PDK 05_11 DEF tc.qxd:PDK 05_11 DEF con dida OK.qxd
Transcript
PDK 05_11 DEF tc.qxd:PDK 05_11 DEF con dida OK.qxd
Poste Italiane Spa - Spedizione in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB (Torino) - Nr. 173 - giugno 2011 - Editore Promit srl - C.so Racconigi, 150 - 10141 Torino Campi ANNO XX NUMERO 173 GIUGNO 2011 www.paddock.it € 3,00 FORMULA 1 È SCONTRO TRA JEAN E BERNIE FORMULA 3 LA SUA CRISI SI CHIAMA GP3 LE MANS QUANDO UNA GARA DIVENTA THRILLING ModenaFiere 2 e 3 febbraio 2012 February 2 - 3, 2012 www.motorsportexpotech.it Materiali innovativi, tecnologie, prodotti e servizi per veicoli, motori da competizione e ad alte prestazioni per auto, moto, kart, nautica e avio. Innovative materials, technologies, products and services for racing and high performance vehicles and engines for automobiles, motorcycles, go-karts, boats and planes. tracce.com INTERNATIONAL T 28 Anno XX • numero 173 • Giugno 2011 S O M M A R I O Endurance 4 ...................................................24 Ore di Le Mans: una gara "terribilmente" bella 38 ..................................................................Nürburgring: 24 Ore di passione Sport & GT 12 ....................................................................Vent'anni fa: colpo grosso a Le Mans 32 ........................................................................GT Story: alle origini ci fu Bernie 50 .................................................Cayman by Starcars: il suo obiettivo è l'Europa Monoposto 42 .......................................................................Formula 3: la crisi si chiama GP3 46 ...................................................European F3 Open: la scuola spagnola fa strada 46 4 Produzione Formula 1 18 ..........................................................F.1 e geopolitica: poche idee... ma confuse 22 ..................................................................Ferrari 2011: nonostante tutto è profondo rosso 53 ..........................................................Nuova Giulietta: linea nuova, spirito antico 56 ...................................Montecarlo BRC V12 GPL: un colpo d'ala per l'ambiente Storiche 54 ....................................................................In gara, ma... nessuno se n'è accorto La nostra storia Rubriche 28 ...................................................Juan Manuel Fangio: il campione dei due Mondi 58 ...............................................................................Pitstop 60 ........................................................................Classifiche 12 Direzione, Redazione, Amministrazione: C.so Racconigi, 150 10141 Torino PROMIT srl Direttore editoriale: Gian Giuseppe Canobbio ([email protected]) Telefono: 011.3186916 011.3189232 Fax: 011.3186917 e-mail: [email protected] Concessionaria pubblicità: PROMIT, C.so Racconigi, 150 10141 Torino Tel.: 011.3186916 - 3189232 Fax: 011.3186917 Registrazione Tribunale di Torino n° 4454 del 4/3/1992 © Copyright 2011: Promit S.r.l. Impaginazione: Teknocopy Stampa: Artale(To) Una copia Euro 3,00 Arretrati Euro 4,50 Abbonamento: Euro 30,00 50 Direttore responsabile: Direttore: Caporedattore: Redazione: Hanno collaborato: Paolo Vinai Bruno Brida ([email protected]) Luciano Canobbio ([email protected]) Giulio Colombo ([email protected]) Carlo Baffi, Cristiano Barni, Massimo Campi, Gian Beppe Canobbio, Franco Carmignani, Paolo Ciccarone, Andrea Cittadini, Paolo D’Alessio, Eugenio Mosca, Agnese Piazzalunga, Maurizio Rigato, David Tarallo, Paolo Ambrosi, Marco Brida, Elle Emme, Giuseppe Moretti, Raul Zacchè l bello di Le Mans è che con quasi ottanta edizioni a disposizione ci si può divertire a trovare analogie con la gara più recente, in un gioco che rischia di sembrare sterile, ma che a volte aiuta a comprendere meglio la realtà e a collocarla in un contesto più ampio. La 24 Ore 2011 è andata in archivio con una scena destinata a restare scolpita per sempre nella storia dell'automobilismo: una sola Audi superstite inseguita per una I notte, una mattina e un mezzo pomeriggio da quattro Peugeot. Un finale addirittura commovente, con la R18 Tdi di Fässler/Lotterer/Tréluyer, sporca, affaticata ma sostanzialmente, intatta che taglia il traguardo dopo decine di giri tirati allo spasimo, braccata dalle Peugeot ufficiali, pronte ad approfittare del minimo errore dei piloti o della squadra. Tornando alla storia, viene in mente un'altra notte di Le Mans, quella del 1987, in cui, dopo il ritiro di due vetture su tre nelle primissime battute di gara, l'unica Porsche 962C ufficiale sopravvissuta (di Bell/Stuck/Holbert), tenne testa alla muta delle Jaguar, che "dovevano" vincere quell'anno e che invece tornarono a casa con le pive nel sacco. "We will be back" scrissero i tifosi inglesi su un muro delle gradinate - e la Jaguar non mancò l'appuntamento l'anno successivo, con le 962C ormai al limite del loro sviluppo, ma la scon- 24 Ore di Le Mans Terribilmente bella 4 ENDURANCE In apertura, l’Audi R18 vincitrice e, a lato, i responsabili dei due team sfidanti, Wolfgang Ullrich e Olivier Quesnel. A sinistra, le due Peugeot 908 salite sul podio. fitta del 1987 fu davvero bruciante per il team d'Oltremanica. Qualcosa di analogo è avvenuto quest'anno, con la sola differenza che le Peugeot 908 hanno retto fino all'ultimo, mentre le Jaguar dell'87 vennero eliminate una ad una nella vana rincorsa alla Porsche, che tagliò il traguardo coprendo 355 giri... lgli stessi totalizzati dall'Audi nell’edizione di quest’anno. La lepre-per-forza, soprannominata "Red Sonja" dal team di Ingolstadt, ha tenuto botta e a nulla sono valsi gli sforzi della squadra francese, che peraltro poteva contare su un rendimento energetico leggermente superiore rispetto all'Audi. La chiave della gara è stata tutta lì: perse subito (o molto presto) le altre due pedine - con un delusissimo Capello che in gara non è potuto nemmeno salire sulla vettura - il team di Wolfgang Ullrich ha fatto di necessità virtù, concentrando tutte le proprie forze sulla R18 numero 2, forse quella meno accreditata alla vigilia della corsa. Due piloti con molta esperienza nelle gare giapponesi, Lotterer e Tréluyer, più l'affidadile Fässler hanno compiuto il miracolo, diretti da una donna ingegnere di Harrow, Leena Gade, e da tutta una struttura che dopo l'incidente di Rockenfeller si era categoricamente rifiutata di gettare la spugna. Ognuno dei tre piloti dell'Audi è stato perfetto, con Lotterer in grado di mantenere un ritmo costante sui 3'27" sia il sabato sera sia la domenica mattina, nel corso di turni di quattro o addirittura cinque ore. Anche Tréluyer ha dimostrato di essere in grado di reggere la stessa cadenza, ma la soddisfazione del giro più veloce è andata a Lotterer. La decima vittoria dell'Audi a Le Mans è maturata sul campo, con un'auto complessivamente più veloce delle 908, anche se meno efficace dal punto di vista del consumo; ma quest'anno la partita si giocava in pista più che ai box, e alla fine la R18, pur totalizzando 31 soste contro le 29 della Peugeot 908 seconda classificata, quella di Bourdais, Pagenaud e Lamy, ha compiuto in testa gli ultimi 57 giri, sebbene col costante incubo di un errore o di un cedimento meccanico. Ora a Red Sonja spetta un posto di diritto nel museo dell'Audi. Il fatto che per la prima volta dal 1997 si sia verificata la combinazione pole position - giro più veloce - vittoria della stessa macchina non tragga in inganno: la quarantina di cambi di vertice, distribuiti su quattro vetture, dimostrano quanto sia stato equilibrato il confronto fra Audi e Peugeot (e a proposito di ricorsi storici, anche in quell'ormai lontano 1997, la vet- L'edizione 2011 della classica francese è stata una gara sprint di 24 Ore, con emozioni e colpi di scena a non finire. Ha vinto l'unica Audi rimasta in pista, nonostante sia stata braccata per quasi tutta la gara dalla "muta" targata Peugeot. 5 In alto, la Zytek Nissan del Greaves Motorsport vittoriosa in LMP2. Sotto, la Corvette del Labre Competition vincitrice della classe GT Am. In basso, quello che restava dell’Audi R18 di Rockenfeller, uscito fortunatamente indenne dall’incidente. A destra, la Lola B 10/60 Coupé Toyota del team Rebellion, sesta assoluta e prima tra le vetture alimentate a benzina, e la Corvette C6 ZR1 di Garcia, Beretta e Milner, che hanno colto il successo nella GT Pro. tura vincente era gestita dal Team Joest). Alla fine, come nella migliore tradizione di Le Mans, ci si è messa anche la pioggia a rendere il tutto ancora più incerto, e quando i distacchi si misurano in secondi la decisione di restare il maggior numero di giri in pista con le slick è quasi inevitabile, anche a prezzo di rischiare l'uscita ad ogni curva. Ma la pioggia battente, quest'anno, è caduta giusto qualche ora dopo l'arrivo, anche se i nuvoloni che hanno fortemente inumidito il tracciato verso la fine della gara hanno fatto vittime illustri, a cominciare dalla Pescarolo ufficiale, protagonista di una gara di grande spessore. Incidenti, tensione, grande agonismo: la 24 Ore di Le Mans 2011 non ha risparmiato niente, neanche una dimostrazione pratica di quanto funzioni la tanto discussa pinna imposta dalla federazione internazionale alle vetture di nuova concezione. Gli incidenti di McNish e di Rockenfeller avrebbero avuto conseguenze ben più gravi senza la nuova appendice, che ha lo scopo di "pressare" la vettura verso il basso in caso di imbarcata a 90 gradi. Le chiavi della gara La Peugeot si era presentata a Le Mans con una configurazione aerodinamica particolarmente "scarica", con l'obiettivo di consumare il meno possibile e di aggiungere un giro ad ogni stint di rifornimento. Tale configurazione prevedeva uno spoiler posteriore di diverso disegno rispetto a quello visto nel corso delle prove di aprile, l'assenza delle feritoie sulle fiancate e un cofano motore dalla forma leggermente diversa. Inoltre, già dalla vittoriosa 1000 km di Spa agli inizi di maggio era stata introdotta una diversa configurazione del muso, con meno resistenza di quello impiegato nella gara del debutto, la 12 Ore di Sebring. Risultato: una vettura con una notevole velocità di punta rispetto all'Audi R18, ma all'Audi di testa, mentre il ritorno della luce e di una temperatura leggermente più alta rendeva possibili tempi sempre più bassi. Quello dell'alba è stato anche il momento in cui l'Audi ha rischiato maggiormente di perdere definitivamente il comando della corsa, costretta anche ad un pit stop per il rifornimento durante un regime di safety car, che a Le Mans è generalmente una mossa poco premiante. Dopo l'interruzione,Tréluyer è entrato in pista per uno stint quintuplo, in cui avrebbe realizzato i giri migliori in assoluto, in particolare quelli fra le 8.45 e le 9.15. È stato, quello, un altro passaggio chiave della gara, con due Peugeot attardate: quella di Sarrazin/Montagny/Minassian (già indietro di un giro) penalizzata da uno stop-and-go di un minuto perché un meccanico non aveva indossato gli occhiali di protezione nel corso di una sosta ai box e quella di Wurz/Genè/Davidson costretta a rientrare dopo un errore dell'austriaco a Indianapolis, che aveva determinato il danneggiamento della parte anteriore. Risultato: quattro giri persi per la Peugeot numero 7. Stando così le cose, al team di Quesnel non restava che puntare il tutto per tutto sulla numero 9 di Bourdais/Pagenaud/ CAMPI un comportamento più critico e probabilmente una maggiore reattività alla diverse mescole di pneumatici. Le molte e lunghe entrate della safety car hanno contribuito parecchio a confondere le acque, ponendo grossi problemi agli strateghi, chiamati a prendere decisioni repentine in base agli stravolgimenti dovuti a incidenti e ai periodi di neutralizzazione. Volendo fissare dei paletti nella lettura della 24 Ore di Le Mans 2011, che pure ha avuto uno sviluppo abbastanza confuso per le ragioni appena esposte, è stata l'uscita di Rockenfeller, ancora di più di quella di McNish, ad aver concluso un'ipotetica prima fase di gara, con una lunga serie di giri della safety car a partire dalle ore 22.40. Fino all'incidente di Rockenfeller, le tre 908 si erano fermate ai box per nove volte (con tre cambi pilota e pneumatici), contro le 10 delle due Audi (con due cambi pilota e pneumatici). Con la decisione di quadruplicare gli stint di piloti e gomme, allungandoli di un giro rispetto alla Peugeot, l'Audi si era garantita un certo margine di vantaggio. Parallelamente, i tempi medi registrati dai piloti Audi erano migliori, grazie ad una maggiore costanza complessiva di rendimento. L'incidente di Rockenfeller ha provocato una neutralizzazione di quasi due ore e mezzo ed è proprio quando si è riaccesa la luce verde che la Peugeot ha iniziato a perdere la gara, nel senso che potendo contare su tre vetture contro una sola Audi, non ha mutato le proprie strategie, neppure su una singola macchina, continuando a marcare a vista la R18 di testa, che a quel punto aveva una sola alternativa: tirare il più possibile. Nelle prime ore della notte Olivier Quesnel e Bruno Famin hanno perseverato con stint quadrupli da 12 giri per i tre piloti in pista in quel momento: Sarrazin, Pagenaud e Davidson; successivamente gli stint sono diventati tripli ma senza essere accorciati. E questo mentre i tempi medi sul giro dell'Audi di testa si abbassavano rispetto a quelli di Wurz/Davidson, di Sarrazin e di Bourdais/Pagenaud. Con un consumo minore di carburante e favorite anche da altre interruzioni, le Peugeot si sono avvicinate di nuovo CAMPI ENDURANCE 7 La Porsche 911 GT3 RSR del team Flying Lizard di Jörg Bergmeister, Lucas Luhr e Patrick Long, diciottesima assoluta e, sotto, i coloratissimi tifosi olandesi, tipici rappresentanti del folklore della gara francese. A destra, un meccanico in versione Star Wars e la Ferrari 458 Italia del team AF Corse, sesta assoluta con Fisichella, Bruni e Vilander. 8 fare, ma il serbatoio dell'Audi era molto meno vuoto di quello della Peugeot (circa il doppio del carburante?). Questo avrebbe fatto perdere ulteriore tempo alla 908 e soprattutto concedeva all'Audi una più ampia possibilità di scelta su quando fermarsi per il penultimo pitstop. Il resto lo faceva Lotterer, con un'ultima serie di giri accorti ma perfetti e la M. BRIDA Lamy, ma il problema è che Pagenaud non riusciva a fare gli stessi tempi di Tréluyer, che cedeva la vettura a Lotterer, considerato leggermente più veloce di Fässler, che avrebbe coperto le ultime tre ore e tre quarti, mentre sulla Peugeot inseguitrice si sarebbero alternati Bourdais e - dalle 12.20 circa - Pagenaud. A quel punto diventava una questione di equilibri estremamente instabili: un gioco tattico affascinante e dalle mille incognite. All'Audi avevano fatto i calcoli al secondo, ma a complicare le cose ci si mettevano la pioggia e il delicato doppiaggio di Marc Genè, veloce quanto Lotterer. Per fortuna Audi e Peugeot sono avversari che si rispettano, altrimenti sarebbe stato fin troppo facile provocare un "fortuito incidente" che magari avrebbe risolto le cose, ma che avrebbe steso sulla vittoria del del Leone un'ombra molto pesante. Verso le 13.30, con la perturbazione che si allontanava dal circuito, l'Audi numero 2 e la Peugeot numero 9 erano separate da una manciata di secondi, ma la situazione volgeva a favore dei tedeschi: due per ciascuno le soste ai box da Peugeot doveva accontentarsi di occupare i gradini più bassi del podio. Con la pressoché piena affidabilità raggiunta dai motori diesel (i due ritiri sono avvenuti per incidente), le prime cinque posizioni sono state monopolizzate dalle vetture a gasolio, con la 908 HDi-FAP dell'Oreca, vincitrice a Sebring, che ha chiuso la fila dopo essere sempre stata inevitabilmente lontana dalla zona podio. Ancora una volta la tanto attesa (ma non annunciata) battaglia ad armi pari fra diesel e benzina non c'è stata. I motivi, come già spiegato altre volte, possono essere i più vari: di sicuro, a parte i regolamenti tecnici criticati da molti, l'assenza di contendenti al livello di Audi e Peugeot è stata la causa principale del mancato confronto. Ormai da mesi nessuno più si aspettava che l'Aston Martin potesse dire la sua e infatti la presenza del team inglese è stata più simbolica che altro. Saltata la 1000 km di Spa, la squadra di David Richards si era posta come obiettivo una... sei ore da completare all'interno della gara francese, ma le AMR-One non sono apparse in grado di stare in pista nemmeno per un numero di giri equivalente ad una gara del WTCC... ENDURANCE che per il forfait, dichiarato a maggio, dell'Highcroft Racing, che ha messo fine alla collaborazione con la Honda. L'arrivo dell'Oreca ibrida dello Swisstech, lontana da una messa a punto accettabile ed entrata a far parte del lotto dopo parecchi problemi di omologazione, ha dato un'i- dea di quello che sarà il possibile sviluppo della categoria LMP negli anni a venire, in direzione di una ricerca nel campo delle energie alternative. Poca fortuna per le due Pescarolo - Judd dell'OAK e per la Zytek 09SC del Quifel ASM Team, che potevano comunque puntare solo su posizioni di rincalzo, nonostante l'esperienza di certi componenti degli equipaggi e dei team. LMP2: l'anno della Nissan Come puntualmente accade da alcuni anni a questa parte, la categoria LMP2 si annunciava estremamente varia e combattuta: sei fabbricanti di telai (Lola, HPD, Zytek, Oreca, Norma, Pescarolo), tre motorizzazioni (Nissan, Judd, HPD), dieci team per complessive undici vetture iscritte fornivano tutte le premesse per una gara appassionante: l'ha spuntata la Zytek-Nissan Z11SN del Greaves Motorsport, pilotata da Ojjeh/KimberSmith/Lombard: niente di scandaloso nella vittoria della bianca vettura numero 41, che è riuscita tra l'altro a conquistare un'eccellente ottava posizione assoluta, ma onestamente i pronostici alla vigilia si orientavano su altri concorrenti, come lo Strakka Racing o il Signatech. In ogni caso, a Le Mans la Zytek-Nissan ha confermato quanto di buono aveva mostrato nella prima parte della stagione, quando aveva centrato tra l'altro una vittoria di classe nella Le Mans Series al Paul Ricard. Il ritorno (seppur solo come motorista e fornitore di team privati) della Nissan, con l'unità VK45DE sviluppata dalla NICAMPI Troppo tardi è iniziato il programma di sviluppo della nuova Aston LMP1 e l'assenza del team anche dalla successiva prova dell'ILMC a Imola la dice lunga sullo stato di avanzamento dello sviluppo. Sparita la Pescarolo (una vettura 2009 con un Judd V10 in configurazione 5 litri), la medaglia di cartone di migliore vettura a benzina è andata a una delle due LolaToyota B10/60 del Rebellion Racing, condotta da Prost/Jani/Bleekemolen. Lo sforzo della Casa nipponica, appoggiato dal braccio tedesco ex-F.1 con base a Colonia, ha dato i suoi frutti: in vista di Le Mans non sono state fatte follie, ma sono stati applicati molti aggiornamenti che abbinati all'aerodinamica in lieve ma costante evoluzione hanno fatto della B10/60 una vettura robusta e sufficientemente veloce, almeno per contrastare la concorrenza a benzina. Purtroppo i regolamenti 2011 penalizza- CAMPI CAMPI no la B10/60, vettura di vecchia generazione. Nonostante ciò, il Rebellion Racing ha cercato di recuperare parte del gap imposto dai maggiori restrittori ottimizzando l'utilizzo della potenza, anche grazie al progetto di una nuova trasmissione, che all'inizio poteva costituire un'incognita sotto l'aspetto dell'affidabilità. Settimo posto assoluto per un arrivo dell'ultimo momento, la Lola-Aston Martin del Kronos Racing per Vanina Ickx, Maxime Martin e Bas Leinders: una prestazione di grande rilievo che conferma la robustezza della vettura. Dal punto di vista tecnico, la LMP1 non offriva molti motivi di interesse in più, an- CAMPI CAMPI SMO in collaborazione con la Zytek partendo dal V8 del Super GT ha indubbiamente segnato fino a questo momento la stagione della LMP2. Del resto, già a Sebring, Soheil Ayari con l'Oreca-Nissan del team Signatech aveva rifilato oltre 3 secondi in qualifica alla concorrenza. Nel corso dell'anno l'ACO ha concesso qualcosa sia al motore HPD turbo (restrittori passati da 28,1 a 29,3 mm dopo il Paul Ricard) sia al Judd, proprio alla vigilia di Le Mans, ma evidentemente il Nissan è ancora il più competitivo e lo ha dimostrato in una gara lunga come la 24 Ore. Uno dei fattori determinati del risultato di Le Mans, materiale tecnico a parte, è stato indubbiamente il pilota "pro" dell'equipaggio vincitore, Tom Kimber-Smith, tornato ai prototipi dopo un paio di anni trascorsi correndo nelle più varie categorie. Con un'esperienza di tutto rispetto anche a Le Mans (dove aveva vinto nel 2006 la classe GT2 con la Panoz Esperante del Team LNT), Kimber-Smith ha saputo motivare e sorreggere adeguatamente gli altri due piloti che hanno svolto molto bene il loro compito, dando sei giri alla vettura seconda classificata, l'Oreca-Nissan 03 Signatech, guidata da Ayari/Mailleux/Ordoñez: un po' di delusione per la vettura francese disegnata specificamente per il VK45DE. Tra le curiosità della classe LMP2, l'Oreca 03, pur essendo tecnicamente uno chassis 2011, è sprovvista della pinna obbligatoria sulle nuove LMP, perché considerata di fatto uno sviluppo della 01 del 2008-2009. La terza vettura motorizzata Nissan era l'altra Oreca 03, portata in pista dal Team Oreca-Matmut, ritirata, seppur con la soddisfazione del giro più veloce. Ma la LMP2 non doveva essere la classe dei team privati? Lasciando questo mistero a chi abbia voglia di risolverlo, passiamo a Lola e HPD, M. BRIDA In alto, la Oreca Swiss Hy Tech Hybrid di Zacchia, Lammers ed Elgaard, unica vettura ibrida schierata quest’anno. A fianco, i festeggiamenti il podio e, sotto e a destra, la R18 n.2 vincitrice della maratona francese. i marchi sconfitti di quest'anno. Ci si aspettava molto dalla Lola B11/80 Coupé del Level 5 Motorsports, motorizzata col V8 HPD da 3,4 litri, terza di classe con Tucker/Bouchut/Barbosa, che ha preceduto la HPD ARX-01d della RML (Newton/Erdos/Collins). Più indietro hanno concluso le motorizzazioni Judd (BMW): le due Pescarolo del team OAK, l'Oreca 03 della Race Performance e la Norma M200P dell'Extrême Limite AM Paris, una vettura che malgrado i molti problemi è riuscita a portare in fondo la gara, anche se in ultima posizione assoluta: chassis del 2010 (numero 2), motore nuovo, abbinato alla sempre robusta trasmissione Xtrac 672 che ha fatto pienamente il proprio dovere. Ritiro per la Lola B11/40 motorizzata Judd e portata in pista dal Pecom Racing e per l'altra HPD del team Strakka, squadra vincitrice di classe nel 2010. GT: la rivincita della Corvette Una lista iscritti da favola nella GTE "Pro" lasciava prevedere una lotta serratissima e così è stato. Chi dovesse anche lontanamente immaginare un futuro delle gare endurance senza le GT dovrebbe riflettere molto su ciò che offre questa categoria anche livello tecnico. Motorizzazioni e vetture molto diverse hanno dato vita ad una gara avvincente in cui, come da tradizione, si sono confrontati mezzi molto diversi fra loro. L'ha spuntata la Corvette di Beretta/Milner/Garcia: alla vettura americana l'aria di Le Mans deve far bene e alla 24 Ore l'affidabilità e anche l'esperienza del team hanno giocato un ruolo fondamentale. Secondi, ma poteva essere una vittoria, Fisichella, Bruni e Vilander con la Ferrari 458 Italia dell'AF Corse: Fisichella ci sta prendendo gusto, Bruni ormai può essere considerato fra i cinque migliori interpreti del GT, mentre Vilander è stato come sempre concreto, veloce e con una visione perfetta della gara. Sarebbe bello vederlo su qualche LMP competitiva. Terzo posto per la BMW M3 GT di Priaulx, Müller e Hand (quest'ultimo messosi in grande evidenza a Sebring). Più indietro, ma con distacchi comunque relativamente contenuti, le Porsche, rappresentate dai soliti "squadroni" Felbermayr-Proton, IMSA Performance-Matmut, Flying Lizard Motorsports, che hanno avuto qualche problema di troppo. La 911 GT3 RSR di Lieb/Lietz/Henzler, quarta di classe, ha perso tre giri durante la notte dando l'addio a ogni speranza di tenere il passo di Corvette e Ferrari. Il primo posto in classe GTE "Am" della Corvette Larbre Compétition (ex vettura ufficiale 2010) di Bornhauser/Canal/ CAMPI ENDURANCE Gardel, ricostruita dai meccanici in un'intera notte insonne dopo l'incidente in prova, ha confermato che in GT questo era