Leggi il racconto di Massimo
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Leggi il racconto di Massimo
Cos’è il giorno e cos’è la notte in un paese dove c’è sempre il sole? C’era una volta… così iniziano tutte le nostre le fiabe… un paese dove il sole non tramonta mai, non esiste la notte, non c’è il buio, forse non c’è neppure il giorno se pensiamo che dopo il giorno viene la notte. In questo paese, in qualunque ora della giornata c’è sempre il sole lassù, in alto… No, non è una favola… esiste davvero questo posto, anche se solo in estate accade questo fenomeno è entusiasmante viverlo, è faticoso arrivarci, se, come noi, ci andrete in moto, ma vivrete un’esperienza unica a contatto con la natura e le sue forze!. Il mito, il punto di arrivo di ogni motociclista e’ giungere in sella alla “due ruote” nel luogo più a nord del mondo… a Nordkapp, appunto!. Il 2000 andava festeggiato nel migliore dei modi!. CAPO NORD: e' l'estrema punta settentrionale della rete stradale europea. Il sole di mezzanotte comincia a essere visibile l'11 maggio e rimane sopra l'orizzonte fino al 31 luglio. La notte polare comincia il 18 novembre e dura fino al 24 gennaio. LOCALITA' LATITUDINE Alta Hammerfest Nordkapp Vardø 70°.0 70°.6 71°.1 70°.4 SOLE DI MEZZANOTTE 16/5.....26/7 13/5.....29/7 11/5.....31/7 14/5.....28/7 NOTTE POLARE 24/11.....18/1 21/11.....21/1 21/11.....23/1 22/11.....20/1 Italia – Österreich (Austria) Lunedì 19 Giugno Tra una cosa ed un’altra l’orario deciso della partenza non viene quasi mai rispettato: i buoni propositi di partire alla mattina sono naufragati di fronte alle piccole dimenticanze dei giorni scorsi, cosi’, tra un cosa e l’altra da ultimare, riusciremo a partire alle 14. Fa caldo, le indicazioni della temperatura dei cartelloni autostradali oltrepassano i 30?C, il traffico e’ scorrevole. Il tragitto autostradale e’ il seguente: Altedo – Bologna – Modena nord – Brennero. Qualche chilometro prima dell’ormai ex frontiera usciamo dall’autostrada per transitare sulla SS.218 direzione (ovviamente) Innsbruck. Passato (da sotto!) l’Europabrücke (ponte Europa) ci fermeremo poco prima della periferia della città, ad Unterberg dove ho visto un albergo (Stefansbrücke) con garage. Cena pantagruelica alle 20 annaffiata con dell’ottima birra. Altedo – Innsbruck km. 420 Deutschland (Germania) Martedì 20 Giugno Alle 6 di mattina la vicina di letto comincia a rompere le scatole: “che ore sono”… “quando ci svegliamo ?”… “vuoi parlare ?”… Non le do ascolto e così torno a dormire mentre lei va a fare un giro tra i boschi… tornera’ alle 7 credendo che siano le 8 avendo visto l’ora in un orologio su di una automobile greca… Alle 7.30 non ne posso piu’ (… era tornata in camera) e così mi alzo pure io!. Attraversiamo Innsbruk e cerchiamo la strada con indicazione Munchen. Il confine tra Austria e Germania e’ qui totalmente inesistente: percorrendo l’autostrada si trova solo un cartello che indica l’inizio del territorio tedesco!. Ci fermiamo ad un distributore di benzina per chiedere come raggiungere l’ultimo dei castelli di Ludwig che non abbiamo visto: L’Herrenchiemsee si trova sull’isola Herreninsel sul lago Chiem See, sull’autostrada che da Rosenheim porta a Salzburg. Verso le 15 riprendiamo la strada per giungere all’Hotel Ibis a Bamberg verso le 19, dove ci aspettano i nostri compagni di viaggio. Facciamo le presentazioni: Dino e Liana Francesco Pietro Doro Danilo e Maria Ettore Nanni BMW R100RT Honda Transalp Kawasaki Ninja 1200 Honda Goldwing (detta affettuosamente il “bus”) Triumph ST BMW 1100GS Toyota hilux (non è una moto!) Innsbruck – Munchen – Nurnberg - Bamberg km. 453 Verso il 1880 Ludwig II fece costruire la “copia personale” del castello di Versailles Il tram di Chiemsee : è l’ultimo dei leggendari tram a vapore, con vagoni e locomotore originali costruiti nell’anno 1888. Mercoledì 21 Giugno Fissiamo la partenza alle ore 8: il traghetto ci aspetta a Kiel entro le ore 18.30, non vorremo arrivare tardi all’imbarco e rimanere in Germania… Il sole continua a splendere caldamente su di noi e il percorso autostradale e’ di una noia mortale. L’autostrada corre vicino al porto di Hamburg (Amburgo) che mi ha lasciato stupefatto dalla sua immensità. Alle 17.30 siamo già davanti alla fila pronti per imbarcarci. Fissiamo come al solito la moto agli appositi fermi tramite robuste corde e, dopo una rinfrescante doccia nelle nostre cabine, ceniamo nel ristorante a buffet. Faccio conoscenza con il salmone…, quello che si mangia in Italia è una cosa, quello che gusteremo in tutti i paesi scandinavi è decisamente migliore. Dopo una abbuffata di gamberetti e salmone e 9 birre è meglio andare a letto. Bamberg – Kassel – Hannover – Hamburg - Kiel km. 631 Svezia Giovedì 22 Giugno Dopo circa 14 ore di traghetto sbarchiamo a Göteborg poco dopo le 9.20, la temperatura dell’aria è sui 16?C (abbiamo fatto un salto di oltre 10?C tra la Germania e la Svezia) le formalità doganali, inesistenti per i motociclisti, non lo sono altrettanto per gli automobilisti che, prima di tutto, devono soffiare nel palloncino per controllare il tasso alcolico… pensiamo alle birre di ieri sera bevute sul traghetto… ce la farà Nanni? Dopo il caldo patito dei giorni scorsi il cielo nuvoloso ci potrebbe fare anche piacere, ma poco dopo lo sbarco le prime goccioline d’acqua cominciano a cadere su di noi. Il cielo si fa