N.L. Agosto 2016

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N.L. Agosto 2016
A NNO 8,
NUMERO
AGOSTO 2016
8
Intraprendere
Vita, morte e miracoli di una PMI
Il nuovo Marketing tiene in vita le imprese (1)
(di Rocco Trisolini)
Nello scenario globale
attuale, la concorrenza
internazionale, soprattutto messa in atto da
Imprese che hanno sede in Paesi dove il costo
della produzione è più
basso, determina la
diminuzione dei margini
di redditività con una
costanza
pressoché
irrefrenabile. A differenza del passato, in
cui la vita media di
un’Impresa era piuttosto lunga e spesso
coincideva con l’intera
vita lavorativa di 2 o
più generazioni di una
famiglia, oggi per garantirsi la sopravvivenza a lungo termine è
ormai davvero fondamentale per un’Impresa
poter contare sulla visione “aperta e lungimirante” dell’imprenditore
e
del
management,
nonché su una rapida
capacità di adeguamento di tutto il sistema
aziendale al cambiamento. Occorre sempre
più spesso ripensare il
business, facendo leva
sul settore Marketing
che riveste un ruolo
continuamente
determinante per le sorti
dell’Impresa, e che mai
come adesso è sollecitato
quotidianamente
per la ricerca ed elaborazione di strategie dinamiche e nuove soluzioni che siano facilmente attuabili, economiche, ma soprattutto
sostenibili nel tempo.
L’epoca del Marketing
inteso come produttore
di “fronzoli e sceneggiate” si è ormai estinta
da qualche anno, così
come
il
tradizionale
modello del “Marketing
Mix” (o delle quattro
“P” - product, price,
placement e promotion,
ovvero prodotto, prezzo, distribuzione e promozione) è prossimo al
pensionamento proprio
perché non è più pensabile che la differenziazione dell’offerta di
un’azienda si possa basare solo su elementi
operativi anziché pure
strategici. Oggi è necessario trasferire gli
elementi
forti
per
“concorrere” dal semplice prodotto al valore
aggiunto
(differente
rispetto ai concorrenti),
ai servizi, all’unicità
dell’esperienza di acquisto. (continua)
BUSINESS
COMUNICAZIONE
MARKETING
MANAGEMENT
In questo Numero
Apre a Milano il 1°
Moleskine Cafè.
Pag. 2
PMI sui social:
strategia in 4 punti
Pag. 3
Appartamenti diffusi
nuova rent-formula
Pag. 4
L’Angolo Tecnico
Pag. 5
Adidas e Puma, i due
brand di due fratelli
“rivali”.
Pag. 6
Da Pokémon GO fino al navigatore a portata di lente: arriva Glass Up
(Affari & Finanza- Luglio 2016)
All’apparenza un occhiale di tendenza, ma una volta indossato apre un mondo,
quello dell’augmented reality: Glass Up è uno smartglass pensato per riprodurre i contenuti provenienti da device mobili (come smartphone e tablet IOS e
Android), utilizzando la tecnologia bluetooth. Con Glass Up potrai giocare in maniera ancora più coinvolgente a Pokémon GO, consultare il navigatore, leggere
un articolo, insomma usare gli occhiali come se fossero lo schermo del tuo
smartphone. La startup modenese a meno di due settimane dal lancio della campagna di Equity Crowdfunding su Tip Ventures ha raccolto oltre 50 mila euro di ordini. Glass Up nasce
dalla creatività di Francesco Giartosio (CEO) e Gianluigi Tregnaghi (CTO) che ne hanno curato la tecnologia e il design. Con soluzioni tecniche ispirate all’olografia è possibile fare apparire tutte le informazioni di cui si ha bisogno sulla lente destra dello smartglass. Le aste diventano quindi una superficie
touch per interagire con i dispositivi senza estrarli dalle tasche. (…)
Pagina 2
Intraprendere
Apre a Milano il primo Moleskine Café
(Advertiser Luglio 2016 )
“LA VISIONE DI
MOLESKINE E’
FORNIRE AGLI
OSPITI UNA
ESPERIENZA DI
VENDITA
INNOVATIVA CON
SOCIALIZZAZIONI,
CIBO, CREATIVITA’
E SCHOPPING.
TUTTO IN UN
SINGOLO SPAZIO .
