Cenerentola - Fabbri Editori

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Cenerentola - Fabbri Editori
2 Tanti modi di raccontare – La fiaba
Roald Dahl
Cenerentola
1. cruenta: sanguino-
sa.
2. tapina: meschina,
infelice.
3. cocchio: carrozza.
4. non… cotto: non
faccio innamorare pazzamente il Principe di
me.
«... E la sposò, e lei visse contenta»,
Eh, no! La vera storia è più cruenta1:
in quella falsa, quella raccontata,
quando, molti anni fa, fu inventata,
aggiunsero carezze e zuccherini
per far contenti bambine e bambini:
invece ascolta, è giusta fino a quando
le orribili sorelle stanno andando,
al gran ballo del Principe invitate,
di notte, tutte quante ingioiellate,
e intanto Cenerentola, tapina2,
è chiusa giù, nell’umida cantina,
dove i topacci, in cerca di bocconi,
le stanno già assaggiando i talloni,
e lei strillava: «Voglio uscir di qui!»,
finché la Fata Magica la udì,
e allora apparve in una luce chiara
dicendo: «Tutto bene, bimba cara?».
«Ma come, tutto bene!», strillò quella.
«Ma se mi stan marcendo le budella!»
E poi, dando gran pugni contro il muro:
«Portami al ballo!», disse in modo duro.
«Portami in discoteca, là al Palazzo
o io qui faccio uno sconquasso pazzo!
Voglio un vestito! Voglio un ricco cocchio3,
voglio gioielli che valgano un occhio!
E poi calze di nylon, quelle fini,
scarpe d’argento con i tacchettini!
Vedrai se, ben vestita sopra e sotto,
non ti cucino il Principe ben cotto4!»
Disse la buona Fata: «Cara, aspetta!»,
e diede un forte colpo di bacchetta,
e subito, vestita d’eleganza,
si trova Cenerentola alla danza.
Le sorellastre, quando l’han veduta
fra le braccia del Principe perduta,
che lo tiene e lo stringe molto forte,
diventano di rabbia bianche e smorte:
e il Principe, intanto, si scioglieva
e quasi quasi in estasi cadeva.
A mezzanotte, lei dice, affannata:
«Ah, se non me ne vado, son fregata!».
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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2 Tanti modi di raccontare – La fiaba
5. cervogia: birra.
6. verruche: porri, pic-
cole escrescenze sulla
pelle.
7. truce: minacciosa.
E il Principe gridava: «Oh no! Ahimè!»,
e per la veste la teneva a sé.
Lei, tentando di andarsene, tirò,
e il bel vestito tutto si strappò,
così, mostrando la sua biancheria,
per i saloni se ne scappò via,
e per le scale perse una scarpetta:
e il Principe arrivò come saetta
e strinse al cuore quella calzatura
dicendo: «Ecco, questa è la misura!
Solo chi calzerà questa scarpetta,
sarà domani, mia sposa diletta:
in ogni casa del mio regno andrò
fin quando il piede giusto troverò».
E l’appoggiò, con trascurata mossa,
sopra una cassa di cervogia5 rossa.
Subito, una delle due sorelle,
quella con le verruche6 sulla pelle,
prese la scarpa e con mano destra
la fece volar via dalla finestra,
poi, delicatamente, in quella sede
mise una scarpa che levò dal piede.
Ahi ahi, qui la faccenda si fa dura…
Cenerentola avrà mala ventura!
Il giorno dopo, il Principe va,
bussa alle porte in tutta la città.
E in ogni casa è pronta una ragazza
col piede alzato e la speranza pazza:
ma quella scarpa è così lunga e grossa
che ingoia piedi come una fossa
e poi ne esce puzza disgraziata
dovuta al piede di chi l’ha calzata…
E mille e mille piedi fan la prova,
ma il piede giusto proprio non si trova.
Ed ecco, arriva, verrucosa e truce7
la brutta sorellastra, e introduce:
e le calza a pennello. Urla d’orrore
il Principe, ed è preso da malore:
lei dice: «Bello mio, ora mi sposi!».
Con pallidi lamenti bisbigliosi
lui tenta: «Vado via, scusi… permesso?…».
«No, hai giurato, Principe, hai promesso!
Un Principe non può perder l’onore…»
«Tagliate via la testa a quest’orrore!»
il Principe ordinò, e così fu fatto,
ed egli disse, molto soddisfatto:
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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2 Tanti modi di raccontare – La fiaba
8. piatto: monotono,
inespressivo.
9. confetture: marmel-
late con pezzi interi di
frutta.
«La trovo più carina senza testa…».
Ma ecco l’altra strega che protesta:
«Ora la provo io!». «No, prova questa!»,
il Principe le dice e, zac, di volo,
le taglia il capo con un colpo solo,
e la testa va in giro rotolando.
Intanto le patate sta pelando
Cenerentola, giù nella cucina:
sente quei colpi, sale, s’avvicina:
e: «Che baccano è questo?», dice poi,
e il Principe: «Tu fatti i fatti tuoi!».
Guardando intorno, pensa la ragazza:
«Che Principe è mai questo, di che razza,
che taglia teste per divertimento?
Sposarlo? No, proprio non me la sento!».
E il Principe: «Chi è questa pezzente?
Via la sua testa, immediatamente!».
Ma proprio allora, in un chiaro lampo,
la buona Fata Magica entrò in campo,
agitò la bacchetta e, in tono serio,
disse: «Su, cara, esprimi un desiderio:
qualunque desiderio, e sarà fatto!».
Cenerentola disse, in tono piatto8:
«Fata gentile, sarò più prudente:
non voglio Principi o simile gente:
non qualcuno straricco o strapotente:
vorrei un uomo semplice e decente.
Non ce n’è molti, sì, questo lo so:
Fata, tu pensi che ne troverò?».
Ed ecco, Cenerentola, di volo
divenne sposa di un bel boscaiolo
specializzato anche in confetture9
di quelle fatte in casa, buone e pure:
e allora sì che furono felici,
pieni di gioia, figli, e allegri amici.
(da Versi perversi, Salani, Milano)
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Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education