sempre più cupo ed uniforme, è meglio indossare la tuta da pioggia che terremo addosso per quasi tutta la prima giornata. La strada per Stoccolma corre tra le foreste. Dopo i primi due giorni passati del viaggio su trafficate autostrade non ci pare vero trascorrere qualche chilometro di strada tra alberi e con scarsissimo traffico. Facciamo una sosta (verso le 14) “mangereccia” quasi sotto la pioggia a Granna, un paese che mantiene l’atmosfera senza tempo del borgo di campagna, circondato da colline boscose. Sulla strada principale si allineano variopinte case in legno del XIX secolo. Verso le 17.30 siamo a Stockholm (Stoccolma), città costruita su un arcipelago di 14 isole, è la città fra i ponti. Non è facile orientarsi e cosi’ fermiamo un motociclista per farci spiegare come arrivare all’ostello. Molto gentile, ma poverino, dopo mezz’ora, capiamo che questo non sa nemmeno la strada per arrivare a casa sua!. A pochi metri dall’ostello più famoso al mondo, un veliero ancorato al porto, troviamo il “nostro” ostello Chapman, sull’isola Skeppsholmen, di fronte all’isola Gamla Stan (città vecchia). Goteborg – Stockholm km. 481 Venerdi 23 Giugno L'impatto con la prima colazione e' quantomeno curioso.... Ci troviamo un buffet dove insieme alle classiche marmellate, panini bianchi neri e con ogni tipo di cereali, corn flakes, yogurt, latti, freschi e aciduli (una via di mezzo fra latte e yogurt), troneggiano pezzi di merluzzi in varie salse, aceto, cipolla, rapa.... Dopo una prima ritrosia ci tuffiamo negli assaggi, e devo dire non sono poi così male! Il sole torna splendente su di noi, giriamo per la città fino alle 14.30 circa per poi riprendere la solita E4. Il pomeriggio è un’alternanza di pioggia – sole ed il paesaggio comincia a mutarsi: nei primi 200 km la strada corre tra paesi e cascine ed alberi ad alto fusto, lentamente poi la vita umana pare divenire sempre più assente, attraversiamo decine di chilometri senza vedere un’abitazione. La strada corre tra un’enorme foresta, incontriamo poche automobili, quasi assenti le moto, quando ne incrociamo una ci salutiamo calorosamente. Alla sera, dopo cena, usciamo per incamminarci nel paese. E’ ancora pieno giorno anche se il sole è coperto da nuvole, guardiamo l’orologio e sono le 22!. Il tramonto sul lago lo vedremo infatti dopo le 23. “Subito dopo Dio, il maggior garante del regno è la flotta”, con questa premessa Gustavo II fecce costruire Vasa. Ma a suscitare timore non erano le dimensioni, alto 52m, lungo 70m, largo 12m; destava ammirazione e rispetto anche per la ricchezza della sua ornamentazione. Il possente veliero è pure oggi quasi completamente intatto con il suo migliaio di sculture in legno. Salpò con 145 uomini di equipaggio, 64 canoni e le provviste necessarie per raggiungere il re che era in Prussia. Si alzano 4 delle 10 vele, la nave parte, dopo un po’ si piega su un lato e affondò inesorabilmente dopo appena 1300 metri. Muoiono 50 persone, persi i canoni. Sbagliato il progetto per assecondare la mania di grandezza del committente. Il vascello destinato ad essere il più potente del mondo, era in realtà inadatto alla navigazione per le sue enorme dimensioni, era cioè una macchina mal concepita, una sorta di smisurato giocattolo del re. Partiamo da Stockholm nel pomeriggio, per Uppsala, Gavle, Bollnas, Vallsta, dove ci fermiamo nell’ostello Trollbo, 1 km dopo Vallsta. L’ostello è situato nel mezzo della foresta ed è raggiungibile dalla strada principale percorrendo un sentiero sterrato di neppure un paio di chilometri che pare perdersi tra gli alberi. Oggi e’ il venerdì più vicino a 24 giugno, e in Svezia si festeggia la Midsommerfest (festa di mezza estate), la più tipica tra le tradizioni svedesi, si suona, si balla, si beve, si ama tutta la notte. Alle dieci di sera è giorno pieno come da noi le quattro del pomeriggio. Si innalza il Majstang, l’albero di maggio, un palo ricoperto da corone di fiori. Nella vecchia tradizione una ragazza, se fosse riuscita a trascorrere le feste senza parlare, proprio senza dire una parola, addormentandosi avrebbe sognato il futuro marito. La midsommarnatt è anche la notte in cui si raccolgono piante ed erbe medicamentose e magiche. Si respira un atmosfera di gioia e festa, è la celebrazione dell’estate, forse la più sentita da questo popolo per il quale la luce, il calore e il verde della stagione estiva sono tesori. Ma noi siamo in un piccolo e sperduto paesino e l’albero è un povero palo nudo, con tre foglie intorno, non si balla attorno e l’atmosfera è abbastanza cupa. Su una superficie coperta di legno ci sono alcune coppie ubriache che si dimenano a ritmo di musica. Tanti sono i giovani che hanno bevuto troppo questa sera… Non ci attarderemo molto in quanto: 1) ricomincia a piovere (ed ovviamente siamo senza ombrello) 2) siamo stanchi 3) domani mattina ci sveglieremo presto 4) le zanzare mi hanno già succhiato abbastanza sangue per oggi. Stockholm – Vallsta km. 292 Sabato 24 Giugno Partiamo dall’ostello di Vallsta verso le 8, a quest’ora la temperatura dell’aria e’ di circa 16?C, si alzerà comunque poco durante la giornata. Ci consigliano una strada panoramica e bella, “vedrete delle alci”, ci dicono. La direzione e’ Ljusdal. Dopo 27km, a Delsbo deviamo sulla 305 per poi, a Friggesund, costeggiare il lago Dellen. La condizione dell’asfalto peggiorano fino a… sparire. 