Il taccuino dei grandi
scrittori germoglia ancora: apre infatti a Milano
il primo Moleskine Café, un po’ caffè letterario, un po’ galleria d’arte,
un po’ negozio e un po’
libreria, è disegnato per
offrire un mix di energia
creativa e tranquillità,
per pause di relax e riflessione. Nel mezzanino
una zona sofà è dedicata
alla lettura, al lavoro di
concentrazione, a conversazioni rilassate; più
animata la zona bar al
pianterreno, dove la degustazione del caffè si
accompagna a mostre
d’arte, talk, workshop,
esposizione di libri e taccuini. Nel dehors, tavolini
per osservare la vita che
scorre per le strade. Per
una buona dose d’ispirazione quotidiana Il nuovo
formato ha aperto le porte al pubblico il 25 luglio
in Corso Garibaldi 65, nel
Distretto del Design di
Brera a Milano, città madre di Moleskine, pronto
per
essere
riprodotto
nelle altre grandi metropoli del mondo. Il concept è stato sviluppato
in collaborazione con Interbrand,
società
di
consulenza in tema di
design e identità di marca. Il Moleskine Café di
Milano è il primo localizzato in centro città e segue il successo del primo
Moleskine
Café
già
aperto all’interno dell’Aeroporto Internazionale di
Ginevra. Il nuovo format
è disegnato in stile Moleskine: linee pulite ed
essenziali, gamma cromatica dai toni neutri,
per un ambiente dove
regna un clima di serenità che invita all’esplorazione e al dialogo, esattamente come le pagine
color avorio di un taccui-
no Moleskine. Le
ampie vetrate a tutta
altezza dilatano lo
spazio e creano un
legame di continuità
tra l’interno, il dehors e la strada. Al
piano terra, un grande tavolo comune,
per favorire il dialogo.
Per chi cerca più intimità,
ci sono tavolini più piccoli
nella zona bar e nella
zona sofà del mezzanino.
Questa disposizione su
due livelli rivela la duplice anima del caffè: un
luogo che dà una carica
di energia e dinamismo
grazie al caffè, all’arte e
alla
conversazione
(pianoterra), ma dove
trovare anche pace e
silenzio per staccare la
spina, leggere e creare
(il mezzanino). Esattamente come per l’iconico
taccuino
Moleskine,
ispirato ai taccuini degli
artisti d’avanguardia del
secolo scorso, il Moleskine Café reinterpreta
un’idea del passato. Il
richiamo è ai caffè letterari dell’ Età dei Lumi
(…) Grazie a una partnership con la torrefazione milanese Sevengrams, il bar propone
due diverse miscele di
espresso, e una gamma
di caffè filtrati e a infusione in tre pregiate varietà monorigini. Il caffè
in grani è disponibile per
l’acquisto in confezioni a
marchio Moleskine. Come per i vini, ogni varietà di caffè racconta storie
di luoghi e di tecniche di
tostatura. Queste storie
sono raccontate sulla
fascetta che avvolge le
confezioni, accompagnate da illustrazioni d’autore, come per le fascette
dei libri. Il mattino inizia
all’insegna dello slow
breakfast con vassoi di
pane appena sfornato,
frutta fresca, yogurt, no-
ci e superfood, da abbinare a succhi di frutta. A
pranzo, un assortimento
di sandwich gourmet,
zuppe e insalate insaporite di germogli. I piatti
caldi sono serviti in cartocci che trattengono
all’interno i profumi per
rilasciarli intatti all’apertura. L’acqua è disponibile in un’ampia varietà di
aromi fruttati. Di domenica, da mezzogiorno
brunch con specialità
italiane, americane e vegetariane. Un’area del
pianterreno è dedicata a
mostre incentrate in particolare sulle prime fasi
del processo creativo.
Schizzi, appunti e concept in nuce di architetti,
designer,
illustratori,
registi e innovatori, affermati o emergenti, sono il punto di partenza di
una serie di esposizioni
temporanee che svelano
il processo creativo nel
suo divenire, come sfogliando le pagine di un
taccuino. (…) “Un nuovo
importante passo verso
la realizzazione del pieno
potenziale di una marca
come Moleskine, che da
sempre accompagna le
professioni
creative”,
afferma Arrigo Berni,
CEO
di
Moleskine,
“ispirata a una visione
ben precisa: fornire ai
nostri ospiti un’esperienza di vendita al dettaglio
innovativa, con socializzazione, cibo, creatività e
shopping in un solo spazio, progettato per riflettere i tratti distintivi di
Moleskine e la sua estetica essenziale (…).
