Intervista a Paul Stenquist

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Intervista a Paul Stenquist
Paul
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Stenquist
Professione
Fotografo della
“vecchia scuola”
americana, nata
sui grandi formati
e sviluppatasi sul
6x7, Paul Stenquist
ha abbracciato con
entusiasmo il digitale.
Paul Nils Stenquist lavora negli
Stati Uniti da oltre trentʼanni, con
esperienza in vari campi. Nato a
Chicago, ha iniziato la sua carriera
professionale in questa città, come
giornalista specializzato negli sport
motoristici e come fotografo per
diverse pubblicazioni. Nel 1980 si
è trasferito a New York per lavorare
come giornalista e fotografo per la
Hearst Magazine Division. Nel 1992
è tornato in Michigan, dove lavora
per diverse pubblicazioni e nella
pubblicità. Unʼampia e variegata
selezione di sue immagini si trova al
sito web www.pnstenquist.com.
Bene Paul, cominciamo dallʼinizio.
Come ti sei trovato coinvolto nella
fotografia?
Il mio primo contatto diretto con la
fotografia lʼho avuto a dieci anni.
Mio padre ritoccava le foto per diversi importanti riviste, tra cui le ben
note Life e Time.
Capitava che portasse a casa positivi
da 8x10 pollici (20x25cm, allora si
lavorava coi grandi formati!) delle
nuove auto. Ne sono rimasto subito
affascinato.
Questa immagine è stata scattata
sul Woodward Boulevard di Detroit,
unʼimportante via di traffico che durante lʼestate diventa un palcoscenico
per questa crociera di appassionati di
auto denominata Woodward Dream
Cruise.
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In genere per eseguire questi
panning notturni uso focali
intorno ai 50mm, il flash e un
tempo di posa di circa 1/8 di
secondo. Imposto il diaframma
per ottenere unʼesposizione
quasi corretta per la luce ambiente, in modo da dare una
buona leggibilità alla strada
e allo sfondo. Il flash lo tengo
leggermente rivolto verso lʼalto
per non bruciare la strada in
primo piano. Questo è il genere
di scatti che eseguo per il blog
del New York Times a copertura
dellʼevento annuale.
Questo scatto della Dream Cruise
2008 ha vinto un
premio messo a
disposizione da
un quotidiano di
Detroit.
Hai accennato ai formati. Con cosa
lavori adesso? Quali obiettivi usi
di più?
Attualmente uso una Pentax K20D ed
una K-7.
I miei cavalli di battaglia sono tre
zoom della serie DA*: il 16-50mm f/
2.8, il 50-135mm f/2.8 e il 60-250mm
f/4. Sfrutto parecchio anche il flash
Pentax AF-540FGZ.
La maggior parte dei panning notturni li scatto col DA* 16-50mm f/2.8,
mentre le foto di “beauty automobilistico” sono fatte soprattutto col DA*
60-250mm f/4. Per altre foto, uso
abbastanza anche il DA 12-24mm
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f/4. In studio mi capita di usare anche
qualche focale fissa: FA 50mm f/1.4,
FA 35mm f/2 e addirittura lʼ85mm
f/1.8 della vecchia serie K. Si tratta
di un obiettivo con messa a fuoco
manuale che ha più di trentʼanni, ma
resta fantastico.
Nei primi 25 anni della mia carriera
non ho posseduto nè usato uno zoom,
ma i recenti zoom Pentax DA* equivalgono ad ottime focali fisse e, data
la praticità degli zoom, sarebbe veramente folle non sfruttarli.
Hai mai avuto problemi seri con le
tue attrezzature fotografiche nel
corso degli anni?
Un vero e proprio disastro mi capitò allʼinizio, verso la fine degli
anni Settanta. Allʼepoca fotografavo parecchie corse di dragster nel
Midwest. Avevo scelto di usare una
Speed Graphic col formato 4x5 pollici (10x12cm) in modo da avere un
margine di vantaggio sui concorrenti
a livello di qualità. Una notte, mentre
fotografavo dragster dotati di motori
a reazione, ho avuto la pessima idea
di lasciare la fotocamera sul treppiede
vicino alla linea di partenza per andare a recuperare altri porta-pellicola
dalla mia borsa. Nel giro di qualche
Ho scattato questa foto di copertina in una piccola pista da dragster nel Michigan. Lavoravo per
conto delle pubbliche relazioni Chrysler e per la
rivista, nel corso delle prove di un prototipo di
questa automobile. Ho usato la Pentax K20D con
lo zoom DA* 50-135mm f/2.8. Lʼauto è quella che
Chrysler chiama la versione “race-pack” della
sua Dodge Challenger 2009. È equipaggiata col
motore Hemi V8 da 6,1 litri. Il giorno di questo
scatto ha raggiunto 222 Km/h in 10,01 secondi.