l'anno della C6 ZR1. L'Aston Martin Vantage del Gulf AMR Middle East, che sembrava davvero in grado di dire la sua fino alla fine, è uscita rovinosamente di pista a metà gara. Secondo posto di classe per un'altra vettura del Larbre, la Porsche 911 GT3 RSR di Bourret/Gibon/Belloc, terzo per la Doran Ford GT del Robertson Racing. David Tarallo 11 SPORT & GT Vent’anni fa Colpo grosso a Le Mans Per i costruttori europei fu un vero e proprio schiaffo, la vittoria della Mazda "rotativa". Eppure da anni c'erano le avvisaglie per quella affermazione. ià dalle premesse, quell'edizione della 24 Ore in programma a Le Mans il 22 e 23 giugno 1991 prometteva di essere speciale. Innanzitutto, sarebbe stata l'ultima grande sfida tra le biposto del Gruppo C dotate del motore turbobenzina che proprio a Le Mans aveva conquistato la sua prima vittoria importante, nell'ormai lontano 1976 con la Porsche di Jackie Ickx e Leo Van Lennep. Poi, c'era la questione irrisolta della supremazia di categoria fra la Mercedes e la G 12 Jaguar. Due anni prima i tedeschi avevano bastonato sonoramente gli inglesi, che avevavo poi dominato nell'edizione successiva, favoriti dall'assenza dei rivali. Nel 1991, finalmente ci sarebbe stata la bella tra le due. Inoltre, i francesi erano in fibrillazione per il debutto in pista della Peugeot che, dopo i titoli mondiali nei rally e le vittorie a ripetizione nella Parigi-Dakar, tentava la grande carta della 24 Ore con la nuovissima e tutta da scoprire 905 C dotata di un 3500 cc aspirato. Al timone del team del Leone, Jean Todt, come sempre motivato a far bella figura. Infine, c'erano tre Mazda 787, guardate con sufficienza dagli avversari più titolati. Le migliaia di spettattori erano però attratti da quello strano motore rotativo, di cui pochi conoscevano il funzionamento ma che li elettrizzava con il suo "suono" acuto, quasi al limite del dolore fisico. Nessuno dei giornalisti presenti all'evento, comunque, aveva messo la Mazda tra le sue favorite per la vittoria, nonostante due "segni premonitori": la determinazio- La Mazda 787 vincitrice precede la Jaguar che era data come favorita prima della gara. In alto, il podio della 24 Ore di Le Mans del 1991. ne dei giapponesi a vincere questa corsa, così popolare nel loro Paese; la direzione sportiva affidata a Jackie Ickx, primo a Le Mans per sei volte, uomo abituato a vincere le sfide impossibili. Inoltre, la scala dei pesi voluta dalla Federazione internazionale (al tempo si chiamava Fisa) concedeva alla biposto nipponica 170 chili di vantaggio, anche se la differenza di prestazioni con la Mercedes e la Jaguar in prova sembrava troppo elevata. Pochi, però, sapevano che, con la colla- borazione dell'esperta squadra francese Oreca, la Mazda si era preparata a fondo, al riparo di sguardi e … cronometri estranei, effettuando estenuanti test preliminari, anche sulla durata degli inediti dischi freno in carbonio, che alla prova dei fatti si sarebbero dimostrati determinanti. Presunzione punita Alle 16 di sabato 22 giugno, le 38 vetture partecipanti iniziano la lunga maratona, con la Peugeot (che sa di poter durare poco) e la Mercedes, che schiera un giovanissimo Michael Schumacher, impegnate a prendere il comando della corsa. Dopo quattro ore, la classifica vede i tedeschi occupare le prime tre piazze, mentre la prima delle Mazda 787, quella di Herbert-Gachot-Widler, è settima, a due giri. A mezzanotte, la giapponese è quarta, sempre a due giri, davanti alle Jaguar e alla muta di Porsche. Al nono posto spunta la seconda delle tre 787 in gara, quella di Sala-Kennedy-Johansson. Alle quattro del mattino di domenica ini13 SPORT & GT Quando l’intuizione diventa colpo di genio Chi lo direbbe che un motore rivoluzionario come il Wankel portato alla vittoria della 24 Ore di Le Mans del 1991 dalla Mazda è frutto delle esperienze di Agostino Ramelli (15311608), un poco conosciuto ingegnere militare di Ponte Tresa, paese al confine tra Italia e Svizzera, che trasferitosi in Francia nel 1571 fu nominato dal duca di Angiò, il futuro re Enrico III, suo ingegnere. Con questa funzione prese parte all'assedio della Rochelle, durante il quale fu ferito, fatto prigioniero dagli Ugonotti e poi liberato per intercessione diretta del duca. Ciò che più conta qui è che il nostro Agostino Ramelli era una specie di piccolo Leonardo da Vinci.Tra i suoi progetti, c'è anche un rivoluzionario carro armato anfibio: quando si muoveva su terreno utilizzava quattro ruote normali, mentre se doveva attraversare dei corsi d'acqua usava due ruote a pale, manovrate a braccia. Ebbene, tra le 195 invenzioni descritto nell'unico libro pubblicato - dal titolo chilometrico "Le diverse et artificiose machine del Capitano Agostino Ramelli Dal Ponte Della Tresia Ingegniero del Christianissimo Re di Francia et di Pollonia: nelle quali si contengono uarij et industriosi Mouimenti, degni di grandissima speculatione, per cauarne beneficio infinito in ogni sorte d' operatione" - l'ingegnere illustra una pompa ad acqua a pistoni rotanti. Proprio rivedendo i progetti di Ramelli, Felix Wankel, il classico giovane geniaccio tedesco, ebbe l'intuizione per un motore rotatorio, che brevettò nel 1927, a soli 25 anni, nonostante non avesse mai mostrato grande interesse per la matematica e l'ingegneria ("le formule non mi piacciono", disse una volta). Dopo la seconda guerra mondiale fondò l'Istituto tecnico per l'ingegneria e continuò le sue ricerche, che interessarono una delle più prestigiose case motociclistiche dell'epoca, la Nsu, che adottò questo motore sulle sue moto da corsa. Il primo rotativo funzionante gareggiò nel febbraio del '57. La prima auto con motore rotativo fu, invece, la Nsu Spider Wankel, prodotta tra il 1964 e il 1967, a cui seguì la Mazda Cosmo Sport 110L. Quando, nel 1968, la NSU presentò la Ro80, berlina di prestigio, secondo modello propulso da un Wankel e ultima creazione con il marchio della Casa di Neckarsulm, la Mazda dava i natali ad una nutrita famiglia di vetture a motore rotativo, la cui discendenza arriva fino ai giorni nostri. Per quanto riguarda Felix Wankel, questi ebbe ampi onori nell'ultima parte della vita: ricevette il dottorato onorario dall'Università della Tecnica di Monaco il 5 dicembre 1969, la medaglia d'oro della Federazione Tedesca degli Ingegneri nel 1969, la medaglia Franklin a Filadelfia nel 1971, la Bavarian Service Medal nel 1973, la cittadinanza onoraria di Lahr nel 1981 e il titolo di professore nel 1987. Morì, come si dice serenamente, il 9 ottobre 1988 a Lindau. Semplicità ed efficienza Schematicamente, un motore tipo Wankel è costituito da pistone rotante chiamato rotore, con la forma di un triangolo equilatero curvilineo, che si muove ruotando in uno statore (o trocoide) con un profilo particolare, chiamato epitrocoide. zia il calvario delle Jaguar, alle prese con un consumo eccessivo di carburante dovuto a regolazioni aerodinamiche azzardate, tanto da costringere Warwick a percorrere numerosi tratti di pista col cambio in folle proprio per cercare di abbassarli. In testa, due Mercedes, ma al terzo posto ci sono Herbert-GachotWidler, a tre giri. I compagni di squadra Sala-Kennedy-Johansson hanno guadagnato una posizione: ora sono ottavi. Verso le sedici ore di gara, doccia fredda alla Mercedes: la vettura di Schumacher La “fiammante” 787 durante la maratona francese di vent’anni fa e, a destra, la Mazda RX-7 vincitrice alla 24 Ore di Spa del 1981. 14 SPORT & GT Quindi, non esistono elementi in moto alternato, ossia i pistoni, tipici dei soliti propulsori Il rotore, che con la sua rotazione produce le variazioni di volume necessarie per la realizzazione delle fasi del ciclo, ruota senza quasi attrito su un ingranaggio il cui asse è solidale col basamento. La rotazione del rotore simula un albero eccentrico ( cioè un albero a gomito), solidale con l'albero motore. Grazie a questa disposizione, la spinta dei gas su ogni lato del rotore è trasformata in coppia sull'albero motore. Il motore Wankel, grazie alla sua particolare struttura, presenta numerosi vantaggi rispetto al classico motore alternativo a combustione interna: minor numero di parti in movimento; minore rumorosità e minori vibrazioni; elevata leggerezza dovuta alle dimensioni ridotte ed elevato rapporto potenza/peso; minore emissione inquinante di ossidi di azoto, dovute alla minore temperatura media dei gas; maggiore potenza, a parità di cilindrata, rispetto ad un motore a pistoni alternativo; semplicità progettuale e di manutenzione. Inoltre, il motore rotativo ha un'incredibile semplicità di progettazione derivante dal suo dettaglio più importante: la presenza di due sole parti in movimento, il rotore e l'albero motore. Inoltre, è notevole l'assenza di masse in moto alterno (che sui motori alternativi sono bielle, pistoni e spinotti) e quindi l'assenza di forze d'inerzia del secondo ordine che ri- sultano altrimenti difficili da bilanciare; infatti, queste possono essere bilanciate da opportune masse, poste in rotazione ad una velocità doppia rispetto a quella dell'albero motore. L'assenza di queste forze di inerzia nonché di una massa volanica (sostituita dal rotore stesso) consente a questo tipo di motore di avere forti accelerazioni e valori di potenza specifica più elevati rispetto ai motori alternativi grazie alla possibilità di raggiungere regimi di rotazione maggiori. Il motore Wankel è costruttivamente molto più leggero e compatto dei normali propulsori a pistoni perché possiede solo due parti mobili; ha poi cicli di aspirazione e di scarico più vantaggiosi dal momento che i fluidi hanno più tempo per entrare e uscire dalla camera di combustione e quindi ha minori perdite di carico. Anche il Wankel può essere dotato di sistemi di sovralimentazione mediante turbina o compressore volumetrico. Il miglior sfruttamento della combustione durante l'espansione fornisce a parità di cilindrata una maggior potenza rispetto a un motore a moto alternato, questo perché durante l'espansione l'albero ruota di 270 anziché di 180°. Tra gli svantaggi, la limitata durata degli elementi di tenuta del rotore, la coppia piuttosto contenuta ai bassi regimi di rotazione, una lubrificazione più difficoltosa. deve rientrare ai box per problemi al cambio, sosta che gli fa perdere quattro giri. Il secondo posto passa ad Herbert. Ma la vittoria tedesca non sembra in pericolo, almeno fino a due ore dalla fine quando sulla loro vettura fino a quel momento in testa cede di schianto l'alternatore e la pompa dell'acqua, con conseguente arrosto dil motore. A questo punto, con gli inglesi sempre in affanno di benzina, passa saldamente al comando la Mazda di Herbert-GachotWidler che taglia il traguardo con due giri di vantaggio sulla Jaguar di JonesBoesel-Ferté. La prova di forza dei giapponesi è completata dal sesto e dall'otta15 vo posto delle altre due Mazda in gara. Un trionfo completo, che lascia annichiliti gli avversari. Proprio come dieci anni prima, quando il motore rotativo e la Mazda avevano colpito duramente l'amor proprio dei tecnici europei vincendo la 24 Ore di Spa con la RX 7. Allora si gridò al miracolo, liquidando quel successo come un fatto fortuito, difficilmente ripetibile. Ma dieci anni dopo la Mazda si prende la rivincita su quello scetticismo proprio nella corsa più famosa del mondo, imponendo una scelta tec- nica coraggiosa, da sempre tenuta in scarsa considerazione dagli altri costruttori. Invece, la Casa giapponese ha il merito di aver creduto nelle grandi qualità del rotativo fin dal 1961 quando acquistò dalla tedesca Nsu tutti i brevetti progettati da Felix Wankel. «La chiave del nostro successo a quella Le Mans - ricordava Hugues De Chaunac, che con la sua Oreca ha contrinuito a quella vittoria storica - è stato il basso consumo di carburante, che in passato era un po' il tallone d'Achille del rotativo. Gli ac- corgimenti apportati dai tecnici Mazda al riguardo sono stati fondamentali. Inoltre, siamo stati regolari e molto veloci, supportati da una vettura altamente affidabile e da un impianto frenante che non ci ha mai dato problemi. Abbiamo dovuto cambiare i dischi in carbonio una volta sola, al contario della Jaguar che ha dovuto sostituire i suoi in acciaio due volte. E lì sono minuti pesanti, che poi si pagano». Attrazione rotativa Una vittoria fortunosa, frutto delle circostanze, come si affrettano a dichiarare gli avversari così pesantemente scornati? Ovviamente no … bastava solo che i loro tecnici avessero preso in giusta considerazione numerosi indizi rivelatori che "gravavano" su Le Mans da un ventennio e che ruotavano - è proprio il caso di dirlo - attorno il nome Mazda. Si inizia nel 1970, quando debutta a Le Mans una Chevron B18 equipaggiata con il Wankel di serie montato sulla Mazda R100; tre anni più tardi appare ufficiosamente il nome Mazda sul propulsore installato su una Sigma, prima vettura nipponica a correre alla 24 Ore. Entrambi i tentativi si concludono con il ritiro. Va meglio nel '74: la Sigma di TakahashiOkamoto-Terada, che ora usufruisce di un piccolo aiuto della Casa, riesce a concludere la 24 Ore, anche se non è tra i La Mazda 787 in gara e durante un pitstop notturno nella 24 Ore di Le Mans del 1991. 16 Nel ventesimo anniversario della vittoria, la Mazda 787 è tornata a Le Mans per festeggiare il mitico successo della Casa giapponese e, nell’occasione, è tornato sul podio ed è stato premiato Jhonny Herbert. In basso, lo schieramento dello squadrone Mazda che si era presentato alla Sarthe nel ‘91. classificati. Poi, solo esperienze affidate a private, almeno fino al 1980 quando la Mazda affida a sorpresa una RX 7 impiegata nella serie Imsa al trio HonnegerSoto-Hutchins, che la portano al 21esimo posto finale. È la prima vettura giapponese a terminare ufficialmente la gara. Nell'82 la Federazione internazionale introduce il Gruppo C e la Mazda costruisce la sua prima vera auto da competizione. Dopo un'esperienza con una RX7 in versione Silhouette, la Casa è ufficialmente a Le Mans con una Gruppo C iscritta nella classe "minore" Junior. La vettura si classifica 12esima assoluta, vincendo la sua categoria. È la prima affermazione importante del motore rotativo, dopo quella assoluta alla 24 Ore di Spa dell'anno precedente, ma tra le Turismo. In seguito, la Mazda amplia la presenza a Le Mans fornendo i propri rotativi anche a squadre private. E così arriva la seconda vittoria nella classe C Junior per merito di una Lola iscritta da una squadra americana che Katayama-O'Steen-Morton classificano al decimo posto assoluto. Nell'87, altro passo avanti nella classifica finale, quando, al volante della nuova Mazda 757, Dieudonné-Kennedy-Galvin arrivano settimi assoluti. Il grande colpo è ormai solo questione di tempo. Bruno Brida FORMULA 1 Intorno al massimo campionato dell'automobilismo si sta giocando una partita a tutto campo. Si discute sempre più di spartizione di soldi e sempre meno di tecnica e spettacolo. ualcuno l'ha definito uno scontro tra titani. Un po' per ironizzare sulla statura fisica dei protagonisti, un po' per il potere che rappresentano. Uno è Bernie Ecclestone, l'altro è Jean Todt, rispettivamente capo della Fom, che gestisce i diritti commerciali della F1, e presidente della Federazione internazionale da cui dipende tutta (o quasi) l'attività sportiva dell'automobile. Un contrasto tra due entità che in breve tempo ha fatto emergere una situazione instabile circa il futuro della F1, resa più caotica dalla comparsa sulla scena di nuovi compratori interessati a rilevare in Q 18 FORMULA 1 F.1 e geopolitica Poche idee ... ma confuse blocco il giocattolo della F1 e dal rientro della Fota, la sedicente associazione dei team. Detonatore della situazione, l'avvicinarsi del fatidico 2013, quando si discuterà del nuovo Patto della Concordia, punto nodale intorno al quale orbita l'interno business e che da sempre è fonte di lotte all'interno del Circus. Per comprendere meglio il panorama attuale, conviene riassumere brevemente le posizioni delle parti in campo, iniziando dalla Fia che sta vivendo il secondo anno effettivo dell'era Todt. Insediatosi ufficialmente nell'ottobre 2009, l'ex team boss della Ferrari sta cercando di cambiare la linea seguita dal suo predecessore, il tanto discusso Max Mosley, per dare più peso, anche economico, alla Federazione. Le polveri si accendono all'indomani del G.P. di Abu Dhabi del 2010, quando Todt non risparmia critiche verso un circuito reo di non favorire i sorpassi: «Gare come questa sono inaccettabili». La risposta di Ecclestone non si fa attendere e quando la Fia introduce il nuovo sistema di licenze obbligatorie per tutti i responsabili dei team, "Mister E" appoggia le critiche mosse dalle scuderie. Secondo "radio box", si apre anche una disputa in merito ai pass destinati al personale ed agli ospiti, un aspetto da sempre di competenza della Fom, su cui da quest'anno la Fia vorrebbe dire la sua. Un altro attacco alla Fia arriva in prossimità del primo GP stagionale. Ecclestone definisce Todt "il Mosley dei poveri" per la questione dei nuovi motori per il 2013, che il francese vorrebbe quattro cilindri turbo di 1600 cc. Dal canto suo Todt, in un primo tempo dice che la nuova norma non si tocca essendo stata varata dal Consiglio Mondiale nel dicembre scorso, ma come si sa in F.1 mai dire mai. Dal week-end di 19 Monaco, con Ecclestone impegnato a tessere la sua ragnatela di alleanze, la situazione comincia a mutare per arrivare alla vigilia del GP d'Europa, quando dall'ennesima riunione prende corpo un nuovo scenario. I nuovi propulsori entreranno in vigore dal 2014 (un anno dopo) saranno V6 turbo. Un compromesso, che fa felice la Ferrari e tutti gli altri team, compresa la Reanult ritornata sui suoi passi. Meno felice invece Todt, per il quale si tratta una frenata, che si aggiunge alle difficoltà incontrate dopo aver ventilato la reintroduzione dei test durante la stagione. Secondo il presidente i piloti devono allenarsi, tesi sostenuta da tempo pure da Montezemolo ma avversata dagli altri team che da tempo hanno investito parecchio nei simulatori. Da qui la proposta di disputare delle prove, prima o dopo il Gran Premio. O addirittura allungare le sessioni di libere del venerdì. Comunque sia, la questione più importante resta quella legata al futuro. «I tempi cambiano e i proventi devono essere corretti», dice Todt che punta sul nuovo Patto della Concordia di prossima discussione per ottenere un aumento sugli introiti che la Fom redistribuisce ai team ed alla Federazione stessa. Ecclestone, dal canto suo, non pare intenzionato ad allargare facilmente i cordoni della borsa, da qui le schermaglie a distanza col potere federale. Parlando di redistribuzione più equa, Todt fa l'occhiolino ai team, per qualcuno un espediente per mettere in minoranza Ecclestone. Ma quest'ultimo, a sua volta, ha solidarizzato con le squadre sulla questione dei futuri motori e, forse non a ca20 so, non ha insistito più di tanto a reintrodurre il G.P. del Bahrein, non gradito a quasi tutte le compagini. Insomma una partita apertissima, dove tutti possono essere l'ago della bilancia. Ed è in questo scenario che si inserisce, forse non a caso, una variabile che potrebbe scompigliare tutti i giochi: una cordata di "peso" che starebbe progettando la scalata ai vertici del Circus. Si tratta di un'alleanza tra la Exor e la News Corporation. La prima è la finanziaria delle famiglie Agnelli, Elkann e Nasi, che già controllano la Fiat (per cui anche la Ferrari) tramite la Giovanni Agnelli e C. S.p.a. Presidente ed a.d. è John Elkan, 35 anni. La News Corporation invece è la società Fia e Fom, ovvero il potere sportivo e quello commerciale, dai quali dipendono i destini della Formula 1, sembrano sempre meno interessate dalle richieste del grande pubblico. di punta del re dei media, quell'australiano Rupert Murdoch sotto il mirino della giustizia britannica per lo scandalo di uno dei suoi tabloid di punta, News of The World" (quello della vicenda sado-maso di Max Mosley), accusato di intercettazioni abusive, violazione della privacy, manipolazione delle notizie e diffusione di sms falsi. Scandalo a parte, anche se le manovre sono ancora in una fase molto embrionale, si comincia a far luce sui programmi futuri dei due rampolli. Secondo l'a.d. di Exor, l'obiettivo sarebbe quello di dare stabilità (si vocifera di un piano ultra ventennale) al Circus, anche con il coinvolgimento di altri grossi gruppi, che gravitano nel paddock. Ad esempio, Carlos Slim, il plurimiliardario messicano titolare della Telmex, sponsor della Sauber, nonché del pilota Sergio Perez, e Mubadala Development, il fondo sovrano di Abu Dhabi che ha finanziato la costruzione del parco tematico Ferrari World e che fino al novembre scorso deteneva il 5% della Ferrari. Per contro, il presidente della McLaren Ron Dennis ha messo in evidenza l'esistenza di un conflitto di interessi, visto che la Exor è legata alla Ferrari tramite Fiat e ha sottolineato che la F.1 raccoglie sponsor dalla messa in onda in chiaro del segnale TV e che per passare alla pay-tv, cavallo di battaglia di Murdock. sul tavolo delle trattative dovrebbero esserci "argomenti pesanti". E come dargli torto, soprattutto su quest'ultimo punto? Qualora la News Corp strappasse i diritti alle televisioni generaliste, gli ascolti dei GP e l'esposizione me- FORMULA 1 diatica degli sponsor del Circus sarebbero gli stessi? Difficile pensare di far crescere gli ascolti con la tv a pagamento. Non dimentichiamoci che in Italia, Sky dal 2010 ha deciso di non trasmette più la F.1, a fronte dei pochi ritorni (abbonamenti) registrati, nonostante l'offerta di un prodotto di qualità. Ma la F.1 è davvero in vendita? E quanto vale realmente? Ecclestone, in qualità di portavoce della CVC, ha inizialmente affermato che non c'è mai stata alcuna volontà di vendere. Ma si sa come possano evolvere certe situazioni. Attualmente il fondo d'investimento britannico CVC Capital Partners detiene dal 2005 il 75% della Alpha Topco, ovvero la holding delle società che gestiscono la F.1. Il rimanente 25% è nelle mani della Bambino Holdings, di Bernie Ecclestone. Dalla CVC hanno ammesso i contatti con Elkann e Murdoch. Circa il fatturato del prodotto F.1, dati recenti parlano di un giro d'affari intorno ai 2 miliardi di dollari, con un profitto di 19 milioni ed un utile netto pari a 269. Cifre da capogiro che fanno gola a tanti. Così come farebbe gola un'eventuale uscita di Ecclestone. Ad esempio Todt, che nella trattativa vorrebbe avere un ruolo da protagonista, potrebbe rinegoziare l'accordo che lega la Fia alla Fom. I team dal canto loro non hanno assunto una posizione ben definita, salvo auspicare che la nuova "Formula Futuro", porti stabilità nei regolamenti e sviluppo. Le squadre potrebbero sicuramente giocare un ruolo determinante a patto che siano unite, coesione che non hanno mai dimostrato. Quindi, non è facile ipotizzare una scissione per la creazione di una serie parallela. Elkann e Murdoch sono ben consci di quanto li aspetti anche se dalla loro c'è la possibilità di disporre di una grande liquidità, cosa che non fa certo male. A tutt'oggi però il progetto "Formula Futura", sta vivendo un momento di impasse. Dopo essere usciti allo scoperto, Exor e News Corp hanno cercato di incontrare i team. S'è parlato di un incontro al vertice presso la sede Mercedes di Stoccarda, ma poi il tutto è stato ridimensionato; sono trapelate indiscrezioni circa un meeting svoltosi solo tra i top team. S'è appreso invece del rifiuto da parte della CVC verso la proposta di trattativa avanzata dalla Mubadala. Ecclestone da parte sua, continua a ribadire che senza di lui non c'è futuro per il Circus, lasciando aperto un spiraglio solo ad una partecipazione azionaria allargata. Insomma, il futuro della F.1 si presenta come un puzzle, in cui è alquanto complicato riuscire ad incastrare tutte le sue componenti. Ciascuna delle parti in causa, oltre a non fare alcun passo indietro, cerca di ampliare la sua fetta di potere e di guadagni. L'attuale Formula 1 si regge su equilibri molto precari e delicati. Vanno inoltre tenuti in considerazione i cambiamenti in corso di svolgimento sotto il profilo politico-economico. Si pensi ai conflitti esplosi quest'anno nel mondo mediorientale, un'area geografica scelta dal Circus per sviluppare i propri recenti business. Per qualcuno un campanello d'allarme verso quella tendenza ad esportare con troppa facilità la F.1 verso quei mercati emergenti, da un lato appetibili, ma dall'altro instabili da un punto di vista sociale e privi di cultura motoristica. La questione dello spettacolo in pista tocca gioco forza l'aspetto tecnico e progettuale, quindi con i relativi effetti sulle casse dei team. Sarà quindi curioso vedere quali sviluppi vedremo in questo anno e mezzo che ci separa dal fatidico 2013. Carlo Baffi In Formula 1 non si muove foglia senza che Bernie Ecclestone, il “supremo”, lo voglia. Nella foto a sinistra lo vediamo a colloquio col suo inseparabile braccio destro, Pasquale Lattoneddu. 