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Maggio - Giugno - Luglio - Agosto 2011 Motivazione: senso di appartenenza e impegno • S Ugo ZORCO Coordinatore e ci pensiamo bene, non basta che ognuno di noi faccia ciò per il quale è stato chiamato a fare ogni giorno, non basta solo rispettare e onorare un contratto sia esso di un’azienda o di un libero professionista. Quello che in realtà fa la differenza è quel qualcosa in più che ognuno di noi mette nel fare il proprio lavoro. Qualcosa di invisibile e impalpabile che nasce dentro ognuno di noi. Questo si chiama appartenenza e impegno senza i quali un qualsiasi servizio si mostrerà freddo e spento. Le residenze sanitarie diventano per gli anziani che le abitano, ma anche per il nostro modo di concepire l’assistenza, una vera e propria “Casa” il luogo in cui ricreare le più confortevoli condizioni di vita. La certezza della presenza quotidiana del medico, dell’infermiera, del fisioterapista, dell’ausiliaria e dell’animatrice è sempre motivo di rassicurazione e serenità poiché, la voglia di vivere è sempre pre- sente. A volte negli operatori si sente dire: ho fatto il mio dovere, cosa vuoi di più! Questo non è più sufficiente, se un’organizzazione vuole fare la differenza, deve far riflettere e incentivare i propri operatori a tener conto di questi aspetti. Non basta vestire un anziano al mattino dopo avergli praticato l’igiene, se il golfino che gli facciamo indossare non è quello che desidera. Non basta preparare un anziano a cambiare residenza e abitudini se il posto in cui lo inseriamo è confuso e disordinato. Potremmo fare mille esempi di questo tipo. E’ estremamente importante per chi opera nel nostro settore che il personale si senta sempre motivato e stimolato. Questi elementi consentono realmente di fare la differenza. Cosa consente ad un ciclista di fare l’impresa staccando tutti su una salita di montagna? L’impegno, l’entusiasmo, la fiducia assoluta in ciò che fa e nelle sue capacità. Queste sono le caratteristiche che consentono anche a noi, che a volte percorriamo strade in salita più ardue di quelle che percorre il ciclista, di dare qualcosa in più. ...e guarisce! Laura SPIGOLON Infermiera professionale “L’INSONNIA” “ Un disturbo molto diffuso ” Ecco quindi alcune regole d’oro da seguire: - eliminare la carne dal pasto serale e arricchirlo di verdura e amidi come pasta e riso. Insieme alle banane questi alimenti sono ricchi si serotonina, una sostanza che induce il sonno e ha effetto sedativo 2 L’ Miss Siringa dice... • insonnia è un disturbo molto comune e il sesso femminile sembra essere il più colpito. Con il termine insonnia si indica la sensazione soggettiva di non aver tratto sufficientemente riposo dal proprio sonno e per questo non si sente in completa efficienza fisica e mentale durante il giorno. Le cause che la scatenano sono l’ansia oppure lo stress ma anche la menopausa, l’iper e ipotiroidismo, l’alterazione del normale ciclo attività – riposo, la turnazione lavorativa, la depressione. Per porre rimedio a questo problema si ricorre ai farmaci, come le benzodiazepine e gli antidepressivi triclici, oppure all’omeopatia dove vi sono erbe come la passiflora, il biancospino, l’escolzia, la camomilla ed infine il tiglio. Ma spesso la vera causa dell’insonnia sono le “cattive “abitudini sia nello stile di vita che nell’alimentazione. - imparare un metodo di rilassamento come lo yoga che aiuta a diminuire la tensione muscolare - per chi non ha problemi di allergia un bicchiere di latte caldo prima di coricarsi. È un toccasana conosciuto fin dall’antichità - una volta svegli meglio alzarsi e preparare una camomilla o una tisana di lavanda, tiglio o