record al garden meglio di così

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record al garden meglio di così
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Basket R Università
MARTEDÌ 27 GENNAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
italia: 51565055545555
FENOMENI USA
Coach K
1000
Mike Krzyzewski
Nasce a Chicago nel ‘47, debutta da head
coach ad Army nel ‘75, passando poi a Duke.
La prima vittoria è un 67-49 su Stetson il
30/11/80. In squadra anche
Gene Banks, poi alla Fortitudo.
Ha guidato il team Usa a
due ori olimpici (Pechino ‘08,
Londra ‘12) AFP
CONTENUTO
PREMIUM
Quattro volti
per 4 trionfi
1991 GRANT HILL
Coach K vince il suo primo
titolo Ncaa battendo Kansas
in finale 72-65 a Indianapolis
1992 CHRISTIAN LAETTNER
Il bis arriva l’anno dopo.
Storico il tiro di Laettner che
elimina Kentucky nei quarti
«RECORD AL GARDEN
MEGLIO DI COSÌ...»
Massimo Lopes Pegna
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
I
l passaparola si è propagato in fretta. Fin da
lunedì scorso quando Duke ha battuto Pitt­
sburgh e coach Mike Krzyzewski è arrivato
ai confini della realtà: 999 vittorie (308 scon­
fitte), a un passo dai 1000 trionfi che sembra­
no un numero da fantasport. Così, domeni­
ca, pochi istanti dopo che Duke ha superato
St. John’s (in rimonta) 77­68 e lo storico
traguardo è stato tagliato, il Madison Squa­
re Garden, esaurito per l’attesissima impre­
sa, si è alzato in piedi: standing ovation,
dentro il Tempio dello sport. «Difficile es­
sere più fortunati: non esiste un posto ma­
gico come questo per centrare un obiettivo tan­
to importante», dice coach K con la voce un filo
incrinata. In verità, il più vincente di tutti gli
allenatori del college di massima divisione (lo
era già dal 15 novembre 2011, quando ottenne
il successo n° 903 e sorpassò l’ex maestro Bob
Knight: banale coincidenza, anche allora
dentro al Garden) vorrebbe parlare d’altro. Schi­
vo e modesto, come spesso lo sono i grandissimi.
Per tutta la settimana non si era fatto fregare dal­
le emozioni. Alla vigilia, a chi lo importunava
con il tormentone di quel numero mille, spiega­
va: «L’approccio alla gara non cambierà. Si va in
campo solo per vincere, non certo per le mie sta­
tistiche». Ma non poteva essere una partita qua­
lunque. Non lo è stata. «Sinceramente, ho pensa­
to di perderla. Poi, boom, qualcosa è cambiato.
Ma all’intervallo ho inviato un messaggino, di­
cendo di buttare tutti i miei libri che teorizzava­
no sulla leadership perché non stavano funzio­
nando». La butta sul ridere, coach K: «Sì, qui
dentro appenderanno la mia foto: in uno dei ga­
binetti. Però, dai, almeno l’appenderanno». E’ il
27
2001 SHANE BATTIER
La terza Final Four vinta arriva
piegando Arizona con Mike
Dunleavy e un super Battier.
2010 KYLE SINGLER
L’ala che giocherà poi al Real
è l’mvp della finale vinta da
Duke su Butler 61-59
suo modo di esorcizzare quelle che definisce «at­
tenzioni eccessive».
MONUMENTO Ma è la cosa che tutti apprezzano
di lui: il Monumento non è mai salito sul piedi­
stallo. Uno dei suoi amici d’infanzia, Ed Stani­
slawski, venuto apposta da Chicago dove sono
cresciuti insieme, cattolici e orgogliosi delle ori­
gini polacche, smania per raccontare: «Mickey è
uno di noi. Era, è, una persona normalissima». E
poi ancora: «Era un pessimo ballerino. A scuola
aveva ottimi voti, ma era ruffiano con i professo­
ri». Dice un altro dei vecchi compagni con cui
faceva wrestling, il suo grande sogno da bambi­
no: «Sua mamma Emily sfornava biscotti al cioc­
colato straordinari». Faceva l’inserviente delle
pulizie al Chicago Atletic Club. Mentre suo papà
Bill, che di quel cognome impronunciabile un po’
si vergognava e si faceva chiamare Kross, per 25
anni aveva manovrato l’ascensore di un palazzo
prima di aprire un bar. Origini umili, che hanno
forgiato un uomo tutto d’un pezzo. La moglie Mi­
ckie, lì accanto con due delle tre figlie e un mani­
polo di nipotini, non gli risparmia simpatiche
frecciate. Se non in un giorno così, quando? «In
casa non sa fare un bel niente. E sapete che cosa
mi disse al primo appuntamento romantico? Ti
ho invitata, ma sei la terza scelta». Sincero fino
alla sconvenienza, ma onesto. «Ah, al volante è
insopportabile», aggiunge la signora K.
ULISSE Il traguardo che taglia è solo un numero
storico che spicca in un curriculum pazzesco.
Perché bisogna aggiungere quattro titoli Ncaa,
altre quattro finali e un totale di 11 Final Four.
Senza dimenticare che dal 2006 è anche l’allena­
tore della Nazionale Usa, quello che dopo lo
smacco del bronzo Mondiale ad Atene 2006 al
suo primo anno, non ha mai più perso una parti­
ta, conquistando due ori olimpici (Pechino ’08 e
Londra ’12) e due mondiali (Turchia ’10 e Spa­
gna ’14). Dei suoi trentaquattro anni e spiccioli
sulla panchina di Duke (più i cinque ad Army)
dal 1980 sceglie una striscia, secondo lui pazze­
sca. «Quei nove anni fra il 1985 e il 1994 in cui
siamo andati sette volte alle Final Four (2 titoli e
3 finali): fu roba da matti. Devi cercare di conte­
nere quella follia. Ma non avevo il tempo per
pensare anche a quello», spiega. La Nba, che ri­
fornisce ogni anno di giocatori (fra i recenti più
celebri, la scelta n° 2 dell’estate scorsa, Jabari
Parker, la n° 1 del 2011 Kyrie Irving e la potenzia­
le n° 1 di quest’anno, Jahlil Okafor), lo punta da
anni, ma lui come Ulisse non si è mai fatto am­
maliare da quel mondo dove se sbagli ti cacciano
via senza troppi complimenti. Anche perché coa­
ch K non lo puoi certo convincere con sontuosi
contratti: guadagna 9.7 milioni di dollari a sta­
gione, il più pagato in assoluto in college. Ha det­
to di no cinque volte: Celtics, Trail Blazers,
Lakers, Nets e Timberwolves. Sta bene dov’è.
Con i suoi ragazzi a cui spesso costruisce un futu­
ro da favola. Ma domenica la favola è stata sol­
tanto sua. Ha una richiesta, però: «Sono conten­
to che sia finita. Perché in questi sei giorni di at­
tesa ho letto paginate di articoli su di me e sul
mio passato. Molte bruttine. Ora basta, per un
po’ non scrivetene più». Ride, mentre abbraccia
e se ne va con i nipotini. Le storie da raccontargli
non mancheranno.
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KRZYZEWSKI, TECNICO DI DUKE, PRIMO COACH A RAGGIUNGERE LE
MILLE VITTORIE NEL TORNEO NCAA DI BASKET: «APPENDERANNO
UNA MIA FOTO. NEI GABINETTI, MA L’APPENDERANNO...»