momento uno dei jet è partito sulla
pista e il getto ha scagliato la fotocamera e il treppiede a sei-sette metri di
distanza, schiantandoli contro la torre
dei cronometristi. Quello sì che fu un
disastro, soprattutto per il fatto che
non potevo permettermi di rimpiazzare unʼattrezzatura del genere!
E così è cominciato il tuo percorso
di riduzione dei formati fotografici, suppongo. Una tendenza che
nel tempo ha accomunato tutti i
fotografi; col digitale, la maggior
parte delle reflex usa il cosiddetto
formato APS, la cui superficie è
circa la metà del classico 24x36mm.
Ti trovi bene?
Mi trovo benissimo col formato APS.
La risoluzione è più che adeguata per
la pubblicazione. Mi capita di stampare in laboratorio ingrandimenti da
50x75cm per i proprietari delle auto
che fotografo per gli articoli e le
Ho fotografato questa Viper per la rivista Mopar Action in occasione di unʼimportante manifestazione automobilistica in Ohio.
Ho lavorato per tre giorni allo show, per fotografare 14 auto.
Questa immagine è ripresa con la Pentax K-7 e lʼobiettivo DA*
60-250mm f/4. Esposizione 1/400s f/8, ISO 200. Grazie al motore
Dodge V-10 biturbo, lʼauto può accelerare fino a 290 Km/h in
poco più di sette secondi. Lʼasfalto, situato in unʼarea prove di un
aeroporto, era piuttosto rovinato e con erbacce. Lʼho ritoccato in
Photoshop.
Anche questa Plymouth Barracuda del ʻ71 è stata fotografata per Mopar
Action, una rivista che tratta di preparazioni e parti speciali per auto del gruppo
Chrysler. La fotocamera era la Pentax K-7 con lo zoom DA* 60-250mm alla focale di 170mm. Esposizione 1/180s f/4. Piovigginava e dovevamo continuamente asciugare le goccioline di pioggia sullʼauto; lʼasfalto aveva crepe ed erbacce,
per cui lʼho ritoccato in post-produzione. Lʼauto è originale ed è equipaggiata
col raro motore Hemi da 425 HP. Vale più di 200.000 dollari.
immagini sono ottime, con dettagli
minuziosi. Se dovessi fare della fotografia pubblicitaria in esterni e mi
servisse un file più grande ricorrerei
a scatti multipli con la testa panoramica, per poi unire i fotogrammi.
La tua è una piccola attività, che
si adatta alle esigenze del mercato.
Quali sono oggi i tuoi principali
campi dʼazione?
Fornisco testi e fotografie per usi
editoriali e pubblicitari a numerosi
clienti. Molte delle pubblicazioni per
le quali lavoro sono inserti domenicali di quotidiani. Collaboro regolarmente con The New York Times, come
fotografo e come giornalista, ma una
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Questa immagine per un panorama di realtà virtuale è stata ottenuta unendo tre fotogrammi. Si tratta dellʼappartamento di un edificio disegnato dal noto architetto Mies Van Der Rohe. Gli scatti sono stati eseguiti con la Pentax
K20D e il DA* 16-50mm f/2.8 a f/13. Le finestre sono state esposte con tempi più veloci di alcuni stop.
buona parte del mio lavoro riguarda le riviste per gli
appassionati di automobili. Una volta la pubblicità per
questo settore era la mia principale fonte di entrate, ma
attualmente non lo seguo più perché entrerebbe in conflitto col mio lavoro per il Times ed altre pubblicazioni.
Ci spieghi meglio il tuo lavoro per il New York
Times?
