Vite spericolate di stranieri tra sesso, droga ed espedienti

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Vite spericolate di stranieri tra sesso, droga ed espedienti
MARTEDÌ 26 APRILE 2011
@
CRONACA
BOLOGNA
Scrittura
mista
Lo scrittore francese
Georges Perec
PER SAPERNE DI PIÙ
www.marcosymarcos.com
www.castelvecchieditore.com
Il libro
Storia
Perec tradotto dal bolognese Amigoni
Francesco V e il Risorgimento
NEL primo sogno è in un campo di concentramento, o quasi. Nel secondo vede “lei” che seduce un altro e insegna uno strano gioco a un amico. Nel terzo
c’è un particolare itinerario. Sono sogni dal ‘68 al ‘72:
compongono La bottega oscura di Georges Perec,
uscito nel ‘73 in Francia e ora tradotto dal bolognese
Ferdinando Amigoni per Quodlibet. Una miniera di
fantasmi dell’autore, che per anni ha annotato la sua
attività onirica, inquietante materia preziosa per gli
studiosi e gli appassionati dello scrittore. (alb. seb.)
LA PICCOLA casa editrice di Reggio Emilia Antiche porte prosegue la pubblicazione di libri che
vanno alla riscoperta della piccola-grande storia
di quei territori tra Lombardia, Emilia e Toscana
alla ricerca delle radici dell’attualità. Ne Il principe e il consultore l’autore Angelo Spaggiari ripercorre il rapporto fra il duca Francesco V d’Este e il
suo “consultore” Carlo Roncaglia nella prima
metà dell’Ottocento tra i primi vagiti del Risorgimento e le ipotesi di confederazione fra piccoli
Stati.
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Il duca Francesco V
d’Este
Vite spericolate di stranieri
tra sesso, droga ed espedienti
Matrone torna in libreria con “Piazza dell’Unità”
SIMONA MAMMANO
AURIZIO Matrone, veronese di nascita, vissuto molti anni a Bologna
e piacentino di adozione, ha appena pubblicato da Marcos y
Marcos Piazza dell’Unità, romanzo che sarà presentato giovedì prossimo alla Feltrinelli di
piazza Ravegnana dallo stesso
Matrone in dialogo con Alberto
Sebastiani. Si tratta di un libro
che racconta la vita di cinque extracomunitari sotto le due torri, i
loro sogni, i loro eccessi e la loro
adolescenza con la tipica capacità di mettersi nei guai di questa
M
Una lotta
quotidiana per
restare a galla col
costante assillo di
sbarcare il lunario
età. L’autore ha voluto dare alla
narrazione un taglio particolare,
raccontando la storia dei protagonisti attraverso le loro inquietudini sessuali, i primi approcci
con la cocaina e la necessità di
trovare con ogni mezzo tanto denaro. Shen Li ama Mohammad,
un ragazzo molto bello, abituato
a ottenere tutto con la sua avvenenza, ma a lui la ragazza cinese
non basta: c’è Tatiana che si offre
a lui e tutto questo gli segnerà il
futuro.
C’è Michel, uno studente nero, arrivato dal Burkina Faso, che
ha trovato un sistema sicuro per
guadagnare approfittando delle
fantasie sessuali di una coppia.
Roman ama, invece, Shen Li,
spasimando e sognandola da
lontano. I destini dei protagoni-
■ XV
L’autore
Sopra Maurizio Matrone e, a
sinistra, il suo libro. A fianco
la vita fatta di espedienti di
chi vive ai margini
sti a volte si incontrano, ma sempre con la violenza caratteristica
della lotta per la sopravvivenza.
In una Bologna che non vede il
mondo, a volte sotterraneo e
sconosciuto, degli stranieri. Gli
unici a sfiorare la parte oscura
della città sono i due poliziotti
delle “volanti”, che spesso fermano i protagonisti, per controllare loro i documenti. Tutori dell’ordine che si portano dietro il
loro bagaglio di luoghi comuni
sugli stranieri. Può in tutta que-
sta varia popolazione mancare la
lucarelliana poliziotta, che lotta
con l’isterismo e le mestruazioni
che non arrivano? Questo è l’elemento divertente, che in un libro
dove tutti combattono, porta un
soffio di allegria. Matrone ha la-
vorato per anni in polizia a Bologna, proprio sulle “volanti” che ci
racconta, e forse anche per questo, oltre alla sua sensibilità, possiede quello sguardo che penetra
la barriera dell’indifferenza.
