akhtamar numero 144 (1 ott).pub
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1 Anno 7, Numero 144 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT 1 ottobre 12—XCVIII M.Y. Akhtamar on line E tu, da che parte stai? Fra meno di un paio di settimane un, per la prima volta nella loro storia sportiva (più che centenaria quella italiana, poco meno che ventennale quella armena) si affronteranno le nazionali maggiori di calcio di Italia e Armenia. La partita, valida per il girone di qualificazione ai prossimi campionati del mondo di calcio Brasile 2014, si disputerà il prossimo 12 ottobre a Yerevan nello stadio Hrazdan che per l’occasione è stato rammodernato e sarà pronto ad ospitare almeno cinquantamila appassionati tifosi armeni (e forse anche qualche italiano al seguito della squadra). Per la nazionale armena, una partita che osiamo definire “storica”; per l’Armenia tutta un motivo di orgoglio per il fatto di poter ospitare un team così prestigioso (fresco vice campione d’Europa, non dimentichiamolo…); ed un’occasione per far conoscere al grande pubblico italiano l’Armenia e la sua storia. Non potevamo dunque non occuparcene in questo nostro numero, partendo da un dilemma di fondo… (segue a pag.2) Sommario Benedetto XVI in Libano fra gli armeni 3 Altre opinioni 4 Pagina armena 5 La voce dell’Artsakh 6 Ancora campioni olimpici! 7 Qui Armenia 7 Ancora sul caso Safarov 8 Bollettino interno di iniziativa armena Consiglio per la Comunità armena di Roma 2 Akhtamar on line Da che parte stare? È scontata la risposta, o forse no. Per la comunità armena italiana, radicata da tempo nella penisola, il cuore si divide in due: essendo molto difficile vedere l’Armenia alla fase finale del mondiale, tutti si augurano di poter applaudire le gesta degli azzurri in Brasile e quindi ogni punto guadagnato dagli uomini di Prandelli nella fase di qualificazione è un passo in avanti verso il 2014. Ma un successo dell’Armenia e comunque una sua bella prestazione darebbe lustro alla giovane nazionale di Minasyan e riempirebbe di orgoglio i nostri cuori. Possiamo allora, proprio in occasione di questa prima sfida calcistica tra le due nazioni, sperare che entrambe si qualifichino per la fase finale?Una bella vittoria dell’Armenia accompagnata da tanti successi italiani nelle altre partite del girone. Italia ed Armenia vincenti, insieme. Una bella soddisfazione per tutti gli armeni! PS: Forza Armenia!!! La nazionale armena cerca l’impresa La sconfitta di misura nella partita dell’11 settembre a Sofia contro la Bulgaria non ha spento l’entusiasmo intorno alla nazionale armena che aveva esordito nel girone con la vittoria a Malta. Quella contro i bulgari è stata una partita nervosa, finita con parecchi ammoniti ed tre espulsi, due dei quali armeni. Contro l’Italia mancherà il fantasista Marcos Pizzelli (naturalizzato brasiliano) e sarà un’assenza importante. Nelle prime due partite la squadra di Minasyan non ha fatto vedere il gioco veloce e spumeggiante delle partite di qualificazione agli europei. In quel frangente la squadra mise in mostra un gioco veloce con ficcanti ripartente: in due anni da squadra “materasso” si è trasformata in “sorpresa” che ha mancato il passaggio alla fase finale solo in conseguenza della sconfitta finale a Dublino dove una discussa direzione arbitrale (in fondo la federazione internazionale aveva qualcosa da farsi perdonare agli irlandesi dopo lo scippo del gol di mano di Henry per i mondiali sudafricani…) ha penalizzato oltre misura la squadra ospite. I due anni di partite di qualificazione per gli Europei 2012 hanno regalato all’Armenia parecchie posizioni nel ranking mondiale Fifa al punto che da quinta che era all’epoca del sorteggio del girone di Brasile 2014 si è ritrovata ad un certo punto addirittura terza davanti alla repubblica ceca. Ora però, arriva l’Italia a Yerevan e comunque vada sarà soprattutto una festa per lo sport armeno. Il calcio in Armenia è in fase di crescita: si aprono nuove scuole di