Anche se nel corso degli anni ho lavorato sporadicamente
per il NY Times, il mio contributo principale per questa
pubblicazione riguarda la copertura di un notevole evento che si svolge nellʼarea di Detroit, denominato “The
Woodward Dream Cruise” per conto del blog “Wheels”
gestito dal Times. La Dream Cruise è unʼintera giornata di viaggio che si tiene annualmente nei dintorni di
Detroit; attira circa 50.000 auto tra “hot rod”, “muscle
car” e classiche, con oltre un milione di spettatori. Questo
incarico mi offre unʼimportante opportunità di lavorare
come fotografo e giornalista specializzato. Partendo da
questa occasione iniziale, sto poi svolgendo diversi altri
lavori per conto del blog, oltre che per la carta stampata. I
panning notturni di cui vedete alcuni esempi provengono
Uno scatto giusto per divertimento, mentre eseguivo le riprese panoramiche. Quando sono entrato nellʼappartamento ho
scoperto una presenza inaspettata: in realtà la signorina era
… abbastanza tranquilla, in quanto di plastica. Davvero strano. Per me non sarebbe stato un motivo in più per affittare
lʼappartamento, ma magari con qualcuno funziona.
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Foto realizzata per un articolo riguardante il design di camere da letto. Fotocamera Pentax *istD con obiettivo
DA 12-24mm. La luce è fornita da due flash da studio, uno rivolto verso il soffitto e lʼaltro circa allʼaltezza della
fotocamera. Entrambi illuminavano la scena attraverso degli ombrelli. La focale era 12mm e il diaframma f/11. Ho
lavorato parecchio con Photoshop per correggere la prospettiva.
da questo lavoro. Oltre al blog del
Times, scrivo e fotografo di questa
Dream Cruise per conto di Mopar
Action, una rivista per appassionati
dedicata ai prodotti Chrysler.
Qui mi viene spontanea una piccola
digressione dalla fotografia, che potrebbe interessare i lettori italiani.
Come percepisci i cambiamenti in
corso nellʼindustria dellʼauto USA
e come vedi lʼera Fiat in Chrysler?
Beh, non cʼè dubbio che stiamo attraversando tempi duri. Però la Ford
sta andando molto bene, e GM pare
sulla strada del recupero. La bancarotta della GM è stata probabilmente
una manna, perché li ha liberati da
vincoli sindacali assai problematici
ed ha permesso loro di eliminare i
rivenditori poco attivi. La posizione
dei loro prodotti ne ha guadagnato e
mi aspetto che si riprendano del tutto. Chrysler è unʼaltra storia. La sua
acquisizione da parte di Daimler si è
rivelata un pessimo affare; Chrysler
era molto solida dal lato finanziario
al momento della cosiddetta fusione,
ma è stata del tutto prosciugata per
poi essere abbandonata da Daimler.
A quel punto il controllo è passato al
fondo dʼinvestimento Cerberus, che
purtroppo è soltanto una finanziaria;
non credo che avessero alcuna intenzione di salvare Chrysler. Adesso la
maggioranza delle quote è in mano
a Fiat, che ha il pieno controllo anche dal lato manageriale; spero che
questa soluzione funzioni. Credo
che Chrysler e Fiat potranno avere
successo su questo mercato se il
management rispetterà lʼintegrità di
tutti i marchi e se riuscirà a rafforzarli. Tutti i pezzi sono al loro posto, ma
la china da risalire verso la stabilità
finanziaria è ancora lunga e ripida.
Per ritornare alla fotografia, cosa
mi dici delle tue foto di “beauty”
alle auto?
Sono foto strettamente dedicate a riviste e quotidiani. Le riprese dal basso sono eseguite col DA* 60-250mm
f/4 su treppiede. In genere eseguo più
scatti a diversi diaframmi, da f/5.6
fino a f/11 per le viste di tre-quarti
anteriore e f/4 per i profili. Mi accerto sempre che lʼauto sia il più possibile lontana dallo sfondo, in modo da
mantenerlo leggermente sfuocato.
Il cliente in genere preferisce una
foto ambientata, per cui lo sfondo
deve rimanere ben riconoscibile, con
quel tanto di sfocato da valorizzare il
soggetto. Fornisco anche una serie di
scatti dallʼalto, eseguiti a mano libera
da una scala col DA* 16-50mm f/2.8.
Lo stesso obiettivo mi serve anche
per le riprese dentro al cofano, stavolta con il flash.
E per quanto riguarda la fotografia
dʼinterni?
