Iniziative regionali a favore della conciliazione dei tempi di vita e di
Transcript
Iniziative regionali a favore della conciliazione dei tempi di vita e di
Il Coordinamento delle Regioni Italiane per le Politiche Sociali “Iniziative regionali a favore della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e della solidarietà intergenerazionale: l’esperienza delle Regioni Italiane” Che cos’è il Coordinamento delle Regioni Italiane per le Politiche Sociali ? E’ un organo all’interno della Conferenza Stato Regioni che riunisce tutti gli assessori alle politiche Sociali delle varie regioni italiane. Attualmente la presidenza di questo Coordinamento è alla Regione Veneto Esso si avvale di un coordinamento tecnico premesse Le politiche di conciliazione fra occupazione e lavoro familiare sono diventate tematica necessaria e comune delle politiche. Le regioni fino ad ora non hanno sviluppato un pensiero unitario su questa problematica in quanto è stata pensata come prerogativa dello Stato …. più che delle regioni Laddove le regioni hanno potuto muovere azioni lo hanno fatto attraverso le pari opportunità o l’assessorato alle attività produttive Solo ora la tematica comincia ad essere presa in mano dalle politiche familiari D’altra parte le Regioni e gli Enti Locali sono chiamate a porre in essere tante delle azioni e servizi che sono gli strumenti per arrivare ad una vera conciliazione tra lavoro e famiglia … quindi c’è necessità di un cambio di rotta Alcune Regioni si sono già messe in moto e oggi andiamo a vedere alcune “buone pratiche” Come Regioni avvertiamo inoltre la necessità di una riflessione antropologica sia a livello europeo che nazionale, che regionale su ciò che vuol dire “lavoro”, “famiglia” e “conciliazione” Nei rapporti tra imprese e società acquista importanza fondamentale la riconciliazione tra lavoro e famiglia, non seguendo una logica ripartitiva ma una logica cooperativa, non dividendo il tempo in tempo lavorativo e tempo libero, ma miscelandolo secondo il criterio della sovranità cioè tra tempo nostro e tempo altrui. Una prima, banale ma evidente osservazione sul rapporto tra famiglia e lavoro richiama alla inevitabile competizione tra uso del tempo per il lavoro e uso del tempo per la famiglia; questo non significa che i valori siano contrapposti, ma che esiste la necessità di una equilibrata combinazione tra queste due sfere dell’esistenza di una persona e della famiglia. Altre riflessioni Il lavoro come valore come “libera esplicitazione della capacità/potenzialità creativa e manipolativa dell’essere umano sulla realtà ”. Attraverso il lavoro le persone entrano in relazione con l’ambiente esterno, con il mondo, e lo modificano in funzione di un progetto, di un pensiero sul futuro, di un obiettivo di mutamento della realtà, dando il loro personale contributo. Quindi qui il lavoro non solo come attività retribuita, ma come azione creativa della persona verso gli altri e verso la realtà il lavoro è con sempre maggiore evidenza una attività squisitamente sociale, che richiede a ogni persona una relazione con altre persone, un pensiero su di sé che inevitabilmente considera gli altri in relazione di interdipendenza Anche per quel che riguarda la dimensione sociale del lavoro le innovazioni tecnologiche e organizzative oggi in via di sviluppo propongono alcune sfide di non facile soluzione alle imprese, ma soprattutto alle persone e alle famiglie, quali il rischio dell’isolamento e della solitudine nel caso dello sviluppo del telelavoro, o nel lavoro svolto nella propria abitazione. Ma soprattutto … Il lavoro è il fondamento su cui si fonda la vita familiare, la quale è un diritto naturale. La famiglia dovrebbe costituire uno dei più importanti termini di riferimento, secondo i quali è necessario formare l’ordine sociale ed etico del lavoro delle persone. Infatti la famiglia è, al tempo stesso, una comunità resa possibile dal lavoro e la prima interna scuola di lavoro per ogni persona Infatti la famiglia oltre all’apporto positivo anche in termini economici che essa dà e può offrire al complesso mondo del lavoro e al di là delle grandi risorse di solidarietà che possiede e che spesso esercitano una funzione di sostegno verso chi, al suo interno, si trova senza lavoro o è alla ricerca di una occupazione, fondamentale è il ruolo educativo che è chiamata ad esercitare anche in ordine a ciò che riguarda il senso del lavoro e l’orientamento professionale. In secondo luogo queste due sfere (famiglia/persona e lavoro) devono trovare spazi di comunicazione, di interazione; così, per esempio, il valore del lavoro può e deve essere sperimentato in famiglia, come un valore educativo forte, testimoniando l’importanza di valori quali la responsabilità, la conoscenza, l’impegno, la fedeltà, il rispetto delle regole e delle norme imposte dal contesto lavorativo e dall’oggetto su cui si lavora, ecc.. Non è del resto corretto nemmeno il legame tra “lavoro come spazio non familiare” e “famiglia come spazio del non lavoro”, sia perché il lavoro cosiddetto esterno è valore della vita, che non può non entrare nel “lessico familiare”, sia soprattutto perché la vita stessa della famiglia si costruisce grazie al “lavoro familiare” svolto dai propri membri per la vita stessa della famiglia l’individuo, sia come lavoratore, sia come consumatore, si relaziona al sistema economico, al lavoro, al consumo attraverso un ”filtro familiare”, in cui entrano in gioco i valori delle persone e della famiglia, le risorse individuali e familiari, i progetti sul futuro e i vincoli del presente, elementi che segna la vita di ogni nucleo familiare. esiste una relazione diretta tra qualità delle relazioni e dei meccanismi decisionali della famiglia, scelte occupazionali dei singoli e benessere individuale e familiare. La scelta di lavorare da parte di entrambi i coniugi (o da parte di uno solo dei due) può essere positiva se emerge da un percorso condiviso, da una riflessione comune, ma può diventare fattore di frattura e rottura relazionale, se emerge da scelte individualistiche, o da conflitti non ricomposti. E’ questo uno dei luoghi in cui sono più direttamente implicate le scelte valoriali della famiglia, condivise e non; dare priorità al guadagno, al benessere economico, oppure alla qualità relazionale, oppure alla capacità solidaristica e di apertura della famiglia modifica radicalmente le dinamiche familiari, le scelte lavorative, la qualità complessiva della vita familiare e di una comunità. Mettere in competizione famiglia e lavoro rispetto alla “disponibilità di tempo” delle persone è una trappola in cui è facile cadere se si considera la persona come “divisa” tra sfere separate di esistenza Solo un pensiero antropologico forte, che consideri la persona come una e integra, consente di difendersi da questa trappola in altre parole, nella famiglia è molto più evidente che siamo dentro il tempo, dentro una storia, che da un lato ci arricchisce di un passato, da cui proveniamo, dall’altro ci offre un futuro di cambiamento, un compito di evoluzione, di crescita, una speranza nel domani.