Nuova Secondaria 2-2011 Cordelli

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La LIM e la didattica nella
Secondaria di secondo grado
L’UTILIZZO DELLA LIM NELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE PUÒ ESSERE PROFICUO SE
ACCOMPAGNATO DA UN’ADEGUATA PROGRAMMAZIONE E DALLA PRODUZIONE DI MATERIALE
DEDICATO. LO STRUMENTO PUÒ DIVENTARE AMBIENTE DI APPRENDIMENTO PRIVILEGIATO,
UTILE PER L’ORGANIZZAZIONE E LA CONCETTUALIZZAZIONE DEI SAPERI.
La didattica
Alessandro Cordelli
n una vignetta umoristica apparsa qualche tempo fa
su un quotidiano statunitense, una signora dice con
aria sconfortata al proprio bambino che la guarda
perplesso: «No, you were not downloaded. You were
born»1. Forse non ci pensiamo spesso, ma la visione del
mondo di un adolescente che fin dai primissimi anni ha
avuto esperienze di una realtà fortemente caratterizzata
dalle tecnologie per la manipolazione e trasferimento
dell’informazione è molto diversa da quella di un adulto
– che pure sia profondo conoscitore di quelle stesse
tecnologie – cresciuto nel mondo della televisione con
due soli canali e delle cabine telefoniche. Questa
consapevolezza è fondamentale per chi svolge il ruolo di
educatore, dato che tale differenza di prospettiva può
diventare un ostacolo alla comunicazione oppure una
potente risorsa per migliorare l’azione didattica.
I
NATIVI DIGITALI
Un tratto distintivo dei modi del mondo giovanile è
l’estrema facilità che si ha nella comunicazione
interpersonale: gli adolescenti possiedono telefoni
cellulari e hanno account personali sui vari social
network; anche durante un pomeriggio di studio in casa
sono sempre presenti in una rete virtuale di contatti
attivi, e in ogni momento possono interrompere le loro
attività per scambiare un commento o rispondere
semplicemente a un saluto. Parallelamente, quelle stesse
tecnologie fanno il loro ingresso nella vita scolastica. È
un dato di fatto che quelli che fino a non molto tempo fa
erano problemi oggettivi che assorbivano una certa parte
dell’attività di studio, si sono adesso semplicemente
dissolti; per sapere il valore dell’accelerazione di gravità
su Giove o la data di nascita di Hegel basta digitare due
parole su un motore di ricerca (per non parlare poi di
traduzioni, esercizi, spiegazioni, schemi e tutto il
materiale didattico che si può reperire in rete).
Che lo voglia o meno, il docente è costretto a
confrontarsi con l’inedito contesto venutosi a creare,
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nella scuola come nella società, durante gli ultimi anni.
Può chiudersi a riccio, rifiutando le nuove tecnologie
come ininfluenti ai fini del processo educativo (la
classica considerazione «è solo fumo negli occhi»),
oppure può essere abbagliato da esse e ritenere che le
metodologie tradizionali di insegnamento siano
diventate obsolete e che si debba cambiare
completamente. La personale esperienza di chi scrive
suggerisce di rifiutare entrambe le reazioni; miope la
prima, superficiale la seconda. È bene infatti rifuggire
certi atteggiamenti pregiudiziali e pedanti del tipo
«questi ragazzi non sanno far altro che passare il tempo
davanti al computer, noi alla loro età giocavamo a
pallone per strada...»; d’altra parte sarebbe quantomeno
ingenuo pensare che i contenuti possano nascere dagli
strumenti usati per veicolarli, per quanto spettacolari
questi possano essere. Un atteggiamento corretto deve
quindi partire dall’attenta osservazione della realtà,
libera il più possibile da pregiudizi, nonché da un
profondo rispetto e disponibilità all’ascolto nei confronti
degli allievi. In questa problematica – come in tutte
quelle riguardanti l’educazione – il riferimento
antropologico non può che essere la centralità della
persona e l’istanza di realizzazione delle possibilità e dei
talenti di ciascuno.