21 FORMULA 1 Ferrari 2011 Sarà ancora profondo rosso? Doveva essere l'anno del riscatto della Ferrari e del terzo titolo iridato per Fernando Alonso. Invece, ad un terzo del campionato, la lotta per il mondiale è ormai persa e si punta a qualche vittoria di tappa. Troppo poco per una squadra che doveva rifarsi dello smacco di Abu Dhabi del novembre scorso. ll'indomani della debacle e degli errori che erano costati il titolo mondiale a Fernando Alonso nel Gran Premio di Abu Dhabi del 2010, il Presidente Montezemolo era stato categorico: in futuro non avrebbe più tollerato errori del genere. A 22 Nel 2011il numero uno di Maranello voleva una Ferrari in palla nei test invernali, una monoposto affidabile, possibilmente innovativa e in grado di battersi alla pari con gli avversari più accreditati (leggi Red Bull e McLaren) fin dal primo Gran Premio della stagione. E il principio veni- va ribadito senza mezzi termini alla presentazione della F150° Italia, il cui obiettivo era uno solo: cancellare i ricordi amari del recente passato e riportare in Italia il doppio titolo iridato, piloti e costruttori. Belle parole, principi sacrosanti! Peccato FORMULA 1 che i risultati della pista non abbiano confermato i proclami della vigilia, tant'è che all'indomani del Gran Premio d'Europa, gara che segna l'inizio della fase centrale del mondiale 2011, la Ferrari è ancora a secco di vittorie e i due secondi posti di Alonso a Monaco e Valencia rappresentano al momento i migliori piazzamenti stagionali. Se poi dai piazzamenti si passa all'analisi dei punteggi iridati, la situazione diventa ancor più allarmante:Vettel ha un vantag- gio di ben 99 lunghezze su Alonso, mentre nella graduatoria riservata ai costruttori il divario tra la dominatrice Red Bull e la Ferrari è di ben 166 punti. A questo punto parlare di "bilancio in rosso" per il Cavallino è riduttivo e in molti cominciano a parlare di stagione 23 FORMULA 1 sprecata se nelle prossime gare non ci sarà una brusca inversione di tendenza. Un progetto troppo “conservativo” Ma come è stato possibile un simile regresso rispetto alle prestazioni di fine 2010, cosa sta frenando le aspirazioni di una squadra a cui non manca nulla per vincere? Il rebus, trattandosi di Formula 1, non ha un'unica risposta, ma una serie di concause che hanno portato ai magri risultati di questo inizio 2011. A partire dal fenomeno Red Bull. La monoposto di Vettel e Webber è come il buon vino che, invecchiando, migliora. Rispetto ai modelli del 2009 e della passata stagione, la RB7 ha rappresentato un 24 ulteriore passo in avanti, soprattutto sul fronte aerodinamico, tanto che lo stesso Fernando Alonso non esita a metterla sullo stesso piano della McLaren MP4/4 del 1988, della Williams FW 14B "attiva" del 1992 o della Ferrari F2004 del 2004, le Formula 1 più vittoriose, ma anche più innovative e competitive di tutti i tempi. E quando in circolazione ci sono macchine del genere la vita per gli altri si fa veramente dura. Peccato che, mentre la McLaren in Cina e Canada è riuscita ad approfittare di due piccole indecisioni di Vettel, cogliendo due altrettanto fortunose vittorie, la Ferrari segni ancora il passo e per gli uomini in rosso il gradino più alto del podio continua a rimanere un miraggio. Colpa dei guai che hanno af- flitto la galleria del vento di Maranello, fornendo dati poco veritieri e di una macchina che, tanto per cambiare, non riesce a generare deportanza e a portare in temperatura le gomme posteriori. E qui si innesta il discorso forse più preoccupante per Maranello. Parlare della Ferrari 150° come di una vettura sbagliata sarebbe ingiusto, ancorché ingeneroso. Si tratta, infatti, di una macchina onesta, alla quale manca però un lampo di genio. Un progetto troppo conservativo, insomma, che forse lo scorso anno avrebbe potuto sbaragliare la concorrenza, ma nel 2011 si è dimostrato impotente di fronte al balzo in avanti compiuto dalla Red Bull, ed in parte dalla McLaren, sul fronte aerodinamico. Ed è questa la cosa che preoccupa di più Montezemolo: i suoi tecnici eseguono con zelo e diligenza il compitino, ma non sanno andare oltre. Non sanno produrre idee innovative, concetti che costringano la concorrenza a guardare alle rosse come al punto di riferimento della categoria, come accadeva nell'era Schumacher, all'epoca degli undici titoli mondiali consecutivi (cinque piloti, sei costruttori). Ve li ricordate quei modelli? Nel 2000 con la F1 2000 la Ferrari sorprese il mondo intero con le fiancate di sezione trapezoidale, il musetto strettissimo e gli scarichi alti, l'anno dopo la F2001 diede inizio all'era dell'ala anteriore a cucchiaio, mentre la F2002 introdusse il concetto degli scarichi motore a "camino". Sulla Fernando Alonso (in alto) saluta i suoi tifosi a Barcellona, dove per una ventina di giri ha guidato la corsa, prima di cedere allo strapotere di Red Bull e McLaren. In basso le due Ferrari nei box catalani, a sinistra il pilota spagnolo, secondo nel Gran Premio di Montecarlo e una vista dall’alto della Ferrari 150° Italia, la vettura che sta deludendo le aspettative dei tifosi... F2003 GA debuttarono invece le fiancate "sciancrate" verso il basso, che vennero definitivamente messe a punto sulla F2004, la Ferrari più vittoriosa di tutti i tempi. Dopo di allora l'inizio di un lunga, ma progressiva, involuzione tecnica di un team che, a partire dal 2009, è andate letteralmente a rimorchio degli avversari. Nelle ultime tre stagioni mai un'idea originale, mai una soluzione tecnica in grado di sbaragliare quella concorrenza d'oltre 25 Manica che, dopo lo smacco della "spystory" con la McLaren del 2007, non perde occasione per bacchettare i nostri, accusandoli di scarsa creatività e lungimiranza. E come dar loro torto? Basta ripercorrere le ultime tre stagioni per rendersi conto di come nell'ordine a Maranello non si siano resi conto dell'utilità del doppio diffusore posteriore (2009), degli scarichi bassi (2010) e ora di quelli soffiati, che hanno letteralmente messo le ali ai piedi 26 alle Red Bull RB7 di Vettel e Webber. Vecchie abitudini Di fronte a questo stato di cose la Ferrari doveva reagire e il primo a rimetterci le penne è stato quell'ingegner Aldo Costa, che fino a Barcellona veniva indicato come il migliore rappresentante di quella scuola italiana cresciuta all'ombra di Ross Brawn e Rory Byrne. Il suo posto è stato preso dal quarantasettenne Pat Fry, che lo scorso anno era I due secondi posti di Fernando Alonso a Montecarlo e Valencia sono le migliori prestazioni dell’anno per il Cavallino. Le cose sono andate ancor peggio a Felipe Massa, letteralmente speronato da Hamilton nel Gran Premio di Monaco (a sinistra). stato strappato alla McLaren per occuparsi di strategie dopo la debacle del GP di Abu Dhabi 2010. A partire da Montecarlo a Fry è stata affidata la responsabilità tecnica del team più blasonato al mondo e anche a lui il Presidente Montezemolo chiede due semplicissime cose: tornare a vincere e innovare. Come dire, un'impresa da niente. Ne sarà capace? Diamogli il tempo necessario, per il momento l'unica cosa certa è che, dopo avere rinnegato la scuola tecnica nazionale, a Maranello sta per cominciare una nuova era di tecnici made in England, ai quali si chiede di cambiare mentalità e metodologie operative. Dopo Fry quasi certamente in provincia di Modena arriveranno altri rinforzi di scuola inglese, provenienti da McLaren e Red Bull con l’obiettivo di ridare competitività a quello squadrone che all’inizio di questo millennio monopolizzò la Formula 1 per cinque anni di fila. Se per il mondiale 2011 non c’è più nulla da fare, i vertici del Cavallino vogliono a tutti i costi scongiurare lo spettro di una stagione senza vittorie e a questo punto per la Farrari diventerà determinante la gara di Silverstone, dove è previsto il debutto di una versione “B” della 150°: se sulla pista più ostica del mondiale le distanze con Red Bull e McLaren diminuiranno, si potrà sperare in un finale di stagione in crescendo, in caso contrario per la Ferrari si dovrà proprio parlare di un “bilancio in rosso”. Testo e foto Paolo D'Alessio LA NOSTRA STORIA Quest'anno il pilota argentino avrebbe tagliato il traguardo del secolo di vita. Ai tempi in cui l'automobilismo non era "globalizzato", fece entusiasmare le folle di due continenti. l 24 giugno 2011 è stato il centenario della nascita di Juan Manuel Fangio. Una ricorrenza che è stata celebrata da molti, Maserati e Mercedes in primo piano, in modo sobrio e simpatico proprio come sarebbe piaciuto a "El Chuego". In effetti Juan Manuel Fangio sta all'automobilismo agonistico come una stella polare. Non si può parlare del più grande di tutti i tempi, perché abbiamo ormai imparato a catalogare i big nelle rispettive epoche. Ma se Nuvolari viene celebrato per il suo straordinario coraggio e il suo essere "oltre ogni limite", come è poi successo a Gilles Villeneuve in tempi più moderni, se Jim Clark è stato il campionissimo degli anni Sessanta, Jackie Stewart e Niki Lauda i campioni degli anni Settanta e i prototipi del nuovo modo di essere piloti, se di Senna ha inciso la personalità anche fuori delle corse, di Juan Manuel Fangio, il recordman assoluto del mondiale F1 prima dell'arrivo di Michael Schumacher, colpisce soprattutto il carisma. È con questo suo carisma che Fangio ha reso popolari le corse degli anni Cin- I 28 quanta, anni molto difficili dal punto di vista della sicurezza, ma che con l'argentino, che pure suo malgrado è stato coinvolto nell'incidente di Le Mans del 1955, riacquistavano fascino e familiarità. Carisma che la leggenda vuole abbia reso difficile il rapporto con Ferrari, l'altra stella polare delle corse… Chissà, forse perché anche Fangio aveva sangue italiano nelle vene. Il padre Loreto era di origini abruzzesi: dalla provincia di Chieti si era trasferito a Balcarce, a 400 chilometri da Buenos Aires, dove era diventato un apprezzato decoratore, tanto da poter garantire un infanzia tranquilla a quel figlio battezzato Juan, proprio perché era nato il giorno di San Giovanni. In Italia, "El Chuego" , soprannome conquistato perché aveva le gambe un po' arcuate, tornerà 38 anni dopo. Al via del Gran Premio di Sanremo del 3 aprile 1949 tutti pensano che sia un conduttore esotico ingaggiato dagli organizzatori per accrescere il tono di internazionalità della corsa. Invece è la prima delle oltre 140 gare che Fangio vincerà in Europa, la LA NOSTRA STORIA Juan Manuel Fangio Il campione dei due Mondi Juan Manuel Fangio alla guida della Maserati 250 F. 29 A sinistra, dall’alto, Fangio al volante delle quattro diverse vetture con cui ha conquistato i suoi cinque titoli mondiali: l’Alfa Romeo 158, la Mercedes W 196, la Ferrari D50 e la Maserati 250F. Nell’altra pagina, con la moglie e con il compagno di squadra Karl Kling dopo la vittoria a Reims nel 1954, a colloquio con Alfred Neubauer e al comando del GP d’Italia del 1955 sulla parabolica di Monza con la Mercedes-Benz W 196 R streamliner. prima con la Maserati, che è la Casa con cui più volte (ben 54) taglierà per primo il traguardo! In realtà, quando arriva in Europa con l'Equipo Argentino assieme a Benedicto Campos, Fangio è già un pilota concreto e ricco d'esperienza, maturata nelle dure maratone sudamericane, le "carreteras" su strade e macchine incredibili, dove ci vuole tanto coraggio, tanta guida, ma anche tanta capacità meccanica. Fatto sta che nel suo curriculum figurano il Gran Premio del Norte del 1940 e la Mil Millas Argentina del 1941, disputate quando in Europa c'era ben altro di cui occuparsi. E di competenza meccanica Fangio ne ha da vendere visto che ha masticato di motori lavorando in officina fin da ragazzo. Anche a livello Grand Prix non è proprio un novellino. Alla Temporada del 1948 e del 1949, il ciclo di gare sudamericane in cui vanno a svernare e fare cassetta i big d'Europa, s'è già confrontato con Villoresi & Co, con grandi risultati. Non di meno il suo sbarco in Europa è a dir poco entusiasmante. Dopo Sanremo vince infatti a Pau, a Perpignan, a Marsiglia, a Monza e ad Albi. Per poi ripetersi l'anno seguente ancora a Pau e Sanremo. Quella nella Città dei Fiori il 16 aprile 1951 è la sua prima vittoria con l'Alfa Romeo, che l'ha ingaggiato per la nuova avventura nel neonato Campionato iridato. La Casa del Portello ha rinunciato alle corse del 1949 per preparare con cura le 158 per il mondiale. Ma nel frattempo ha perso i suoi migliori piloti Achille Varzi, Jean Pierre Wimille e Carlo Felice Trossi: i primi due periti in corsa in Svizzera e alla Temporada, il terzo per malattia. Si decide di puntare sulle 3F: Farina, Fangio e Fagioli. Scelta felicissima. Nino Farina vince il titolo nel 1950, Fangio perseguitato dalla sfortuna, è Campione del Mondo nel 1951. Quell'anno il titolo è 30 LA NOSTRA STORIA tutto di Fangio. Da metà stagione le Ferrari erano diventate pressoché imbattibili: Gonzales a Silverstone, Ascari al Nürburgring e a Monza avevano decisamente messo in crisi l'Alfetta. Al Gran Premio di Spagna sul Peña Rhin la decisione. Fangio mantenendo una freddezza incredibile segue Ascari in partenza e presto si accorge dei problemi di gomme della Ferrari. Attacca al momento giusto e mentre Ascari è costretto a fermarsi per sostituire le "scarpe" vola via verso il traguardo e il titolo, che vince a quarant'anni suonati. Quello tra Fangio e Ascari è il duello classico di quegli anni. Due purosangue, "Ciccio" imbattibile quando va in testa, Fangio più freddo, ma sempre efficace. Ci si attende una sfida coi fiocchi nel 1952 con le F2 alle quali è stato aperto il mondiale. Ma Fangio è costretto a perdere una stagione e mezzo, per il famoso incidente di giugno a Monza, dove è arrivato in mattinata dopo una nottata al volante per raggiungere la pista lombarda da Parigi, dopo aver perso l'aereo.Tornerà nel 1953 e con la Maserati farà in tempo a impedire l'en plein di Ascari con la Ferrari 500 in un incredibile GP d'Italia giocato all'ultimo passaggio in Parabolica… A questo punto la carriera dell'argentino si impenna. Arriva il contratto con la Mercedes che a partire dal Gran Premio di Francia a Reims, dopo che Juan ha già vinto i Gran Premi di d'Argentina e del Belgio con la nuova Maserati 250F, gli permette di dominare il mondiale per due anni. Ritiratasi la "Stella d'Argento" a fine 1955, è il turno della Ferrari. Fangio vincerà il suo quarto mondiale non senza qualche polemica. A Monza nella gara decisiva è fermo ai box, rientra Collins e gli cede la macchina - allora l'operazione era possibile - per agguantare il secondo posto che è decisivo. Un segno di grande rispetto e di ammirazione di un giovane collega, che peraltro non avrà tempo di sfruttare una nuova occasione. E proprio su Peter Collins e Mike Hawthorn al Nürburgring nel 1957 Fangio coglie la sua ultima decisiva vitto- ria nel mondiale, la più bella, con la fida Maserati. Al rifornimento perde troppo tempo per via di un dado che finisce sotto la vettura. Riparte. Collins e Hawthorn sono ormai lontani. Fa un paio di giri tranquilli, poi si scatena e con una serie di giri impressionanti arriva a riprendere le due Ferrari a pochi chilometridal traguardo. Il quinto titolo mondiale, un record, è suo. Tra fine '57 e il '58 è ancora protagonista delle cronache e non solo sportive. A Cuba viene rapito dai guerriglieri di Castro, che vogliono solo farsi pubblicità. Tenta anche l'avventura di Indianapolis, ma la vettura che gli hanno proposto non è proprio all'altezza. Fa ancora in tempo a correre il Gran Premio di Francia Reims, dove si piazza quarto con la Maserati. Poi più niente. È arrivato il momento del ritiro. Ascari, Collins, Musso e Hawthorn non ci sono più, e Fangio diventa un ammirato ambasciatore prima della Mercedes, poi dell'automobilismo nel senso più puro. F. Carmignani 31 SPORT & GT GT Story Alle origini ci fu Bernie lla fine, spunta sempre lui. Ebbene sì, persino per raccontare l'evoluzione politico-sportiva degli ultimi vent'anni del Fia GT bisogna partire da Bernie Ecclestone. Nel 1991, il caschetto più famoso del paddock era infatti vice-presidente della Fia e si dovette a lui il cambio di regolamento che rivoluzionò il mondo dei prototipi Gruppo C, il cui successo aveva iniziato a dare fastidio persino alla sua Formula 1. Fu quello l'anno di nascita del Fia Sportscar World Championship, con vetture da 750 chili e motori aspirati in stile F.1 da 3500 cc, un regolamento che, ufficialmente, venne concepito per ridurre i budget, ma che in realtà li fece lievitare. Le griglie di partenza si popolarono di vetture potenzialmente in grado di qualificarsi nella parte alta dello schieramento della massima Formula, pur pesando 200 chili in più delle monoposto, ma con un regolamento più aperto e, dunque, un maggior investimento necessario per la ricerca e lo sviluppo. I costruttori che animavano il campionato, come Mercedes e Peugeot, a quel punto cominciarono a chiedersi se, con quelle spese, non fosse il caso di concentrarsi sulla Formula 1, mentre gloriosi team privati come Spice e Ada collassavano sotto il peso eccessivo dei costi. Risultato? In due anni, una categoria che era arrivata a registrare un pubblico regolare di 50.000 o più spettatori e ben 350.000 nel weekend di Le Mans (più dei contemporanei GP di Spagna e Portogallo) dovette A essere cancellata per mancanza di iscritti. Ecclestone ce l'aveva fatta! La breve (e fortunata) storia della Bpr Alla fine del 1993, il mondo delle corse endurance appariva perciò alquanto frammentato. Il titolo di Mondiale Sportscar fu assegnato all'Imsa che lo mise in palio per la serie GT nordamericana (poi morta nel 1998), mentre in Europa il panorama era dominato per lo più dalle categorie nazionali e dai monomarca, fioriti a beneficio dei gentlemen drivers per via dell'esplosione dei budget delle vetture Sport internazionali. Furono proprio gli organizzatori di due di questi campionati, Jürgen Barth, della serie Porsche tedesca, e Patrick Peter e Stéphane Ratel, di quella Venturi francese, a consociarsi in una categoria che avrebbe riportato alla vita, dopo oltre un decennio di assenza, le corse GT internazionali: la Bpr Global GT Series (la sigla derivava dalle iniziali dei tre fondatori). Un successo immediato e nel giro di un anno la serie, nata con un calendario di otto gare di circa quattro ore di durata (con due trasferte in Giappone e Cina) poi salite subito a dodici, raccolse non solo i partecipanti ai due monomarca da cui era nata, ma una quantità di vetture affascinanti come McLaren F1 Gtr, Ferrari F40 Gte, Jaguar Xj220, Lotus Esprit, Callaway Corvette e De Tomaso Pantera. Per un paio di stagioni, questo campionato sembrò incarnare esattamente lo Anche alle origini delle moderne gare GT spunta il solito Ecclestone, in veste di guastatore. Infatti, per tarpare le ali ai spettacolari campionati Sport, diede, suo malgrado, il via a quelli, poi di successo, riservati alle Granturismo. 32 spirito delle corse Gran Turismo come le si conosceva: i piloti gentlemen acquistavano da uno dei sempre più numerosi costruttori coinvolti una vettura per correre in una delle varie categorie (dalla GT4 alla GT1, caratterizzate da una crescente elaborazione rispetto all'esemplare di produzione) e pagavano l'ingaggio di un professionista per completare l'equipaggio. Certo, per aggiudicarsi il titolo assoluto ci voleva una McLaren, ma le griglie erano piene anche di Ferrari, Porsche, Marcos, Tvr, Jaguar, Venturi, Bugatti, Dodge Viper, Corvette, Lister, Vortex, Helem, SPORT & GT Corvette, Lamborghini e Maserati, tre delle protgoniste delle ultime stagioni del GT. Morgan… La lista dei nomi coinvolti continuava a crescere, di pari passo con il numero degli spettatori. Quando, però, l'interesse da parte dei costruttori raggiunse l'apice, con il lancio della Porsche 911 GT1, una supercar omologata, ma nata per le corse, ancora una volta la Federazione, intenzionata a mantenere il proprio controllo su tutte le corse internazionali, decise di assumerne il comando. I partner della Bpr, indecisi sul modo in cui reagire, si separarono e perseguirono strade diverse. Ratel rimase a capo dei diritti commerciali della serie e creò la sua Sro, che avrebbe originato la Gtr Euroseries, destinata ai privati e dalla vita breve; Peter tornò in Francia per lanciare il campionato Ffsa GT. Era l'embrione del campionato Fia GT. I primi passi del Fia GT Anche nel 1997, come già nel 1991, l'intervento della Federazione Internazionale dell'Automobile ebbe un effetto dirompente sulla fisionomia del campionato: mentre Ratel stringeva un accordo per la copertura televisiva con il network televisivo Eurosport, che avrebbe garantito un seguito importante alla serie, la lunghezza delle gare venne stan- dardizzata a 500 km, invece delle precedenti quattro ore, e i regolamenti tecnici fortemente liberalizzati. I nuovi costruttori entrati nella serie, come Mercedes e Panoz, ne approfittarono per costruire vetture nate per la pista, che si avvicinavano molto a dei prototipi, con una produzione di serie limitata a 25 esemplari minimi, secondo le regole. Altri, come Chrysler, Lister e Marcos, che non erano preparati a far fronte alla lievitazione dei costi, optarono per la GT2. La loro si sarebbe dimostrata una mossa azzeccata, visto che il nuovo campionato Fia GT iniziò sotto il segno di un dominio 33 targato Mercedes: nell'arco di un paio di stagioni, la Casa di Stoccarda si aggiudicò entrambi i titoli, il primo al termine di una lotta tutta tedesca con la Bmw, il secondo praticamente in parata, vincendo tutte le prove. Un ciclo di breve durata, però, visto che il costruttore teutonico, seguito dalla maggior parte degli altri costruttori, decise di abbandonare la serie (come già a fine anni '50 in Formula 1, per analoghe ragioni di superiorità) a fine 1998. Quella successiva fu così una stagione di transizione, con tutte le vetture superstiti racchiuse in una sola categoria e un assoluto monopolio della Chrysler Viper, cui le vecchie Porsche 911 GT2 e Lister Storm non erano in grado di tenere testa. L'assenza di una categoria inferiore, destinata soprattutto ai non professionisti, 34 non sarebbe durata, però, che un anno, grazie alla creazione, per la stagione 2000, della N-GT Mentre i costruttori (Lister e Chrysler su tutti) continuavano ad animare la serie regina, così, quest'ultima si popolava di Porsche e Ferrari, con un numero di iscrizioni mantenuto congruo grazie ai bassi costi. Da questa base, il Fia GT si apprestò a vivere una serie di annate di consolidamento, caratterizzate dall'ingresso in calendario della prestigiosa 24 Ore di Spa, fino a quel momento riservata alle vetture turismo, dalla proibizione dell'intervento diretto dei costruttori (benché alcuni team continuassero a ricevere un trattamento privilegiato) e dal dominio per due stagioni consecutive della Ferrari 550 Maranello. Un'endurance sempre più sprint C'è però una data che segna un punto di non ritorno per le corse Gran Turismo, che ha innescato un processo di metamorfosi, lenta ma inesorabile, della categoria, tuttora in atto e destinata a caratterizzare profondamente anche le prossime edizioni. È il 2005 e il Fia GT subisce una vera e propria rivoluzione, sotto tutti i fronti. Dal punto di vista sportivo, è divorzio dal Wtcc: il vincente format dei Super Racing Weekend si scioglie e il campionato di Ratel, ufficialmente per mantenere la propria integrità, decide di correre da solo, rinunciando così alla copertura televisiva di Eurosport e ad una buona fetta di pubblico sulle tribune. SPORT & GT Nella pagina a sinistra, la McLaren GTR e la Ferrari F40, protagoniste nella seconda metà degli anni ‘90. Sopra, la Saleen R7 e, a destra, la Porsche 911 Biturbo del 1996, la Lister GT e la Ferrari 550 Maranello. Dal punto di vista tecnico, le due categorie vengono ribattezzate GT1 e GT2 e la prima viene sostanzialmente liberalizzata, consentendo l'ingresso di vere e proprie supercar. Anche se la manovra era stata concepita appositamente per la Saleen S7, a beneficiarne più di tutti sarà la Maserati MC12, nonostante le penalizzazioni aerodinamiche a cui la Fia la sottoporrà. La berlinetta italiana finirà per dominare in lungo e in largo le stagioni a venire, con i colori del team tedesco Vitaphone, aggiudicandosi sei titoli piloti e squadre consecutivi. Anche il sistema di zavorre studiato per impedire il dominio di un unico costruttore si rivelerà inefficace, provocando di fatto solo un numero inenarrabile di polemiche e di minacce di abbandono da parte di chi, nell'arco del tempo, si è sentito (a torto o a ragione) ingiustamente svantaggiato. Ma, non sono solo gli handicap di peso a snaturare la tradizione del campionato, in questi anni. Anche la durata delle gare, che dalle quattro ore del vecchio Bpr era già stata ridotta a tre, viene ulteriormente ridotta a due nel 2007, smentendo di fatto le ragioni che avevano portato l'organizzazione a divorziare dal Mondiale Turismo per evitare che il carattere en- durance della serie venisse eccessivamente sacrificato. Da un lato, questo provoca una diminuzione del prestigio stesso delle gare, ridotte a poco più di un Gran Premio allungato; dall'altro ha conseguenze bizzarre come il mantenimento dei due pit stop obbligatori per il cambio pilota nonostante gli equipaggi fossero ormai ridotti a due soli elementi e l'esigua durata delle gare. Il GT diventa Mondiale Questo processo giungerà poi alle sue estreme conseguenze nel 2010, quando il campionato si convertirà al format delle due gare da un'ora per ogni weekend, entrambe valide, ma con un peso diverso per il punteggio complessivo. 