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Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin SIMEUP Instructor Bulletin SIMEUP Instructor Bulletin n Sommario Pag. 2 Novità: Nasce il BLS SIMEUP Pag. 4 PEDIATRIC ALARM Nuovo corso di formazione Pag. 6 L’Istruttore SIMEUP dipendente pubblico con rapporto esclusivo Pag. 7 Otto domande al Prof. Berg Pag 9 PBLSD e Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Prosegue il nostro viaggio tra le manifestazioni targate SIMEUP e dirette alla popolazione. Le immagini del notiziario questa volta riguardano il progetto “Asili sicuri”, una iniziativa promossa dal Comune di Roma, da SIP, SIMEUP e dall’Ordine dei Medici di Roma con la finalità di fornire le conoscenze necessarie per intervenire in caso di arresto cardiorespiratorio di un bambino. Il progetto, primo in Europa, è già stato presentato sul nostro sito ww.simeup.it e prevedeva la formazione di 6mila educatrici di asili nido e scuole dell’infanzia di Roma. Solo addestrando almeno il 30% del personale delle nostre scuole alle manovre del supporto pediatrico vitale di base (PBLS), si possono garantire ai genitori ed ai nostri bambini aree scolastiche più sicure, come prospettato dalle principali società mondiali di RCP (ILCOR, AHA). Il programma, che si è tenuto nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa, prevedeva una serie di corsi tenuti dagli istruttori SIMEUP, che con un addestramento pratico su manichini di bambini e di lattanti rendevano il personale della scuola idoneo ad intervenire in situazioni critiche, in attesa di un soccorso avanzato. Al termine ai partecipanti che avevano superato i tests di valutazione è stato conferito il certificato di esecutore PBLS SIMEUP non sanitario. L’iniziativa è stata presentata in Campidoglio dal vicesindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso, alla presenza di Gianluigi De Palo, assessore alla Famiglia all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, di Enrico Cavallari, assessore al Personale di Roma Capitale, di Riccardo Lubrano, vicepresidente SIMEUP Italia, di Massimo Palumbo presidente SIP Lazio, di Patrizio Veronelli, vice-presidente SIMEUP Lazio e di Giuseppe Melpignano, pediatra e neonatologo. Modalità di richiesta del bollettino: è sufficiente indirizzare una mail con richiesta del Notiziario a: [email protected] L’invio è gratuito. Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin Torino, 27 Marzo 2014: Nasce il BLS-SIMEUP, Basic Life Support dell’Età Evolutiva Pasquale Ferrante, Responsabile Commissione Nazionale BLS-SIMEUP Era inevitabile, era opportuno, era necessario. La nostra Società Scientifica Pediatrica non poteva continuare ad ignorare l’esigenza di inserire nel BLS, corso considerato la pietra angolare o il mattone alla base di tutta la Formazione SIMEUP, l’estensione delle Linee Guida anche a quell’età posta all’estremità finale dell’Età Evolutiva, l’Adolescenza. Come dichiarato dal Presidente della Società Italiana di Pediatria, Prof. Giovanni Corsello (1) “…Diritto all’ as-sistenza del pediatra sino all’adolescenza: Il bambino e l’adolescente hanno diritto ad essere curati da un medico specialista in possesso delle competenze e delle conoscenze necessarie per i loro bisogni di salute, che è il pediatra”. In base alla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, recepita dal Parlamento con la legge 176 del 27 maggio 1975, lo Stato riconosce l’infanzia come un bene sociale da salvaguardare e sul quale investire, e definisce la tutela sanitaria dell’infanzia e dell’adolescenza un diritto fondamentale, nonché uno degli obiettivi specifici proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Con legge del 11 Luglio 2011 n. 112, viene istituita l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, e all’Art. 3 di tale documento si legge: “verifica che alle persone di minore età siano garantite pari opportunità nell’accesso alle cure e nell’esercizio del loro diritto alla salute…”. Anche il decreto di Riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria (G.U. n. 258, 5 Novembre 2005) ha confermato l’adolescenza come specifico ambito di competenza dello specialista in Pediatria (Medicina dell’Età Evolutiva). Da un punto di vista cronologico l’adolescente non ha limiti rigidamente definibili ma di solito si tende a far coincidere il suo inizio