Xavier Mendoza Mayordomo, Le trasformazioni del settore pubblico
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Xavier Mendoza Mayordomo, Le trasformazioni del settore pubblico
Xavier Mendoza Mayordomo, Le trasformazioni del settore pubblico nelle democrazie avanzate: dallo Stato del benessere allo Stato relazionale in: Azienda pubblica, n. 5, 1997, p. 527-538 Da strumento privilegiato per la soluzione dei problemi sociali, il settore pubblico si è trasformato in uno dei principali problemi della nostra società: la tesi centrale di questo articolo è che il ruolo che in ogni specifico periodo storico é stato assegnato allo Stato è legato al contesto economico, sociale e politico e che, a sua volta, a ogni modello di Stato corrisponde un determinato modello organizzativo dell’amministrazione pubblica. Tale prospettiva di analisi evidenzia il fatto che difficilmente si comprende la logica delle trasformazioni del settore pubblico se ci si concentra solo sui cambiamenti che si verificano a livello organizzativo ma occorre analizzare anche le trasformazioni economiche, sociali e politiche più significative e stabilire come esse riguardino il ruolo che lo Stato svolge nelle società sviluppate. Lawrence L. Jones e Fred Thompson, L’implementazione strategica del New Public Management in: Azienda Pubblica, n. 6, 1997, p. 567-586 Il New Public Management (NPM) è una possibile filosofia di approccio ai problemi di miglioramento della gestione dei servizi pubblici diffusa, ormai, a livello mondiale. Attraverso il “modello delle 5R” gli autori illustrano i principi base del NPM offrendo spunti per la sua implementazione a livello operativo. La prima R (ristrutturazione) significa eliminare dall’organizzazione tutto quello che non contribuisce al valore del servizio/prodotto offerto al consumatore. La seconda R (riprogettazione) si concentra sul “cominciare da capo” piuttosto che tentare di risolvere i problemi già esistenti con soluzioni “tampone”. La terza R (reinventare) richiede di sviluppare nuove modalità di rendere i servizi. La quarta R (riallineamento) consiste nel mutare l’azienda per adeguarla alla strategia di mercato sviluppata con la reinvenzione per ottenere così gli obiettivi desiderati e per motivare il management e il personale.. La quinta R (ripensare) richiede la capacità di accelerare l’analisi, risolvere problemi reali partendo dai sintomi e da una valutazione migliore e più rapida della performance dei servizi. Paola Meneguzzo, Ripensare la modernizzazione amministrativa e il New Public Management. L’esperienza italiana: innovazione dal basso e sviluppo della governance locale. in Azienda Pubblica, n. 6, 1997, p. 587-606 Tra la metà degli anni 80 e gli anni 90 i sistemi amministrativi pubblici dei paesi sviluppati sono stati interessati da processi di modernizzazione amministrativa, che sono stati ricondotti all’approccio del New Public Management. Dopo una breve presentazione delle principali caratteristiche del NPM e dei suoi attuali sviluppi, caratterizzati dall’evoluzione verso le logiche di public governance, l’articolo analizza le modalità di applicazione del NPM nella pubblica amministrazione italiana. Vengono quindi discussi le principali norme che, a partire dal 1990, hanno introdotto spezzoni di NPM, soffermandosi in particolare sulla possibilità di adottare modelli organizzativi più flessibili, sul decentramento di attività all’esterno e sull’inserimento di meccanismi tipo mercato. Gernord Gruening, Origini e basi teoriche del New Public Management. in Azienda Pubblica, n.6, 1998, p. 669-691 L’articolo descrive le caratteristiche del New Public Management (N.p.m.) ed offre una panoramica dello sviluppo delle scienze comportamentali-amministrative esaminato in relazione al N.p.m. Si sviluppa un modello descrittivo delle scienze comportamentali-amministrative che contrappone l’esistenza di tre approcci scientifici internamente coerenti, ma incommensurabili tra loro. Partendo da queste basi, si dimostra che le origini teoriche del N.p.m. possono essere ricondotte alle diverse prospettive teoriche. Tuttavia, appare nuova la particolare composizione delle caratteristiche proprie del N.p.m. Un’ulteriore considerazione è che il N.p.m. non rappresenta un cambiamento di paradigma. E’ improbabile che ci sia mai un cambiamento di paradigma per le scienze comportamentali-amministrative dal momento che, mancando un paradigma accettato, non sono realmente possibile cambiamenti. Marco Meneguzzo, Federico Lega, Dal New Public Management al rinnovamento della pubblica amministrazione: un’analisi comparata del ruolo dei premi all’innovazione. in Azienda Pubblica, n. 4, 1999, p. 457-476 Principi generali e linee guida del N.p.m. per tradursi in fatti concreti devono in qualche modo essere rese operative in modelli applicativi che tengano conto delle specificità dei diversi contesti nazionali, regionali e locali e soprattutto fornire una risposta convincente ai diversi problemi a cui cercano di rispondere i processi di riforma della pubblica amministrazione. Punto critico nei processi di rinnovamento delle pubbliche amministrazioni è chiarire i meccanismi attraverso cui si può facilitare l’osmosi della conoscenza tra le diverse realtà, spesso impermeabili tra loro, in cui si articola il settore pubblico. Qualsiasi esperienza di successo nel cambiamento, se rimane circoscritta ad un ambito locale e settoriale non aiuta il sistema complessivo a progredire e perde di valore fino al punto di rischiare di essere delegittimata dal sistema stesso alla stregua di un corpo estraneo. Michela Arnaboldi, Giovanni Azzone, Alberto Savoldelli, Un modello di valutazione delle prestazioni applicato alla pubblica amministrazione regionale. in Azienda Pubblica, n. 1, 2001, p. 51-77 Il moto riformista che negli ultimi anni ha attraversato le pubbliche amministrazioni di tutto il mondo, ha portato innanzitutto la necessità di affiancare ai cambiamenti legislativi un concreto mutamento delle organizzazioni e dei processi. I progetti di cambiamento effettuati, importando modelli di gestione ormai consolidati nel settore privato hanno tuttavia evidenziato numerosi problemi di contestualizzazione. L’articolo propone la valutazione delle organizzazioni come punto fondamentale per gestire il cambiamento in modo efficace ed adattare i modelli manageriali al settore privato. Sulla base di questa ipotesi l’articolo propone un modello teorico di valutazione sperimentato sulle pubbliche amministrazioni, attraverso l’analisi delle variabili che determinano il raggiungimento di efficaci prestazioni