passiflora - andare a letto solo per dormire e solo quando si ha sonno - limitare, nelle ore precedenti il sonno, attività che eccitano l’organismo come lo studio intenso o attività fisiche impegnative. • ASA GLI ANGELI DI CASA FAMIGLIA E LA LORO... “PAGELLA” “Il desiderio di aiutare gli altri” M i chiamo Patrizia Putzu e in Casa Famiglia svolgo il ruolo di ausiliaria socio assistenziale. Prima di lavorare in questa struttura ho lavorato in altre case di riposo e in ospedale. Da 24 anni sono impegnata in questo settore. Ho scelto di svolgere questo tipo di mansione in seguito ad una malattia che mi ha colpita da ragazza; di qui è nato il desiderio di aiutare gli altri. Ed è proprio questo che mi piace di questo lavoro: aiutare il prossimo. Faccio parte del personale di Casa Famiglia da 10 anni; con le colleghe sono in buoni rapporti anche se lavorare in gruppo non è facile. Con gli ospiti ho un buon rapporto pur ammettendo che a volte si perde la pazienza. Questo lavoro mi ha dato anche degli insegnamenti: gli anziani sono persone che danno molto. Le loro esperienze vissute e raccontate sono insegnamenti di vita. Rita M.: “Non ho nulla da dire se non che è brava nel suo lavoro”. Marcellina R.: “Un po’matta, ma a noi piace così”. Duilio S.: “Per me sono tutte uguali. È brava come le altre”. Natalia ROSSETTI • Ospite PRESENTIAMO GLI ABITANTI DI CASA FAMIGLIA “Non sento la nostalgia di casa mia” M i chiamo Natalia Rossetti sono nata a Rescaldina il 9 giugno del 1932. Mamma Maria lavorava come tessitrice mentre papà Giuseppe nel settore meccanico e ho due fratelli Giancarlo e Antonio. Ho frequentato le scuole fino alla 5° elementare e andavo molto volentieri; avevo molti amici con i quali mi ritrovavo presso l’oratorio del paese. Ho iniziato a lavorare a 15 anni presso la ditta Bassetti come operaia. Nel tempo libero mi dedicavo a lavori di sartoria; cucire è sempre stata la mia passione. A 21 anni ho incontrato Gianni, che era maggiore rispetto a me di 8 anni. Ci siamo conosciuti a Rescaldina in occasione della festa patronale, per mezzo di alcuni amici. Lavorava come meccanico e dopo un anno, esattamente l’11 settembre del 1954 ci siamo sposati. Indossavo un abito in sangallo, lungo e bianco, in testa portavo il velo. Abbiamo vissuto a Villa Cortese dove sono nati i nostri 3 figli; Graziano che ho perso quando aveva 2 mesi, poi nel 1957 nacque un nuovo Graziano che morì a 17 anni per malattia, mentre nel 1964 Giuseppina. La scelta di entrare in Casa Famiglia è stata mia; qui risiedeva già mio marito che ora purtroppo non c’è più. Mi trovo benissimo, sono tranquilla e soprattutto sono in compagnia. Mi trovo talmente bene che non sento nemmeno la nostalgia di casa! 3 ...Vivere in Casa Famiglia... Patrizia PUTZU Gli OSPITI di Casa Famiglia LA STORIA DEL SAPONE “Dalle origini a oggi” I ...Vivere in Casa Famiglia... 4 l sapone era già conosciuto prima dell’era Cristiana. Le sue origini sono lontane e incerte. Le prime prove dell’utilizzo del sapone risalgono alla civiltà babilonese; infatti, cilindri di terracotta che contenevano residui di sostanze simili al sapone, risalenti al 2800 a.C., sono stati trovati in Mesopotamia. Originariamente il sapone era una mistura di sego (grasso animale) e ceneri. Gli egizi invece preparavano il sapone con grasso animale, oli vegetali e con un minerale raccolto nella valle del Nilo considerato un’importante sorgente di soda. Nel II secolo d.C. anche i latini non sono estranei all’uso del sapone e ne sottolineano l’importanza sia per la prevenzione di alcune malattie sia per la pulizia. Con il passare del tempo la saponeria ha subito una lenta evoluzione; infatti, la lasciva, ossia la polvere delle