con la comparsa dei segni di sviluppo puberale, intorno ai 10-11 anni, e la sua fine con il raggiungimento dell’età adulta, limite però meno definito. Anche per gli estensori delle Linee Guida Internazionali sulla rianimazione cardio-polmonare (rcp) è stato necessario stabilire artificiosamente dei limiti di età a seconda delle tecniche migliori da utilizzare nell’ambito della sequenza proposta. Negli anni, nell’ottica di una semplificazione delle sequenze operative con l’obiettivo di ottenere una più fedele aderenza alle manovre da eseguire, soprattutto dai soccorritori non professionisti, le differenze fra le manovre sono diminuite, ma non ancora annullate, date le evidenze degli studi in vivo (pochi) e di simulazione. Alla base delle differenze proposte vi è sempre la diversa eziologia dell’arresto cardiaco nei bambini rispetto agli adulti. Poiché non esistono singole differenze anatomiche o fisiologiche che distinguono una vittima bambino da quella adulta e non ci sono evidenze scientifiche che identifichino con esattezza l’età per passare da quelle del bambino a quelle dell’adulto, le Società scientifiche, ove possibile, hanno raggiunto nell’ambito di “Consensus Conferences” la decisione di stabilire i limiti di età sulla base di criteri pratici e di semplicità di addestramento. Per esempio L’Agenzia dell’Emergenza Sanitaria della Contea di San Matteo (San Matteo County EMS-USA) ha stabilito che l’età pediatrica termina ai 15 anni o 36 Kg di peso sulla scala codicecolore del Broselow tape, ma l’applicazione delle tecniche di rcp pediatriche si applicano da 1 a 8 anni. Già nelle Linee Guida dell’American Heart Association (AHA) edite nel 2005 si proponevano per i soccorritori occasionali le manovre di rcp dell’adulto oltre gli 8 anni di età, mentre per i soccorritori professionali tali differenze si applicavano dall’inizio dell’adolescenza o pubertà (circa 12-14 anni) definita meglio dalla 2 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin comparsa di caratteri sessuali secondari, mentre per le cure avanzate si lasciava la possibilità di continuare ad utilizzare le Linee Guida pediatriche (PALS) per tutta l’età evolutiva (anche fino a 16-18 anni) piuttosto che usare quelle dell’adulto (ACLS) (2). Anche nelle Linee Guida 2010 dell’European Resuscitation Council (ERC) viene stabilito che in merito all’rcp dalla pubertà bisogna parlare di pazienti adolescenti per i quali si applicano le Linee Guida dell’adulto (3). Le Linee Guida 2010 AHA in un’ottica di sempre maggiore semplificazione delle tecniche, suggeriscono di applicare per tutti i tipi di soccorritori le Linee Guida del BLS dell’adulto a partire dall’adolescenza, caratterizzata dalla presenza di peli ascellari nel maschio e bottone mammario nelle femmine (4-5). Risulta quindi particolarmente utile la seguente tabella sinottica riepilogativa modificata delle Linee Guida AHA 2010 che ci sintetizza le poche differenze da applicare nell’eseguire la sequenza di manovre di rcp rispettivamente nel lattante, bambino e adolescente (6). Tali differenze nelle manovre nelle differenti età, già presenti nella versione italiana del Manuale BLS AHA per operatori sanitari (6), saranno al più presto riportate nel Manuale di BLS dell’Età Evolutiva SIMEUP. Bibliografia 1. I diritti dei bambini: il decalogo e il pediatra “come avvocato”-parte 2, Medicina & Salute 8-11-2013. 2. Circulation. 2005; 112: IV-12-IV-18. 3. Resuscitation 81 (2010) 1364-1388. 4. Circulation. 2010;122:S862-S875. 5. Pediatrics Volume 126, Number 5, November 2010. 6. High lights of the 2010 AHA Guidelines for CPR and ECC http://www.heart.org/idc/groups/heartpublic/@wcm/@ecc/documents /downloada ble/uc 7. m_317350. pdf Bellia F, Lubrano R, Ferrante P, e t a l . E d i z i o n e I t a l 3 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin PEDIATRIC ALARM Intercettare il peggioramento clinico del bambino ricoverato Un nuovo corso di formazione proposto C. Bondone1, E. Castagno1da , C.SIMEUP Rossi2, A. F. Urbino1 1 2 A. O. Città della Salute e della Scienza di Torino, Ospedale Infantile Regina Margherita, S.C. Pediatria d’Urgenza, Torino. A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino, Ospedale Infantile Regina Margherita, S.C. Qualità della Comunicazione e URP . L’arresto cardiaco è un evento raro in età pediatrica, ma se consideriamo i bambini