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Maggio - Giugno - Luglio - Agosto 2011
Motivazione:
senso di appartenenza e impegno
•
S
Ugo ZORCO
Coordinatore
e ci pensiamo bene, non basta che ognuno di noi faccia
ciò per il quale è stato chiamato a fare ogni giorno, non
basta solo rispettare e onorare un contratto
sia esso di un’azienda o di un libero professionista. Quello che in realtà fa la differenza è
quel qualcosa in più che ognuno di noi mette nel fare il proprio lavoro. Qualcosa di invisibile e impalpabile che nasce dentro ognuno di noi. Questo si chiama appartenenza e
impegno senza i quali un qualsiasi servizio si
mostrerà freddo e spento. Le residenze sanitarie diventano per gli anziani che le abitano, ma anche per il nostro modo di concepire l’assistenza, una vera e propria “Casa” il
luogo in cui ricreare le più confortevoli condizioni di vita. La certezza della presenza
quotidiana del medico, dell’infermiera, del
fisioterapista, dell’ausiliaria e dell’animatrice
è sempre motivo di rassicurazione e serenità poiché, la voglia di vivere è sempre pre-
sente. A volte negli operatori si sente dire: ho
fatto il mio dovere, cosa vuoi di più! Questo
non è più sufficiente, se un’organizzazione
vuole fare la differenza, deve far riflettere e
incentivare i propri operatori a tener conto
di questi aspetti. Non basta vestire un anziano al mattino dopo avergli praticato l’igiene,
se il golfino che gli facciamo indossare non
è quello che desidera. Non basta preparare
un anziano a cambiare residenza e abitudini se il posto in cui lo inseriamo è confuso
e disordinato. Potremmo fare mille esempi
di questo tipo. E’ estremamente importante
per chi opera nel nostro settore che il personale si senta sempre motivato e stimolato.
Questi elementi consentono realmente di
fare la differenza.
Cosa consente ad un ciclista di fare l’impresa staccando tutti su una salita di montagna? L’impegno, l’entusiasmo, la fiducia
assoluta in ciò che fa e nelle sue capacità.
Queste sono le caratteristiche che consentono anche a noi, che a volte percorriamo
strade in salita più ardue di quelle che percorre il ciclista, di dare qualcosa in più.
...e guarisce!
Laura SPIGOLON
Infermiera professionale
“L’INSONNIA”
“ Un disturbo molto diffuso ”
Ecco quindi alcune regole d’oro da
seguire:
- eliminare la carne dal pasto serale
e arricchirlo di verdura e amidi come
pasta e riso. Insieme alle banane
questi alimenti sono ricchi si serotonina, una sostanza che induce il sonno
e ha effetto sedativo
2
L’
Miss Siringa dice...
•
insonnia è un
disturbo molto comune e
il sesso femminile sembra essere il più colpito.
Con il termine insonnia si indica la
sensazione soggettiva di non aver
tratto sufficientemente riposo dal
proprio sonno e per questo non si
sente in completa efficienza fisica e
mentale durante il giorno.
Le cause che la scatenano sono
l’ansia oppure lo stress ma anche
la menopausa, l’iper e ipotiroidismo,
l’alterazione del normale ciclo attività – riposo, la turnazione lavorativa, la
depressione.
Per porre rimedio a questo problema
si ricorre ai farmaci, come le benzodiazepine e gli antidepressivi triclici,
oppure all’omeopatia dove vi sono
erbe come la passiflora, il biancospino, l’escolzia, la camomilla ed infine
il tiglio.
Ma spesso la vera causa dell’insonnia sono le “cattive “abitudini sia nello stile di vita che nell’alimentazione.
- imparare un metodo di rilassamento
come lo yoga che aiuta a diminuire
la tensione muscolare
- per chi non ha problemi di allergia
un bicchiere di latte caldo prima di
coricarsi. È un toccasana conosciuto
fin dall’antichità
- una volta svegli meglio alzarsi e preparare una camomilla o una tisana di
lavanda, tiglio o passiflora
- andare a letto solo per dormire e solo
quando si ha sonno
- limitare, nelle ore precedenti il sonno, attività che eccitano l’organismo
come lo studio intenso o attività fisiche impegnative.