LA LAVAGNA INTERATTIVA MULTIMEDIALE
Tra le tecnologie che negli ultimi tempi hanno investito
la scuola italiana, la LIM è sicuramente quella che ha
fatto maggiormente discutere. Un’obiezione che capita
spesso di sentire concerne l’effettiva utilità della LIM
nella scuola superiore. Si ritiene infatti che i ragazzi più
grandi non abbiano poi così bisogno di stimoli
multimediali e cinestetici come i bambini delle
elementari e delle medie inferiori. Indubbiamente i
registri di apprendimento coinvolti nella didattica delle
superiori sono orientati soprattutto all’astrazione e alla
concettualizzazione, tuttavia è bene tener conto del fatto
che la modalità di utilizzo della LIM – come di qualsiasi
strumento didattico – non è unica e le potenzialità del
1. No, non sei stato scaricato da computer. Tu sei nato.
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mezzo possono essere sviluppate in maniera originale e
appropriata per l’insegnamento nella scuola superiore.
Un’altra critica si appunta sul fatto che se l’innovazione
consiste unicamente nel sostituire il gesso con uno
schermo digitale, essa si riduce a ben poca cosa.
Effettivamente il rischio di limitarsi a una sostituzione di
supporti c’è, per questo motivo il docente deve effettuare
una riflessione approfondita sulle possibilità e le
implicazioni del nuovo strumento e rimodulare almeno
in parte le proprie modalità di intervento: la didattica
multimediale non si improvvisa. In particolare almeno
tre azioni appaiono quantomeno opportune:
1. una formazione personale specifica sul tema, sia
attraverso i canali istituzionali che l’ampia
documentazione reperibile in rete sulle esperienze
didattiche già realizzate;
2. nell’organizzazione delle lezioni privilegiare la
“sperimentazione” che preveda funzionalità peculiari
della LIM (richiamo di elementi multimediali e altri
software, uso di colori e animazioni, ecc.)
3. integrazione con altre tecnologie.
È soprattutto quest’ultimo punto che può costituire una
opzione vincente, in quanto rappresenta una apertura di
ampio respiro e dà il senso di una scelta non dettata dalla
contingenza (“è arrivata una LIM a scuola, in qualche
modo devo utilizzarla...”) ma operata secondo un criterio
di progettualità.
LIM E DINTORNI:
ALCUNE PROPOSTE OPERATIVE
A dispetto di critiche e perplessità e della considerazione
– dettata dal buonsenso – che non sarà l’introduzione di
una nuova tecnologia a migliorare radicalmente la
qualità dell’istruzione nel nostro paese, bisogna
comunque riconoscere che un rinnovamento dell’azione
didattica nella direzione dei nuovi strumenti non può
che migliorare la qualità dell’apprendimento. La LIM è
una tecnologia di cui negli ultimi anni molte scuole
superiori si sono dotate. Un suo oggettivo punto di forza
è rappresentato dalla possibilità di salvare la traccia di
spiegazioni ed esercizi in classe. È infatti ben noto che
molti alunni hanno difficoltà a prendere appunti e che
spesso riguardando a casa quello che hanno scritto la
mattina a scuola non riescono a ritrovare il senso della
spiegazione. In questi casi una copia di ciò che è stato
scritto sulla lavagna è sicuramente un aiuto concreto,
specie se il docente tiene conto del fatto che quello che
sta producendo è destinato a essere salvato e riletto
(quindi scrive in maniera il più possibile leggibile e
ordinata, e fissa anche quei commenti che altrimenti
sarebbero solo orali).