36 È l'anno della grande svolta, quello in cui il Fia GT di Ratel diventa ufficialmente Campionato del Mondo, unendosi alla ristretta cerchia che comprende solo F.1, Wtcc e Wrc. Una svolta che, però, non è del tutto indolore: nonostante la convinzione della Fia e della Sro, infatti, i costruttori e i team non abbracciano tutti entusiasticamente quest'idea. Anzi, molti abbandonano, specialmente quelli attivi in GT2, che sarebbe stata ridotta ad un campionato europeo di contorno. Alla fine, la categoria cadetta viene del tutto abolita, mentre la serie regina riesce a partire, con una griglia risicata e anche un po' raccogliticcia. A vincere è di nuovo la solita Maserati, che alla fine dell'anno annuncia il ritiro della gloriosa MC12. Il GT del futuro nasce qui: è una serie che ha perso del tutto il fascino dell'endurance, con l'eccezione della 24 Ore di Spa. Lo stesso si verifica anche nel GT britannico, in quello francese, in quello italiano e nell'International GT Open, dove le gare non durano mai più di un'ora. Eppure il pubblico continua ad amare le gare di durata. Prova ne sia il successo di partecipazione di pubblico alla 4 Ore Alms di Laguna Seca, o alla 9 Ore di Petit Le Mans, per non parlare delle storiche gare lunghe un giorno. Ma l'automobilismo di oggi è sempre più affare per le televisioni e Stéphane Ratel non è certo uno che si voglia opporre al progresso. Il patron del campionato, anzi, definisce la prima edizione del suo Mondiale «un sogno che si è avverato. Penso che quella dell'anno scorso sia stata una stagione di grande successo con un format chiaro per le gare Sport, per la prima volta con sole due vetture per team e quattro per marchio. Abbiamo vissuto una stagione di successo, con dieci gare su tre continenti e penso che siamo riusciti ad imporrci ad un pubblico motoristico piuttosto scettico. Abbiamo infranto alcuni pilastri di questo tipo di corse, come le gare sprint e la presenza dei gentlemen driver con il loro budget, che oggi in un campionato così professionale non trovano più posto». Ma, oltre alla tradizione del campionato, che i Ratel della situazione potrebbero derubricare a questione da nostalgici, c'è da considerare il budget tra gli 800mila e il milione di euro a vettura, da lui definito "molto ragionevole", ma evidentemente, in assenza di gentlemen, non alla portata Nell’altra pagina, la Maserati MC12 precede una Ferrari 575 e, in basso, la Aston Martin DBR 9 del 2005. Nella colonna a destra, dall’alto, la Mosler MT 900, la Ford GT, la Nissan GT-R e la Lamborghini Murcielago. di tutti, se è vero che la stagione 2011 ha rischiato di saltare per assenza del numero minimo di vetture. Per Ratel «è solo questione di tempo: il format ora è perfetto e decollerà». Verso il futuro Il francese, insomma, novello Ecclestone delle corse endurance, prosegue la sua crociata di modernizzazione del Mondiale GT e, per il 2012, prepara un'ulteriore novità. Con l'accordo della Fia, si farà un'unica categoria Gran Turismo, che riunirà le GT1, le GT2 e le GT3 con un apposito meccanismo di bilanciamento delle prestazioni, così da farle competere tutte per lo stesso titolo. Follia? Lui è convinto di no: «Oggigiorno costruire una GT1 e poter schierare solo due vetture costa troppo denaro, ci sono troppi problemi. Se diciamo: prendete la macchina che avete, che si tratti di GT2 o GT3 e portatela a questo livello prestazionale, allora possiamo fare un grande campionato». E ancora: «La nostra principale sfida per questa stagione e per la prossima è far entrare più vetture. È solo una questione di regolamenti, perché le vetture ci sono tutte. Tra GT1, GT2 e GT3, ci sono 15 marchi, più di ogni altra categoria al mondo. Dobbiamo solo trovare il giusto compromesso tecnico per mettere tutti insieme e poter fare spettacolo. La mia ambizione - la annunciai due anni fa e vidi tutti sorridere, ma ora penso che abbiamo una buona chance di arrivarci - è avere dieci costruttori rappresentati, ciascuno con due vetture. Ci arriveremo. Su quindici, avere un obiettivo di dieci penso sia ragionevole. I nostri primi obiettivi sono i consueti protagonisti del GT e dovremmo avere la Ferrari. Prima, c'era sempre un problema a far scontrare la Maserati e la Ferrari, che alla fine sono lo stesso costruttore. Ora che la Maserati ha lasciato, penso che dovremo avere la Ferrari in questo campionato». Alla fine, l'unico filo conduttore di questi vent'anni di rivoluzione senza ritorno per il mondo del GT rischia di essere proprio il vecchio Cavallino Rampante. Fabrizio Corgnati ENDURANCE Nürburgring 24 Ore di passione he la 24 Ore del Nürburgring esercitasse un indiscusso fascino sugli appassionati delle gare di durata di tutto il mondo non c'era dubbio, però fa sempre una certa impressione vedere schierati, nelle 202 auto allineate sul chilometro e passa della griglia di partenza della maratona tedesca, piloti provenienti da ben 31 angoli del mondo. Il tutto poi spalmato tra vetture che elencarle sarebbe come scrivere la Divina Commedia: basti pensare che spaziavano dalle piccole Peugeot 206 e Ford Fiesta fi- C 38 no alla grossa Mercedes SLS AMG "ali di gabbiano", passando attraverso Ferrari F458 Italia, Audi R8 LMS, Lamborghini Gallardo, Chevrolet Corvette, Bmw M3 GTR, Aston Martin N24 ed una cinquantina (ma forse, contandole, scopriamo che erano di più) di Porsche. E alla fine, nonostante il dominio velocistico della Ferrari F458 di FernbacherSimonsen-Seefried-Melo, nonostante le massicce forze messe in campo dalla Mercedes con otto potentissime AMG SLS, nonostante lo squadrone Audi con sei R8 LMS e nonostante le aspettative della miliardaria P4/5 Competizione della N Technology, ha vinto di nuovo, per la quinta volta, la Porsche del team Manthey Racing, una 911 GT3 RSR con- dotta dai tedeschi Marc Lieb e Timo Scheider e dagli svizzeri Lucas Luhr e Romain Dumas: ed è un record indiscusso, a nessuno è mai riuscito di fare meglio di Manthey sulla Nordschleife! Numerosi gli italiani in gara, "dispersi" tutti in team tedeschi insieme ai piloti locali. Unica squadra azzurra quella del team Costa Ovest, con Nacamuli-BertolaCeccoli-Blancardi, vittima di un pauroso incidente, fortunatamente con conseguenze limitate, mentre era alla guida Umberto Nacamuli. Paddock era presente al Nürburgring con Alberto Bergamaschi, pilota-manager di Continental Italia, impegnato al volante della Volkswagen Golf TDi/RMotorsport in un test in gara con delle ENDURANCE nuove coperture semi-racing di Continental in vista dell'immisione sul mercato del tuning. Si tratta dei ContiForceContact, dei veri racing da stampo, omologati anche per la circolazione stradale, dotati di un minimo disegno del battistrada fondo 4-5 millimetri. La prova ha dato agli ingegneri della progettazione risultati lusinghieri, fornendo dati interessanti sulle temperature di esercizio alle differenti pressioni, sulla resistenza all'affaticamento (6 ore di gara ed ancora un residuo scultura di 2 millimetri sull'anteriore) e soprattutto sulla versatilità di impiego delle coperture in qualsiasi condizione di fondo stradale. Ma non tutto era iniziato nel migliore dei modi con la Golf del team H&DContinental. Innanzi tutto la mancanza di affiatamento tra i quattro piloti: Alberto Bergamaschi, Herwarth Wartenberg, Zoran "Schorle" Radulovic ed il giovanissimo Robert Schroeder non si erano mai visti né incontrati prima, così come nessuno conosceva Michael, il "dittatoresco" team manager della squadra. Poi la vettu- Abbiamo seguito le vicissitudini di un nostro pilota alla 24 Ore del Nürburgring. Come si vive un evento esclusivo, in cui la passione si declina in entrambe le accezioni del termine. ra che, nonostante i relativamente modesti 240 cavalli, non era mai stata provata da alcuno dei quattro. Infine i pneumatici, appena "sfornati" dalla fabbrica, erano un'incognita per tutti. A complicare le cose ecco arrivare subito dall'inizio delle prove un problema al sensore della pressione del turbo, che faceva funzionare la macchina a singhiozzo: tanto tempo perso ai box, tentativi e smontaggi a ripetizione, sostituzione precauzionale della turbina, ma problema persistente. In tal modo risultava impossibile girare decentemente per segnare un tempo di qualifica onorevole. Deciso finalmente di bypassare il sensore, la vettura riprendeva a funzionare a meraviglia, ma all'improvviso cedeva il cambio, con insalata di 4°, 5° e 6° rapporto e quindi 186° posto sulla griglia di partenza, 39 In apertura, l’arrivo della Golf TDi di Bergamaschi insieme alla 911 GT3 RSR vincitrice della 24 Ore del Nürburgring. Sopra, ancora la Golf di Alberto Bergamaschi inseguita da una delle Mercedes-Benz SLS AMG GT3, una delle Aston Martin V12 Zagato e la Mini John Cooper Works Coupè, all’esordio nella gara tedesca. A destra, la Porsche del team Manthey Racing che si è aggiudicata la gara. Nell’altra pagina, la Bmw M3 GT seconda classificata alla 24 Ore. che non è un bel biglietto da visita. Sostituito il cambio, schierati in fondo al terzo gruppo, ad oltre un chilometro in griglia dalla Ferrari detentrice della pole, alle 16.00 parte la 24 Ore. È Alberto Bergamaschi deputato a portare al via la Golf TDi/R, e lo fa guadagnando 58 posizioni in un'ora di gara, complice l'asfalto semi-bagnato che esalta le qualità del ContiForceContact. Dopo due ore la Golf è ancora seconda di classe, a ridosso della Peugeot RCZ ufficiale di Alexandre Premat, ma via via che la pista si va ad asciugare viene risucchiata dal gruppo. Qualche piccolo problema, uno stop & go per velocità eccessiva in pit lane e scelte strategiche non azzeccate fanno scivolare la Golf fino al 7° posto di classe. 40 ENDURANCE Bell’Italia Il romano Rodolfo Funaro, insieme ai tedeschi Frei e Abbeg, si è imposto in classe V6 al volante della BMW M3 CSL. Mauro Simoncini, in equipaggio con i tedeschi Ben Lake, Juergen Wimbauer e Stefan Goessel al volante della BMW 325i, rompeva il differenziale nel giro di allineamento ma riusciva comunque a conquistare il terzo posto di classe V4. Negroni e Rizzi, insieme ai tedeschi Werner e Hudelmeier, si piazzavano sesti con la Porsche GT3 nella classe regina SP7. Vittoria annunciata per Edo Varini, Diego Romanini e Gianvito Rossi, insieme al tedesco Alexander Rappold, con la BMW 325i, unico equipaggio in classe SP4. Ugo Vincenzi, al volante della Renault Clio Cup insieme ai tedeschi Schneider, Hartl e Schlueter, otteneva il sesto posto in Dalla notte comincia la lunga e faticosa risalita: uno dopo l'altro vengono superati gli avversari che precedono, e a dieci ore dal termine Bergamaschi, Wartenberg, "Schorle" e Schroeder sono terzi di classe e girano più veloci dell'Alfa iscritta dall'importatore tedesco, al momento seconda. A cinque ore dalla bandiera a scacchi solo un giro separa la Golf dal secondo, ma improvvisamente una forte vibrazione disturba le prestazioni della macchina: è classe SP3. Impresa da ricordare per Gianpaolo Tenchini insieme ai tedeschi Kenntemich, Ebertz e Robson sulla BMW M3 GTR: rotto il motore in prova, veniva espiantato durante la notte il propulsore di una vettura stradale con quasi 70.000 km, ed in queste condizioni l'equipaggio guadagnava il terzo posto in classe SP10GT4. Andrea Piccini, con i tedeschi Hohenadel e Johansson e con lo spagnolo Molina, si classificava terzo di classe SP4T al volante dell'Audi TT RS. Larini, Giovanardi e Cappellari, insieme a Mika Salo sulla P4/5 Competizioni della N Technology, attardati in classifica generale, erano comunque secondi di classe E1-XP2. Poca fortuna invece per Mapelli (Porsche 911 GT3 Cup), Cremascoli e Colnago (Seat Leon), e Nacamuli-BertolaCeccoli-Blancardi, costretti al ritiro. un problema preoccupante al volano, bisogna viaggiare in punta di piedi per evitare una rottura. Inoltre il guaio si è "mangiato" anche una cinquantina di cavalli, così la gara si sposta in difesa, perdendo di vista l'Alfa, ma guardando con una certa apprensione la BMW 120 americana che segue a 10 giri di distacco. La prudenza premia l'equipaggio che perde dieci posizioni in classifica assoluta, ma taglia il traguardo mantenendo il 3° posto di classe, passando sotto la bandie- ra a scacchi proprio a fianco della vincitrice Porsche Manthey. Nel frattempo, ora dopo ora, minuto dopo minuto, l'affiatamento tra i quattro piloti aveva raggiunto livelli di automatismo incredibili che "smollavano" addirittura il duro approccio iniziale del caposquadra. E alla premiazione, come succede da queste parti, fiumi di birra in brindisi senza fine, che ti fanno tornare in camper solo accompagnato da qualche anima buona… Leo Van Assen MONOPOSTO Formula 3 La crisi si chiama GP3 MONOPOSTO ome va la F3? Abbastanza male, grazie, almeno a giudicare dalle griglie dell'EuroF3 Series e dello stesso Campionato Italiano. In realtà la diagnosi non è così semplice.La Serie Europea è già in crisi d'iscritti da almeno un paio d'anni, da quando è venuto meno quell'asse Germania-Francia sul quale era nato il campionato. Il motivo principale i costi. Nelle stagioni clou, che pure hanno lanciato i vari Rosberg e Hamilton verso la F1, si parlava di tetti di spesa fino a 700mila euro, decisamente troppi e…fuori mercato. Così già nel 2010, quando c'è stato il primo successo italiano con Edoardo Mortara rientrato nell'Euro Series dopo l'esperienza in GP2, lo schieramento di partenza si è attestato sulle dodici-tredici macchine, e su questo limite ci si muove anche quest'anno. Il colpo finale è però arrivato con il forfait dell'ART che ancora nel 2009 aveva vinto il titolo con Nico Hulkenberg. La novità della terza gara nel week end introdotta dagli organizzatori non pare aver sortito grandi risultati. Per fortuna, rimane confermato l'impegno dei due motoristi tedeschi VW e Mercedes che equipaggiano le Dallara 309. Signature e Motopark sono i team di punta VW, Prema il riferimento di Mercedes. Gruppo VW e Mercedes sembrano voler assicurare un'ulteriore contiguità all'EuroSeries, che come è noto è sostanzialmente abbinata al Dtm, anche se l'internazionalità del regolamento consente a team e piloti di spaziare anche nel Master di Zandvoort e a Macao. Edoardo Mortara e Christian Vietoris protagonisti dell'ultima stagione dell'Euro F3 sono, infatti, oggi piloti ufficiali di Audi e Mercedes nel Dtm, e lo stesso, perché no, potrebbe accadere ancora a Marco Wittmann, Daniel Abt, Carlos Munoz, i tre piloti di Signature, o a Roberto Mehri e Daniel Juncadella, portacolori di Prema, che si contendono il titolo 2011 a suon di grandi duelli. Il team italiano schiera anche l'italo-canadese Gian Marco Raimondo, che con la stessa Prema assicura un tocco di tricolore alla serie dopo le bellissime imprese di Mortara. E questo ci riporta in casa nostra. Giunto alla sua quarta stagione nel format con il C La terza formula "patrocinata" da Bernie Ecclestone sta cannibalizzando le griglie di partenza della Formula 3. Ma non è detto che la storica categoria non risca a riprendersi presto. 43 I box della Prema Powerteam con, in primo piano, Marco Raimondo. A lato, Roberto Merhi, leader della F3 Euroseries dopo le gare del Red Bull Ring, e, sotto, Danile Juncadella guida il gruppo nella terza gara sul circuito austriaco. monomotore FPT Fiat, il Campionato Italiano F3 conta quest'anno su una griglia di sedici vetture. I top team sono rimasti più o meno gli stessi. Ci sono infatti la già citata Prema, BVM Target campione in carica con Cesar Ramos che corre in Formula Renault 3.5, così come Richelmi, mentre Caldarelli è emigrato in Giappone nella Formula Nippon, poi Ghinzani, Lucidi, RP, oltre alla CO2 sbarcata in F3 con Federico Vecchi, alla Downforce, alla GTR, l'unica a riproporre i telai Mygale, rispetto alla Dallara. Nel confronto con l’ultima gara del 2010, quando a Monza sono partite 25 vetture, mancano Corbetta, Ombra, Eurointernational, JD Mototorsport e BVE. C'è stato come d'abitudine un grosso rinnovamento di volanti ma anche un forte rimescolamento. I piloti più esperti, come Edoardo Liberati, Sergio Campana 44 e Daniel Mancinelli, hanno cambiato casacca sempre alla ricerca di quel titolo che hanno sfiorato nelle passate stagioni. Liberati è il nuovo pilota di Ghinzani, che per completare la squadra si affida all'argentino Facundo Regalia, Campana ha lasciato Lucidi per BVM Target, e Mancinelli è al volante della Dallara di RP Motor sport. Massiccio è stato l'arrivo dei giovanissimi della Formula ACI CSAI Abarth. Il campione 2010 Brandon Maisano è il compagno di squadra di Campana alla BVM Target. L'attesissimo Raffaele Marciello è alla Prema, assieme ad Andrea Roda e all'americano Michael Lewis. Edoardo Cheever ha trovato posto da Lucidi, che conta pure su Kevin Giovesi e sul brasiliano Victor Guerin. Simone Iaquinta è invece il solo pilota di Downforce. Tutti concorrono al titolo esordienti che insieme a quello assoluto, per il quale se la giocano Mancinelli, Liberati e gli stessi Maisano e Marciello, già vincitori a Franciacorta in gara 2 e a Misano in gara 2, darà diritto al test di fine stagione con la Ferrari F1, grande e ambita vetrina del tricolore F3, oltre alle dirette televisive sui canali digitali di Rai Sport. Comunque, Euro Series F3 e Campionato Italiano F3 hanno in comune la concorrente numero uno: la GP3, che gode invece di ottima salute e dell'appoggio incondizionato di team e …ambiente. Lanciata lo scorso anno con il pacchetto costituito dal telaio Dallara, motore turbo da 280 CV della Renault, cambio Hewland a sei marce sequenziali, freni Brembo, cerchi OZ e pneumatici Pirelli, la GP3 dovrebbe assicurare il passaggio naturale alla GP2, anche se poi a decidere, come sempre, sono i budget. Per esempio dei big dell'anno passato il salto è riuscito solo al campione, il messicano Esteban Gutierrez, il "gemello" di Sergio Perez, approdato alla Lotus ART con Valtteri Bottas ex EuroF3, mentre il suo delfino, il canadese Robert Wieckens, ha dovuto ripiegare sulla Formula Renault 3.5, e il terzo Nico Müller è ancora in GP3. La griglia continua ad essere piena, con trenta vetture, in pratica le griglie di Euro Sopra, Edoardo Liberati alla partenza della prima gara di Misano del Campionato Italiano di F3 e Raffaele Marciello in lotta con Edwards Cheever. In basso, Andrea Caldarelli che, dopo un buon esordio nella GP3, ha lasciato la serie per correre con la Toyota nella Formula Nippon. F3 e Campionato Italiano F3 messe insieme. È un numero che oggi diventa sempre più raro, peraltro giustificato dal fatto che i team, tra i quali ci sono quelli al vertice della GP2 come Arden, Lotus ART, Tech1, Addax ecc, devono schierare tre macchine, e vanno a pescare proprio in F3 o in Formula Renault 2.0. Così molti programmi sono abbastanza …mobili e i budget flessibili, tant'è vero che Andrea Caldarelli che aveva esordito alla grande nel campionato, appena ha ricevuto la solida proposta, targata Toyota, di correre nella Formula Nippon, è subito volato in Giappone, lasciando al solo Vittorio Ghirelli il compito di rappresentare i colori italiani in GP3. In definitiva per il momento si ha l'impressione che GP3 continui a essere una proposta in più nel variegato mondo delle Serie per monoposto, e che la F3 abbia ancora il suo spazio, magari solo a livello nazionale e non come Euroseries, sostituita da qualche incontro internazionale come Macao e Zandvoort. Ma sarà il tempo a darci una risposta definitiva. Franco Carmignani 45 MONOPOSTO European F3 Open La scuola spagnola fa strada utto ebbe inizio il 27 maggio 2001 sul tracciato "Ricardo Tormo" di Valencia, teatro della prima gara dell'allora neonato campionato spagnolo di F.3, che vide il trionfo dell'iberico Ander Vilarino al volante di una Dallara F301 motorizzata Toyota preparata dal team Racing Engineering. Sono trascorsi oramai ben dieci anni da quella corsa ed il campionato con il passare degli anni è cresciuto, rivelandosi come uno dei più formativi e ricco di partecipanti in Europa. Dal 2005, sulla T 46 falsariga del più famoso campionato inglese, si è addirittura sdoppiato per far posto anche a una sorta di schoolarship denominata "Copa", riservata a monoposto più datate . È innegabile che a favorire il successo e la crescita di questo campionato, che dal 2009 ha preso le denominazione di European F.3 Open, ha contribuito in generale anche il grande sviluppo che la Spagna ha avuto in campo motoristico nelle due e nelle quattro ruote verso la fine degli anni Novanta, aprendo vere e proprie scuole MONOPOSTO no stati rispettivamente vincitori nel 2003 e nel 2006). Non va comunque dimenticato che da questa serie sono passati anche nomi illustri ed importanti come l'attuale campione del mondo di F.1 Sebastian Vettel, che ci corse nel 2005, e Sebastien Buemi, oggi anch'egli pilota di Formula uno e compagno di team alla Toro Rosso di Jaime Alguersuari, che nella serie spagnola gareggiò nel 2008. Tra i piloti italiani il primo a mettere piede in terra iberica fu Giacomo Piccini, che nel 2004 affrontò la parte iniziale della stagione al volante di una monoposto del team di Adrian Campos. Il tricolore ha poi iniziato a sventolare nel 2008 grazie alla partecipazione di Edoardo Piscopo e all'ingresso subito vincente del team RP Motorsport di Fabio Pampado, che portò in pista ben tre Dallara F308 nella classe A, per gli azzur- ELLE EMME di pilotaggio, incentivando e supportando anche economicamente la carriera di molti giovani piloti. Tuttavia, se è vero che inizialmente il campionato ha raccolto adesioni soprattutto tra team e piloti spagnoli, è altrettanto vero che in seguito vi è stato un graduale innesto anche di squadre e drivers provenienti da ogni parte d'Europa e dal Sudamerica (il brasiliano Ricardo Mauricio e l'argentino Ricardo Risatti so- Per una serie cadetta di successo non servono proclami altisonanti e "padrini" blasonati. Serve solo un programma credibile ed un impegno convinto da parte degli organizzatori. Lo insegna l'esperienza spagnola con la F3. 