•
ASA
GLI ANGELI DI CASA FAMIGLIA
E LA LORO... “PAGELLA”
“Il desiderio
di aiutare gli altri”
M
i chiamo
Patrizia Putzu e in
Casa Famiglia svolgo il ruolo di ausiliaria socio assistenziale. Prima di lavorare in questa struttura
ho lavorato in altre case di riposo e in
ospedale. Da 24 anni sono impegnata
in questo settore. Ho scelto di svolgere
questo tipo di mansione in seguito ad
una malattia che mi ha colpita da ragazza; di qui è nato il desiderio di aiutare gli altri. Ed è proprio questo che mi
piace di questo lavoro: aiutare il prossimo. Faccio parte del personale di Casa
Famiglia da 10 anni; con le colleghe
sono in buoni rapporti anche se lavorare in gruppo non è facile. Con gli ospiti
ho un buon rapporto pur ammettendo
che a volte si perde la pazienza. Questo lavoro mi ha dato anche degli insegnamenti: gli anziani sono persone che
danno molto. Le loro esperienze vissute
e raccontate sono insegnamenti di vita.
Rita M.: “Non ho nulla da dire se non
che è brava nel suo lavoro”.
Marcellina R.: “Un po’matta, ma a noi
piace così”.
Duilio S.: “Per me sono tutte uguali.
È brava come
le altre”.
Natalia ROSSETTI
•
Ospite
PRESENTIAMO GLI ABITANTI
DI CASA FAMIGLIA
“Non sento la
nostalgia di casa mia”
M
i chiamo
Natalia Rossetti sono
nata a Rescaldina
il 9 giugno del 1932.
Mamma Maria lavorava come tessitrice mentre papà
Giuseppe nel settore meccanico e ho
due fratelli Giancarlo e Antonio. Ho
frequentato le scuole fino alla 5° elementare e andavo molto volentieri;
avevo molti amici con i quali mi ritrovavo presso l’oratorio del paese. Ho
iniziato a lavorare a 15 anni presso la
ditta Bassetti come operaia. Nel tempo libero mi dedicavo a lavori di sartoria; cucire è sempre stata la mia passione. A 21 anni ho incontrato Gianni,
che era maggiore rispetto a me di 8
anni. Ci siamo conosciuti a Rescaldina
in occasione della festa patronale, per
mezzo di alcuni amici. Lavorava come
meccanico e dopo un anno, esattamente l’11 settembre del 1954 ci siamo
sposati. Indossavo un abito in sangallo,
lungo e bianco, in testa portavo il velo.
Abbiamo vissuto a Villa Cortese dove
sono nati i nostri 3 figli; Graziano che
ho perso quando aveva 2 mesi, poi nel
1957 nacque un nuovo Graziano che
morì a 17 anni per malattia, mentre nel
1964 Giuseppina. La scelta di entrare in
Casa Famiglia è stata mia; qui risiedeva già mio marito che ora purtroppo
non c’è più. Mi trovo benissimo, sono
tranquilla e soprattutto sono in compagnia. Mi trovo talmente bene che non
sento nemmeno la nostalgia di casa!
3
...Vivere in Casa Famiglia...
Patrizia PUTZU
Gli OSPITI di Casa Famiglia
LA STORIA DEL SAPONE
“Dalle origini a oggi”
I
...Vivere in Casa Famiglia...
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l sapone era già conosciuto prima dell’era Cristiana.
Le sue origini sono lontane
e incerte.
Le prime prove dell’utilizzo del sapone
risalgono alla civiltà babilonese; infatti,
cilindri di terracotta che contenevano
residui di sostanze simili al sapone, risalenti al 2800 a.C., sono stati trovati in
Mesopotamia. Originariamente il sapone era una mistura di sego (grasso animale) e ceneri. Gli egizi invece preparavano il sapone con grasso animale,
oli vegetali e con un minerale raccolto
nella valle del Nilo considerato un’importante sorgente di soda.
Nel II secolo d.C. anche i latini non sono
estranei all’uso del sapone e ne sottolineano l’importanza sia per la prevenzione di alcune malattie sia per la
pulizia. Con il passare del tempo la saponeria ha subito una lenta evoluzione;
infatti, la lasciva, ossia la polvere delle
ceneri, ha sostituito le ceneri vere e proprie, mentre i grassi vegetali, in particolare l’olio d’oliva, hanno sostituito il sego.