23km percorsi su sterrato con la strada fangosa in quanto era piovuto il giorno prima con tratti di ghiaia molto grossa dove faticavo a tenere la moto in piedi. Le imprecazioni di chi guidava la Goldwing si sentivano a miglia di distanza. Raggiungiamo poi la 307 per poi riprendere la E4 fino a Lulea. Passiamo chilometri e chilometri di foreste, innumerevoli specchi d’acqua, ma di alci neppure l’ombra!. Le strade sono piene di indicatori che avvisano della loro presenza, Liana dice che ne ha vista una (impagliata!) nella hall della compagnia di traghetti, e che sono molto alte… Il paesaggio invita a fermarci spesso, ma la strada da fare è lunga, ed oggi è proprio una brutta giornata, non tanto per i km da fare, quanto per la pioggia continua, e poi il freddo inizia a farsi sentire. Ci fermiamo a mangiare in un autogrill, Mirella si mette addosso tutti i vestiti che ha… eppure non abbiamo nemmeno passato il circolo polare e ha un freddo cane…come farà quando sarà più freddo?. Alle 22 il sole è ancora incredibilmente alto: sarà sotto l’orizzonte solo verso mezzanotte. Nonostante il sole alto, cominciamo a vedere alla sera i lampioni accesi! Alle 18.30 raggiungiamo l’albergo Scandic Hotel Vallsta - Lulea km. 689 Domenica 25 Giugno Ci svegliamo alle 6: oggi ci aspettano altri 700km: lasceremo la Svezia per entrare in Finlandia, andremo a trovare Babbo Natale a Rovaniemi e poi entreremo in Norvegia. Lasciata la Svezia senza alcun meteorologico rimpianto, la Finlandia ci accoglie con una bella giornata di sole! Da Lulea proseguiamo per la E4 per deviare, dopo Tornio, sulla E75. Incontriamo, in un terreno pianeggiante, decine di laghi, paludi e acquitrini che daranno vita a miliardi di zanzare… Arriveremo a sera con la moto ed il casco martoriato da migliaia di questi inutili esserini volanti. Fortunatamente le rare stazioni di rifornimento che incontreremo da queste parti (ogni 150km circa) sono provviste di spugna e spazzola!. A Rovaniemi il caldo è veramente opprimente e così decido di togliermi l’imbottitura della giacca pensando che il cielo rimarrà limpido per lungo tempo! Ma qui non siamo nel “sud” dell’Europa, ma all’estremo nord: la variabilità meteorologica è incredibile, dopo mezz’ora il cielo è coperto da nuvole, torna il freddo e mi fermo a rimettermi l’imbottitura!. Oltre il circolo polare il paesaggio finlandese è dominato da zone paludose totalmente disabitate: non una casa, di tanto in tanto incrociamo un’automobile. I distributori di benzina sono intervallati di circa 150km…, non conviene saltarne uno!. Proseguiamo sulla E75 dopo avere stretto la mano a Babbo Natale per deviare, dopo Kaamanen verso Karasjok. Questa tratto di strada e’ incredibilmente stupendo, non tanto per il panorama, ma per il fatto che la strada è un continua susseguirsi di dossi… motociclisticamente parlando è meraviglioso. Le zanzare, in queste zone paludose, non ti lasciano veramente vivere: al confine tra la Finlandia e la Norvegia che si trova pochi chilometri prima di Karasjok (ultima tappa odierna), non ci si poteva neppure togliere il casco!, eppure da queste parti è piuttosto frescolino! (successivamente ho scoperto che volano indossando una calzamaglia nera!). Alloggeremo al Villamarks Motell (VM); il riscaldamento della camera (qui in Norvegia tutto è elettrico: hanno acqua a volontà) , basta accenderlo, è funzionante. Oggi abbiamo oltrepassato il circolo polare: per una settimana non vedremo mai il sole tramontare; la sensazione che si prova sapendo che è mezzanotte pur essendoci il sole è indescrivibile. Finlandia Paese con 200.000 laghi, 180.000 isole o scogli, 20.000 km di fiumi, 1.000 km di costa marina. Le foreste occupano il 70% della superficie. Purtroppo non ci possiamo fermare, ma riusciamo ad assaporare la maestosità dei luoghi, la vastità delle sue foreste e il gioco fantastico delle sue acque che vanno a riposarsi in laghetti di cristallo, attraversiamo la Lapponia finlandese, la terra dei Sami, allevatori di renne. È la terra delle grandi distese verdi a perdita d’occhio, delle foreste di betulle, affiancate dei laghi, verso il confine con la Norvegia. Da Rovaniemi, inizia la Finlandia delle foreste selvagge, poi la strada cavalca una pianura ondulata, più verso nord incontriamo le “tunturi” , le montagne rotondeggianti senza vegetazione in cima. Il paesaggio diventa arrido, intervallato da fiumi impetuosi e da dirupi scoscesi. Tra Sodankila e Kaamanen passeremo vicino a numerose miniere d’oro… chissà se ne è rimasta qualche oncia in giro?. Lulea (S) – Rovaniemi (FIN) - Karasjok (N) km. 691 Rovaniemi, considerata la capitale Sami. La grande attrazione della città è la Casa Arktikum, che ospita Museo regionale della Lapponia e il Centro Artico. Vicino si trova il circolo polare artico che qui prende il nome di Napapiiri e presso il quale si trova, nel villaggio Jalupukin Pajakyla, la casa di Babbo Natale. La Lapponia non è uno stato; è un territorio del nord della Finlandia con una propria identità per cultura e tradizioni. E' il gioiello del Grande Nord. Rovaniemi ne è la capitale, ma ogni villaggio è una perla incastonata nel verde della foresta e nel blu dei suoi laghi. E' il paese della grande luce e della lunga notte. Andarci in estate vuol dire non veder mai morire il giorno. A nord del Circolo Polare Artico, dall'inizio di giugno fino a metà luglio, il sole non tramonta mai