tesi : zapping sul web: il presente e il futuro della web tv
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tesi : zapping sul web: il presente e il futuro della web tv
TESI : ZAPPING SUL WEB: IL PRESENTE E IL FUTURO DELLA WEB TV Il mondo delle web tv in Italia è ancora poco conosciuto ma negli ultimi anni grazie al boom delle micro web tv queste realtà si stanno facendo conoscere. La web tv è una televisione autarchica, non ha bisogno di frequenze né dell’etere, né di grandi strutture o investimenti. È una tv realizzata dal basso, dai cittadini che improvvisano redazioni e generano contenuti. Non ha costi di produzione, né chiede autorizzazioni solo strumentazione a basso costo. Il servizio d’informazione offerto dalle web tv è glocal, radicato cioè nel territorio ma in contatto con gli internauti di tutto il mondo. In Italia ormai ci sono tanti insospettabili cittadini che smessi i panni di professionisti, studenti o pensionati indossano quelli di video-maker per raccontare la propria città, il proprio quartiere o le proprie passioni. Perché sono nate le web tv? Lo stesso motivo per cui sono nate le tv e la radio libere: per il bisogno di gestire autonomamente le sorti della mediazione. I telespettatori sono ormai insoddisfatti della mediazione televisiva che risulta sempre più inefficace perché avulsa dalla loro realtà territoriale. Ma le web tv sono anche e soprattutto una risposta al bisogno di informazione dal basso. Queste tv sono frutto del fenomeno del web 2.0. Oltre alla convergenza, il web 2.0 ha permesso che gli utenti diventassero spettautori, prosumers (citando toffler) cioè produttori – consumatori. Il consumatore non può più solo consumare ciò che fornisce il produttore ma può a sua volta produrre, trasformare, riprodurre. Grazie al web 2.0, alla connettività di massa e all’innovazione tecnologica che ha portato nelle case di milioni di persone strumenti in grado di abilitare chiunque alla produzione di contenuti video ecco che ha inizio la piccola rivoluzione delle web tv. Giampaolo Colletti, massimo esperto di web tv in Italia, dà una definizione del fenomeno meno ampia e secondo me più precisa rispetto a quella della agcom. Secondo Colletti per web tv s’intende quella moltitudine di canali online nati da cittadini videomaker per caso o per passione , individui di ogni ordine e grado che impiegano tempo e qualche denaro per creare un proprio canale web visivo. Andando ancor più nel dettaglio possiamo dire che il termine web tv è riferito a canali online, nati da progetti editoriali, fruibili gratuitamente sul web, in modalità a flusso (cioè con lo scorrimento dei filmati indipendente dalla volontà dell’utente) o on demand (quindi con la possibilità per l’utente di selezionare il contenuto prescelto) dalla qualità non garantita (si va dal full HD alla ripresa con il cellulare). Le differenze con la televisione sono marcate. Ma ce n’è una più sottile. La tv generalista sincronizza i ritmi, cioè mette in connessione istantanea un’ampia comunità di persone che condividono un’esperienza comune in quel momento. La web tv invece funge da collante per target, è fondata sulla coerenza tematica. La tv generalista ha influenzato la web tv ma nemmeno troppo. Anzi forse vale più il contrario. Le web television sono molto di nicchia, ormai si è scoperto che la ricerca della nicchia e la verticalizzazione del contenuto premiano. Il termine web tv viene a volte associato a tutte le nuove televisioni, cioè quelle abilitate dalle tecnologie digitali. In realtà web tv è un termine preciso e non indica genericamente tutte le new tv. Si nota spesso confusione ad esempio tra web tv e IPTV . Le IPTV (internet protocol television) sono tv a pagamento i cui video ad altissima qualità possono essere fruiti in qualsiasi piattaforma (tv, desktop o mobile). La più importante IPTV al mondo è Netlfix , in Italia ci sono Infinity di mediaset e la nuova sky online. Si paga un prezzo mensile e si vedono film serie tv e tanto altro. Anche i siti portali, gli user generated content, sono spesso confusi con le web tv. In realtà i siti portali sono enormi contenitori di video realizzati in gran parte dagli utenti. Quindi al massimo Youtube può essere un contenitore di web tv ma non una web tv. Nemmeno le new tv che ripropongono su internet le puntate e gli extra delle trasmissioni televisive possono definirsi web tv. Il termine esatto per queste tv è catch up tv. Differenti dalle web television perché si limitano a riproporre cose già edite. Le più importanti catch up tv in Italia sono ovviamente rai.tv e videomediaset.it. Quindi una web tv è online, gratuita, parte da un progetto editoriale, pubblica contenuti originali a flusso continuo oppure on demand. In Italia è nato Altratv.tv il primo osservatorio sulle web tv italiane e sui media locali posizionati in rete. Fondato a bologna nel 2004 da Giampaolo colletti altratv.tv è una meta-tv: direttamente dall’home page si possono navigare le web tv localizzate. Inoltre i ricercatori di altratv.tv curano ricerche annuali dedicate alle web tv. L’ultima ricerca Netizen risale ad aprile 2013 e mostra evoluzioni molto interessanti. Per la prima volta ci sono meno antenne, ma più strutturate, con un uso più consapevole dei nuovi strumenti. 