Le maggiori produttrici di sapone sono
state l’Italia e la Spagna.
In Francia la fabbricazione del sapone
fu introdotta da Colbert che installò la
prima manifattura a Tolosa. Immediato
fu il successo che portò alla costruzione di altre manifatture a Marsiglia dove
ebbe origine il sapone che ancora
oggi porta il suo nome. Qualcuno ipotizza che la parola sapone derivi dal
colle Sapo, dove gli antichi romani sacrificavano animali e ne bruciavano le
ossa.
Cenere e grassi colavano poi verso la riva del Tevere dando origine
alla saponificazione. La zona era
nota alle lavandaie romane che sa-
pevano per esperienza che lavare
in quella zona del Tevere permetteva di ottenere un bucato migliore.
Natalia R.: “Ricordo che per sbiancare
la biancheria la lasciavamo in ammollo coperta da un telo sul quale c’era la
cenere”.
Romilda B.: “Io con le amiche andavo
alla roggetta. Insaponavo la biancheria, poi la mettevo sul prato, quindi si
passava al risciacquo. Per l’asciugatura
veniva nuovamente distesa sul prato”.
Edera R.: “Durante la guerra il sapone
non c’era perchè era stato sequestrato dai tedeschi, così come il sale. Veniva fatto in casa con il grasso bovino e
la soda. Si faceva bollire l’acqua alla
quale si univa il grasso a pezzi quindi la
soda. Si mescolava continuamente e
una volta addensato veniva versato in
una cassetta di ferro a raffreddare. Una
volta solidificato veniva tagliato a pezzi”.
Duilio S.: “A Busto Garolfo le donne
andavano al lavatoio che c’è ancora
oggi, ma non più utilizzato. Portavano
la biancheria con la carriola”.
Rina R.: “Al mio paese non c’era il lavatoio. Ricordo la mia bisnonna che lavava nel mastello. Mamma preparava il
sapone con la soda e il grasso animale.
Poi sciacquava con la cenere”.
LAVANDAIE 1943
Elena e gli OSPITI di Casa Famiglia
“DOMENICA A TEATRO”
“La Compagnia Sempr Alegher
ha dato, come sempre, il meglio di sè”
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...Casa Famiglia ... Casa Aperta...
omenica
17 aprile
2011
gli
o s p i t i
della nostra Casa, hanno
assistito a una commedia brillante di tre atti in
dialetto milanese dal titolo “La mièe… zitela”. Lo
spettacolo ha visto come LA COMPAGNIA TEATRALE IN SCENA
straordinari. Spero di poterli rivedere al
protagonista la compagnia teatrale
più presto !”. Romilda B.: “Mi sembrava
“I Sempr Alegher” di Parabiago. L’inizio
della commedia è stato fissato alle ore di essere al Teatro alla Scala di Milano. Gli
15 e noi, puntuali come gli orologi svizzeri, artisti erano magnifici e recitavano molto
eravamo li, comodamente in prima fila, bene. Mi è piaciuto moltissimo. Durante
l’intervallo a tutti i presenti è stata offerin attesa che il sipario si aprisse. Come
sempre grande entusiasmo da parte di ta un’ottima merenda”. Edera R.: “Sono
rimasta colpita dalla bravura degli attori.
tutti noi , in particolare dei nostri ospiti
È la prima volta che assisto a una comche hanno fatto la loro prima uscita di
questo nuovo anno. La vicenda si svol- media dialettale e sono soddisfatta”.
Pasqua G.: “Tantissimi complimenti agli
ge nei primi anni del secolo scorso, in
attori. È stato davvero un pomeriggio inpiena Art Noveau. La “zitella” è Anna
che riuscirà a convincere il caro amico teressante”. Giuseppe O.: “Personalmendi famiglia, Felice, scapolo impertinen- te sono contento di questa uscita. Ogni
te, ad aiutarla nel mettere a punto un tanto uscire fa bene e se poi le occasioni
geniale stratagemma: un matrimonio- sono interessanti come questa, allora ne
finzione, indispensabile perché lei possa vale davvero la pena”. Giovanni F.: “Firealizzare la sua ambizione matrimonia- nalmente sono tornato per qualche ora
le con l’uomo dei suoi sogni e insieme al mio paese dove ho sentito di nuovo
parlare, attraverso gli attori, il mio dialetto.
