Nuova Secondaria 2-2011 Cordelli
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Nuova Secondaria 2-2011 Cordelli
Discipline Pesci:Layout 1 12/09/2011 15.49 Pagina 22 discipline La LIM e la didattica nella Secondaria di secondo grado L’UTILIZZO DELLA LIM NELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE PUÒ ESSERE PROFICUO SE ACCOMPAGNATO DA UN’ADEGUATA PROGRAMMAZIONE E DALLA PRODUZIONE DI MATERIALE DEDICATO. LO STRUMENTO PUÒ DIVENTARE AMBIENTE DI APPRENDIMENTO PRIVILEGIATO, UTILE PER L’ORGANIZZAZIONE E LA CONCETTUALIZZAZIONE DEI SAPERI. La didattica Alessandro Cordelli n una vignetta umoristica apparsa qualche tempo fa su un quotidiano statunitense, una signora dice con aria sconfortata al proprio bambino che la guarda perplesso: «No, you were not downloaded. You were born»1. Forse non ci pensiamo spesso, ma la visione del mondo di un adolescente che fin dai primissimi anni ha avuto esperienze di una realtà fortemente caratterizzata dalle tecnologie per la manipolazione e trasferimento dell’informazione è molto diversa da quella di un adulto – che pure sia profondo conoscitore di quelle stesse tecnologie – cresciuto nel mondo della televisione con due soli canali e delle cabine telefoniche. Questa consapevolezza è fondamentale per chi svolge il ruolo di educatore, dato che tale differenza di prospettiva può diventare un ostacolo alla comunicazione oppure una potente risorsa per migliorare l’azione didattica. I NATIVI DIGITALI Un tratto distintivo dei modi del mondo giovanile è l’estrema facilità che si ha nella comunicazione interpersonale: gli adolescenti possiedono telefoni cellulari e hanno account personali sui vari social network; anche durante un pomeriggio di studio in casa sono sempre presenti in una rete virtuale di contatti attivi, e in ogni momento possono interrompere le loro attività per scambiare un commento o rispondere semplicemente a un saluto. Parallelamente, quelle stesse tecnologie fanno il loro ingresso nella vita scolastica. È un dato di fatto che quelli che fino a non molto tempo fa erano problemi oggettivi che assorbivano una certa parte dell’attività di studio, si sono adesso semplicemente dissolti; per sapere il valore dell’accelerazione di gravità su Giove o la data di nascita di Hegel basta digitare due parole su un motore di ricerca (per non parlare poi di traduzioni, esercizi, spiegazioni, schemi e tutto il materiale didattico che si può reperire in rete). Che lo voglia o meno, il docente è costretto a confrontarsi con l’inedito contesto venutosi a creare, 22 nella scuola come nella società, durante gli ultimi anni. Può chiudersi a riccio, rifiutando le nuove tecnologie come ininfluenti ai fini del processo educativo (la classica considerazione «è solo fumo negli occhi»), oppure può essere abbagliato da esse e ritenere che le metodologie tradizionali di insegnamento siano diventate obsolete e che si debba cambiare completamente. La personale esperienza di chi scrive suggerisce di rifiutare entrambe le reazioni; miope la prima, superficiale la seconda. È bene infatti rifuggire certi atteggiamenti pregiudiziali e pedanti del tipo «questi ragazzi non sanno far altro che passare il tempo davanti al computer, noi alla loro età giocavamo a pallone per strada...»; d’altra parte sarebbe quantomeno ingenuo pensare che i contenuti possano nascere dagli strumenti usati per veicolarli, per quanto spettacolari questi possano essere. Un atteggiamento corretto deve quindi partire dall’attenta osservazione della realtà, libera il più possibile da pregiudizi, nonché da un profondo rispetto e disponibilità all’ascolto nei confronti degli allievi. In questa problematica – come in tutte quelle riguardanti l’educazione – il riferimento antropologico non può che essere la centralità della persona e l’istanza di realizzazione delle possibilità e dei talenti di ciascuno. LA LAVAGNA INTERATTIVA MULTIMEDIALE Tra le tecnologie che negli ultimi tempi hanno investito la scuola italiana, la LIM è sicuramente quella che ha fatto maggiormente discutere. Un’obiezione che capita spesso di sentire concerne l’effettiva utilità della LIM nella scuola superiore. Si ritiene infatti che i ragazzi più grandi non abbiano poi così bisogno di stimoli multimediali e cinestetici come i bambini delle elementari e delle medie inferiori. Indubbiamente i registri di apprendimento coinvolti nella didattica delle superiori sono orientati soprattutto all’astrazione e alla concettualizzazione, tuttavia è bene tener conto del fatto che la modalità di utilizzo della LIM – come di qualsiasi strumento didattico – non è unica e le potenzialità del 1. No, non sei stato scaricato da computer. Tu sei nato. Nuova Secondaria - n. 2 2011 - Anno XXIX Discipline Pesci:Layout 1 12/09/2011 15.49 Pagina 23 mezzo possono essere sviluppate in maniera originale e appropriata per l’insegnamento nella scuola superiore. Un’altra critica si appunta sul fatto che se l’innovazione consiste unicamente nel sostituire il gesso con uno schermo digitale, essa si riduce a ben poca cosa. Effettivamente il rischio di limitarsi a una sostituzione di supporti c’è, per questo