degenti in ospedale, la prevalenza arriva, a seconda delle casistiche, allo 0,3 – 7 %. Questo dato, fortunatamente, si accompagna al riscontro di una sopravvivenza maggiore all’arresto cardiaco nei pazienti ricoverati rispetto ai casi trattati in ambiente extraospedaliero, imputabile alla possibilità di effettuare cure efficaci in un tempo più rapido. Proprio la consapevolezza che l’ospedale rappresenta quindi un luogo “a rischio”, ha fatto emergere negli anni l’esigenza di fornire una risposta rapida ed efficace all’emergenza intraospedaliera. A partire dal mondo anglosassone sono stati elaborati sistemi organizzativi che permettono ai sanitari di allertare tempestivamente un’equipe di soccorso avanzato (MET Medical Emergency Team) sulla base del riscontro di parametri vitali critici nei pazienti ricoverati in reparti di degenza non intensiva. Se questo è stato relativamente semplice per il paziente adulto, nel mondo pediatrico ci si è a lungo interrogati su quali potessero essere i parametri vitali per definire un bambino “critico”. Basandoci sull’esperienza inglese del PEWS (Pediatric Early Warning Score) abbiamo elaborato un sistema di valutazione che permette di identificare in meno di 30 secondi il bambino “a rischio” di arresto cardiaco: questo strumento si chiama Pediatric Alarm (p.Alarm). Attraverso la registrazione nel tempo dei parametri vitali del bambino, interpretati come scostamento dalla normalità in relazione all’età, il p.Alarm fornisce uno strumento di monitoraggio semplice ed efficace del bambino ricoverato. Tramite il p.Alarm non solo possiamo allertare il MET in modo appropriato e tempestivo, ma anche identificare precocemente il peggioramento clinico del bambino, con l’obbiettivo di prevenire l’evoluzione verso l’arresto cardiaco. Il corso di formazione “Pediatric Alarm” si rivolge pertanto a medici e infermieri che lavorano in ambiente ospedaliero e ha l’obbiettivo di insegnare e diffondere l’utilizzo di questo strumento di monitoraggio. Parallelamente il corso fornisce nozioni pratiche e schemi di comportamento adeguati per gestire il peggioramento clinico del bambino ricoverato e saper collaborare con il soccorso avanzato nel caso si verifichi un’emergenza intraospedaliera. Nella migliore tradizione SIMEUP il corso, che dura un giorno, è organizzato alternando lezioni teoriche, filmati di simulazione e prove di addestramento pratico con manichini. Requisito indispensabile per l’iscrizione è il superamento del PBLSD. Il corso viene tenuto da istruttori PBLSD che abbiano svolto il percorso di affiancamento; il direttore deve essere un medico. All’inizio della giornata viene fornito agli allievi un manuale completo e un pratico regolo per poter tenere il p.Alarm sempre a portata di mano durante il corso e in futuro nel luogo di lavoro. Si parte con cinque lezioni teoriche, tenute dagli istruttori a turno mediante supporto di un carrello di diapositive, che spiegano il razionale dei sistemi di risposta rapida all’emergenza intraospedaliera e illustrano come funziona lo strumento p.Alarm. Al termine di ogni lezione sono proposti agli allievi due quiz a scelta multipla sul contenuto della 4 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin Continua lezione stessa per verificare la comprensione dei contenuti e stimolare la discussione collegiale in aula. Dopo questa prima parte viene proiettato in aula un filmato nel quale viene simulata l’applicazione del p.Alarm nella valutazione di un bambino ricoverato e la corretta modalità di chiamata del MET. Gli allievi vengono quindi suddivisi in gruppi di massimo sei persone e condotti nelle stazioni pratiche di addestramento dove si allenano ad attribuire il corretto punteggio p.Alarm in diversi scenari clinici simulati, a prendere le decisioni opportune in base al punteggio attribuito e a chiamare ove necessario il MET. La mattinata si conclude con una stazione pratica di PBLSD retraining. Il pomeriggio si apre con una lezione teorica, condotta in plenaria, che illustra le modalità di gestione dell’emergenza intraospedaliera e di interazione con la squadra MET da parte del personale del reparto da cui giunge la chiamata. Vengono inoltre fornite le indicazioni per la corretta gestione del trasporto intraospedaliero di un paziente critico. Al termine della lezione viene proiettato un filmato dove viene simulata la gestione di un caso di emergenza intraospedaliera secondo quanto illustrato. Gli allievi vengono quindi nuovamente suddivisi in gruppi e condotti nelle stazione pratiche di addestramento. Qui si esercitano nel riconoscere situazioni di emergenza intraospedaliera, allertare prontamente il MET, fornire un primo soccorso di base, collaborare con la squadra MET al suo arrivo nella stabilizzazione clinica del paziente e infine provvedere al trasporto intraospedaliero del paziente in sicurezza. 