intascare un gruzzolo condizionato da
Riguardo la commedia è stata divertenvincoli testamentari. Felice sposerà Anna
che diventerà “na mugliera” ma reste- te”. Agnese G.: “Bella compagnia ma lo
spettacolo mi è piaciuto così così”.
rà zitella poiché i due saranno estranei
per sei mesi, il tempo utile per poter di- Marcellina R.: “Lo spettacolo molto gradito come la merenda che per di più
vorziare e riscuotere la somma lasciata
in eredità. Ma allo scadere del termine era gratis”. Martina S.: “Ottima commefissato, i protagonisti scoprono di deside- dia, davvero non immaginavo.
rare che la finzione si trasformi in realtà. Bellissima la sceneggiatura, i costumi cuRina R.: “Bellissimo lo spettacolo teatrale, rati nei minimi particolari, ottima l’interpretazione dei protagonisti principali”.
complimenti vivissimi agli attori, davvero
Rachele NEBULONI •
Asa
“ADORAZIONE EUCARISTICA”
“Il desiderio di esternare e professare la propria fede”
...Casa Famiglia ... Casa Aperta...
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N
el mese mariano ai nostri
ospiti è stato regalato un
bellissimo momento di
Adorazione Eucaristica.
Nel pomeriggio di lunedì 16 maggio Suor
Luigia e Suor Enza, sempre molto presenti
nella nostra struttura, hanno portato il Santissimo e lo hanno esposto sull’altare della
nostra cappella.
Un momento di preghiera intenso guidato
da entrambe le suore che si sono trattenute per un’ora circa.
Un incontro ben riuscito grazie alla Reverenda Madre che con semplici parole ha
condotto questo momento permettendo
agli ospiti di capire e ripetere senza difficoltà. Questo momento di Adorazione
Eucaristica è stato pubblicizzato con un
manifesto, esposto in Casa Famiglia, molto bello e delicato che faceva riflettere,
come questa accoglienza doveva essere
preparata.
Dopo anni siamo riusciti ad avere il Santissimo nella nostra Casa Famiglia e per tutti
noi è stata una bella conquista. Una nostra volontaria ha diffuso il volantino nelle
cassette della posta della via e in alcuni
negozi del paese. Il risultato è stato molto positivo, infatti è intervenuta molta
gente. Finora i nostri ospiti si erano limitati
a recitare il Santo Rosario e ricevere settimanalmente la Comunione. Ora con
questo incontro hanno ricevuto lo Spirito
Santo che ha abbracciato tutti i presenti.
Un ringraziamento ai volontari per l’aiuto ma anche alla nostra animatrice che
si è rivolta a Don Sandro per questo preziosissimo sacramento e per la preparazione dell’altare.
Quel giorno tutti coloro che hanno partecipato hanno avuto una doppia possibilità: incontrare Gesù nel Santissimo
Sacramento e incontrare gli ospiti di
Casa Famiglia.
In base a quella che è la nostra esperienza di operatori all’interno di Casa Famiglia, abbiamo inoltre notato che per
gli anziani è importante esternare e professare la propria fede.
Attraverso la religione essi trovano il conforto e la pace.
Siamo quindi convinti che questo momento di Adorazione Eucaristica sia stato davvero una bellissima iniziativa.
Elena e gli OSPITI di Casa Famiglia
“GITA ALL’AGRITURISMO”
“Una giornata entusiasmante”
Q
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bandita di antipasti, seguita da due primi, due secondi, contorni e ottimi dolci.
Clara S.: “Sono felicissima, è stata una
gita interessante. Abbiamo fatto il
pane come una volta e ci siamo divertiti. La signora Liliana è stata gentilissima”. Edera R.: “Una meraviglia, mi
sono divertita un sacco soprattutto
alle prese con la farina. E che risate
quando abbiamo mangiato il peperoncino!”. M. Luisa U.: “Ho fatto il pane
esattamente come lo facevo a casa
mia. Ho mostrato con orgoglio alle
mie amiche il pane ferrarese!”.
Giovanni F.: “Con la farina è stata
un’impresa!”.
Rina R.: “Meglio di così non si poteva
chiedere! Oltre alla bella compagnia,
un pranzo da leccarsi i baffi!”.
Giuseppe O.: “Di questa uscita ho portato a casa l’odore della stalla che ho
ancora nel naso”.