Pagina 3
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Le PMI sui social media: strategia in 4 punti
Il
numero
di
pagine Facebook a supporto
e promozione di attività
commerciali o professionali cresce ogni giorno.
Ma al di là dei grossi
brand e di poche eccezioni, sembra che le piccole
e medie imprese italiane,
abbiano ampi margini di
miglioramento in materia
di gestione “social”. Uno
studio effettuato lo scorso dicembre da Spidwit,
azienda sviluppatrice di
una piattaforma online
di social media management, ha evidenziato
che solo una pagina
aziendale Facebook su
1000 riesce a mantenere
una media di almeno un
post al giorno. È uno fra
tanti indici negativi che
evidenziano difficoltà nel
reperire contenuti adeguati e, alle volte, mancanza di tempo e di competenze specifiche. Eppure una strategia di presenza sui social network oggi è estremamente utile anche per
una PMI, e iniziando per
gradi, anche perfettamente alla portata di
realtà piccole e medie.
Per muoversi in modo
organizzato sui social è
importante
tenere
mente 4 elementi:
a
1. Parola d’ordine per i
s o c i a l
è
“intrattenimento”
e
non “pubblicità”. Il Marketing oggi, non è più
basato sulle cose che
vengono prodotte, ma
sulle storie con cui coinvolgere e intrattenere
clienti e potenziali clienti. E’ giusto utilizzare i
social per promuovere
l’azienda, i prodotti e le
ultime offerte. Utilizzarli
solo per questo può però
rivelarsi dannoso: i fan
potrebbero
annoiarsi
quasi subito, iniziare a
ignorare i post e a non
seguire più l’azienda.
Importante è gestire la
propria community social senza concentrarsi
troppo sul fattore commerciale. Fondamentale
è guadagnare autorevolezza grazie a contenuti
interessanti
e
anche
quando si propone un
messaggio commerciale,
come la sponsorizzazione
di un prodotto o servizio,
bisogna farlo utilizzando
tecniche di intrattenimento.
2. Definire chiaramente
una strategia editoriale e
usare il corretto tono e i
giusti canali. E’ importante definire il profilo
degli utenti da coinvolgere in base agli obiettivi
dell’azienda e alla strategia di marketing e posizionamento di mercato
che si vuole raggiungere.
3. Pubblicare con regolarità contenuti di qualità,
perché le pubblicazioni
hanno un diretto impatto
sulla percezione che il
lettore si crea dell’azienda. Notizie fresche possono dare un senso di
vitalità e attualità.
4. Ricordarsi che i social
fanno parte di una strategia più ampia. I social
network
costituiscono una parte di una strategia digitale globale:
possono essere utilizzati
per il puro intrattenimento, ma anche per inviare
traffico qualificato su altri
canali come il sito, catturare nuovi clienti su
blog ecc.
Inoltre tutti i canali di
comunicazione
digitale
utilizzati dovranno essere
ben amalgamati tra loro
in maniera coerente.