ceneri, ha sostituito le ceneri vere e proprie, mentre i grassi vegetali, in particolare l’olio d’oliva, hanno sostituito il sego. Le maggiori produttrici di sapone sono state l’Italia e la Spagna. In Francia la fabbricazione del sapone fu introdotta da Colbert che installò la prima manifattura a Tolosa. Immediato fu il successo che portò alla costruzione di altre manifatture a Marsiglia dove ebbe origine il sapone che ancora oggi porta il suo nome. Qualcuno ipotizza che la parola sapone derivi dal colle Sapo, dove gli antichi romani sacrificavano animali e ne bruciavano le ossa. Cenere e grassi colavano poi verso la riva del Tevere dando origine alla saponificazione. La zona era nota alle lavandaie romane che sa- pevano per esperienza che lavare in quella zona del Tevere permetteva di ottenere un bucato migliore. Natalia R.: “Ricordo che per sbiancare la biancheria la lasciavamo in ammollo coperta da un telo sul quale c’era la cenere”. Romilda B.: “Io con le amiche andavo alla roggetta. Insaponavo la biancheria, poi la mettevo sul prato, quindi si passava al risciacquo. Per l’asciugatura veniva nuovamente distesa sul prato”. Edera R.: “Durante la guerra il sapone non c’era perchè era stato sequestrato dai tedeschi, così come il sale. Veniva fatto in casa con il grasso bovino e la soda. Si faceva bollire l’acqua alla quale si univa il grasso a pezzi quindi la soda. Si mescolava continuamente e una volta addensato veniva versato in una cassetta di ferro a raffreddare. Una volta solidificato veniva tagliato a pezzi”. Duilio S.: “A Busto Garolfo le donne andavano al lavatoio che c’è ancora oggi, ma non più utilizzato. Portavano la biancheria con la carriola”. Rina R.: “Al mio paese non c’era il lavatoio. Ricordo la mia bisnonna che lavava nel mastello. Mamma preparava il sapone con la soda e il grasso animale. Poi sciacquava con la cenere”. LAVANDAIE 1943 Elena e gli OSPITI di Casa Famiglia “DOMENICA A TEATRO” “La Compagnia Sempr Alegher ha dato, come sempre, il meglio di sè” D 5 ...Casa Famiglia ... Casa Aperta... omenica 17 aprile 2011 gli o s p i t i della nostra Casa, hanno assistito a una commedia brillante di tre atti in dialetto milanese dal titolo “La mièe… zitela”. Lo spettacolo ha visto come LA COMPAGNIA TEATRALE IN SCENA straordinari. Spero di poterli rivedere al protagonista la compagnia teatrale più presto !”. Romilda B.: “Mi sembrava “I Sempr Alegher” di Parabiago. L’inizio della commedia è stato fissato alle ore di essere al Teatro alla Scala di Milano. Gli 15 e noi, puntuali come gli orologi svizzeri, artisti erano magnifici e recitavano molto eravamo li, comodamente in prima fila, bene. Mi è piaciuto moltissimo. Durante l’intervallo a tutti i presenti è stata offerin attesa che il sipario si aprisse. Come sempre grande entusiasmo da parte di ta un’ottima merenda”. Edera R.: “Sono rimasta colpita dalla bravura degli attori. tutti noi , in particolare dei nostri ospiti È la prima volta che assisto a una comche hanno fatto la loro prima uscita di questo nuovo anno. La vicenda si svol- media dialettale e sono soddisfatta”. Pasqua G.: “Tantissimi complimenti agli ge nei primi anni del secolo scorso, in attori. È stato davvero un pomeriggio inpiena Art Noveau. La “zitella” è Anna che riuscirà a convincere il caro amico teressante”. Giuseppe O.: “Personalmendi famiglia, Felice, scapolo impertinen- te sono contento di questa uscita. Ogni te, ad aiutarla nel mettere a punto un tanto uscire fa bene e se poi le occasioni geniale stratagemma: un matrimonio- sono interessanti come questa, allora ne finzione, indispensabile perché lei possa vale davvero la pena”. Giovanni F.: “Firealizzare la sua ambizione matrimonia- nalmente