Laboratorio_VI_Botanica

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Laboratorio_VI_Botanica
LABORATORIO DI BOTANICA GENERALE
LABORATORIO di BOTANICA
VI Lezione
A cura di:
AM. Guagliardi – Responsabile Laboratori didattici
M. Improta ,G. Migliaccio - Responsabili tecnici del Laboratorio didattico
I docenti di Botanica: G. Pinto, A. Pollio
LABORATORIO DI BOTANICA
Sommario
1- LABORATORIO VI - LE MODIFICAZIONI DI RADICE, FUSTO, FOGLIE.
OSSERVAZIONI DAL VIVO ALL’ORTO BOTANICO. ..................................................................... 2
1.1 Tipi di radice………………………………………………………...3
1.2 Tipi di fusto . .......................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
1.3 Tipi di foglia.................................................................................................................................. 5
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LABORATORIO DI BOTANICA
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LABORATORIO VI – LE MODIFICAZIONI DI RADICE, FUSTO, FOGLIE.
OSSERVAZIONI DAL VIVO ALL’ORTO BOTANICO.
Radice, fusto e foglia hanno una forma tipica, che possono però modificare, per
adattarsi meglio agli ambienti in cui vivono. Osserveremo dal vivo alcune delle
più tipiche variazioni della morfologia di questi organi.
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1.1 Tipi di radice
Radici aeree;
Radici di piante parassite;
Radici tuberizzate
Radici aeree
1. Le radici tabellari del Ficus. Il Ficus
magnolioides possiede rami di grandi dimensioni,
dalle quali si formano radici avventizie (cioè che
si formano dal fusto) che arrivano fino al suolo,
assicurando un sostegno supplementare.
Ficus magnolioides
2. Le radici delle mangrovie – Le cosiddette
mangrovie sono piante che crescono in ambienti
paludosi, con le radici immerse in acqua, in
costante carenza di ossigeno. In queste piante si
sviluppano allora radici che fuoriescono
dall’acqua, dotate di pori che consentono gli
scambi gassosi
Mangrovia (Avicennia nitida)
Radici di piante parassite
Orobanche sp. Si tratta di una radice che penetra
nei tessuti dell’ospite, nutrendosi delle sostanze
che circolano nei vasi floematici.
Orobanche
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Radici tuberizzate
Si tratta di radici che accumulano particolari
quantità di sostanze di riserva. Per esempio le
radici della carota (Daucus carota L.). Sono
radici a fittone, in cui sia l’asse ipocotile che la
radice sottostante sono ingrossate. I raggi
midollari e il parenchima corticale sono molto
sviluppati e accumulano le riserve nutritive.
Radici di carota selvatica e coltivata
1.2 Tipi di fusto
fusti con funzione di riserva idrica;
fusti con funzione di riserva nutritiva;
fusti a differente portamento;
altre modifiche morfologiche dei fusti
Fusti con funzione di riserva idrica
Osserviamo come nelle piante del deserto si
possano trovare fusti che hanno assunto le forma
più varie, da quelle tondeggianti di numerose
cactacee, a quelli a forma di foglia di
Opuntiaceae, come il fico d’India, o a quelle a
forma di bottiglia, come nel caso della Nolina o
della Chorisia. Spesso queste forme sono
collegate alla funzione di riserva idrica, che porta
il fusto ad ingrossarsi, e a dotarsi di abbondante
parenchima acquifero, che presenta abbondanti
mucillagini.
Nolina recurvata
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Fusti con funzione di riserva nutritiva
Tra questi vanno inclusi, rizomi, tuberi e bulbi.
Alcune delle Famiglie vegetali che includono
specie di rizomatose, bulbose e tuberose tipiche
della regione Mediterranea sono collocate sui
gradoni antistanti la serra Merola dell’Orto
Botanico.
Serra Merola dell’orto botanico di Napoli
Fusti a differente portamento- Le piante
rampicanti e volubili
Sono dette volubili quelle piante che hanno fusti
che si attorcigliano intorno ad altre con il proprio
fusto. Es. Fagiolo
Piantina di fagiolo
Sono invece rampicanti quelle piante che si
attaccano ad un'altra pianta o ad un sostegno
mediante delle strutture specifiche che servono
per questo scopo. Per esempio, la Passiflora si
arrampica producendo i cirri, rami trasformati per
questa funzione, che non producono foglie.
cirro (Passiflora)
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1.3 Tipi di foglie:
variazioni della morfologia fogliare
modifiche di forma e funzione
.
Foglie di differenti forme
Nell’area dedicata alle piante Mediterranee,
possiamo innanzitutto osservare specie a foglie
semplici e composte (cioè quando la lamina è divisa
in foglioline completamente separate tra loro).
Poi sarà possibile osservare variazioni morfologiche
della lamina fogliare. A titolo di esempio,
considereremo foglie aghiformi e foglie a lamina
lobata.
Frequenti sono le cosiddette sclerofille, piante con
foglie di consistenza coriacea, dovuta alla presenza
di abbondanti fibre sclerenchimatiche. E’ un
adattamento all’aridità, così come lo è l’abbondante
peluria tipica di alcune altre specie (es. Ballota
pseudodictamnus).
l’area della macchia mediterranea dell’Orto botanico
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Modifiche di forma e funzione delle foglie.
Le piante del deserto
spine – le foglie diventano strutture acuminate
e non effettuano più la fotosintesi. Riduzione
della superficie traspirante e difesa dagli
erbivori.
foglie succulente – sono le foglie modificate
per contenere e conservare l’acqua.
Modifiche di forma e funzione delle foglie.
Le piante carnivore
Le foglie delle piante carnivore sono
modificate in vario modo, per poter catturare
insetti secondo varie strategie. Possiamo
distinguere foglie :
con papille adesive (Drosera)
Drosera aliciae
a forma di otre (Nephentes)
Nepenthes sp.
con trappola a scatto (Dionea)
Dionea muscipula
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