complessive. Charles Polidano, Il New Public Management nei paesi in via di sviluppo. in Azienda Pubblica, n. 1, 2002, p. 133-153 L’articolo valuta le modalità con cui i paesi in via di sviluppo hanno intrapreso riforme di New Public Management (NPM) e la radicalità di queste ultime. Nonostante molte siano le nazioni che hanno introdotto elementi di NPM, nessuna di esse mostra di aver adottato l’intero modello. Contestualmente si assiste all’implementazione di diverse iniziative di riqualificazione che non presentano alcuna connessione o sono addirittura contrarie al concetto di NPM. I principi del New Public Management sembrano esercitare la loro influenza più ad un livello teorico che pratico: il NPM costituisce soltanto una delle molteplici correnti di riforma presenti nei paesi emergenti. L’articolo prosegue prendendo in esame l’inadeguatezza del concetto del NPM ai paesi in via di sviluppo, in ragione della presenza di particolari problematiche come gli elevati tassi di corruzione e una bassa capacità amministrativa. Le esperienze di NPM in tali contesti hanno condotto a risultati a volte di successo, alle volte fallimentari. L’esito delle singole iniziative dipende più da fattori contingenti locali che da caratteristiche generali di tipo nazionale. I manager pubblici devono avere una mentalità aperta nella valutazione attenta di ciò che può funzionare meglio in considerazione delle specificità e delle pressioni originate dal contesto. Stefania Senese, Il Common Assessment Framework: uno strumento per l’autovalutazione nella p.a.. in Azienda Pubblica, n. 5, 2001, p. 585-597 La diffusione su base internazionale della conoscenza su metodologie e prassi operative accumulate nell’ambito del new public management e dei risultati raggiunti è stata ostacolata dall’esistenza di diversi percorsi attuati nei diversi contesti nazionali. La necessità di superare modalità applicative frammentate e permettere a tutti i Paesi di confrontare i risultati ha portato i Dipartimenti della funzione pubblica di diversi Paesi europei alla preparazione di un comune sistema di valutazione delle performance operative: il CAF (Common Assessment Framework). Lo scopo di base era quello di creare uno strumento guida che sappia orientare l’organizzazione verso logiche di gestione della qualità per il perseguimento dell’eccellenza. Giovanni Danesi, Modernizzazione e sviluppo gestionale delle amministrazioni pubbliche a livello internazionale: il caso del Cile. in Azienda Pubblica, n. 5, 2001, p. 599-616 L’articolo intende fornire un’analisi del processo di modernizzazione della gestione pubblica intrapreso in Cile negli anni ’90 e riaffermato recentemente nelle “Linee programmatiche di riforma” del Governo del Presidente Lagos per il periodo 2000-2006. L’analisi degli interventi principali e più significativi della riforma (nonché dei presupposti concettuali del cambiamento), raggruppati secondo cinque linee d’azione (che riflettono l’elevata priorità attribuita dal Governo ad alcuni temi ed ambiti particolari: la gestione strategica, l’information techonology, la qualità dei servizi offerti e la partecipazione dei cittadini, la trasparenza della gestione, il decentramento istituzionale), conducono poi ad osservare come il processo di modernizzazione della gestione pubblica in Cile costituisca un interessante caso di introduzione ed applicazione dei principi del concetto di New Public Management, combinati però con un forte orientamento alla public governance e al presidio della dimensione sociale e del corporate government. Alessia De Albertis, Il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione: l’esperienza di Singapore. in Azienda Pubblica, n. 4, 2001, p. 441-452 L’articolo si pone l’obiettivo di presentare e spiegare le logiche, le fasi e le peculiarità del processo di modernizzazione della pubblica amministrazione in una realtà del sud-est asiatico, Singapore, impregnata dei valori tipici dell’Asian commitment amalgamati con la cultura occidentale di retaggio coloniale. La crescita economica e l’aumento degli standard di vita sono stati in questi decenni tra i più elevati in quell’area. Tale successo è dovuto, da un lato, alla leadership politica che detta le linee guida fondamentali, pianifica ed anticipa i problemi, e dall’altro, alla pubblica amministrazione la cui organizzazione, azione e performance mirano costantemente ad obiettivi di eccellenza. Al termine dell’articolo si fa riferimento ad una tesi condivisa dalla comunità accademica ed amministrativa: Singapore presenta delle caratteristiche talmente uniche che rendono il suo modello burocratico difficilmente riproducibile ed esportabile in altri contesti. Fabrizio Pezzani, Il ruolo dell’accountability nella società civile. in Azienda Pubblica, n. 4, 2001, p. 453-460 Nel gennaio 2000 è stata presentata all’università Bocconi una pubblicazione avente per oggetto il tema dell’accountability nei governi locali. Questo tema è ormai diventato di dominio pubblico perché riguarda sia il privato che il pubblico nei loro rapporti con la società ed è utile cercare di capire i motivi che spingono verso la necessità di accountability e i connessi problemi anche tecnici di misurazione, di rappresentazione delle attività svolte e dei risultati conseguiti nonché il contributo che l’accountability può dare al recupero ed alla diffusione dei valori di base sulla persona, nel rispetto reciproco su cui si fonda la vera democrazia sociale. Matteo Bottari, Uno strumento di controllo strategico per le amministrazioni locali: la Balanced Scorecard. in Azienda Pubblica, n. 1-2, 2002, p. 87-107 Il miglioramento dei risultati delle amministrazioni pubbliche, e di quelle locali in particolare, passa per l’applicazione pratica di strumenti di valutazione e controllo strategico che hanno già dato ottimi risultati nelle diverse organizzazioni internazionali. Uno di questi strumenti è sicuramente la Balanced Scorecard, di cui si conoscono già varie esperienze, specie nel campo privato, anche italiano. Per le amministrazioni pubbliche a fare da battistrada ci ha pensato la città di Charlotte, una medio-grande realtà metropolitana nei dintorni di Washington, seguita da altre organizzazioni, prevalentemente di cultura anglosassone. L’articolo, dopo aver inquadrato i principali dibattiti intorno alla nozione di controllo strategico introdotto per le amministrazioni pubbliche italiane con il decreto legislativo 286 del 1999, passa all’illustrazione di un caso pratico di applicazione della Balanced Scorecard che si sta sperimentando in alcuni comuni della provincia di Varese