Abstract Italiano Broccatelli - Università degli Studi di Roma

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Abstract Italiano Broccatelli - Università degli Studi di Roma
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA
“FORO ITALICO”
DOTTORATO DI RICERCA IN
“Aspetti biomedici e metodologici delle attività
fisiche preventive e adattate”
Coordinator: Prof.ssa Laura Guidetti
XXIII CICLO
TESI DI DOTTORATO
“The perception of exertion in elderly subjects”
Settore Scientifico Disciplinare M-EDF/01
Tutor
Prof. Antonio Sgadari
Co-Tutor
Prof. Alan Utter
Dottorando
Dott.ssa Marianna Broccatelli
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Abstract
Negli ultimi decenni si è verificato, nel mondo occidentale, un crescente
aumento della popolazione anziana. Questo è indicativo dei cambiamenti sociali, come
la riduzione della fertilità, la diminuzione della mortalità infantile, il declino delle
malattie infettive e, d’altro canto, l’incremento dell’aspettativa di vita, così come del
miglioramento delle condizioni della stessa.
La rapida espansione della popolazione anziana nella società occidentale, insieme con il
correlato aumento dei costi sociali e medici, hanno spostato l’attenzione dei ricercatori
sull’importanza dell’attività fisica come mezzo di prevenzione e riabilitazione per gli
anziani.
L’invecchiamento è da considerarsi un processo naturale che avanza lentamente ed
inconsciamente. Molti ricercatori hanno dimostrato come l’attività fisica possa ridurre la
velocità di tale processo. Come suggerito dall’American College of Sports Medicine,
l’esercizio può essere una parte importante della routine quotidiana di uomini e donne
anziani. Infatti coloro che prendono parte ad un’attività fisica regolare hanno
solitamente più alti livelli di funzionalità fisica e mentale. Questi soggetti risultano
essere più indipendenti, meno affetti da dolori, meno soggetti a cadute e risultano avere
una vita varia ed attiva. Per gli anziani, partecipare ad una regolare attività fisica,
significa ridurre ed in molti casi prevenire il declino delle funzioni associate all’età.
Per ottimizzare l’esercizio fisico nei soggetti anziani, molti autori propongono l’uso dei
tradizionali strumenti della teoria dell’allenamento sportivo. Nello specifico, la
percezione della fatica (RPE) è considerata un valido strumento per valutare l’intensità
soggettiva dello sforzo fisico, della sollecitazione e dell’eventuale fastidio procurato
dall’attività svolta. Una nuova scala di percezione della fatica, è stata divulgata da
Robertson e colleghi (2000). Questa scala contiene sia un descrittore pittorico sia un
descrittore verbale, posizionati lungo un range numerico che va da 0 a 10, organizzati in
modo che a ciascun numero corrisponda un valore pittorico e contenga una descrizione
verbale. Questa scala è stata chiamata OMNI Scale of Perceived Exertion (OMNI-RPE)
e attualmente è considerata più affidabile e valida rispetto alla scala di Borg (RPE) per
l’uso nella popolazione pediatrica, come dimostrato dal lavoro del Professor Utter e
colleghi (2002).
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Da queste considerazioni è nato il nostro primo studio dal titolo “Validation of the
OMNI-Cycle Scale of Perceived Exertion in the Elderly”.
Questo studio ha avuto lo scopo di verificare la validità di una nuova scala di percezione
dello sforzo, chiamata OMNI-Cycle Scale, applicata alla popolazione anziana.
Settantasei soggetti (34 uomini, 42 donne) hanno realizzato un test incrementale al
cicloergometro. La “Concurrent validity” è stata determinata dalla correlazione tra la
OMNI-Cycle Scale ed il consumo di ossigeno, il consumo di ossigeno relativo e di
picco, la ventilazione polmonare, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e il
coefficiente di scambio ventilatorio (quoziente respiratorio), durante un protocollo
incrementale al cicloergometro. La “Construction Validity” è stata determinata
correlando la percezione dello sforzo misurato con la OMNI-Cycle Scale, con l’RPE
della scala di Borg (6-20).
L’analisi multilivello, effettuata con modelli misti di regressione lineare, ha mostrato
che, in ambedue i gruppi di anziani, la OMNI-Cycle Scale ha una distribuzione lineare
(p<.05) e positiva (r = 0.81-0.92) per tutti i parametri fisiologici presi in esame.
La OMNI-Cycle Scale è risultata positivamente (p <.01) e linearmente correlata alla
Borg RPE negli uomini anziani (r = 0.97) e nelle donne (r = 0.96). Questo studio ha
dimostrato sia la “Concurrent validity” che la “Construction Validity” della RPE
OMNI-Cycle Scale. I risultati supportano l'uso di questa scala per misurare la
percezione della fatica durante esercizi al cicloergometro in soggetti anziani di ambo i
sessi.
L'interesse creato in tutto il mondo da questo nuovo tipo di scale di percezione
della fatica, ha portato molti autori a studiare i diversi aspetti delle OMNI scale.
Nel 2008, Suminski e colleghi, hanno pubblicato la validazione della versione Spagnola
della scala OMNI di sforzo percepito in un campione di giovani di lingua spagnola
residenti negli Stati Uniti.
