La morte dell`ex presidente di CCPL Aldo Piccinini/3

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La morte dell`ex presidente di CCPL Aldo Piccinini/3
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press LIC“IE
O W 1 0/2004
Alle 11 a Coviolo il funerale, la camera ardente allestita al cimitero visitata da centinaia di esponenti della sinistra
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Oggi l’addio al cooperatore Piccinini
~u ~ o b i t u di
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di Tiziano Soresina
La sinistra e il mondo della cooperazione reggiana piangono la morte di Aldo Picchini, stroncato a 65 anni da un infarto sabat0 mattina ad Orvieto dove si trovava
per un convegno. Attorno ai familiari si sono stretti davvero in tanti alla camera ardente, allestita da ieri mattina nel cimiteDi provenienza socialista
prima passato al Psiup poi,
approdò successivamente al
Partito comunista e nel 1983
f u eletto nel comitato federale del Pci della nostra provinCia.
a suo impegno politico ricorda la figlia Silvia, che ieri ha stretto mille mani nella
camera ardente a Coviolo non è mai stato scisso dali’impegno professionale. Sapeva
didogare, geloso custode della sua autonomia, della sua
costante propensione verso il
nuovo».
E che Piccinini avesse lasciato un segno con il suo impegno politico e di cooperato-
r o di Coviolo in attesa dei funerali che si
terranno oggi alle 11. «Era un uomo che
amava le sfide e sapeva anticiparle per risolvere i problemi)). Un ritratto univoco
uscito dai commenti commossi di chi ha conosciuto Piccinini nelle vesti di combattiva guida del Ccpl e politico scomodo.
re di primo piano lo si intuisce dal fatto che il segretario
nazionale diessino Piero Fassino sia stato uno dei primi
ad occorrere a Orvieto, facendo visita alla salma nell’obitorio dell’ospedale umbro,
quando la tragedia si era consumata da poche ore. Si erano conosciuti tanti anni prima, quando Fassino era segretario di partito a Torino.
«Come dirigente cooperativo è già stato detto molto dal
nostro partito - dice Vincenzo Bertolini, ex segretario
provinciale del Pci - cioè
che era stato un grande stratega, innovatore negli anni
Ottanta della cooperazione e
non solo, creativo. Ma non è
stato detto quanto ha dovuto
combattere per sostenere le
sue idee miranti a legare socialità cooperativa e iniziativa privata, rischio di impresa
e sicurezza dei soci e dei lavoratori. tradizione e modernità».
Un riformista che è stato
colto da un infarto fulminante mentre si trovava a Orvieto per partecipare a un convegno dell’associazione «Libertà egualen. «I membri di
“Libertà eguale” - prosegue
Bertolini, non nascondendo
nelle sue parole un filo di
amarezza - sono orgogliosi
di averlo avuto nelle loro fila
e in quelle dei Ds. Era un riformista,migliorista e morandiano. In questo mondo vige
una regola paradossale: la forza di una persona è spesso la
causa delle sue sfortune. Piccinini ebbe quella di essere
troppo ingombrante. Ma per
tuttiè sempre stato uno dei dirigenti migliori della cooperazione e non solo. Amava la politica in modo calmo e, al tempo stesso, sanguigno. Era uno
di quelli - conclude Bertolini - che sapeva abbandonare un posto di comando &I silenzio perché non riusciva a
sentirsi insostituibile. Non si
sentiva un Giulio Cesare, ma
ebbe ugualmente l’avventura
di rendersi conto di quanti
Bruto è popolato in genere
questo mondo...».
Piccinini lasciò la presidenza del Ccpl nel 1992 e dopo
aver guidato per dieci anni
un impero cooperativoera andato in pensione, continuando però a mettere a frutto la
sua professionalità, anche al
di fuori delle coop (una società autostradale, un’altra
del gruppo Fiat).
Ma rimaneva sempreun uomo di sinistra, con una vita a
mille all‘ora.