Marcellina R.: “Ho fatto il pane con
l’aiuto della volontaria Pinuccia. Che
ridere!
Pasqua G.: “Il mio pane veneto è riuscito benissimo!”.
Giuseppe D.V.: “ Sono stato benissimo,
ero in ottima compagnia ma fare il
pane non fa per me!”.
...Casa Famiglia ... Casa Aperta...
uest’anno, per la nostra
gita annuale, abbiamo
proposto ai nostri ospiti una gita presso l’agriturismo “Fattoria Canale” di Azzate in
provincia di Varese. Non eravamo in
molti, ma come dice il proverbio “ pochi… ma buoni”. Così sabato 2 luglio
alle ore 9.00, dopo circa un’ora di viaggio, abbiamo raggiunto la meta. Accolti
dalla signora Liliana abbiamo svelato
la sorpresa. Gli ospiti dovevano fare il
pane. Non potete immaginare con
quale entusiasmo gli ospiti hanno accolto l’idea. Fare il pane come una volta!
Tra chi in passato preparava il pane per
la sua famiglia e chi invece non sapeva nemmeno da dove cominciare, è
iniziata una vera e propria gara. Una
concorrenza sfrenata fra chi faceva il
pane tipico di Mantova, di Vicenza, ma
anche chi si è impegnato a preparare
la classica michetta. Tutto ciò avveniva sotto il controllo della signora Liliana
che coordinava l’attività. Mentre il pane
lievitava, ci siamo incamminati verso le
stalle dove vi erano maiali, cavalli, asini,
pecore, capre, mucche e tori. Alcuni si
sono limitati ad accarezzare gli animali,
altri hanno voluto ripercorrere l’esperienza della mungitura. E poi, tutti al frutteto
dove abbiamo assaporato dell’ottima
uva spina, ribes neri e pesche. La giornata calda e soleggiata era comunque
ventilata da una leggera brezza che ha
reso piacevole la nostra uscita. Ma il momento più importante per gli ospiti doveva ancora arrivare: il pranzo! Al rientro
abbiamo infatti trovato una tavola im-
Madre Teresa
Vivi la vita
di CALCUTTA
Dai il meglio di te…
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
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La vita è un sogno,
fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocala.
fini egoistici.
La vita è preziosa, abbine cura.
Non importa, fa il bene.
La vita è una ricchezza,
Se realizzi i tuoi obiettivi,
conservala.
...La pagina della Poesia
Se fai il bene, ti attribuiranno
La vita è amore, godine.
troverai falsi amici e veri nemici.
La vita è un mistero, scoprilo.
Non importa, realizzali.
La vita è promessa, adempila.
Il bene che fai verrà domani
La vita è tristezza, superala.
dimenticato.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala
Non importa, fa il bene.
La vita è un’avventura, rischiala.
L’onestà e la sincerità ti
La vita è felicità, meritala.
rendono vulnerabile.
La vita è la vita, difendila.
Non importa, sii franco e onesto.
Dà al mondo il meglio di te
e ti prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te.
Pinuccia TOTE’
• Volontaria
L’AMORE...
... e gli altri sentimenti
so l’Amore.
Un giorno fu annunciato a tutti un pericolo imminente e tutti furono invitati a
lasciare subito l’isola, così iniziarono a
preparare le barche.
Quando l’isola iniziò ad affondare,
l’Amore, che era da solo, decise di chiedere aiuto alle barche che passavano.
Passò la Ricchezza, e l’Amore gli chiese:
“Ricchezza, mi puoi prendere con te?”,
ed ella rispose: “No non posso, ho oro e
gioielli con me. Per te posto non c’è”. Di
lì a poco passò la Vanità, ed anche ad
essa l’Amore chiese aiuto.
Ma la Vanità rispose: “Non posso aiutarti Amore, sei tutto bagnato e potresti
rovinare la mia barca”.
La barca successiva era quella della
Tristezza, e l’Amore chiese aiuto anche
ad essa.
Ma ella rispose: “Sono così triste che
preferisco andare da sola”.
E subito la Felicità passò così veloce
che nemmeno si accorse dell’Amore
che chiedeva aiuto.
Ma ecco che improvvisamente una
voce disse: “Vieni Amore, ti prenderò io
con me sulla mia barca”.