secondo l’esempio sviluppato dalla città di Charlotte. Ileana Steccolini, Le riforme del settore pubblico: alcuni spunti di riflessione dall’esperienza australiana. in Azienda Pubblica, n. 1-2, 2002, p. 137-154 L’Australia è uno dei Paesi la cui esperienza di riforma della pubblica amministrazione è stata spesso indicata come un esempio di applicazione estensiva dei “principi” del New Public Management. In tale Paese, a fronte degli effetti ricercati e desiderati, i processi di riforma stanno anche producendo conseguenze inattese e non volute. Il lavoro approfondisce i principi ispiratori delle riforme australiane, il contesto in cui esse si inseriscono, le azioni adottate per implementarle. Successivamente ne analizza i primi effetti, evidenziandone le peculiarità e gli aspetti critici, che attualmente stanno alimentando un dibattito sull’opportunità e sull’efficacia del processo di cambiamento intrapreso. Infine, propone alcune riflessioni critiche sugli elementi di successo e di insuccesso dei processi di riforma e sui possibili motivi sottostanti gli effetti indesiderati che essi stanno producendo. Denita Cepiku, La riforma della pubblica amministrazione in Albania. in Azienda Pubblica, n. 1-2, 2002, p. 155-178 Nonostante l’Albania post-comunista abbia realizzato con discreto successo un programma di stabilizzazione macroeconomica, l’assenza di un impegno altrettanto forte sul lato della riforma della pubblica amministrazione ha determinato l’indebolimento del sistema di governance e fenomeni di corruzione diffusa. La crisi istituzionale del 1997 ha fatto emergere la necessità di una profonda riforma amministrativa dello Stato e delle sue logiche operative. La richiesta di una pubblica amministrazione più trasparente e più efficiente, tipicamente formulata dai cittadini e dalle imprese, ha avuto nel contesto albanese un ulteriore e decisivo protagonista: le istituzioni internazionali. Esse hanno fortemente contribuito all’implementazione di logiche manageriali secondo il concetto di New Public Management. Più recentemente, invece, gli sforzi di riforma sembrano indirizzarsi verso il rafforzamento del sistema di governance e, di conseguenza, verso una pubblica amministrazione maggiormente orientata all’esterno. Emanuele Vendramini, Il modello di balanced scorecard per la valutazione della performance delle aziende pubbliche. in Azienda Pubblica, n. 4, 2003, p. 363-378 Lo strumento della Balanced Scorecard (BSC), proposto nel 1996 proposto da Kaplan e Norton, rappresenta un modello di valutazione della performance delle aziende di produzione in un contesto tipicamente statunitense. Nel sistema delle aziende composte pubbliche si assiste ad un processo di crescente pressione sul versante dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi ma soprattutto si avverte la necessità di una loro valutazione in termini di performance complessiva dell’azienda. Oggetto del presente articolo consiste nell’analisi del modello in un contesto pubblico. Marco Meneguzzo e Bice Della Piana, Knowledge management e p.a: conciliare l’inconciliabile? in Azienda pubblica, n.4/5, 2002, p. 489 – 512 L’articolo approfondisce le problematiche connesse allo sviluppo ed alla diffusione dei sistemi di knowledge management nella p.a. La necessità e al tempo stesso, la difficoltà di tale utilizzo deriva dalla sempre maggiore capacità di produzione di informazioni da parte della p.a., cui si affianca una debolezza strutturale nel diffondere al proprio interno la conoscenza. Nell’articolo viene condotta una analisi critica di alcune esperienze concrete di innovazione organizzativa nella p.a. basate sull’applicazione di logiche di knowlwdge management, facendo particolare riferimento alle regioni. Claudio Cafeo, Il cittadino virtuale bussa alla porta della P.A. : come cambiano i rapporti tra gli utenti e il settore pubblico in: Informatica ed enti locali, n. 9, 2001, p. 45 - 50 Gli organi di governo stanno sempre più acquisendo la cultura della Customer Relationship Management grazie all’avvio dell’e-government. Il passaggio al governo elettronico sembra inevitabile. La P.A. ha cominciato ad adottare Internet per rendere legalmente valide tutte le procedure necessarie alla circolazione delle informazioni al proprio interno. Non a caso, l’e-government introduce flessibilità nei meccanismi interni degli enti, rende più rapido lo smaltimento delle pratiche e consente la creazione di una banca dati efficiente e aggiornabile in tempo reale. Senza dimenticare la gestione ottimale dei grandi flussi informativi, che ogni giorno si riversano sulle attività della P.A. Valter Antonelli e Caterina Ciarallo, Al via la rilevazione pilota della “customer satisfaction” in: In rete, n. 3, 2001, p. 12 – 16 Con l’avvio, in esercizio, della Rete Unitaria della P.A., il Centro Tecnico ed alcune amministrazioni, anche con la collaborazione del fornitore EDS PA, danno il via alla prima indagine di rilevazione della soddisfazione degli utenti. L’obiettivo è quello di consentire a ciascuna amministrazione di verificare come gli utenti percepiscono, rispetto alle proprie attese, le qualità dei servizi RUPA, al di là del rispetto da parte del fornitore dei livelli di servizio di assoluta eccellenza previsti contrattualmente; lo scopo è, inoltre, quello di individuare le azioni che possono essere intraprese per meglio dirigere la realizzazione di nuovi servizi e per migliorare l’organizzazione ed i processi interni. La campagna di rilevazione riguarderà in via sperimentale gli utenti dell’INAIL e sarà successivamente estesa agli utenti del Ministero della Giustizia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze; l’indagine verrà quindi periodicamente reiterata, secondo piani di erogazione curati dalle singole Amministrazioni. Riccardo Mussari, Carta dei servizi e autonomia degli enti locali: un’armonia da ricercare in:Azienda Pubblica, n. 5, 2001, p. 515 – 540 Il processo di decentramento comporta che il binomio autonomia – responsabilità per i risultati conseguiti diventi un carattere distintivo degli enti locali. In tale contesto, la Carta dei servizi può favorire la riformulazioni delle relazioni tra amministrazioni locali ed utenti. Infatti, l’esercizio dell’autonomia comporta la continua ricerca di un’armonia dinamica tra produttori e fruitori di servizi pubblici che un corretto utilizzo della Carta dei servizi può consentire di regolamentare in modo trasparente e condiviso. Obiettivo dell’articolo è definire il ruolo che la Carta dei servizi può svolgere nel più vasto processo di riforma che sta interessando il governo locale