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12/04/2011
Modulo A: Origini delle letterature romanze: culture, testi, generi.
PARTE SECONDA: EPICA E ROMANZO
DIAPOSITIVE E MATERIALI
COMMENTATI A LEZIONE
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani

I materiali qui raccolti sono stati presentati e discussi durante le lezioni relative alla
seconda parte del MODULO A - Origini delle letterature romanze: culture, testi,
generi del corso di Filologia romanza I-Z dell’a.a. 2010-11 (prof. R. Tagliani) avente
per oggetto la presentazione delle problematiche storico-letterarie dei generi epico,
lirico e romanzesco.
Tali materiali NON SOSTITUISCONO, ma INTEGRANO i contenuti inerenti la
preparazione dell’esame relativo al modulo in oggetto, sono il frutto di un’ampia e
libera rielaborazione di alcuni temi nodali affrontati negli agili volumi adottati
(A. LIMENTANI-M. INFURNA, L’epica romanza del Medioevo, Bologna, Il Mulino, 2007; M. L.
MENEGHETTI, Il romanzo nel Medioevo. Francia, Spagna, Italia, Bologna, Il Mulino, 2010).
I materiali iconografici sono tratti dalla rete internet e impiegati in questo documento
esclusivamente a titolo didattico ed esemplificativo, senza scopo di lucro.
Lo studio delle diapositive NON SOSTITUISCE IN ALCUN MODO la
preparazione dei volumetti indicati nel programma ufficiale, pubblicato sul sito,
allegato alla dispensa e qui ricordato.
Milano, 12 aprile 2011
R.T.
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Definizione
Caratteri costitutivi dell’epica medievale
Chanson de geste e cicli
Chanson de Roland
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


L’epica (dal greco έπος, “parola, racconto, narrazione”) è un genere
letterario che narra in versi le g
gesta, storiche o leggendarie,
gg
di un
eroe o di un popolo, mediante le quali si conservano e tramandano
la memoria e l’identità di una civiltà o di una classe politica; è il
racconto di un passato glorioso di guerre e di avventure e
condensa in sé i caratteri più significativi del pensiero religioso,
politico, folklorico, antropologico ed escatologico.
La vocazione epica della letteratura è un elemento caratteristico
pressoché di tutte le culture e di tutte le epoche
p
p
storiche.
Ogni cultura e ogni epoca attribuisce valore epico a creazioni
culturali ed atti comunicativi differenti per contesto, genere,
modalità, intenzione espressiva.
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







Storicità del tema (vera, alterata, simulata o pretesa);
Cesura cronologica o biografica che abbia fatto perdere ogni consapevolezza circa
gli eventi e i personaggi in gioco;
Presenza di due parti contrapposte, il cui scontro è rappresentato come decisivo
per la sopravvivenza di un’intera comunità e dei suoi ideali;
La presenza di un eroe in cui la comunità si riconosce, che per essa si batte e può
morire;
Sostegno ad un senso collettivo dell’onore attraverso l’azione dell’eroe;
Grande rilevanza all’intervento divino e miracoloso in aiuto dell’eroe o della parte
“buona”
buona (quella per la quale parteggia l’autore
l autore, il cui punto di vista è sempre
indulgente e celebrativo nei confronti della comunità a cui mostra di appartenere);
Prodotto letterario d’autore per lo più anonimo o collettivo (mitico), destinato a
performance pubblica affidata ad un professionista (aedo, cantore, giullare, ecc.)
Versificazione topica e formulare, soggetta a scorciamenti, amplificazioni,
anticipazioni, rielaborazioni.
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 La
produzione epica medievale
abbraccia vastissimi domini linguistici e
cronologici: si intreccia con i racconti
mitici e le leggende popolari (dall’area
bizantina a quella finnica e germanica)
senza p
perdere di vista,, specie
p
in ambito
clericale e monastico, la tradizione latina
(es. Alexandreis di Gautier de Châtillon,
1180 circa).
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 Beowulf, anglosassone, VIII
 Edda, norreno
sec.
(antico nordico), XII-XIII sec.
 Nibelungenlied, altotedesco, XIII
 Hildebrandslied, altotedesco, IX
 Waltarius,
Waltarius latino-germanico,
latino germanico X
 Waldere, anglosassone, VIII
sec.
sec.
sec
sec.
sec.
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