Internet of Things, nel 2018 il sorpasso su mobile
(Ninja marketing - Luglio 2016)
Entro il 2018 gli oggetti
interconnessi saranno più
dei cellulari. Secondo i
dati emersi dall’ultima
edizione dell’ Ericsson
Mobility Report i devices IoT diventeranno la
più grande categoria di
dispositivi connessi al
mondo con un tasso di
crescita annua che sfiorerà il +23% nel periodo
2015-2021. Nel 2021 si
stima infatti che saranno
oltre 28 miliardi i disposi-
tivi connessi e di questi
quasi 16 mld saranno
relativi all’IoT. In questa
svolta epocale la parte
del leone spetta alla vecchia Europa (Europa
Occidentale) che, grazie
anche all’entrata in vigore di determinate normative, come l’adozione di
contatori elettrici intelligenti, e alla diffusione
sempre maggiore di veicoli connessi (a partire
dal 31 marzo 2018, i costruttori di automobili
dovranno attrezzare tutti
i nuovi modelli con una
tecnologia di bordo che
comunichi con il servizio
interoperabile
e-call,
basato sul 112 e in grado
di comunicare direttamente un segnale di soccorso in caso di incidente
grave) aumenterà il numero di dispositivi connessi arrivando a crescere del 400% entro il
2021. (…)
Cristina TINELLI
UNA
STRATEGIA
DI
PRESENZA
SUI
SOCIAL
OGGI È
UTILE
ANCHE
PER LE PMI
Intraprendere
Pagina 4
Sweet Inn, gli “appartamenti diffusi” di design
(Affari&Finanza- Luglio 2016 Irene Maria Scalise)
“DA TEL AVIV
A LISBONA
PASSANDO
PER ROMA, E’
LA NUOVA
FORMULA DI
APPARTAMENTI
DIFFUSI”
Chi non vorrebbe una
casa comoda con i servizi
di un hotel a cinque stelle? È questa la formula
con cui la startup Sweet Inn punta a sfondare
il mercato dei viaggi e
della hotellerie per i
viaggiatori del XXI secolo. Partendo dal principio
che chi si muove sempre
più spesso cerca un affitto breve, l’obiettivo di
Sweet Inn è quello di
migliorare
la
formula
Airbnb. Inaugurata da
un anno e mezzo, la
startup ha già collezionato appartamenti a Tel
Aviv,
Gerusalemme,
Bruxelles, Parigi, Barcellona e Lisbona. E da
gennaio è sbarcata anche
a Roma. La prossima
destinazione, in Italia,
sarà Milano. Tra gli asset un servizio impeccabile e location di design.
Ai vertici di Sweet Inn
ci sono l’amministratore
delegato Paul Besnainou, il direttore del
“business
development” per l’Europa
Boaz Beeri e il responsabile per l’Italia Gabriel Coen. A raccontare
il “caso” Sweet Inn,
nella sede di Roma, è
proprio Coen, appena 27
anni e già una discreta
esperienza maturata nel
settore immobiliare a
New York. La sua base
operativa è una piccola e
colorata lobby nel centro
della capitale. Uno spazio
ideato per accogliere gli
ospiti e consentire di
aspettare il check in,
avere un punto di accoglienza dopo il check
out e risolvere qualsiasi
problema. Una sicurezza
anche per i più diffidenti.
«La nostra società è partita da un anno e mezzo
con il focus di offrire un
nuovo concept di viaggio. Parigi è stata la prima città, con 80 appartamenti, ma il nostro obiettivo è arrivare a creare in
breve una rete di 200
appartamenti in ciascuna
delle città dove siamo
operativi », spiega Coen.
«Noi vogliamo offrire ai
viaggiatori la cura e i
vantaggi delle migliori
catene alberghiere ma
anche l’ampiezza e la
privacy di una casa».
L’intuizione sta dunque
nel creare una second
life che mette insieme i
punti di forza degli hotel
(l’alto livello del servizio,
la sicurezza e la cura per
l’ospite) con quelli dei
tipici “short term rental” (personalità, spazi
più ampi, atmosfera locale, fuga dal turismo di
massa e quartieri centrali). Non lasciare nulla al
caso è il mantra dello
staff di Sweet Inn: «Si
possono selezionare le
case all’interno del sito
www.sweetinn.com
sapendo che tutti avranno wi-fi, biancheria inamidata, prodotti da bagno e macchine da caffè.
All’arrivo nella città prescelta un nostro rappresentante del servizio accoglienza aspetta il nuovo ospite nella casa e gli
snocciola tutti i servizi a
disposizione». La ricerca
degli indirizzi da inserire
nella rosa è continua. Gli
appartamenti sono selezionati
esclusivamente
nel centro cittadino e in
palazzi dotati di ascensore: «A Roma abbiamo
scelto indirizzi tra Colosseo, Monti, Trastevere,
Piazza Navona e Pantheon». Ma è soprattutto
il design che, a sentire
Coen,
rappresenta
il
punto
di
forza:
«Troviamo
luoghi
già
arredati oppure completamente vuoti ma, in
entrambi i casi, due designer professionisti sono
incaricati di rielaborare
l’assetto interno assecondando i nostri parametri
di qualità». L’arredamento, oltre che funzionale,
deve essere personalizzato: «Non ci sarà mai
una casa di Tel Aviv
uguale a quella di Roma
e di Lisbona e, anche
nella stessa città, gli arredi assecondano lo spirito del palazzo o del quartiere, così un loft in
Monti non avrà nulla in
comune con un appartamento in Piazza del Popolo o a Trastevere». Ma
non è tutto. Ogni viaggiatore potrà avere, su
richiesta, dei servizi aggiuntivi: il transfert per
l’aeroporto, il cellulare
locale e i cestini di prodotti tipici per la colazione. Di più. L’affitto di un
auto e un catering a disposizione in qualsiasi
ora del giorno.(…)
Pagina 5
Intraprendere
Canone RAI, si paga con bolletta elettrica
Con la circolare n. 29/
E/2016 l’Agenzia delle
entrate è intervenuta per
fornire ulteriori chiarimenti riguardanti la disciplina del canone di
abbonamento alla televisione (canone RAI) per
uso privato, addebitato
nelle fatture per la fornitura dell’energia elettrica.
