Modificazione del governo clinico nella cura di malattie croniche
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Modificazione del governo clinico nella cura di malattie croniche
3° Convegno Internazionale Autismi Le novità su diagnosi, intervento e qualità di vita Riva del Garda, 15 ottobre 2012 dalle 14.00 alle 18.00 Titolo: Autismo a scuola: adattamento delle attività didattiche, lavoro sulle abilità sociali e organizzazione del contesto Autore: Dott.ssa Clea Terzuolo, Pedagogista NPI, ASLCN1 Affiliazioni: Centro Autismo e Sindrome di Asperger, Servizio NPI - ASLCN1 Abstract: Le strategie messe a punto per l’educazione del bambino con autismo dovrebbero essere “al servizio” degli obiettivi legati al progetto di vita e puntare al miglioramento della qualità della vita. Le Linee Guida internazionali sul trattamento dell’autismo raccomandano l’utilizzo di metodologie di tipo educativo. Queste metodologie possono assumere articolazioni differenti a seconda del profilo di funzionamento del bambino. L’esperienza italiana dell’integrazione scolastica richiede l’adattamento delle strategie sviluppate nei contesti educativi “speciali” e la condivisione di queste tra servizi sanitari, scuola e famiglia. Nella scuola, che è parte di un sistema integrato con i servizi socio sanitari territoriali e con il contesto familiare, l’organizzazione dei tempi e degli spazi diventa realtà applicativa e l’insegnante competente mette a disposizione del bambino con l’autismo stili di conduzione e programmi altamente individualizzati, flessibili, creativi e modificabili. Nell’esperienza del C.A.S.A. di Mondovì l’intervento dell’educatore pedagogico prevede la messa a punto, in un contesto ambulatoriale, di strategie di intervento individualizzate, che vengono poi condivise con le insegnanti e adattate al contesto scolastico. Le competenze acquisite con l’ausilio di un sistema di lavoro organizzato al tavolo, la comprensione del tempo in riferimento al “prima” e al “dopo”, al “dove” e “per quanto tempo lavoro”, le competenze cognitive e l’apprendimento di abilità didattiche e relazionali che si sperimentano nel setting ambulatoriale all’interno di uno spazio privo di distrazione e strutturato, trovano all’interno della scuola il loro effettivo completamento. Si tratta di progettare una scuola ospitale che favorisca il benessere del bambino, l’integrazione scolastica e faciliti l’apprendimento attraverso alcune linee progettuali: interventi educativi in classe da parte dell’Educatore sanitario: trasporto di tecniche e metodologie sperimentate con il bambino in Ambulatorio dentro l’aula o la sezione; organizzazione delle proposte partendo dalle forme di comunicazione privilegiata proposta dai bambini; Intervento sulle competenze eseguito, inizialmente, se necessario, nell’aula vuota e, in un secondo tempo, nel gruppo classe; consulenza alle insegnanti sull’adattamento delle proposte didattiche; lavori in piccolo gruppo con i compagni; preparazione del passaggio di livello scolastico in collaborazione con i Dirigenti scolastici. Sul piano educativo le abilità deboli ma esistenti a livello potenziale ci consentono di puntare sull’obiettivo “possibile”, “raggiungibile” e, all’interno di un approccio multidisciplinare, di programmare attuando dei piani di intervento personalizzati e integrati. Obiettivi: proporre un modello di collaborazione tra scuola casa e servizi sanitari, che preveda la condivisione di obiettivi e strategie, con il coinvolgimento dei genitori e l’adattamento delle strategie utilizzate nel setting abilitativo al contesto scolastico. Metodo: La metodologia di lavoro, messa a punto nell’ambulatorio per le Attività Educative e cognitive del Centro Autismo e Sindrome di Asperger di Mondovì, parte dalla valutazione delle aree funzionali e dal lavoro in ambulatorio dedicato alla preparazione dei prerequisiti per il positivo inserimento del bambino nella scuola. In seguito, attraverso specifici tempi e metodologie individualizzate, si realizza la parte più delicata dell’ intervento che prevede il trasferimento e l’ intervento dell’Educatore pedagogico nell’aula e il lavoro in collaborazione con le insegnanti che comprende: l’adattamento delle attività, senza allontanarsi dalla finalità didattica, le facilitazioni per l’apprendimento di abilità didattiche, le strategie di comunicazione aumentativa e alternativa, l’uso di strumenti per favorire il benessere e l’indipendenza a casa e a scuola e il coinvolgimento dei compagni. Complementari sono i progetti specifici inerenti il lavoro sulle Abilità sociali in piccolo gruppo dentro la scuola, la collaborazione diretta con le insegnanti, i Dirigenti scolastici e i genitori nel progetto di preparazione del passaggio di livello scolastico, la costruzione di video modeling e storie sociali da utilizzare a casa e a scuola per sviluppare abilità sociali e personali (partecipare alla gita scolastica, preparare la cartella, fare i compiti). Conclusioni: la costruzione di strategie di intervento educativo adattate al contesto della scuola e la condivisione tra servizi sanitari, scuola e genitori, di obiettivi funzionali al potenziamento delle abilità adattive del bambino, rappresentano un valore aggiunto dell’esperienza italiane, ma richiedono la diffusione di competenze specifiche sull’autismo, la definizione precisa degli obiettivi e la sistematica verifica dei risultati raggiunti. Per contattare autrice: Centro Autismo e Sindrome di Asperger ASL CN1, Via San Rocchetto 99 Ospedale Regina Montis Regalis, Mondovì. 12084 (Cuneo) [email protected] Bibliografia: Arduino, C.Terzuolo, G., Danna, E., L. Destefanis, C. (2001). Interventi con il bambino che parla. In M. Zappella & G. De Luca (a cura di). Dossier: L’autismo oggi, Percorsi di integrazione, n. 1, pp. 44-48, Como. Arduino G. (2009), Profili funzionali e diagnosi categoriale nella presa in carico di soggetti con disturbi dello spettro autistico. Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza vol. 76; 25-39 Cavagnola R, Moderato P., Leoni M. (a cura di). Autismo che fare? Orientarsi tra le teorie e gli interventi . Vannini, Brescia, 2005 Cottini L. (2011). L’autismo a scuola. Roma, Carocci Faber. Gray, C. (2000). Il libro delle storie sociali. Brescia, Vannini, 2004 Hodgdon L.A. (1995), Strategie visive per la comunicazione, Brescia, Vannini, 2004 Hodgdon, L.A. 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