e la luce in questo periodo presenta tonalità straordinarie. Nei mesi che precedono e che seguono, le notti sono dei lunghi tramonti. D'inverno si assiste al fenomeno dell'Aurora Boreale in cui il sole non si alza mai sull'orizzonte e le tenebre si impossessano di questo affascinante e indescrivibile paesaggio. Se si capita da queste parti in inverno (!), si potrebbe alloggiare nell’albergo interamente costruito con il ghiaccio a Jukkasjärvi, vicino a Kiruna (S) I Sami (il popolo del sole e del vento) Lapp=foglietto, toppa, lappa, rattoppare, Lapponia quindi e lappone hanno connotazione dispregiativa. Si è imposta la parola Sami, come si fanno chiamare loro. Nella mitologia dei sami, il sole è la divinità maschile, la terra quella femminile, quindi gli uomini sono nati dall’incontro del sole e della terra. Ma a queste latitudini senza il favore del dio del vento, la terra non potrebbe generare nulla, ecco perché si chiamano i figli del sole e del vento. I sami furono i primi uomini, circa 10.000.000 anni fa a popolare questa terra, vivevano della caccia alle renne selvatiche e della pesca. Popolo con cultura e lingua propria, di origine ungro-finnica. Più noti sono i lapponi che si occupano dell’allevamento delle renne. Il comportamento naturale delle renne è quello di spostarsi verso l’interno del paese durante l’inverno e lungo la costa in estate. Abbiamo passato la Svezia senza vedere nessun alce…, speriamo che nella patria di Babbo Natale riusciremo a scorgere almeno qualche renna!. Ed infatti, dopo tanti cartelli che ne avvisavano la presenza, ecco la prima!. La renna è il tipico animale che pascola nelle erbe alte dei prati che le piogge mantengono vivi e abbondanti. Sono molti gli abitanti che praticano la pastorizia. Tuttavia non è facile né frequente incontrare greggi lungo il percorso stradale. Norvegia Nel lontano Nord dove le tempeste invernali flagellano le coste tormentate, troverai una terra lunga e stretta. Ai giorni nostri è ricoperta di neve e ghiaccio solamente sei mesi all’anno. Molto, molto tempo fa, tuttavia, esisteva un immenso ghiacciaio che per migliaia di anni ha ricoperto l’intero paese. Gradualmente il clima si riscaldò ed il ghiacciaio si ritirò verso il Nord, l’uomo del Sud risalì, seguendo la sua scia, si insediò in quelle terre e le chiamò Norvegia (Norway). Loro stessi si chiamarono NORDMEN (uomini del nord), quasi che tra loro non ci fossero donne. Guardando questa terra e trovandola stupenda, si considerarono i suoi primi abitanti. Ma non passò molto tempo che si resero conto invece, che questa era abitata da numerose strane creature che vivevano in posti altrettanto strani. Gli strani abitanti Laghi profondi tra i ripidi boschi erano la casa dei NOKKEN (il folletto dell’acqua). Sugli scogli affioranti e sotto le cascate potevi trovare il FOSSEGRIMEN, brillante suonatore dello speciale violino dei TROLL, maestro di molti violinisti norvegesi. HAUGTUSSER e IUFTEKALLER (elfi e fate) vivevano sulle colline e sotto i cespugli. Altre fate preferivano le vicinanze dell’uomo e di notte stavano nei granai e nelle stalle. Erano chiamati NISSE e portavano in testa un lungo cappello rosso a calza. Le numerose montagne erano la dimora dei TROLL, il cui capo - il più forte di tutti era il DOVREGRUBBEN ( il re del Monte Dovre ). Alcuni TROLL erano giganti- piante e muschio crescevano sulle loro teste e sui loro nasi - altri erano molto piccoli. Si potevano vedere TROLL a due e tre teste, alcuni avevano addirittura un solo occhio, posto in mezzo alla fronte. Tutti potevano vivere anche diverse centinaia di anni. Li potevi osservare solo di notte perché non sopportavano la luce del giorno. Se non tornavano alle loro montagne prima dell’alba, si sarebbero trasformati in pietra. Sebbene i TROLL avessero sembianze molto umane, le loro mani ed i loro piedi avevano solo quattro dita. Avevano tutti lunghi nasi, che le mamme TROLL utilizzavano in cucina per mescolare il brodo o la minestra di avena. Inoltre i TROLL erano ruvidi, irsuti e rozzi e tutti avevano una coda che assomigliava a quella della mucca. Oggi Adesso , anche nei tempi moderni è buona regola essere ben disposti verso i TROLL, perché non puoi mai sapere quando ti potrà capitare di incontrarne uno. La prossima volta che andrai in un bosco oscuro o su montagne imponenti con i loro laghi e cascate avvolte dalle nebbie, allora ricorda, loro probabilmente non hanno intenzioni cattive, ma stai attento, al crepuscolo non sarai più solo. Allora ci sarai solo tu...........e i TROLL. Nella mitologia scandinava i Trolls sono creature brutte e cattive e nemiche del genere umano. Sono molto più grandi e forti degli umani e lasciano le loro caverne per cacciare solo dopo il buio. Se si espongono alla luce del sole immediatamente si trasformano in pietra. I Trolls sono molto golosi di carne umana. Nei miti successivi sono suppergiù delle dimensioni di uomini o di elfi e si pensa siano i proprietari di tesori nascosti. A volte sono, sebbene molto raramente, descritti come amici e molto meno cattivi. …e per finire, due risate… Che cosa mangia un troll a colazione? Naturalmente, i trollini. E dove andrà in vacanza in estate? In Puglia, perché ci sono quelle bellissime casette dette trolli. La canzone preferita per un troll è, per forza di cose, “Self-con-troll” D'altra parte, un troll amerà molto ballare il rock 