sono tornato per qualche ora le con l’uomo dei suoi sogni e insieme al mio paese dove ho sentito di nuovo parlare, attraverso gli attori, il mio dialetto. intascare un gruzzolo condizionato da Riguardo la commedia è stata divertenvincoli testamentari. Felice sposerà Anna che diventerà “na mugliera” ma reste- te”. Agnese G.: “Bella compagnia ma lo spettacolo mi è piaciuto così così”. rà zitella poiché i due saranno estranei per sei mesi, il tempo utile per poter di- Marcellina R.: “Lo spettacolo molto gradito come la merenda che per di più vorziare e riscuotere la somma lasciata in eredità. Ma allo scadere del termine era gratis”. Martina S.: “Ottima commefissato, i protagonisti scoprono di deside- dia, davvero non immaginavo. rare che la finzione si trasformi in realtà. Bellissima la sceneggiatura, i costumi cuRina R.: “Bellissimo lo spettacolo teatrale, rati nei minimi particolari, ottima l’interpretazione dei protagonisti principali”. complimenti vivissimi agli attori, davvero Rachele NEBULONI • Asa “ADORAZIONE EUCARISTICA” “Il desiderio di esternare e professare la propria fede” ...Casa Famiglia ... Casa Aperta... 6 N el mese mariano ai nostri ospiti è stato regalato un bellissimo momento di Adorazione Eucaristica. Nel pomeriggio di lunedì 16 maggio Suor Luigia e Suor Enza, sempre molto presenti nella nostra struttura, hanno portato il Santissimo e lo hanno esposto sull’altare della nostra cappella. Un momento di preghiera intenso guidato da entrambe le suore che si sono trattenute per un’ora circa. Un incontro ben riuscito grazie alla Reverenda Madre che con semplici parole ha condotto questo momento permettendo agli ospiti di capire e ripetere senza difficoltà. Questo momento di Adorazione Eucaristica è stato pubblicizzato con un manifesto, esposto in Casa Famiglia, molto bello e delicato che faceva riflettere, come questa accoglienza doveva essere preparata. Dopo anni siamo riusciti ad avere il Santissimo nella nostra Casa Famiglia e per tutti noi è stata una bella conquista. Una nostra volontaria ha diffuso il volantino nelle cassette della posta della via e in alcuni negozi del paese. Il risultato è stato molto positivo, infatti è intervenuta molta gente. Finora i nostri ospiti si erano limitati a recitare il Santo Rosario e ricevere settimanalmente la Comunione. Ora con questo incontro hanno ricevuto lo Spirito Santo che ha abbracciato tutti i presenti. Un ringraziamento ai volontari per l’aiuto ma anche alla nostra animatrice che si è rivolta a Don Sandro per questo preziosissimo sacramento e per la preparazione dell’altare. Quel giorno tutti coloro che hanno partecipato hanno avuto una doppia possibilità: incontrare Gesù nel Santissimo Sacramento e incontrare gli ospiti di Casa Famiglia. In base a quella che è la nostra esperienza di operatori all’interno di Casa Famiglia, abbiamo inoltre notato che per gli anziani è importante esternare e professare la propria fede. Attraverso la religione essi trovano il conforto e la pace. Siamo quindi convinti che questo momento di Adorazione Eucaristica sia stato davvero una bellissima iniziativa. Elena e gli OSPITI di Casa Famiglia “GITA ALL’AGRITURISMO” “Una giornata entusiasmante” Q 7 bandita di antipasti, seguita da due primi, due secondi, contorni e ottimi dolci. Clara S.: “Sono felicissima, è stata una gita interessante. Abbiamo fatto il pane come una volta e ci siamo divertiti. La signora Liliana è stata gentilissima”. Edera R.: “Una meraviglia, mi sono divertita un sacco soprattutto alle prese con la farina. E che risate quando abbiamo mangiato il peperoncino!”. M. Luisa U.: “Ho fatto il pane esattamente come lo facevo a casa mia. Ho mostrato con orgoglio alle mie amiche il pane ferrarese!”