A questo punto però sorge un problema: come
distribuire alla classe il documento con gli appunti di
lezione scritti alla lavagna? Una prima ovvia soluzione è
quella di far scaricare il materiale dal sito della scuola o
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dalla pagina web personale del docente. Si può però fare
in modo che l’effetto di questa modalità operativa non
sia solo quello di produrre ulteriore materiale didattico
oltre al libro di testo e agli appunti che lo studente ha
comunque preso indipendentemente. A tal fine risulta
particolarmente opportuno l’utilizzo di un blog didattico.
È noto che il termine blog (derivante dalla contrazione
web-log, cioè diario in rete) indica un sito dalla struttura
semplificata in cui l’autore inserisce degli interventi
(post), eventualmente corredati da elementi multimediali.
Il grande successo che questa forma ha avuto a partire
dalla fine degli anni ’90 si spiega con la facilità con cui lo
si può costruire (a differenza di un tradizionale sito web,
che richiede comunque qualche capacità di
programmazione, la creazione e aggiornamento di un
blog è del tutto analoga alla stesura di un documento con
un comune programma di videoscrittura), cosicché il
blogger può concentrarsi sui contenuti senza preoccuparsi
degli aspetti tecnici e formali.
Il vantaggio di questa forma per la distribuzione del
materiale prodotto la mattina in classe è evidente: il
docente può aggiungere considerazioni, indicazioni,
ecc., ma soprattutto gli alunni non sono necessariamente
costretti a una ricezione passiva degli appunti di lezione,
ma possono – se lo vogliono – offrire il loro contributo o
semplicemente richiedere chiarimenti utilizzando lo
strumento dei commenti che vengono riferiti ai post.
Inoltre, non c’è nessun motivo per cui il docente sia
l’unico a poter aggiungere nuovi post e gli allievi
abbiano solo la facoltà di commentare, sarebbe
opportuno anzi favorire l’inserimento di post da parte
della classe. La cosa più auspicabile in tal senso è
l’instaurarsi di una comunicazione orizzontale in cui
sono gli studenti a rispondere a interventi di altri
studenti e l’insegnante, ritraendosi per quanto possibile
dalla posizione baricentrale di monopolizzatore del
sapere, assume il ruolo di facilitatore, rimanendo
comunque sempre presente e attento al flusso di
informazioni, pronto a intervenire per correggere o
chiarificare. Inutile aggiungere che un blog didattico,
aperto con uno scopo preciso e delimitato (supporto alla
didattica multimediale realizzata con la LIM in una sola
materia, magari su uno specifico argomento del
programma) può anche diventare uno strumento più
generale, a cui altri docenti del consiglio di classe
possono fare riferimento per distribuire materiale,
inserire commenti, proporre questioni, cosicché si
giunga alla realizzazione di uno spazio aperto che gli
studenti sentano in qualche modo come appartenente al
proprio contesto di studio. Come si realizza in pratica un
sistema del tipo di quello sopra descritto? La produzione
di materiale didattico con la LIM è un’azione semplice e
diretta: tutto il lavoro svolto può infatti essere salvato sia
nel formato proprietario del programma utilizzato (i
principali software per le lavagne multimediali
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prevedono anche dei visualizzatori che gli studenti
possono scaricare gratuitamente e che non consentono
di modificare o creare i file), sia in formati universali
come il PDF. A questo punto il docente deve mettere in
rete i file così salvati; a tale scopo è necessario disporre di
uno spazio su qualche server.
Sia aprire un blog che riservare uno spazio per i
documenti in linea sono operazioni gratuite che si
possono realizzare con facilità. Per quanto concerne i
blog vi sono diversi siti web che offrono tale possibilità,
fornendo anche strumenti di composizione di estrema
interattività e facilità di utilizzo. Riguardo poi l’archivio
on line, la possibilità di uno spazio disco in rete è
contemplata da quasi tutti i provider di posta elettronica.