preparazione giovanile, il campionato ad otto squadre ha maggior seguito rispetto al passato e questa estate il Mika è arrivato al secondo turno dei preliminari di Europa league; passo dopo passo… L’Under 21, con il pareggio venti giorni fa in Montenegro ha fallito la clamorosa qualificazione ai ripescaggi dell’Europeo di categoria. Insomma il movimento calcistico, con la benedizione del presidente della Uefa Platini, cresce e fa ben sperare. Ora serve il cambio di passo, continuità di risultati positivi ed una grande prestazione contro l’Italia. Lo stadio sarà strapieno, ma non sarà questa la partita che deciderà la qualificazione per il Brasile. IL SITO ITALIANO DEDICATO AL CALCIO ARMENO: A N N O 7 , NU M E R O 1 4 4 La nazionale armena (in armeno Hayastani futboli azgayin havk’akan) ha disputato la sua prima partita ufficiale il 14 ottobre 1992 ossia venti anni prima della partita con l’Italia. La sua prima partecipazione al campionato Europeo risale al 1996, mentre due anni più tardi partecipa alla sua prima qualificazione per i mondiali. Fino ad ora non è mai riusciti a giungere alla fase finale delle due competizioni. La squadra, allenata da Vartan Minasyan, è 53a nella classifica mondiale Fifa. https://sites.google.com/site/calcioarmenia/ Pagina 2 3 Akhtamar on line BENEDETTO XVI IN LIBANO FRA GLI ARMENI Nel Suo viaggio ecumenico in Libano di metà settembre il Santo Padre non ha voluto mancare una visita a Bzommar, sede del Patriarcato armeno cattolico. Si è trattato di un gesto di attenzione verso la folta comunità armena del Libano fra i cui quattro milioni di abitanti più della metà sono cristiani e circa centocinquantamila sono armeni (circa il 4% della intera popolazione). L’incontro con la gerarchia del patriarcato, in primis S.B. Nerses Bedros XIX, ha rappresentato dunque non solo un rafforzamento dei legami con gli armeni cattolici del paese dei cedri, ma un gesto di affetto verso tutta la comunità. Tale vicinanza è stata consacrata dall’inaugurazione della statua dedicata al monaco Hagop Meghapart a cinquecento anni dalla stampa del primo libro in armeno, “Il libro del venerdì”, pubblicato a Venezia nel 1512 e di cui abbiamo già parlato diffusamente nei mesi scorsi propri IL MESSAGGIO DEL PAPA A BZOMMAR da queste colonne. Sabato 15, dopo aver benedetto la statua innalzata proprio davanti alla sede del patriarcato, ha pranzato nel refettorio con i patriarchi ed i vescovi del Libano nonché con i membri del Consiglio speciale del medio oriente del Sinodo dei vescovi. GLI ARMENI DEL LIBANO Sono circa centocinquantamila gli armeni che vivono nel Libano: un numero considerevole (pari a circa il 4% della popolazione di tutto il paese), anche se prima della guerra civile era ancora più alto, che ha reso la comunità libanese un vero e proprio motore di vivacità per tutta la Diaspora. I primi massicci afflussi si ebbero dopo il Genocidio e poi con la cessione del territorio siriano di Alessandretta alla Turchia nel 1939 che determinò una migrazione verso la valle della Bekaa dove si costituirono comunità importanti come quella di Anjar. Questa, con i suoi 2400 abitanti, è quasi interamente popolata da armeni. La presenza numericamente più significativa si registra a Bourj Hammoud, sobborgo orientale di Beirut popolato prevalentemente da cristiani con molte strade che richiamano nella toponomastica la geografia dell’Armenia. Anche a Mezher, piccola città tra Antalia e Bssalim, la maggior parte della popolazione è armena. Nel parlamento libanese (128 membri) sei spettano alla comunità armena (cinque agli apostolici, uno ai cattolici). Il Libano vanta l’unica università armena della Diaspora (Haigazian) e numerose scuole di ogni ordine e grado. La comunità dispone di giornali e riviste in lingua armena, anche espressione di formazioni politiche che sono molto attive sia nella vita politica locale che nel dibattito interno alla Diaspora. Radio e televisioni dedicate alla comunità arricchiscono l’offerta formativa. Le chiese