Sono lavori per agenzie immobiliari
in modo che il cliente possa visitare virtualmente lʼappartamento. Si
tratta di realizzare dei video di realtà
virtuale (Quick Time VR) a partire da
una serie di immagini fisse ad alta
risoluzione; questi video forniscono
una visione a 360 gradi di ciascun
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Lo scatto fa parte di una
campagna
pubblicitaria
per una linea di gioielli. La
modella è una giovane art
director di nome Amy Echt,
che aveva concepito lʼidea
ed avrebbe poi prodotto
gli annunci pubblicitari.
Ari, il marito, era piuttosto
nervoso durante le riprese
e reggeva un cartello che
riportava: “Riprese fotografiche in corso. La pistola
è finta.” Come obiettivo ho
impiegato lʼFA 50mm f/1.4.
Abbiamo cercato di fare
presto e poi ci siamo allontanati in fretta dalla zona,
prima di attirare attenzioni
indesiderate.
Questa foto con la muta
da sub rientra nella serie
realizzata per la campagna
pubblicitaria dei gioielli.
Lʼidea base era che quei
gioielli sono troppo belli per
tenerli nascosti; per questo
era stata tagliata via la cuffia della muta ed era stata
ritagliata un piccola scollatura. Lʼart director ha usato
unʼaltra inquadratura, più
stretta, per dare più evidenza alla collana. Io invece
preferisco questa.
Questa fotografia è stata scattata per un articolo del
New York Times sui programmi di fitness per future
spose, per farle arrivare in forma al grande giorno.
Si è trattato di un incarico dellʼultimo minuto, per il
quale ho usato la Pentax K20D col DA 16-45mm f/4 e
il flash AF-540FGZ. Ho puntato il flash verso una fila
di specchi che si trovavano dietro la fotocamera, con
unʼangolazione tale da riflettere la luce anche verso
il soffitto. Mi serviva una grande quantità di luce per
avere una profondità di campo sufficiente ad uno scatto
del genere.
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ambiente con link per permettere
ai “visitatori” di muoversi da una
stanza allʼaltra. I miei clienti sono
agenzie immobiliari che pubblicano
annunci on-line.
Fotografo con la Pentax K20D e lo
zoom DA* 16-50mm f/2.8 montato
su un robusto treppiede dotato di testa panoramica Manfrotto 303 Plus.
Ciascun panorama a 360 gradi è formato da dieci scatti verticali, eseguiti a 16mm, f/13 con ISO 200.
Effettuo il bilanciamento del bianco
per ciascun ambiente e regolo lʼesposizione in modo manuale, in modo
che non ci siano differenze di posa
tra un fotogramma e lʼaltro. Metto a
fuoco a mano prima di effettuare il
primo scatto.
Per questo genere di lavori scatto in
Jpeg e per maggiore sicurezza faccio
un bracketing con incrementi di un
diaframma per ciascuna esposizione.
Se la stanza ha finestre che devono
mostrare lʼesterno, scatto una serie
di esposizioni calibrate sulle finestre
e le inserisco in fase di produzione
del panorama. Come software, uso
PT Gui per assemblare i fotogrammi
e Pano2vr per convertire il panorama
in un video di realtà virtuale Quick
Time.
La distorsione grandangolare viene
corretta meticolosamente durante il
processo di assemblaggio. La foto
dellʼappartamento con finestre enormi è costituita da tre fotogrammi.
Lʼappartamento è in un palazzo del
noto architetto Mies Van Der Rohe
nel centro di Detroit. A volte fotografo anche gli interni con singoli
fotogrammi, ma è meno frequente.
Per questo lavoro impiego flash da
studio che illuminano la stanza attraverso ombrelli diffusori. Forse è anche troppo, ma sono soddisfatto dei
risultati e mantengo questo standard
operativo. La foto della stanza blu è
stata scattata con questa tecnica.
Cosa suggeriresti a chi volesse
avventurarsi nella fotografia dʼimmagini da agenzia?
Si tratta di un campo molto difficile in questo periodo. Lʼaccesso
a internet ha portato ad un enorme
incremento nel numero delle immagini disponibili e ad un crollo dei
prezzi. Una volta vendevo un buon
numero dʼimmagini tramite agenzia,
ma quellʼazienda è scomparsa con la
morte del proprietario.
Non ho nemmeno cercato lʼaccordo
con altri, dato che le vendite erano sce-
Ho eseguito questo scatto nel mio studio per una pubblicità che riguardava
lʼapertura di uno sportello bancario in un supermercato. In questo caso ho
scritto anche il testo dellʼannuncio “Greenmarket.” Sulla Pentax K10D
era montato lʼobiettivo Pentax FA 35mm f/2. Lʼilluminazione era fornita da
due monotorce Studio Pro che emettevano i lampi verso ombrelli bianchi.