Secondo quanto previsto
dalla L. 208/2015, nel
caso in cui esista un’utenza per la fornitura di
energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha
la sua residenza anagrafica, si presume la detenzione di un apparecchio
televisivo, che costituisce
presupposto dell’obbligo
di pagamento del canone.
Con tale circolare vengono specificate le regole di
individuazione
delle
utenze residenziali addebitabili e le regole applicabili per determinare
l’importo del canone da
addebitare nelle varie
casistiche.
Di seguito, divisi per categoria, si propongono i
principali chiarimenti offerti:
UTENZE RESIDENZIALI
La coincidenza del luogo
di fornitura dell’energia
rispetto alla residenza è
desumibile:
direttamente dai contratti della tipologia “clienti
residenti” (clienti domestici cui si applicano le
tipologie tariffarie D1, D2
o D3, per i contratti conclusi dal 2016), per cui
l’utente ha dichiarato
all’impresa elettrica la
propria
residenza
nel
luogo di fornitura. Le
utenze cui si applicano le
tariffe D1 o D2, per le
quali sono previsti soli
usi domestici residenziali,
sono addebitabili
con
l’eccezione di quelle associate esclusivamente a
codici fiscali numerici a
11 cifre.
dai contratti della tipologia “altri clienti domestici” (clienti domestici cui
si applica la tipologia tariffaria D3 per contratti
conclusi fino al 2015),
per cui la coincidenza del
luogo di fornitura dell’energia rispetto alla residenza è individuata in
base alle informazioni
disponibili nel sistema
informativo dell’Anagrafe
tributaria in sede di allineamento delle banche.
Le utenze cui si applica la
tariffa D3, per la quale
sono previsti anche utilizzi diversi da quelli domestici residenziali, sono
addebitabili se risultano
residenziali e associate a
codici fiscali alfanumerici.
Le utenze cui si applica la
tariffa D3 per contratti
conclusi fino al 2015, per
le quali la coincidenza del
luogo di fornitura dell’energia rispetto alla residenza è individuata in
base alle informazioni
disponibili nel sistema
informativo dell’Anagrafe
tributaria,
rimangono
addebitabili indipendentemente dalle informazioni
sulla
residenza
eventualmente contenute
nei flussi periodicamente
inviati dall’impresa elettrica fornitrice con riguardo alle medesime
utenze.
PIÙ UTENZE RESIDENZIALI
Nell’ipotesi in cui per un
medesimo codice fiscale
la coincidenza del luogo
di fornitura dell’energia
rispetto alla residenza
risulti
contemporanea-
mente verificata per più
forniture, anche in seguito all’allineamento delle
banche dati, il canone di
abbonamento è addebitato su una sola fornitura
(con prevalenza dell’utenza “clienti residenti”).
L’Angolo Tecnico
di
VOLTURE E SWITCH
La voltura corrisponde
alla disattivazione della
fornitura al cliente finale
uscente ed alla attivazione di una nuova fornitura
al cliente finale entrante;
pertanto, sono da trattare ai fini dell’addebito
come,
rispettivamente,
disattivazioni di utenze e
nuove attivazioni di utenze.
Le volture mortis causa
non comportano di per
sé modifiche nell’addebito del canone, salvo che
il codice fiscale entrante
non abbia già un’utenza
addebitabile.