armene svolgono la loro opera di divulgazione e di attività nel campo sociale. A N N O 7 , NU M E R O 1 4 4 Beatitudine, venerati Patriarchi, cari Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, cari Membri del Consiglio Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente e del Sinodo armeno-cattolico, cari seminaristi, fratelli e sorelle in Cristo! Esprimo la mia profonda gratitudine al Patriarca Nersès Bédros per il suo invito e per le parole che mi ha rivolto, come pure al Superiore di questa casa. Saluto cordialmente tutti gli invitati. La divina Provvidenza ha permesso il nostro incontro in questo convento di Bzommar, così emblematico per la Chiesa armena cattolica. Il monaco Hagop, soprannominato Méghabarde – Peccatore –, è per noi un esempio di preghiera, di distacco dai beni materiali e di fedeltà a Cristo Redentore. 500 anni fa egli promosse la stampa del Libro del Venerdì, stabilendo così un ponte tra l’oriente e l’occidente cristiani. Alla sua scuola, possiamo imparare il senso della missione, il coraggio della verità e il valore della fraternità nell’unità. Nel momento in cui ci accingiamo a rifocillarci con questo pasto preparato con amore e generosamente offerto, il monaco Hagop ci ricorda anche che la sete dello spirituale e la ricerca dell’al di là devono sempre abitare i nostri cuori. Poiché «non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Cari amici, per intercessione degli Apostoli Bartolomeo e Taddeo, e di San Gregorio l’Illuminatore, domandiamo al Signore di benedire la Comunità armena duramente provata attraverso i tempi e di mandare nella sua messe numerosi e santi operai che, a motivo di Cristo, siano capaci di cambiare il volto delle nostre società, di guarire i cuori straziati e di ridare coraggio, forza e speranza ai disperati. Grazie! (Bollettino Santa Sede - 15 settembre 2012) Pagina 3 4 Akhtamar on line ALTRE OPINIONI Vedere la Diaspora turca unita, ma non contro la legge sul genocidio Pubblichiamo nella nostra traduzione redazione uno stralcio dell’intervista che Mensur Akgun, direttore del Global Political Trends centre di Istambul, ha concesso lo scorso 15 giugno all’agenzia “news.am” (a cura di Aram Gareginyan) a margine di un convegno organizzato nella capitale armena. Lei pensa che le elezioni presidenziali in Francia siano state strettamente seguite in Turchia solo per la legge sul Genocidio? Sono state in agenda per ovvi motivi. In primo luogo l’immaginazione della Turchia per Sarkozy. Nella campagna elettorale del 2007 pubblicamente proclamò che la Turchia non era europea. La seconda ragione stava nella recente disputa tra Francia e Turchia riguardo la legge sulla negazione del Genocidio. I turchi erano piuttosto felici per Hollande come nuovo presidente per tutti questi motivi. ma ciò non significa che questa era necessariamente la sola ragione. Quella fondamentale è molto collegata alla candidatura della Turchia a membro della UE in quanto paese musulmano. Probabilmente la Francia non avrebbe approvato la legge sulla negazione del Genocidio a causa ella decisione della Corte Costituzionale. Ma la Turchia sta cambiando e la società capisce che noi abbiamo bisogno di commemorare il 1915 insieme agli altri. Io spero che questo si tradurrà politicamente molto presto. I leader della comunità turca si sono opposti alle iniziative per il riconoscimento (del genocidio, NDT) ma non in Germania. Che cosa rende questi due casi differenti? In Germania tali iniziative non sono state approvate, per quanto ne sappia. Se c’è qualche tentativo la Diaspora turca può unirsi contro quella legge, ma io personalmente non voglio vedere la comunità turca in Germania unita contro un tale provvedimento. È già da un po’ di tempo che non usiamo più in Turchia l’espressione “cosiddetto genocidio”. ma durante il periodo della legge francese sulla negazione, tutti i giornali appellavano il genocidio “cosiddetto”. Questo non ci ha aiutato affatto e io non sono sicuro se vi aiuterà in qualche