ORDINE DEL GIORNO n. 33 (Collegato al disegno di legge n. 25

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ORDINE DEL GIORNO n. 33 (Collegato al disegno di legge n. 25
ORDINE DEL GIORNO n. 33
(Collegato al disegno di legge n. 25 <<Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed
annuale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (Legge finanziaria 2014)>>).
(Non accolto, votato e respinto nella seduta n. 45 del 13/12/2013)
Presentatori: ZIBERNA,RICCARDI
Oggetto: Impedire la fusione tra CariFvg e CariVeneta
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
Premesso che nelle attività del neo amministratore delegato del Gruppo Intesa San Paolo, Carlo
Messina, vi è anche la prosecuzione del cantiere del piano industriale taglia costi che già ad agosto
(all'epoca Messina era il neo responsabile della divisione Banca dei Territori BdT di Intesa SanPaolo)
aveva avviato e che dovrebbe concludersi in primavera in parallelo alla presentazione del bilancio, e che
prevedrebbe come ipotesi privilegiata alla voce riduzione marchi, la creazione di un polo unico del Nord
Est.
Considerato che ciò porterebbe alla incorporazione in CariVeneto (attuale denominazione di
CariPadova) di CariVenezia e di CariFVG (nata dalla fusione tra CariGorizia e CariUdinePordenone).
Precisato che non verrebbe coinvolta Banca di Trento e Bolzano perché nella relativa compagine
societaria è presente un azionariato di minoranza che non lascerebbe mano libera al Gruppo
IntesaSanPaolo.
Visto che con buona pace delle Fondazioni ex conferitarie delle singole Casse di Risparmio che,
essendosi - nel tempo - fatte convincere ad assentire ad operazioni societarie che hanno trasformato le
casse di risparmio spa dei relativi territori in società con socio unico il Gruppo Intesa SanPaolo (del quale
invece sono azioniste le fondazioni), sono state semplicemente tagliate fuori da qualsiasi possibilità di
interferenza. Fondazioni che, comunque, hanno già le proprie gatte da pelare, visto che il riaccendersi
comunque del risiko aggregativo bancario passa certamente attraverso un ridimensionamento del ruolo
delle Fondazioni medesime.
Constatato che verrebbe così a sparire la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, società per azioni
con unico socio il Gruppo Intesa SanPaolo e risultante, in sintesi e senza perdersi nei dettagli di alcune
acrobazie societarie, dalla fusione delle antiche Cassa di Risparmio di Gorizia e Cassa di Risparmio di
Udine e Pordenone, con sede legale a Gorizia e con la Direzione Generale in Udine, dotata di 119 filiali
(dati successivi all'agosto 2013: 18 in provincia di Trieste, 15 in provincia di Gorizia, 57 in provincia di
Udine e 29 in quella di Pordenone) e di un migliaio di dipendenti e capace, nonostante i risultati di
bilancio non brillanti del 2011 e del 2012, di versare nel tempo importanti somme all'erario nel territorio
della Regione Friuli Venezia Giulia, contribuendo in modo importante al calcolo dei cd. decimini di
competenza regionale (per non parlare delle imposte locali).
Rilevato che, dopo la recente campagna di chiusura di filiali (12 risultano essere le filiali chiuse nel solo
2013) e dopo la prosecuzione della migrazione su Padova di uffici importanti come i Controlli, il Credito
ed il Personale, assisteremmo alla definitiva trasformazione in mera rete di sportelli della più importante
banca autoctona del Friuli Venezia Giulia.
Preso atto che nel territorio non vi sarebbe più parvenza di sedi decisionali, ma solo filiali e non vi è chi
non abbia, soprattutto in questi periodi difficili, dovuto soffrire sulla propria pelle la sostanziale
mancanza di autonomia decisionale dei direttori di filiale e l'applicazione pedissequa di innovativi criteri
di attenzione al credito, talvolta border line rispetto al credit crunch.
Sconcertato dal fatto che mille dipendenti, mille famiglie, più di cento sportelli, più di cento paesi e città
del Friuli Venezia Giulia serviti, una importante tradizione culturale bancaria, verrebbero sacrificate
sull'altare padovano che, almeno secondo alcune voci, navigherebbe in acque procellose e vedrebbe
anche per questo con grande favore questo rafforzamento.
Constatato quanto facilmente una banca sparisca è testimoniato dal fatto che, ad esempio, delle
gloriosissime Banca del Friuli e Cassa di Risparmio di Trieste nessuno nemmeno si ricorda più, se non
per la valenza della mancanza delle ricadute economiche che quei centri decisionali avevano, e non
hanno più, su Udine, Trieste e la regione.
IMPEGNA
la Giunta Regionale a:
- svolgere tempestivamente una valutazione in ordine alle conseguenze che deriverebbero da detta
fusione, in particolare come impattano, le vicende Mediocredito, soprattutto le recentissime, sul quadro
e come si ridurrebbe il settore bancario nostrano con la sparizione di CariFVG;
- verificare cosa intendono fare le Fondazioni di Gorizia e di Udine e Pordenone per tutelare il loro
patrimonio e, di più, per salvaguardare il patrimonio delle popolazioni di riferimento che, con la iattura
della trasformazione della foresta pietrificata di Amato, hanno affidato alle Fondazioni quanto era stato
costruito dalle Casse di Risparmio Enti Pubblici Economici;
- valutare se assisteremo all'ennesimo smembramento economico, cancellazione di centri decisionali,
sparizione di rapporti di servizio e fornitura che hanno nel tempo trasformato le nostre ex banche in
estranei cercatori di raccolta da utilizzare altrove;
- valutare il danno economico che subirebbe la Regione a causa dello spostamento della sede dalla
nostra regione al Veneto ed al conseguente venir meno della partecipazione al reddito.
- porre in essere ogni azione utile per scongiurare l’avverarsi dell’ipotesi di fusione che determinerebbe
un depauperamento del patrimonio economico ed anche sociale della nostra regione