Lo switch (cambio di fornitore di energia) non ha
di per sé conseguenze
sull’addebito del canone,
rimanendo
attiva
nei
confronti di un medesimo
cliente finale una fornitura compresa nelle tipologie addebitabili.
ADDEBITO
2016
CANONE
Nella prima fattura successiva al 1° luglio 2016
devono essere cumulativamente addebitate tutte
le rate scadute.
DICHIARAZIONI
STITUTIVE
SO-
La dichiarazione di variazione dei presupposti
della dichiarazione sostitutiva precedentemente
resa (revoca) comporta
l’addebito del canone a
decorrere dal mese di
presentazione.
Laura PUTIGNANO
“MODALITA’ E
FUNZIONE
DEL NUOVO
SERVIZIO”.
Adidas e Puma: due brand nati dalla
rivalità dei fratelli Dassler
(Ninja marketing Luglio 2016)
Via della Resistenza 10/b
70015 - Noci (BA)
Tel.: +39 - 080 4949240
Fax: +39 - 080 4949037
E-mail: [email protected]
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Tutti i diritti sono riservati.
Questa è una storia che parla di passione e rivalità,
competizione e rivalsa. Una
storia in cui sono i sentimenti, o meglio i risentimenti a creare due colossi
dell’abbigliamento sportivo a
livello internazionale. Puma
e Adidas: una guerra, che
lascia sul campo di battaglia
rapporti familiari e l’unità stessa di una città. La famiglia in questione è la famiglia Dassler e la città è Herzogenaurach, in
Baviera, due sono i fratelli, opposti i caratteri. Gli opposti si
attraggono, ma la storia ci insegna che non c’è futuro duraturo
possibile: Adolf (Adi) è la mente, introverso e stacanovista,
Rudolf è l’anima commerciale, estroverso, amante della vita e
delle donne. Correva l’anno 1924. Correva buon sangue. È la
quiete prima della tempesta. La guerra sconvolge la fabbrica e i
destini: al posto di calzature si producono bazooka, Rudolf va al
fronte mentre ad Adolf tocca gestire la fabbrica. Al ritorno dalla
guerra e dalla prigionia, Rudolf non riesce a perdonare il fratello: qualcosa si è rotto per sempre. L’idillio del business di famiglia, iniziato nella lavanderia della madre come rinascita dopo
la guerra, diventato internazionale grazie alle Olimpiadi del
1936 con Jesse Owens come endorser, e riconosciuto per
l’ottima qualità e l’innovazione, ha vita breve. Il tradimento è la
causa della rottura: due sono le fazioni e due le versioni. Secondo alcuni, Käthe, moglie del timido Adi, ebbe una relazione con
il cognato. Gli altri dicono che Rudolf finì incarcerato dagli americani a causa della testimonianza del fratello. Dalla rabbia e dal
rancore, nel 1948 e nel 1949 prendono vita quei giganti del
mondo dell’abbigliamento sportivo che oggi tutti conosciamo:
Puma e Adidas. Quest’ultima si afferma con maggiore forza, e
nella cittadina bavarese l’atmosfera è come quella della Verona
dei Montecchi e dei Capuleti: i colpi di scena o meglio, i colpi
bassi non mancano. La seconda generazione sfodera le armi del
marketing. In occasione delle Olimpiadi di Melbourne nel
1956, Horst Dassler regala prodotti Adidas a numerosi atleti.
Il figlio di Rudolf rompe il patto di non belligeranza ingaggiando
Pelé per i Mondiali del 1970 in Messico. Horst apportò una
grande innovazione, dato che all’epoca gli sportivi dovevano
acquistare il materiale sportivo in autonomia. In parallelo, Armin Dassler chiese a Pelé di fermarsi ad allacciarsi le scarpe
prima del fischio di inizio, in modo che le scarpe Puma fossero
in mondovisione. Puma deve aver avuto un buon ROI, perché
oggi anche Bolt non lascia dubbi su chi sia il proprio sponsor. l
due fratelli riposano ora negli
angoli opposti del cimitero. «Il
tuo brand è ciò che le persone
dicono di te quando non sei
nella loro stessa stanza» e
viene da chiedersi cosa penserebbero Adolf e Rudolf di questa
definizione di Jeff Bezos. Oggi
Puma ed Adidas hanno una gestione meno familiare, le controversie sono state risolte e una
partita di calcio tra le due aziende ha sancito la pace.