modo. Una mentalità a livello zero non sarà d’aiuto. A N N O 7 , NU M E R O 1 4 4 Qual è la principale agenda politica oggi per la Diaspora turca? Ci sono ovviamente molte cose da fare, come per il greco o l’ebreo o qualsiasi altra Diaspora. Ogni Diaspora è molto emotivamente legata alla sua patria, e aperta a manipolazioni da parte della patria. Di tanto in tanto possano sviluppare iniziative proprie, e rovesciare le iniziative della loro patria. A titolo di esempio, si può ricordare il presidente armeno Serzh Sargsyan in visita alla Diaspora armena in America nel 2009. E’ stato pesantemente criticato per il riavvicinamento tra Turchia e Armenia. E’ più o meno lo stesso con la Turchia. A volte si trovano elementi più nazionalisti che vivono all'estero che in Turchia. Quando si tratta di soluzione del problema di Cipro, di relazioni armenoturche, della questione del genocidio, del problema curdo, possono prendere una posizione molto più nazionalista dei turchi che vivono in Turchia. Come altrove, c'è il pluralismo tra le organizzazioni della diaspora. È possibile unire in alcuni settori, ma non tutti. Possono unirsi nel sostenere cause turche, ma non significa necessariamente che sono sempre della stessa opinione. La Turchia potrebbe giocare un ruolo nel moderare il conflitto siriano da sola o con l'impegno occidentale? Non molto in realtà, a meno che naturalmente si stia intervenendo direttamente. Siamo solo sperando che il piano Annan funzioni, il regime siriano avrà coscienza di non continuare con le atrocità e si democratizzerà. Ma la migliore soluzione per tutte le parti, e per lo stesso Assad, sarebbe quella di lasciare il potere e probabilmente andare a Mosca, contrattando per la propria sicurezza e della sua famiglia. Se può farlo, la gente può probabilmente lasciarlo andare. In questo caso avremmo il cambiamento preogressivo, piuttosto che lo spargimento di sangue che abbiamo visto di recente. Per quanto riguarda gli sforzi occidentali, dovrebbe esserci la volontà politica, e io non la vedo tra gli americani e gli europei. La Siria non possiede petrolio e non abbiamo un presidente francese in corsa per il secondo termine e che crede che bombardare la Siria lo assisterà. una delle sue aree di influenza? C'è una sorta di solidarietà, ma non credo che la Turchia stia cercando di allearsi con i musulmani dei Balcani contro la Grecia, per esempio. La Turchia tenta di contribuire alla ricostruzione e alla stabilità dei Balcani, sta riunendo serbi e bosniaci, giocando un ruolo nella riconciliazione in Kosovo. Non credo che l'intenzione è di costruire un nuovo tipo di Impero Ottomano nella regione. Potrebbe esserci una dinamica nei rapporti tra Iran e Turchia dopo le elezioni presidenziali in Iran nel 2013? Molto dipenderà dall'atteggiamento dell'Iran in Siria e in Iraq, così come dallo sviluppo del programma nucleare dell'Iran. Se la Turchia è convinta che lo tutto sforzo sia quello di costruire un'arma nucleare, allora ci sarà delusione, e le relazioni possono deteriorare. Pensa che l'azione militare in Kurdistan può riprendere dopo la situazione in Siria sarà conclusa? Sì, ma penso che può essere solo con la vera democratizzazione. Essi dovrebbero deporre le armi e non dovrebbero usare la forza come strumento di politica. Ci sono vari fattori stranieri, ma questo è fondamentalmente un problema indigena. Gli altri fattori includono ciò che sta accadendo in Siria e in Iraq, ma in generale dobbiamo risolvere il nostro problema proprio nel nostro paese. Crede nella vitalità delle rivendicazioni di indipendenza del Kurdistan iracheno? Ci potranno essere delle implicazioni se questo intento dichiarato di ottenere l'indipendenza sarà portato avanti. Se viene fornito di default, per esempio, con il crollo dell'Iraq, allora nessuno può prevedere qualsiasi sviluppo futuro. Quanto promettente è la diplomazia popolare per i contatti armeno-turchi? Si è promettente, ma a lungo termine. Il vero cambiamento non è solo la percezione delle