In età romantica, alla nascita della filologia romanza, si afferma l’idea
della genesi orale e popolare dell’epica: eccezion fatta per Diez e Paris,
la filologia ottocentesca considerava Chanson de Roland, Cantar de Mio
Cid e Nibelungenlied degli originari poemi nazionali nati
dall’elaborazione culturale di miti antichi e nazionali.
La cesura cronologica tra le origini antiche dei poemi e la loro fissazione
sulla carta diede origine a fantasiose teorie sulle origini dell’epica.
L’osservazione del comune assetto formale dell’epica romanza (oitanica,
occitanica, iberica) in lasse rimate o assonanzate ha dimostrato oltre
ogni
g dubbio l’esistenza di un esempio
p autorevole e modellizzante, che
ha mutato l’assetto testuale delle opere più antiche di area germanica
generando una nuova tradizione epica.
Ciononostante, non va sottovalutata la fase di circolazione orale dei
materiali epici, che trovano in età romanza la propria codificazione
scritta in opere e forme testuali coerenti a partire da performances
orali, che sono anche la destinazione finale rivolta al pubblico.
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
Gaston Paris, Histoire poétique de Charlemagne, 1865: cantilene coeve
all’età dei fatti (carolingia) che, per effetto di continue rielaborazioni
formulari ad opera di rapsodi, giungono a generare un nuovo genere.
Pio Rajna, Le origini dell’epopea francese, 1884: tradizione merovingica
genera l’epica, collegandosi alle origini germaniche delle popolazioni
franche (limite della “nostalgia delle origini”).
Joseph Bédier, Les legendes épiques, 4 voll., 1908-13: collaborazione tra
monaci e giullari maturata a partire dall’XI secolo sulle vie dei
pellegrinaggi. Teoria vincente (persino un passaggio della Récherche di
P
Proust
t lla ricorda,
i d e ne è di
direttamente
tt
t influenzato).
i fl
t )
Ramón Menéndez Pidal, La Chanson de Roland y el neotradicionalismo,
1959: si oppone alla teoria bédieriana recuperando, in continuità con Paris
e con le teorie romantiche, l’idea di choc collettivo di un fatto storico che
genera produzione epica (con forti implicazioni nazionali).
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



Jean Rychner, La chanson de geste. Essai sur l’art poétique des jongleurs,
1955: rileva l’importanza del ruolo dei giullari nella diffusione e nella
rielaborazione
i l b
i
del
d l sistema
i t
formulare
f
l
della
d ll chanson
h
de
d geste.
t
=> recupero della polemica sulle origini orali dell’epica.
Jean Frappier: indagine sociologica sulla trasposizione dei caratteri sociali
della feudalità contemporanea nel “passato mitico” dell’età carolingia.
Erich Köhler e Henning Krauss, ripartono dalla tesi di Frappier, e mettono in
evidenza i temi legati al conflitto tra la grande aristocrazia feudale e i
funzionari-guerrieri legati alla corona, interessati ad accrescere il potere e ad
ottenere feudi.
Cesare Segre, editore critico della Chanson de Roland (1971), ha risolto il
ganglio delle origini dell’epica nel rapporto tra oralità e scrittura: l’epica
oitanica è un prodotto ad alta formalizzazione (=> origine scritta, concepita
in ambiente colto) destinato ad una performance orale (=> abbondanza di
elementi formali di natura mnemotecnica, valore narrativo della lassa = unità
organizzativa del testo).
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