in Italia. In particolare, dopo avere considerato gli effetti aziendali generati sulle amministrazioni locali a seguito dell’affermarsi del principio di autonomia, viene sinteticamente analizzata la politica della carta dei servizi in Italia dal 1994 fino all’ultimo intervento normativo che ha regolato la materia (d.lgs. 286/99) e, alla luce di ciò, si propongono alcune riflessioni sulle “questioni” alle quali la concreta applicazione deve dare una risposta efficace. La tesi dell’articolo è che in consolidarsi del principio di autonomia per le amministrazioni locali può aprire una “nuova stagione” per la Carta dei servizi, sia come “patto sulla qualità” tra produttori e fruitori di servizi pubblici locali, sia come strumento per responsabilizzare la dirigenza e diffondere la “cultura della qualità”. Silvestro Russo, Il management amministrativo : ruolo unico, controllo e responsabilità, Milano : Giuffrè, 2000. - XX, 305 p. INDICE: * Considerazioni preliminari * Governo e gestione della P.A. *La funzione politica nella P.A. * La funzione dirigenziale nella P.A. * La responsabilità dirigenziale nella P.A. * Tipologia manageriale nelle diverse amministrazioni * Il management amministrativo costituisce uno snodo essenziale non solo nella riforma della Pubblica Amministrazione, ma soprattutto della stessa organizzazione amministrativa, nella quale, a partire dalla L. n. 241/1990, s’è verificata una robusta somministrazione di valori e regole aziendalistiche, specie con il D.Lgs. n. 29/1993. La dirigenza cambia pelle (separazione dalla politica, reclutamento, ruolo unico, responsabilità) per adeguarsi a tali novità e per meglio perseguire efficienza, efficacia ed economicità, non perché ad essa siano stati conferiti compiti diversi o più ampi rispetto al passato, ma perché v’è stato un profondo cambiamento nel contenuto di tali compiti e nella cultura occorrente per far fronte a livelli di complessità imprevedibili solo alcuni anni fa. Giuseppe Narducci, La problematica del controllo di gestione nell’azienda Stato. in Budget, n. 37, 2004, p. 33 - 42 Il sistema informativo-contabile oggetto dello studio è quello dello Stato, azienda pubblica di tipo non lucrativo. Nel corso degli anni si è assistito ad un’evoluzione dei modelli di governance della pubblica Amministrazione, nel senso di un crescente impegno per improntare la funzione amministrativa all’efficienza piuttosto che alla sola legalità. Si sono create, sostanzialmente, le premesse affinché si adottassero nella Pubblica Amministrazione strumenti e metodologie di pianificazione e controllo. Sono analizzate il nuovo ruolo del sistema di bilancio all’interno del subsistema informativo e il fenomeno della responsabilizzazione dei dirigenti e lavoratori in generale affermata dalla normativa vigente e mutuata, nella pratica, dalle aziende private. Ulrich Wienand, Vania Basini, Alessandra Dell’Orto, Daria Aumiller Vandac, L’applicazione di un metodo di autodiagnosi aziendale nell’Agenzia sanitaria regionale. in Azienda Pubblica, n. 5, 2000, p. 605 – 619 Un vizio congenito alla pubblica amministrazione è l’autoreferenzialità dalla quale deriva una scarsissima propensione dei dirigenti che vi operano a mettersi in discussione, a dare dimostrazione delle risorse impiegate e dei risultati raggiunti, a farsi valutare da altri. Al termine di un quinquennio di attività, l’Agenzia sanitaria della Regione Emilia Romagna ha innovato la logica con cui aveva impostato il sistema di controllo di gestione interno, uscendo dalla verifica del tipo “obiettivi/risultati” per ricercare il parere dell’utente esterno, ovvero la soddisfazione dei propri stakeholder (coloro che scommettono sull’organizzazione). Il lavoro, di cui il presente articolo riassume le principali tappe e risultati, ha fatto riferimento ad un modello di eccellenza aziendale, dapprima attraverso un processo di formazione dei collaboratori e poi tramite l’analisi dei propri prodotti. Daniele Bega, I processi di modernizzazione della pubblica amministrazione della Repubblica Sudafricana. in Azienda Pubblica, n. 6, 1999, p. 759 – 783 Le prime elezioni democratiche in Sudafrica sono state tenute nel 1994, dopo cinquant’anni di regime dell’apartehid, durante il quale la maggioranza non bianca godeva di limitati diritti politici e di scarse opportunità di sviluppo economico. Pero poter superare i contrasti sorti durante tale regime ed estendere nuovi servizi ed opportunità ai propri cittadini fu intrapreso un preciso programma di sviluppo delle capacità di governance delle organizzazioni di governo introducendo la filosofia del “co-operative government” che stabilisce modalità innovative di gestione per la pubblica amministrazione. In base a tale principio le istituzioni e ogni livello amministrativo devono impostare in maniera collaborativi le proprie relazioni nei confronti sia delle altre organizzazioni pubbliche sia dell’ambiente esterno. L’utilizzo di tali logiche intende essere un mezzo per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione in campo politico, sociale ed economico, al fine di soddisfare i bisogni dei cittadini e garantire la loro partecipazione all’interno degli apparati e delle strutture amministrative. Brian Wampler, Orçamento partecipativo: i paradossi della partecipazione a Recife. in Azienda Pubblica, n. 6, 2000, p. 751 – 775 Durante gli anni ’90 si è registrata in Brasile una notevole diffusione di programmi di budgeting partecipativi (una settantina circa), generalmente noti come Orçamento partecipativo (OP). Uno degli obiettivi principali di tali programmi consiste nel rendere effettive le politiche democratiche attraverso la partecipazione dei cittadini. Rendere effettivo il concetto di democrazia significa riformare lo Stato per creare responsabilità, promuovere la trasparenza e aumentare la partecipazione pubblica al processo decisionale. Il caso specifico trattato da questo articolo riguarda l’amministrazione comunale di Recife: vi è spiegato come tali istituzioni comunali abbiano creato l’”executivismo”, un processo che concentra il potere nelle mani dell’esecutivo e ostacola i tentativi di ampliare la gamma delle problematiche su cui decidere; nella seconda parte dell’articolo si analizza il decentramento dello stato federale brasiliano che ha comportato un aumento delle responsabilità dei comuni; la terza parte si concentra sulla cultura pubblica e sulla società civile per analizzare quanto incida la tradizione brasiliana di clientelismo politico e di forti gerarchie sociali sul funzionamento del programma; l’ultima parte dell’articolo presenta