società, ma la percezione del governo. Sono davvero percettivo a quello che sta succedendo nella società. Se un segmento più ampio nella società armena saprà considerare la Turchia come un amico, poi tutto sarà diverso e tutto l'ambiente politico cambierà. Ed è lo stesso per la Turchia. Pensa che la Turchia consideri i Balcani e la sua popolazione musulmana come Pagina 4 5 Akhtamar on line Հռոմահայութիւնը Նշեց Հ Հ Անկախութեան Տօնը, Տօնը Եւ Յարգեց Յիշատակը Հայ Սպայ Գուրգէն Մարգարեանին։ Կ իրակի 23 Սեպտեմբերին, Հռոմահայութիւնը տօնեց Հ Հ Անկախութիւնը որ սկիզբ առաւ հայածէս ձայնաւոր Ս Պատարագով՝ Ս. Նիկողայոսի անուան հայոց եկեղեցւոյ մէջ։ Ներկայ էին, մեծ թիւով հայեր ու իտալացի բարեկամներ, միութիւններու ու կազմակերպութեանց ներկայացուցիչներ, Անարատ Յղութեան Հայ Քոյրերու Միաբանութեան մեծաւորուհին ու միաբանակից քոյրերը, ու Տիկ Անահիտ Սիրունեան որ կը ներկայացնէր Հ Հ դեսպանութիւնը ։ Ս. Զոհը մատոյց եւ քարոզեց Լեւոնեան վարժարանի տեսուչ գերապատիւ Հ. Գրիգոր վրդ. Պատիշահ, որ իր խօսքին մէջ նաեւ շնորհաւորելով հայ ժողովուրդն ու պետականութիւնը Հանրապետութեան տօնին առթիւ ու մաղթելով խաղաղութիւն եւ բարգաւաճում հայրենիքին, ըսաւ . ՜՜ Հայաստանի իսկական անկախութիւնը կը տօնենք երբ մեր խորհրդանիշը եղող վայրէն՜՜Արարատի գագաթէն՝՝ տեսնենք ու վայելենք մեր հայրենիքին գեղեցկութիւնը։ Սրբազան երգեցողութիւնը կատարեց Անարատ Յղութեան հայ քոյրերու ու Լեւոնեան հայ դպրեվանքի ժառանգաւորաց երգչախումբը։ Յաւարտ Ս Պատարագին տեղի ունեցաւ տօնակատարութեան Բ. մասը. Հռոմի Հայ Համայնքի Խորհուրդի փոխ նախագահ՝ Տիար Ռոպէր Աթթարեան ողջոյնեց ներկաները ապա հրաւիրեց Լեւոնեան վարժարանի ժառանգաւորներէն եղբ. Խաչիկ Սայեղը սրտի խօսքը արտասանելու. ապա խօսք առաւ Հռոմի հայ համայնքի խորհուրդէն Տիար Էմմանուէլ Ալիպրանտի որ նախ հրաւիրեց ներկաները յոտընկայս մէկ վայրկեան յարգելու յիշատակը հայ սպայ Գուրգէն Մարգարեանին, շնորհաւորեց բոլորը Հայաստանի Անկախութեան տօնին առթիւ, ու յայտնեց թէ այսօրուան հանդիպումով նաեւ սկիզբ կ՝առնէ Հռոմի Հայ Համայնքի 2012-2013 տարեշրջանի գործունութիւնները, խօսելով նոր ձեռնարկներուն ու ծրագիրներուն մասին։ Հուսկ՝ Լեւոնեան վարժարանի մեծաւորը գերյարգելի Հ. Գէորգ Ծ. Վրդ. Նորատունկեան իր խօսքին մէջ ըսաւ յատկապէս. ՜՜Հայ ազգը երկար սպասումէ եւ զոհողութիւններէ ետք յաջողեցաւ իր Անկախութիւնը ստանալ , սակայն ցաւօք սրտի կը նշմարենք հայորդիներու արտագաղթը, մեծ յոյսերով, դէպի Եւրոպա, ԱՄՆ եւ այլուր, սակայն դժբախտաբար շատ անգամ անոնք կը հանդիպին այլազան դժուարութիւններու, ապրելով օտարութիւն եւ անապահով վիճակ։ Ան մաղթեց որ նոր սերունդը մնայ Հայրենիքին մէջ, եւ սատարէ հայրենիքի բարգաւաճման փոխանակ օտարութեան դառն բաժակը ըմպելու։ Հայր Գէորգ նաեւ կոչ ուղղեց սփիւռքահայերուն որ շարունակեն սատարել Հայրենիքի բարգաւաճման։ Հուսկ՝ Տիար Աթթարեան հրաւիրեց բոլոր ներկաները Լեւոնեան վարժարանի բակը ու պատրաստուած էր հայկական համադամներ եւ ճաշեր։ Ընտանեկան ջերմ մթնոլորտը աւելի ճոխացուցին ազգային ու ժողովրդական երգերը, բաժակ բարձրացնելով ՜՜կենաց հայերու ու հայ հերոսներու յիշատակին՝՝.... Նշենք թէ՝ Միլանոյի հայերը եւս նշեցին Հ Հ Անկախութեան Տօնը, Ս Պատարագով Միլանոյի Սրբոց Քառասնից Մանկանց նուիրուած հայոց եկեղեցւոյ մէջ։ A N N O 7 , NU M E R O 1 4 4 Pagina 5 6 Akhtamar on line la voce dell’Artsakh A CASA NOSTRA, ACCOGLIAMO CHI VOGLIAMO Come si è diffusa la notizia che alcuni armeni di Siria avrebbero potuto lasciare il paese in guerra e stabilirsi nella regione di Kashatagh del Nagorno Karabakh, si sono immediatamente alzati gli strali azeri contro la “aggressiva” politica di reisediamento nei “territori occupati”. Confidiamo nella intelligenza e nella preparazione storica dei nostri lettori e soprassediamo, dunque, da qualsiasi valutazione sulla presunta “occupazione” di territorio azero. Due sono piuttosto le cose che ci preme sottolineare: innnanzitutto, la repubblica del Nagorno Karabakh non ha mai attuato una politica di reinsediamento come peraltro gli stessi rapporti dell’Osce hanno più volte confermato; in secondo luogo ci pare doveroso precisare che ognuno, a casa propria, decide di accogliere chi ritiene opportune senza che altri debbano avere a che dire. Piuttosto l’Azerbaigian e le organizzazioni