47 MONOPOSTO 48 ELLE EMME Nella pagina di apertura sopra, Alex Fontana, leader del campionato. A sinistra, i team manager Fabio Pampado ed Angelo Corbetta. Nella pagina a destra, David Fumanelli, Johan Jokinen e Fabio Gamberini. ELLE EMME ri Nicola De Marco (vincitore di due gare) e David Fumanelli e lo spagnolo Victor Garcia, e tre Dallara F306 nella classe "Copa", per l'italiano Stefano Bizzarri, l'argentino Augusto Scalbi e lo spagnolo Xavi Barrio. Per il team di Pampado un crescendo di prestazioni e risultati che lo hanno presto collocato al vertice, diventando uno dei team di referimento della serie. «I dubbi e le incertezze che aleggiavano sul campionato italiano qualche anno fa, ci avevano in qualche modo costretto a valutare la partecipazione a questo campionato - afferma Fabio Pampado - ed alla fine direi che i fatti e soprattutto i risultati mi hanno dato ragione. Nel calendario sono inserite piste molto importanti per la formazione dei piloti in funzione del loro futuro in altre categorie ed il campionato gode di una globale visibilità a cui contribuisce anche la diretta televisiva delle gare in streaming. Finora sono molto soddisfatto di questa esperienza e mi auguro che ben presto entrino nella serie altri partecipanti in modo da avere uno schieramento di almeno venti-ventidue monoposto». Debuttante nella serie è, invece, il team Corbetta Competizioni, che ha fatto il suo ingresso nell'European F.3 Open a partire dal 2011 dopo essere stato da sempre tra i protagonisti nella serie tricolore che lo vide trionfare nel 2005 con Luigi Ferrara. «Dopo una attenta riflessio- ne la serie iberica mi sembrava la più idonea per il mio team», afferma il team-boss Angelo Corbetta. «Passati questi primi mesi non posso che essere soddisfatto della scelta anche in relazione al positivo responso della pista dopo i primi tre eventi. Ritengo inoltre molto importante l'inserimento di piste blasonate in proiezione del futuro dei piloti in ambito professionistico. Il campionato gode di una buona visibilità, le gare sono molto equilibrate e mi auguro che l'organizzazione, davvero eccellente, riesca a mantenere questo format e questo livello di costi». Ma la truppa italiana che partecipa alla serie ideata da Jesus Pareja è completata anche da cinque piloti spesso e volentieri tra i protagonisti: Matteo Torta, compagno di colori di Alex Fontana nel team Corbetta, ed il poker di piloti targati RP Motorsport formato da Niccolò Schirò, David Fumanelli, Matteo Beretta e Matteo Davenia. «È un campionato molto interessante e competitivo - sostiene Matteo Torta - che permette di confrontarsi anche con piloti che vantano già un buon bagaglio di esperienza e che diventano un valido parametro di confronto per verificare le proprie prestazioni soprattutto su molte piste difficili ed interessanti. È una serie in crescita come testimonia anche l'ingresso del team Corbetta, ma purtroppo in Italia non è molto seguita e vanta uno scarso appeal». L'equilibrio in campionato lo si nota anche scorrendo la classifica parziale che vede al comando il ticinese Alex Fontana, pilota proprio del team Corbetta, che dopo gli eventi di Valencia, Magny-Cours e Spa-Francorchamps guida la classifica generale forte anche del successo ottenuto in gara-2 sul prestigioso tracciato delle Ardenne e dei piazzamenti a podio ottenuti nelle tappe di Valencia e a Magny-Cours. Alle sue spalle un gruppetto di avversari molto agguerriti racchiusi in fazzoletto di punti: il brasiliano Fabio Gamberini (Team Motul West Tec) vincitore di gara1 a Spa, il danese Johan Jokinen (Team Top F.3) che ha aperto la stagione con il successo di gara-1 a Valencia, lo spagnolo Victor Correa (Team West Tec) vincitore a Magny-Cours in gara-1 ed il transalpino William Vermont (Team Top F.3) che chiude la provvisoria top five. Maurizio Rigato 49 Cayman by Starcars Il suo obiettivo è l’Europa l team romano Starcars continua a credere nelle doti della Porsche Cayman e rilancia il programma GT4 già avviato nel 2010. La struttura diretta da Maurizio Pitorri ha deciso di puntare ancora sulla berlinetta di Stoccarda per una partecipazione nel Campionato Italiano GT e nell'Europeo GT4. L'elemento chiave di questo rinnovato impegno è la collaborazione con Antonelli Motorsport - un nome che I 50 non ha bisogno di presentazioni - cui è stato demandato il compito di far evolvere in maniera piuttosto radicale una vettura che lo scorso anno era per forza di cose partita dalla configurazione Targa Tricolore Porsche. Logico pertanto aspettarsi un salto di qualità, che è arrivato in primavera inoltrata quando la Cayman GT4 versione 2011 "Evo 1" ha mosso i primi passi, dopo aver effettuato dei test al banco. Il battesimo della vettura è avvenuto alla vigilia della seconda prova dell'Italiano GT a Misano Adriatico. Presenti il team al completo, il preparatore Antonelli e tutti i piloti: Angelo Brambati e Vincenzo Donativi, che formano l'equipaggio per l'Italiano GT, e Andrea Gagliardini, che nell'Europeo correrà in coppia con lo stesso Antonelli. Tutti conduttori esperti del mondo delle GT e anche della realtà Porsche. «Rispetto alla configurazione 2011 - spie- sto, in passato, uno dei punti critici del te- con l'aggiunta di una barra stabilizzatrice ga Antonelli - sono molti i punti rivisitati: laio. Con gli ultimi interventi la vettura mutuata dalla 997 GT3 Cup versione ‘09. analizzando la scocca del 2010, ci siamo dovrebbe aver guadagnato in stabilità e Al posto del classico cambio ad H di serie c'è ora un sequenziale sei marce sforzati di migliorare lo spazio vitale, allon- in precisione di guida. tanando ad esempio la parte laterale del Gommatura e cerchi non variano rispet- Sadev modello SL-90 con differenziale roll bar dal braccio sinistro del pilota, per fa- to al 2010: 9x18 davanti, 10x18 dietro autobloccante a lamelle. Nuovo il volano, cilitare le manovre e per aumentare la si- con gomme Michelin 246418 (anteriori) rivisto in generale il motore 6 cilindri curezza. Contemporaneamente abbiamo e 246518 (posteriori). Uno sviluppo mi- boxer plurivalvole da 3397cc, la gestione elettronica è stata aggiormirato ad ottimizzare la nata, con un impianto d'idistribuzione dei pesi, col La romana Starcars ha preparato niezione EFI Euro 4, a sedile posizionato ora più due sonde Lambda e tutin basso e più indietro». un'interessante evoluzione della Cayman GT4. ti i variatori di distribuIl progetto principale del L'obiettivo è di proporla anche in Europa. zione attivi. Rifatti gli alroll bar è della Sassa, con beri a camme, che hanno la supervisione di Antonelli. La scocca è stata irrobustita, soprat- rato è stato condotto sulle sospensioni ora punteria meccanica al posto della tutto nel posteriore dove, a causa della che adottano ammortizzatori Sax: tutto punteria idraulica, riprogettata la cassa presenza del vano motore e della zona di l'avantreno è ora quello della 997 GT3 d'aspirazione e sostituite le vecchie bielle accesso superiore e laterale, l'insieme ri- Cup 2011, mentre posteriormente la so- e volano con particolari più adatti all'imsultava un po' "slegato": era proprio que- spensione ha punti di attacco modificati, piego agonistico. Si calcola che i cavalli 51 SPORT & GT siano circa 370 a 7300 giri (ben 35 in più rispetto alla Cayman GT4 2010), con una coppia massima di 38 kg a 6000 giri. Il raffreddamento, che avviene tramite uno scambiatore acqua olio, è a tre radiatori, per un totale di 25 litri di acqua e 9 di olio. Potenziati i freni, a doppia pompa regolabile (anteriori da 380 mm, posteriori da 330 mm), mentre le pinze hanno sei pompanti anteriormente e quattro posteriormente. Con le portiere in carbonio, la Cayman Cup Evo 1 pesa 1080 chili (1100 chili da regolamento GT4). Dal punto di vista aerodinamico, alla presentazione di Misano la Evo 1 sfoggiava un vistoso spoiler posteriore, concesso da una deroga del campionato italiano (prevista anche per la Ginetta G50), mentre nelle gare dell'europeo l'aspetto della carrozzeria dovrà restare quello di serie. La vettura, la cui domanda di omologazione è stata sottoposta alla FIA, ha iniziato intanto a gareggiare nell'Italiano GT, per la cui partecipazione era sufficiente la richiesta inoltrata alla stessa Federazione internazionale. Alcuni particolari non hanno trovato ancora la loro configurazione finale, come ad esempio la presa d'aria del motore, at- 52 tualmente in alluminio. «La realizzeremo in carbonio - spiega Antonelli - solo quando ne avremo studiato la forma definitiva, dal momento che la fabbricazione di un particolare in materiale composito esige uno stampo specifico, che ha ovviamente un certo costo; non sarebbe una mossa intelligente sprecare risorse in un master senza avere prima sperimentato varie soluzioni». L'obiettivo a breve termine è quello di far crescere la Cayman Evo 1, compien- do il maggior numero di chilometri e raccogliendo quante più informazioni possibile. Un secondo esemplare, ancora da portare alle specifiche Evo 1, è a disposizione del team di Pitorri. «Un punto di forza della vettura - osserva Antonelli - è certamente la grande maneggevolezza, mentre i nostri concorrenti, a livello europeo, hanno più potenza, grazie anche a motori con cilindrate maggiori, che danno un numero di cavalli a cui noi forse non potremo avvicinarci. In ogni caso, già dall'ultima gara di campionato 2010 a Magny Cours avemmo modo di vedere che pur con un mezzo ancora poco evoluto non eravamo poi lontanissimi dai primi, perché il telaio, comunque valido nonostante la mancanza di messa a punto, ci permetteva di essere veloci in curva contenendo il gap dagli avversari, soprattutto Aston Martin e Mazda». A più lungo termine la Starcars vorrebbe diventare il referente nella diffusione delle Cayman GT4. Se i risultati arriveranno, il binomio Starcars-Antonelli spera di poter mettere a disposizione di altre squadre un "pacchetto" GT4 per la Cayman. Quella che correntemente viene considerata la "sorella povera" della 911, ha in realtà un grande potenziale, anche in virtù di una configurazione meccanica particolarmente favorevole. Dopo aver sorpreso tutti con la scommessa vinta della Targa Tricolore Porsche, la Cayman cerca un futuro in Europa. D.T. Nuova Giulietta Linea nuova, spirito antico uando ti affibbiano un nome famoso e, per di più, appartieni ad una nobile casata … beh, per te la vita non sarà mai facile. Sei sempre sotto esame, con l'aggravante che dovrai dimostrare continuamente di essere degno di portare quel nome che non ti saresti mai sognato di scegliere, foss'altro per vivere più tranquillo. Ciò vale anche per un'auto, specie se sei una Alfa Romeo e ti battezzano Giulietta. Già, come la nonna buonanima che ha fatto battere tanti cuori alla fine degli anni Cinquanta! Certo, nessuno protende dalla giovane berlina di essere un clone dell'antenata i tempi sono cambiati, gli italiani sono cambiati - ma di riproporne per così dire lo spirito … ebbene, su questo nessuno è disposto a transigere! E la neo Giulietta non tradisce. Stile sobrio, personalità forte, interni sportivi, posto guida adeguato alle necessità di un pilota, ma anche di una mamma che la usa per diporto. E un telaio all'altezza Q della fama, un inserimento in curva da primato, un motore turbodiesel multijet da 150 cavalli, che grazie all'opzione DNA permette di viaggiare in relax o di scaricare a terra la potenza con un brio che fa pensare a una potenza maggiore. Eppure, Giulietta edizione 2011 non è - e non potrebbe esserlo - quella vettura sportiva e cattiva, quasi spartana, che era l'antenata di oltre 50 anni fa. Per capire le differenze e il salto tecnologico basta calarsi nell'abitacolo di una Giulietta Ti del 1957 della Scuderia del Portello, scendere in pista e confrontarsi in una sfida tutta Alfa sulla pista di Monza. Per un pilota moderno, è incredibile come da un quattro cilindri di appena 1,3 litri e con un solo carburatore, si potessero tirare fuori ben 90 cavalli. Il cambio al volante è a quattro marce, i freni a tamburo col pedale che dopo un po' diventa lungo e la staccata un optional. Eppure ... osservando quello scudetto sul frontale, gli spazi interni, il bagagliaio enorme per l'epoca (e ancora oggi per molte concorrenti) capisci che chi aveva disegnato Giulietta mezzo secolo fa aveva in mente l'auto del futuro. Ci sono soluzioni ancor'oggi valide, come il motore longitudinale compatto che lasciava al meccanico tanto spazio nel vano per lavorare con un certo agio. La tenuta di strada, saltando sui cordoli di Monza, è ancora valida, nel senso che le sospensioni fanno il loro dovere pur caricando molto in curva. Comunque, anche la vettura 2011, grazie allo schema delle sospensioni, ha quel qualcosa di grintoso e sportivo che ti aspetti da un'Alfa Romeo, specie da una Giulietta. Sono cambiati i tempi, manca l'impegno agonistico in pista che ci starebbe bene per questa vettura, ma il fascino, lo stile e l'innovazione sono rimaste intatte. Forse, con Giuletta 2 non sarà amore a prima vista, ma è un amore che cresce giorno dopo giorno, per poi scoprire che non ne puoi più fare a meno. Agnese Piazzalunga 53 STORICHE In gara, ma... nessuno se n’è accorto i fa presto a dire storico. Uno si guarda attorno e poi scopre che la Giulietta Ti del 1957 è più vecchia di te. E sedendosi nell'abitacolo, scopre come si guidava una volta. Volante grosso, cambio a leva attaccato dietro, chiavetta d'accensione in un angolo, freno con pedale piccolino e tamburi. Caspita, eppure guidavano e andavano anche forte con 'ste cose qua. Bel coraggio, ma soprattutto bei piedoni. Grazie alla Scuderia del Portello, portiamo in gara a Monza una vettura storica, da trattare con cura come si fa con le signore di prestigio. E così, messo al volante, inserita la marcia, ecco il primo inghippo: resta collegato il clacson e così tutti si voltano a salutare. Figuraccia porca, nella corsia dei box rimettiamo in folle e nessuno ci riconosce, ma appena si rimette la prima, è uno strombettio unico. Lungo la pista i commissari salutano divertiti, agitano la mano, sventolano bandiere (bianche per lo più…) e mentre cerchiamo di far capire che si è incastrato il tutto, a bordo pista sono convinti che ci sia uno sposalizio con macchine al seguito. Per fortuna nessuno se ne accorge che sotto al casco si è diventati più rossi del casco stesso. S Ma intanto, fra una figuraccia e l'altra, proviamo a tirare il mostro a disposizione. Romba da paura, vibra che sembra un airbus 380 in decollo, ma quando si tratta di frenare alla prima pestata va tutta di lato, molli il freno e si imbambola. Ossignur, e qua come ne esco? «Lascia stare, è fatta così, non tocchiamo nulla» dice Marco Cajani, presidente della Scuderia del Portello. Lasciamo stare e cominciamo la gara. Pronti, via, partenza lanciata. Il nostro rivale numero 1, Giulio Beretta (Mr Simpatia e sportività, grande personaggio) si invola, noi tiriamo la staccata. Si fa per dire. Prima della Parabolica ci sono due o tre macchine dietro di noi che cominciano a spazientirsi, uno gesticola, manda al diavolo chi scrive al che, visto che manca poco al via, tiro giù il finestrino, agito la mano e faccio presente che più di così non va e di passare pure. Detto fatto, alla prima curva siamo già belli che soli, ma la staccata con la macchina dei pompieri da un lato e quella medica dall'altra non ce la toglie nessuno! Quelli della Cea si arrendono alla prima chicane, parcheggiano, e siamo soddisfatti: almeno loro non ci hanno tamponati! Ma sono quelle carogne dei medici, con tanto di lampeggiante blu acceso, che provano a infilarmi in staccata alla Roggia e alla Ascari. Ora, va bene tutto, ma doversela vedere con le auto di servizio è dura. Alla fine l'abbiamo vinta: si fermano anche i medici e siamo soli. Al punto da sentire lo speaker, Gigi Vignando, urlare mentre passiamo davanti al box: «Ma ditegli di mettere la seconda, quello fa tutto in prima!» e vediamo le risate dei commissari a bordo pista. Ora, la marcia inserita era la quarta, la velocità di punta è stata di 118,6 km/h in staccata (con una punta di 126 all'ora della mia coequippier Agnese Piazzalunga, scia e vento a fa- 54 vore…) e il contagiri segnava quasi 7 mila giri al minuto. Ma poco da fare: alla prima chicane vedo il fotografo, Massimo Campi, guardarmi compatito: gli faccio segno che più di così non va e lui scuote il capo. Per fare delle foto in movimento è stato costretto a correre lungo il circuito. Vabbè, poi alla fine, complici i ritiri (altrui) e la generosità del Portello, si porta a casa una coppa come secondo di classe, Agnese vince la Lady Cup Giulietta e alla fine siamo tutti contenti. La nostra Ti del 1957 è ancora intera, bella nel suo colore azzurro. Noi siamo ancora qui a raccontarla: se non fosse stato per quel clacson incastrato… Paolo Ciccarone PRODUZIONE Montecarlo BRC V12 GPL Un colpo d’ala per l’ambiente l salone Automotoretrò di Torino è stata presentata la prima GT ecologica: la Montecarlo BRC V12 a GPL, frutto dell'accordo tra la Montecarlo Automobile di Fulvio Maria Ballabio e la BRC, azienda leader a livello mondiale nell'allestimento di autovetture a propulsioni alternative GPL e metano, che quest'anno organizza anche la Kia Green Scout Cup con le Venga a GPL. La supercar ha un telaio in fibra di carbonio realizzato a Novara dallo specialista svizzero Gugliemo Bellasi, ex-pilota e costruttore della F.1 portata in gara dal connazionale Silvio Moser nel 1970 e '71. L'intenzione è quella di dar vita a una piccola serie per un trofeo monomarca nell'ambito del campionato Fia Alternative Energies Cup e prendere parte al rinato Giro d'Italia automobilistico, che si disputerà il prossimo ottobre. Dal punto di vista tecnico, la GT ecologica pesa 1150 chili ed è spinta da un Bmw V12 monofuel GPL (che può essere trasformato bifuel) utilizzando il sistema messo a punto dalla BRC. Per la messa a punto del propulsore, che eroga 600 CV, è stata chiesta una consulenza alla Oral A 56 Engineering di Mauro Forghieri. Il primo esemplare esposto a Torino, aveva una livrea tricolore in omaggio al 150° dell'unità d'Italia. È stata preparata anche una versione stradale di questa supercar "ecoracing street legal", l'Ala 50 ed è allo studio anche la versione Targa, denominata Beau Rivage, per la quale potrebbe esserci addirittura un motore Rolls Royce fornito dal concessionario di Monaco, che verrebbe dotato del sistema BRC per GPL. In totale si vorrebbero produrre venticinque esemplari, un numero molto ambizioso considerando il periodo di crisi economica attuale e il fatto che il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 300mila euro. La Montecarlo BRC V12 GPL, sfrutta il know-how della Montecarlo Quadrifuel a motore Alfa Romeo V6 3.000 24 valvole, che Fulvio Maria Ballabio ha presentato nel 2010, e che ha ottenuto nella Fia Alternative Energies Cup, un primo posto nella classe vetture a metano, con i piloti Massimiliano Sorghi e Fulvio Ciervo. Come si è arrivati alla presentazione di questo nuovo progetto? Vale la pena ripercorrere la storia della Montecarlo Automobile e del suo fondatore, Fulvio Maria Ballabio. Il suo curriculum automobilistico include esperienze in tutte le categorie più importanti. Dopo aver corso nel motocross e nell'enduro, passa alle auto nei rally, per poi debuttare con le formule minori. A seguire, F.3, F.2, Prototipi e i test con la Spirit di F.1, prima di dedicarsi alla F.Indy e ai motoscafi Offshore. Nel corso della sua carriera cambia la licenza italiana per quella monegasca, dandosi l'obiettivo di creare una scuderia e una casa automobilistica che abbiano i natali nel Principato di Monaco. Il primo traguardo lo taglia nel 1986, quando si schiera in pista con la Montecarlo GP di F.3000 dell'Écurie Monaco a Imola con livrea rigorosamente bianca e rossa. La monoposto era la Dywa completamente rivista nell'aerodinamica. Il secondo obiettivo invece lo raggiunge nel 1990, a conclusione di un progetto nato nel 1983, quando presenta ufficialmente la Montecarlo Automobile e il modello Centenaire, una supercar in carbonio in versione coupé e Targa con motore Lamborghini rivisto PRODUZIONE dall'ingegner Carlo Chiti. Ne vengono realizzati e venduti alcuni esemplari. Questa vettura viene ribattezzata Mig nel 1993 per partecipare alla 24 Ore di Le Mans, nell'ambito di una partnership con esponenti georgiani della celebre casa produttrice di aerei militari, tanto che alla conferenza stampa interviene Eduard Shevardnadze, ex-Ministro degli Esteri sovietico con Gorbaciov, e futuro Presidente della Repubblica di Georgia nel '95. La vettura con motore Lamborghini affidata a Consonni/Honegger/Renault passa le pre-qualifiche di maggio, ma con il Motori Moderni e una trasmissione problematica non ripete l'exploit e non si qualifica per la corsa di durata. Alla fine di quello stesso anno però, la vettura in configurazione originaria e livrea nera, ottiene il quarto posto di classe nella 6 Ore di Vallelunga affidata a Ballabio, Consonni e Daccò. Nel 1996 il controllo della Montecarlo Automobile viene ceduto alla casa francese Aixam, produttrice di microcar, impegnata anche nel Trofeo Andros e nella Parigi-Dakar con il marchio Mega. Nasce la Mega Montecarlo Automobile con motore Mercedes V12 e design completamente nuovo, che viene esposta al Salone di Ginevra. Si profila uno sviluppo nelle competizioni, ma proprio in seguito alle difficoltà nel realizzare il programma racing, la casa rinuncia al progetto. La "palla" torna quindi a Ballabio, che nel 2005 espone la Centenaire al Salone Top Marques nello stand del marchio Montecarlo Marine e contemporaneamente lavora al rilancio della Casa automobilistica con una nuova macchina. Dal 1983 al 2008 sono passati venticinque anni, e allo stesso tempo si festeggia il 50° compleanno di Alberto di Monaco. Una doppia ricorrenza che Ballabio decide di celebrare con la creazione dell'Ala 50, la nuova supercar di Montecarlo Automobile, sempre con telaio in fibra di carbonio realizzato dallo specialista Bellasi e un V8 di derivazione Audi, da produrre in piccola serie e far correre anche nelle competizioni. Un anno dopo, a Stresa, in occasione della tappa del Mondiale Offshore, Ballabio ha pronta la versione stradale dell'Ala 50, nella tonalità azzurro Italia e mostra anche il prototipo da corsa in livrea nera ribattezzato Ecotec, profondamente diverso dall'Ala 50 dato che adotta un motore Alfa Romeo 3.000 V6 24 valvole ad alimentazione alternativa trifuel: GPL, bioetanolo e benzina verde. Nel 2010 questa vettura laboratorio, dotata di sistema kers, diventa quadrifuel con l'aggiunta della propulsione a metano. Questa GT ecologica sviluppa una potenza di oltre 350 CV per un peso intorno ai 900 chili e viene presentata in occasione dell'evento Fia a Cernobbio, ai presidenti Fia Jean Todt e Aci Enrico Gelpi, dopo che il programma era stato preventivamente sottoposto a Bruno Moretti, presidente della Sottocommissione Csai Energie Alternative. La scelta dell'affidabile motore Alfa è un omaggio alla casa di Arese all'approssimarsi del centenario della fondazione. Diverse test vengono svolti a Monza da Ballabio, Consonni e dall'ex-pilota di F.1 Rupert Keegan. Saranno, invece, i piloti Massimiliano Sorghi e Fulvio Ciervo - come già anticipato prima - a portare in gara la Montecarlo Quadrifuel nella FIA Alternative Energies Cup, ottenendo un primo posto di classe nella categoria Metano. C.A. 57 PITSTOP Nel 2012 arriva la nuova F. Renault 3.5 L'anno prossimo la F. Renault 3.5 proseguirà la sua serie con una nuova monoposto, evoluzione di quella attuale, realizzata in collaborazione con Dallara, e dotata di un motore da 530 CV progettato con Zytek Motorsport. Nuove anche la gomme Michelin che contribuiranno a farne una monoposto più veloce di due secondi al giro rispetto all'attuale, ma con costi di gestione quasi uguali. Progettata con Dallara nel 2005, la F.Renault 3.5 ha subito una prima evoluzione nel 2008 e adesso si prepara al- lo step successivo previsto nel 2012. Per controllare i costi, Renault Sport Technologies e Dallara hanno scelto di evolvere la vettura attuale, siglata T08, con un kit che comprende una diversa aerodinamica, con nuove ali anteriori e posteriori, che permetterà di gua- dagnare il 34% in più d'appoggio. Rivista al 60%, la F.Renault 3.5 sarà spinta da un nuovo motore V8 di La RCZ protagonista alla 24 Ore del Nürburgring La RCZ 2.0 HDi FAP® iscritta dal team Peugeot RCZ Nokia per l'equipaggio Michael Bohrer - Stéphane Caillet - Jürgent Nett ha vinto la classe alla 39esima edizione della 24 Ore del Nürburgring disputata nell'ultimo week-end di giugno. La vettura del Leone è stata classificata al 54esimo posto, su quasi 250 partenti. La gara della seconda RCZ si è, invece, interrotta alla sei del mattino di domenica. La 24 Ore tedesca si disputa sul tracciato noto come Nordschleife di 25 chilometri e con oltre 170 curve, ognuna diversa per raggio, inclinazione e pendenza. Per la difficoltà della pista e per il fatto che si snoda nel cuore di una foresta, è soprannominata "Inferno verde". Arriva la Wolf GB08S Mugen per la salita La nuova Wolf GB08S, versione della GB08 CN2 plurivittoriosa in circuito, è oggi disponibile per le gare in salita. Il primo esemplare ha debuttato alla Rieti-Terminillo, settimo appuntamento del Campionato Italiano Velocità Montagna, affidata a Giovanni Cassibba, il primo ad entrare in possesso di questo nuova Sport. La Wolf GB08S riprende i concetti della "pistaiola" GB08, tra cui la fornitura ai 58 clienti di una vettura completa, nel caso specifico, di acquisizione dati, sensoristica, motore V8 3000cc preparato, cambio al volante, controllo di trazione e launch control ad un prezzo di vendita molto interessante pari a 180mila euro, iva esclusa. Il calendario 2012 della F1 La Federazione internazionale ha diffuso il calendario del campionato 2012 di F1, che prevede 21 gare. Il Bahrein aprirà la stagione l'11 marzo e sarà seguito dal GP d'Australia il 18 marzo e dal GP di Malesia il 1° aprile. Si andrà, poi, in Cina l'8 aprile e in Corea il 22 aprile. Il GP della Turchia aprirà la stagione in Europa il 6 maggio, seguito dal GP di Spagna il 20 maggio e dal GP di Monaco il 27 maggio. Il 10 giugno trasferta per il GP del Canada ed a seguire il GP degli USA, disputato per la prima volta sul nuovo circuito di Austin, previsto per il 17 giugno. Ritorno in Europa per il GP di Valenza del 3396cc da 530 cavalli a 9250 tr/mn, cioè 50 cavalli di più del motore attuale, progettato specificatamente da Zytek Motorsport ed abbinato ad un cambio a sei marce ridisegnato con un nuovo carter ed un nuovo comando pneumatico. La più grande innovazione tecnica sarà, però, nella gestione dell'impianto elettrico, senza batteria grazie ad una nuova unità di controllo sviluppata in collaborazione con XAP Electronique. Infine, per agevolare i sorpassi, l'alettone posteriore sarà mobile come in Formula 1: dovrebbe permetterle di guadagnare 20 km/h in velocità di punta. 