRISI AZIENDALI
Altra mobilità
per Nh Hotels
Nh Hotels ha attivato una
nuova procedura di mobilità
per 53 dipendenti. procedura
di mobilità. La
multinazionale spagnola,
presente in Italia con 31
alberghi, ha già messo in
mobilità 450 addetti.
Durissima la reazione dei
sindacati. In una nota le
segreterie nazionali dei tre
sindacati di categoria Cgil
Cisl Uil evidenziano come
«dal luglio 2012 la principale
catena alberghiera presente
in Italia non ha fatto
praticamente altro che
aprire procedure di
licenziamento collettivo,
esternalizzare servizi,
disdettare gli accordi
sindacali esistenti».
Fusioni. Al gruppo bancario-assicurativo la trattativa che riguarda le due catene di alberghi a 3 e 4 stelle
A Unipol l’esclusiva Una-Ata
In caso di esito positivo, atteso l’ingresso del Fondo strategico italiano
Carlo Festa
Silvia Pieraccini
pUna grande fusione tra alberghi a 3 e 4 stelle con il sostegno del
Fondo Strategico Italiano che ha
già fatto il suo ingresso nei 5 stelle
di Rocco Forte. Ecco il progetto
che si nasconde dietro l’esclusiva
concessa a Unipol per l’integrazione tra Una Hotels e e Atahotels,
di proprietà del gruppo bancarioassicurativo. L’obiettivo è dar vita
a un grande polo ricettivo italiano
con 8.600 camere, 52 strutture tra
hotel, resort e residence e un fatturato aggregato di 170 milioni.
Ma l’operazione ha bisogno di
un sostegno finanziario senza il
quale, probabilmente, non potrebbe concretizzarsi l’architettura. Così, secondo le indiscrezioni, una volta conclusa in modo positivo la trattativa per la fusione
tra Una Hotels e e Atahotels, ci sarebbe già un accordo di massima
per l’ingresso del Fondo Strategico Italiano guidato da Maurizio
Tamagnini nella società che nascerà dalla fusione, con la creazio-
ne di due perimetri: uno immobiliare e l’altro d gestione alberghiera. È il caso di ricordare che proprio il Fondo Strategico Italiano
ha fatto il suo ingresso in Rocco
Forte con l’obiettivo di creare diversi poli alberghieri suddivisi
per categoria: 3-4-5 stelle. Ma
l’obiettivo è anche creare, in mo-
L’OPERAZIONE
Possibile la creazione
di due perimetri:
un primo immobiliare
e l’altro di gestione
alberghiera
do parallelo, un veicolo che abbia
in pancia la proprietà immobiliare
degli alberghi.
Si chiude così con questo finale
a sorpresa, almeno per ora, la lunga fase di selezione delle offerte
per Unahotels, in mano alle banche dopo i guai giudiziari del fondatore Riccardo Fusi e il concor-
dato della capogruppo Btp; offerte (alcune per la sola gestione, altre anche per gli immobili)
arrivate all’advisor Colombo&Associati anche dal gruppo
americano Starwood alleato con
Prelios e con la spagnola Melia, da
Orion e Hotusa, dagli spagnoli di
Nh e da Tamburi Investment
Partners e Alpitour. L’ipotesi di
integrare Unahotels con Atahotels, in realtà, è sul tappeto da tempo, anche perché Unipol è tra le
banche creditrici di Una (insieme
con Unicredit e Mps), ma finora è
rimasta frenata dalla pesante situazione finanziaria di entrambi i
gruppi alberghieri.
Unahotels, guidato dall’ad Elena David, conta 31 alberghi e ha
chiuso il 2013 con un fatturato di
64,5 milioni (+4,1%), un ricavo per
camera disponibile pari a 70,38
euro (+5,3%) e un Ebitdar di 17 milioni (+18,2%). Il problema è l’indebitamento di circa 500 milioni, in
gran parte legato all’acquisizione
degli immobili ricettivi.