'n' troll. Programma televisivo più seguito: "Mai dire troll” Volete insultare un troll? Dategli o dello strollzo o del figlio di trolla. Il piatto preferito dei troll sono i trolltellini. Lunedì 26 Giugno Abbiamo trascorso la nostra prima notte in Norvegia, il paese dei fiordi disegnati dai ghiacciai, dei Troll, delle montagne incappucciate di neve, ma anche del mare, paesaggi bellissimi, che risplendono sotto i bagliori di un sole che durante l’estate non tramonta mai. Siamo entrati nel Nordland, territorio formato da montagne, isole e ghiacciai estesi su tutto il circolo polare. Le strade norvegesi sono incredibilmente strette, una nostra strada comunale è certamente assai più larga!; non vi sono righe di mezzeria sulla carreggiata in quanto nessuno le potrebbe rispettare. Il traffico è comunque talmente scarso che normalmente non si creano certamente problemi alla circolazione. Solo 230km circa ci separano da Nordkapp, siamo praticamente già arrivati!. Partiamo con calma verso le 9, la giornata incredibilmente (per queste parti…) serena ci spinge ad un irrefrenabile ottimismo. Proseguiamo per la E6 dove, a Lakselv si “apre” il Porsangenfjorden, il primo fiordo che incontriamo. Passiamo vicino ad una isola che si chiama Trollholmsund, un scoglio più che altro le cui pietre, dicono da queste parti, sarebbero dei troll pietrificati perché non si sono nascosti in tempo prima del sorgere del sole. Solo muschio e licheni rinsecchiti riescono a sopravvivere a queste latitudini, qualunque cosa possa rassomigliare, seppur vagamente, ad un albero, non esiste. Ad Olderfjorden deviamo per la E69, cominciamo a fare il “final count-down”, siamo circa ad un centinaio di chilometri dal punto più a nord raggiungibile su strada del mondo. Incontriamo solo poche abitazioni di pescatori che osano sfidare i rigori della natura. Prima dello scorso anno, l’isola Magerøya, sulla quale si trova Nordkapp, era raggiungibile solo con un traghetto. Nel 1999 hanno inaugurato un tunnel di circa 7,5km che scorre sotto il mare. Dopo un breve rifornimento di benzina a Honningsvåg (anche unico punto di rifornimento dell’isola), ci prepariamo per la “scalata”. La strada corre sui fianchi della montagna senza alcun tipo di delimitazione: nessuna ringhiera di protezione, nessun paletto che indichi la fine della carreggiata, nessuna riga sulla strada. Percorriamo i 21km di “nulla” che ci separano dalla mitica rupe prestando molta attenzione alla strada, quasi interamente asfaltata (fino a pochi anni orsono questo tratto era sterrato, poi, complice il turismo, ora sono solo un paio di chilometri di tratto non asfaltato). Intravediamo una costruzione alla “fine del mondo”: ormai siamo arrivati!. Siamo finalmente arrivati a NordKapp, il sole ci sorride (per ora) felicemente. Abbiamo tutto il tempo per visitare il mostruoso centro turistico che hanno orribilmente eretto in questo luogo. Dove c’è la possibilità di fare soldi, lo scempio del paesaggio è la regola!. Il plurifotografato mappamondo si trova ad una latitudine di 71?10’21’’, a 307 metri s.l.m. e ricevette il nome di North Kapp dall’inglese Richard Chanrell che nel 1500 cercava un passaggio verso la Cina!. Siamo a 2000km dal Polo Nord!, la temperatura si aggira sui 4?C. Nel tardo pomeriggio le nuvole cominciano a giocare a nascondino con il sole, fino a farlo… nascondere completamente. Il tempo sta volgendo al brutto e così decidiamo di scendere, raggiungiamo il villaggio più a nord d’Europa, Skarswåg, dove ci fermiamo presso il Nordkapp Tourist Hotel. Farneticazioni di un motociclista Verso mezzanotte decido di tornare a Nordkapp, per scattare qualche foto. Incrocio numerosi branchi di renne “mezze addormentate” lungo la strada, la luce del sole, seppur parzialmente coperta dalle nuvole, filtra abbondantemente. Un’esercito di pullman stanno scendendo dalla rupe… eh, cari turisti, vi siete avvicinati alla punta dell’Europa nel modo più sbagliato possibile, non avete vissuto giorno per giorno la strada, non avete sofferto la pioggia, il vento, non potete dire “ce l’ho fatta”, non potete dire “sono stato a Capo Nord”. Potete solo dire “mi hanno portato” a Capo Nord in un comodo e caldo pullman, e non e’ certamente questo lo spirito con cui ci si reca qui. Caravan ed automobili riempiono il piazzale più a mezzanotte che di giorno (… che poi è la stessa cosa…), ma il “desiderio di raggiungere il mito” non appartiene certamente alla razza delle 4 e più ruote. Troppo comodo essere inscatolati dentro all’abitacolo al caldo e protetti dalle intemperie, questo viaggio va vissuto: tenere in equilibrio 500kg tra moto (stradale) e passeggeri su sterrati fangosi, percorrere il crinale di una montagna con il vento e la pioggia che si accaniscono su di te…, quando, in queste condizioni, dopo 5000km arrivi, dici, dentro te, “ce l’ho fatta!”