5 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin L’istruttore SIMEUP dipendente pubblico in rapporto esclusivo Fabio Savron - Anestesia e Rianimazione – IRCCS Burlo Garofolo Trieste [email protected] Direttore Responsabile Antonio URBINO (TO) Coordinamento Editoriale Simone RUGOLOTTO (VR) Redazione Pasquale FERRANTE (BA) Gian Battista GUIDI (MO) Corrado CECCHETTI (ROMA) Stefania NORBEDO (TS) Comitato di indirizzo SIMEUP Consiglio Direttivo Nazionale Presidente Antonio URBINO (TO) Tesoriere Stefania ZAMPOGNA (CZ) Segretario Antonio URBINO (TO) Consiglieri Alberto ARRIGHINI (BS) Francesco BELLIA (CT) Antonio CUALBU (SS) Luciano PINTO (NA) Simone RUGOLOTTO /(VR) Giuseppe RUSCETTA (LT) Francesco PASTORE (BR) Past Preseident Gianni MESSI Revisori dei Conti Giovanni CAPOCASALE Agostino NOCERINO (UD) Pietro SCOPPI (ROMA) SEGRETERIA E REDAZIONE Commenti, articoli, lettere sono benvenuti e vanno indirizzati a: Dr. Simone Rugolotto, TIN , Ospedale Policlinico, AOUI di Verona, P.le Scuro, 37134 VERONA FAX: 045 812 4790 TEL 045 812 4390 EMAIL: simone.rugolotto @ospedaleuniverona.it L’attività didattica-formativa dei corsi organizzati da SIMEUP è svolta massimamente da professionisti dipendenti del SSN, in rapporto di esclusività di lavoro. Per il personale dipendente della Pubblica Amministrazione (PA) - nella fattispecie l’Ospedale - il principio di esclusività produce l’obbligo di non svolgere alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti d’ufficio e che risponda a specifiche esigenze amministrative. Tuttavia la PA autorizza alcune tipologie di attività extraistituzionali occasionali, temporanee, che non contrastino con il corretto adempimento dei compiti d’ufficio e non portino nocumento agli interessi o all’immagine della PA. La normativa di riferimento è il DL 165/01 all’art. 53, modificato dalla L 190/12 - la cd legge anticorruzione – cui ora dobbiamo assolutamente fare riferimento. Sono da considerarsi attività extraistituzionali quegli incarichi svolti al di fuori del rapporto di lavoro con la PA (extraorario istituzionale), su richiesta e per conto di Amministrazioni sia pubbliche che private. A titolo esemplificativo indico: attività di docenza o di relatore ad eventi formativi o convegni o seminari, attività di componente commissioni di concorso o di valutazione o di gara o di esami, collaborazioni occasionali o simili, attività di consulenza tecnica (CTU, CTP), attività artistica, incarichi in società sportive o cooperative, attività di verifica o collaudo, etc.. Nel nostro specifico sono da considerare quegli incarichi che il professionista è chiamato a svolgere in considerazione della professionalità che lo caratterizza all’interno dell’Ospedale. Ciò detto, veniamo agli obblighi. La principale modifica introdotta dalla legge in parola obbliga la propria PA (Ospedale) a dare comunicazione - entro 15 giorni e per via telematica - al Dipartimento della Funzione Pubblica, dell’avvenuta autorizzazione che ha riconosciuto al proprio dipendente. Ne deriva che il pubblico dipendente deve necessariamente farsi autorizzare dalla propria PA, per svolgere una determinata attività extraistituzionale e lo deve fare con almeno 15 giorni di anticipo sulla data prevista, inviando una specifica richiesta al proprio Ospedale. Quindi il difetto temporale di comunicazione del dipendente ricadrà sul suo proprio Ospedale, che dovrà necessariamente negare l’autorizzazione richiesta e farà scattare le sanzioni previste al citato art. 53. Al danno potrebbe aggiungersi pure la beffa, se il dipendente pubblico non informasse la PA di voler svolgere incarichi extraistituzionali retribuiti (ex art. 53 comma 7 e 7bis DL 165/01). Il motivo è presto detto, infatti il dipendente pubblico non può svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall’Amministrazione di appartenenza. In caso di inosservanza