un’analisi dettagliata delle strutture istituzionali dell’OP a Recife in cui si dimostra come le “regole del gioco” impattano sui tentativi di implementare le prassi democratiche. Harry Roots, La cultura manageriale della pubblica amministrazione in Estonia. in Azienda Pubblica, n. 2/3, 2001, p. 317 – 329 Con la riconquista dell’indipendenza l’Estonia ricevette in eredità il sistema burocratico sovietico, definendo in modo sintetico la cultura amministrativa propria di tale modello con l’aggettivo “paternalistica”. Con la riforma della pubblica amministrazione, introdotta nel 1996, molte persone senza formazione manageriale né precedenti esperienze entrarono a far parte della pubblica amministrazione: tra questi anche opportunisti scarsamente interessati a lavorare per il bene della collettività, attratti piuttosto dalle retribuzioni, dai vantaggi e dalle posizioni di potere, che fu necessario sostituire negli anni successivi. La riforma del management pubblico / Cristopher Pollitt, Geert Bouckaert ; edizione italiana a cura di Edoardo Ongaro. - Milano : EGEA : Universita Bocconi editore, [2002]. - XXII, 425 p. ; 23 cm INDICE: *La natura della riforma del management pubblico* Problemi e soluzioni: un modello di riforma del management pubblico * Il contesto delle riforme. I tipi di sistemi poitico-amministrativi * Traiettorie di modernizzazione e riforme * Risultati attraverso un vetro appannato * Politica e management * Trade-off, bilanciamenti, limiti, dilemmi e paradossi * Riflessioni: mangement e governance. Gli autori sviluppano un’ampia e articolata analisi dell’ondata di riforme che ha investito molte nazioni negli ultimi vent’anni. Vengono comparate le traiettorie di riforma di dieci paesi, oltre all’Italia, e poste in rilievo le differenze chiave negli approcci tenuti nei diversi contesti. A differenza di precedenti lavori, quest’opera considera sia nazioni orientate agli approcci del “new public management”sia nazioni più riluttanti verso l’impiego di tali approcci. Vengono in particolare studiati Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia. Qualità e customer satisfaction negli enti locali / Andrea Margheri. - Padova : CEDAM, 2002. XV, 226 p. ; 24 cm. INDICE: *La dimensione aziendale delle amministrazioni pubbliche * Il modello emergente di ente locale * L’ente locale al servizio dei cittadini * La qualità dei servizi negli enti locali * La customer satisfaction negli enti locali. Lo sviluppo di politiche incentrate sulla qualità del servizio e sulla soddisfazione dell’utente deve costituire una scelta di carattere strategico e operativo per ogni ente locale che intenda perseguire un equilibrato rapporto tra amministrazione e cittadino, recuperare legittimità istituzionale, promuovere l’economia e la qualità della vita. Di fronte a questa esigenza, gli operatori degli enti locali sono chiamati all’applicazione in ambito pubblico di logiche e modelli ormai da tempo sperimentati con successo nel privato: un’applicazione che non può essere automatica e che richiede una delicata opera di adattamento. Le differenze fra l’ambito pubblico e l’ambito privato richiedono infatti la rielaborazione dell’approccio “aziendale” di cui vanno mantenuti i principi ispiratori e i criteri generali, ma vanno profondamente ridisegnati le logiche applicative e gli strumenti adottati. In questo volume si approfondisce, nello specifico, cosa significhi perseguire la qualità del servizio e la soddisfazione dei cittadini-utenti. In particolare viene proposta un’analisi accurata degli elementi del servizio erogato dagli enti locali, dei possibili e diversi approcci alla qualità del servizio, delle modalità operative di introduzione delle logiche e tecniche della customer satisfaction per rendere più agevole e comprensibile il passaggio verso un’amministrazione realmente al servizio del cittadino. Luca Del Bene, Fabio Donato, Controllo di gestione e Carta dei servizi: verso un reale supporto al miglioramento delle performance. in Azienda Pubblica, n. 4, 2000, p. 395 – 417 L’articolo esamina il ruolo del controllo di gestione e della Carta dei servizi sulla misurazione delle performance e sull’identificazione della modalità di loro possibile miglioramento. L’assunto nasce dall’osservazione di esperienze di implementazione di questi due strumenti, che da un orientamento prevalentemente amministrativo devono dirigersi verso un approccio che valorizzi i processi operativi. Le questioni da affrontare fanno quindi riferimento: alla elaborazione della Carta dei servizi partendo dall’analisi dei processi interni; alla riqualificazione del controllo di gestione, identificando anche indicatori di misurazione delle performance utilizzabili per il monitoraggio delle attività in chiave strategico – operativa. Questo implica l’affiancamento, ai parametri economico-finanziari, di misurazioni delle performance qualitative (prestazione tecnica, tempo di intervento, orientamento intersoggettivo); dei processi di sviluppo delle risorse interne, dell’impatto sulla “domanda”. Gli indicatori costituiscono, altresì, il presupposto per realizzare una Carta dei servizi in grado di essere considerata anche come strumento di comunicazione interna ed esterna. Il controllo può quindi divenire un effettivo strumento informativo e valutativo delle performance singole e complessive, valorizzando la dimensione trasversale della produzione/erogazione dei servizi per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia. ………………. Gabriella Leone, Customer satisfaction: esperienza pilota al comune di Messina in Azienda Pubblica, n. 1-2, 2003, p. 73 – 96 In occasione della partecipazione al Master in Management Pubblico presso l’Università Bocconi di Milano (edizione 2001/2002) è stato realizzato un field project relativo alla “Attuazione dei processi di verifica della qualità dei servizi resi, del gradimento degli stessi da parte degli utenti mediante l’ascolto e, la comunicazione interna del Comune di Messina”. L’esigenza è scaturita dalla necessità di conoscere meglio l’utenza ed accertare i livelli di qualità dei servizi erogati. L’obiettivo del progetto, infatti, era quello di valutare le priorità necessarie e mirare gli interventi. Al termine della sperimentazione tutto l’ente è stato informato dei risultati del progetto attraverso un’azione diffusa di comunicazione quale componente dell’efficacia globale del servizio. Daniele Cristoforetti, Michele Malanca, La customer satisfaction nell’ente comune in Azienda Pubblica, n. 2-3, 2001, p. 257-279 L’evoluzione degli studi di management pubblico porta a sottolineare il ruolo