. Ammiro certi personaggi che abbiamo incontrato oltre al circolo polare diretti qui in bicicletta (veramente tanti), oppure quel buffo baffone con il ciclo “del bisnonno” o quelle coppie in bicicletta dove “lui” aveva attaccato alla sua bici il carrozzino con i bambini. Ho incontrato gente che va a Capo Nord a piedi, oppure sempre a piedi trainando un carrozzino con la tenda ed i vestiti: questi, certamente più di me, potranno dire “ce l’ho fatta!”, ma per carità, lasciate i caravan, roulotte, automobili, pullman o, udite udite, la nave da crociera, a casa. Rincorrereste un mito invanamente, senza assaporarne il gusto. Karasjok – Nordkapp - Skarswåg km. 281 Sulle rive del oceano artico, alla luce del sole di mezzanotte in estate o dell’aurora boreale in inverno, si trova la terra delle 8 stagioni, cosi chiamata per gli 8 periodi del anno, chiaramente distinguibili. Qui il paesaggio e selvaggio e maestoso, culla di diverse culture e tradizioni, offre avventura ed emozioni ma anche bellezza sfacciata tramite la sua natura fuori tempo, eterna, incontaminata, spazzi infiniti, silenzio, calma… Il paesaggio è costellato di laghi e fiumi, molti dei quali alimentati dei ghiacciai, alte montagne incappucciate di neve. Martedì 27 Giugno Lasciamo Skarswåg in una mattina buia e tempestosa… Il tempo e’ veramente brutto, siamo stati veramente molto fortunati ad essere saliti a Capo Nord con il sole. Finissima pioggia e impetuose folate di vento ci rendono molto difficoltoso il rientro. La nebbia limita la visibilità a pochi metri, guidare in queste condizioni è molto difficile. Fortunatamente, al livello del mare, le condizioni migliorano nettamente. Ci incatramiamo fino al collo in quanto stanno asfaltando la strada in entrambi i sensi di marcia, un nostro compagno di viaggio rompe perfino il parafango anteriore, molto basso. Percorriamo a ritroso la E69 per deviare sulla E6e raggiungiamo Alta nel primo pomeriggio dove ci fermiamo all’ostello. Skarswåg – Alta km. 315 Mercoledì 28 Giugno E’ la giornata delle cascate (d’acqua, non nostre!): non siamo riuscite a contarle tutte! La strada da percorrere oggi è molto lunga, oltretutto occorre ricordare che il percorso si snoda interamente sulle strette e tortuose strade di montagna. Percorriamo la E6 fino a poco dopo Overgard per poi deviare sulla 87 che costeggia il torrente Malselva fino alle omonime cascate. La 87 si rimette poi sulla E6 che percorreremo fino a Narvik (famosa stazione sciistica) dove alloggeremo nell’ostello. Alta – Narvik km. 533 “Prendono fra l’anno innumerabili quantità di pesci, e solamente di due specie: l’una ch’è in maggior anzi incomparabili quantità, sono chiamati stocafisi; l’altra sono passare, ma di mirabile grandezza… I stocafisi seccano al vento e al sole senza sale, e perché sono pesci di poca umidità grassa, diventano duri come legno. Quando si vogliono mangiare li battono col roverso della mannara che li fa diventar sfilati come nervi, poi compongono butirro e spezie per darli sapore…”. Così scriveva nel 1432 il mercante veneziano Piero Querini… Ancora oggi la stagionatura dello stoccafisso è un prodigio: grazie all’irripetibile combinazione del vento gelido e del pallido sole della primavera polare, i merluzzi appesi ai graticci di legno a forma di capanna, asciugano senza putrefarsi. Giovedì 29 Giugno – Venerdi 30 Giugno Torniamo sui nostri passi… retrocediamo di 30km per imboccare la E10 che ci condurrà fino a Melbu. Dopo 30 minuti di traghetto sbarchiamo a Fiskebøl, sulle isole Lofoten. Le sole isole valgono l’intero viaggio: il paesaggio, complice anche le “quasi intere” giornate di sole, è di una insuperabile bellezza. Resteremo in un cottage nel Sandvika Fjord, poco dopo Kabelvag, per due notti!. Narvik – Kabelvag (Lofoten) km. 293 In giro per l’isola… km. 190 Alte quasi 1000 m e lunghe 150km, le Lofoten si alzano dal mare come un muro. Le montagne più antiche di Europa, che giganteggiano ripide e spaccate sopra i villaggi dei pescatori lungo i fiordi. La corrente del golfo scalda le acque tra le isole ed e per questo che il merluzzo depone le uova qui. E’ qui la più grande base di pesca del merluzzo del mondo. Vichinghi La parola vichingo viene da Vik, golfo, quindi il vichingo sarebbe un guerriero che ha la sua base in un golfo, probabilmente in quell’ampio fiordo al cui interno è ora Oslo. Certo è che le attività dei vichinghi hanno potuto dare il nome a un’epoca. Il sorprendente sviluppo dell’attività vichinga è da attribuire anche al spirito di avventura e di scoperta, al desiderio di commercio e di saccheggio, alla ricerca di onore e gloria. La nave vichinga costituì senz’altro la loro grande arma segreta, molto leggera, rapidissima, poteva navigare in acque bassissime, ed era capace di stare in mare un intero mese senza toccare mai terra. La breve distanza tra le montagne e il mare offre tante emozioni, In un giorno si passa da valli profonde ricoperte di foreste a fiordi lunghi e profondi, cascate, laghi, isole, scogli, ponti, cittadine bellissime, villaggi di pescatori… i colori sotto il sole, splendidi, un verde mai visto…e intorno il mare, soltanto mare… E difficile descrivere le Lofoten, bellissime…si ma nemmeno le foto non dicono tutto, non si può spiegare l’odore delle alghe, del mare, il grido degli uccelli marini, il colore del mare che cambia da qua a là…, il sapore del pesce che si respira, la luce del non tramonto, la sensazione che hai cavalcando quei ponti e saltando da un isola all’altra, passando in un attimo da un paesaggio all’altro… La costa nord rude, le montagne più aspre, vento, i fianchi ripidi delle valli, diversa di quella sud, tante isole, scogli, con i paesi dei pescatori. Il sole a mezzanotte E’ un spazio dolcissimo, forse per questo il sole, come una prima ballerina che non si rassegna di stare nascosta dietro una nuvola quando i dei la contraddicono, esce come una pioggia di luce, tra le nubi