Workaholism, - Luisoni Consulenze SA

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Workaholism, - Luisoni Consulenze SA
Vita dei soci
Workaholism,
un problema della società di oggi?
di Simona Mazzuchelli, Senior Consultant Luisoni Consulenze SA
A causa
del peso sociale che il lavoro ha acquisito negli
anni e alla competitività sempre più richiesta in
ambito professionale, c’è chi dedica un eccessivo
tempo al lavoro, trasformando l’attività in una vera e propria ossessione.
Chi ne è affetto viene oggi definito “workaholist”,
ossia dipendente dal lavoro. Il termine "ubriaco
da lavoro" deriva dalla stretta analogia che tale
patologia ha con quella dell'alcolista.
Si tratta di una forma vera e propria di disturbo ossessivo-compulsivo, in cui la persona coinvolta sente
un incontrollabile bisogno di lavorare anche 15 ore
al giorno, aumentare la mole dei compiti da svolgere, portarsi il lavoro a casa durante il weekend fino
ad arrivare a soffrire d’ansia durante le ferie.
In genere le persone colpite da questa forma di dipendenza sono liberi professionisti, manager, personaggi
dello spettacolo, anche se “normali” lavoratori non ne
sono immuni. Gli esperti dicono che sono gli uomini
a soffrirne maggiormente, ma i casi di donne con l’ossessione del lavoro sono in aumento.
Teniamo comunque a precisare che non basta attraversare un periodo di “super-lavoro” per definirsi o essere definiti dei workaholists. Se anche
nei periodi di forte stress riusciamo a concederci
un momento di relax, svuotare la mente dai pensieri legati all’attività, significa che sappiamo
“staccare” e tale condizione rientra ancora nella
scelta personale.
Come per altre dipendenze, anche per il workaholism non è facile accorgersi in tempo che si è diventati degli stakanovisti esasperati. Si inizia con
una fase in cui il lavorare molto, troppo, provoca
piacere, fino ad arrivare all’assuefazione vera e
propria. Si soffre di crisi di astinenza quando si è
lontani dal lavoro e superata tale barriera è difficile tornare indietro.
L’individuo, con il passare del tempo, si sente depresso, soffre di burnout, presenta problemi fisici
che cerca di curare con degli stimolanti o calmanti a seconda dei casi, finendo per peggiorare la
situazione e rischiando un’ulteriore dipendenza,
quella dai farmaci.
Con questo atteggiamento si allontanano le persone
care, per le quali non si ha mai tempo e si prova una
certa apatia, si è aggressivi e autoritari anche con i
colleghi, arrivando all’isolamento sociale.
Queste persone non possono guarire da sole, hanno
bisogno d’aiuto e di supporto psicologico da parte
di specialisti.
Sicuramente c’è chi non avrà mai a che fare con questo tipo di problema per carattere oppure perché nel
suo luogo di lavoro non ne esistono i presupposti.
Chi ha studiato finora tale patologia, spiega che
l’origine della dipendenza dal lavoro ha diverse
cause, una di queste potrebbe riallacciarsi ad episodi accaduti nell’infanzia dove per guadagnarsi
Si tratta di una forma vera e propria di
disturbo ossessivo-compulsivo, in cui la
persona coinvolta sente un incontrollabile
bisogno di lavorare anche 15 ore al giorno
l’amore dei genitori il bambino doveva portare ottimi risultati scolastici. Un altro motivo è quello
di buttarsi nel lavoro per scappare da altri problemi (ad esempio difficili rapporti familiari) oppure
nel caso di un libero professionista dove ci sono
maggiori responsabilità e pressioni rispetto ad
un lavoratore dipendente. Generalmente, secondo
gli esperti, i workaholists sono persone con una
scarsa autostima.
Il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata non
dovrebbe mai mancare. In caso contrario sarebbe opportuno confrontarsi con i datori di lavoro,
talvolta complici all’inizio della malattia e affidarsi al giudizio di familiari, amici e colleghi.
Quest’ultimi possono riconoscere per tempo alcuni segnali d’allarme e aiutarci a prevenire uno
stato avanzato di dipendenza.
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