del divieto, fatte salve le più gravi sanzioni e ferma restando la responsabilità disciplinare, il compenso dovuto per le prestazioni eventualmente svolte deve essere versato, a cura dell’erogante o del percettore, all’Amministrazione di appartenenza, per incrementare il fondo di produttività o altro fondo equivalente. Il mancato versamento, da parte dell’indebito percettoredipendente pubblico, costituisce ipotesi di responsabilità erariale soggetta alla giurisdizione della Corte dei Conti. In sintesi: il consiglio per l’istruttore SIMEUP, pubblico dipendente, che svolge attività extra istituzionale, retribuita e non, è di richiedere al proprio Ospedale (Direzione Sanitaria, Direzione del Personale) una specifica autorizzazione, con almeno 15 giorni di preavviso e di assicurarsi di godere del conseguente nullaosta, preventiva-mente all’evento formativo cui intende prendere parte. Verifichi infine presso i propri uffici Amministrativo-Giuridici della eventuale necessità di produrre a consuntivo i dettagli delle attività effettivamente svolte. Potenza di un rapporto esclusivo. 6 SIMEUP Instructor Bulletin Vol 2, No 1, marzo 2014 Otto domande al Prof. Mark Berg Professor of Pediatrics Division Director - Pediatric Critical Care Medicine Regional Medical Director - Pediatrics, AirMethods, Inc. (LifeNet Arizona) University of Arizona, College of Medicine, USA Intervista raccolta da Simone Rugolotto, CdR Verona Prof. Berg, while teaching CPR programs a vexata quaestio quite often pops up: when neonatal guidelines end and pediatric guidelines start? When pediatric guidelines end and adult guidelines start? This is a great question and one that has no definitive answer. For neonatal versus pediatric resuscitation we say that neonatal applies to the delivery room and the NICU. We do understand that a baby may go home from hospital on day 2 of life and return on day 3 to PICU to get PEDS resuscitation approach.....and also a baby may stay 3 MONTHS in the NICU and get neonatal resuscitation support. If you look at the approach, the physiology of asphyxia is more present in the approach in the NICU (ie relatively more ventilation.) We have not determined an absolute age for a transition from one approach to another. When to change from Peds to Adult? For ease of identification we say when signs of puberty are present then you may consider the child to be an adult (page S863 of the PBLS guidelines 2010 in Circulation) This is for prehospital and lay rescuers. In hospital it may be very different depending on the location which is OK. In other words, since the staff is trained in PALS in a PICU, a 17 year old patient in PICU can get "Peds" resuscitation, not adult, even though they are through puberty. Pediatric trauma is always a leading death cause in children and you have been member of the PALS group scientists who wrote the last PALS guidelines: is pediatric trauma training practiced enough? Do we have enough and adequate pediatric trauma training programs? Another great question. The PALS committee has been very careful to stay within their area of expertise. The relative lack of trauma education has been a real criticism of our course. There is a great course from the American College of Surgeons (ATLS) to address trauma resuscitation. Every time we revise PALS, we struggle with this notion. How much to "expand" PALS? Should we talk about sepsis (also a very significant cause of death in kids?) How about toxicology? Etc. We have tried to stay narrow but relevant. If you are going to be treating trauma as the first provider, you may consider additional training in ATLS or the American Academy of Pediatrics APLS course. Is there enough evidence that supports the implementation of advanced simulation programs in CPR trainings (e.g. PALS)? In other words does simulation really help improvement in CPR skill and management of advanced pediatric scenarios or is the debriefing tool the key factor? Most of us realize that simulation is an important component to training. It's hard to argue AGAINST it. However, the body of literature that PROVES that simulation improves PALS training is still lacking. One issue may be that simulation in pediatric resuscitation education is still in many ways just beginning. Also, "simulation" is a very broad term. For some it means simply using a manikin