1 – conoscersi - Parrocchia Sacra Famiglia

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1 – conoscersi - Parrocchia Sacra Famiglia
IL CAMMINO DEI 18-19ENNI 2010-2011
1 – CONOSCERSI
Il cammino che faremo insieme quest’anno dovrebbe aiutarci a metterci di fronte alle scelte
che contano affinchè la nostra vita possa essere piena, felice, con un senso per cui vale la pena
spenderla.
Fra non molto anche voi dovrete fare delle scelte importanti e decisive per la vostra vita e
sicuramente qualche decisione l’avete già presa pagandola di persona.
Nei prossimi mesi incontreremo testimoni e testimonianze con cui ci confronteremo.
Il punto di partenza fondamentale perché un cammino possa chiamarsi veramente “esperienza”
(cioè letteralmente “passare attraverso il fuoco”) rimane sempre quello di domandarsi: quanto ho
deciso in cuor mio di mettermi veramente in gioco?
Ecco perché la prima tappa riguarda il “conoscersi”: non ci interessa un test psicologico o
attitudinale per vedere se siamo capaci di… oppure per fare un quadro della nostra personalità fine a
se stesso o per intraprendere qualche terapia di benessere. No, ci interessa andare in profondità
perché poi le scelte che faremo dovranno partire da noi e non da altri che sceglieranno al nostro
posto.
Cercheremo di comprendere che cosa significhi affrontare da cristiani le questioni che la vita di
tutti i giorni ci pone davanti. Chiederemo il dono di dialogare con Dio oltre che tra di noi e con i
nostri amici e desiderare quello che desidera Lui per la nostra vita, avendo il coraggio
di decidere qualche passo concreto da fare personalmente.
Dunque i primi quattro incontri prevedono queste tappe: conoscersi – decidersi – discernere –
giocarsi.
Partiamo da una pagina biblica: Davide (1 Sam 16-17)
6 Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «È forse davanti al Signore il suo consacrato?». 7 Il
Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato,
perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore». 8 Iesse
fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del
Signore». 9 Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». 10 Iesse
presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi».
11 Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta
a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima
che egli sia venuto qui». 12 Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di
aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». 13 Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con
l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi
si alzò e tornò a Rama.
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Davide non si insuperbisce. Rimane tranquillo a fare il suo dovere.
Non si domanda: “perché io no??”.
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Davide non si tira indietro. Non ci pensa… ma al momento in cui è chiamato non si sottrae.
“Di fronte a una gravissima responsabilità, egli l’accetta come dono… .Sa benissimo di essere l’ultimo,
è convinto che non può pretendere niente. Tuttavia quando lo Spirito del Signore gli è donato, lo riceve
con totale fiducia”. (…)
Non corro il rischio di irritarmi, preoccuparmi quando mi sembra di essere lasciato da parte o di
inorgoglirmi e irrigidirmi quando sono messo al centro della situazione?
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31 Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.
32 Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con
questo Filisteo». 33 Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui:
tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua giovinezza». 34 Ma Davide disse a Saul: «Il tuo
servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal
gregge. 35 Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro
di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. 36 Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso.
Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio
vivente». 37 Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie
dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene va' e il
Signore sia con te». 38 Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli
fece indossare la corazza. 39 Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di
camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto
questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò.
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E’ un ragazzo autentico: da una parte sa quanto vale, ma dall’altra rifiuta i modi di apparire,
che per la gente del suo tempo sono il segno della forza (l’armatura);
si rende conto di quello che può fare e di quello che non può fare.
W la semplicità nelle cose e nei rapporti con gli altri!
40 Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore
che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo.
41 Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. 42 Il Filisteo
scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di
bell'aspetto. 43 Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?».
E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. 44 Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le
tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». 45 Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la
spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele,
che tu hai insultato. 46 In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e
staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie
selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. 47 Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non
salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre
mani». 48 Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del
combattimento incontro al Filisteo. 49 Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con
la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. 50 Così
Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non
avesse spada. 51 Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con
quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.
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La forza del Signore: la risposta di Davide esprime la sua maturità (“Io vengo nella forza del
Signore!”). Siamo noi che dobbiamo dare la risposta perché il Signore ci lascia liberi, non
risponde lui per noi.
“A quale età è data la chiarezza di andare a combattere una battaglia difficile nella forza del
Signore?”. Io rispondo: “A qualunque età”. Può essere quindi molto seria una vocazione a quindici
anni se è fondata su questa conoscenza di sé e di Dio, se si conoscono i propri limiti, i propri desideri e
insieme si conosce la forza del Signore. La vocazione, in tale caso, è così seria da poter sconfiggere
qualunque nemico. (…)
E’ necessario quindi pregare affinchè ciascuno di noi accolga il piano di Dio come e quando ci viene
donato.
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CONOSCO…
 i miei limiti?
 I miei desideri?
 La forza del Signore?
SETTE TESI:
(Da: C.M.M., “Conoscersi, decidersi, giocarsi”, Editrice CVX).
1) La conoscenza di sé è imperfetta e parziale e non è mai finita.
Mi conoscevo secondo quella descrizione fatta di me?
2) Conoscersi richiede la collaborazione di altri.
Questa collaborazione richiede fiducia, rapporto di trasparenza.
3) La conoscenza di sé passa attraverso qualche sorpresa.
“Non credevo di essere così……”.
4) Mi conosco meglio agendo e poi riflettendo piuttosto che contemplandomi e soppesandomi a
fondo.
5) Conoscenza e feed-back (mi conosco anche grazie alle critiche).
6) Il rischio di una sproporzione tra la tensione verso l’essere e la riflessione su ciò che in realtà sono e
su come opero.
7) Come Pietro: “Signore, tu sai che io ti amo”.
Al culmine della conoscenza di sé c’è il fidarsi della conoscenza che il Signore ha di me, un fidarsi
espresso in un atto di amore, di abbandono (cfr. la seconda tesi: conoscersi richiede – soprattutto
davanti alle grandi scelte della vita - la collaborazione di altri).
L’OROLOGIO
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