internazionali dovrebbero ringraziare gli armeni per il loro “buonismo” che li ha trattenuti dal creare numerose comunità anche in quelle zone che un domani, forse potranno essere anche oggetto di uno scambio nell’ambito di un accordo di pace; e però, sul Kashatagh, non drovrebbe proprio KASHATAGH, NON SOLO UN CORRIDOIO Ottomila abitanti sparsi in oltre 3300 chilometri quadrati. Questa è la regione di Kashatagh, prevalentemente montuosa specie nella porzione più settentrionale, più pianeggiante man mano che si scende a sud verso il fiume Aras e il confine con l’Iran. Questo territorio non faceva parteoriginariamente dell’oblast autonoma del NK anche se la sua “vocazione” armena è testimoniata dalla presenza di importanti monasteri come Tsitsernavank e Amutegh. Il suo capoluogo, Berdzor, era al tempo della dominazione azera denominato Lachin; e il “corridoio di Lachin” era quella sottile striscia di terra (nove chilometri di larghezza) che separava il Nagorno Karabakh dall’Armenia. Quando il 18 maggio 1992 (dieci giorni dopo la liberazione di A N N O 7 , NU M E R O 1 4 4 Shushi) il neonato esercito di liberazione del NK conquistò questo territorio cambiarono le sorti della guerra perché attraverso la strada che congiungeva Goris a Stepanakert cominciarono ad affluire aiuti e generi di prima necessità alla popolazione armena dell’Artsakh ormai stremata da un rigido inverno e dalla durezza dei primi cinque mesi di guerra. Oggi come ieri questa regione è di vitale importanza per la sopravvivenza della repubblica in quanto rappresenta la contiguità e la protezione della vicina Armenia. Il territorio del Kashatagh (comprendente gli ex rajon di Lachin, Qubadli e Zangilan) è attraversato da nord a sud dal fiume Hakari che poi si congiunge nell’armeno Vorotan per sfociare più avanti nell’Araks. Il capoluogo Berdzor conta poco esserci alcun dubbio circa la sua assoluta incedibilità, giacché esso, contiguo all’Armenia, rappresenta una garanzia di sicurezza e quindi di stabilità. Allora ben vengano gli armeni di Siria a Berdzor e nel resto della regione. Un loro (eventuale) arrivo sarebbe il benvenuto, li allontanerebbe dalla pericolosa crisi siriana e aiute-rebbe l’economia della repubblica del Nagorno Karabakh. La regione di Kashatagh meno di duemila abitanti. Fino al 1923 la città era conosciuta con il nome di Abdalyar per poi assumere la denominazione curda di Lachin divenendo capoluogo del cosiddetto “Kurdistan rosso” sciolto nel 1929 quando la popolazione curda fu rimpiazzata da quella azera. Altri centri della regione sono Sanasar (quasi abbandonato dopo la guerra), Kovsakan (400 abitanti) e Midjnavan (300 abitanti) quasi sul confine con l’Iran. Pagina 6 7 Akhtamar on line ANCORA CAMPIONI OLIMPICI ! Vincere un’Olimpiade di scacchi è sempre un gran motivo di soddisfazione. Farlo, oltretutto, in casa turca aggiunge un qualcosa al gusto della vittoria. Però nessuno avrebbe potuto immaginare che la partita decisiva si sarebbe giocata proprio contro quella nazione con la quale l’Armenia pochi giorni prima aveva rotto le relazioni diplomatiche. La vittoria sull’Ungheria dello scorso 9 settembre ha un sapore speciale e porta ancora una volta l’Armenia tra le superpotenze nel mondo degli scacchi. Già campionessa olimpica nel 2006 e nel 2008, aveva avuto un calo nel 2010 quando aveva raccolto solo il settimo posto 8sulle dieci finaliste). Ora questo nuovo oro conferma quel primato che era stato già consolidato lo scorso anno con il successo nel campionato mondiale. È stato Sergei Movsesian l’artefice del successo sugli ungheresi avendo vinto il proprio incontro mentre gli altri compagni di squadra (Levon Aronian, Vladimir Akopian e Gabriel Sargissian) avevano pareggiato le rispettive sfide contro gli avversari magiari. Meno bene la squadra femminile che però ha ottenuto un onorevole sesto posto. Il team maschile, che compende anche Tigran Petrosian non schierato nell’ultima giornata di gare, ha vinto nove incontri, perdendone solo uno (con la Cina) e pareggiando quello con la Russia terminata seconda davanti all’Ucraina ed alla Cina. Ultimo l’Azerbaigian preceduto (guarda il destino...) proprio dall’Ungheria. Al ritorno in patria il team armeno è stato festeggiato con una calorosa accoglienza, bagni di folla in piazza e ricevimenti ufficiali dalle più alte cariche dello stato. Una grande vittoria di una grande squadra che conferma la tradizione scacchistica dell’Armenia. Qui Armenia GENOCIDIO SECONDO JEMAL “Gli armeni in Turchia erano a favore della Russia. Ecco perché il genocidio è accaduto”. A pronunciare queste parole è stato Jemal Pascia a Berlino nel 1919; le riferisce un suo pronipote, Hasan,opinionista del giornale turco Milliyet, che al riguardo ha scritto anche un libro e nel 2008 visitò il Memoriale del genocidio a Yerevan. SUD AFRICA Il neo ambasciatore sudafricano, Stanley Matabata, ha avuto a settembre numerosi incontri di lavoro con il mondo dell’imprenditoria armena. Nel corso della visita alla camera di commercio, il presidente Vardanyan ha sottolineato la possibilità di avviare business forum con la nazione africana nel campo del turismo, della lavorazione dei diamanti e nel settore vinicolo. ELEZIONI AMMINISTRATIVE Si sono tenute il 23 settembre elezioni amministrative parziali in Armenia. In lizza 16 sindaci (tra i quali quelli di Sevan e Abovyan), 262 leader di comunità e i membri di 281 consigli degli anziani delle comunità. In totale quasi seicento candidati. A N N O 7 , NU M E R O 1 4 4 ARRIVANO I “KRUNK”! Si chiamano così (e l’acronimo non a caso è legato al comitato di liberazione dell’Artsakh…) i droni (aeromobili senza pilota) made in Armenia. Già esposti nella parata del 21 settembre 2011, per la prima volta sono stati impiegati nelle manovre CRRF (Collective Rapid Reaction Force) tenutesi in Armenia a settembre. Krunk 25 (questo il codice dell’apparecchio) è utilizzato per ricognizioni aeree, trasmissioni di dati e immagini ad alta risoluzione. EUROPA E GENOCIDIO Il presidente del parlamento europeo, Martin Shultz, ha dichiarato che il riconoscimento del genocidio armeno dovrebbe essere precondizione necessaria per l’ingresso della Turchia in Europa. L’assunto è stato fatto nel corso dell’incontro con il ministro turco per l’integrazione europea, Egemen Bagis, che tra l’altro in Svizzera aveva pronunciato all’inizio di questo anno un discorso negazionista per il quale era stato anche denunciato. Il messaggio di Shultz è stato riportato anche sul sito del suo partito tedesco. BELLEZZE ARMENE Gohar Kazhoyan, trentottenne armena di Yerevan residente a Pesaro da diversi anni, ha vinto il 15 settembre il titolo di “Miss over baby”. Oltre alla bellezza, testimoniata dalla foto, anche le doti liriche di questa madre di tre bambine, interprete professionale. FILM SU ISLAM Anche la Santa Sede di Etchimiadzin ha condannato il provocatorio film “L’innocenza dei mussulmani” definito provocatorio e contrario alla tolleranza e coesistenza religiosa. GIUDICI DONNA Armenia ed Azerbaigian almeno in una cosa sono accumunati. Nella classifica della presenza femminile tra i giudici occupano gli ultimi posti della classifica europea. In Armenia la quota rosa è del 25% in Azerbaigian solo del 9%. Sono comunque in buona compagnia: con loro anche il Regno Unito (23%). Bene Francia (64%), Grecia (65%). La classifica è guidata dalla Slovenia (78%). Pagina 7 8 Akhtamar WWW.COMUNITAARMENA.IT Salita san Nicola da Tolentino 17 00187 Roma Bollettino interno a cura del Consiglio per la Comunità armena di Roma on line Ancora sul caso Safarov: Aliyev beve il calice amaro della sconfitta Anche se è già passato un mese dall’oscena estradizione del criminale azero Safarov, il caso è ancora di stretta attualità.. A parte la rabbia per l’immorale grazia ad un assassino che a colpi d’ascia ha ucciso un ventiseienne, a parte la compartecipazione al dolore dei familiari del povero Gurgen, non possiamo che guardare con malcelato compiacimento a questo clamoroso fallimento