dei cittadini – utenti nella progettazione delle politiche e dei servizi pubblici ed a rifiutare l’approccio paternalistico che è implicito allorquando i piani e i servizi vengono progettati unilateralmente dalla pubblica amministrazione e calati dall’alto. Questi principio hanno portato le pubbliche amministrazioni a ripensare il loro approccio. Il risultato del processo è che sta emergendo con sempre maggior forza l’importanza del marketing pubblico con le sue componenti di analisi dei bisogni dell’ambiente e degli utenti, di comunicazione pubblica, di ripensamento dell’attività di erogazione dei servizi. Il punto di partenza del nuovo modello è il principio che la soddisfazione dell’utente è l’obiettivo a cui si deve tendere. Franco Satta, Alessandro Frulio, La carta dei servizi per la gestione delle relazioni con il cittadino: il caso del Comune di Porto Torres in Azienda Pubblica, n. 6, 2001, p. 711 – 726 In un sistema produttivo locale, come quello al quale appartiene il Comune di Porto Torres, la competizione con altri sistemi è fortemente influenzata dalla capacità di essere soggetto attivo nella promozione del proprio territorio. In tale contesto la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, costituisce una variabile che influenza in modo considerevole le potenzialità di gestione e valorizzazione delle risorse a disposizione dell’ente. Obiettivo di questo articolo è quello di spiegare come la Carta dei servizi, realizzata dal Comune di Porto Torres, costituisca uno degli strumenti da adottare per sviluppare un modello di amministrazione orientato ai bisogni del cittadino. Domenico Ferrari, Gabriele Donno, Un’esperienza di applicazione del New Public Management a livello regionale: la riforma wif! del Canton Zurigo in Azienda Pubblica, n. 3, 2004, p. 453 – 476 Negli ultimi anni anche in Svizzera si sono scoperte e hanno iniziato a essere messe a frutto le potenzialità insite in un approccio all’innovazione nella pubblica amministrazione orientato ai principi del New Public Management. L’articolo in questione si propone di descrivere gli aspetti salienti di una delle riforme più importanti tra quelle intraprese negli ultimi anni nella Confederazione elvetica: la riforma wif! del Canton Zurigo. Quest’ultima è caratterizzata da una visione sistemica e di ampio respiro, come pure da un sostegno convinto da parte delle autorità politiche e dei cittadini,. Essa offre inoltre un ottimo esempio di come controllo politico e autonomia amministrativa possano convivere serenamente se i rapporti tra sfera politica (cui compete la gestione strategica) e sfera amministrativa (cui spetta invece la gestione operativa) vengono regolati da meccanismi e strumenti trasparenti, in grado di definire in modo chiaro le competenze attribuite ad ognuna di esse. L’articolo, in conclusione, propone alcuni spunti di riflessione ritenuti utili ai fini della realtà italiana. Federico Piccolini, Il Total Quality “Danger”: riflessioni sui pericoli nello sviluppo di politiche della Qualità Totale nella pubblica amministrazione in Azienda Pubblica, n. 2, 2004, p. 225 – 248 Il dibattito accademico, sviluppatosi intorno al tema in modo particolarmente vivace nella prima metà degli anni novanta e tuttora in corso, rivela posizioni profondamente divergenti su quali siano i contenuti e le interpretazioni dei principi della Qualità Totale che possano essere funzionalmente adottati dagli enti pubblici. Ricerche effettuate su tipologie di organizzazioni pubbliche fino ad ora scarsamente investigate sembrano avvalorare la posizione di coloro che ravvisano un pericolo nel trasferimento inalterato alla realtà pubblica dei principi del Total Quality Management utilizzati nel settore privato e ritengono piuttosto che tali principi possano essere diversamente interpretati e ripensati al punto che potrebbe essere opportuno parlare di “Politiche della Qualità Totale Modificate”. Waldemaro Morgese, Un magazzino di e-dati in biblioteca In Biblioteche oggi, n. 2, 2002, p. 38 – 46 L’implementazione di un Data Warehouse (magazzino digitale di dati) è problematica ormai matura anche nel mondo delle aziende pubbliche in generale e, in particolare, di quelle deputate al trattamento dell’informazione e documentazione. Esso è il naturale complemento del tradizionale “data base”: applicato alle operazioni della biblioteca nel loro interrelarsi nonché nel loro rapportarsi con gli ambienti/scenari esterni, consente di trasformare i dati utili per le decisioni di management in informazioni e le informazioni in conoscenze. Un DataWarehouse dovrebbe essere considerato un apparato informatico da inquadrare nella famiglia dei sistemi che integrano a fini decisionali dati/informazioni/conoscenze tali da consentire, anzitutto, il monitoraggio integrato di tutte le attività della biblioteca (operative/direzionali/strategiche), quindi l’interazione dei risultati di tale monitoraggio con altre variabili in modo da testare le dinamiche, in atto e potenziali, di competitività e/o di collaborazione/cooperazione della biblioteca con l’ambiente esterno. Balanced scorecard : dalla teoria alla pratica : metodi e strumenti per orientare le iniziative aziendali al raggiungimento dei risultati strategici / a cura di Marco De Marco, Vito Salvo, Walter Lanzani. - 3. ed. aggiornata. - Milano : Franco Angeli, c1999. - 188 p. ; 23 cm. INDICE: *Introduzione * Un richiamo storico alla balanced scorecard * L’approccio Ernst & Young al Performance Management * Il sistema informativo per il controllo delle performance aziendali su Balanced Scorecard * Dalle BSC alla misurazione e al miglioramento delle performance di processo (gestione delle iniziative) * Casi di applicazione della Balanced Scorecard In questi ultimi anni la misurazione delle performance aziendali è sempre più intesa non solo come una valutazione di fenomeni economici consolidati e caratterizzanti, ma soprattutto come previsione del valore futuro. Il metodo balanced scorecard, teorizzato da Robert S. Kaplan e David P. Norton, guarda alla creazione del valore secondo le prospettive di crescita e di innovazione, soddisfazione del cliente, wqualoità dei processi e si propone di individuare i fattori critici di successo utili per orientare l’azienda al raggiungimento degli obiettivi strategici e creare le misure necessarie per controllarne l’evoluzione. L’obiettivo è quello di disporre di misure attendibili e tempestive per identificare vie e modi più opportuni per la gestione e di permettere al management di valutare gli interventi migliorativi posti in essere. Il testo illustra in maniera