Scarica il Programma di controllo della diffusione delle nutrie

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COMUNE DI
Cavallino - Treporti
(Provincia di Venezia)
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Servizio S.U.A.P.
PROGRAMMA DI CONTROLLO DELLA DIFFUSIONE DELLE NUTRIE
NEL TERRITORIO DI CAVALLINO TREPORTI
Con deliberazione di Giunta Comunale n. 22 del 09.02.2016 sono stati forniti indirizzi al Servizio
S.U.A.P. per l’adozione di ogni misura necessaria al controllo della diffusione della nutria sul
territorio comunale.
La nutria è una specie alloctona, originaria del Sud America, che si è diffusa in Italia a seguito
dell’introduzione per l’allevamento ai fini commerciali. L’elevata capacità riproduttiva, l’assenza
di predatori naturali, l’abbondante disponibilità di cibo derivante dalle produzioni agricole, il clima
caldo-umido e la conformazione favorevole del territorio, hanno contribuito alla sempre maggiore
espansione della specie.
La nutria provoca danni alle colture, agli arginamenti dei corsi d’acqua e alla viabilità pubblica, a
causa delle propensione della specie a scavare gallerie per il riparo e la riproduzione. Inoltre,
trattandosi di specie alloctona, essa costituisce un pericolo per la conservazione delle specie
autoctone.
Il territorio Comunale di Cavallino, per conformazione, si presta particolarmente a favorire la
diffusione della specie in trattazione.
NUTRIE
AMBITO VALLIVO
AMBITO INSULARE
TREPORTINO
PENISOLA DEL
CAVALLINO
Piazza Papa Giovanni Paolo II n. 3, 30013 Cavallino-Treporti (Ve) tel 041.2909778 fax 041/2909738
www.comune.cavallinotreporti.ve.it
e-mail: [email protected] PEC: [email protected]
Ricevimento: martedì 09.00 - 12.00 e 15.00 - 17.00 venerdì 09.00 - 12.00
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Cavallino - Treporti
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La penisola del Cavallino sorge prevalentemente su terreni emersi da attività di bonifica, venendo
pertanto caratterizzato da una fitta rete di canali e fossi. La maggior parte dell’area ha vocazione
agricola, con estensione di colture prevalentemente orticole, sia in serra che in campo aperto.
L’ambito treportino, invece, ha carattere vallivo-insulare: anche in questo caso, la rete idrografica è
molto consistente. Il Comune confina a nord con la Laguna di Venezia. Si presume che l’area di
penetrazione della nutria coincida proprio con l’ambito vallivo. Su un territorio esteso
complessivamente su circa 45 kmq, le aree umide (barene, valli, laguna e canali) ammontano a circa
il 30% della superficie.
Appare quindi evidente che ricorrono tutte le caratteristiche territoriali e morfologiche per
l’abbondante diffusione della specie.
Con l’approvazione della legge 11 agosto 2014, n. 116 di conversione del decreto-legge 24 giugno
2014, n. 91 la nutria è stata esclusa dall’ambito di applicazione della legge 11 febbraio 1992, n. 157
“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. L’esclusione
dalla fauna selvatica ha fatto venir meno la competenza delle Province, sia in ordine
all’approvazione ed alla realizzazione dei piani di controllo, sia in ordine alla liquidazione dei danni
alle produzioni agricole. Dal 2000 e fino ad allora, la Provincia di Venezia aveva attivato diversi
piani di controllo, anche previo ottenimento del parere favorevole dell’I.S.P.R.A., basati su:
- Cattura mediante affidamento di idonee trappole agli imprenditori agricoli e soppressione
mediante Kit specifico;
- Abbattimento con arma da fuoco da parte del personale della Polizia Provinciale;
- Attivazione di squadre di operatori abilitati alla caccia;
- Coordinamento con Comuni, A.T.C., Consorzi di Bonifica e organizzazioni di categoria, sia
per la formazione sia per il supporto logistico e finanziario.
Con deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 1100 del 18.08.2015, definitivamente
chiarita la competenza delle Amministrazioni Comunali, in luogo di quelle Provinciali, sono state
approvate le “Linee guida contenenti indicazioni per attività di controllo numerico delle nutrie”.
L’approvazione del cd. Collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014, avvenuta con legge 28
dicembre 2015, n. 221, la disciplina è mutata nuovamente. La nutria, pur continuando ad essere
esclusa dall’ambito di applicazione della legge per la protezione della fauna selvatica, è ora soggetta
alla gestione finalizzata all’eradicazione o al controllo delle popolazioni, ma con metodi selettivi e
di norma ecologici, previo parere dell’I.S.P.R.A.
La dottrina1 ha già riconosciuto che l’eradicazione della specie è difficilmente perseguibile, date le
immutabili caratteristiche ambientali e climatiche che ne hanno favorito l’espansione. Parimenti, i
metodi ecologici possono trovare stentata applicazione: essi consistono prevalentemente
nell’interrimento di reti, tali da impedire alle nutrie di poter scavare. Una tale misura appare di
difficile realizzazione, data l’estensione della rete idrografica e viabilistica che dovrebbe essere
interessata da questi interventi, nonché dei vincoli ambientali imposti da pianificazioni superiori (si
tenga in considerazione, per esempio, che tutto l’ambito vallivo rientra in area SIC/ZPS).