scure. Sabato 1 Luglio Di buon mattino prendiamo il traghetto che da Fiskebøl ci porta a Skutvik in un paio d’ore per poi riprendere la “famosa” E6 (praticamente in scandinavia esistono due sole strade: la E4 e laE6!). Oggi, dopo ormai tanti giorni, apparirà finalmente la notte, anche se per poche ore. Passeremo “sotto” al circolo polare artico, che qui si chiama polarsirkelen. Il parallelo si trova a poche centinaia di metri di altezza, sul massiccio del Saltfjellet, ma qui, “poche centinaia di metri” sono in gradi di mutare il paesaggio come se fossimo a 3000 metri in Italia: non un albero, solo roccia, neve ed erba rinsecchita. Dopo 70km arriveremo a Mo I Rana dove alloggeremo all’hotel Ole Tobias. Lofoten – Mo I Rana km. 395 Domenica 2 Luglio Anche oggi i chilometri sono tanti, percorsi interamente sulla E6, che ci porteranno a Trondheim, antica capitale della Norvegia con un importante centro medioevale ben conservato. Le cose semplici pare che ai norvegesi non piacciano: ci metteremo infatti molto tempo a districarsi nella città (140.000 ab.) per raggiungere l’ostello dove alloggeremo. Mo I Rana – Trondheim km. 497 All’imboccatura del fiordo di Trondheim lungo le coste del Fossen, l’acqua è più tranquilla e il postale costiero, visto più di un a volta nel nostro tragitto, ha tanta compagnia sul mare e sulla terra vicina… Qui si trovano fiordi e montagne. Troviamo natura inesplorata, città piene di vita. Trondheim nacque dal bisogno che i vichinghi avevano di un buon porto spazioso per poter anche costruire le loro navi. E’ uno dei più grandi e attrattivi porti della Norvegia. Lunedì 3 Luglio La giornata non promette bene: il cielo è densamente popolato di nubi nere… ed infatti la pioggia e la nebbia ci accompagneranno per l’intero giorno. E’ veramente un peccato che oggi sia così brutto, percorreremo infatti strade con scenari fantastici (così pare dal poco che si riesce a scorgere), ma con una visibilità limitata a pochi metri. Chissà se mai riuscirò a tornarci?. Discutendo poi con alcuni “indigeni” ci raccontano che è molto difficile vedere una giornata di sole da queste parti! Lasciamo il Trondheims fjorden sulla “solita” E6 per poi deviare a Oppdal verso Sunndalsøra. Sulla 62, poco prima di Eidsvag, prendiamo la 660 che costeggia, con una nebbiosa vista (nel nostro caso) il Langfjorden fino a Veblungsnest. Dopo un breve tratto della 9 verso Dombå, ecco la Trollstiger!, la strada dei Troll (aperta da giugno fino a metà agosto…). Saliremo sul Trollvegen, la parete rocciosa a strapiombo più alta d’Europa senza vedere praticamente nulla…, intuiamo la presenza di meravigliose cascate d’acqua, ma siamo avvolti da una fittissima nebbia gocciolante che preserva, se non altro, da eventuali vertigini! Dopo il breve traghetto sul Norddalsfjorden, la "strada delle aquile" ci aspetta!. Ci aspetta pure la solita nebbia… saliremo fino a 1470 metri (gli ultimi 300 metri di dislivello sono su sterrato…), in alcuni punti della strada ci sono circa 3 metri di neve, il panorama che si dovrebbe vedere nelle giornate di sole deve essere fantastico!. Scendendo la strada si biforca, possiamo percorrere una strada panoramica che ci porterà su un altro passo (la 258), oppure fare le “talpe” percorrendo la serie di tunnel della 15; data la scarsa visibilità decidiamo di scegliere i tunnel… L’altopiano “lunare” che ci porta a Stryn è fantastico (tipo paesaggio “fuori dal mondo”: steppa, neve e nulla per decine di chilometri!) Trondheim – Stryn km. 492 Martedì 4 Luglio Ancora fiordi e montagne… La giornata “promette bene”, ciò non vuol dire “c’è il sole”, ma “pare che non piova nei prossimi 10 minuti…”, seguiamo la in direzione Nordfjord, per poi deviare a Lote e prendere un traghetto (10 minuti) che ci porta ad Anda, proseguendo, a Moskog ci fermiamo alle Huldrefossen (belle cascate), attraversiamo Førde e a Lavik prendiamo il traghetto per Oppedal, sul Sognefjorden, il più lungo fiordo norvegese (200km). L‘ostello Montana a Bergen è ormai vicino… gran casino (come al solito quando siamo nelle città) a trovarlo!. Poiché ci avevano detto che era vicino all‘ospedale, siamo stati sul punto di inseguire un‘ambulanza… Stryn – Bergen km. 320 Mercoledì 5 Luglio Passiamo la mattinata a Bergen per riposarci e assaporare il ritmo della vita delle città del nord: il mercato del pesce, il porto e i pescatori, il centro storico, il belvedere a piombo sulla città, le chiese di legno. Si possono acquistare dei bellissimi maglioni di lana norvegesi, la scelta e’ ampia, la qualità è alta e il prezzo pure, però che figura ci fate quando in inverno andate in giro indossando una simile bellezza?. Partiamo da Bergen nel primo pomeriggio percorrendo la E16; a Voss deviamo per la 13 fino a Bruravik, dove prendiamo l’ennesimo traghetto che in 10 minuti ci porta a Brimnes, sull’altra sponda dell’Eidfjorden. Da qui, percorrendo la 7, arriveremo fino a Geilo dopo avere visto le Vøringfossen (fossen = cascate), all‘albergo Quality Hotel (molto bello). Bergen – Geilo km. 264 L’alba comincia a tingere ogni oggetto di rosa e la piazza affacciata sul porto si riempie poco a poco di strane figure che indossano grandi grembiuli di tela cerata e stivali di gomma: sono i pescatori che arrivati dal mare e scaricano un quantità incredibile di gamberetti, astici, aragoste…Vengono sistemati in perfetto ordine nelle bancarelle con