Atahotels sta rimettendo in pie-
LE CIFRE
64,5 milioni
Unahotels
È il fatturato della categna
Unahotels nel 2013 (+4,1%)
70,38 euro
Per camera
È il ricavo medio per camera
degli Unahotels (+5,3%)
17 milioni
Ebitda
È l’ebitda della catena (+18,2%
rispetto all’anno precedente)
110 milioni
Atahotels
È il fatturato della catena, in
perdita di 10 milioni di euro nel
2014 rispetto all’anno
precedente
di una situzione pesante: nel 2012
ha perso 34 milioni di euro, nel
2013 – quando è passata da Ligresti
sotto il cappello di Unipol - la perdita è stata di 25 milioni e nel 2014 è
scesa a 10 milioni, anche se cinque
milioni sono legati a vecchie pendenze fiscali, con un fatturato di
110,9 milioni (-4%) e un ebitda tornato positivo a 0,7 milioni.
«Quest'anno l’obiettivo è riportare i conti in pareggio», spiega Gian
Luca Santi, direttore dell’area Immobili e attività diversificate di
Unipol, che sta lavorando alla dismissione degli asset non strategici, come le cliniche. «La valorizzazione degli alberghi invece ci interessa – afferma Santi – perché riteniamo che un grande polo italiano
abbia potenzialità». Atahotels
possiede 21 strutture, di cui 7 hotels (1850 camere), 6 resorts (2.150
camere) e 8 residence (1.550 camere). Ora resta da attendere l’ingresso sulla scena del Fondo Strategico che potrà intervenire, come da statuto, solo in una realtà in
equilibrio finanziario.
Ospitalità. Aica: aumenta in Italia l’offerta di qualità, fondamentale per intercettare i visitatori esteri
Dalla riqualificazione più valore agli hotel
MILANO
pMolto resta ancora da fare, ma
il sistema alberghiero italiano si sta
progressivamente adeguando a
standard di qualità più elevati, capaci di rispondere alle aspettative
di una clientela internazionale
sempre più esigente.
«Da alcuni anni registriamo una
forte tendenza alla riqualificazione del settore», ha confermato
Franco Carmelo Lentini, consigliere di Aica (Associazione italiana Confindustria alberghi) durante un convegno sulla valorizzazione degli hotel in programma ieri al-
l’interno della fiera Made Expo a
Milano. Secondo i dati a disposizione di Aica, sono infatti in aumento gli alberghi di fascia alta,
mentre si riduce il segmento medio-basso. «Un fenomeno coerente con l’incremento della domanda
STRATEGIE
Crisafi (Assoimmobiliare):
«Occorre adeguare lo stock alle
nuove esigenze e varare una
classificazione nazionale
univoca delle strutture ricettive»
di ospitalità di qualità da parte di
segmenti di mercato sempre più
vasti – ha spiegato Lentini – sia da
parte della clientela estera, sia da
parte della domanda interna».
Lariqualificazionedellestrutture alberghiere, dal punto di vista
formale, dimensionale e dei servizi, è «fondamentale» anche secondo Paolo Crisafi, direttore generale di Assoimmobiliare: «Occorre
adeguare lo stock della ricettività
alle nuove esigenze che i mercati
emergenti richiedono», ha detto
intervenendo al convegno. Ma per
competere con gli altri Paesi nella
capacità di attrarre questo tipo di
clientela, è necessario e urgente,
secondo Crisalfi, mettere a punto
«una classificazione nazionale
univoca delle strutture ricettive,
oggi variabile su base regionale».
Grazie anche al traino di Expo,
l’Italia potrebbe infatti «recuperare il suo ruolo leader, trascinato
dalla domanda estera e dalla pur timida ripresa economica nazionale», ha detto Emilio Valdameri, di
Assoimmobiliare. Tuttavia, il nostro Paese è ben lontano dai competitor internazionali quanto a capacità di intercettare i flussi finan-
ziarinelsettoreturistico,attrattida
fattori come concentrazione delle
proprietà immobiliari, presenza di
catene internazionali, ridotta burocrazia e trasparenza del mercato, «elementi ancora carenti in Italia, anche se la situazione sta cambiando» secondo Valdameri, che
giudica positivamente alcune misure governative contenute nello
Sblocca Italia. «Entro l’estate – ha
concluso – Rics Italia emanerà un
documento con le Linee guida per
la valutazione degli alberghi, uno
strumento essenziale per alimentare la trasparenza nelle transazioni e la corretta analisi di redditività
degli immobili alberghieri».