in training. For others, it means a complex environment where several providers work together to resuscitate a highfidelity model in a realistic environment. Both models have benefits and drawbacks. For example, even the simplest model can be very effective in training providers to perform effective chest compressions. Critical thinking skills may require a more realistic simulation. In the end, the debriefing (in my opinion) is really the key. Each time I lead a simulation I try to improve my skill at debriefing. I think we need to get past the "basic" understanding that debriefing should not be a lecture to the students and really explore how best our students learn in a debriefing. This is where I may be a bit "radical". For example, It is thought that you should not single out individual students in the group setting for improvement since they can feel ashamed or embarrassed. I, however, think that the skilled teacher CAN do this and can create a wonderful and safe learning environment for everyone without embarrassment. This is a difficult debrief skill however. What about video? Recently I've been thinking about an online "assisted" debriefing (where the student can consider their actions post-simulation in private with an adaptive learning software). In other words, the debrief is probably the MOST important part of simulation, but the future is open to many new ideas in this area. Pellentesque venenatis. Prof. Berg, will the "CoSTR format" be changed for the upcoming CPR Guidelines? Or is it still the international path to be followed? Everything is changing with respect to evidence review, consensus on science statements and guideline preparations. Basically, there has been a realization that the current approach takes too many resources (money and people and time) and that there is a better "smarter" way to do this. Some topics should be reviewed more frequently than every 5 7 Vol 2, No 1, marzo 2014 years, others are very static. This balance is hard to achieve and the AHA along with all of the international resuscitation councils are working on how best to do this process. I do believe that the next guidelines and science reviews will be done differently. Stay tuned! In the near future, which innovation in CPR training will be the most valuable? On the other hand, which is the key factor good survival for pediatric cardiac arrest? Lay people training or prompt advanced healthcare intervention? This is my personal opinion, but I still believe that high quality CPR (compressions) saves lives. This needs to start EARLY (which means more training and bystander CPR is necessary.) Many of us have taken care of patients who had a survivable cardiac arrest, but one link in the "chain of survival" has failed and the patient had a poor outcome. Maybe it was a delay to defibrillation, maybe it was poor or delayed chest compressions, maybe is was bad care after arrest. All of these areas have room for improvement. Adult medicine may be different with the need for coronary artery revascularization being something that we don't deal with in pediatrics. Finally, cooling after arrest! What a wide-open area. We are participating in the THAPCA (Therapeutic Hypothermia After Cardiac Arrest) trial at the University of Arizona. I can say that preliminary studies before this trial have convinced most of use in Pediatrics that we do NOT know what is the right strategy in kids. Cool or not? We need to wait to see. Recent data presented in Dallas at AHA in November 2013 suggests that even the use of cooling in adults may be questioned. The original studies in this area (HACA and Bernard trials) may have actually not proven that cooling is beneficial but may have shown that fever is harmful since the control group was not held at 37 degrees celsius. Stay tuned for more exciting information in this area. Today some CPR training programs are running in poor countries. Are you optimistic about the future of these programs in Africa and other poor countries? I have to say honestly that I am pessimistic about the future of programs in the developing world. We spend so much time in developed nations studying and arguing about fine points of resuscitation (defib doses, compression to ventilation ratios, the use of epinephrine, etc) Then I look at other countries and realize that for them even basic