motivo il docente deve effettuare una riflessione approfondita sulle possibilità e le implicazioni del nuovo strumento e rimodulare almeno in parte le proprie modalità di intervento: la didattica multimediale non si improvvisa. In particolare almeno tre azioni appaiono quantomeno opportune: 1. una formazione personale specifica sul tema, sia attraverso i canali istituzionali che l’ampia documentazione reperibile in rete sulle esperienze didattiche già realizzate; 2. nell’organizzazione delle lezioni privilegiare la “sperimentazione” che preveda funzionalità peculiari della LIM (richiamo di elementi multimediali e altri software, uso di colori e animazioni, ecc.) 3. integrazione con altre tecnologie. È soprattutto quest’ultimo punto che può costituire una opzione vincente, in quanto rappresenta una apertura di ampio respiro e dà il senso di una scelta non dettata dalla contingenza (“è arrivata una LIM a scuola, in qualche modo devo utilizzarla...”) ma operata secondo un criterio di progettualità. LIM E DINTORNI: ALCUNE PROPOSTE OPERATIVE A dispetto di critiche e perplessità e della considerazione – dettata dal buonsenso – che non sarà l’introduzione di una nuova tecnologia a migliorare radicalmente la qualità dell’istruzione nel nostro paese, bisogna comunque riconoscere che un rinnovamento dell’azione didattica nella direzione dei nuovi strumenti non può che migliorare la qualità dell’apprendimento. La LIM è una tecnologia di cui negli ultimi anni molte scuole superiori si sono dotate. Un suo oggettivo punto di forza è rappresentato dalla possibilità di salvare la traccia di spiegazioni ed esercizi in classe. È infatti ben noto che molti alunni hanno difficoltà a prendere appunti e che spesso riguardando a casa quello che hanno scritto la mattina a scuola non riescono a ritrovare il senso della spiegazione. In questi casi una copia di ciò che è stato scritto sulla lavagna è sicuramente un aiuto concreto, specie se il docente tiene conto del fatto che quello che sta producendo è destinato a essere salvato e riletto (quindi scrive in maniera il più possibile leggibile e ordinata, e fissa anche quei commenti che altrimenti sarebbero solo orali). A questo punto però sorge un problema: come distribuire alla classe il documento con gli appunti di lezione scritti alla lavagna? Una prima ovvia soluzione è quella di far scaricare il materiale dal sito della scuola o Nuova Secondaria - n. 2 2011 - Anno XXIX dalla pagina web personale del docente. Si può però fare in modo che l’effetto di questa modalità operativa non sia solo quello di produrre ulteriore materiale didattico oltre al libro di testo e agli appunti che lo studente ha comunque preso indipendentemente. A tal fine risulta particolarmente opportuno l’utilizzo di un blog didattico. È noto che il termine blog (derivante dalla contrazione web-log, cioè diario in rete) indica un sito dalla struttura semplificata in cui l’autore inserisce degli interventi (post), eventualmente corredati da elementi multimediali. Il grande successo che questa forma ha avuto a partire dalla fine degli anni ’90 si spiega con la facilità con cui lo si può costruire (a differenza di un tradizionale sito web, che richiede comunque qualche capacità di programmazione, la creazione e aggiornamento di un blog è del tutto analoga alla stesura di un documento con un comune programma di videoscrittura), cosicché il blogger può concentrarsi sui contenuti senza preoccuparsi degli aspetti tecnici e formali. Il vantaggio di questa forma per la distribuzione del materiale prodotto la mattina in classe è evidente: il docente può aggiungere considerazioni, indicazioni, ecc., ma soprattutto gli alunni non sono necessariamente costretti a una ricezione passiva degli appunti di lezione, ma possono – se lo vogliono – offrire il loro contributo o semplicemente richiedere chiarimenti utilizzando lo strumento dei commenti che vengono riferiti ai post. Inoltre, non c’è nessun motivo per cui il docente sia l’unico a poter aggiungere nuovi post e gli allievi abbiano solo la facoltà di commentare, sarebbe opportuno anzi favorire l’inserimento di post da parte della classe. La cosa più auspicabile in tal senso è l’instaurarsi di una comunicazione orizzontale in cui sono gli studenti a rispondere a interventi di altri studenti e l’insegnante, ritraendosi per quanto possibile dalla posizione baricentrale di monopolizzatore del sapere, assume il ruolo di facilitatore, rimanendo comunque sempre presente e attento al flusso di informazioni, pronto a intervenire per correggere o chiarificare. Inutile aggiungere che un blog didattico, aperto con uno scopo preciso e delimitato (supporto alla didattica multimediale realizzata con la LIM in una sola materia, magari su uno specifico argomento del programma) può anche diventare uno strumento più generale, a cui altri docenti del consiglio di classe possono fare riferimento per distribuire materiale, inserire commenti, proporre questioni, cosicché si giunga alla realizzazione di uno spazio aperto che gli studenti sentano in qualche modo come appartenente al proprio contesto di studio. Come si realizza