Era una persona anziana, e tale era la
concitazione che l’Amore dimenticò di
chiederle chi fosse.
Giunti su un’altra isola, l’Amore chiese
dunque il suo nome e scoprì che era il
Tempo.
L’Amore chiese allora perché lo aveva
aiutato e il tempo rispose: “Solo il tempo è capace di comprendere quanto
grande è l’AMORE.
9
...La pagina della Cultura
C
’era un’isola dove tutti i
sentimenti hanno vissuto
Felicità, Tristezza, Conoscenza ed altri, compre-
Elena ZANZOTTERA
“VECCHIO SARA’ LEI”
Cesa Bianchi Marcello
232 pagine, € 15,00
Guida Editore
Il
Spazio ... alla lettura
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progressivo invecchiamento della popolazione ha sempre più
coinvolto l’interesse degli studiosi. Fra gli anziani si evidenzia una
notevole variabilità: vecchi attivi, propositivi, autonomi e altri meno fortunati, in
difficoltà, non autosufficienti. Le ricerche
e gli interventi in ambito culturale e assistenziale potranno diminuire il divario fra
l’una e l’altra posizione. L’opportunità di
svolgere esercizi psicomotori, di esprimere le potenzialità affettive e creative, di
comunicare con i coetanei e con i giovani, di trasmettere esperienze e memorie,
di continuare a imparare, a realizzare se
stessi, a occupare un ruolo in famiglia e
nella comunità permette di invecchiare
con maggiore serenità. Negli ultimi decenni la psicologia positiva e le neuroscienze hanno aperto nuove prospettive
per l’affermarsi di un pensiero-anziano
che possa contribuire alla conservazione
di valori fondamentali. Il volume si propone di aiutare gli anziani attuali e quelli futuri, di ogni livello educativo e sociale, a
ricercare un modo migliore di invecchiare e di consentire agli studenti e agli operatori della salute di scoprire e conoscere
il mondo dei vecchi, i loro problemi e risorse. Nel testo compaiono anche racconti, esperienze riportate dagli anziani;
storie e aneddoti che hanno caratterizzato la vita di ultracentenari.
.
Animatrice
“A … COME NON SO”
A.come non so
Luigi Oliati
40 pagine, € 3,80
In Dialogo Editore
L’ Alzheimer è una
malattia di cui a pochi interessa veramente qualcosa perché coinvolge una
parte della nostra società che normalmente viene dimenticata e spesso emarginata quella, cioè, degli anziani. E poi il
colpo di scena: il protagonista, un affermato psicologo di soli cinquant’anni, nel
pieno della sua vita e della sua carriera
viene colpito dal morbo di Alzheimer.
Morbo... che brutta parola questa!Fa subito venire in mente un terrificante male
che ti consuma e ti logora fino alle ossa,
un male che ti annienta l’identità, il cervello, la memoria, e che ti isola, giorno
dopo giorno, in un mondo fatto di silenzio e di sofferenza. E’ questo l’Alzheimer
ed è proprio questa realtà che troverete
descritta in questo testo. Il protagonista
di quest’opera a differenza però di molti
altri ammalati si trova per così dire in una
condizione di privilegio: egli viene assistito e affiancato in questo lungo e irreversibile cammino verso la sofferenza dai suoi
cari, dalla moglie e dai figli. Egli stesso
prima di ammalarsi aveva assistito amorevolmente la madre, affetta dallo stesso
male.
Molto spesso però nella realtà le persone ammalate vengono abbandonate
dai propri cari perché per loro è difficile
sostenere ed affrontare situazioni così pesanti.
In collaborazione con “Libreria Tempolibro”
Via Manzoni, 49 - Busto Garolfo Tel. 0331/537339
A TE MAMMA
Le figlie, i generi e i nipoti di
Maria Colombo ringraziano
tutto il personale della
Casa Famiglia che ha
permesso alla mamma
di trascorrere in serenità gli
ultimi anni della sua lunga vita.
Famiglie Sasso e Giovannelli
~
I familiari di
Celestina Garavaglia
ringraziano i medici, le infermiere e
tutto il personale.
Un grazie di cuore.