geometriche macchie di colore; questa scena si ripete, immutabile da anni, a Torget, la piazza del mercato di Bergen, sul porto. Stupende le case affacciate sul porto sulla via Bryggen, costruite verso il 1500, costruite quando i commercianti tedeschi dell’Hansa (la Lega Anseatica) compresero l’importanza strategica di Bergen. Queste graziose case di legno, divise da strettissime stradine, conservano tuttora il fascino del tempo andato, anche se oggi ospitano negozi di artisti, artigiani e venditori di souvenir. Giovedì 6 Luglio E’ una giornata “spirituale”: nella vallata di Vudal e Nuvedal vedremo le chiese in legno più belle della Norvegia. Da Geilo proseguiamo per la 40; dopo una deviazione per Notodden, incontreremo, ad Heddal, la più grande chiesa di legno della Norvegia (ovviamente in ricostruzione…). Torniamo sui nostri passi verso Kongsberg, a Drammen prendiamo l’autostrada che ci porterà ad Oslo. Naturalmente il nostro ostello rimane dalla parte opposta della città e fatichiamo, come al solito non poco, per rintracciarlo (ring 3, quartiere Grefsen). Un terzo degli abitanti della Norvegia (sono 4,4 milioni su circa 400.000 km2)vivono ad Oslo e dintorni… la periferia inizia praticamente ad una sessantina di km prima del centro: sarà infatti tutto un susseguirsi di paesi, uno “attaccato” all’altro fino alla capitale. Addio alle lande desolate, addio ai muschi ed ai licheni, addio alle praterie…, siamo tornati alla “civiltà”: asfalto ovunque, caos, cemento dappertutto. Come rimpiango le belle casette di legno dei giorni scorsi!. Comunque anche nella capitale si sta “freschi”, il termometro segna sui 15?C, in Italia oggi la colonnina di mercurio è salita a 35?C. Come rimpiangeremo, una volta tornati, l’imbottitura della giacca! Geilo – Oslo km. 336 Stavkirker - le chiese di legno Mentre nel medioevo in Europa continentale si costruivano le chiese di pietra, nella lontana Norvegia, si sviluppava una simile architettura in legno. Materiale di costruzione più utilizzato ed apprezzato tra l’altro anche per le navi vichinghe. Ciò che innanzi tutto caratterizza una stavkirke non sono nè le sculture a testa di drago nè le ricche incisioni sui portali, bensì la struttura portante che poggia su pareti di pali (stav) infissi verticalmente nel terreno. Vennero costruite attorno all’anno 1000, quando il Cristianesimo fece la sua apparizione in questo paese scandinavo dove venivano venerati Odino e Thor, divinità tipiche della mitologia nordica. Delle 750 chiese di un tempo, ne rimangono oggi in tutto una trentina. La chiesa di Borgund, del 1150, è ornata di teste di drago; la più grande di tutto il paese scandinavo si trova ad Heddal. Venerdì 7 Luglio Dalla mattina fino alle ore 16 quando, ci imbarcheremo per København, in Danmark (ovvero: Copenaghen in Danimarca!) avremo un po’ di tempo per girare la capitale. La città, di costruzione moderna, non offre interessanti attrattive ai cultori dei luoghi storici. Sono molto comodi i biglietti giornalieri che permettono di girare sia sulla metropolitana sia sui bus: possiamo così concentrarci meglio alla ricerca di qualche angolo interessante da scoprire senza prestare attenzione al traffico, seppur disciplinatissimo. Basta solo il cenno di attraversare la strada che le automobili si fermino!… quasi come da noi, insomma!. Oslo – Oslo km. 11 Danmark Sabato 8 Luglio La Danimarca è costituita dalla penisola che si trova in cima all’Europa e da 406 isole che si estendono fino ai confini svedesi. Arriviamo alle ore 9 a København, alle 9.20 siamo già sbarcati e ci incamminiamo verso l’albergo, l’Hotel Absalon, nel centro della città, Øresund è lo stretto dove la Danimarca e la Svezia si incontrano, il 1? luglio è stato inaugurato un ponte, che unisce Malmö a København. Costato 6.000.000.000.000 di lire (contate tutti gli „zeri“) il ponte è lungo 8 km, sono stati costruiti 4 km di tunnel ed un‘isola artificiale di 4km!. A Copenaghen non troviamo solo i “soliti“ musei, ma anche il Museum Erotica, il Guiness World of Records Museum, il Ripley‘s Believe It or Not Museum (traduzione “sensata“: incredibile, ma vero!), oppure locali “motociclisticamente“ famosi, come l‘Hard Rock Cafe. Nella zona centrale della città hanno costruito un enorme parco di divertimento, il Tivoli. I locali “d‘intrattenimento“ per il pubblico maschile sono molti… Deutschland… il ritorno Domenica 9 Luglio Purtroppo il giro si sta concludendo… lasciamo København sull’autostrada E55 per arrivare, circa 130km dopo, a Rødbyhavn, dove prenderemo il traghetto (un’ora circa) per Puttgarden, sul territorio tedesco. Proseguiamo per Lübeck ed arriviamo ad Hamburg con la solita disperazione nel trovare la stazione ferroviaria per “l’imbarco” delle nostre moto... tra l’altro comincia pure a piovere…!. Comunque poco dopo le 16 troviamo la stazione, il treno partirà verso le 18.30 circa; le moto vengono legate pignolescamente bene dal personale ferroviario. Nel giungere al treno attraverseremo una lunga via piena di “chiese” e di “suore”, come le chiama Doro… København – Hamburg km. Italia… la fine Lunedì 10 Luglio 335 Purtroppo è davvero finita: il treno giunge alle 9 a Verona, riprendiamo la moto e, sotto un sole cocente prendiamo la strada di casa ripensando all’imbottitura della giacca ed ai 15?C di temperatura… Verona – Altedo km. 120 Km partenza viaggio Km arrivo TOTALE km. 91806 99845 8039