1° luglio e, poi, il 15 luglio, i team affronteranno il GP di Gran Bretagna seguito dal GP della Germania, il 29 luglio, e dal GP dell'Ungheria, il 5 agosto. Il 2 settembre tutti in Belgio e subito dopo, il 9 settembre, in Italia per il GP a Monza. La Formula 1 si trasferirà poi nuovamente in Oriente per il GP di Singapore del 30 settembre, cui seguiranno il GP del Giappone, in calendario il 14 ottobre, e il GP dell'India (28 ottobre). Chiusura della stagione di F.1 con il GP di Abu Dhabi dell'11 novembre e con il GP del Brasile del 25 novembre. Ma, se la Fia ha messo in calendario 21 gare, il suo presidente, Jean Todt, rispondendo ad una domanda di un giornalista, ha dichiarato che saranno disputati solo 20 GP l'anno prossimo, senza però rivelare quale Gran Premio dovrebbe essere cancellato. F.1: dai V4 al V6 ma solo nel 2014 Il Consiglio Mondiale della FIA ha votato a favore dei motori V6 turbo da 1,6 litri. Questa decisione è stata presa dopo il malcontento diffuso per il quattro cilindri previsto inizialmente, a cui solo la Renault era favorevole. Il nuovo motore sarà dotato di sistemi di recupero d'energia e sarà introdotto a partire dall'inizio della stagione 2014 del campionato del mondo di F1. PITSTOP Il Trofeo F. Junior diventa "Trofeo Sandro Corsini" L'Associazione Formula Junior e la Scuderia del Lario hanno raggiunto un accordo di collaborazione che segna un ritorno della compagine comasca nella categoria che l'ha vista protagonista per tanti anni e alla titolazione della serie in "Trofeo Sandro Corsini". La scelta è stata motivata dal fatto che Corsini, alfiere della Scuderia del Lario, è stato uno dei più validi esempi dello spirito che ha sempre contraddistinto la categoria. Figlio d'arte, (il padre e lo zio erano titolari di un'officina che realizzava monoposto di F. Monza prima, quindi di F.Panda), ha dimostrato il suo talento sia come pilota sia come costruttore. A tredici anni dalla scomparsa la sua memoria è ancora vivissima in tutti gli appassionati. La scuderia del Lario ha deciso di creare un montepremi da suddividere, al termine di questa stagione, tra tutti i piloti partecipanti al trofeo e iscritti alla propria scuderia. Il Fia GT3 per quest'anno rinuncia alla Russia L'appuntamento in Russia del Fia GT3 quest'anno salta perché il circuito di Smolensk, che avrebbe dovuto ospitarlo il 20 e 21 agosto, non ha potuto essere messo a norma Fia in tempo per problemi finanziari. "Abbiamo lavorato con i promotori russi per trovare una soluzione al problema," ha detto Stephane Ratel della SRO, che organizza il campionato, "ma alla fine abbiamo capito che non potevamo correre in Russia nel 2011. Continueremo a lavorare per andare in Russia in un prossimo futuro, probabilmente già nel 2012." Nuove configurazioni per le vetture GT Cup e GT3 Il Bureau permanente della Csai ha deciso le nuove configurazioni tecniche delle vetture partecipanti alla classe GT Cup, per il proseguo della stagione. Alla Ferrari F430 viene ridotto il peso da 1310 a 1280 chili, così come alla Porsche 997 GT3 Cup (anno di validità fino a 2009), che scende da 1165 a 1135 Kg. Anche la 997 GT Cup dotata delle modifi- che e di appendici aerodinamiche dell´ultima versione dimagrisce da 1200 a 1170 chili. Aumento di peso, invece, per la Lamborghini Gallardo (anno di validità fino al 2010) che passa da 1320 a 1350 chili, oltre all´obbligo di utilizzo di restrittori da 50 mm (anziché 53) e all´imposizione delle nuove altezze da terra: mm 80 (anteriore), mm 95 (posteriore). Morbidelli porterà al debutto l'Audi RS5 beneficenza che ha portato alla raccolta di circa 200.000 dollari. Singapore, uno dei concessionari Lamborghini di maggior successo, ha raccolto per la nuova Aventador un livello di ordini che copre il prossimo anno e mezzo. Con il più alto numero di consegne pro-capite, Singapore è uno dei mercati più importanti per Lamborghini. Fans Forum, la F1 incontra i tifosi Grazie ad un accordo di partnership con il gruppo bresciano Camozzi, l'Audi RS5 di Audi Sport Italia farà il proprio debutto con Gianni Morbidelli nelle ultime gare dell'anno. Nel frattempo il pilota avrà a disposizione la RS4, con cui ha già messo a segno in passato ben nove vittorie. Lamborghini alla conquista della Cina Automobili Lamborghini ha inaugurato un nuovo concessionario a Macao allargando così a quindici la rete dei suoi concessionari presenti nella Cina continentale. Nel 2010 sono state vendute 206 Lamborghini in Cina, con un incremento del 150% rispetto al 2009. Le consegne nella prima metà del 2011 hanno raggiunto le 138 unità, il 60% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si prevede un ulteriore incremento nelle vendite entro la fine di quest'anno, anche grazie alle prime consegne delle oltre 200 Aventador LP 700-4 già ordinate. Lamborghini ha inoltre festeggiato i dieci anni di presenza a Singapore con un evento celebrativo, organizzato da Lamborghini Singapore. Nel corso di questo evento esclusivo è stato presentato ufficialmente il nuovo modello di punta della Casa del Toro, la Lamborghini Aventador LP 700-4, ed è stata inoltre organizzata un'asta di La Fota, l'Associazione dei Team di Formula Uno, ha scelto la sede Pirelli di Milano per ospitare il prossimo appuntamento dell'evento Fans Forum che si svolgerà in occasione del GP d'Italia, la gara casalinga per il Gruppo italiano. Il Fans Forum avrà luogo mercoledì 7 Settembre, alle ore 17:00. All'evento interverranno alcuni tra i più importanti Team leader e piloti, tra cui Stefano Domenicali, Nico Rosberg, Jarno Trulli e Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli. Il Fans Forum è ideato per offrire agli appassionati un'occasione per entrare nel mondo della Formula Uno e dialogare da vicino con i protagonisti del massimo campionato automobilistico. Durante il Fans Forum i tifosi potranno porre domande, condividere opinioni e dare suggerimenti ai campioni e ai Team Principals della Formula Uno. Tutti gli appassionati sono invitati a prender parte al Forum, che sarà condotto in italiano (verrà fornito un servizio di traduzione simultanea in inglese). I biglietti gratuiti saranno assegnati fino ad esaurimento, in base ad un rigido ordine di arrivo. Ulteriori dettagli sulle modalità di prenotazione e sugli ospiti sono disponibili sulle pagine web Pirelli e Fota: www.pirelli.com/f1 e www.teamsassociation.org. 59 AUTO GP 6. Lancaster Jon (Supernova Racing) a 12"996; 7. Ceccon Kevin (Ombra Racing) a 15"404; 8. Tambay Adrien (Gravity - Charouz Dams) a 19"274; 9. Afanasiev Sergei (Dams) a 21"368; 10. Barba Marco (Campos Racing) 23"718; 11. Venturini Giovanni (Griffitz Durango) 24"905; 12. Cipriani Giuseppe (Griffitz Durango) a 44"451; 13. Di Sabatino Pasquale (TP Formula) a 2 giri; 14. Dracone Francesco a 7 giri Giro più veloce: Ceccon in 1'44"684 (media 115,45 km/h) CAMPIONATO ITALIANO FORMULA 3 Hungaroring, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Di Sabatino Pasquale Classifica: 1. Ceccon Kevin (Ombra Racing) 21 giri in 35'17"721 (media 156,32 km/h); 2. Tambay Alain (GravityCharouz Dams) a 49"547; 3. Venturini Giovanni (Griffitz Durango) a 53"185; 4. Onidi Fabio (Lazarus) a 54"288; 5. Afanasiev Sergei (Dams) a 55"084; 6. Gonzalez Rodolfo (Campos Racing) a 1'03"140; 7. Crestani Fabrizio (lazarus) a 1'03"634; 8. Di Sabatino Pasquale (TP Formula) a 1'08"779; 9. Mendez Bruno (Campos Racing) a 1'09"898; 10. Haryanto Rio (Dams) a 1'10"894; 11. Filippi Luca (Supernova Racing) a 1'15"708; 12. Dracone Francesco a 1'36"600; 13. Buttarelli Samuele (TP Formula) a 1 giro; 14. Bizzarri Stefano (Ombra Racing) a 1 giro; 15. Cipriani Giuseppe (Griffitz Durango) a 3 giri; RT Barba Marco (Campos Racing) a 14 giri Giro più veloce: Filippi Luca in 1'34"527 (media 166,84 km/h) Gara 2 Pole position: Di Sabatino Pasquale Classifica: 1. Afanasiev Sergei (Dams) 16 giri in 25'47"593 (media 162,96 km/h); 2. Filippi Luca (Supernova Racing) a 1"008; 3. Mendez Bruno (Campos Racing) a 16"694; 4. Tambay Alain (Gravity-Charouz Dams) a 17"175; 5. Haryanto Rio (Dams) a 18"912; 6. Onidi Fabio (Lazarus) a 21"364; 7. Venturini Giovanni (Griffitz Durango) a 29"651; 8. Di Sabatino Pasquale (TP Formula) a 33"023; 9. Barba Marco (Campos Racing) a 33"562; 10. Ceccon Kevin (Ombra Racing) a 34"335; 11. Bizzarri Stefano (Ombra Racing) a 41"898; 12. Dracone Francesco a 57"180; 13. Cipriani Giuseppe (Griffitz Durango) a 1'01"792; 14. Crestani Fabrizio (lazarus) a 1'20"291; 15. Gonzalez Rodolfo (Campos Racing) a 1 giro; 16. Buttarelli Samuele (TP Formula) a 3 giri Giro più veloce: Filippi Luca in 1'35"266 (media 165,55 km/h) Brno, 19 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Haryanto Rio in 1'42"985 (media 188,87 km/h) Classifica: 1. Filippi Luca (Supernova Racing) 17 giri in 33'48"741 (media 162,99 km/h); 2. Crestani Fabrizio (Lazarus) a 3"350; 3. Ceccon Kevin (Ombra Racing) a 3"995; 4. Lancaster Jon (Supernova Racing) a 4"963; 5. Di Sabatino Pasquale (TP Formula) a 30"279; 6. Haryanto Rio (Dams) a 34"955; 7. Buttarelli Samuele (TP Formula) a 36"422; 8. Afanasiev Sergei (Dams) a 37"358; 9. Cipriani Giuseppe (Griffitz Durango) a 54"192; RT Barba Marco (Campos Racing); RT Tambay Adrien (Gravity - Charouz Dams); RT Dracone Francesco; RT Venturini Giovanni (Griffitz Durango); RT Onidi Fabio (Lazarus); RT Mendez Bruno (Campos Racing) Giro più veloce: Lancaster Jon in 1'43"511 (media 187,91) Gara 2 Pole position: Afanasiev Sergei Classifica: 1. Buttarelli Samuele (TP Formula) 13 giri in 22'57"865 (media 183,51 km/h); 2. Haryanto Rio (Dams) a 2"318; 3. Filippi Luca (Supernova Racing) a 2"692; 4. Crestani Fabrizio (Lazarus) a 11"421; 5. Onidi Fabio (Lazarus) a 12"676; 60 Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Liberati in 1'30"998 (media 167,186 km/h) Classifica: 1. Liberati Edoardo (Ghinzani Arco Motorsport) 20 giri in 30'57"608 (media 163,798 km/h); 2. Lewis Michael (Prema Powerteam - E) a 2"605; 3. Campana Sergio (BVM) a 4"321; 4. Giovesi Kevin (Lucidi Motor Sports) a 9"902; 5. Jousse Maxime (BVM - E) a 11"329; 6. Regalia (Ghinzani Arco Motorsport - E) a 12"086; 7. Cheever Edwards (Lucidi Motor Sports - E) a 12"534; 8. Maisano Brandon (BVM - E) a 20"249; 9. Krohn Jesse (RP Motorsport) a 25"996; 10. Marciello Raffaele (Prema Powerteam - E) a 26"646; 11. Roda Andrea (Prema Powerteam) a 28"190; 12. Vecchi Federico (Line Race E) a 39"405; 13. Spiga Luca Marco (Ghinzani Arco Motorsport - E - Mygale M10 FPT) a 1'09"521; RT Guerin Victor (Lucidi Motor Sports - E) a 9 giri; RT Iaquinta Simone (ARM Competition E) a 14 giri; RT Mancinelli Daniel (RP Motorsport) a 19 giri Giro più veloce: Liberati in 1'31"973 (media 165,414 km/h) Gara 2 Pole position: Cheever Edwards Classifica: 1. Marciello Raffaele (Prema Powerteam - E) 19 giri in 29'41"149 (media 162,288 km/h); 2. Cheever Edwards (Lucidi Motor Sports - E) a 0"814; 3. Campana Sergio (BVM) a 7"532; 4. Regalia (Ghinzani Arco Motorsport - E) a 8"381; 5. Jousse Maxime (BVM - E) a 9"566; 6. Lewis Michael (Prema Powerteam - E) a 11"324; 7. Liberati Edoardo (Ghinzani Arco Motorsport) a 13"249; 8. Maisano Brandon (BVM - E) a 15"827; 9. Mancinelli Daniel (RP Motorsport) a 21"788; 10. Vecchi Federico (Line Race - E) a 26"395; 11. Iaquinta Simone (ARM Competition - E) a 31"365; 12. Guerin Victor (Lucidi Motor Sports - E) a 54"630; 13. Spiga Luca Marco (Ghinzani Arco Motorsport - E _ Mygale M10 FPT) a 59"225; 14. Giovesi Kevin (Lucidi Motor Sports) a 1'29"837; 15. Krohn Jesse (RP Motorsport) a 4 giri; RT Roda Andrea (Prema Powerteam) Giro più veloce: Campana in 1'32"545 (media 164,391 km/h) Tutti gli altri su Dallara F308 FPT CAMPIONATO ITALIANO F. ABARTH Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Barrabeig in 1'33"838 (media 162,126 km/h) Classifica: 1. Barrabeig Gerrad (BVM) 19 giri in 30'29"187 (media 158,026 km/h); 2. Sirotkin Sergey (Jenzer Motorsport) a 0"493; 3. Heche Michael (BVM) a 3"008; 4. Visoiu Robert (Jenzer Motorsport) a 3"482; 5. Kuroda Yoshitaka (Euronova Racing) a 6"806; 6. Camplese Lorenzo (BVM) a 12"200; 7. Ghiotto Luca (Prema Powerteam) a 15"037; 8. Zonzini Emanuele (Composit Motorsport) a 15"567; 9. Marasca Mario (BVM) a 18"163; 10. Agostini Riccardo (Villorba Corse) a 21"170; 11. Orsini Dario (JD Motorsport) a 24"745; 12. Roda Giorgio (Cram Competition) a 44"988; 13. Gomez B. Samin (Eurointernational) a 45"468; 14. "Vicky" (Prema Powerteam) a 56"331; 15. Brena Alessandra (Euronova Racing) a 1'06"699; 16. Foglia Lorenzo (Island Motorsport) a 1'30"082; 17. Sofyan Dustin (Eurointernational) a 2 giri; RT Spavone Antonio (JD Motorsport) a 9 giri; RT De Beer Shane Romain (Sc. Victoria World); RT Costa Nicolas (Cram Competition); SQ Niederhauser Patric (Jenzer Motorsport) Giro più veloce: Heche in 1'35"421 (media 159,437 km/h) Gara 2 Pole position: De Beer Shane Classifica: 1. Visoiu Robert (Jenzer Motorsport) 19 giri in 30'35"252 (media 157,503 km/h); 2. De Beer Shane Romain (Sc. Victoria World) a 0"455; 3. Ghiotto Luca (Prema Powerteam) a 11"687; 4. Kuroda Yoshitaka (Euronova Racing) a 14"966; 5. Sirotkin Sergey (Jenzer Motorsport) a 18"807; 6. Costa Nicolas (Cram Competition) a 20"656; 7. Sofyan Dustin (Eurointernational) a 22"387; 8. Niederhauser Patric (Jenzer Motorsport) a 23"265; 9. Zonzini Emanuele (Composit Motorsport) a 24"470; 10. Heche Michael (BVM) a 29"329; 11. Marasca Mario (BVM) a 29"589; 12. Agostini Riccardo (Villorba Corse) a 29"735; 13. Orsini Dario (JD Motorsport) a 35"296; 14. Roda Giorgio (Cram Competition) a 40"142; 15. "Vicky" (Prema Powerteam) a 42"092; 16. Gomez B. Samin (Eurointernational) a 43"651; 17. Brena Alessandra (Euronova Racing) a 58"209; 18. Foglia Lorenzo (Island Motorsport) a 1'12"869; 19. Spavone Antonio (JD Motorsport) a 4 giri; 20. Camplese Lorenzo (BVM) a 6 giri; RT Barrabeig Gerrad (BVM) a 11 giri Giro più veloce: De Beer Shane Romain in 1'35"583 (media 159,166 km/h) F.RENAULT 2.0 ALP Spielberg, 12 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Mckee in 1'30"348 (media 172,07 km/h) Classifica: 1. Mckee Melville 14 giri in 26'52"150 (media 135,01 km/h); 2. Chatin Paul-Loup a 1"759; 3. Zimmer Yann a 3"363; 4. Hansen Timmy a 3"547; 5. Riberas Alex a 5"104; 6. Gilardoni Kevin a 6"419; 7. Gibbin Federico a 9"121; 8. Colombo Stefano a 9"391; 9. Jager Thomas a 19"517; 10. Mavlanov Roman a 22"905; 11. Marcellan Cristiano a 23"115; 12. De Zen Giada a 24"127; 13. Rocca Nicolò a 25"283; 14. Demoustier Gregoire a 25"582; 15. Calamia Mauro a 26"892; 16. Cougnaud Alexandre a 28"106; 17. Ghirelli Edolo a 30"522, 18. Gobbo Patrick a 31"086; 19. Mesny Amir a 31"896; 20. Ghirelli Vittorio a 35"155; RT Von Grunigen Christof a 10 giri; RT Tarancon Javier a 12 giri Giro più veloce: Mckee Melville in 1'31"449 CLASSIFICHE FIA GT1 WORLD CHAMPIONSHIP Gara 2 Classifica: 1. Hansen Timmy 16 giri in 26'47"856 (media 154,70 km/h); 2. Zimmer Yann a 2"510; 3. Chatin Paul-Loup a 3"054; 4. Tarancon Javier a 4"638; 5. Gilardoni Kevin a 5"271; 6. Colombo Stefano a 7"010; 7. Marcellan Cristiano a 14"514; 8. Ghirelli Vittorio a 18"926; 9. Ghirelli Edolo a 18"984, 10. Calamia Mauro a 21"911; 11. Mavlanov Roman a 23"094; 12. Cougnaud Alexandre a 27"823; 13. Gibbin Federico a 28"245; 14. Mesny Amir a 34"890; 15. Gobbo Patrick a 40"066; 16. Demoustier Gregoire a 46"354; 17. Riberas Alex a 1'05"832; 18. Jager Thomas a 14 giri; 19. Mckee Melville a 2 giri; RT Rocca Nicolò a 3 giri; RT De Zen Giada Giro più veloce: Riberas Alex in 1'30"929 CHALLENGE F.RENAULT 2.0 Spielberg, 12 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Boffo Andrea in 1'33"413 (166,43 km/h) Classifica: 1. Boffo Andrea 16 giri in 25'14"727 (media 164,22 km/h); 2. Menchini Tommaso (E) a 1"800; 3. Del Val Nicola (E) a 8"526; 4. Mambretti Omar a 13"713; 5. Mancinelli Christian a 14"432; 6. Dorrbecker Luis Michael (J) a 17"692; 7. Defendi Luca (E/J) a 18"639; 8. De Val Stefano (E) a 31"483; 9. Taloni Simone (E) a 4 giri; NC Carballo Valeria Vanessa (E) Giro più veloce: Boffo Andrea in 1'33"790 Gara 2 Classifica: 1. Del Val Nicola (E) 16 giri in 25'23"282 (media 163,29 km/h); 2. Mancinelli Christian a 3"011; 3. Dorrbecker Luis Michael (J) a 4"866; 4. Menchini Tommaso (E) a 7"573; 5. Boffo Andrea a 12"174; 6. De Val Stefano (E) a 20"075; 7. Mambretti Omar a 20"964; 8. Defendi Luca (E/J) a 5 giri; NC Taloni Simone (E); NC Carballo Valeria Vanessa (E) Giro più veloce: De Val Stefano in 1'33"560 FORMULA JUNIOR 1.2 Varano, 12 giugno 2011 Classifica: 1. Visconti Marco (Reggiani) 20 giri in 27'04"423 (media 104,603 km/h); 2. Barletta Mirko (Barletta) a 1"211; 3. Scialpi Paolo (Essepi) a 10"537; 4. Calegari Riccardo (Silva) a 11"027; 5. Galli Massimo (Reggiani) a 29"384; 6. Co' Isacco (Covir) a 42"130; 7. Capella Andrea (Barletta) a 42"831; 8. Zecchetti Giuliano (Reggiani) a 43"440; 9. Bonatti Cristian (Covir) a 1'16"005; 10. Baglioni Alberto (ABR) a 1'17"171; 11. Galluzzi Andrea (Benvissuto) a 5 giri; RT Giordano Maurizio (Reggiani) a 16 giri Giro più veloce. Visconti in 1'16"057 (media 111,705 km/h) RACING FREE FORMULA PROMOTION Varano, 12 giugno 2011 Classifica: 1. Neri Mario 20 giri in 25'40"782 (media 110,281 km/h); 2. Tartari Davide a 3"325; 3. Cusi Corrado a 12"413; 4. Spadini Marco a 20"019; 5. Bassi Fabrizio a 20"566; 6. Moriggia Nino Filippo a 21"057; 7. Tomasini Andrea a 30"120; 8. Vannini Gabriele a 40"039; 9. Carrillo Marco a 1'02"090; 10. Ticchi Alberto a 1'06"592; RT Marcon Paolo a 15 giri Giro più veloce: Tartari in 1'15"795 (media 112,091 km/h) Giri più veloci: Y - Michelisz Norbert in 1'57"552 (media 134,16 km/h); Menu Alain in 1'57"992 (media 133,66 km/h) Silverstone, 5 giugno 2011 Qualifying Race Classifica. 1. Enge/Muller (Aston Martin DB9) 30 giri in 1h01'48"056 (media 171,6 km/h); 2. Krumm/Luhr (Nissan GTR) a 1"840; 3. Hezemans/Zuber (Corvette Z06) a 18"923; 4. Hughes/Bernoldi (Nissan GT-R) a 26"681; 5. Dusseldorp/Piccione (Aston Martin DB9) a 32"758; 6. Pastorelli/Schwager (Lamborghini Murcielago 670 R-S) a 55"936; 7. Ickx/Nygaard (Ford GT Matech) a 1'21"843; 8. Leclerc/Palttala (Ford GT Matech) a 1'41"562; 9. Enjalbert/Rossi (Corvette Z06) a 1'50"177; 10. Hohenadel/Piccini (Aston Martin DB9) a 1 giro; 11. Leinders/ Hennerici (Ford GT Matech) a 7 giri; NC Makowiecki/Martin (Ford GT Matech) a 18 giri; NC Basseng/Winkelhock (Lamborghini Murcielago 670 R-S) a 22 giri; NC Campbell-Walter/ Brabham (Nissan GT-R) a 29 giri; NC Mucke/Turner (Aston Martin DB9) a 29 giri; NC Westbrook/Dumbreck (Nissan GT-R) Giro più veloce: Enge in 2'00"583 (media 175,8 km/h) Championship Race Classifica: 1. Krumm/Luhr (Nissan GT-R) 28 giri in 1h00'27"957; 2. Enge/Muller (Aston Martin DB9) a 0"220; 3. Hezemans/Zuber (Corvette Z06) a 0"491; 4. Dusseldorp/ Piccione (Aston Martin DB9) a 2"417; 5. Basseng/Winkelhock (Lamborghini Murcielago 670 R-S) a 7"436; 6. Leinders/ Hennerici (Ford GT Matech) a 10"831; 7. Hughes/Bernoldi (Nissan GT-R) a 13"063; 8. Leclerc/Palttala (Ford GT Matech) a 24"117; 9. Ickx/Nygaard (Ford GT Matech) a 58"515; 10. Pastorelli/Schwager (Lamborghini Murcielago 670 R-S) a 3 giri; NC Makowiecki/Martin (Ford GT Matech) a 11 giri; NC Campbell-Walter/Brabham (Nissan GT-R) a 12 giri; NC Hohenadel/ Piccini (Aston Martin DB9) a 12 giri; NC Enjalbert/Rossi (Corvette Z06) a 12 giri; NC Mucke/Turner (Aston Martin DB9) a 18 giri; NC Westbrook/Dumbreck (Nissan GT-R) a 18 giri Giro più veloce: Krumm in 2'00"396 (media 176,1 km/h) Gara 2 Pole position: Bennani Mehdi Classifica: 1. Muller Yvan (Chevrolet Cruze 1.6T) 14 giri in 59'02"507 (media 62,28 km/h); 2. Huff Robert (Chevrolet Cruze 1.6T) a 3"631; 3. Tarquini Gabriele (Seat Leon 2.0 TDI) a 10"106; 4. Coronel Tom (Bmw 320 TC) a 11"699; 5. Monteiro Tiago (Seat Leon 2.0 TDI) a 22"995; 6. Engstler Franz (Y - Bmw 320 TC) a 23"070; 7. Villa Javier (Y - Bmw 320 TC) a 26"322; 8. O'Young Darryl (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 31"267; 9. Dahlgren Robert (Volvo C30) a 36"832; 10. Barth Fredy (Y Sunred SR Leon 1.6T) a 37"247; 11. Taniguchi Yukinori (Y Chevrolet Cruze 1.6T) a 43"609; 12. Dudukalo Aleksei (Y - Seat Leon 2.0 TDI) a 1'34"238; 13. Nykjaer Michel (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 1 giro; 14. Bennani Mehdi (Y - Bmw 320 TC) a 1 giro; 15. Michelisz Norbert (Y - Bmw 320 TC) a 1 giro; RT Fabiani Fabio (Y - Bmw 320si) a 9 giri; RT Menu Alain (Chevrolet Cruze 1.6T) a 10 giri; RT Oriola Pepe (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 10 giri; RT Poulsen Kristian (Y - Bmw 320 TC) a 11 giri Giri più veloci: Y - Michelisz Norbert in 2'04"056 (media 127,13 km/h); Coronel Tom in 2'07"478 (media 123,72 km/h) Brno, 19 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Muller Yvan Classifica: 1. Huff Robert (Chevrolet Cruze 1.6T) 10 giri in 21'59"507 (media 147,41 km/h); 2. Muller Yvan (Chevrolet Cruze 1.6T) a 0"858; 3. Menu Alain (Chevrolet Cruze 1.6T) a 11"697; 4. Coronel Tom (Bmw 320 TC) a 13"026; 5. Poulsen Kristian (Y - Bmw 320 TC) a 13"772; 6. Dahlgren Robert (Volvo C30) a 14"353; 7. O'Young Darryl (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 21"288; 8. Michelisz Norbert (Y - Bmw 320 TC) a 21"584; 9. Villa Javier (Y - Bmw 320 TC) a 23"436; 10. Nykjaer Michel (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 23"731; 11. Bennani Mehdi (Y - Bmw 320 TC) a 24"146; 12. Monteiro Tiago (Sunred SR Leon 1.6T) a 27"624; 13. Oriola Pepe (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 29"796; 14. Dudukalo Aleksei (Y - Seat Leon 2.0 TDI) a 34"209; 15. Taniguchi Yukinori (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 34"828; 16. Engstler Franz (Y - Bmw 320 TC) a 39"038; 17. Sonderegger Urs (Y - Bmw 320 TC) a 1'08"893; NC Tarquini Gabriele (Seat Leon 2.0 TDI) a 4 giri; RT Barth Fredy (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 7 giri Giri più veloci: Huff Robert in 2'10"863 (media 148,63 km/h); Y - Michelisz Norbert in 2'11"797 (media 147,58 km/h) WORLD TOURING CAR CHAMPIONSHIP Hungaroring, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Menu Alain Classifica: 1. Menu Alain (Chevrolet Cruze 1.6T) 12 giri in 23'45"874 (media 132,63 km/h); 2. Michelisz Norbert (Y Bmw 320 TC) a 1"047; 3. Villa Javier (Y - Bmw 320 TC) a 17"383; 4. Huff Robert (Chevrolet Cruze 1.6T) a 17"983; 5. Muller Yvan (Chevrolet Cruze 1.6T) a 18"365; 6. Tarquini Gabriele (Seat Leon 2.0 TDI) a 18"780; 7. Monteiro Tiago (Seat Leon 2.0 TDI) a 19"374; 8. Barth Fredy (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 24"349; 9. Poulsen Kristian (Y - Bmw 320 TC) a 24"481; 10. Oriola Pepe (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 26"555; 11. Taniguchi Yukinori (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 35"306; 12. Engstler Franz (Y - Bmw 320 TC) a 36"399; 13. O'Young Darryl (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 43"368; 14. Nykjaer Michel (Y Sunred SR Leon 1.6T) a 44"247; 15. Bennani Mehdi (Y - Bmw 320 TC) a 46"490; 16. Dudukalo Aleksei (Y - Seat Leon 2.0 TDI) a 1'10"090; 17. Fabiani Fabio (Y - Bmw 320si) a 1'54"908; 18. Coronel Tom (Bmw 320 TC) a 3 giri; NC Dahlgren Robert (Volvo C30) a 7 giri Gara 2 Pole position: Nykjaer Michel Classifica: 1. Muller Yvan (Chevrolet Cruze 1.6T) 10 giri in 22'08"247 (media 146,44 km/h); 2. Coronel Tom (Bmw 320 TC) a 4"183; 3. Menu Alain (Chevrolet Cruze 1.6T) a 4"415; 4. Huff Robert (Chevrolet Cruze 1.6T) 5"033; 5. Nykjaer Michel (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 8"450; 6. Tarquini Gabriele (Seat Leon 2.0 TDI) a 9"118; 7. Villa Javier (Y - Bmw 320 TC) a 9"381; 8. Poulsen Kristian (Y - Bmw 320 TC) a 11"383; 9. Dahlgren Robert (Volvo C30) a 11"627; 10. Bennani Mehdi (Y - Bmw 320 TC) a 11"988; 11. Michelisz Norbert (Y - Bmw 320 TC) a 12"517; 12. Oriola Pepe (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 19"966; 13. Monteiro Tiago (Sunred SR Leon 1.6T) a 21"209; 14. Dudukalo Aleksei (Y - Seat Leon 2.0 TDI) a 22"252; 15. 