1350 realtà 584 web tv e 766 media digitali. – 7 % rispetto all’anno precedente. Lombardia (81), Puglia (74), Lazio (66) ed Emilia Romagna (50) sono le regioni con la maggiore distribuzione di web tv. La Pubblica Amministrazione conta 115 Web Tv mentre quelle delle Università sono 32. Crescono le realtà con un target verticale (28%) rispetto a quelle di taglio generalista e territoriale (60%). La vera novità è rappresentata dal pubblico più maturo che in passato 2su3 sopra i 24 anni. Cresce l’intesa con la PA ben il 40% registra riconoscimento e collaborazione, il 36% denuncia indifferenza e un 8% addirittura riceve formule di finanziamento. Il 52% produce contenuti ottimizzati per i dispositivi mobili, un 9% ha sviluppato un’app. Dalla ricerca emerge il punto critico che pesa come un macigno per un maggiore sviluppo delle web tv: il problema relativo ai finanziamenti. Il 70% delle web tv va avanti con il sostegno dell’ideatore. Questo definisce bene quale sia lo scenario attuale. In Italia la situazione delle web tv confluisce per la stragrande maggioranza nel fenomeno delle micro web tv. Non mancano tuttavia esempi di web tv professionali: Arcoris Tv ad esempio realizza filmati tramite le sue redazioni sparse in tutta Italia, offre l’occasione di vedere servizi, interviste, presentazioni di libri che altrimenti non si potrebbero vedere. E’ di nicchia ma proprio per questo funziona. Streamit è una web tv con 200 canali gestiti da singole redazioni. Una grande web tv con canali dedicati al cinema, sport, cartoni, musica ecc. Poi ci sono Roxy bar tv di Red Ronnie che parla di musica, DeAbyDay la web tv dell’editore DeAgostni , la più importante web tv sul genere tutorial (che riscuote un grande successo ). Le micro web tv italiane monetizzano meno, spesso per niente. Ma alcune di queste micro-antenne volano alto, altissimo. Stupiscono per la qualità dei loro servizi. Grazie a Giampaolo Colletti, da qualche anno ormai esistono anche gli oscar delle web tv e non potevano che chiamarsi: teletopi. Nel 2013 gli oscar sono andati alle micro- web tv più creative, più originali, più usabili e ottimizzate per la fruizione mobile. Tra le diverse micro-web tv quella che colpisce è sicuramente Cortocircuito Web, una web tv che trasuda coraggio. “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia” scriveva Orwell ed è il motto dei ragazzi poco più che ventenni che formano la redazione di Cortocircuito. Questi giornalisti in erba emiliani realizzano video-inchieste, cortometraggi e reportage sul tema della criminalità organizzata nel loro territorio. La qualità dei servizi èaltissima, le inchieste si basano su fatti, dati, documenti, nomi e cognomi. Le minacce sono all’ordine del giorno ma i ragazzi continuano ad andare avanti autofinanziandosi e rifiutando ogni tipo di pubblicità per rimanere liberi da qualsiasi vincolo. Colpisce per qualità anche varesenews.it, un quotidiano online locale che al suo interno ospita una web tv attivissima che sforna 70 video al mese ed è un po’ il modello che ormai dovrebbero seguire tutte le testate online locali. Interessante anche la web tv liberi di raccontare che vince uno dei premi speciali. Liberi di raccontare è incentrata sulla vita dietro le sbarre, un tentativo attraverso il racconto diretto dei detenuti di mettere a fuoco la realtà di ogni giorno in cella, tra sovraffollamento e assenza di programmi di rieducazione fino al ritorno alla vita fuori dal carcere. Ma le web tv originali presenti su internet sono davvero tante. Colletti ne cita alcune sul suo libro (TV fai da web): La tv di denuncia insu^tv ha un palinsesto autoprodotto per ventiquattro ore, trasmette dal rione napoletano di Forcella e usa il volantinaggio per strada per la promozione, con i volantini che diventano una specie di guida tv. Un caso che merita certamente di essere nominato tra le web tv di denuncia è Telejato, con sede a Cinisi. Telejato irradia un Tg quotidiano. Quasi due ore di informazione quotidiana. Temi di massimo interesse sono soprattutto l’ambiente e la mafia. Tante sono le web tv dedicate ai vecchi mestieri, tra cui MontiTv, che dal quartiere romano Monti documenta le ultime botteghe artigiane rimaste, e si presenta come l’ultimo avamposto alla globalizzazione. Via dei Centenari, invece, trasmette da una via dell’entroterra sardo nel Cagliaritano in cui c’è un’altissima percentuale di individui che superano il secolo di vita. Questi anziani diventano i testimoni digitali del passato e delle tradizioni della Sardegna. Non è l’unico caso di web tv che si occupa di anziani: Telesenior è stata creata a Bolzano da un gruppo di pensionati iscritti all’Università della Terza Età, che raccontano la loro vita e offrono consigli sulla medicina. Piero Vellini, un pensionato di Saronno, ha creato PieroDaSaronno, inizialmente dedicata allo sport minore che non arrivava alle tv locali che poi ha ampliato il suo palinsesto con la cultura e la vita associativa saronnese. La redazione è composta da giovani e anziani ed è stanziata nella casa di Piero. La web tv più originale è stata però (ora non esiste più ma rimarrà alla storia) teletorre19 una tv di condominio. Nata nel 2001, in un condominio di 74 famiglie, Teletorre 19 trasmetteva notiziari di quartiere, servizi dalla città, consigli utili su come fare piccole manutenzioni, documentari a partire dagli hobby dei condomini e faceva addirittura la presentazione dei nuovi arrivati. Varie rubriche tenute dai condomini : una sul modernariato, un’altra di cucina e tante altre. Il presente delle micro web tv è questo: tante idee, spesso realizzate con ottima qualità. Contenuti che in tv non riuscirebbero a passare, attenzione alle realtà locali e ai temi sociali. Il futuro è incerto. Il problema è quello della monetizzazione. Le principali linee di ricavo sono costituite dagli sponsor. I brand clienti possono scegliere fra varie opportunità: Advertising video formato pre roll cioè un piccolo inserto pubblicitario in formato video inserito all’inizio del video vero e proprio (oppure mid roll all’interno del video), player take-over è un altro metodo, molto invasivo perché si tratta di una cornice brandizzata, sopra al video. Flash overlay è una cornice sotto il video che appare ed è eliminabile dall’utente oppure il player spinning cioè viene brandizzata l’area intorno al player . Problemi di monetizzazione che anche io ho riscontrato nel mio progetto, nella mia web tv che porto avanti da due anni insieme ad altri due ragazzi. A Senigallia, io Marco e Manuele abbiamo fondato SenigalliaInPalla una web tv sportiva che ogni settimana riprende gli eventi sportivi più interessanti della città. L’idea è quella di dare risalto ai campionati e alle società di bassa categoria. Di ogni partita che riprendiamo proponiamo un breve video-highlights con musica e commento. Il nostro punto di forza è probabilmente lo stile inconfondibile di montaggio. SenigalliaInPalla non si occupa soltanto di videohighlights, durante la settimana la web tv è molto attiva. Tante le video rubriche pubblicate: i gol più belli della settimana, interviste a tu per tu (non semplici interviste, ma interviste riprese da più angolazioni e montate con cura). Nel 2013 Vivere Senigallia propone di inglobare SenigalliaInPalla e farne una sua rubrica. I numeri che erano già ottimi aumentano ancora. Nella stagione sportiva 2013/2014 le letture sono state 149799 quindi in media 1280 letture ad articolo. 24966 letture mensili. Più significativi ancora i numeri delle visualizzazioni su youtube (il contatore di youtube è preciso e severo) 58000 le visualizzazioni totali 9666 mensili in media 353 visualizzazioni per video.un progetto localissimo con numeri molto alti. Le entrate principali arrivano dagli sponsor a cui proponiamo l’inserimento di un banner semplice all’interno della rubrica o all’interno del video oppure uno spot creato da noi e inserito a inizio video. altri introiti derivano dalle società che intendono acquistare il dvd intero delle partite o inserire il video nel loro sito. (In conclusione) Tante web tv si stanno nascendo, tante stanno chiudendo, ma quelle che restano si organizzano, alzano l’asticella della qualità e della partecipazione. Se unite tra loro queste antenne denotano i contorni di un'Italia dalle mille facce, video-raccontate appunto nelle sue mille televisioni. Rappresentano le sentinelle di un territorio con la voglia di esprimersi. Di contare di più. Le micro web tv fanno emergere centinaia di storie. Fatte da gente comune, videomaker della porta accanto, cittadini di ogni ordine e grado, età, estrazione sociale o credo che prendono in mano la telecamera quasi quotidianamente e partecipano ad una narrazione corale. Così, per caso, per passione o per gioco si raccontano comuni, mestieri, storie, si fanno denunce, appelli, invettive o proclami. Sono televisioni del quotidiano. E' un gioco destinato forse a scardinare l'ordine costituito della blasonata televisione? Forse sì, ma per ora queste esperienze "corsare" fanno fatica a lasciare una firma nel panorama mainstreaming. Non hanno modelli di business vincenti. Vivono della passione di team amatoriali. Sono loro i netizen che raccontano le proprie terre, denunciano ciò che non va, documentano eventi, talvolta ammiccano alla telecamera, ma in fondo hanno una missione. Che fa rima con passione. Con pochi spiccioli e tanta buona volontà, informano il proprio territorio, spesso tralasciato dei media generalisti. Ma i netizen sono orgogliosi di perseguire un'informazione bonsai, passionale. Forse destinata un giorno a segnare anche la storia. Quella seria.