in pratica un sistema del tipo di quello sopra descritto? La produzione di materiale didattico con la LIM è un’azione semplice e diretta: tutto il lavoro svolto può infatti essere salvato sia nel formato proprietario del programma utilizzato (i principali software per le lavagne multimediali 23 Discipline Pesci:Layout 1 12/09/2011 15.49 Pagina 24 prevedono anche dei visualizzatori che gli studenti possono scaricare gratuitamente e che non consentono di modificare o creare i file), sia in formati universali come il PDF. A questo punto il docente deve mettere in rete i file così salvati; a tale scopo è necessario disporre di uno spazio su qualche server. Sia aprire un blog che riservare uno spazio per i documenti in linea sono operazioni gratuite che si possono realizzare con facilità. Per quanto concerne i blog vi sono diversi siti web che offrono tale possibilità, fornendo anche strumenti di composizione di estrema interattività e facilità di utilizzo. Riguardo poi l’archivio on line, la possibilità di uno spazio disco in rete è contemplata da quasi tutti i provider di posta elettronica. Il docente dovrà dunque aprire un blog2 e creare un indirizzo di posta elettronica su un provider che dia la possibilità di usufruire di spazio disco in rete3, e distribuire alla classe le password sia per aggiungere nuovi post sul blog (altrimenti il ruolo degli studenti si ridurrebbe a commentare i temi introdotti dall’insegnante senza poterne introdurre di nuovi) che per accedere all’archivio on-line. Per rendere scaricabile il materiale sarà infine sufficiente creare per alcune parole chiave nei post l’opportuno collegamento ipertestuale al file depositato sull’archivio on-line. Tutto il processo è schematizzato nella figura qui a fianco. Alessandro Cordelli Liceo Classico «G. Carducci» - Viareggio (LU) Strumento tecnologico polifunzionale Internet, siti scolastici, blog... per raggiungere allievi ammalati, fornire documenti di ripasso o di studio, costituire la testimonianza del lavoro fatto o permettere la condivisione con i colleghi. Roberto Gagliardi, Mario Gabbari, Antonio Gaetano i dice che la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) sia la metafora della lavagna tradizionale di ardesia o di quella bianca da usare con i pennarelli a secco. Sicuramente è più di una figura retorica che si basa sull’esistenza di un rapporto di somiglianza tra il termine di partenza, lavagna, e il termine metaforico, LIM. È vero si scrive e si cancella con il cancellino, elettronico naturalmente, ma questa lavagna digitale incorpora tutte quelle funzioni e possibilità che un insegnante ha sempre desiderato: non dover cancellare quando lo spazio a disposizione è terminato, poter usare penne di colore diverso senza sporcarsi le mani, scegliere lo spessore del tratto per scrivere, disegnare, sottolineare, evidenziare testi, maneggiare figure e tracciare impeccabili forme geometriche da fare invidia a Giotto. Tutto questo è a portata di mano, anzi di dito se la lavagna è touch screen. Non si dovrà più chiedere: “Ragazzi avete copiato tutto?” Perché i contenuti rappresentati sulla superficie della lavagna, grazie alla convergenza digitale1, sono solo dei file e quindi memorizzabili nel computer. Questa possibilità di salvare il tutto permette di distribuire la lezione tramite pendrive, posta elettronica, S 24 2. Ad esempio su www.splinder.com oppure su www.blogspot.com. 3. Come www.live.it oppure www.libero.it. l’insegnante produce materiale sulla ...e lo sposta sull’ LIM insegnante e studenti scrivono sul Blog Archivio web I materiali sono recuperati mediante collegamento ipertestuale Possiamo dire quindi che: «la lavagna digitale non è un semplice strumento, un artefatto tecnologico avanzato, ma un oggetto complesso che raccoglie in sé diversi aspetti e funzioni sia sociali che pedagogiche, infatti, può essere considerato come: • un sistema, costituito da un computer, un video proiettore, una lavagna interattiva e da un software. Questo software comprende sia quello specifico per la gestione del supporto lavagna che dei software didattici per realizzare attività interattive utilizzabili con la LIM; • un sistema di comunicazione, che permette di rappresentare, costruire e condividere conoscenze, di organizzare il lavoro in classe in modo totalmente innovativo e basato sul concetto di partecipazione; • un aggregatore di risorse, che, come metafora della lavagna d’ardesia, si appropria, in un processo di rimediazione, di tecniche, forme, caratteristiche strutturali e significati di altri media precedenti. Si possono, infatti, utilizzare e rappresentare sulla sua superficie: testi e immagini, come su di una lavagna tradizionale, ma anche video multimediali, come sullo schermo di un computer e ascoltare contenuti audio e musicali come con un riproduttore audio»2. 1. La conversione dei diversi formati: testi, immagini, suoni e video nel codice digitale e l’utilizzo della rete, rende possibile l’integrazione delle ICT (Information Comunication Technology) sulla LIM fornendo nuovi potenti strumenti per l’apprendimento. Nuova Secondaria - n. 2 2011 - Anno XXIX