61 CLASSIFICHE JS51 Honda - CN2) a 13 giri; RT Belotti Guglielmo (Wolf GB 08 - CN2) a 15 giri; RT Del Missier Luca (Ligier JS51 Honda - CN2) a 15 giri Giro più veloce: Francia in 1'34"243 (media 161,429 km/h) Taniguchi Yukinori (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 24"809; 16. Barth Fredy (Y - Sunred SR Leon 1.6T) a 3 giri; RT O'Young Darryl (Y - Chevrolet Cruze 1.6T) a 5 giri; RT Engstler Franz (Y Bmw 320 TC) a 9 giri; RT Sonderegger Urs (Y - Bmw 320 TC) Giri più veloci: Muller Yvan in 2'11"640 (media 147,75 km/h); Y - Nykjaer Michel in 2'11"866 (media 147,50 km/h) FIA GT3 EUROPEAN CHAMPIONSHIP Silverstone 4-5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Leo/Castellacci in 2'03"950 Classifica: 1. Leo/Castellacci (Ferrari 458 Italia) 28 giri in 1h00'40"783 (media 163,1 km/h); 2. Lesoudier/Martin (Aston Martin DBRS9) a 10"433; 3. Giauque/Parisy (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 14"187; 4. Sandstrom/Al Faisal (Bmw Z4 GT3) a 14"536; 5. Vos/den Boer (Bmw Z4 GT3) a 24"408; 6. Walter/ Hurtgen (Bmw Z4 GT3) a 25"095; 7. Kolen/Catsburg (Bmw Z4 GT3) a 25"193; 8. Cameron/Griffin (Ferrari 458 Italia) a 27"564; 9. Lambotte/Horsch (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 30"178; 10. Pirri/Lyons (Ferrari 458 Italia) a 31"891; 11. MayrMelnhof/von Thurn und Taxis (Lamborghini Gallardo LP600) a 32"153; 12. Baumann/Bosi (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 35"469; 13. Sladecka/Hirsch (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 44"685; 14. Demay/Lunardi (Audi R8 LMS) a 46"085; 15. Patterson/Osborne (Audi R8 LMS) a 51"477; 16. Eskelinen/ Nygaard (Ford GT) a 57"027; 17. Lappalainen/Heylen (Porsche 911 GT3 R) a 57"606; 18. van Splunteren/Soulet (Porsche 911 GT3 R) a 57"999; 19. Machitski/Kostka (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 59"264; 20. Ide/Franchi (Audi R8 LMS) a 1'07"243; 21. Brown/Bell (Audi R8 LMS) a 1'10"767; 22. Hirschi/Rossi (Audi R8 LMS) a 1'17"534; 23. Palttala/Lemeret (Ford GT) a 1'33"954; 24. Neuser/Andre (Audi R8 LMS) a 2'05"689; 25. Stovicek/Knoll (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 2'06"244; 26. Delhez/Enjalbert (Aston Martin DBRS9) a 2 giri; RT Brown/Geddie (Ferrari 458 Italia) a 15 giri Giro più veloce: Kolen in 2'05"682 (media 168,7 km/h) Gara 2 Pole position: Kolen/Catsburg in 2'03"042 Classifica: 1. Vos/den Boer (Bmw Z4 GT3) 27 giri in 1h00'57"286 (media 156,5 km/h); 2. Kolen/Catsburg (Bmw Z4 GT3) a 1"095; 3. Lesoudier/Martin (Aston Martin DBRS9) a 5"420; 4. Brown/Geddie (Ferrari 458 Italia) a 11"018; 5. Lambotte/Horsch (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 21"223; 6. Sandstrom/Al Faisal (Bmw Z4 GT3) a 21"924; 7. Demay/Lunardi (Audi R8 LMS) a 28"821; 8. Giauque/Parisy (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 30"415; 9. Sladecka/Hirsch (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 32"407; 10. van Splunteren/Soulet (Porsche 911 GT3 R) a 37"670; 11. Leo/Castellacci (Ferrari 458 Italia) a 46"718; 12. Lappalainen/Heylen (Porsche 911 GT3 R) a 47"195; 13. Eskelinen/Nygaard (Ford GT) a 57"279; 14. Patterson/Osborne (Audi R8 LMS) a 1'06"613; 15. MayrMelnhof/von Thurn und Taxis (Lamborghini Gallardo LP600) a 1'15"709; 16. Brown/Bell (Audi R8 LMS) a 1'29"121; 17. Machitski/Kostka (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 1'38"257; 18. Neuser/Andre (Audi R8 LMS) a 1'44"186; 19. Stovicek/Knoll (Mercedes Benz SLS AMG GT3) a 2'04"956; 20. Hirschi/Rossi (Audi R8 LMS) a 2 giri; 21. Cameron/Griffin (Ferrari 458 Italia) a 5 giri; RT Palttala/Lemeret (Ford GT) a 13 giri; RT Pirri/Lyons (Ferrari 458 Italia) a 23 giri; RT Delhez/Enjalbert (Aston Martin DBRS9) a 26 giri; RT Ide/Franchi (Audi R8 LMS); RT Baumann/Bosi (Mercedes Benz SLS AMG GT3) Giro più veloce: Kolen in 2'04"003 (media 171,0 km/h) INTERNATIONAL GT OPEN Spa-Francorchamps, 19 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Montermini Andrea in 2'42"759 Classifica: 1. Montermini/Moncini (Ferrari 458 Italia - SGT) 62 25 giri in 1h11'28"261 (media 147,0 km/h); 2. Ayari/Marroc (Ferrari 458 Italia - SGT) a 8"733; 3. Giammaria/Ramos (Ferrari 458 Italia - SGT) a 46"495; 4. Frezza/Lopez (Ferrari 430 GT2 SGT) a 47"424; 5. Gattuso/Bontempelli (Ferrari 458 GT3 - GTS) a 47"931; 6. Peter/Broniszewski (Ferrari 458 Italia - SGT) a 1'05"386; 7. Ceccato/Barba (Porsche 911 GT3 RSR - SGT) a 1'10"109; 8. De Castro/Camathias (Porsche 911 GT3 RSR - SGT) a 1'11"163; 9. Bizzarri/Rizzoli (Ferrari 458 GT3 - GTS) a 1'39"466; 10. Gruber/Seefried (Porsche 997 GT3 R - GTS) a 1'44"051; 11. Misslin/Ballay (Ferrari 458 GT3 - GTS) a 1'50"242; 12. Roda/ Babini (Porsche 997 GT3 R - GTS) a 1'56"114; 13. Wiser/Lancieri (Aston Martin DBRS9 - GTS) a 2'05"328; 14. Talkanitsa/ Talkanitsa Jr (Ferrari 458 Italia - SGT) a 2'18"686; 15. Rugolo/ Sdanewitsch (Ferrari 430 GT2 -SGT) a 2'39"921; 16. Genè/ Rosell (Sun Red - SGT) a 2'43"840; 17. Mantovani/Caccia (Ferrari 430 Scuderia - GTS) a 2'49"017; 18. Griffin/Gerber (Ferrari 430 GT2 - SGT) a 1 giro; 19. Kremer/Schmidt (Ferrari 430 Scuderia - GTS) a 1 giro; 20. Earle/Crespi (Ferrari 430 Scuderia GTS) a 1 giro; 21. Clement/Gache (Porsche 997 GT3 R - GTS) a 1 giro; 22. Schiatti/Ricci (Porsche GT3 Cup S - GTS) a 1 giro; RT Rangoni/Garofano (Ferrari 430 GT2 - SGT) a 11 giri Giro più veloce: Montermini in 2'46"972 (media 151,0 km/h) Gara 2 Pole position: Moncini Emanuele in 2'46"508 Classifica: 1. Frezza/Lopez (Ferrari 430 GT2 - SGT) 20 giri in 50'51"824 (media 165,2 km/h); 2. Peter/Broniszewski (Ferrari 458 Italia - SGT) a 7"356; 3. Rangoni/Garofano (Ferrari 430 GT2 - SGT) a 18"156; 4. Wiser/Lancieri (Aston Martin DBRS9 GTS) a 30"951; 5. Roda/Babini (Porsche 997 GT3 R - GTS) a 31"718; 6. Ayari/Marroc (Ferrari 458 Italia - SGT) a 32"529; 7. Griffin/Gerber (Ferrari 430 GT2 - SGT) a 40"110; 8. Ceccato/ Barba (Porsche 911 GT3 RSR - SGT) a 41"961; 9. Talkanitsa/ Talkanitsa Jr (Ferrari 458 Italia - SGT) a 52"333; 10. De Castro/Camathias (Porsche 911 GT3 RSR - SGT) a 53"134; 11. Rugolo/Sdanewitsch (Ferrari 430 GT2 -SGT) a 1'01"914; 12. Gruber/Seefried (Porsche 997 GT3 R - GTS) a 1'07"593; 13. Gattuso/Bontempelli (Ferrari 458 GT3 - GTS) a 1'17"945; 14. Giammaria/Ramos (Ferrari 458 Italia - SGT) a 1'18"022; 15. Misslin/Ballay (Ferrari 458 GT3 - GTS) a 1'18"219; 16. Bizzarri/Rizzoli (Ferrari 458 GT3 - GTS) a 1'38"322; 17. Earle/Crespi (Ferrari 430 Scuderia - GTS) a 2'05"589; 18. Genè/Rosell (Sun Red - SGT) a 2'19"583; 19. Clement/Gache (Porsche 997 GT3 R - GTS) a 1 giro; 20. Mantovani/Caccia (Ferrari 430 Scuderia GTS) a 1 giro; 21. Schiatti/Ricci (Porsche GT3 Cup S - GTS) a 1 giro; 22. Kremer/Schmidt (Ferrari 430 Scuderia - GTS) a 4 giri; EX Montermini/Moncini (Ferrari 458 Italia - SGT) Giro più veloce: Barba in 2'23"727 (media 175,4 km/h) CAMPIONATO ITALIANO PROTOTIPI Misano, 5 giugno 2011 Pole position: Francia Fabio in 1'33"318 (media 163,030 km/h) Classifica: 1. Francia Fabio (Osella PA21 Evo - CN2) 22 giri in 34'59"827 (media 159,394 km/h); 2. Bellarosa Ivan (Wolf GB 08 - CN2) a 20"126; 3. Uboldi Davide (M20 FC Honda CN2) a 30"887; 4. Diana Marika (Wolf GB 08 - CN2) a 33"349; 5. Romano Cataldo (Norma M20F - CN2) a 48"971; 6. Faccioni Jacopo (Osella PA 21 - CN2) a 51"308; 7. Faraonio Giovanni (Osella PA 21 J Honda - CN2) a 51"345; 8. Margelli Walter (Lucchini P07 - CN2) a 1'04"454; 9. Randaccio Ranieri (Lucchini - CN4) a 1'26"962; 10. Beltratti Antonio (Osella PA 21 J Honda - CN2) a 1'27"673; 11. Alberti Silvio (Lucchini CN4) a 1'36"548; 12. Vita Filippo (Ligier JS51 - CN2) a 1 giro; 13. Jacoboni Marco (Lucchini 07 AR - CN4) a 1 giro; 14. Castellano Giuseppe (Norma Bmw - CN4) a 1 giro; 15. Rinaldi Vito (Wolf GB 08 - CN2) a 1 giro; 16. Pizzuti Gianluca (Wolf GB 08 - CN2) a 1 giro; 17. Francisci Claudio (Lucchini - CN4) a 2 giri; 18. Siciliano Vincenzo (Ligier JS51 Honda - CN2) a 2 giri; RT Visconti Marco (Wolf GB 08 - CN2) a 11 giri; RT Deodati Manuel (Wolf GB 08 - CN2) a 12 giri; RT Falci Marco (Ligier Magione, 19 giugno 2011 Pole position: Francia Fabio in 1'07"112 (media 134,480 km/h) Classifica: 1. Francia Fabio (Osella PA21 Evo - CN2) 29 giri in 34'52"121 (media 125,103 km/h); 2. Uboldi Davide (M20 FC Honda - CN2) a 11"338; 3. Visconti Marco (Wolf GB 08 CN2) a 17"876; 4. Faraonio Giovanni (Osella PA21 J Honda CN2) a 20"624; 5. Randaccio Ranieri (Lucchini P2 07 Bmw CN4) a 20"957; 6. Bassi Alberto (Wolf GB 08 - CN2) a 23"909; 7. Belotti Guglielmo (Wolf GB 08 - CN2) a 26"630; 8. Beltratti Antonio (Osella PA21 J Honda - CN2) a 28"224; 9. Deodati Manuel (Wolf GB 08 - CN2) a 32"136; 10. Vita Filippo (Ligier JS51 Honda - CN2) a 34"310; 11. Brivio Carlo (Norma M20 F CN4) a 1 giro; 12. Pizzuti Gianluca (Wolf GB 08 - CN2) a 9 giri; RT Faccioni Jacopo (Ligier JS49 - CN2) a 14 giri; RT Bellarosa Ivan (Wolf GB 08 - CN2) a 16 giri; RT Romano Cataldo (Norma M20FC Honda - CN2) a 16 giri; RT Margelli Walter (Ligier JS51 Honda - CN2) a 19 giri; RT Rinaldi Vito (Radical APM SR5 - CN2) a 25 giri; RT Del Missier Luca (Ligier JS51 Honda) a 28 giri; RT Castellano Giuseppe (Norma M20F - CN4) Giro più veloce: Francia in 1'07"928 (media 132,864 km/h) CAMPIONATO ITALIANO GRAN TURISMO Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Ruberti in 1'36"044 (media 158,402 km/h) Classifica: 1. Ruberti Paolo/Cordoni Mario (Porsche 911 GT3 R - GT3) 30 giri in 51'05"726 (media 148,874 km/h); 2. Bonanomi Marco/Sonvico Andrea (Audi R8 LMS - GT3) a 25"943; 3. Cicognani Alessandro/Cola Alberto (Porsche 997 GTCup) a 26"195; 4. Iacone Simone/Tavano Salvatore (Porsche 997 - GTCup) a 1'18"815; 5. Passuti Christian/Gagliardini Andrea (Porsche 997 - GTCup) a 1'20"634; 6. Mastronardi Rino/Fornaroli Valentino (Porsche 997 - GTCup) a 1'35"763; 7. Sanna Giorgio/Stancheris Davide (Lamborghini Gallardo GTCup) PEN a 1'59"558; 8. Pierleoni Flavio/Malucelli Matteo (Ferrari F430 - GTCup) a 1 giro; 9. Milani Matteo/Bernasconi Alessandro (Ferrari F430 - GTCup) a 1 giro; 10. Del Monte Fabrizio/Romani Emanuele (Porsche 997 - GTCup) a 1 giro; 11. Rossetto Claudio/Geri Ferdinando (Ferrari F430 - GT2) a 1 giro; 12. Cerati Dario/Garelli Stefano (Ferrari F430 - GTCup) a 1 giro; 13. Delli Guanti Roberto/Nattoni Gianluca (Ferrari F430 GTCup) a 2 giri; 14. Kruglyk Andil/Basov Aleksey (Porsche 997 GTCup) a 2 giri; 15. Foglio Piero/Lasagni Manuel (Ginetta G50 - GT4) PEN a 2 giri; 16. De Lorenzi Gianluca/Cassera Marco (Ginetta G50 - GT4) PEN a 2 giri; 17. Pozzi Stefano/Cappelletti Tiziano (Ginetta G50 - GT4) a 2 giri; 18. Saggese Daniele/Emiliani Luigi (Ginetta G50 - GT4) PEN a 2 giri; 19. Coggiola Victor/Coggiola Giovanni (Porsche 997 - GT2) a 4 giri; 20. Frazza Tiziano/Maranelli Marco (Ginetta G50 - GT4) a 5 giri; 21. Di Benedetto Davide/Merendino Michele (Corvette Z06R - GT3) a 9 giri; 22. Zanardini Mirko/Mamè Andrea (Lamborghini Gallardo - GTCup) a 9 giri; RT Balistreri Cesare (Ferrari F430 - CLASSIFICHE ri; 23. Capriati Nicola/Leone Matteo (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 24. Arduini Massimo (Mercedes AMG C63) a 6 giri; RT Zanin Massimo/Ferrato Nicola (Bmw M3 E92) a 17 giri; RT Bacci Andrea (Bmw M3 E92) a 17 giri, RT Rangoni Luca/Mulacchiè Daniele (Bmw M3 E92) a 20 giri; RT Pucciarelli Arturo (Alfa Romeo 147 Cup); RT Buratti Guido (Seat Ibiza Cup); RT Flaminio Manuel/De Pasquale Sergio/Schiavon Andrea (Seat Ibiza Cup); RT Pellegrinelli Simone/Pellegrinelli Gian Andrea (Seat Ibiza Cup); NP Fantilli Giorgio (Alfa Romeo 147 Cup) Giro più veloce: Necchi in 1'41"346 (media 150,115 km/h) GTCup) a 19 giri; RT Livio Stefano/Piccini Giacomo (Lamborghini Gallardo - GTCup) a 25 giri; RT Donativi Vincenzo/Brambati Angelo (Porsche Cayman - GT4) a 26 giri; RT Baccani Alessandro/Bellini Alberto (Porsche 997 - GTCup) Giro più veloce: Cordoni in 1'37"702 (media 155,714 km/h) Gara 2 Pole position. Sonvico in 1'37"043 (media 156,772 km/h) Classifica: 1. Livio Stefano/Piccini Giacomo (Lamborghini Gallardo - GTCup) 23 giri in 50'15"099 (media 116,054 km/h); 2. Ruberti Paolo/Cordoni Mario (Porsche 911 GT3 R - GT3) PEN a 1"518; 3. Bonanomi Marco/Sonvico Andrea (Audi R8 LMS GT3) a 5"441; 4. Sanna Giorgio/Stancheris Davide (Lamborghini Gallardo - GTCup) a 22"247; 5. Di Benedetto Davide/Merendino Michele (Corvette Z06R - GT3) a 25"307; 6. Cicognani Alessandro/Cola Alberto (Porsche 997 - GTCup) PEN a 40"850; 7. Pierleoni Flavio/Malucelli Matteo (Ferrari F430 - GTCup) a 1'07"506; 8. Baccani Alessandro/Bellini Alberto (Porsche 997 GTCup) a 1'08"491; 9. Mastronardi Rino/Fornaroli Valentino (Porsche 997 - GTCup) a 1'11"130; 10. Zanardini Mirko/Mamè Andrea (Lamborghini Gallardo - GTCup) a 1'22"387; 11. Iacone Simone/Tavano Salvatore (Porsche 997 - GTCup) PEN a 1'38"147; 12. Passuti Christian/Gagliardini Andrea (Porsche 997 - GTCup) a 1'45"092; 13. Del Monte Fabrizio/Romani Emanuele (Porsche 997 - GTCup) a 1 giro; 14. Milani Matteo/Bernasconi Alessandro (Ferrari F430 - GTCup) a 1 giro; 15. Kruglyk Andil/Basov Aleksey (Porsche 997 - GTCup) a 1 giro; 16. Rossetto Claudio/Geri Ferdinando (Ferrari F430 - GT2) a 1 giro; 17. Coggiola Victor/Coggiola Giovanni (Porsche 997 GT2) a 1 giro; 18. Cerati Dario/Garelli Stefano (Ferrari F430 GTCup) a 1 giro; 19. De Lorenzi Gianluca/Cassera Marco (Ginetta G50 - GT4) a 1 giro; 20. Frazza Tiziano/Maranelli Marco (Ginetta G50 - GT4) a 1 giro; 21. Foglio Piero/Lasagni Manuel (Ginetta G50 - GT4) PEN a 1 giro; 22. Delli Guanti Roberto/Nattoni Gianluca (Ferrari F430 - GTCup) a 2 giri; 23. Pozzi Stefano/Cappelletti Tiziano (Ginetta G50 - GT4) a 2 giri; 24. Saggese Daniele/Emiliani Luigi (Ginetta G50 - GT4) PEN a 2 giri; RT Donativi Vincenzo/Brambati Angelo (Porsche Cayman GT4) a 10 giri; RT Balistreri Cesare (Ferrari F430 - GTCup) a 20 giri Giro più veloce: Ruberti in 1'58"295 (media 128,607 km/h) Magione, 19 giugno 2011 GT2-GT3-GT4 - Gara 1 Pole position: Capello in 1'10"250 (media 128,473 km/h) Classifica: 1. Cordoni/Ruberti (Porsche 911 GT3 R - GT3) 40 giri in 49'15"387 (media 122,153 km/h); 2. Capello/Cicognani (Audi R8 LMS - GT3) PEN a 0"541; 3. Sonvico/Bonanomi (Audi R8 LMS - GT3) a 17"894; 4. Coggiola V./Coggiola G. (Porsche 997 - GT2) a 1 giro; 5. Rossetto/Geri (Ferrari F430 - GT2) a 1 giro; 6. Lasagni/Foglio (Ginetta G50 - GT4) a 3 giri; 7. Emiliani/ Saggese (Ginetta G50 - GT4) a 3 giri; 8. Brambati/Donativi (Porsche Cayman - GT4) a 3 giri; 9. Limonta/Alberghino (Ginetta G50 - GT4) a 4 giri; 10. Maranelli/Frazza (Ginetta G50 - GT4) a 4 giri; 11. Secci/Guazzini (Ginetta G50 - GT4) a 4 giri; 12. Cappelletti Tiziano (Ginetta G50 - GT4) PEN a 4 giri Giro più veloce: Ruberti in 1'10"432 (media 128,141 km/h) GT2-GT3-GT4 - Gara 2 Pole position: Ruberti in 1'09"970 (media 128,987 km/h) Classifica: 1. Sonvico/Bonanomi (Audi R8 LMS - GT3) 38 giri in 49'29"786 (media 115,482 km/h); 2. Cordoni/Ruberti (Porsche 911 GT3 R - GT3) PEN a 2"244; 3. Coggiola V./Coggiola G. (Porsche 997 - GT2) a 46"323; 4. Rossetto/Geri (Ferrari F430 - GT2) a 1 giro; 5. Capello/Cicognani (Audi R8 LMS - GT3) a 2 giri; 6. Cappelletti Tiziano (Ginetta G50 - GT4) a 2 giri; 7. Emiliani/Saggese (Ginetta G50 - GT4) a 2 giri; 8. Lasagni/Foglio (Ginetta G50 - GT4) a 2 giri; 9. Limonta/ Alberghino (Ginetta G50 - GT4) a 2 giri; 10. Brambati/Donativi (Porsche Cayman - GT4) a 2 giri; RT Secci/Guazzini (Ginetta G50 - GT4) a 35 giri; RT Maranelli/Frazza (Ginetta G50 - GT4) a 35 giri Giro più veloce: Cordoni in 1'10"631 (media 127,780 km/h) GT Cup - Gara 1 Pole position: Sanna in 1'11"800 (media 125,699 km/h) Classifica: 1. Fornaroli/Mastronardi (Porsche 997) 40 giri in 50'18"266 (media 119,608 km/h); 2. Passuti/Gagliardini (Porsche 997) a 3"358; 3. Iacone/Tavano (Porsche 997) a 16"068; 4. Bellini/Baccani (Porsche 997) a 16"221; 5. Malucelli/Pierleoni (Ferrari F430) a 19"083; 6. Basov/Kruglyk (Porsche 997) a 30"051; 7. Livio/Piccini (Lamborghini Gallardo) a 36"790; 8. Bernasconi/De Pasquale (Ferrari F430) a 52"041; 9. Romani/Del Monte (Porsche 997) a 1'07"215; 10. Casè/Carboni (Ferrari F430) a 1 giro; 11. Mamè/Zanardini (Lamborghini Gallardo) PEN a 2 giri; 12. Sanna/Stancheris (Lamborghini Gallardo) a 10 giri; RT Cerati/Nattoni (Ferrari F430) a 14 giri; SQ Castellano/Silvestri (Porsche 997) a 2 giri Giro più veloce: Gagliardini in 1'12"517 (media 124,456) GT Cup - Gara 2 Pole position: Piccini in 1'11"577 (media 126,091 km/h) Classifica: 1 Malucelli/Pierleoni (Ferrari F430) 39 giri in 49'25"989 (media 118,673 km/h); 2. Sanna/Stancheris (Lamborghini Gallardo) a 4"010; 3. Livio/Piccini (Lamborghini Gallardo) a 7"453; 4. Bellini/Baccani (Porsche 997) a 9"386; 5. Fornaroli/Mastronardi (Porsche 997) a 25"710; 6. Romani/Del Monte (Porsche 997) a 34"205; 7. Basov/Kruglyk (Porsche 997) a 53"724; 8. Cerati/Nattoni (Ferrari F430) a 1 giro; 9. Bernasconi/De Pasquale (Ferrari F430) a 1 giro; 10. Castellano/Silvestri (Porsche 997) a 2 giri; RT Casè/Carboni (Ferrari F430) a 13 giri; RT Passuti/Gagliardini (Porsche 997) a 17 giri; RT Mamè/Zanardini (Lamborghini Gallardo) a 29 giri; RT Iacone/Tavano (Porsche 997) a 38 giri Giro più veloce: Sanna in 1'12"429 (media 124,608 km/h) Gara 2 Pole position: Necchi in 1'40"370 (media 151,575 km/h) Classifica: 1. Necchi Piero (Bmw M3 E92) 26 giri in 50'01"822 (media 131,771 km/h); 2. Rangoni Luca/Mulacchiè Daniele (Bmw M3 E92) a 26"175; 3. Bacci Andrea (Bmw M3 E92) PEN a 36"950, 4. Meloni Paolo (Bmw M3 E92) a 1 giro; 5. Busnelli Giancarlo (Seat leon Long Run) a 1 giro; 6. Di Mario Simone (Ford Focus RS) a 1 giro; 7. Montali Fabrizio (Bmw 320i) PEN a 1 giro; 8. Bellin Mariano (Bmw 320i) PEN a 1 giro; 9. Bagnasco Vittorio (Bmw M3 E46 3200) a 2 giri; 10. Conte Roberto/Zanin Filippo (Bmw 320i) a 2 giri; 11. Moretti Pietro (Ford Fiesta ST) PEN a 2 giri; 12. Buratti Guido (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 13. Vinella Giorgio/Baroncini Marco (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 14. Capriati Nicola/Leone Matteo (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 15. Pigozzi Davide/Brigliadori Imerio (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 16. Tresoldi Massimiliano/Ferraresi Matteo (Seat Ibiza Cup) PEN a 3 giri; 17. Bolzoni Silvano/Colombo Massimiliano (Seat Ibiza Cup) a 4 giri; 18. Pedon Matteo (Seat Ibiza Cup) PEN a 4 giri; 19. Shushacov Rodion/Udalenkov Vladimir (Seat Ibiza Cup) a 6 giri; 20. Capelli Ivan/Coldani Marco/Danetti Massimiliano (Seat Ibiza Cup) a 6 giri; RT Curti Lino/Curti Carlo (Seat Ibiza Cup) a 9 giri; RT Bormolini Andrea/Cremonesini Dimitri (Seat Ibiza Cup) a 9 giri; RT Pellegrinelli Simone/Pellegrinelli Gian Andrea (Seat Ibiza Cup) a 9 giri; RT Meloni Walter (Bmw M3 E46) a 14 giri; RT Villa Gianfranco/Zucchi Federico (Seat Ibiza Cup) a 18 giri; RT Paolucci Massimo/Missiroli Riccardo (Ford Fiesta ST) a 23 giri; RT Zanin Massimo/Ferrato Nicola (Bmw M3 E92) Giro più veloce: Necchi in 1'41"951 (media 149,225 km/h) CAMP. ITALIANO TURISMO ENDURANCE Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Mulacchiè in 1'40"676 (media 151,114 km/h) Classifica: 1. Meloni Paolo (Bmw M3 E92) 27 giri in 51'11"042 (media 133,755 km/h); 2. Necchi Piero (Bmw M3 E92) a 1"845; 3. Meloni Walter (Bmw M3 E46) a 1'20"057; 4. Bagnasco Vittorio (Bmw M3 E46 3200) a 1 giro; 5. Di Mario Simone (Ford Focus RS) a 1 giro; 6. Busnelli Giancarlo (Seat Leon Long Run) a 1 giro; 7. Montali Fabrizio (Bmw 320i) a 2 giri; 8. Bellin Mariano (Bmw 320i) a 2 giri; 9. Tarabelli Riccardo (Renault New Clio) a 2 giri; 10. Conte Roberto/Zanin Filippo (Bmw 320i) PEN a 2 giri; 11. Paolucci Massimo/Missiroli Riccardo (Ford Fiesta ST) a 2 giri; 12. Moretti Pietro (Ford Fiesta ST) a 3 giri; 13. Capelli Ivan/Coldani Marco/Danetti Massimiliano (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 14. Tresoldi Massimiliano/Ferraresi Matteo (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 15. Bolzoni Silvano/Colombo Massimiliano (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 16. Pedon Matteo (Seat Ibiza Cup) PEN a 3 giri; 17. Curti Lino/Curti Carlo (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 18. Vinella Giorgio/Baroncini Marco (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 19. Shushacov Rodion/Udalenkov Vladimir (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 20. Bormolini Andrea/Cremonesini Dimitri (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 21. Pigozzi Davide/Brigliadori Imerio (Seat Ibiza Cup) a 3 giri; 22. Villa Gianfranco/Zucchi Federico (Seat Ibiza Cup) a 3 gi- Magione, 19 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Necchi in 1'12"377 (media 124,697 km/h) Classifica: 1. Mulacchiè Daniele/Rangoni Luca (Bmw M3 E92) 39 giri in 49'51"544 (media 117,659 km/h); 2. Necchi Piero (Bmw M3 E92) a 5"659; 3. Meloni Paolo (Bmw M3 E92) a 34"831; 4. Ferrato Nicola/Zanin Massimo (Bmw M3 E92) a 1 giro; 5. Busnelli Giancarlo/Moccia Luigi (Seat Leon Long Run) a 2 giri; 6. Montali Fabrizio (Audi A4) a 2 giri; 7. Di Mario Simone (Ford Focus RS) a 3 giri; 8. Bellin Mariano (Bmw 320i) a 3 giri; 9. Tarabelli Riccardo (Renault New Clio) a 3 giri; 10. Pucciarelli Arturo (Alfa Romeo 147 Cup) a 3 giri; 11. Fantilli Giorgio (Alfa Romeo 147 Cup) a 4 giri; 12. Tiossi Andrea (Alfa Romeo 156) a 8 giri; 13. Valentini Giulio (Alfa Romeo 147 Cup) a 11 giri; RT Bacci Andrea (Bmw M3 E92) a 21 giri; RT Lacorte Roberto (Alfa Romeo GT) a 32 giri Giro più veloce: Necchi in 1'12"800 (media 123,973 km/h) Gara 2 Pole position: Mulacchiè/Rangoni in 1'12"237 (media 124,939 km/h) Classifica: 1. Mulacchiè Daniele/Rangoni Luca (Bmw M3 E92) 39 giri in 49'45"973 (media 117,879 km/h); 2. Necchi Piero (Bmw M3 E92) a 7"581; 3. Ferrato Nicola/Zanin Massimo (Bmw M3 E92) a 16"519; 4. Meloni Paolo (Bmw M3 E92) a 17"311; 5. Di Mario Simone (Ford Focus RS) a 3 giri; 6. Lacorte Roberto (Alfa Romeo GT) PEN a 3 giri; 7. Bellin Mariano (Bmw 320i) a 3 giri; 8. Tarabelli Riccardo (Renault New Clio) PEN a 3 giri; 9. Montali Fabrizio (Audi A4) a 4 giri; 10. Fantilli Giorgio (Alfa Romeo 147 Cup) a 4 giri; 11. Tiossi Andrea (Alfa Romeo 156) a 8 giri; RT Pucciarelli Arturo (Alfa Romeo 147 Cup) a 15 63 CLASSIFICHE giri; RT Busnelli Giancarlo/Moccia Luigi (Seat Leon Long Run) a 27 giri; NP Valentini Giulio (Alfa Romeo 147 Cup) Giro più veloce: Necchi Piero in 1'12"574 (media 124,359 km/h) CAMPIONATO ITALIANO SUPERSTARS Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Pigoli in 1'42"015 (media 149,131 km/h) Classifica: 1. Ferrara Luigi (Mercedes AMG C63) 16 giri in 27'48"599 (media 145,881 km/h); 2. Pigoli Massimo (Mercedes AMG C63) a 0"934; 3. Cerqui Alberto (Bmw M3 E92) a 1"314; 4. Biagi Thomas (Bmw M3 E92) a 1"917; 5. Romagnoli Riccardo (Mercedes AMG C63) a 25"204; 6. Montanari Cristian (Bmw M3 E92) a 27"809; 7. Ghedina Kristian (Bmw M3 E92) a 28"447; 8. Sini Francesco (Jaguar XF/R 5.0) a 32"384; 9. Gabellini Stefano (Bmw M3 E92) a 34"021; 10. De Giacomi Alex (Bmw M3 E90) a 37"590; 11. Dionisio Ermanno (Audi RS4) a 44"217, 12. Cerruti Michela (Mercedes AMG C63) a 1'01"956, 13. Linossi Francesca (Bmw M3 E92) a 1'21"456; 14. Ascani Francesco (Bmw M3 E90) a 1'30"610; 15. Baccarelli Leonardo (Bmw 550i E60) a 1'51"057; 16. Bossi Riccardo (Audi RS4) a 2'00"972; RT Benedetti Roberto (Cadillac CTS V) a 9 giri; RT Tramontozzi Ivan (Bmw M3 E90) a 10 giri; RT Cecchi Luigi (Jaguar XF/R 5.0) a 10 giri; RT Dromedari Andrea (Mercedes AMG C63) a 10 giri; RT Caldarola Nico (Mercedes AMG C63); RT Cesari Mauro (Chrysler 300C SRT-8) Giro più veloce: Biagi in 1'42"965 (media 147,755 km/h) Gara 2 Pole position: Pigoli Massimo Classifica: 1. Pigoli Massimo (Mercedes AMG C63) 13 giri in 28'26"629 (media 115,887 km/h); 2. Biagi Thomas (Bmw M3 E92) a 6"273; 3. Montanari Cristian (Bmw M3 E92) a 6"295; 4. Bossi Riccardo (Audi RS4) a 10"936; 5. Tramontozzi Ivan (Bmw M3 E90) a 14"239; 6. Gabellini Stefano (Bmw M3 E92) a 15"555; 7. Ferrara Luigi (Mercedes AMG C63) a 17"310; 8. De Giacomi Alex (Bmw M3 E90) a 22"229; 9. Sini Francesco (Jaguar XF/R 5.0) a 24"665; 10. Benedetti Roberto (Cadillac CTS V) a 25"001; 11. Romagnoli Riccardo (Mercedes AMG C63) a 34"688; 12. Dromedari Andrea (Mercedes AMG C63) a 46"226; 13. Linossi Francesca (Bmw M3 E92) a 46"840; 14. Cerruti Michela (Mercedes AMG C63) a 48"642, 15. Ascani Francesco (Bmw M3 E90) a 50"699; 16. Caldarola Nico (Mercedes AMG C63) a 1'01"873; 17. Dionisio Ermanno (Audi RS4) a 1 giro, 18. Baccarelli Leonardo (Bmw 550i E60) a 1 giro; 19. Cerqui Alberto (Bmw M3 E92) a 1 giro; RT Ghedina Kristian (Bmw M3 E92) a 8 giri; RT Cecchi Luigi (Jaguar XF/R 5.0) a 9 giri; RT Cesari Mauro (Chrysler 300C SRT-8) Giro più veloce: Dionisio in 2'03"158 (media 123,529 km/h) INTERNATIONAL SUPERSTARS a 47"169; 14. Dromedari Andrea (Mercedes C63 AMG) a 51"250; 15. De Giacomi Alex (Bmw M3) a 1'07"233; 16. Tramontozzi Ivan (Bmw M3) a 1'10"962; 17. Ascani Francesco (Bmw M3) a 1 giro; 18. Cecchi Luigi (Jaguar XF/R 5.0) a 3 giri. Giro più veloce: Ferrara in 1'34"701 (media 152,172 km/h) Gara 2 Classifica: 1. Bertolini Andrea (Maserati Quattroporte) 17 giri in 27'03"919 (media 150,859 km/h); 2. Ferrara Luigi (Mercedes C63 AMG) a 3"892; 3. Pier Guidi Alessandro (Maserati Quattroporte) a 5"327; 4. Pigoli Massimo (Mercedes C63 AMG) a 6"274; 5. Montanari Christian (Bmw M3) a 7"609; 6. Herbert Johnny (Mercedes C63 AMG) a 8"094; 7. Cerqui Alberto (Bmw M3) a 10"169; 8. Armetta Fabrizio (Chevrolet Lumina CR-8) a 12"622; 9. Biagi Thomas (Bmw M3) a 13"377; 10. Gabellini Stefano (Bmw M3) a 25"163; 11. Romagnoli Riccardo (Mercedes C63 AMG) a 30"146; 12. De Giacomi Alex (Bmw M3) a 40"470; 13. Cerruti Michela (Mercedes C63 AMG)a 40"733; 14. Cesari Mauro (Bmw M3) a 46"435; 15. Dromedari Andrea (Mercedes C63 AMG) a 51"092; 16. Ascani Francesco (Bmw M3) a 1'30"618; 17. Sini Francesco (Jaguar XF/R 5.0) a 7 giri; 18. Cecchi Luigi (Jaguar XF/R 5.0) a 8 giri. Giro più veloce: Bertolini in 1'34"204 (media 152,974 km/h) TROFEO SEAT LEON SUPERCOPA Magione, 19 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Geraci Leonardo in 1'16"414 (media 118,109 km/h) Classifica: 1. Fumi Franco 37 giri in 50'24"250 (media 110,418 km/h); 2. Geraci Leonardo a 6"662; 3. Gentili Roberto a 16"535; 4. Galvagno Danilo a 20"841; 5. Calcinati Renzo a 38"951; 6. Fiamingo Roberto a 1 giro; 7. Miglio Andrea/Miglio Guido a 1 giro; 8. Pellegrinelli Simone a 3 giri; RT Michelato Maurizio/Masserini Andrea a 19 giri; RT Ponti Aldo a 33 giri; RT Capra Piergiorgio/Tanca Roberto a 36 giri; RT Cassarà Marco a 36 giri; RT Frolov Alexander a 36 giri; RT Pellegrini Marco a 36 giri Giro più veloce: Fumi in 1'17"365 (media 116,657 km/h) Gara 2 Pole position: Pellegrinelli Simone Classifica: 1. Pellegrinelli Simone 36 giri in 49'44"589 (media 108,862 km/h); 2. Galvagno Danilo PEN a 1"511; 3. Gentili Roberto a 9"775; 4. Fumi Franco a 13"597; 5. Calcinati Renzo a 18"840; 6. Frolov Alexander a 25"769; 7. Pellegrini Marco a 33"555; 8. Geraci Leonardo a 33"951; 9. Capra Piergiorgio/Tanca Roberto a 47"276; 10. Fiamingo Roberto a 1'08"831; 11. Miglio Andrea/Miglio Guido a 1 giro; 12. Michelato Maurizio/Masserini Andrea a 1 giro; RT Ponti Aldo a 31 giri; RT Cassarà Marco a 35 giri Giro più veloce: Fumi in 1'16"835 (media 117,462n km/h) MASERATI TROFEO GRAN TURISMO MC Donington, 19 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Cerqui Alberto in 1'33"905 Classifica: 1. Bertolini Andrea (Maserati Quattroporte) 17 giri in 27'02"864 (media 150,958 km/h); 2. Herbert Johnny (Mercedes C63 AMG) a 0"898; 3. Cerqui Alberto (Bmw M3) a 4"206; 4. Ferrara Luigi (Mercedes C63 AMG) a 7"710; 5. Montanari Christian (Bmw M3) a 8"352; 6. Pier Guidi Alessandro (Maserati Quattroporte) a 13"406; 7. Biagi Thomas (Bmw M3) a 17"982; 8. Sini Francesco (Jaguar XF/R 5.0) a 19"888; 9. Armetta Fabrizio (Chevrolet Lumina CR8) a 20"699; 10. Pigoli Massimo (Mercedes C63 AMG) a 21"383; 11. Gabellini Stefano (Bmw M3) a 22"155; 12. Cerruti Michela (Mercedes C63 AMG) a 27"917; 13. Cesari Mauro (Bmw M3) 64 Hungaroring, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Kiss in 1'55"878 (media 136,10 km/h) Classifica: 1. Kiss (Team) 21 giri in 41'11"785 (media 133,93 km/h); 2. Sbirrazzuoli Cedric (Team) a 26"846; 3. Vida a 27"274; 4. Piancastelli Nicolò a 45"246; 5. Decastro a 46"533; 6. Baldi David a 55"504; 7. Ardagna Perez Gaetano a 56"375; 8. Gugger Andrina a 1'06"358; 9. Castiglioni a 1'18"753; 10. Neri a 1'22"647; 11. Smurra (Team) a 1'24"669; 12. Segler Andreas a 1'36"260; 13. Csiszer Bela a 2 giri; 14. Toth Anita a 3 giri; 15. Durante a 6 giri; 16. Kuppens (Team) a 7 giri; 17. Bastiaans (Team) a 12 giri Giro più veloce: Kiss in 1'56"326 (media 135,58 km/h) Gara 2 Pole position: Kiss Classifica: 1. Kiss (Team) 21 giri in 41'08"133 (media 134,13 km/h); 2. Bastiaans (Team) a 32"014; 3. Piancastelli Nicolò a 44"367; 4. Ardagna Perez Gaetano a 45"241; 5. Baldi David a 52"932; 6. Durante a 56"708; 7. Vida a 59"315; 8. Gugger Andrina a 1'09"929; 9. Castiglioni a 1'11"482; 10. Decastro a 1'12"176; 11. Neri a 1'17"206; 12. Smurra (Team) a 1'36"351; 13. Chionna Alessandro (Team) a 1'50"283; 14. Csiszer Bela a 2 giri; 15. Toth Anita a 2 giri; 16. Segler Andreas a 3 giri; 17. Kuppens (Team) a 3 giri Giro più veloce: Kiss in 1'56"384 (media 135,51 km/h) Spa-Francorchamps, 26 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Catsburg Nick in 2'51"122 Classifica: 1. Catsburg Nick 16 giri in 41'30"209 (media 162,0 km/h); 2. Villa Manuel a 51"952; 3. Piancastelli Nicolò a 1'12"710; 4. Ardagna Perez Gaetano a 1'22"234; 5. Gugger Andrina a 1'42"503, 6. Maddalena Leonardo a 2'08"296; 7. Chionna Alessandro a 2'23"334; 8. Baldi David a 1 giro; 9. Segler Andreas a 1 giro; 10. Forster Guenther a 1 giro; 11. Csiszer Bela a 1 giro; 12. Romani Carlo a 2 giri; 13. Toth Anita a 2 giri; 14. Wauters Kris a 4 giri; 15. Vleugels Raf a 7 giri; 16. De Leener Adrien a 7 giri; 17. Waszczinski Daniel a 8 giri Giro più veloce: Catsburg in 2'33"528 (media 164,2 km/h) Gara 2 Pole position: Sbirrazzuoli Cedric in 2'55"238 Classifica: 1. Sbirrazzuoli Cedric 13 giri in 42'03"626 (media 129,9 km/h); 2. Ardagna Perez Gaetano a 13"736; 3. Gugger Andrina a 23"050, 4. Fawe Guy a 25"134; 5. Wauters Kris a 28"056; 6. Maddalena Leonardo a 30"281; 7. Bakker Mathijs a 33"326; 8. Segler Andreas a 47"391; 9. Waszczinski Daniel a 49"642; 10. Forster Guenther a 2'04"392; 11. De Leener Adrien a 2'04"688; 12. Toth Anita a 2'22"709; 13. Csiszer Bela a 2'24"162; 14. Romani Carlo a 2'24"710; NC Piancastelli Nicolò; NC Baldi David; NC Villa Manuel Giro più veloce: Sbirrazzuoli in 2'39"847 (media 157,7 km/h) CARRERA CUP ITALIA Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Balzan in 1'38"961 (media 153,733 km/h) Classifica: 1. Balzan Alessandro 15 giri in 30'37"146 (media 124,217 km/h); 2. Monti Massimo a 4"487; 3. Postiglione Vito a 7"165; 4. Busnelli Massimiliano a 7"827; 5. Frassineti Alex a 16"551; 6. Mapelli Marco a 20"205; 7. Comandini Stefano a 24"207; 8. Bonacini Alessandro a 28"760; 9. Giraudi Gianluca a 35"229; 10. Fulgenzi Enrico a 36"330; 11. Costantini Stefano a 36"762; 12. Piccioni Giorgio (M) a 40"558; 13. Maestri Stefano (M) a 43"573; 14. Amici Andrea a 52"546; 15. De Amicis Alberto (M) a 54"607; 16. Proietti Angelo (M) a 55"873; 17. Giannoni Raffaele (M) a 1'18"931; 18. Petrini Alberto (M) a 1'30"468; 19. Blieninger Gunther (M) a 1'46"554; 20. "Ben Walter" a 1'58"792; 21. Bonamico Marco (M) a 1 giro; 22. Gayday Alexander a 1 giro; RT Giondi Massimo (M) Giro più veloce: Balzan in 1'56"553 (media 130,529 km/h) CLASSIFICHE Gara 2 Pole position: Mapelli Marco Classifica: 1. Mapelli Marco 17 giri in 31'40"556 (media 136,082 km/h); 2. Balzan Alessandro a 4"590; 3. Fulgenzi Enrico a 7"936; 4. Busnelli Massimiliano a 8"789; 5. Giraudi Gianluca a 10"819; 6. Monti Massimo a 21"623; 7. Postiglione Vito a 22"752; 8. Frassineti Alex a 24"800; 9. Costantini Stefano a 41"165; 10. Comandini Stefano a 48"929; 11. Piccioni Giorgio (M) a 53"920; 12. Amici Andrea a 54"560; 13. Proietti Angelo (M) a 57"065; 14. De Amicis Alberto (M) a 1'01"700; 15. Giannoni Raffaele (M) a 1'24"678; 16. Bonacini Alessandro a 1'31"115; 17. Giondi Massimo (M) a 2'03"638; 18. Maestri Stefano (M) a 1 giro; 19. Bonamico Marco (M) a 2 giri; 20. "Ben Walter" a 2 giri; RT Gayday Alexander a 13 giri; RT Petrini Alberto (M) a 16 giri; RT Blieninger Gunther (M) Giro più veloce: Mapelli in 1'41"076 (media 150,516 km/h) giro; 43. Mattschull Arnold (ES) a 2 giri; 44. Raffaeli Giorgio/Montermini Andrea (IF) a 3 giri; 45. Grohman Gerald (EF) a 3 giri; 46. Somnolet Christian (ES) a 5 giri; 47. Andersen Dennis (ES) a 6 giri; NC Moissev Alexander (EF) a 10 giri; NC Ehret Pierre (EP); NC Chip Oleg (ES) Giro più veloce: Sernagiotto in 4'07"372 (media 198,3 km/h) CITS Paolo a 1'25"967; 15. Di Cosmo Alfredo a 1'56"424; 16. Nardozzi Severino a 2 giri Giro più veloce: Monforte in 2'10"625 (media 116,468 km/h) Gara 2 Pole position: Monforte in 1'57"537 (media 129,437 km/h) Classifica: 1. Monforte Simone 14 giri in 27'45"496 (media 127,884 km/h); 2. Cimarelli Franco a 10"508; 3. Campani Alex (EU) a 10"936; 4. Rodrigues Jorge (EU) a 14"926; 5. Baldan Nicola (EU) a 17"382; 6. Perret Benoit (EU) a 18"124; 7. Tauber Tobias (EU) a 18"888; 8. Giacon Jonathan (EU) a 19"801; 9. Pellinen Aki a 37"726; 10. Casè Lorenzo a 44"207; 11. Nardozzi Severino a 1'05"835; 12. Fiamingo Stefano a 1'06"593; 13. Monforte Erika a 1 giro; 14. Scalvini Andrea a 1 giro; 15. Curti Stefano a 3 giri; RT Di Cosmo Alfredo a 13 giri Giro più veloce: Monforte in 1'57"893 (media 129,046 km/h) CLIO CUP ITALIA Nurburgring, 26 giugno 2011 Classifica. 1. Balzan Alessandro 6 giri in 1h02'03"297 (media 147,226 km/h); 2. Mapelli Marco a 1'08"815; 3. Monti Massimo a 1'22"787; 4. Postiglione Vito a 2'10"958; 5. Fulgenzi Enrico a 2'11"881; 6. Gayday Alexandr a 2'52"950; 7. Bonacini Alessandro a 5'50"808; 8. Busnelli Max a 1 giro; 9. Frassineti Alex a 3 giri; 10. Comandini Stefano a 4 giri; 11. Piccioni Giorgio a 5 giri; 12. De Amicis Alberto a 5 giri; 13. Proietti Angelo a 5 giri; Giro più veloce: Balzan in 10'07"518 (media 150,384 km/h) FERRARI CHALLENGE Le Mans, 11 giugno 2011 Pole position: Vasilev Alexey in 4'05"825 Classifica: 1. Baron Philipp (EP) 11 giri in 47'13"542 (media 190,5 km/h); 2. Blancardi Max (EP) a 3"595; 3. Skyrabin Alexander (EP) a 7"408; 4. Marti Benedetto (IS) a 15"297; 5. Gai Stefano (IP) a 15"657; 6. Tucker Scott (EP) a 16"428; 7. Caso Dario (IP) a 20"371; 8. Mattschull Alexander (EP) a 25"152; 9. Danis Jan (EP) a 40"419; 10. Pergl Robert (EP) a 45"735; 11. Prette Philippe (ES) a 51"490; 12. Rossi Emilio (IS) a 55"123; 13. Molteni Mario (IS) a 57"349; 14. Bachelier Jean.Marc/Mallegol Yannick (ES) a 1'08"514; 15. Hummel Klass (ES) a 1'19"951; 16. Prinot Erich/Sauto Vincenzo (IS) a 1'26"240; 17. Scheltema Fons (ES) a 1'30"458; 18. Stratta Giacomo (IS) a 1'31"585, 19. De Bernardi Alexis (ES) a 1'32"773; 20. Andersen Carsten (ES) a 1'39"165; 21. Rupp Charles (ES) a 1'44"706; 22. Laursen Johnny (ES) a 1'47"530; 23. Belluzzi Andrea (IF) a 1'50"104; 24. Bontempelli Lorenzo (IP) a 1'57"206; 25. Strijder Misha/Verwoerdt Ben (ES) a 2'05"926; 26. Calari Alan (ES) a 2'26"090; 27. Adam JeanYves (ES) a 2'28"128; 28. Sernagiotto Giorgio/Fascicolo Giuseppe (IP) a 2'33"375; 29. Romanini Diego (IF) a 2'56"388; 30. Rocca Tommaso (IS) a 3'07"557; 31. Adamski Dirk (ES) a 3'22"294; 32. Del Prete Sossio (IF) a 3'40"326; 33. Ragazzi Roberto/Curti Lino (IF) a 4'05"206; 34. La Barbera Mario/Rizzuto Giosuè (IF) a 4'19"379; 35. Gostner Thomas (IS) a 4'21"614; 36. Harmsen Holger (EF) a 4'34"358; 37. Bertram Rory (EP) a 1 giro; 38. Vasilev Alexey (EP) a 1 giro; 39. Blank Howard (EF) a 1 giro; 40. Kirilyuk Vladimir (EF) a 1 giro; 41. Rotenberg Boris (ES) a 1 giro; 42. Overgaard Christian (EF) a 1 Spielberg, 12 giugno 2011 Gara 1 Classifica: 1. Piatesi/Consoli (Renault Mégane RD) 14 giri in 26'50"456; 2. "Toby" (Renault Mégane RS) a 1"931; 3. Giovannetti/Cipolla (Renault Clio RS) a 51"764; Mini S Cup: 1. Ferri/De Pasquale (Mini Cooper S) 14 giri in 26'42"359; 2. Ceccato Michele (Mini Cooper S) a 9"638; 3. Tramontozzi Ivan (Mini Cooper S) a 10"338; 4. Marino/Pagliai (Mini Cooper S) a 19"783; 5. Iatsiuk Oleksii (Mini Cooper S) a 20"137; 6. Miconi/Di Luca (Mini Cooper S) a 43"967; 7. Fanari Francesco (Mini Cooper S) a 45"103; 8. Gori Luca (Mini Cooper S) a 47"638; 9. Nember Andrea (Mini Cooper S) a 1'11"661; 10. Aquilante/Fedeli (Mini Cooper S) a 1'14"879; 11. Tenchini/Gritti (Mini Cooper S) a 1 giro Giro più veloce: Piatesi/Consoli in 1'52"321 Gara 2 Classifica: 1. "Toby" (Renault Mégane RS) 14 giri in 26'44"435; 2. Piatesi/Consoli (Renault Mégane RD) a 46"963; 3. Giovannetti/Cipolla (Renault Clio RS) a 1 giro; Mini S Cup: 1. Tramontozzi Ivan (Mini Cooper S) 14 giri in 26'37"145; 2. Miconi/Di Luca (Mini Cooper S) a 9"338; 3. Iatsiuk Oleksii (Mini Cooper S) a 11"414; 4. Ferri/De Pasquale (Mini Cooper S) a 14"527; 5. Ceccato Michele (Mini Cooper S) a 14"813; 6. Marino/Pagliai (Mini Cooper S) a 21"156; 7. Fanari Francesco (Mini Cooper S) a 31"257; 8. Gori Luca (Mini Cooper S) a 32"980; 9. Tenchini/Gritti (Mini Cooper S) a 33"591; 10. Nember Andrea (Mini Cooper S) a 34"313; NC Aquilante/Fedeli (Mini Cooper S) Giro più veloce: Tramontozzi Ivan in 1'52"972 Spielberg, 12 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Marchetti in 1'49"535 (media 141,93 km/h) Classifica: 1. Nogues Oscar (E) 14 giri in 25'59"501 (media 139,56 km/h); 2. Marchetti Ronnie a 0"454; 3. Arcarese Salvatore (E-J) a 3"456; 4. Gironacci Roberto (E-J) a 4"450; 5. Liposcak Dan a 4"602; 6. Postiglione Vito a 5"068; 7. Gioia Federico (J) a 10"266; 8. Dell'Onte Enrico a 17"114; 9. Puccetti Michele (G) a 17"159; 10. Nicoli Lorenzo (E-J) a 19"801; 11. Longhitano Massimo (E) a 20"115; 12. Vasquez Blandon Manuela a 24"158; 13. Zanini Stefano (G) a 42"174; 14. Felisa Paolo (G) a 4 giri; 15. Pasquali Daniele (G) a 4 giri Giro più veloce: Gironacci Roberto in 1'50"471 Gara 2 Classifica: 1. Marchetti Ronnie 14 giri in 25'59"703 (media 139,55 km/h); 2. Arcarese Salvatore (E-J) a 3"207; 3. Gioia Federico (J) a 3"899; 4. Gironacci Roberto (E-J) a 5"383; 5. Puccetti Michele (G) a 11"916; 6. Dell'Onte Enrico a 15"646; 7. Nicoli Lorenzo (E-J) a 16"181; 8. Vasquez Blandon Manuela a 20"349; 9. Pasquali Daniele (G) a 21"146; 10. Zanini Stefano (G) a 30"520; 11. Longhitano Massimo (E) a 36"809; 12. Postiglione Vito a 1 giro; NC Felisa Paolo (G); NC Nogues Oscar (E) 14; NC Liposcak Dan; Giro più veloce: Arcarese Salvatore in 1'49"492 COPPA ITALIA TROFEO ABARTH 500 SELENIA ITALIA Misano, 5 giugno 2011 Gara 1 Pole position: Monforte in 1'57"267 (media 129,735 km/h) Classifica: 1. Monforte Simone 12 giri in 25'56"302 (media 117,306 km/h); 2. Baldan Nicola (EU) a 1"250; 3. Campani Alex (EU) a 14"041; 4. Giacon Jonathan (EU) a 25"720; 5. Pellinen Aki a 26"111; 6. Cimarelli Franco a 27"442; 7. Rodrigues Jorge (EU) a 27"730; 8. Tauber Tobias (EU) a 30"041; 9. Scalvini Andrea (EU) a 35"726; 10. Perret Benoit (EU) a 46"827; 11. Curti Stefano a 48"805; 12. Monforte Erika a 1'02"222; 13. Fiamingo Stefano a 1'02"754; 14. Scudieri Spielberg, 12 giugno 2011 Classifica: 1. Necchi Paolo (Ferrari 430 GT2) 16 giri in 25'54"166 (media 160,05 km/h); 2. Consoli Michele (Porsche 997 GT3 Cup) a 1'13"621; 3. Finco Italo (Bmw 320i) a 1 giro; 4. Piatesi Maurizio (Bmw 320i) a 1 giro; 5. Hafner Armin (Alfa Romeo 147 GTA) a 1 giro; 6. Gurrieri Raffaele (Renault New Clio RS) a 2 giri; 7. Gaiofatto Renato (Renault New Clio RS) a 2 giri; 8. Melatini Simone (Renault New Clio RS) a 2 giri, 9. Trebbi Giacomo (Renault New Clio RS) a 2 giri; 10. Caiola Albino Alessio (Renault New Clio RS) a 2 giri; 11. Beltrami Mario (Peugeot 206 RC) a 2 giri Giro più veloce: Necchi Paolo in 1'35"142 65 CLASSIFICHE zi/Serati/Tosi a 15 giri; 10. Tortora/Clareton a 17 giri; 11. Cappelli/Torelli a 27 giri; RT Chimentin/Stefanelli a 54 giri; RT Lasagni/Fratta/Cressoni a 80 giri Giro più veloce: Cappuccio in 1'22"958 (media 102,413 km/h) 5 HUNDRED CUP Spielberg, 12 giugno 2011 Gara 1 Classifica: 1. Sellani/De Pasquale 12 giri in 26'49"883 (media 115,88 km/h); 2. Silvestri Emanuele a 0"359; 3. Ferri Fulvio a 1"599; 4. Lattanzi Carlo a 3"607; 5. Tempesta Simone a 5"933; 6. Bellucci Giulio a 9"786; 7. Fedeli Carlotta a 16"655; 8. Corinaldesi Marco a 32"106; 9. Corinaldesi Daniele a 32"426; 10. Sellani Silvia a 32"716; 11. Aquilanti Gianluca a 1'13"249; 12. Milla Marco a 1'14"163 Giro più veloce: Tempesta Simone in 2'12"425 Gara 2 Classifica: 1. Silvestri Emanuele 12 giri in 26'43"503 (media 116,34 km/h); 2. Ferri Fulvio a 4"156; 3. Lattanzi Carlo a 5"019; 4. Bellucci Giulio a 6"401; 5. Tempesta Simone a 6"504; 6. Sellani/De Pasquale 10"657; 7. Corinaldesi Daniele a 28"913; 8. Sellani Silvia a 29"589; 9. Corinaldesi Marco a 32"971; 10. Aquilanti Gianluca a 1'15"853; NC Milla Marco; NC Fedeli Carlotta Giro più veloce: Silvestri Emanuele in 2'11"813 LOTUS CUP MINICAR Giro più veloce: Viberti in 1'27"523 (media 97,071 km/h) Gara 2 Classifica: 1. Viberti Claudio 12 giri in 17'52"814 (media 95,032 km/h); 2. Ghione Jimmy a 1"423; 3. Cozzari Sauro a 2"216; 4. Lorenzini Luca a 3"911; 5. Fontanella Ferruccio a 6"293; 6. Rugin Gabriele a 6"898; 7. Carobbio Alberto a 12"949; 8. Brioschi Marco a 17"353; 9. Bergonzini Matteo a 17"483; 10. Tantucci Cesarino a 26"432; 11. Strabello Paolo a 27"621; 12. Lombardelli Jacopo a 33"088; 13. Servetti Diego a 35"681; 14. Bologna Nicoletta a 56"795; 15. Quaglia Andrea a 1'04"901; Giro più veloce: Viberti in 1'27"935 (media 96,616 km/h) Varano, 12 giugno 2011 Classifica: 1. Cuomo Giancarlo (500) 20 giri in 28'29"121 (media 99,419 km/h); 2. Licciulli Vito Flavio (500) a 1"944; 3. Santarsieri Danilo (500) a 30"470; 4. Fiore Gennaro (500) a 31"523, 5. Russo Roberto (500) a 1'01"543; 6. Carusone Dino (126) a 1'20"810; 7. Maione Domenico (500) a 1 giro; 8. De Filippis Michele (500) a 4 giri; 9. Punzo Ciro (500) a 6 giri; RT Boni Michele (500 Giannini) a 7 giri; RT Sannino Ciro (500) a 11 giri; RT Gelsomini Davide (500) a 12 giri; RT Lauria Lorenzo (500) a 13 giri; RT Mellini Pietro Luigi (126) a 14 giri; RT Mascolo Sebastiano (500) a 15 giri; RT Franzese Pietro (126) a 16 giri; RT Russo Luigi (500) a 16 giri; RT Cecchetti Gianfranco (500 Giannini) a 17 giri Giro più veloce: Cuomo in 1'24"443 (media 100,612 km/h) TROFEO RADICAL GREEN SCOUT CUP Varano, 12 giugno 2011 Gara 1 Classifica: 1. Bruccoleri Luigi (SR4) 12 giri in 14'06"410 (media 120,452 km/h); 2. Esposito Michele (SR4) a 0"381; 3. Giordano Pietro (SR4) a 1"251; 4. Azzoli Riccardo (Pros) a 1"733; 5. Coppola Pasquale (SR4) a 9"905; 6. Esposito Cataldo (SR4) a 12"803; 7. Vinaccia Luigi (SR4) a 13"449; 8. Barge Daniele (SR3) a 14"293; 9. Venanzio Salvatore (SR4) a 37"286; 10. Ferrigno Vincenzo (Pros) a 1 giro; 11. Celentano Francesco (Pros) a 1 giro; 12. Mauriello Aniello (Pros) a 2 giri; RT Gargiulo Mario (SR4) a 10 giri Giro più veloce: Azzoli Riccardo in 1'09"128 Varano, 12 giugno 2011 Gara 1 Classifica: 1. Viberti Claudio 12 giri in 17'40"316 (media 96,152 km/h); 2. Lorenzini Luca a 9"515; 3. Bergonzini Matteo a 15"555; 4. Cozzari Sauro a 23"651; 5. Brioschi Marco a 26"331; 6. Rugin Gabriele a 27"290; 7. Corino Sandro a 29"155; 8. Carobbio Alberto a 30"121; 9. Fontanella Ferruccio a 31"368; 10. Strabello Paolo a 37"000; 11. Tantucci Cesarino a 38"101; 12. Lombardelli Jacopo a 43"583; 13. Quaglia Andrea a 46"516; 14. Bologna Nicoletta a 50"928; 15. Ghione Jimmy a 2 giri Gara 2 Classifica: 1. Azzoli Riccardo (Pros) 12 giri in 16'02"729 (media 105,898 km/h); 2. Esposito Michele (SR4) a 2"216; 3. Giordano Pietro (SR4) a 2"843; 4. Vinaccia Luigi (SR4) a 5"021; 5. Esposito Cataldo (SR4) a 15"248; 6. Barge Daniele (SR3) a 15"620; 7. Mauriello Aniello (Pros) a 19"936; 8. Celentano Francesco (Pros) a 21"129; 9. Ferrigno Vincenzo (Pros) a 23"197; 10. Venanzio Salvatore (SR4) a 1 giro; RT Bruccoleri Luigi (SR4); RT Coppola Pasquale (SR4); NP Gargiulo Mario (SR4) Giro più veloce: Azzoli in 1'08"517 (media 123,998 km/h) Varano, 12 giugno 2011 Classifica: 1. Fortina Maurizio (Exige) 37 giri in 51'47"559 (media 101,157 km/h); 2. Cazzaniga Fernando (2 Eleven) a 9"770; 3. Castiglioni Matteo (Exige) a 15"778; 4. Pieralisi Gabriele (2 Eleven) a 1 giro; 5. Bertini Luca (Exige) a 2 giri; 6. Utzieri Vito (2 Eleven) a 3 giri; 7. Peroni Marco (2 Eleven) a 3 giri; 8. Durante Davide (Exige) a 8 giri; RT Pugliese Marco (2 Eleven) a 24 giri; RT Meroni Paolo/Merzario Arturo (Exige) a 34 giri Giro più veloce: Cazzaniga in 1'12"521 (media 117,152 km/h) FUN CUP Varano, 12 giugno 2011 Classifica: 1. Cappuccio/Chadonet 163 giri in 4h00'22"429; 2. Bergamaschi/Caprotti a 1 giro; 3. Magnoni/Portatadino a 1 giro; 4. Catalano/Cocconi/Pedon G./Pedon M. a 1 giro; 5. Caiumi/Scarpaccio a 3 giri; 6. Ragozzino/Milla/Strabello a 4 giri; 7. Codeluppi/Benetti a 11 giri; 8. Rumolo/Palluan/Ongaretto a 13 giri; 9. Ferraresi/Gabbiaz- ABBONAMENTI Per ricevere tutti i numeri di Paddock compilate il tagliando e inviatelo a: PROMIT Srl - C.so Racconigi, 150 - 10141 Torino J Sottoscrivo l’abbonamento a dieci numeri di PADDOCK a € 30,00. J Ordino n. ........ copie del DATABOOK 2011 a € 15,00 cad. Allego per il pagamento assegno J o vaglia postale J intestato a Promit s.r.l. Cognome e nome: ........................................................................................................................................................... Società/Team: .................................................................................................................................................................. Via: ................................................................................................................................................................................... Città: .......................................................................................... C.a.p.: ...................................... Prov.: ...................... Tel.: ............................................................................................. Fax: ........................................................................... Qualifica (1): ................................................................................................................................................................... Firma: .............................................................................................................................................................................. (1): specificare, per favore, se siete pilota, sponsor, team manager, meccanico, commissario, ecc… Si informa ai sensi D.L. n.196 del 30/06/2003 che i dati forniti con la compilazione della presente scheda verranno raccolti e trattati a cura della Promit Srl per le esigenze di tipo operativo, gestionale e statistico degli abbonamenti 66 Pinze racing Dischi racing Impianti frenanti maggiorati Pastiglie freno Dischi freno RACE RALLY O.E.M Liquido freni TUNING Dal 1976 TAROX progetta e costruisce componenti frenanti destinati alle competizioni, alle elaborazioni di vetture stradali, al primo equipaggiamento. La continua ricerca e lo sviluppo incessante di nuovi prodotti, pongono TAROX fra i leader del settore per prestazioni, qualità e innovazione. Head Office & Factory Via Milano 24, 23875 Osnago, Lecco Phone: +39- 039 – 58 78 14 International Office Unit 9 Taylor Court, Carrs Ind. Est, Haslingden Lancs, BB4 5LA Great Britain Phone: +44-1706-222-872 www.tarox.com North America W. Cornelia Ave 5946, Chicago, IL 60634 Phone: +1 773 800 2949 www.tarox.us Tutta la produzione TAROX e’ uniformata ai criteri di qualita’ imposti dal sistema di Uni EN ISO 9001, dal Ministero dei Trasporti e dal KBA Tedesco. FOLLOW US: