1 Note sull`equipaggiamento di attrezzature per il sollevamento di

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1 Note sull`equipaggiamento di attrezzature per il sollevamento di
Note sull’equipaggiamento di attrezzature per il sollevamento
di carichi sospesi su carrelli elevatori
1 - Quando considerare questa soluzione
Quando si ha necessità di movimentare carichi che devono essere sollevati e movimentati tramite un gancio
si prospettano all’utente diverse soluzioni. Le soluzioni da consigliare sono sempre e comunque quelle che
contemplano l’utilizzo di mezzi o strutture appositamente costruite per lo scopo : gru o autogru per gli spazi
aperti, carroponti o gru delle varie tipologie per l’utilizzo all’interno.
Tale scelta risulterà ottimale dal punto di vista della sicurezza e risulterà sempre migliore rispetto all’utilizzo
di una macchina adattata in un secondo momento a uno scopo differente da quello originale.
Esistono tuttavia casi in cui quanto proposto dal mercato specifico risulta poco pratico, impossibile da
utilizzare o difficilmente sostenibile a livello economico. Si pensi ad esempio ad un utilizzatore che si trovi a
dover scaricare camion chiusi con l’ausilio di un carroponte, oppure a dover stoccare materiale su
scaffalature con un’autogrù . In taluni casi si necessita di un mezzo altamente flessibile, che possa muoversi
in ogni direzione e in spazi ridotti, che permetta un movimento di sollevamento perpendicolare al terreno e
finemente regolabile.
Il mezzo più diffuso con queste caratteristiche è il carrello elevatore, il nostro intento è quello di attrezzarlo
adeguatamente in modo da rendere questo utilizzo il più possibile semplice e sicuro, mantenendo un giusto
rapporto qualità/prezzo.
2 – Normative e certificazioni
Si definisce apparecchio di sollevamento “Un apparecchio a funzionamento discontinuo destinato a sollevare
e manovrare nello spazio carichi sospesi mediante gancio o altri organi di presa“ ( norma UNI-ISO 4306-1 )
L’utilizzo di un apparecchio di sollevamento comporta alcuni obblighi, in sostanza occorre contattare
l’ ISPESL della propria zona e predisporre un controllo iniziale da eseguirsi dopo l’istallazione e prima della
messa in esercizio. Saranno inoltre necessari controlli trimestrali su funi e catene e controlli periodici
dell’apparecchio secondo quanto disposto dal costruttore o dalla prassi ISPESL-INAIL al fine di garantire la
funzionalità e la conservazione nel tempo dell’apparecchio.
Tali verifiche sono prevalentemente a carico di personale competente, fatte salve le verifiche da eseguirsi
tramite organo di vigilanza secondo quanto disposto all’allegato 7 del d. lgs. 81/2008 ( normalmente si tratta
di verifiche biennali ).
Le attrezzature di cui parliamo in questa breve guida consento di fatto l’utilizzo del carrello elevatore come
apparecchio di sollevamento e consentono il sollevamento e la movimentazione di carichi sospesi tramite
gancio, è quindi indubbio l’obbligo per il datore di lavoro che intenda utilizzarle di rispettare quanto prescritto
nel d. lgs. 81/2008.
Le attrezzature sono fornite di certificato di conformità rispetto alla direttiva macchine in vigore, sono
conformi ovviamente anche a quanto prescritto nel decreto appena citato, tuttavia occorre avere ben
chiaro che si tratta di attrezzature intercambiabili per carrelli elevatori e quindi occorre la
certezza che anche l’insieme carrello-attrezzatura rientri in quanto prescritto dalla normativa.
Questo punto è tutt’altro che scontato e rappresenta purtroppo il principale problema da superare per chi,
essendo già in possesso di un carrello elevatore, volesse applicarvi le nostre attrezzature.
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3 – Cosa fare per operare nel rispetto della normativa
1. Verificare che la scelta di montare sul proprio carrello elevatore un’attrezzatura del tipo descritto sia la
scelta migliore possibile.
2. Prima di procedere all’acquisto contattare la sede ISPESL o INAIL del proprio territorio e informarsi sugli
obblighi da rispettare, su eventuali novità, sulla correttezza di quanto riportato in queste righe.
Leggere quanto riportato nei paragrafi successivi, verranno fornite indicazioni utili a capire le
problematiche principali riguardanti il movimento del carico e la stabilità del carrello che rappresentano il
punto focale del discorso sicurezza.
3. Verificare che il carrello elevatore sul quale si intende montare l’attrezzatura sia idoneo allo scopo
( aiutarsi con quanto descritto al paragrafo 4 ), si possono percorrere diverse strade :
3.1.
Contattare il costruttore del carrello elevatore e richiedere un documento che attesti l’idoneità
del carrello all’utilizzo combinato con l’attrezzatura ( difficile per carrelli datati ).
3.2.
Contattare enti specializzati nella ricertificazione di carrelli elevatori ( esempio ICEPI, Ente
certificazione macchine ) .
3.3.
Concordare direttamente con ISPESL o INAIL eventuali modifiche da effettuare sul carrello e
definire i parametri necessari per operare in effettiva sicurezza con il mezzo di cui si dispone.
4. Una volta verificata la fattibilità dell’accoppiamento attrezzatura - carrello e l’effettiva funzionalità della
soluzione considerata procedere all’acquisto.
5. Contattare ISPESL o INAIL e accordarsi per il controllo iniziale prima della messa in esercizio.
4 – Sicurezza –
rischi connessi all’oscillazione del carico
Compatibilità carrello - attrezzatura
L’utilizzo del carrello elevatore comporta di per sé rischi dovuti al ribaltamento della macchina ( laterale in
curva, frontale per sovraccarico o arresto non graduale ) e rischi dovuti alla perdita del carico ( il quale è
normalmente sorretto dalle forche e vincolato a esse dal solo attrito ).
Con l’utilizzo di attrezzature munite di gancio si eliminano ( ad eccezione di situazioni che vedono rotture e
cedimenti strutturali ) i rischi relativi alla perdita del carico, ma aumentano quelli collegati al ribaltamento.
Il discorso che segue è semplificato e approssimato in modo da facilitarne la comprensione e renderla
possibile anche a chi non è in possesso di alcuna nozione preliminare, i risultati che si otterranno sono
comunque validi a meno di un’approssimazione accettabile.
4.1 CONCETTI PRELIMINARI
Su un carrello elevatore immobile che sopporta un carico sollevato agisce una sola forza rilevante, quella di
gravità. Tale forza è definita come il prodotto della massa ( di carrello e carico ) per l’accelerazione di gravità
e può pensarsi applicata nel centro di massa (comunemente detto baricentro ) dell’ insieme considerato e
rivolta sempre verso il centro della terra (può considerarsi perpendicolare al terreno, se non inclinato ).
Per muovere un corpo immobile occorre applicare ad esso una forza, la quale produce un’accelerazione il cui
valore dipende dalla massa del corpo. Quando il corpo si muove a velocità costante la risultante delle forze
applicate su di esso è nulla, per fermarlo occorre decelerarlo tramite una nuova forza rivolta in senso
contrario ( anche parzialmente ).
Quando si affronta una curva ( o in generale quando un corpo si muove su una traiettoria non rettilinea ) a
velocità costante si subisce un’accelerazione centrifuga rivolta verso l’esterno della curva che aumenta con il
quadrato della velocità ( tangenziale ) e diminuisce all’aumentare del raggio della curva.
Normalmente il carrello ha una portata nominale, la quale ci indica il carico massimo sollevabile a una data
distanza. Rimanere entro il limite dovrebbe garantire la stabilità e l’integrità del carrello. Ci proponiamo di
stabilire un limite ( di velocità e carico ) entro il quale, pur considerando tutte le sollecitazioni
aggiuntive agenti sulla macchina, si rientra nella portata nominale della macchina.
2
4.2 CONOSCERE IL PROPRIO CARRELLO
Occorre reperire dalla targhetta, dalla scheda tecnica, presso il costruttore o sperimentalmente alcuni dati,
da riportare nella scheda sottostante sostituendo quelli riportati in corsivo, che fungeranno da esempio.
Compilare la seguente scheda :
Rilevamento dati dalla targhetta
Portata nominale Pn: 3000
kg con baricentro del carico bc a 0,5
m
Distanza asse ruote anteriore – spalla della forca ( oppure piastra se sprovvisti di forche ) x: 0,45
Larghezza del carrello esterno ruote anteriori La = 1, 2 m
m
Esecuzione prova in piena velocità :
Su un ampio spiazzo tracciare a terra 2 linee sufficientemente lontane, posizionarsi a debita distanza.
Accelerare fino alla massima velocità e percorrere, con traiettoria rettilinea, il tratto tra le 2 linee rilevando il
tempo impiegato. Una volta raggiunta la seconda linea eseguire una frenata di emergenza e arrestare
completamente la macchina, successivamente misurare lo spazio di frenata.
Se si vuole utilizzare un carico simile a quello che si intende movimentare ricordarsi di ancorarlo al carrello, si
consiglia vivamente la prova a carrello scarico, con forche a 10 cm dal terreno.
In alternativa cercare i dati sulla velocità e la frenata nella scheda tecnica o presso il costruttore.
Sf
Sa
Sa ( scelta ): 20 m
Sf ( misurata ) : 6 m
Tempo di percorrenza di Sa, ta ( misurato ) : 4 secondi
Stabilire sulla base di prove anche un raggio di curvatura minimo che si è in grado di affrontare in piena
velocità, con il carrello scarico, senza correre il rischio di ribaltarsi.
R ( scelto / misurato ) : 5 m
4.3 CONOSCERE IL CARICO DA MOVIMENTARE
Scegliere il carico, tra i vari possibili, con la massa e l’altezza maggiori.
L
Massa del carico mc : 500 kg
Altezza complessiva carico + catene H : 1,5 m
Distanza punto di aggancio - limite del carico L : 0,6 m
Altezza massima a cui si intende sollevare il carico Ht : 3,5 m
Distanza agganci-baricentro carico Hg : 1 m
Hg
H
Ht
4.4 SCEGLIERE IL TIPO DI GRU
Per gru agganciate sciegliere in base alla portata del carrello, per inforcabili in base alla portata delle forche.
Definire la distanza massima a cui si vuole posizionare il gancio.
Modello : GR30; L=2,5 m
Da catalogo :
- Portata : 951 kg a 2,5 m ( normalmente è simile alla portata massima nominale statica del carrello)
- Massa ( Ma ) : 182 kg con baricentro a 0,917 m ( ba )
3
4.5 RICAVARE LE CARATTERISTICHE DEL CARRELLO
Grazie alla prova descritta al punto 4.2 ( meglio se ripetuta 3 volte, considerando la media dei risultati
ottenuti ) possiamo ricavare i seguente dati :
Velocità massima del carrello = Vmax = Sa/ta = 20/4 = 5 m/s
( per avere il dato in km/h e fare un raffronto con la propria percezione della velocità moltiplicare per 3,6;
18 km/h)
La decelerazione massima prodotta nella frenata è d = Vmax2/Sf
Nel nostro esempio d = 25/6 = 4,16 m/s2
Percorrendo alla velocità massima una curva con raggio R prima definito si genera una accelerazione diretta
verso l’esterno della curva ac 
V max 2
= 5 m/s2
r
4.6 DETERMINARE LE SITUAZIONI CRITICHE
Esse sono principalmente 2, più una combinazione di queste :
- Frenata di emergenza in piena velocità
- Curva con raggio minimo in piena velocità
- Frenata di emergenza in curva in piena velocità
Si possono considerare le varianti con carico movimentato vicino al terreno e con carico in quota, si rende
necessario fare una scrematura presupponendo che chi utilizza il carrello sia in possesso, se non delle
nozioni che dovrebbe possedere per legge, quantomeno di quel minimo di istinto di sopravvivenza che possa
spingerlo a evitare queste situazioni :
- Frenata di emergenza in piena velocità con carico alto
- Curva con raggio minimo in piena velocità con carico alto
- Frenata di emergenza in curva in piena velocità
Ciò significa lasciare al carrellista la possibilità di movimentare il carico vicino al suolo alla massima velocità,
vietandogli però di effettuare sterzate in piena velocità e con raggio stretto in prossimità di ostacoli o
persone in modo da evitare possibili frenate di emergenza durante la percorrenza in curva.
Si considerano invece come possibili una frenata in piena velocità con carico basso ( ad esempio per non
investire un passante distratto ) e la percorrenza in curva a massima velocità ( nei limiti prima scelti in base
all’esperienza personale ).
Tra queste due situazioni esistono alcune differenze :
FRENATA D’EMERGENZA :
 non si può modulare per evitare il ribaltamento
 non può essere prevista con certezza
 deve evitare l’abbattimento dell’ostacolo che si trova di fronte
 deve evitare il ribaltamento del carrello
 una riduzione significativa della velocità potrebbe compromettere i tempi di lavoro
 una riduzione della coppia frenante, che eviterebbe il ribaltamento, sarebbe
penalizzante per lo spazio di frenata e l’incolumità dell’ostacolo
PERCORRENZA IN CURVA :
 Il raggio può essere ampliato per ridurre l’accelerazione, una volta percepita
l’instabilità
 Una percorrenza a bassa velocità non compromette significativamente i tempi di
lavoro
La situazione a cui si dovrà prestare maggiore attenzione è quindi la prima, considereremo comunque anche
la seconda.
4
4.7 ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI IN CASO DI FRENATA D’EMERGENZA
Durante l’analisi si eseguiranno varie approssimazioni sia numeriche che concettuali allo scopo di rendere
comprensibile a tutti la trattazione, pur ottenendo risultati sufficientemente precisi.
Il punto di vista da adottare è quello dell’osservatore che si trova seduto sul carrello.
a
Vmax
a*
5 m/s
Sf 6 m
Inizio frenata
Una volta effettuata la frenata il carico oscilla inclinandosi dapprima in avanti con un angolo a* , per poi
invertire il senso di rotazione diverse volte con un effetto pendolo sempre più smorzato fino a trovare il suo
equilibrio con un angolo di inclinazione a. A questo punto, durante tutto il tempo di frenata rimanente, il
carico si manterrà in questa configurazione, per poi tornare alla posizione originale una volta completamente
fermi.
Fx
a
Vtc
Fo
bFx
Fy
Fco
Fc
Cr
bFy
L’angolo a si determina con buona approssimazione come
Fv
Fcv
d
4,16
  arctan( )  arctan(
)  0,4rad
g
9,8
( 1 radiante è circa 57,3 gradi, percui 0,4 rad sono equivalenti a circa 23° )
(l’arcotangente indica l’angolo relativo a un certo valore della funzione tangente, è spesso riportato sulle calcolatrici come tan-1(x) )
(se non si ha modo di calcolare l’arcotangente si consideri che l’angolo è circa 5,5° x d , se d compresa tra 1 e 6 )
Il carico inclinandosi effettua diversi passaggi all’angolo di equilibrio a.
Prima di questo angolo la velocità con cui il carico si sposta continua ad aumentare, superato l’angolo inizia a
diminuire fino ad annullarsi per un angolo  *  2   .
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L’angolo b di cui si riduce il valore teorico dell’oscillazione ( che sarebbe il doppio di a)in assenza di
attriti e altre dissipazioni dipende dalla conformazione della gru e per quanto riguarda i nostri prodotti è
ricavato sperimentalmente. Tale argomento sarà trattato nei paragrafi successivi, per ora considereremo
b=0 .
Il momento più pericoloso della frenata è quello corrispondente al primo passaggio per questo angolo.
In questo caso abbiamo un carico soggetto a varie forze con coppia nulla, ma con una velocità angolare
massima. Le forze in gioco sono le seguenti :
- Fv : la forza data dal prodotto di massa del carico x accelerazione di gravità ( il comune peso ) ;
Fv  mc  g  500kg  9,8
m
 5000 N
s2
( si pensi che 1000N equivalgono circa a 1 quintale, ragionando in termini obsoleti, ma pratici, di forza peso )
- Fo : la forza data dal prodotto di massa del carico x la decelerazione prodotta dalla frenata del carrello;
Fo  mc  d  500kg  4,16
m
 2080 N
s2
- Fc : la forza data dal prodotto di massa del carico x l’accelerazione centrifuga ;
Fc  acc  mc 
-
Vg 2
 mc  d    mc  4,16  0,4  500  832 N
Hg
Questa forza può essere scomposta nelle componenti orizzontale e verticale:
Fco = Componente orizzontale della forza centrifuga = Fc sina = 325 N
Fcv = Componente verticale della forza centrifuga = Fc cosa = 765 N
Nei passaggi successivi per a le forze Fo e Fv si mantengono inalterate, mentre Fc diminuisce
vistosamente.
Le sollecitazione attive sul carico vengono contrastate da delle reazioni sul braccio gru, che per comodità
potremmo considerare applicate sull’asse del perno del gancio.
Raggruppando le forze in orizzontali e verticali sul perno agiscono :
- Fx = Fo+Fco= 2080+325 = 2405 N
- Fy = Fv+Fcv= 5000+765 = 5765 N
Queste forze generano dei momenti ribaltanti aggiuntivi . Consideriamo come centro della rotazione in caso
di ribaltamento del carrello la linea di contatto tra le ruote e il terreno. Nella vista laterale la linea è
rappresentata con il punto Cr. I momenti ( nota: momento è sinonimo di “coppia” ) che tendono a fare
ribaltare il carrello sono i seguenti :
-
Mrv, il momento ribaltante generato dalla forza Fy e dal suo braccio bFy:,
Mrv  Fy  bFy  Fy  (c  x  L)  5765  (0,45  2,5)  17006 N  m
-
Mro, il momento ribaltante generato dalla forza Fx e dal suo braccio bFx:,
Mro  Fx  bFx  Fx  ( H  0,3)  2405  (1,5  0,3)  4329 N  m
Si ha inoltre l’azione della massa dell’attrezzatura, anch’essa soggetta alle accelerazioni g e d, le forze in
azione sono :
- Fva ( forza verticale dovuta all’attrezzatura ) = Ma x g = 182x9,8 = 1784 N
- Foa ( forza orizzontale dovuta all’attrezzatura ) = Ma x d = 182x4,16 = 757 N
E i relativi momenti :
- Mrva = Fva x ba = 1784 x 0,917 = 1636 N x mm
- Mroa = Fvo x ( H- 0,2 ) = 757 x 0,8 = 605 N x mm
( si suppone che la distanza tra centro di gravità e il terreno sia circa 200 mm in meno di H )
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4.8 VERIFICA DELLA COMPATIBILITA’ TRA CARRELLO E PORTATA RICHIESTA
Precedentemente avevamo rilevato le seguenti caratteristiche del carrello :
Portata nominale Pn: 3000
kg con baricentro del carico bc a 0,5
m
Distanza asse ruote anteriore – spalla della forca ( oppure piastra se sprovvisti di forche ) x: 0,45
m
Il momento ribaltante nominale che il carrello può sopportare è :
MRmax = Pn x g x( bc + x ) = 3000 x 9,8 x( 0,5+0,45 ) = 27930 N x m
Per operare entro la portata nominale la soma di tutti I momenti ribaltanti che abbiamo calcolato deve
essere inferiore a MRmax :
Mrv + Mro + Mrva + Mroa < Mrmax
17006 + 4329 + 1636 +757 = 25049 < 27930 N x m
La portata è verificata, anche frenando al massimo delle possibilità e alla massima velocità non si supera la
portata nominale del carrello.
In questo caso non occorrono modifiche al carrello, esso è già idoneo all’utilizzo e se anche nella percorrenza
in curva si avrà un esito positivo sarà possibile utilizzarlo senza eseguire modifiche.
Supponiamo invece di voler sollevare 750 kg ( nel catalogo la portata nominale della gru alla distanza
considerata è 951 kg, quella del carrello 966 kg ), i momenti ribaltanti variano in questo modo :
mc = 500 kg
Mrv =17006
Mro = 4329
Mrva = 1636
Mroa = 605
Mr Tot = 24897 (89% Mrmax)
Mrmax = 27930
mc = 750 kg ( + 50% )
Mrv = 25509 ( + 50% )
Mro = 6493 ( + 50% )
Mrva = 1636
Mroa = 605
Mr Tot = 34993 ( 125% Mrmax )
Mrmax = 27930
In questo caso si supera la portata nominale del carrello.
Esso probabilmente non si ribalterà, visto che il margine di sicurezza consente di superare la portata
nominale di circa il 50%, tuttavia si sta consapevolmente utilizzando il carrello ( seppur prevedibilmente in
casi saltuari di emergenza ) al di sopra di quanto raccomandato dal costruttore.
In questo caso si hanno 3 possibilità :
- Interpellare il costruttore ed eventualmente richiedere il rilascio di un documento che attesti la
possibilità di lavorare, in casi eccezionali, al di sopra della portata nominale
- Ridurre la velocità e la coppia frenante
Concentriamo il nostro interesse sulla seconda possibilità, in questo caso la riduzione di velocità non
dovrebbe influenzare ( in linea teorica e ideale ) la decelerazione (d = Vmax2/Sf ).
Essendo tutte le forze ( aggiuntive ) considerate dipendenti direttamente da d, a livello di analisi teorica
ideale non cambia nulla, la riduzione di velocità non ha effetti.
Riducendo la velocità, senza diminuire la coppia frenante, si ottiene semplicemente uno spazio ( e un tempo
) di frenata nettamente minore.
In verità, essendo il movimento di abbassare il pedale non istantaneo, la legge sopra descritta non è valida.
Chi volesse può ripetere la prova di frenata a velocità ridotta e verificare l’effettivo valore di d.
Si consideri inoltre che più si limita la velocità, più il tempo di frenata è basso. La decelerazione D resta
applicata per un tempo ridotto, che sotto un certo valore può anche renderla ininfluente.
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Supponiamo invece di procedere a ridurre la velocità massima del nostro carrello e allo stesso tempo
limitarne la frenata in modo da mantenere costante Sf ( la modifica si può eseguire a livello elettronico,
oppure limitando la corsa dei pedali, oppure regolando la pressione nell’impianto frenante ).
In questo caso si avrà una riduzione di d pari al quadrato della riduzione della velocità
( dimezzando la velocità d si riduce a ¼ ).
I parametri dipendenti da d sono : Fo, Fc, a, Foa.
I momenti influenzati sono : Mro, Mrv, Mroa.
Supponiamo di voler ridurre la velocità massima da 5 m/s a 4 m/s ( - 20% ), modificando la coppia frenante
in modo da avere sf sempre = 6 m. La decelerazione d = Vmax2/Sf diventerà 2,66 m/s2 ( -36% )
d
  arctan( ) passa da 0,4 rad a 0,26 rad ( 15°, -35%).
g
- Fc  d    mc  2,66  0,26  500  346 N ( 58%) da cui le componenti
- L’angolo
-
Fco = Componente orizzontale della forza centrifuga = Fc sina = 90 N ( -72% )
Fcv = Componente verticale della forza centrifuga = Fc cosa = 334 N (-56% )
- Fo  mc  d  500kg  2,66
m
 1330 N ( -36%)
s2
- Foa ( forza orizzontale dovuta all’attrezzatura ) = Ma x d = 182x2,66 = 484 N ( - 36% )
I momenti subiscono una riduzione analoga, in tabella i nuovi valori :
Vmax = 5 m/s Sf = 6 m
mc = 500 kg
Mrv =17006
Mro = 4329
Mrva = 1636
Mroa = 605
Mr Tot = 24897 (89% Mrmax)
Mrmax = 27930 N x m
Vmax = 5 m/s Sf = 6 m
mc = 750 kg ( + 50% )
Mrv = 25509 ( + 50% )
Mro = 6493 ( + 50% )
Mrva = 1636
Mroa = 605
Mr Tot = 34993 ( 125% Mrmax )
Mrmax = 27930 N x m
Vmax = 4 m/s Sf = 6 m
mc = 750 kg ( + 50% )
Mrv = 22668 ( +33% ) ( -11%)
Mro = 2556 ( - 40% ) ( - 61% )
Mrva = 1636
Mroa = 387 ( -36%) ( -36%)
Mr Tot = 27247 ( 98% Mrmax )
Mrmax = 27930 N x m
Come si può vedere riducendo del 20% la velocità e la forza frenante ( in modo da mantenere gli stessi spazi
di arresto ) siamo rientrati nella portata nominale del carrello pur avendo aumentato il carico rispetto al caso
precedente del 50%. Anche in questo caso il carrello, dopo le modifiche ( effettuate da un tecnico
specializzato, tramite regolazioni che dovrebbero essere possibili senza modificare la macchina) risulta
compatibile con l’utilizzo.
4.9 ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI DURANTE LA PERCORRENZA IN CURVA A VELOCITA’ COSTANTE
Anche in questo caso si adotteranno approssimazioni volte a semplificare il discorso, il punto utilizzato di
vista è sempre quello del carrellista.
Nel rilevamento dei dati del carrello avevamo supposto di poter percorrere in piena velocità ( 5 m/s ) una
curva di raggio 5 m senza carico e senza perdere stabilità
r
acc
acc
8
Percorrendo la curva tutti i corpi in moto a velocità costante subiscono un’accelerazione verso l’esterno
acc   2 r 
Vc 2
r
( w è la velocità angolare di percorrenza, Vc è la velocità tangenziale di percorrenza ).
Questa accelerazione provoca l’inclinazione laterale del carico, su tutti i corpi agisce ora una forza orizzontale aggiuntiva
che tende a destabilizzare il carrello. A questa forza occorre aggiungere come nel caso precedente la forza centrifuga che
agisce sul carico in rotazione.
Fo
H*
d
Fc
Fr
La
g
r
Fv
Definiamo l’angolo d come l’angolo formato dalla retta giacente su un piano verticale r (che passa per il
centro del perno e interseca la linea giacente sul terreno corrispondente all’ingombro esterno della ruota
anteriore del carrello) e una retta verticale. Chiameremo d angolo di sicurezza, esso si può calcolare così :
  arctan(
La
)
2H *
in cui La è la larghezza del carrello in prossimità delle ruote anteriori prima rilevata e H* è l’altezza da terra
del centro del gancio ( circa uguale a H + altezza da terra del carico ).
Nel nostro esempio abbiamo La =1,2 m e H* = H + 0,3 = 1,8 m.
  arctan(
1,2
)  18
3,6
Se la risultante delle forze Fr è inclinata rispetto alla verticale di un angolo inferiore a d svilupperà una
coppia con effetto stabilizzante rispetto al ribaltamento laterale del carrello. Se invece l’angolo di inclinazione
di Fr, che chiameremo g è superiore a d si avrà un’effetto destabilizzante che diminuirà progressivamente
la stabilità del carrello fino a provocarne il ribaltamento laterale.
Nella nostra analisi cercheremo il valore di velocità Vc massimo entro il quale l’azione del carico appeso
risulta stabilizzante.
L’inclinazione della forza Fr rispetto alla verticale si calcola così :
  arctan(
acc
)
g
dove
a
cc

Vc
r
2
come appena definito e g = accelerazione di gravità = 9,8 m/s2.
Per conservare intatta la naturale stabilità del carrello occorre rispettare la disuguaglianza
  .
9
Sostituendo i termini con le rispettive formule si ottiene :
acc
Vc 2
La
  arctan( )  arctan(
)    arctan(
) da cui, considerando che il range degli angoli è
g
rg
2H *
comunque compreso tra 0 e 90° si ottiene :
Vc 2
La
52
1,2

che nel nostro esempio diventa :

e quindi : 0,51  0,33 .
r  g 2H *
5  9,8 3,6
La disuguaglianza non è verificata, occorrerà quindi diminuire la velocità del carrello o aumentare il raggio di
curvatura ( considerando di non poter diminuire H* a causa della conformazione del carico ).
La velocità limite per la quale l’azione di Fr non ha effetti sul carrello si calcola semplicemente così :
Vc 
r  g  La
5  9,8 1, 2
= 4,04 m/s

2H *
3,6
Limitando quindi la velocità a 4,04 m/s si può percorre in pieno una curva di raggio 5 m, a patto che il perno
del gancio si trovi a non più di 1,8 m dal suolo.
Con la stessa formula è possibile calcolare anche la velocità massima di percorrenza in relazione all’altezza
del gancio, supponiamo di dover movimentare in curva un carico con H* = 4 m,
si calcola Vc3 m 
r  g  La
5  9,8 1,2

= 2,7 m/s ( = 9,8 km/h ).
2H *
8
Si noti che il limite che si impone sulla velocità di percorrenza non è particolarmente restrittivo per quanto
riguarda le prestazioni del carrello.
Percorrere una curva del tipo considerato a 4,04 m/s significa percepire una sollecitazione laterale su se
stessi pari a un terzo del proprio peso, occorrerà puntellarsi con mani e piedi per non scivolare dal sedile, un
ribaltamento laterale in queste occasioni non è quindi da considerarsi una fatalità dovuta ad un imprevisto (
come nel caso del ribaltamento in avanti in frenata d’emergenza ), ma la logica conseguenza di un atto di
imprudenza volontaria da parte del guidatore.
4.10 VELOCITA’ DI MANOVRA IN QUOTA
Si è parlato fino ad ora di situazioni critiche dovute alle alte velocità di utilizzo, quando si deve eseguire una
manovra in quota ( ad esempio posizionare il corpo su un piano sopraelevato ) è obbligatoriamente
necessario procedere a velocità molto ridotte, sia il carico trasportato sospeso oppure appoggiato.
I momenti ribaltanti dovuti alle accelerazioni visti nei casi precedenti hanno bracci molto maggiori, per
questa ragione le forze orizzontali in gioco dovranno essere ridotte al minimo.
Senza dilungarci vogliamo dare un indicazione in merito alle velocità di manovra :
- Posizionamento con sterzata del carrello
Il caso è riconducibile a quello della percorrenza in curva, si consideri però che da fermo un carrello può
sterzare anche con raggi ridottissimi.
Supponiamo di manovrare con raggio 1 m, il perno del gancio si trova a 6 m dal terreno, applicando la
formula esposta al paragrafo precedente otteniamo :
Vcmanovra 
r  g  La
1  9,8 1,2

= 1 m/s ( 3,6 km/h )
2H *
12
Se manovriamo ad altezze superiori o sterziamo su raggi ancora minori la velocità va ridotta, al contrario si
può aumentare gradualmente. I carrelli elevatori frontali di rado superano alzate di questo tipo, questo limite
è quindi genralmente valido come limite per effettuare l’operazione in sicurezza.
- Avanzamento rettilineo ( accelerazione e frenata )
Il caso è riconducibile a quello della frenata di emergenza, occorre tuttavia considerare che l’azione del freno
non è istantanea ( di tipo on/off) ma è applicata gradualmente seppur in un tempo brevissimo. Supponiamo
10
che l’operatore impieghi per affondare il pedale del freno ( o rilasciare l’acceleratore e utilizzare il freno
motore ) almeno 0,3 secondi. Supponiamo di voler arrestare il carrello in uno spazio massimo di 5 cm, la
velocità di ingresso ( considerata nel breve tempo la variazione lineare ) dovrà essere non superiore a
V max
 2
sf

tf
0,33 m/s ( = 1,2 km/h )
Con questi dati il valore della decelerazione ( d ) che era il fulcro delle considerazioni al paragrafo 4.7
diventa : d 
V max
 1,1 m/s2
tf
Approssimando per brevità possiamo considerare tutte le componenti orizzontali ridotte a ¼ rispetto a
quanto calcolato nel caso di frenata di emergenza, le componenti dovute all’accelerazione centrifuga
diventano invece trascurabili. Si consideri quindi che si rientra nel margine di sicurezza se si lavora con la
piastra del carrello ad un’altezza massima pari a 4 volte quella considerata precedentemente nel caso di
frenata con carico vicino al terreno. Essendo bFx del nostro esempio = 1,8 il limite di velocità trovato è
valido per altezze fino 7,2 m ( per maggior precisione si possono ripetere i calcoli sostituendo d e bFx con i
valori corretti in caso di manovra in quota ).
In generale una velocità di manovra in quota estremamente ridotta è consigliata e consente un’elevata
precisione nella manovra e un buon margine di sicurezza. I valori riportati sono in linea con quanto il
carrellista dovrebbe già conoscere a seguito dei normali corsi di formazione.
4.11 TABELLE APPROSSIMATE
Per chi non avesse dimestichezza con i calcoli o avesse necessità di ottenre rapidamente un valore
approssimato ecco le tabelle riguardanti le 2 situazioni critiche analizzate
Distanza gancio - piastra del carrello ( m )
mc  L  x 
%
Pn  (bc  x)
0,5
1
2
3
altezza del perno del
gancio da terra ( m )
4
0,5
62%
67%
71%
72%
73%
1
52%
59%
65%
68%
70%
2
40%
48%
57%
62%
64%
3
32%
40%
50%
56%
60%
4
27%
35%
45%
51%
56%
5
23%
31%
41%
47%
52%
6
20%
27%
37%
44%
49%
7
18%
25%
34%
41%
46%
8
16%
23%
32%
39%
44%
Tabella 4.11.1 Portata di sicurezza, espressa in %Portata nominale, in relazione a distanza e
altezza carico. Si è ipotizzato X=0,4 m; d = 4,16 m/s2
Distanza gancio - piastra del carrello ( m )
0,5
1
2
3
4
0,5
62%
43%
26%
19%
15%
1
52%
38%
25%
18%
14%
2
40%
31%
21%
16%
13%
3
32%
26%
19%
15%
12%
4
27%
22%
17%
14%
11%
5
23%
20%
15%
13%
11%
6
20%
18%
14%
12%
10%
7
18%
16%
13%
11%
9%
8
16%
14%
12%
10%
9%
Tabella 4.11.2 Carico massimo trasportabile a una determinata distanza e altezza, espresso
come %Pn ( carico nominale del carrello a 500 mm ). Ipotesi precedenti valide.
altezza del perno del
gancio da terra ( m )
mc / Pn
11
9
7,7
6,6
5,9
5,4
5,0
4,7
4,4
4,2
4,0
3,8
3,7
3,5
3,4
3,2
3,0
2,8
2,7
2,5
2,4
10
8,1
7,0
6,3
5,7
5,3
4,9
4,7
4,4
4,2
4,0
3,9
3,7
3,6
3,3
3,1
3,0
2,8
2,7
2,6
Velocità
raggio di sterzata ( m )
massima
( m/s)
0,5 0,75
1 1,25 1,5 1,75
2 2,25 2,5 2,75
3
4
5
6
7
8
0,6 2,2
2,7 3,1
3,5 3,8
4,1 4,4
4,7 4,9
5,2 5,4 6,3 7,0 7,7 8,3 8,9
0,8 1,9
2,3 2,7
3,0 3,3
3,6 3,8
4,1 4,3
4,5 4,7 5,4 6,1 6,6 7,2 7,7
1 1,7
2,1 2,4
2,7 3,0
3,2 3,4
3,6 3,8
4,0 4,2 4,8 5,4 5,9 6,4 6,9
1,2 1,6
1,9 2,2
2,5 2,7
2,9 3,1
3,3 3,5
3,7 3,8 4,4 4,9 5,4 5,9 6,3
1,4 1,4
1,8 2,0
2,3 2,5
2,7 2,9
3,1 3,2
3,4 3,5 4,1 4,6 5,0 5,4 5,8
1,6 1,4
1,7 1,9
2,1 2,3
2,5 2,7
2,9 3,0
3,2 3,3 3,8 4,3 4,7 5,1 5,4
1,8 1,3
1,6 1,8
2,0 2,2
2,4 2,6
2,7 2,9
3,0 3,1 3,6 4,0 4,4 4,8 5,1
2 1,2
1,5 1,7
1,9 2,1
2,3 2,4
2,6 2,7
2,8 3,0 3,4 3,8 4,2 4,5 4,8
2,2 1,2
1,4 1,6
1,8 2,0
2,2 2,3
2,5 2,6
2,7 2,8 3,3 3,7 4,0 4,3 4,6
2,4 1,1
1,4 1,6
1,8 1,9
2,1 2,2
2,3 2,5
2,6 2,7 3,1 3,5 3,8 4,1 4,4
2,6 1,1
1,3 1,5
1,7 1,8
2,0 2,1
2,3 2,4
2,5 2,6 3,0 3,4 3,7 4,0 4,3
2,8 1,0
1,3 1,4
1,6 1,8
1,9 2,0
2,2 2,3
2,4 2,5 2,9 3,2 3,5 3,8 4,1
3 1,0
1,2 1,4
1,6 1,7
1,9 2,0
2,1 2,2
2,3 2,4 2,8 3,1 3,4 3,7 4,0
3,5 0,9
1,1 1,3
1,4 1,6
1,7 1,8
1,9 2,0
2,1 2,2 2,6 2,9 3,2 3,4 3,7
4 0,9
1,1 1,2
1,4 1,5
1,6 1,7
1,8 1,9
2,0 2,1 2,4 2,7 3,0 3,2 3,4
4,5 0,8
1,0 1,1
1,3 1,4
1,5 1,6
1,7 1,8
1,9 2,0 2,3 2,6 2,8 3,0 3,2
5 0,8
0,9 1,1
1,2 1,3
1,4 1,5
1,6 1,7
1,8 1,9 2,2 2,4 2,7 2,9 3,1
5,5 0,7
0,9 1,0
1,2 1,3
1,4 1,5
1,6 1,6
1,7 1,8 2,1 2,3 2,5 2,7 2,9
6 0,7
0,9 1,0
1,1 1,2
1,3 1,4
1,5 1,6
1,6 1,7 2,0 2,2 2,4 2,6 2,8
Tabella 4.11.4 Velocità massima di percorrenza in curva per carrello con carreggiata 1,2 m
9
9,4
8,1
7,3
6,6
6,1
5,8
5,4
5,1
4,9
4,7
4,5
4,3
4,2
3,9
3,6
3,4
3,3
3,1
3,0
10
9,9
8,6
7,7
7,0
6,5
6,1
5,7
5,4
5,2
4,9
4,8
4,6
4,4
4,1
3,8
3,6
3,4
3,3
3,1
distanza perno del gancio - terra ( m )
distanza perno del gancio - terra ( m )
Velocità
raggio di sterzata ( m )
massima
( m/s)
0,5 0,75
1 1,25 1,5 1,75
2 2,25 2,5 2,75
3
4
5
6
7
8
0,6 1,8
2,2 2,6
2,9 3,1
3,4 3,6
3,8 4,0
4,2 4,4 5,1 5,7 6,3 6,8 7,2
0,8 1,6
1,9 2,2
2,5 2,7
2,9 3,1
3,3 3,5
3,7 3,8 4,4 4,9 5,4 5,9 6,3
1 1,4
1,7 2,0
2,2 2,4
2,6 2,8
3,0 3,1
3,3 3,4 4,0 4,4 4,8 5,2 5,6
1,2 1,3
1,6 1,8
2,0 2,2
2,4 2,6
2,7 2,9
3,0 3,1 3,6 4,0 4,4 4,8 5,1
1,4 1,2
1,4 1,7
1,9 2,0
2,2 2,4
2,5 2,6
2,8 2,9 3,3 3,7 4,1 4,4 4,7
1,6 1,1
1,4 1,6
1,8 1,9
2,1 2,2
2,3 2,5
2,6 2,7 3,1 3,5 3,8 4,1 4,4
1,8 1,0
1,3 1,5
1,6 1,8
2,0 2,1
2,2 2,3
2,4 2,6 3,0 3,3 3,6 3,9 4,2
2 1,0
1,2 1,4
1,6 1,7
1,9 2,0
2,1 2,2
2,3 2,4 2,8 3,1 3,4 3,7 4,0
2,2 0,9
1,2 1,3
1,5 1,6
1,8 1,9
2,0 2,1
2,2 2,3 2,7 3,0 3,3 3,5 3,8
2,4 0,9
1,1 1,3
1,4 1,6
1,7 1,8
1,9 2,0
2,1 2,2 2,6 2,9 3,1 3,4 3,6
2,6 0,9
1,1 1,2
1,4 1,5
1,6 1,7
1,8 1,9
2,0 2,1 2,5 2,7 3,0 3,2 3,5
2,8 0,8
1,0 1,2
1,3 1,4
1,6 1,7
1,8 1,9
2,0 2,0 2,4 2,6 2,9 3,1 3,3
3 0,8
1,0 1,1
1,3 1,4
1,5 1,6
1,7 1,8
1,9 2,0 2,3 2,6 2,8 3,0 3,2
3,5 0,7
0,9 1,1
1,2 1,3
1,4 1,5
1,6 1,7
1,8 1,8 2,1 2,4 2,6 2,8 3,0
4 0,7
0,9 1,0
1,1 1,2
1,3 1,4
1,5 1,6
1,6 1,7 2,0 2,2 2,4 2,6 2,8
4,5 0,7
0,8 0,9
1,0 1,1
1,2 1,3
1,4 1,5
1,5 1,6 1,9 2,1 2,3 2,5 2,6
5 0,6
0,8 0,9
1,0 1,1
1,2 1,3
1,3 1,4
1,5 1,5 1,8 2,0 2,2 2,3 2,5
5,5 0,6
0,7 0,8
0,9 1,0
1,1 1,2
1,3 1,3
1,4 1,5 1,7 1,9 2,1 2,2 2,4
6 0,6
0,7 0,8
0,9 1,0
1,1 1,1
1,2 1,3
1,3 1,4 1,6 1,8 2,0 2,1 2,3
Tabella 4.11.3 Velocità massima di percorrenza in curva per carrello con carreggiata 0,8 m
12
Distanza gancio - piastra del carrello ( m )
0,5
1
2
3
4
0,5
85,3%
57,7%
35,1%
25,2%
19,6%
1
81,7%
56,1%
34,4%
24,8%
19,4%
2
75,4%
53,0%
33,3%
24,2%
19,1%
3
70,0%
50,3%
32,2%
23,6%
18,7%
4
65,3%
47,8%
31,1%
23,1%
18,3%
5
61,2%
45,6%
30,2%
22,5%
18,0%
6
57,5%
43,5%
29,3%
22,0%
17,7%
7
54,3%
41,7%
28,4%
21,5%
17,4%
8
51,5%
39,9%
27,6%
21,1%
17,0%
Tabella 4.11.5 Carico massimo trasportabile a una determinata distanza e altezza, espresso
come %Pn ( carico nominale del carrello a 500 mm ).
Condizioni di manovra di precisione, velocità 0,3 m/s, sf = 0,1 m, d=0,9 m/s2
altezza del perno del
gancio da terra ( m )
mc / Pn
Manovra
Un esempio pratico :
-
Carrello con portata 4000 kg a 0,5 m, distanza asse ruote-piastra (x) 0, 4 m; carreggiata 1,2 metri
Gru modello GR40, con gancio posto a L = 3 metri
Quanto posso sollevare in totale sicurezza ( sfruttando la sola portata nominale del carrello ) se procedo a
velocità sostenuta con un carico sospeso, il perno del gancio si trova a 2 metri dal terreno ?
Tabella 4.11.1  il 62% della portata nominale del carrello :[4000 x (0,5+0,4)] x 0,62 = 2232 kg x m
Tabella 4.11.2  il 16% del carico nominale sollevabile dal carrello a 500 mm di distanza : 4000 x 0,16 =
640 kg
Devo percorrere una curva, nel mio stabilimento, con raggio 8 metri, a che velocità massima posso farlo in
sicurezza ?
Tabella 4.11.3  a 4,8 m/s, ossia oltre 17 km/h
Manovrando a velocità ridottissima ( 0,3 m/s ), che carico posso movimentare a 8 metri di altezza ?
Tabella 4.11.5  il 21% del carico nominale sollevabile dal carrello a 500 mm di distanza : 4000 x 0,21 =
840 kg
Domande tipiche :
Se supero le portate qui indicate posso ribaltarmi :
- E’ possibile se le supero ( di quanto dipende dal carrello, ma il margine solitamente non è inferiore al
40% ),se effettuo frenate improvvise e se il carico non appoggia a terra nei primi istanti in cui
avviene la perdita di stabilità
Rispetto ai valori ipotizzati riportati come agiscono le variabili che si sono ipotizzate ( considerazioni
indicative ):
- x = distanza piastra-asse anteriore = 0,4 m ( per ipotesi )
o x + 0,1 m  mc/Pn + 1 %
o x - 0,1 m  mc/Pn - 1 %
- d = decelerazione massima prodotta dal carrello = 4,16 m/s2
o d – 0,5 m/s2  mc/Pn + (2/D) % ( esempio : dist. gancio-piastra 2 m, +1% )
o d +0,5 m/s2  mc/Pn - (2/D) % ( esempio : dist. gancio-piastra 2 m, -1% )
valori indicativi validi per piccole variazioni e altezze tra 0,5 e 4 metri
NOTA : I DATI IN TABELLA SONO MENO PRECISI DI QUELLI RICAVATI DAL CALCOLO SECONDO IL
PROCEDIMENTO RIPORTATO NEI PARAGRAFI PRECEDENTI E SONO DA CONSIDERARSI ORIENTATIVI
13
4.12 SCHEMA RIASSUNTIVO PER L’AUTOVALUTAZIONE DELL’ IDONEITA’ DELLA MACCHINA
Definire le caratteristiche del prorpio carrello ( par. 4.2 )
Definire le caratteristiche del carico da movimentare
( in caso di carichi vari considerare i casi maggiormente critici )
Definire l’attrezzatura che si desidera acquistare
Gru inforcabile GRI
Gru agganciata GR
scegliere in base
alla portata delle proprie forche
es. Pforche 3000 kg a 500 mm
scegliere in base
alla portata delle proprio carrello
es. Pcarrello 2000 kg a 500 mm
Gancio inforcabile GI
scegliere in base
al massimo carico da sollevare
GRI30
GR20
Scegliere a che distanza dalla piastra posizionare il carico e valutare la portata richiesta con il massimo carico ( Pr ) rispetto alla
portata nominale del carrello ( Pc ). NOTA : portata = (carico x distanza dall’asse anteriore delle ruote)
Pr < 40% Pc
Verifica con
tabelle
40% Pc < Pr < 70% Pc
70%Pc < Pr < Pc
Lettura paragrafo 4
Pc viene superata,
di oltre il 40%
verifica nelle situazioni
critiche
Il carrello andrà
modificato
Contattare il costruttore
Si rientra
sempre nella
portata Pc
Pc viene superata, al
massimo del 40%
Marcatura attrezzatura
con portata massima = Pr
Macchina compatibile
tranne casi eccezionali
facilmente individuabili
con semplice colloquio telefonico
Contattare ISPESL/INAIL
Esporre le proprie
intenzioni e quanto
predisposto
Richiedere conferma
valutazione
Contattare il costruttore del
carrello e richiedere un
certificato di idoneità all’utilizzo
Risposta
positiva
Irreperibilità
del
costruttore
Risposta
negativa
Problema in
frenata
Problema
in curva
Proporre riduzione
Vmax e coppia
frenante
Proporre
riduzione Vmax
Pc < Pr
Non si intende valutare
Pc e Pr
L’attrezzatura verrà
marcata con la
massima portata
possibile
Sarà cura
dell’utilizzatore
effettuare prima
dell’utilizzo le
opportune valutazioni
e rispondere agli
obblighi di legge
E’ sempre possibile
richiedere in un
secondo momento
l’emissione di una
nuova targhetta in
accordo con le portate
delle altre macchine
coinvolte nell’utilizzo
Modifica e ricertificazione approvate
Macchina compatibile
Risposta negativa
Contattare un ente di certificazione e richiedere assistenza
Dopo aver ricevuto
conferma procedere
all’acquisto, alla messa in
opera e alla denuncia
Soluzione e ricertificazione
macchina compatibile
Non fattibilità
macchina non idonea
14
5 – Conclusioni
Questa guida ha lo scopo di aiutare nella comprensione delle problematiche sull’argomento chiunque
fosse interessato all’acquisto o all’utilizzo di un’attrezzatura per la movimentazione di carichi sospesi.
Quanto descritto è ovviamente soggetto a semplificazioni e approssimazioni, l’argomento trattato è nella
realtà ricco di sfaccettature che non possono essere considerate senza sacrificare la brevità e la
comprensibilità dei concetti espressi ( o quantomeno non possono esserlo nei limiti delle mie capacità
esplicative ).
E’ importante vedere le cose per ciò che sono :
-
-
-
-
-
Il carrello elevatore è progettato per evitare il ribaltamento, in casi limite lasciando cadere il carico
quando l’azione dello stesso diventa la causa del ribaltamento.
Queste attrezzature non lasciano cadere il carico, possono evitare infortuni a chi vi circonda, ma
vanno utilizzate consapevolmente in quanto il carrello può ora ribaltarsi in occasioni e con condizioni
differenti da quanto previsto dai progettisti.
Queste attrezzature non sono affatto semplici accessori di sollevamento, se lo fossero non
consentirebbero al carrello di trattare carichi sospesi. Chi sostiene questo concetto lo fa per semplici
fini commerciali, i quali andrebbero però considerati su un piano di priorità ben diverso e certamente
in subordine rispetto all’importanza di garantire la sicurezza dell’utilizzatore.
Se le nostre attrezzature dovessero cedere durante l’utilizzo entro i limiti da noi dichiarati e ben
specificati la responsabilità di eventuali danni sarà comunque nostra, sia che abbiate effettuato la
regolare denuncia all’INAIL, sia che non l’abbiate ancora fatto.
Questo stesso discorso deve essere valido anche per il carrello elevatore, nel caso in cui il suo
utilizzo rientri nella portata nominale ( non solo statica, ma secondo quanto esposto al paragrafo 4 ),
indipendentemente da ciò che applicate alle forche.
Se i danni sono causati dall’incompatibilità tra macchina e attrezzatura le responsabilità, nel caso
non abbiate provveduto a quanto consigliato nel paragrafo 3, ricadono solo su di voi utilizzatori.
Questa guida serve a consentire a voi utilizzatori, essendo in possesso dei concetti base per valutare con
i vostri occhi un’eventuale incompatibilità, di evitare il verificarsi di questi danni.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento, per qualsiasi osservazione o critica a questo piccolo scritto, nel caso in
cui rilevaste inesattezze o errori, non esitate a contattarci.
E’ possibile riportare quanto scritto ovunque vogliate, a patto che non si effettuino modifiche e che si abbia
la correttezza di non promuovere questo modesto lavoro come proprio.
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