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L’esordio da Castelvecchi di Giuseppe Merico
La breve esistenza infelice del figlio del boss
ALBERTO SEBASTIANI
TUTTO è portato all’eccesso in Io non sono esterno (Castelvecchi), romanzo d’esordio del pugliese Guseppe Merico. Da
anni risiede a Bologna, ma l’ambientazione
del suo libro è il Salento, anche se non quello solare tanto famoso, anzi. È un angolo
buio, un abisso, una specie di cantina di una
casa tra la ferrovia e la tangenziale, di fronte a uno sfasciacarrozze. Un ragazzino ha
la sventura di nascere in un paesaggio tetro, di orrori quotidiani, di essere considerato apertamente “handicappato” o “mon-
goloide” dal padre, di subire la violenza da
lui, guardarlo mentre fa sesso con la madre,
essere coinvolto nei loro atti, vedere omicidi, conoscere il mondo da una prospettiva
malata. Il ragazzino odia suo padre, uomo
della Sacra corona unita: lui, che quando la
madre esce di scena lo rinchiude “di sotto”,
al buio, solo, cibandolo a malapena, violentandolo a suo piacimento. E spesso
(sbagliando?), invece dell’insulina per il
diabete, gli inietta eroina. Eppure il figlio, in
perfetta sindrome di Stoccolma, ama il padre. È il suo unico contatto col mondo. L’esterno, fuori da questo legame, non è ipotizzabile. Questo è il mondo, l’unica alter-
nativa è la morte, mai cercata ma presenza
costante. Nemmeno lei, però, aiuta il ragazzino venendo a prenderlo. Arriva invece per un’altra persona, in un finale tra le acque del mare, nominato ed evocato da metafore e similitudini per tutto il testo. Sono
figure e situazioni estreme, raccontate per
frammenti, tra ricordi sfasati nel tempo, flash back in un passato e in un’infanzia aberrante e in un presente di reclusione, con
un’amica immaginaria e cattiva che lo umilia. In un ritmo martellante di frasi secche e
immagini esplicite, senza sfumati, come a
voler colpire continuamente il lettore.
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Politica
La democrazia
ha bisogno
di manutenzione
MASSIMILIANO PANARARI
A DEMOCRAZIA, in questo
nostro Paese, ha bisogno di
pratiche innovative e, soprattutto, del ripristino dei fondamentali. Cosa che può venire
facilitata da una robusta riflessione teorica sul concetto stesso
di democrazia, oggetto di un volume consacrato, per l’appunto a
Democrazia. Storia e teoria di
un’esperienza filosofica e politica
(il Mulino), curato da Carlo Altini, direttore della Fondazione
collegio San Carlo di Modena.
Un libro che si propone di mettere in discussione la dimensione
ideologica che l’avvolge. E di decostruire, sottoponendo a un
esercizio critico, qualunque visione troppo rassicurante e consolatoria della democrazia, che
rischia, in tal modo, di venire archiviata tra le “parole fossili”, come osserva il curatore nella sua
Introduzione. Un’operazione di
“smascheramento” (che non risparmia il “politicamente corretto”, talvolta a rischio anch’esso di
conformismo culturale), cui si
dedicano, all’insegna di prospettive plurali, gli studiosi che hanno contribuito al volume, tra i
quali segnaliamo Luciano
Canfora sulla democrazia degli
antichi e dei moderni, Dario Antiseri sull’epistemologia dell’Open society, Nadia Urbinati sulla
democrazia rappresentativa e i
suoi critici, Gian Francesco Zanetti sul nesso tra identità e diseguaglianze, Pier Paolo Portinaro
sull’antipolitica, Yves Mény sulla
“democrazia nei tempi difficili”,
lo stesso Altini sull’universalismo e Daniele Archibugi sul cosmopolitismo. Un testo da meditare, raccogliendo l’invito a ripensare con urgenza le relazioni
tra democrazia (avvelenata dalla
deriva populistico-plebiscitaria)
e costituzionalismo (fiaccato
dall’eccesso di tecnocrazia).
L
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Repubblica Bologna