Carta Nuda - eredibrancusi.net

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Mario Raverdino
Di là sarà felicità
Qui si deve creare verità
Il fuoco diventerà acqua
Più ascolteremo sott’anima
Di là saremo poeti
Qui bisogna essere pubblicati.
Dio salvi i Poeti
Carta Nuda
Giugno 1999
Fondazione Eredi Brancusi
Cascina Corso Via La Morra, 17
12062 Cherasco (Cn) - Italia
[email protected]
www.eredibrancusi.net
Carta nuda
Io sono il Tamagoki di Mario Chiara,
lui mi sussiste e mi fa sbadigliare
mi suggerisce l’ordine dei numeri
e delle parole vane.
Senza titolo
Le passioni muovono il mondo,
la mia passione è fare vasi di creta.
Non faccio vasi di creta
perché non voglio che il mondo si muova.
Tu carta nuda
che convogli le energie erotiche
le energie sessuali
le energie sentimentali
in un mare di certezza
offri la tua libido
a questi paesani sconvolti
che rigurgitano il caos
indicami nel vasto selvaggio cuore di Annetta
quel pusillanime orgoglio che tutto tenta.
Dottor Battagia
Giorgio Armani
Tu sei lo scodinzolio
di tutti i gatti del paese,
sei uno psichiatra tosto,
hai due gambe, due braccia,
cammini celere e non lasci traccia.
Sei lo psichiatra del Porto
insieme a Paudice e
ti interessi delle cose belle.
Tu Battagia dal nome strano
hai in mano fogli che
parlano male di te ma
li tieni gelosamente.
Vieni spesso al bar
dove prendi il drink della pace.
Tu sei bravo come Paudice
che fa rima con Nietzsche.
Tu, Giorgio Armani
sei un bravo stilista
e confezioni i vestiti
per indossatori
e indossatrici.
Tu, Giorgio Armani
sei un bravo sarto,
i tuoi vestiti
cadono bene.
lavorare con te
è stato un piacere,
il tuo cane bianco
è corbezzolo di valanga.
Vascun
Maurizio
Sei un bel biondino,
porti i capelli
arruffati
come uno spaventapasseri
di tipo A.
Tu che sei
ospite del Porto
lustri le carlenghe
e le bisacce imbottite
con soave pazienza.
Non sei uno
scappato di casa e
le tue mani
adombrano con forza
la racchetta
con intento
costruttivo.
Mi ricordo quando tu
levavi la polvere agli abitacoli
del cementificio come
il maniscalco dei tubi.
Ricordo poi le tue calze
grigio perla, volteggiare
nel bosco come la volpe gialla.
Tu che sei per me
una capra profumata indicami
il cammino verso i pascoli azzurri
dove scorre il latte scremato.
Tu sei uno ienotto che
dimostra la sua bellezza.
Federica
Marisa
Tu bella Federica porti i jeans
senza risvolto con eleganza e
sei disciplinata come Don Sturzo.
I tuoi capelli spettinati ti coprono
la fronte con onde castane.
Hai due begli occhi azzurri che
guardano la sabbia dorata del mare.
Le tue mani chiare
inanellano forze motrici.
Credi nella pagnotta di lievito duro
che ti provoca la salsedine.
Fai bene il turno come Indro Montanelli
nella guerra ‘15/’18.
Con la voce consegni la terapia
che guarisce le crisi ipocondriache.
Marisa, Marisa, Marisa,
vedo i tuoi occhi luccicanti
esprimere bontà e le tue
mani volteggiare nello
spazio limitato dai venti.
Ascolto le parole che pronunci faticosamente
nel cielo dipinto di rosso e
nella titubanza delle sillabe.
Marisa tu sei per me
una figura leggiadra che
cammina nel sottobosco e
parla con gli elfi giganti.
A Franco
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Franco tu con le zampe nere
scivoli nell’aere e
leggi le mie poesie
con occhio indagatore.
Tu Franco con le zampe bianche
scacci gli animali cattivi
che si presentano a te.
Negli anfratti rupestri tu
trovi l’occasione di una
prelibatezza mentre con la
mano scacci le formiche tse tse.
Già ti vedo scavalcare i dossi
che portano al fiume
dove tu giochi ai dadi
con l’incredulità.
Le tue zampe rosse
volteggiano smaniose e
lente cercano i bruchi
della salvezza.
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Franco dalle zampe grigie
che volteggia nell’aere lieto e pensoso
simile a un radar fuggito dal tempo.
Tu sei l’ornitorinco dalle zampe gialle
che si prostra a occidente
per ottenere il favore degli Dei.
Tu sei dentro un giaguaro affamato
che scruta i minuscoli polverii impolverati.
Io sono un mandrillo dalle zampe viola
Che osserva il mutamento delle cose
arrampicandosi sui vetri delle ville.
THE
Tu The sei stata
una riunione di persone
civili che vestivano bene,
tu occasione di festa,
ritrovo di paesani
sei buono come
il latte e caldo
come il caffè.
Sei stato bevuto
dalla dottoressa Ippolito che
con verosimiglianza
addentava il panettone
con spirito baldanzoso.
Dal grande dottor Metello
che con il buon Vilfredo
acchiappava le arachidi fresche
con spirito di Antropologo.
Dalla dottoressa Roli che
con spirito incuriosito
consultava la sua folta agenda;
Da Lilli e Sergio che
si avvicinavano alla grappa Bonsanti
con fare austero e
spirito cruccioso.
Grazie The
Bevanda sublime e analcolica
che mi hai dato un gusto prezioso.
Poesia per Ottoien in arte
Maurizio Olivero
Ottoien tu sei una luce per me,
tu sei nella grancassa quotidiana
il faro acceso e la luce spenta.
Tu sei Ottoien un mito, una garanzia.
I tuoi capelli sono piume di befana
La tua barba rada sfiora l’incolumità
Oohh…Ottoien…Ottoien.
Ottoien II
Ottoien, Ottoien,
i tuoi occhiali sono
stinchi di betulla,
il tuo passo è
becco di falcata,
la tua voce roca è
una coda di rospo,
i tuoi vestiti caduchi
trovano il silenzio,
i tuoi capelli sono
radar nella tempesta,
le tue mani dalle
dita oblunghe
afferrano il caos,
i tuoi occhi
spruzzano antonomasia.
Ottoien, Ottoien.