Un flash da studio meno potente dietro il sacchetto della spesa dava unʼilluminazione supplementare allo sfondo bianco.
se a livelli minimi negli ultimi due anni
precedenti la chiusura dellʼagenzia.
Ritengo che oggi nel web si trovino
miliardi di immagini e penso che
lʼunica possibilità per avere vendite
apprezzabili sia quella di piazzare
molte migliaia di immagini presso
unʼagenzia molto valida.
Che effetti sta avendo questa crisi
internazionale sulla fotografia professionale?
Purtroppo la recessione è arrivata
proprio quando la tradizionale carta
stampata stava soffrendo per la disponibilità di così tanti media gratuiti
nel web.
Questo ha portato alla drastica diminuzione delle disponibilità e quindi
dei compensi per le immagini. Siamo
al punto che alcuni piccoli quotidiani
negli Stati Uniti accettano soltanto
foto gratis!
Anche i budget per la pubblicità si
sono ridotti di parecchio. Perfino
coloro che una volta pagavano bene
adesso contrattano sui prezzi e chiedono sconti.
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Questo ritratto di “Birmingham
Gentleman” ha ottenuto diversi
riconoscimenti, ma devo condividere i meriti con Nikki Reiche
Vassallo, una ritoccatrice professionista. Nikki si è occupata
della conversione dal Raw, ha
lavorato sullo sfondo ed ha ritoccato i riflessi negli occhi. Si
tratta di unʼistantanea scattata
ad un lustrascarpe allʼangolo
di una strada di Birmingham,
nel Michigan. Stavo lavorando
insieme a Nikki per un progetto
pubblicitario e durante un momento di pausa mi ha chiesto se
poteva intervenire su quello scatto. Ha fatto un lavoro favoloso,
che ora fa parte di entrambi i
nostri portfolio. Lo scatto risale
a qualche anno fa, con la Pentax
*istD e lo zoom Pentax FA 28105mm f/3.2-4.5, ottica economica, ma piuttosto valida.
Vogliamo parlare della rivoluzione
digitale?
Dal lato tecnico la fotografia digitale
si è dimostrata un vantaggio straordinario; apprezzo soprattutto il controllo totale che ti fornisce. Prima
che la fotografia digitale diventasse
unʼalternativa praticabile alla pellicola, fotografavo in medio formato
con la Pentax 6x7; quel formato
poteva dare immagini di altissima
qualità, ma dovevo affidarmi a fornitori esterni per il trattamento. Anche
se mi servivo dai migliori laboratori
della zona, poteva capitare che i rulli
I riferimenti di Paul N. Stenquist
www.pnstenquist.com.
[email protected]
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ritornassero sporchi, piegati o graffiati. In più, quando lʼesposizione
della diapositiva non era perfetta,
avevo sempre il dubbio che lo sviluppo E-6 non fosse stato accurato.
Cʼè stato perfino un periodo in cui
spedivo direttamente i rulli da sviluppare alle pubblicazioni per cui
lavoravo o alla casa di produzione
con cui collaboravo per realizzare
una pubblicità.
Nellʼultimo periodo in cui scattavo
su pellicola, tutti i miei clienti volevano delle scansioni, per cui avevo
comunque da fare un bel poʼ di postproduzione.
Nonostante il digitale mi richieda
un considerevole lavoro di postproduzione, nel tempo sono riuscito
a metter a punto e snellire queste
procedure.
Con unʼilluminazione ben fatta ed
esposizioni accurate, sono necessari
pochissimi interventi sui file, anche
scattando in Raw, cosa che faccio
quasi sempre.
Ai fotografi di oggi si presentano
nuove sfide. Lʼabilità nella post-produzione è diventata fondamentale; i
più bravi tecnici di Photoshop sono
spesso quelli che producono i lavori
migliori. Ovviamente ci sono eccezioni, ma stanno diventando rare.
Il digitale ha portato anche una maggiore competizione, per cui la creatività è essenziale; se sei a livello
degli altri, lavori solo se costi meno,
mentre il fotografo capace di sviluppare una visione particolare troverà
comunque lavoro.
Intervista di Dario Bonazza