. Giovanni F.: “Con la farina è stata un’impresa!”. Rina R.: “Meglio di così non si poteva chiedere! Oltre alla bella compagnia, un pranzo da leccarsi i baffi!”. Giuseppe O.: “Di questa uscita ho portato a casa l’odore della stalla che ho ancora nel naso”. Marcellina R.: “Ho fatto il pane con l’aiuto della volontaria Pinuccia. Che ridere! Pasqua G.: “Il mio pane veneto è riuscito benissimo!”. Giuseppe D.V.: “ Sono stato benissimo, ero in ottima compagnia ma fare il pane non fa per me!”. ...Casa Famiglia ... Casa Aperta... uest’anno, per la nostra gita annuale, abbiamo proposto ai nostri ospiti una gita presso l’agriturismo “Fattoria Canale” di Azzate in provincia di Varese. Non eravamo in molti, ma come dice il proverbio “ pochi… ma buoni”. Così sabato 2 luglio alle ore 9.00, dopo circa un’ora di viaggio, abbiamo raggiunto la meta. Accolti dalla signora Liliana abbiamo svelato la sorpresa. Gli ospiti dovevano fare il pane. Non potete immaginare con quale entusiasmo gli ospiti hanno accolto l’idea. Fare il pane come una volta! Tra chi in passato preparava il pane per la sua famiglia e chi invece non sapeva nemmeno da dove cominciare, è iniziata una vera e propria gara. Una concorrenza sfrenata fra chi faceva il pane tipico di Mantova, di Vicenza, ma anche chi si è impegnato a preparare la classica michetta. Tutto ciò avveniva sotto il controllo della signora Liliana che coordinava l’attività. Mentre il pane lievitava, ci siamo incamminati verso le stalle dove vi erano maiali, cavalli, asini, pecore, capre, mucche e tori. Alcuni si sono limitati ad accarezzare gli animali, altri hanno voluto ripercorrere l’esperienza della mungitura. E poi, tutti al frutteto dove abbiamo assaporato dell’ottima uva spina, ribes neri e pesche. La giornata calda e soleggiata era comunque ventilata da una leggera brezza che ha reso piacevole la nostra uscita. Ma il momento più importante per gli ospiti doveva ancora arrivare: il pranzo! Al rientro abbiamo infatti trovato una tavola im- Madre Teresa Vivi la vita di CALCUTTA Dai il meglio di te… La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. 8 La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocala. fini egoistici. La vita è preziosa, abbine cura. Non importa, fa il bene. La vita è una ricchezza, Se realizzi i tuoi obiettivi, conservala. ...La pagina della Poesia Se fai il bene, ti attribuiranno La vita è amore, godine. troverai falsi amici e veri nemici. La vita è un mistero, scoprilo. Non importa, realizzali. La vita è promessa, adempila. Il bene che fai verrà domani La vita è tristezza, superala. dimenticato. La vita è un inno, cantalo. La vita è una lotta, accettala Non importa, fa il bene. La vita è un’avventura, rischiala. L’onestà e la sincerità ti La vita è felicità, meritala. rendono vulnerabile. La vita è la vita, difendila. Non importa, sii franco e onesto. Dà al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci. Non importa, dà il meglio di te. Pinuccia TOTE’ • Volontaria L’AMORE... ... e gli altri sentimenti so l’Amore. Un giorno fu annunciato a tutti un pericolo imminente e tutti furono invitati a lasciare subito l’isola, così iniziarono a preparare le barche. Quando l’isola iniziò ad affondare, l’Amore, che era da solo, decise di chiedere aiuto alle barche che passavano. Passò la Ricchezza, e l’Amore gli chiese: “Ricchezza, mi puoi prendere con te?”, ed ella rispose: “No non posso, ho oro e gioielli con me. Per te posto non c’è”. Di lì a poco passò la Vanità, ed anche ad essa l’Amore chiese aiuto. Ma la Vanità rispose: “Non posso aiutarti Amore, sei tutto bagnato e potresti rovinare la mia barca”. La barca successiva era quella della Tristezza, e