chiara le metodologie e le problematiche applicative legate all’introduzione del balanced scorecard considerando: i metodi per individuare le misure significative, la struttura e le caratteristiche del sistema informatico e informativo necessario, il ruolo riservato agli strumenti di reperimento presentazione e distribuzione delle informazioni. Comunicare la biblioteca : nuove strategie di marketing e modelli di interazione / a cura di Ornella Foglieni. - Milano : Bibliografica, [2002]. - 220 p. ; 24 cm INDICE: *La valutazione nelle biblioteche pubbliche italiane * Uno sguardo al funzionamento delle biblioteche pubbliche * Le metodologie utilizzate nelle indagini Il volume tratta del risultato di una ricerca volta a esaminare i contenuti dell’attività di misurazione e valutazione delle biblioteche pubbliche italiane nel corso dell’ultimo decennio, il volume offre una panoramica della situazione attraverso l’analisi dei dati emersi da oltre cento indagini utilizzando il seguente set di parametri: struttura, vivacità, impatto, servizi e utenza. Qualità alla carta : verso l'eccellenza con la carta dei servizi / Bruno Susio, Giovanni Barbieri ; [prefazione di Alberto Galgano]. - Milano : Franco Angeli, [2002]. - 127 p. ; 23 cm INDICE: *La Carta dei Servizi come strumento di gestione dell’ente * Cosa è la Carta dei Servizi * Come si genera e come si aggiorna la Carta dei Servizi * Come organizzarsi per la costruzione della Carta dei Servizi * Come è strutturata la Carta dei Servizi * Come si coinvolge il personale * Come sono tutelati gli utenti * Come si controllano e gestiscono i processi * Come si diffonde la Carta dei Servizi * Conclusione: una “Carta” integrata nella Gestione dell’ente La consapevolezza che lo sviluppo economico di un sistema paese è strettamente correlato al buon funzionamento della Pubblica Amministrazione è sempre più evidente nel contesto attuale di globalizzazione e di economia dell’informazione. Gli enti, ai diversi livelli, vivono un momento particolarmente convulso in quanto coinvolti dal grande cambiamento ma anche esaltante in quanto artefici della generazione di opportunità. Così, il tema della Carta dei Servizi si inserisce nell’ampio quadro che riguarda il processo generale di trasformazione che la Pubblica Amministrazione italiana sta vivendo dalla legge 142/’90 in avanti. Gestendo la Carta dei Servizi di un ente o anche solo di un settore secondo le modalità indicate nel testo si gestisce automaticamente anche il medesimo ente o settore: la Carta viene, dunque, ad essere concepita come uno strumento vivo e non corre il rischio di essere o di diventare un mero adempimento burocratico. Les Metcalfe, La logica del management pubblico in Azienda Pubblica, n. 2, 1989, p. 375 – 420 In questo saggio Les Metcalfe, ponendosi in una prospettiva globale, ha compiuto un importante sforzo di concettualizzazione colpendo “al cuore” alcuni luoghi comuni, la cui diffusa accettazione rischiava di logorare e consumare rapidamente il successo che l’applicazione di una prospettiva di management alla pubblica amministrazione sembrava ottenere, in quel periodo, in molti paesi. Ne viene fuori fortemente minata soprattutto l’idea che il management privato e pubblico potevano differire tra loro solo per un fattore di “localizzazione”, per il fatto di applicarsi alle imprese il primo, ad enti pubblici il secondo. L’idea che l’ambito proprio di esercizio del management pubblico configurasse un livello di soluzione dei problemi diverso e superiore rispetto alla sfera di azione del management privato (beni pubblici e azione collettiva contro produzione di beni e servizi) presentava un’indubbia forza logica e capacità di suggestione. E’ utile rilevare che l’enfasi posta sugli aspetti di “macroprocesso”, di gestione interorganizzativa, di responsabilità di sovrasistema si inserisce in una corrente culturale che ha interessato gli stessi studi di organizzazione e di economia dell’impresa. Tutela dell'utente e qualita del servizio pubblico : dall'organizzazione alla Carta dei servizi / Lorenzo Ieva. - [Milanofiori, Assago] : IPSOA, [2002]. - XVI, 283 p. ; 24 cm INDICE: *Il fondamento della tutela dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici * L’organizzazione dei servizi pubblici nella prospettiva della “customer satisfaction”: qualità ed efficienza delle prestazioni * La qualità nei servizi pubblici locali * Le “carte dei servizi pubblici” e il principio della qualità delle prestazioni * Il ruolo delle associazioni esponenziali dei consumatori e degli utenti nell’affermazione del principio della qualità * Il riparto di giurisdizione in materia di servizi pubblici * Riflessioni conclusive Il testo vuole costituire un contributo allo studio e all’applicazione della molteplice normativa che negli ultimi anni ha introdotto la necessità di adeguare l’attività di erogazione dei servizi alla collettività, da parte delle Amministrazioni pubbliche, alle complesse richieste dei consumatori e degli utenti. L’indagine parte dall’esame del fondamento costituzionale e comunitario della tutela generale dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici per giungere – attraverso la considerazione dell’organizzazione e della stessa concezione del pubblico servizio (nazionale e locale) – alla disamina specifica del principio giuridico della qualità del servizio pubblico, riconosciuto e potenziato sul piano operativo, grazie al nuovo istituto della “Carta dei servizi”. Il management della qualità : dagli standard al Knowledge Management / Cristiana Compagno. - Torino : UTET Libreria, 1999. - VII, 376 p. ; 24 cm. INDICE: *Qualità: un’idea in evoluzione * Qualità: un approccio relazionale * Qualità: un approccio neoistituzionale * Knowledge Management e Qualità * I sistemi Qualità Aziendale nelle PMI * Gli impatti organizzativi e gestionali * Appare ancora carente la riflessione di fondo sui collegamenti tra il tema della qualità, nelle sue diverse sfaccettature, e le teorie di impresa e manageriali; anche sulla natura dei cambiamenti effettivamente indotti nella gestione dell’impresa dalle pratiche della qualità si è finora riflettuto poco. Ed è su questi due aspetti, teorico pratico, che interviene il presente testo. La qualità viene considerata qui come processo che trae significato dai vari contesti organizzativi, economici, culturali e sociali, e che si evolve sulla base dello sviluppo dei sistemi produttivi, tecnologici e competitivi. Le procedure della qualità sono state poi interpretate come strumenti di Knowledge Management, cioè come meccanismi di cattura delle informazioni