Tra l’XI e il XIII secolo, in Francia sono composti
circa novanta poemi in lingua d’oïl
d oïl, molti dei quali
circolano in varie versioni (anche molto diverse).
In esse si rispecchia il mondo feudale: lo spirito
guerriero, la prodezza, il culto dell’onore, la fedeltà
vassallatica, l’amore per la propria terra.
Il modello di riferimento letterario precedente è
quello del poemetto agiografico, con cui l’epica si
confronta in spirito di emulazione (Segre).
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Jean Bodel, Chanson de Saisnes (fine XII sec.), vv. 6-11:
N’en sont que trois materes a nul home antandant:
de France et de Bretaigne et de Ronme la grant;
ne de ces trois materes n’i a nule samblant.
Li conte de Bretaigne sont si vain et plaisant
et cil de Ronme sage et de sens aprendant,
cil de France sont voir chascun jour aparant.
[Non ci sono che tre materie per chi è istruito: di Francia
Francia, di
Bretagna e di Roma la grande; non c’è somiglianza fra le tre.
I racconti di Bretagna sono vani e divertenti, quelli di Roma saggi
e istruttivi, quelli di Francia sono veri come appare ogni giorno.]
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Bertran de Bar-sur-Aube, Girart de Vienne (fine XII sec.):
N’ot ke III gestes en France la garnie:
dou roi de France est la plus seignorie
[...] et l’autre apres [...]
est de Doon a la barbe florie [...]
La tierce geste qui mout fist a proisier
fu de Garin de Monglane le fier.
[Non ci sono che tre gesta in Francia la ben difesa: la più nobile è
quella del re di Francia [...] l’altra è quella di Doon dalla bianca
barba [...] La terza gesta, che si doveva molto apprezzare, fu di
Garin di Monglane il fiero.]
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Secondo le classificazioni antiche, pertanto:
 La
chanson de geste si differenzia dal romanzo
in versi (arturiano o di materia antica) per la
veridicità del suo contenuto;
 All’interno
del genere è possibile individuare
tre “costellazioni” tematiche, che
rappresentanto l’autocoscienza di una
organizzazione della matière in cicli (Bertran ne
indica tre dei quattro realmente esistenti).
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Dalla fine del XII secolo, la materia epica prese ad
organizzarsi in modo ciclico: per andare incontro alle
richieste del pubblico, gli autori si dedicarono a crare delle
genealogie poetiche e leggendarie degli eroi di maggior
successo: “i figli generano i padri”, secondo la felice
sintesi di Jean Frappier.
Nascono così i cicli di chansons:
• il ciclo del Re
• il ciclo di Guillaume d’Orange (gesta dei Narbonesi)
• il ciclo dei vassalli ribelli
• il ciclo delle canzoni di crociata.
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


Nelle chansons di questo ciclo il ruolo di protagonista è affidato a
Carlo Magno
g o a un eroe del suo lignaggio,
g gg quasi
q
sempre
p il nipote
p
Rolando. Ne fanno parte, tra le altre, le seguenti chansons:
Chanson de Roland;
Berte aus grans piés (avventure di Pipino e di Berta, genitori di
Carlomagno);

Chanson de Mainet (tratta delle enfances di Carlo Magno);

Chanson d’Aspremont,
d’Aspremont Otinel,
Otinel Entrée d’Espagne


(enfances di Rolando e antefatto della campagna di Spagna);
Pèlerinage Charlemagne à Jérusalem et Constantinople, narrazione
di viaggio di tono comico.
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


Comprende ventiquattro componimenti che hanno per teatro il
Sud della Francia. Gli eroi p
principali
p sono il conte Aymeri
y
di
Narbona e il figlio secondogenito Guglielmo d’Orange
proseguendo fino alla sesta generazione. Guillaume è l’unico
personaggio storico (conte di Tolosa e cugino di Carlo Magno,
morto nell’812). I titoli principali della gesta sono:
Chanson de Guillaume (narra di Guglielmo e del nipote Vivien
combattenti contro i pagani);
Girart de Vienne,
Vienne Les Narbonnais,
Narbonnais Couronnement de Louis,
Louis Charroi
de Nimes, Prise d’Orange, Moniage Guillaume; accanto ad
avventure che riguardano Guillaume, le ultime quattro narrano la
biografia di Guillaume, con la monacazione finale.
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



