Fusion and Con - dipartimento studi aziendali e quantitativi

Transcript

Fusion and Con - dipartimento studi aziendali e quantitativi
Indirizzo di saluto del prof. Claudio Quintano – Preside della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli
“Parthenope” – al Convegno Internazionale “Fusion and Con-fusion: Migrating Cultures and the Dynamic of Exchange”
23-24 novembre 2009.
Gentili colleghi,
anche se può apparire rituale, non posso esimermi, non solo dal ringraziare il Comitato scientifico e
il Comitato organizzativo per aver reso possibile la realizzazione di questo importante convegno
internazionale sulle dinamiche delle migrazioni, scambi e contaminazioni culturali, ma anche dal
compiacermi vivamente con loro per la molteplicità degli aspetti e la varietà delle dimensioni
rispetto alle quali la stessa tematica sarà declinata durante questi due giorni di studi.
Ringrazio, in particolare, il Centro d’Ateneo per l’erogazione dei Servizi Linguistici dell’Università
degli Studi di Napoli “Parthenope”, nella persona della prof.ssa Colomba La Ragione, direttrice del
suddetto Centro e coordinatrice del Convegno, il Dipartimento Giuridico Economico dell’Impresa
dello stesso Ateneo, nella persona della direttrice, prof.ssa Lourdez Fernandez Del Moral
Dominguez, la coordinatrice del Corso di Dottorato in Eurolinguaggi scientifici, tecnologici e
letterari, prof.ssa Carolina Diglio, e la Caritas Campania - Fondazione Migrantes, nella persona di
Mons. Pasquale Silvestri, direttore dell’Ufficio Diocesano Migrantes di Napoli. Un saluto e un
ringraziamento particolare a Sua Eminenza Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di
Napoli, alla dott.ssa Alfonsina De Felice, assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania,
al rettore della Tianjin Foreign Studies University Xiu Gang, e a Rosario Bianco che, insieme al
rettore Gennaro Ferrara, inaugurerà la mostra “Bellissimo altrove”.
L’immigrazione in Italia è espressione di un fenomeno strutturale più ampio, in crescita, e che, per
essere positivo e diventare un’utile e costruttiva risorsa, va conosciuto, compreso nelle sue diverse
manifestazioni, guidato e controllato senza pregiudizi o rigidi orientamenti socio-politici. Progetti di
“gestione” degli immigrati, sia in diversi Paesi stranieri sia in alcune nostre circoscritte realtà locali,
hanno permesso di rendersi conto dell’opportunità di realizzare adeguate attività di integrazione,
intese come proposte di trattamento e valorizzazione delle differenze. Tuttavia, permangono, ancora
oggi, non pochi interrogativi sulla comprensione del processo di integrazione (o di non
integrazione) degli immigrati in Paesi con culture diverse, e a tratti lontane, dal loro Paese di origine
e, in secondo luogo, sull’impatto, complementare o competitivo, che la presenza degli stessi
stranieri esercita sul mercato del lavoro o, più in generale, sull’economia del paese di destinazione.
Le iniziative per promuovere una gestione più efficiente e mirata dei lavoratori stranieri
extracomunitari devono essere, a mio avviso, pianificate e promosse su diversi piani e livelli, a
seconda dell’ambito di ampiezza del “campo d’azione”, e possono andare da quello mondiale a
quello della singola impresa o anche per livelli intermedi coordinati, come quello della Regione, del
Comune o del singolo settore produttivo. In ogni caso, nella comunità degli operatori aziendali e
istituzionali, il livello di attenzione verso il management interculturale (cross-cultural management)
1
Indirizzo di saluto del prof. Claudio Quintano – Preside della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli
“Parthenope” – al Convegno Internazionale “Fusion and Con-fusion: Migrating Cultures and the Dynamic of Exchange”
23-24 novembre 2009.
sta crescendo di intensità; mai come in questo periodo storico, il tema della globalizzazione
dell’economia sta interrogando managers e consulenti sulle modalità e sugli schemi per gestire
efficacemente la tensione competitiva mondiale.
Come accennavo prima, l’immigrazione, per il suo inevitabile impatto culturale, non può non
esercitare un ruolo significativo anche sul sistema di istruzione del Paese ospite, richiamando alla
mente l’urgenza di un approccio alle differenze culturali da saggiare già nelle primissime fasi di
formazione e di educazione del fanciullo immigrato. Vi è l’urgenza di offrire agli insegnanti, agli
operatori sociali e agli educatori una gamma di proposte e di percorsi didattici da sperimentare in
primis nell’ambito dei servizi educativi e delle scuole primarie. Luoghi, questi ultimi, da valorizzare
quale laboratori di incontro tra le differenze e le culture, ma anche spazi privilegiati nei quali
costruire l’integrazione giorno per giorno, dove lo scambio delle storie personali e di civiltà può
generare, nella reciprocità possibile, la scoperta di analogie e di non poche affinità, che altrimenti
resterebbero nascoste.
D’altronde, come insegna l'esperienza dei paesi di più antica immigrazione, la presenza di alunni
stranieri e nomadi, particolarmente elevata nella scuola dell'obbligo, pone numerosi problemi
riguardo sia alle reali possibilità di successo scolastico sia alle ricadute sull’intero sistema di
istruzione. Questo richiede serie riflessioni su questioni altamente rilevanti che scaturiscono dagli
impatti prodotti dalla presenza straniera nel sistema scolastico e che riguardano, tra l’altro, i
processi di composizione delle classi, le strategie di accoglienza, la valutazione delle competenze
linguistiche, la tutela delle minoranze linguistiche, la lotta all'insuccesso scolastico, la
trasformazione del curricolo in senso interculturale. Dalla combinazione di questi fattori sorgono, in
ogni realtà scolastica nazionale e territoriale, diversi meccanismi di partecipazione e di integrazione
degli alunni stranieri che produce determinati esiti formativi e sociali. Va, comunque, sottolineato
come, negli ultimi anni, si siano moltiplicati, a livello nazionale e locale, gli interventi di supporto
didattico per la scolarizzazione degli immigrati di seconda generazione e dei minori nomadi, sotto
la spinta di un più generale riconoscimento del diritto all’istruzione e della volontà di inclusione
sociale della popolazione straniera in Italia.
In ultima analisi, l'affermarsi di un mercato globale dalle dimensioni crescenti ha favorito il
proliferare di figure professionali orientate all'internazionalizzazione, in grado di comprendere le
differenti culture locali e di lavorare in una società multiculturale e globalizzata. La nuova
internazionalizzazione, quindi, si configura come una sfida non solo per le imprese ma anche per i
giovani, in particolare per gli studenti e i ricercatori (o docenti) universitari. Anche per questo
l'investimento in progetti di internazionalizzazione (in entrata e in uscita), oggi, è un servizio che le
università devono ai propri studenti, per arricchirne le competenze e le attitudini a lavorare in
2
Indirizzo di saluto del prof. Claudio Quintano – Preside della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli
“Parthenope” – al Convegno Internazionale “Fusion and Con-fusion: Migrating Cultures and the Dynamic of Exchange”
23-24 novembre 2009.
contesti multiculturali e per favorire l’attrazione di talenti stranieri, dato il considerevole impatto sul
sistema economico, ma è anche un obbligo nei confronti delle imprese che intendono beneficiare di
capitale umano in grado di assecondare i loro processi di internazionalizzazione; è, infine, un
dovere nei confronti del paese intero, per aumentarne lo status sociale, il livello di istruzione e la
competitività in generale e per migliorare il ranking delle nostre Università a livello mondiale.
Claudio Quintano
3