1
Cocchi R. e F. Riga, 2001 - Linee guida per il controllo della Nutria (Myocastor coypus). Quad. Cons. Natura, 5,
Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica
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Si propone, pertanto, l’approvazione del seguente Piano di controllo, che si compone di quattro
azioni:
1. Cattura e soppressione;
2. Collaborazione con altri Enti;
3. Rendicontazione ed analisi dei dati;
4. Formazione e Sensibilizzazione.
AZIONE 1 – CATTURA E SOPPRESSIONE
L’Amministrazione Comunale, prima della riforma recata dal Collegato Ambientale, ha acquistato
n. 50 trappole in rete metallica elettrosaldata e zincata con innesco di attivazione a scatto mediante
utilizzo di esca alimentare (dimensioni 82,5x31,5x36).
Le trappole verranno concesse in comodato gratuito agli imprenditori agricoli e coltivatori diretti
che ne faranno richiesta, anche per il tramite delle Associazioni di categoria. Oltre a quelle concesse
in comodato, imprenditori agricoli e cittadini potranno utilizzare le trappole che hanno già in
dotazione. Le modalità di utilizzo, ivi compresi la soppressione degli animali catturati e il loro
smaltimento, sono quelle contemplate dalle Linee Guida approvate con la DGRV n. 1100/2015. In
particolare, è prevista la soppressione eutanasica nel minor tempo possibile, con obbligo di verifica
della cattura almeno una volta al giorno. La soppressione deve avvenire mediante armi di libera
vendita. I titolari di porto d’armi possono utilizzare anche gli strumenti di cui detengono licenza.
Lo smaltimento può essere effettuato mediante sotterramento. Qualora in seguito alle azioni di cui
al punto 3 (rendicontazione ed analisi dei dati) dovesse emergere la necessità di smaltimento di un
elevato numero di carcasse, si ricorrerà alle modalità previste dalla Direttiva CE n. 2009/1069. Altre
possibilità sono quelle previste dalle disposizioni vigenti, mediante conferimento in discarica
autorizzata, termodistruzione o invio ad impianti di produzione biogas.
AZIONE 2 – COLLABORAZIONE CON ALTRI ENTI
Questa Civica Amministrazione ha siglato con la Provincia di Venezia (ora Città Metropolitana) un
accordo fra PP.AA. di cui all’art. 15 della L. 241/1990, a mente del quale il Comune, in assunzione
delle competenze in materia di controllo della nutria, si avvale dell’opera del personale dell’Ente di
Area Vasta, in particolare della Polizia Provinciale e delle Guardie Giurate Volontarie ItticoVenatorie munite di arma da fuoco.
Allo stato attuale, in virtù delle novità recate dal Collegato Ambientale, l’attuazione dell’accordo è
sospeso, in attesa di approvazione del presente Piano di Controllo.
L’Amministrazione Comunale si impegna a riattivare ogni canale di collaborazione con la Città
Metropolitana, le cui funzioni in materia di caccia, peraltro, sono state confermate giusta Legge
Regionale 29 ottobre 2015, n. 19.
Altre collaborazioni saranno attivate con:
- il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti-OO.PP. per il Triveneto, in merito alla difesa
degli arginamenti dell’ambito lagunare;
- il Consorzio di Bonifica, in specie per quanto riguarda la protezione delle opere di
regimentazione idraulica;
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il Servizio Forestale Regionale, qualora emergesse la penetrazione della specie nelle pinete
e negli ambiti di riformazione dell’ambiente boschivo-litoraneo, talvolta siti in prossimità di
terreni coltivati e caratterizzati dalla presenza di avvallamenti e depressioni che formano
aree umide;
i Comuni confinanti e quelli contermini della gronda lagunare, al fine di concertare azioni
comuni e favorire la diffusione delle buone prassi;
il Dipartimento di Prevenzione (Servizio Igiene e Sanità Pubblica e Servizio Veterinario)
dell’ULSS 12 Veneziana, per la valutazione degli eventuali profili di competenza.
AZIONE 3 – RENDICONTAZIONE ED ANALISI DEI DATI
Sarà cura dell’Amministrazione Comunale-Servizio S.U.A.P. di registrare, per ogni trappola
concessa in uso, la dislocazione territoriale, al fine di verificarne la distribuzione in relazione ai tre
ambiti zonali sopra rappresentati o a una zonizzazione di dettaglio.
A ciascun consegnatario delle trappole, sarà chiesto di comunicare periodicamente il numero di capi
catturati e soppressi, in modo tale da avere evidenza sia dei risultati del piano di controllo, sia delle
variazioni in relazione ai periodi stagionali, sia delle zone di maggior concentrazione e diffusione
della nutria.
In relazione ai dati emergenti, potranno essere adottate misure correttive del presente Piano,
puntando a concentrare gli sforzi sulle aree di rischio prioritario o ricorrendo a soluzioni più
confacenti.
L’analisi dei dati e ogni futura azione conseguente saranno previamente discusse in sede di Tavolo
Verde.
FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
L’Amministrazione Comunale supporterà l’attività degli imprenditori agricoli attraverso specifici
incontri di formazione e di confronto, anche coinvolgendo il personale competente della Città
Metropolitana di Venezia.
Le azioni di sensibilizzazione saranno rivolte a tutta la cittadinanza, al fine di evitare che il
disinteresse o la sottovalutazione del problema possano compromettere le azioni del presente Piano.
I contenuti degli interventi dell’Amministrazione Comunale saranno adeguatamente pubblicizzati
anche sui social media, al fine di generare curiosità ed interesse, senza tuttavia creare allarmi.
Ove le azioni di formazione e sensibilizzazione non risultassero sufficienti, si potrà valutare di
intervenire con specifiche ordinanze per la cura e l’igiene dei fondi privati, ai sensi del vigente
Regolamento di Polizia Rurale.
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