La necessità di lavorare con una popolazione Italiana ed in particolare con soggetti
anziani, ha portato allo sviluppo del nostro secondo studio. L’obiettivo dello studio,
“Validation of the Italian version of the OMNI Scale of Perceived Exertion with a
sample of Italian-speaking men and women”, è stato quello di verificare se la
traduzione delle “ancore” verbali della OMNI scale di percezione della fatica, dalla
lingua Inglese a quella Italiana, ne inficiasse la validità. Per lo studio sono stati reclutati
82 soggetti di lingua madre italiana. I volontari hanno realizzato un test massimale
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incrementale al cicloergometro preceduto da un test di familiarizzazione al
cicloergometro. Durante ogni fase dell’esercizio sono stati misurati sia la percezione
globale della fatica, sia le diverse risposte fisiologiche (e.g.
max,
FC, etc..). L’analisi
ha evidenziato che, durante il test massimale, la percezione globale dello sforzo,
misurata con la versione italiana della OMNI Cycle Scale, si correlava in modo
significativo (p<.01) con il consumo d’ossigeno, la ventilazione polmonare, la
frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e il quoziente respiratorio.
Questi risultati mostrano che, nel nostro campione, la versione Italiana della OMNI
Scale RPE fornisce una misura valida dell’intensità dello sforzo durante il test
massimale incrementale al cicloergometro.
Negli ultimi decenni, la valutazione dello sforzo percepito per mezzo dell’uso di
scale della fatica è diventato d’uso comune nel fitness e nelle valutazioni cliniche.
L’obiettivo è quello di valutare le sensazioni di fatica e la tolleranza all’esercizio per
prescrivere la corretta intensità e quantità di lavoro.
Diverse ricerche sperimentali hanno verificato la validità della scala OMNI, le sue
applicazioni nelle valutazioni cliniche e nella prescrizione degli esercizi. D’altro canto,
solo pochi studi hanno valutato gli effetti dell’età e del livello cognitivo del soggetto
nonché del tipo di esercizio nella percezione della fatica. Proprio con questo obiettivo è
stato sviluppato il nostro terzo studio, “Subject’s and exercise test characteristics
influencing perceived exertion in older adults”.
Lo scopo dello studio è stato quello di correlare le caratteristiche del soggetto e il tipo di
esercizio con la percezione della fatica (RPE) in un gruppo di soggetti, uomini e donne,
anziani (<60 anni). Sono stati utilizzati i dati di uomini (N = 36) e donne (N = 57)
sottoposti a diversi tipi di test da sforzo su cicloergometro: test incrementali
(submassimale, graduale e massimale) e prove a carico costante ad intensità elevate (80,
85, e 95% della massima intensità di lavoro). La percezione generale della fatica RPE è
stata valutata sia con la scala di Borg (6-20) sia con la OMNI scale (0-10).
Un approccio “multi-step” è stato usato per costruire dei modelli di regressione lineare
multivariata che includevano tutte le variabili che potevano influire in modo
significativo sulla capacità di lavoro e RPE. I nostri risultati hanno mostrato come l’età
fosse significativamente correlata sia con la Borg-RPE che con la OMNI-RPE tanto
negli uomini (coefficiente di regressione -0.285), quanto nelle donne (coefficiente di
regressione -0.568). Una correlazione significativa (p<.001) è stata inoltre trovata per le
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variabili relative al livello di prestazione del soggetto: la frequenza respiratoria alla
soglia ventilatoria tra gli uomini, mentre tra le donne il consumo di ossigeno. Il modello
multivariato per la Borg-RPE ha incluso il tipo di esercizio di allenamento solo per gli
uomini, mentre il modello per la OMNI-RPE lo includeva solo per le donne. Infine, il
tasso di incremento del carico di lavoro nelle donne è risultato correlato
significativamente sia con Borg RPE che con la OMNI-RPE (p<.001).
Lo studio ha evidenziato come la RPE sia correlata con l'età, con le variabili relative al
livello di formazione scolastico del soggetto, con il livello di allenamento e, nelle
donne, con il tasso di incremento del carico di lavoro (p<.001).
Le nostre ricerche si basano sull’evidenza che, nel mondo occidentale,
assistiamo ad un continuo aumento della popolazione anziana e che questo fenomeno è
ancora più evidente in Italia. Questo aspetto ha portato ad accrescere l’interesse da parte
del governo nella ricerca di strategie per ridurre i costi dell’assistenza sanitaria . In
questo contesto l’attività fisica rappresenta una delle più efficaci strategie per diffondere
il benessere e per ridurre tali costi. Inoltre, il numero di anziani impegnati in attività
fisica è in aumento. Per questi motivi è di fondamentale importanza che gli anziani
ricevano indicazioni precise circa il tipo e l'intensità dell’attività da svolgere e quale sia
il modo migliore per praticarla. Proprio in questa ottica i nostri studi hanno voluto
verificare la validità della versione italiana della OMNI Scale di percezione della fatica.
I risultati ottenuti sono, a nostro avviso, di grande importanza perché consentiranno
nuove ricerche per una migliore valutazione dello sforzo fisico in molti contesti.
Possiamo affermare che i nostri studi rappresentano un punto di partenza per una
corretta valutazione dello stato di fitness e per fornire un valido strumento per la corretta
prescrizione dell’esercizio fisico negli anziani.
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