internazionale di Aliyev la cui presunzione ed il cui baldanzoso nazionalismo hanno condotta a fare una pessima figura. I suoi errori finiscono con il favorire gli armeni: ci sarebbe quasi da gioire se di mezzo non ci fosse la violazione del principio di giustizia, del diritto internazionale, della moralità. Cerchiamo di analizzare, a mente fredda, i fatti per capire come l’orgoglio del dittatore azero gli si sia ritorto contro. CONDANNA INTERNAZIONALE Non rammentiamo da anni una così vasta condanna internazionale a quanto accaduto il 31 agosto: dagli Stati Uniti (Obama lo stesso giorno ha deplorato l’accaduto) alla Russia, dal gruppo di Minsk dell’Osce, all’Unione Europea, ai ministri di molti stati che hanno espresso profondo rincrescimento per la vicenda, con toni insolitamente diretti. Mai nei confronti di Baku erano arrivati messaggi così mirati. Bollettino interno a cura del Consiglio per la Comunità armena di Roma Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A CON IL FAVORE DEL MINISTERO DELLA DIASPORA INAFFIDABILITA’ AZERA Tre giorni dopo l’estradizione l’Azerbaigian ha annunciato che non vi sarebbe stato alcun acquisto di bond ungheresi. Tutti gli osservatori avevano collegato l’estradizione di Safarov proprio all’aiuto economico che sarebbe stato promesso a Budapest al punto che si è parlato apertamente di un mero baratto: la libertà del criminale in cambio di due, forse tre, miliardi di dollari. Poi il dietrofront azero e gli ungheresi che rimangono come polli spennati: hanno fatto una pessima figura internazionale e sono stati pure beffati dal loro interlocutore. UN PASSO INDIETRO ALL’ONU L’errore politico azero è ancora più evidente se si pensi che in questo periodo il rappresentante di Baku siede, membro non permanente, nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La grave violazione delle norme del diritto internazionale e la pessima figura pesano come macigni sulla credibilità del paese. E c’è chi ha addirittura ipotizzato una esclusione dell’Azerbaigian dal Consiglio... TURCHIA IN SILENZIO Che la mossa di Aliyev sia stata inopportuna è intuibile anche dal comportamento (o non comportamento) della Turchia. Ankara si è sfilata da qualsiasi polemica badando bene a non farsi coinvolgere nella vicenda; i giornali l’hanno affrontata senza alcun particolare livore antiarmeno, riportando più o meno quello che scrivevano le agenzie internazionali. Un chiaro segnale di freddezza verso gli azeri andati evidentemente oltre le righe. Solo qualche giorno dopo vi è stato un incontro fra i presidenti, ma senza riferimenti al caso Safarov nel comunicato congiunto e nelle dichiarazioni stampa. SOLIDARIETA’ ARMENA L’Armenia ha beneficiato di un ritorno di solidarietà da parte di molti, la Diaspora si è rafforzata e ricompattata con la Madre Patria: insomma la promozione di Safarov ha giovato all’Armenia molto più del dispetto fattole dal dispotico Aliyev. Le parole insolitamente dure del presidente armeno Sargsyan (che si è addirittura detto pronto ad una guerra nel caso dovesse esserci) hanno fatto correre brividi fra gli armeni e i ministeri degli esteri di mezzo mondo. Mentre il tiranno consegnava fiori all’assassino. il numero 145 esce il 15 ottobre 2012 w w w. k a ra b a k h. i t I nf or m az i one q uot i di a na s ul l ’ Ar t s a kh UNA SVOLTA PER IL NAGORNO KARABAKH Come ha scritto il New York Times, commentando negativamente la vicenda, nessuno potrà ora chiedere agli armeni del Nagorno Karabakh di farsi amministrare dal governo di uno stato dove la decapitazione di un armeno viene esaltata e l’esecutore materiale dell’orrendo crimine elevato al rango di eroe nazionale. Un passo in avanti verso la definitiva autodeterminazione della repubblica dell’Artsakh. Il tempo dirà se quanto accaduto a fine agosto è stato un passo avanti o uno indietro nella negoziazione: di sicuro ha segnato un punto di svolta (definitivo) per quanto riguarda lo status della regione che mai potrà essere governata da azeri.