l’Amore chiese aiuto anche ad essa. Ma ella rispose: “Sono così triste che preferisco andare da sola”. E subito la Felicità passò così veloce che nemmeno si accorse dell’Amore che chiedeva aiuto. Ma ecco che improvvisamente una voce disse: “Vieni Amore, ti prenderò io con me sulla mia barca”. Era una persona anziana, e tale era la concitazione che l’Amore dimenticò di chiederle chi fosse. Giunti su un’altra isola, l’Amore chiese dunque il suo nome e scoprì che era il Tempo. L’Amore chiese allora perché lo aveva aiutato e il tempo rispose: “Solo il tempo è capace di comprendere quanto grande è l’AMORE. 9 ...La pagina della Cultura C ’era un’isola dove tutti i sentimenti hanno vissuto Felicità, Tristezza, Conoscenza ed altri, compre- Elena ZANZOTTERA “VECCHIO SARA’ LEI” Cesa Bianchi Marcello 232 pagine, € 15,00 Guida Editore Il Spazio ... alla lettura 10 progressivo invecchiamento della popolazione ha sempre più coinvolto l’interesse degli studiosi. Fra gli anziani si evidenzia una notevole variabilità: vecchi attivi, propositivi, autonomi e altri meno fortunati, in difficoltà, non autosufficienti. Le ricerche e gli interventi in ambito culturale e assistenziale potranno diminuire il divario fra l’una e l’altra posizione. L’opportunità di svolgere esercizi psicomotori, di esprimere le potenzialità affettive e creative, di comunicare con i coetanei e con i giovani, di trasmettere esperienze e memorie, di continuare a imparare, a realizzare se stessi, a occupare un ruolo in famiglia e nella comunità permette di invecchiare con maggiore serenità. Negli ultimi decenni la psicologia positiva e le neuroscienze hanno aperto nuove prospettive per l’affermarsi di un pensiero-anziano che possa contribuire alla conservazione di valori fondamentali. Il volume si propone di aiutare gli anziani attuali e quelli futuri, di ogni livello educativo e sociale, a ricercare un modo migliore di invecchiare e di consentire agli studenti e agli operatori della salute di scoprire e conoscere il mondo dei vecchi, i loro problemi e risorse. Nel testo compaiono anche racconti, esperienze riportate dagli anziani; storie e aneddoti che hanno caratterizzato la vita di ultracentenari. . Animatrice “A … COME NON SO” A.come non so Luigi Oliati 40 pagine, € 3,80 In Dialogo Editore L’ Alzheimer è una malattia di cui a pochi interessa veramente qualcosa perché coinvolge una parte della nostra società che normalmente viene dimenticata e spesso emarginata quella, cioè, degli anziani. E poi il colpo di scena: il protagonista, un affermato psicologo di soli cinquant’anni, nel pieno della sua vita e della sua carriera viene colpito dal morbo di Alzheimer. Morbo... che brutta parola questa!Fa subito venire in mente un terrificante male che ti consuma e ti logora fino alle ossa, un male che ti annienta l’identità, il cervello, la memoria, e che ti isola, giorno dopo giorno, in un mondo fatto di silenzio e di sofferenza. E’ questo l’Alzheimer ed è proprio questa realtà che troverete descritta in questo testo. Il protagonista di quest’opera a differenza però di molti altri ammalati si trova per così dire in una condizione di privilegio: egli viene assistito e affiancato in questo lungo e irreversibile cammino verso la sofferenza dai suoi cari, dalla moglie e dai figli. Egli stesso prima di ammalarsi aveva assistito amorevolmente la madre, affetta dallo stesso male. Molto spesso però nella realtà le persone ammalate vengono abbandonate dai propri cari perché per loro è difficile sostenere ed affrontare situazioni così pesanti. In collaborazione con “Libreria Tempolibro” Via Manzoni, 49 - Busto Garolfo Tel. 0331/537339 A TE MAMMA Le figlie, i generi e i nipoti di Maria