interne ed esterne, dei saperi impliciti e taciti e della loro sedimentazione nelle competenze e nelle capacità aziendali. Vengono infine esaminati i risultati di un’indagine sistematica condotta su 118 piccole e medie imprese, dalle quali emergono interessanti risposte sui motivi della disparità di ricadute organizzative, gestionali e reddituali, e dei diversi impatti sui processi di apprendimento e sulle basi di conoscenza dell’impresa. Alessandro Luongo, Portare qualità in un settore ‘impegnativo’. In: http://www.edipi.com/riviste/pubblica/articolo=983, 10-10-2003, 2 p. In questo articolo viene riportato l’esempio gestionale del Comune di Ravenna che dal 1999 lavora con la finalità di creare un sistema di gestione per la qualità dei servizi. Questo serve per migliorare gli standard degli stessi e, conseguentemente, accrescere il livello di soddisfazione dei cittadini. Tale sistema di gestione prevede l’affiancamento di apposite indagini sulla soddisfazione del cittadino ad apposite Carte di Servizi ed alla Certificazione di Qualità ISO 9001-2000. Paolo Meazzini, Abilità e competenze del manager pubblico. In: http://www.sisde.it/Rivista1.nsf, aprile 1995, 9 p. La figura del manager pubblico è una via di mezzo tra il “demiurgo” di platonica memoria ed il burocrate a volte troppo ligio all’applicazione di circolari e regolamenti. In verità ciò che conta è l’habitat all’interno del quale costui deve operare: laddove l’organizzazione presenta caratteristiche di elevato dinamismo prevarrà una figura manageriale altrettanto dinamica; laddove, invece, l’organizzazione si mostrerà statica e conservatrice, emergerà una figura manageriale poco propensa al rischio e di stampo burocratico. Mauro Benedetti, E-government: una allettante scommessa per il Paese. In: http://www.edipi.com/riviste/pubblica/articolo=935, 01-09-2003, 2 p. Al termine e-government ultimamente se ne sono affiancati altri in grado di meglio esprimere le varie fasi di trasformazione ed evoluzione che lo stesso sta avendo: e-governance, e-democracy, eadministration. Questo dimostra che nell’ambito della Pubblica Amministrazione si stanno attuando tutta una serie di iniziative accomunate dall’utilizzo delle nuove tecnologie della società dell’informazione e della comunicazione. Augusto Ricci, La P.A. in crisi per la scelta tra necessità e timore del cambiamento. In: Proteo, n. 1/2001, p. 21-31 La Pubblica Amministrazione la si può intendere “perennemente” in crisi se si bada al rapporto conflittuale che da sempre ha avuto col cittadino. Al giorno d’oggi, però, essa mostra un nuovo volto della sua crisi, dovuto alla sua spinta al rinnovamento: se da un lato, infatti, si avverte profondamente la necessità di un cambiamento strutturale al suo interno, dall’altro proprio questa spinta innesca un tale timore da paralizzare le spinte stesse al cambiamento. Sergio Bissi, Scocca l’ora dell’open source. In: http://www.edipi.com/riviste/pubblica/articolo=936, 01-09-2003, 2 p. Open source è un termine tecnico che fa riferimento all’utilizzo da parte delle Pubbliche Amministrazioni di un software “libero”, studiato e programmato ad hoc per le esigenze dell’ente, rispetto a software “proprietari” che prevedono costi periodici di licenze ed aggiornamenti. La comodità del software open source risiede nel fatto che esso è compatibile con altri software simili, indipendentemente che siano stati progettati, ad esempio, a Milano o Catania. Il costo che esso richiede è quello comune dell’assistenza periodica la quale, in realtà, è già costantemente presente all’interno delle strutture pubbliche informatizzate. Arturo Salerni, Stato, regioni ed enti locali nel quadro della riforma della Pubblica Amministrazione. In: Proteo, n. 3/2000, p. 54-72 L’articolo verte su temi quali la dislocazione dei poteri, il trasferimento dei compiti, il decentramento ed il federalismo. I vari mutamenti, quelli già avvenuti e quelli programmati, vengono indagati sia in termini generali, a partire dalle trasformazioni realizzate sul piano costituzionale per ricostruire il senso complessivo delle riforme, sia in modo più specifico nell’ambito dei nessi esistenti tra decentramento delle funzioni e trasformazione/modifica dell’azione della Pubblica Amministrazione. Federica Serva, Essere Cives oggi: il parere di Nicoletta levi, funzionario della Regione Emilia Romagna. In: http://www.edipi.com/riviste/pubblica/articolo=880, 06-06-2003, 2 p. Col termine latino “cives” si vuole intendere il cittadino “competente”, consapevole del proprio ruolo, diritti e doveri all’interno della comunità. Per arrivare a questo punto è necessaria la conoscenza, da parte del cittadino, di tutti gli aspetti concernenti la propria comunità, e questo può avvenire semplicemente attraverso l’implemento ed il miglioramento delle funzioni degli uffici URP presenti sul territorio. Tiziana Sforza, Comunicatori pubblici si nasce o si diventa? In: http://www.edipi.com/riviste/pubblica/articolo=712, 17-01-2003, 2 p. Il ruolo della comunicazione pubblica è diventato un elemento strategico nella fase di modernizzazione delle Pubbliche Amministrazioni. Per questo, necessariamente deve essere svolto e gestito da uno staff di esperti competenti e preparati, istruiti all’uopo. La fase di addestramento a tale incarico viene predisposta da una serie di leggi e normative, nello specifico la Legge 150/2000 ed il Regolamento Attuativo 422/2001. Luciano Vasapollo, Rita Martufi, “The Federal Business Revolution”. Parte prima: I percorsi attuativi della “grande” riforma della Pubblica Amministrazione. In: Proteo, n. 3/2000, p. 16-36 Nel presente articolo si cerca di chiarire il percorso intrapreso dalla cosiddetta “grande riforma della Pubblica Amministrazione” e come i tanto celebrati miglioramenti per il cittadino/utente/cliente siano in realtà un forte consolidamento economico e di potere per i manager di imprese private hanno avuto la possibilità di infilarsi nella gestione dei servizi pubblici. Federica Serva, Le province e il ruolo di “centralità”: ne parla Lorenzo Ria, presidente di UPI. In: http://www.edipi.com/riviste/pubblica/articolo=569, 09-09-2002, 3 p. Secondo Lorenzo Ria, già presidente della Provincia di Lecce ed ora presidente dell’Unione Province Italiane, proprio la Provincia è l’ente in Italia che maggiormente ha subito trasformazioni al proprio interno negli ultimi anni. Il suo ruolo centrale è dovuto alla propria funzione di servizio sul territorio. Esse, proprio grazie a questa centralità, sono le prime ad essere in grado di mettere in moto il progetto elaborato dalla normativa Bassanini.