Corpus poco organico e piuttosto frammentario, comprende un gruppo di
canzoni in cui il nemico cessa di essere nel mondo saraceno e si sposta
nell’ambito di una guerra civile fra la monarchia ed i vassalli. Le canzoni
hanno per protagonista un leale vassallo cui si contrappone un re (Carlo
Martello, Carlomagno, Louis) ingiusto e che non tiene fede ai patti.
Ricordiamo:
Raoul de Cambrai (narra della ingiusta mancata assegnazione di un feudo
a Raoul da parte del re Louis)
Girart de Roussillon (in provenzale), Renaut de Montauban, Quatre fils
A
Aymon,
Ch l i Ogier,
Chevalerie
O i le
l cinque
i
canzonii della
d ll gesta
t dei
d i Lorenesi
L
i
(Hervis de Mes, Garin le Loheren, Gerbert de Mez, Anseis de Mes e Yon),
che narrano la lotta per quattro generazioni tra Lorenesi e Bordolesi, una
vera e propria faida tra famiglie;
Gormont et Isembart, tra le più arcaiche.
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


Ambientate nella prima e nella terza crociata (l’una per il
suo esito vittorioso, l’altra
l altra per la caduta di Gerusalemme e la
riscossa musulmana), amplificano fortemente l’elemento
divino e miracoloso a scapito dell’etica feudale. Sono sei
chansons:
Les Enfants-Cygnes, Le Chevalier au Cygne, Les Enfances
Godefroy, (narrano, su basi leggendarie e favolose, la storia
di Goffredo di Buglione a partire dalla sua infanzia)
La Chanson d’Antioche, Les Chétifs, La Chanson de Jérusalem
(episodi della prima crociata, sia reali che inventati).
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 Girard
de Roussillon
 Canzone
 Canso
della crociata contro gli Albigesi
d’Antiocha
 Boecis
 Poemetti
rolandiani:
Ronsasvals e Roland a Saragossa
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 Cantar
de mio Cid
 Mocedades
de Rodrigo
 Roncesvalles
 Cantares
 Cantar
 Siete
navarro
(frammentari):
de Sancho II (o del Cerco de Zamora)
enfantes de Lara
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 Entrée
d’Espagne
d Espagne
 Niccolò
da Verona, Pharsale
 Niccolò
da Verona, Prise de Pampelune
 Ciclo
di Huon d’Auvergne
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




Elaborazione scritta 1070-1098; prime testimonianze scritte
(ms. Digby 23 di Oxford) di un secolo successivo;
Il codice conserva lasse assonanzate, circa 4000 décasyllabes di
straordinaria qualità stilistica;
Il fondamento storico si riferisce ad un fatto storico, avvenuto nel 778:
in un episodio marginale nella storia di Carlo Magno si narra della caduta
in un’imboscata ordita dai baschi, sui Pirenei, presso il passo di
Roncisvalle, di un notevole numero soldati, tra i quali molti “pari” (illustri
personaggi del regno franco) fra cui un Hruodlandus britannici limitis
praefectus ((la fonte è Eginardo,
p
g
Vita Caroli).
)
L’evento assunse, tre secoli dopo, una forma leggendaria e poetica: nella
narrazione epica i baschi diventano mori saraceni di Spagna e
l’episodio viene inserito nella guerra santa fra mondo arabo e mondo
cristiano di cui Carlo Magno era difensore.
Orlando diventa un martire della fede: eroe e allo stesso tempo santo.
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



il testo mostra un andamento per dicotomie oppositive:
cristianità vs. Islam (=> male vs. bene); sul piano estetico e morale la
guerra è giustificata dal principio: Paien unt tort e chrestïens unt dreit
(‘i pagani hanno torto, i cristiani hanno ragione’)
12 apostoli (tra i quali Giuda) = 12 pari (tra i quali Gano)
stile formulare (impiego di espressioni stabili e ripetute disposte in
situazioni metricamente identiche)
affinità metriche e retoriche con l’agiografia oitanica (retaggio della
cultura clericale): in particolare, Roland e Boezio del Boeci hanno le
medesime caratteristiche e sono entrambi considerati martiri.