Il docente dovrà dunque aprire un blog2 e creare un
indirizzo di posta elettronica su un provider che dia la
possibilità di usufruire di spazio disco in rete3, e
distribuire alla classe le password sia per aggiungere
nuovi post sul blog (altrimenti il ruolo degli studenti si
ridurrebbe a commentare i temi introdotti
dall’insegnante senza poterne introdurre di nuovi) che
per accedere all’archivio on-line. Per rendere scaricabile
il materiale sarà infine sufficiente creare per alcune
parole chiave nei post l’opportuno collegamento
ipertestuale al file depositato sull’archivio on-line. Tutto
il processo è schematizzato nella figura qui a fianco.
Alessandro Cordelli
Liceo Classico «G. Carducci» - Viareggio (LU)
Strumento
tecnologico
polifunzionale
Internet, siti scolastici, blog... per raggiungere allievi
ammalati, fornire documenti di ripasso o di studio,
costituire la testimonianza del lavoro fatto o permettere la
condivisione con i colleghi.
Roberto Gagliardi, Mario Gabbari,
Antonio Gaetano
i dice che la Lavagna Interattiva Multimediale
(LIM) sia la metafora della lavagna tradizionale di
ardesia o di quella bianca da usare con i pennarelli
a secco. Sicuramente è più di una figura retorica
che si basa sull’esistenza di un rapporto di somiglianza tra
il termine di partenza, lavagna, e il termine metaforico,
LIM. È vero si scrive e si cancella con il cancellino,
elettronico naturalmente, ma questa lavagna digitale
incorpora tutte quelle funzioni e possibilità che un
insegnante ha sempre desiderato: non dover cancellare
quando lo spazio a disposizione è terminato, poter usare
penne di colore diverso senza sporcarsi le mani, scegliere
lo spessore del tratto per scrivere, disegnare, sottolineare,
evidenziare testi, maneggiare figure e tracciare
impeccabili forme geometriche da fare invidia a Giotto.
Tutto questo è a portata di mano, anzi di dito se la
lavagna è touch screen. Non si dovrà più chiedere: “Ragazzi
avete copiato tutto?” Perché i contenuti rappresentati
sulla superficie della lavagna, grazie alla convergenza
digitale1, sono solo dei file e quindi memorizzabili nel
computer. Questa possibilità di salvare il tutto permette di
distribuire la lezione tramite pendrive, posta elettronica,
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2. Ad esempio su www.splinder.com oppure su www.blogspot.com.
3. Come www.live.it oppure www.libero.it.
l’insegnante produce
materiale sulla
...e lo sposta sull’
LIM
insegnante e studenti
scrivono sul
Blog
Archivio web
I materiali sono recuperati
mediante collegamento
ipertestuale
Possiamo dire quindi che: «la lavagna digitale non è un
semplice strumento, un artefatto tecnologico avanzato, ma un
oggetto complesso che raccoglie in sé diversi aspetti e funzioni sia
sociali che pedagogiche, infatti, può essere considerato come:
• un sistema, costituito da un computer, un video proiettore,
una lavagna interattiva e da un software. Questo software
comprende sia quello specifico per la gestione del supporto
lavagna che dei software didattici per realizzare attività
interattive utilizzabili con la LIM;
• un sistema di comunicazione, che permette di rappresentare,
costruire e condividere conoscenze, di organizzare il lavoro in
classe in modo totalmente innovativo e basato sul concetto di
partecipazione;
• un aggregatore di risorse, che, come metafora della lavagna
d’ardesia, si appropria, in un processo di rimediazione, di
tecniche, forme, caratteristiche strutturali e significati di altri
media precedenti. Si possono, infatti, utilizzare e rappresentare
sulla sua superficie: testi e immagini, come su di una lavagna
tradizionale, ma anche video multimediali, come sullo schermo
di un computer e ascoltare contenuti audio e musicali come
con un riproduttore audio»2.
1. La conversione dei diversi formati: testi, immagini, suoni e video nel codice
digitale e l’utilizzo della rete, rende possibile l’integrazione delle ICT (Information
Comunication Technology) sulla LIM fornendo nuovi potenti strumenti per
l’apprendimento.
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