~
Ringrazio tutto il personale per
La sofferenza, vivere la sofferenza,
l’attenzione e l’affetto che ha avuto
ricordi mai spenti, ricordi sempre vivi.
nei riguardi di mia mamma
Assistere impotenti al lento declino,
Maria Bottini. Luigia Ceriotti
il corpo assente, gli occhi lucidi e sereni,
~
l’amore dei propri cari, l’attesa, la speranza.
Vi ringraziano per l’aiuto e il
Un segno. Lo sguardo nel vuoto,
sostegno i figli di Carla Bosetti.
mani che si stringono in preghiera,
Giovanna, Isa e Paolo
nessun segno, l’anima si libera,
~
il corpo inerme, le labbra sorridenti,
La famiglia Garavaglia
un piccolo alito di vento, un po’ gelido,
sentitamente ringrazia tutto il
annuncia l’imponderabile.
personale per le cure e l’amore
La vita ha concluso il suo cammino:
dedicato al congiunto Lorenzo.
nulla ha potuto la potenza dell’amore.
~
I ricordi che portiamo dentro
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L’angolo dei ricordi ...
Dolce e cara mamma,
ora che non ci sei più
ci accorgiamo quanto valevi tu.
Sei stata la guida del nostro cammino e
spero che ci sarai sempre vicino.
Quante volte non ti abbiamo ascoltata,
e quante volte non ti abbiamo apprezzata.
Quante volte ci hai accarezzate con lo
sguardo mentre dormivamo.
Ora ci manca il tuo sorriso.
Però se guardiamo il cielo,
rivediamo il tuo dolce viso.
Pinuccia e Miriam
I famigliari di Giola Angelina ringrarivivranno sempre nell’anima,
ziano sentitamente i medici, il personacon gioia, nei momenti di solitudine.
A tutti coloro che col calore della presen- le infermieristico e i volontari di Casa
Famiglia che per l’intera degenza
za, affetto, amicizia, ci hanno confortato in
questo doloroso momento,
hanno assistito con encomiabile proil nostro sentito ringraziamento.
fessionalità la nostra cara Angelina.
I familiari di Andrea Navoni
Famiglia Cassani
... un po’
Tanti Auguri a
MAGGIO
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15
19
21
22
Maria Maggiore
Romilda Capra
Agnese Guindani
Carolina Pisoni
Giuseppina Vergani
Romilda Bonomi
LUGLIO
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16
22
Virginia Zanzottera
Irene Streparola
Olga Tracco
Renata Scazzosi
GIUGNO
12
03
06
09
11
11
15
17
26
29
Ricca Morlacchi
Immacolata Tarantini
Natalia Rossetti
Adalgisa Colombo
Rosa Zanzottera
Luigi Celeste Giola
Remo Savio
Rita Binaghi
Clara Sbrega
AGOSTO
02
12
20
22
23
23
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25 aprile 2011
Benvenuto a Mattia!
Figlio del coordinatore Ugo
SPAGHETTI AL
ROSMARINO E PINOLI
Matilde Faccenda
Margherita Vedovati
Gorla Maria Liberata
Giuseppe Olgiati
Giovanni Ferrario
Rosa Chiappa
Virginia Giudici
Grazie ai nostri volontari
Alberto, Carletto, Piera e Pinuccia
che sempre ci sostengono e ci
aiutano in ogni occasione
Tiziana PISONI • Cuoca
Di Tutto ...
Ingredienti
400 gr di spaghetti
1 rametto di rosmarino
30 gr burro
Olio d’oliva
Sale
Aglio
30 gr pinoli
Vino bianco
60 gr formaggio pecorino
1 peperoncino rosso
Mentre la pasta cuoce, rosolare la cipolla con
l’olio, burro e il trito di rosmarino, aglio e pinoli.
Bagnare con il vino bianco e aggiungere il peperoncino rosso. Far cuocere a fuoco lentissimo
per 10 minuti. Scolare la pasta al dente, versarla
in una zuppiera e condirla con il sugo al rosmarino e pecorino grattugiato.
Per la realizzazione di «TRA DI NOI» hanno collaborato: gli ospiti di Casa Famiglia, il Coordinatore
Ugo Zorco, la sig. ra Marinella Restelli, l’infermiera Laura Spigolon, l’animatrice Elena Zanzottera,
le ASA Patrizia Putzu e Rachele Nebuloni, la cuoca Tiziana Pisoni, l’ospite Natalia Rossetti, la
volontaria Pinuccia Totè.