punto
t di vista
i t dell’autore
d ll’ t
= punto
t di vista
i t del
d l pubblico
bbli

lo scontro fra parti contrapposte fa emergere il sistema di valori di
un’intera comunità e dei suoi ideali;

l’eroe è portatore del senso profondo del destino collettivo in cui la
comunità si riconosce, e di cui l’autore è il difensore e l’ideologo.
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I
Carles li reis, nostre emperere magnes ,
Set anz tuz pleins ad estét en Espaigne:
Tresqu’en la mer cunquist la tere altaigne.
N’i ad castel ki devant lui remaigne;
Mur ne citét n’i est remés a fraindre,
Fors Sarraguce, ki est en une muntaigne.
Li reis Marsilie la tient, ki Deu nen aimet,
Mahumet sert e Apollin recleimet:
Ne·s poet guarder que mals ne l’i ateignet. AOI.
[Il Re Carlo, nostro grande imperatore, / sette anni
pieni è stato nella Spagna , / e l’alta terra ha preso fino
al mare.
mare / Non v
v’è
è castello che innanzi a lui rimanga,
rimanga né
città o muro che debba ancora infrangere. / Solo
Saragozza, che sta su una montagna, tiene Marsilio, il re
che Dio non ama: / serve Maometto e Apollo prega e
chiama; / dalla rovina non si potrà salvare].
________________________
Prima carta del più antico codice della Chanson de Roland: Oxford,
Bodleian Library, Digby 23; il ms., in antico francese di varietà anglonormanna, è databile tra il 1140 e il 1170.
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
Carlo Magno, anziano sovrano, da sette anni combatte una guerra contro il Re dei Mori di
Spagna, Marsilio;

tiene consiglio con i baroni sul destino della guerra: Gano è per la pace, Roland per la
guerra ad oltranza;

Carlo decide per la pace e manda un’ambasciata a Marsilio (guidata, su consiglio di
Gano, dallo stesso Roland, che si era opposto);

per vendetta, Gano si accorda con Marsilio affinché i saraceni compiano un’imboscata ai
danni della retroguardia dell’esercito, comandata da Roland;

a Roncisvalle Roland subisce l’imboscata dei saraceni;

in difficoltà, Roland con i ventimila soldati ed i pari, non suona il corno Olifante per
chiedere l’aiuto di Carlo contro i saraceni, nonostante le esortazioni del saggio
compagno
p g Olivieri,, e soccombe nella battaglia;
g ;

in punto di morte suona il corno: torna Carlo e sgomina le truppe di Marsilio (lo stesso
re, ferito, morirà a Saragozza di lì a poco);

Baligante, sovrano africano giunto in aiuto di Marsilio, si batte contro Carlo ma viene
sconfitto ed è ucciso in duello da Carlo, anche se ha ormai 200 anni;