medical care is still missing. I do think that resuscitation programs CAN be helpful in these other places, but they NEED to be tailored to local conditions. My friend and colleague Dr. Peter Meaney is doing very good work adapting American Heart Association programs to countries that do not enjoy all the riches that Italy and the US have. See some of it here. SIMEUP Instructor Bulletin http://www.goinginternational.com/americanacademy-of-pediatrics-helping-babies-breathe/ There is MUCH more to study and learn in this area to bring the best care to ALL of the world's children. First we crawl, then we walk then we run. One thing I know for sure is we need to get started and bring the smartest and hardest working people to this task. Is chest compression only CPR the next big change in the coming soon guidelines or should we wait for something else? My personal opinion, but I don't see compression only CPR on the horizon for pediatrics since the literature still supports the role of ventilation (see Kitamura's work in Japan) In fact, there is some early work that suggest that CAB versus ABC may be very effective in getting early compressions. And it is from friends in Italy! (See Dr. Lubrano and colleagues in Resuscitation 2013.) This IS one of the areas that will be reviewed in the ILCOR process I believe. Defibrillation dosing remains an active area. Some early evidence suggests that weaning oxygen after arrest may not make a difference (Bennett CCM 2013) What about sepsis? Basically, everything that we recommend in Guidelines needs to be examined closely and reconsidered for future guidelines. That's what makes this area of science so interesting! Prof. Berg, you have been the Chairman of PALS AHA subcommittee: do you have any unfinished work to be done? There is ALWAYS unfinished work, that's what pushes us all to do more each day! For me personally, I will continue to question everything we do in critical care to really understand what is best for our patients. Also, as I get older (now 46!) I recognize that teaching the next generation of researchers and caregivers is even more important. I love this part of medicine and have no difficulty getting excited to do this work every day. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22561463 Maybe we can make a larger difference by improving sanitation or the early recognition of shock. The "Helping Babies Breath" initiative is one such program that I am very fond of. 8 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin PBLSD e Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Tiziana Zangardi, Federica Visentin Pronto Soccorso Pediatrico Dipartimento A.I.S. per la Salute della Donna e del Bambino Azienda Ospedaliera – Università di Padova I corsi teorici-pratici di Pediatric Basic Life Support (PBLS) e Pediatric Advanced Life Support (PALS) forniscono al personale sanitario le conoscenze e le abilità manuali necessarie per riconoscere tempestivamente ed assistere il bambino critico dai primi minuti dell'emergenza, fino alla sua stabilizzazione. Generalmente tali corsi vengono riservati alla formazione post-laurea, nonostante la letteratura più recente enfatizzi come un'opportuna e precoce preparazione universitaria nella gestione delle condizioni di emergenza ed urgenza, sia percepita come un'esigenza diffusa tra gli stessi studenti di medicina. Il corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell'Università di Padova, analogamente a quanto attuato da altri centri universitari nordamericani, da circa 15 anni prevede per gli studenti iscritti al 6° anno la partecipazione al corso “Pediatric Basic Life Support Defibrillation” (PBLS-D), tenuto da personale medico-infermieristico del Pronto Soccorso e/o della Terapia Intensiva della Clinica Pediatrica, certificato istruttore PBLSD full o in affiancamento ed afferenti al centro di riferimento PBLSD SIMEUP di PADOVA. Il corso ha la finalità di addestrare gli studenti di medicina alla gestione iniziale del lattante e del bambino in condizioni di arresto cardio-respiratorio o in condizioni “peri-arresto”, con particolare attenzione al riconoscimento tempestivo dell’emergenza pediatrica, alle modalità di allarme più efficace ed alle manovre rianimatorie da compiere tramite l'eventuale ausilio di mezzi aggiuntivi: cannula di Guedel, pallone autoinsufflante, maschera