8 dicembre 2016 – iv domenica di avvento
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8 dicembre 2016 – iv domenica di avvento
DIO CON NOI QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A – MATTEO 1,18-24 18. Così fu generato Gesù Cristo: Il Vangelo di Matteo di questa domenica ci immette dentro il mistero del Natale e ci annuncia la gioia della salvezza che riceviamo dall’alto, come dono gratuito, per libera iniziativa del Padre. Dal greco ghénesis possiamo intendere che si parli della nascita fisica, ma siccome il significato è anche origine, generazione, l’evangelista ci vuole comunicare che Gesù è stato concepito, cioè generato, dallo Spirito Santo. Ricordiamo che Matteo aveva poco prima riferito la genealogia di Gesù, partendo da Abramo, passando per Davide e arrivando fino a Giuseppe, lo sposo di Maria. L’intento di Matteo era quello di assicurare la paternità davidica legale di Gesù, attraverso Giuseppe e, nello stesso tempo, spiegare che oltre ad essere figlio di Davide, è anche Figlio di Dio, fin dal momento del concepimento. Ammiriamo il coraggio di Matteo che ha inserito nella sua genealogia ben cinque donne per spiegare come Dio agisce nella storia anche per strade non consuete, diverse dalla mentalità ebraica, che riconosceva solo la genealogia in linea maschile. sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Come accade anche attualmente presso alcuni popoli, in Palestina le giovani ragazze venivano fidanzate molto presto dalle loro famiglie, anche attorno ai dieci anni. Il fidanzamento comportava un impegno molto serio e giuridicamente erano di fatto spose. La ragazza rimaneva in casa dei genitori fino a quando non fosse giunto il momento della pubertà e il conseguente trasferimento nella casa dello sposo, dopo la celebrazione delle nozze. Di solito trascorreva un anno. La giovane che fosse rimasta incinta prima delle nozze avrebbe subito un processo e sarebbe stata lapidata per aver infranto l’impegno di fedeltà. Nel caso di Maria, l’evangelista Matteo spiega che quanto è avvenuto in lei è opera dello Spirito Santo, pertanto rimane integra la sua fedeltà. 19. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. In queste poche righe viene tratteggiato il dramma di Giuseppe: è uomo giusto, cioè osservante della legge. Dovrebbe denunciare Maria, rimandarla a suo padre, accusarla con conseguente lapidazione da parte degli uomini della città per il disonore che aveva gettato sulla casa paterna. Può scegliere un’altra strada: il divorzio, alla presenza di due soli testimoni e con maggiore segretezza. Maria sarebbe potuta restare nella casa dei genitori, evitando la lapidazione, ma sarebbe stata infamata per sempre per la sua maternità irregolare. È evidente che Giuseppe ha compreso il disegno di Dio a poco a poco, attraverso un cammino difficile. 20. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; Questo versetto rivela il combattimento interiore di Giuseppe che non è convinto di fare la scelta giusta. Da una parte ha l’obbligo di denunciare Maria, dall’altra il suo amore per lei gli impedisce di fare questo. In questo momento gli appare un angelo in sogno. Matteo utilizza per sei volte nel suo vangelo l’intervento divino attraverso un angelo nel sonno e nel sogno. È l’unico evangelista a fare questo. “L’uomo giusto ha gli stessi sogni di Dio” (Padre Ermes Ronchi). L’angelo tranquillizza Giuseppe, gli dice di non temere e lo esorta a prendere Maria come sposa. Lo rassicura che quanto è avvenuto in lei è opera di Dio e Gesù è veramente Figlio di Dio, senza alcun concorso di uomo. Dio parla ad un uomo e ad una donna: parla alla coppia che forma una famiglia, perché Egli è Famiglia, è circolazione d’amore: unità di Padre, Figlio e Spirito Santo. 21. ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Viene conferita a Giuseppe la missione di dare il nome al bambino che nascerà e come tale viene incaricato di accoglierlo, farlo crescere, essere in tutto il suo padre legale. Essendo discendente di Davide, Giuseppe assicura al nascituro di entrare nella discendenza davidica. Il nome “Gesù” indica il programma di colui che è stato concepito nel grembo di Maria: Jeschua = Gesù = il Signore salva. La sua missione, insita nel nome, sarà quella di salvare l’umanità. L’angelo cita il salmo 130,8 e sostituisce al soggetto che è Dio il nuovo soggetto: Gesù, riconoscendo così che Egli è il vero Messia. 22. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Matteo assicura la continuità tra l’Antico Testamento e la vita di Gesù affermando che sta per compiersi quanto secoli prima era stato affermato dal profeta Isaia. 23. Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Nella traduzione della Bibbia dei LXX la parola ebraica “giovane donna” (alma) viene tradotta con la parola “vergine”. In realtà Isaia fa riferimento alla giovane moglie del re Acaz, che partorisce un figlio come segno di benedizione di Dio verso il suo popolo, in momento di crisi del regno di Giuda (cfr. Is 7,14). Appare qui per la prima volta il termine Emmanuele: Dio è con noi (cfr. Is 8, 8-10). Matteo annuncia fin da questo capitolo dell’inizio del Vangelo la presenza di Dio e lo affermerà in modo inequivocabile nell’ultimo capitolo quando Cristo risorto manda i suoi apostoli ad annunciarlo a tutti e affermando che "Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo" (cfr. Matteo 28,20). 24. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. L’obbedienza di Giuseppe all’ispirazione giunta da Dio (angelo è un’espressione per dire Dio stesso) è encomiabile. Probabilmente è stata rafforzata anche da un dialogo con Maria e dalla fede in lei, nella sua illibatezza e nella sua fedeltà. Dalla decisione ai fatti: Giuseppe prende Maria come sposa legalmente riconosciuta e il bambino come figlio legittimo. Giuseppe vede stravolto il suo sogno di formare una famiglia con Maria, ma è uomo giusto, è un uomo, cioè, che mette al primo posto l’adesione d’amore a Dio di cui accoglie la volontà in silenzio e in adorazione. Poi si pone ad eseguire quanto gli è stato detto. Anche a noi il Signore conceda di riconoscere la sua volontà nelle alterne vicende della vita e di seguire con amore il suo disegno anche quando è difficile comprenderlo. Siamo chiamati ad accogliere e generare Cristo nello spirito attraverso l’ascolto della Parola e l’obbedienza della fede, luce oscura o oscurità luminosa. Apriremo così il cuore all’accoglienza del Verbo di Dio e diventeremo la tenda dell’Incontro, tra l’umano e il divino, quel divino che ci trasformerà in icona della Sua Presenza: “Dio è con noi”.. Suor Emanuela Biasiolo