Gi.M.
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Fareturismo. In futuro +5% annuo
Expo e Giubileo
possibili volani
per l’occupazione
Francesco Prisco
MILANO
pL’occupazione nel settore tu-
ristico da qui ai prossimi 20 anni è
destinata a crescere con un tasso
annuo del 4/5%. Merito della domanda estera, in particolare dei
Paesi emergenti, di una significativa qualificazione dei servizi di
partedellestruttureitalianeedella svalutazione dell’euro.
Di sicuro la “staffetta” tra Expo
Milano e Giubileo a Roma contribuirà a spingere in questa direzione. Si respira una certa aria di
ottimismo a Fareturismo, happening di formazione, lavoro e politiche di settore che si conclude
oggi a Roma. Traspare innanzitutto dai dati di Res Hospitality
Business Developers, secondo i
quali a fronte di arrivi mondiali
che passeranno dai 940 milioni
del 2010 agli 1,8 miliardi del 2030,
l’Europa è destinata a intercettare la gran parte di questi flussi e
l’Italia, nel Vecchio Continente,
potrà fare la parte del leone. «È finito il tempo del pessimismo, –
commenta Marco Malacrida,
presidente di Res – il nostro Paese continua a esercitare fascino
sull'utenza internazionale e il
momento congiunturale è favorevole per immaginare che il
trend di crescita dei flussi già individuato nel 2014 divenga costante nel prossimo ventennio. E
che a esso corrisponda un incremento annuo costante della domanda di addetti». Come stimolare le assunzioni? Il Jobs Act aiuta, «ma solo in parte – secondo
Ugo Picarelli, l'ideatore di Fareturismo – perché molta della manodopera degli alberghi italiani è
stagionale, tipologia contrattuale non contemplata dal pacchetto del governo». Si dovrebbe allora «pensare a una decontribuzione del lavoro stagionale – sono parole di Ignazio Abrignani,
presidente dell’osservatorio
parlamentare sul Turismo – per
stimolare le assunzioni. Auspichiamo che l’esecutivo si muova
in questo senso, in alternativa valuteremo una proposta di legge».
Battaglia subito fatta propria dalle associazioni di categoria. «Sarebbe opportuno – secondo il
presidente di Federturismo Renzo Iorio – immaginare un percorso che, da un lato, valorizzi il part
time verticale e dall’altro premi
l’allungamento dei contratti stagionali. Del tipo: se uno stagionale viene riassunto per quattro o
più mesi da una struttura in cui
l’anno prima ha lavorato tre mesi,
il datore di lavoro beneficerà di
una decontribuzione dal quarto
mese in avanti». Se nessuno pri-
STAGIONALI
Federturismo
e Federalberghi
favorevoli a una legge
per la decontribuzione
delle assunzioni
ma d’ora aveva ancora pensato a
misurediquestotipo«èperchéle
istituzioni – commenta il vicepresidente di Federalberghi Giuseppe Roscioli – spesso dimenticano che il turismo è una componente fondamentale del tessuto
economico del Paese. Dovrebbero ricordarsene con i fatti».
A Fareturismo sfilano anche
startup e progetti formativi. Tra
le prime c’è Fleisure, giovane impresa fondata da Davide Berretta
che, attraverso l’omonima app,
punta a incrociare domanda e offerta di tempo libero aiutando le
imprese a fare marketing “su misura”. Grimaldi Lines ha, in ultimo, presentato Grimaldi Educa,
progetto che mette insieme tutte
le attività del gruppo armatoriale
legate alla formazione.
@MrPriscus
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