facciale. L'obiettivo formativo centrale del corso è di fare conseguire ai discenti le competenze minime necessarie per l'iniziale stabilizzazione delle funzioni respiratoria, cardiocircolatoria e neurologica del bambino critico, secondo le linee guida ILCOR 2010. Secondo quanto previsto dalle linee guida formative SIMEUP, il corso prevede per ciascuna edizione la partecipazione di un numero massimo di 24 studenti, seguiti da 4 istruttori. Nella nostra esperienza, la parte teorica introduttiva, svolta frontalmente in 20 minuti, è affiancata dal supporto video della sequenza rianimatoria ad uno e due soccorritori, svolta secondo le raccomandazioni della AHA; la dimostrazione delle manovre da compiere avviene così in modo univoco e chiaro. Ne risulta una maggiore immediatezza ed efficacia formativa dei concetti e delle azioni pratiche che ciascun studente andra' poi a praticare nella simulazione su manichino. Nel biennio 2012-2013 il nostro Centro di Riferimento PBLSD ha formato 217 studenti di medicina i quali, oltre ad essere testati sulla performance pratica di RCP, sono stati chiamati a loro volta a valutare l'efficacia formativa del corso di PBLSD. Tale valutazione è stata effettuata distribuendo ad ogni partecipante, al termine del corso, un questionario anonimo. Gli aspetti indagati hanno considerato: i contenuti scientifici del corso l'acquisizione delle abilità pratiche il miglioramento della preparazione profes-sionale A ciascuna valutazione, espressa con una scala numerica da 1 a 10, è stato assegnato un punteggio secondo il grado di soddisfazione espresso dallo studente: molto adeguato = 9-10, poco adeguato = 7-8 non adeguato < o = 6 Il grado di soddisfazione globale degli studenti riguardo l'efficacia formativa dell'evento è stata quindi valutata come percentuale del punteggio ottenuto rispetto al punteggio massimo attribuibile ad ogni singola domanda. I risultati ottenuti, pur riflettendo l'esperienza di un singolo centro di PBLSD, dimostrano che la formazione mediante la simulazione è molto efficace, sia come tecnica di apprendimento teorico che in termini di abilità pratiche acquisite nella gestione dell'emergenza pediatrica. Pur essendo dati preliminari, coincidono con quanto ampiamente enfatizzato dalla letteratura: la simulazione è la modalità didattica più efficace per acquisire le conoscenze e le competenze nella gestione dell'emergenza. In particolare, poiché le emergenze pediatriche sono eventi a bassa frequenza (< 1% di tutti gli accessi pediatrici di PS) e ad alto rischio, richiedono una specifica formazione, che porti ad elevata affidabilità dell'operatore, minimizzando le probabilità di errore. Tali obiettivi rappresentano una esigenza formativa diffusa fra gli studenti di medicina e possono essere raggiunti solo attraverso un adeguato training, comprensivo di corsi teorico-pratici di PBLSD e PALS come parte integrante del curriculum di studi universitari; l'acquisizione precoce ed il consolidamento di queste competenze sono infatti la premessa per migliorare la gestione dell'emergenza pediatrica: ridurre il ritardo nella rianimazione e migliorare la performance delle manovre rianimatorie dei soccorritori, potrebbe in ultima analisi tradursi in un miglioramento della prognosi del bambino in arresto cardiaco o respiratorio, ancora largamente infausta quando l'evento avviene in ambito extraospedaliero. Bibliografia 1) Perception of basic, Advanced, and Pediatric Life Support Training in a United States Medical School. Pillow MT et al, J. Emerg Med, 2013 9 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin Continua 2) Simulation training improves ability to manage medical emergencies. RuesslerM et al. Emerg Med J. 2010 oct. 3) Accreditation Council for Graduate Medical Education. Program and institutional guidelines: hospital-based accreditation:emergency medicine. http://www.acgme.org/acgmeweb/tabid/292/ProgramandInstitutionalGuidelines/Hospital-Based Accreditation/EmergencyMedicine/EmergencyMedicineGuidelines. aspx. Accessed November 4, 2012. 4) Grzeskowiak M. The effects of teaching basic cardiopulmonary resuscitation—a comparison between first and sixth year medical students. Resuscitation 2006;68:391–7. 10 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin 11 Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin SIMEUP Instructor Bulletin 12