Colombo ringraziano tutto il personale della Casa Famiglia che ha permesso alla mamma di trascorrere in serenità gli ultimi anni della sua lunga vita. Famiglie Sasso e Giovannelli ~ I familiari di Celestina Garavaglia ringraziano i medici, le infermiere e tutto il personale. Un grazie di cuore. ~ Ringrazio tutto il personale per La sofferenza, vivere la sofferenza, l’attenzione e l’affetto che ha avuto ricordi mai spenti, ricordi sempre vivi. nei riguardi di mia mamma Assistere impotenti al lento declino, Maria Bottini. Luigia Ceriotti il corpo assente, gli occhi lucidi e sereni, ~ l’amore dei propri cari, l’attesa, la speranza. Vi ringraziano per l’aiuto e il Un segno. Lo sguardo nel vuoto, sostegno i figli di Carla Bosetti. mani che si stringono in preghiera, Giovanna, Isa e Paolo nessun segno, l’anima si libera, ~ il corpo inerme, le labbra sorridenti, La famiglia Garavaglia un piccolo alito di vento, un po’ gelido, sentitamente ringrazia tutto il annuncia l’imponderabile. personale per le cure e l’amore La vita ha concluso il suo cammino: dedicato al congiunto Lorenzo. nulla ha potuto la potenza dell’amore. ~ I ricordi che portiamo dentro 11 L’angolo dei ricordi ... Dolce e cara mamma, ora che non ci sei più ci accorgiamo quanto valevi tu. Sei stata la guida del nostro cammino e spero che ci sarai sempre vicino. Quante volte non ti abbiamo ascoltata, e quante volte non ti abbiamo apprezzata. Quante volte ci hai accarezzate con lo sguardo mentre dormivamo. Ora ci manca il tuo sorriso. Però se guardiamo il cielo, rivediamo il tuo dolce viso. Pinuccia e Miriam I famigliari di Giola Angelina ringrarivivranno sempre nell’anima, ziano sentitamente i medici, il personacon gioia, nei momenti di solitudine. A tutti coloro che col calore della presen- le infermieristico e i volontari di Casa Famiglia che per l’intera degenza za, affetto, amicizia, ci hanno confortato in questo doloroso momento, hanno assistito con encomiabile proil nostro sentito ringraziamento. fessionalità la nostra cara Angelina. I familiari di Andrea Navoni Famiglia Cassani ... un po’ Tanti Auguri a MAGGIO 01 15 15 19 21 22 Maria Maggiore Romilda Capra Agnese Guindani Carolina Pisoni Giuseppina Vergani Romilda Bonomi LUGLIO 09 10 16 22 Virginia Zanzottera Irene Streparola Olga Tracco Renata Scazzosi GIUGNO 12 03 06 09 11 11 15 17 26 29 Ricca Morlacchi Immacolata Tarantini Natalia Rossetti Adalgisa Colombo Rosa Zanzottera Luigi Celeste Giola Remo Savio Rita Binaghi Clara Sbrega AGOSTO 02 12 20 22 23 23 30 25 aprile 2011 Benvenuto a Mattia! Figlio del coordinatore Ugo SPAGHETTI AL ROSMARINO E PINOLI Matilde Faccenda Margherita Vedovati Gorla Maria Liberata Giuseppe Olgiati Giovanni Ferrario Rosa Chiappa Virginia Giudici Grazie ai nostri volontari Alberto, Carletto, Piera e Pinuccia che sempre ci sostengono e ci aiutano in ogni occasione Tiziana PISONI • Cuoca Di Tutto ... Ingredienti 400 gr di spaghetti 1 rametto di rosmarino 30 gr burro Olio d’oliva Sale Aglio 30 gr pinoli Vino bianco 60 gr formaggio pecorino 1 peperoncino rosso Mentre la pasta cuoce, rosolare la cipolla con l’olio, burro e il trito di rosmarino, aglio e pinoli. Bagnare con il vino bianco e aggiungere il peperoncino rosso. Far cuocere a fuoco lentissimo per 10 minuti. Scolare la pasta al dente, versarla in una zuppiera e condirla con il sugo al rosmarino e pecorino grattugiato. Per la realizzazione di «TRA DI NOI» hanno collaborato: gli ospiti di Casa Famiglia, il Coordinatore Ugo Zorco, la sig. ra Marinella Restelli, l’infermiera Laura Spigolon, l’animatrice Elena Zanzottera, le ASA Patrizia Putzu e Rachele Nebuloni, la cuoca Tiziana Pisoni, l’ospite Natalia Rossetti, la volontaria Pinuccia Totè.