ad Aquisgrana Carlo processa Gano per alto tradimento; condannato, sarà squartato dal
tiro di quattro cavalli orientati nella direzione dei quattro punti cardinali.
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Madrid, Biblioteca de la Real Academia de la Historia, ms. Emilianense 39, c. 245
In era DCCCXVI, venit Carlus rex ad Cesaragusta. In his diebus habuit
duodecim neptis; unusquisque habebat tria milia equitum cum loricis
suis. Nomina ex his Rodlane, Bertlane, Oggero Spatacurta, Ghigelmo
Alcorbitunas [opp.: Alcorbitanas], Olibero et episcopo domini Torpini.
Et unusquisque singulos menses serbiebat ad regem cum scolicis suis.
Contigit ut regem cum suis ostis pausabit in Cesaragusta. Post
aliquantulum temporis, suis dederunt consilium ut munera acciperet
multa, ne a ffamis periret exercitum, sed ad propriam rediret. Quod
factum est. Deinde placuit ad regem, pro salutem hominum exercituum,
ut Rodlane, belligerator fortis, cum suis posterum veniret. At ubi
exercitum portum de Sicera transiret, in Rozaballes a gentibus
Sarrazenorum fuit Rodiane occiso.
«Nell’anno 778 [lett.: ‘816 dell’era’, e cioè dell’era ispanica: nel Medioevo, in Spagna
gli anni erano computati a partire dal 38 a.C., supposta data di fondazione, da parte di
Giulio Cesare, delle province romane in terra iberica] re Carlo venne a Saragozza. In
quei tempi aveva dodici nipoti, e ciascuno di loro aveva tremila cavalieri tutti
corazzati. I nomi di alcuni erano: Rolando, Bertrand, Uggieri Spadacorta, Guglielmo
‘dal curvo naso’, Olivieri e il vescovo messer Turpino. E ciascuno serviva il re un
mese all’anno con quelli del suo seguito. Avvenne che il re con le sue schiere si
accampò davanti a Saragozza. Dopo un po’ di tempo, i suoi lo consigliarono di
accettare i doni offerti [dagli abitanti di Saragozza], perché l’esercito non rischiasse
di morire di fame, ma [poi] di tornare in patria. E così fu fatto. Piacque poi al re che
Rolando, forte guerriero, restasse alla retroguardia con i suoi, per l’incolumità degli
uomini delle altre schiere. Ma mentre l’esercito transitava per il passo di Cize, a
Roncisvalle Rolando fu ucciso dalle genti saracene».
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La lassa è un’unità metrica (strofa) composta da un numero variabile di versi, legati
tra loro da assonanza (lassa assonanzata); ogni lassa rappresenta un’unità del racconto,
e può essere organizzata in modo da essere riorganizzata, ampliata, anticipata o
posticipata. Si tratta di un elemento che favorisce la memorizzazione ma anche la
nascita di nuove sezioni del racconto.
Esempi di lasse:
XXV
XXVI
Li empereres li tent sun guant, le destre;
Mais li quens Guenes iloec ne volsist estre:
Quant le dut prendre, si li caït a tere.
Dïent Franceis: «Deus, que purrat ço estre?
De cest message nos avendrat grant perte.»
«Seignurs, - dist Guenes, - vos en orrez noveles!»
«Sire, - dist Guenes - dunez mei le cungiéd:
Quant aler dei, n’i ai plus que targer.»
Ço dist li reis: «Al Jhesu e al mien!»
De sa main destre l’ad asols e seignét;
Puis li livrat le bastun e le bref.
tr. L’imperatore gli tende il guanto destro,
ma il conte Gano vorrebbe qui non essere.
Andò per prenderlo e gli cadde per terra.
Dicono i Franchi: «Dio, che potrà ciò essere?
Da un tal messaggio ci verrà una gran perdita».
«Signori», dice Gano, «ne sentirete!»
tr. «Datemi, sire», disse Gano «il congedo.
Poiché andar debbo, non ho che cosa attendere.»
E il re: «Partite per Gesù e per me!»
Con la sua destra l’assolve e poi lo segna.
Quindi gli affida il bastone e il breve.
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Chanson de Roland (Oxford, Bodleian Library, Digby 23, cc. 19v.-20r.)
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LXXXIII
Dist Oliver: «Paien unt grant esforz,
De noz Franceis m'i semblet aveir mult poi!
Cumpaign Rollant, kar sunez vostre corn:
Si l’orrat Carles, si returnerat l'ost.»
Respunt Rollant: «Jo fereie que fols!
En dulce France en perdreie mun los.
Sempres ferrai de Durendal granz colps;
Sanglant en ert li branz entresqu'a l’or.
Felun paien mar i vindrent as porz:
Jo vos plevis, tuz sunt jugez a mort.» AOI.
[tr. Disse Oliviero: «I pagani hanno gran forza,
e i nostrii ffranchii mii pare che siano
i
pochi!
i
Perciò, compagno Orlando, suonate il vostro corno.
Carlo l’udrà: coi suoi farà ritorno.»
Risponde Orlando: «Sarebbe agir da folle!
Nella mia Francia io perderei il mio vanto.
Di Durendal ora darò gran colpi:
L’arrosserò fino nell’elsa d’oro.
Sono giunti ai valichi con loro danno i felloni:
Giuro che tutti sono dannati a morte».]
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LXXXIV
«Cumpainz Rollant l’olifan car sunez:
Si l’orrat Carles, ferat l’ost returner,
Succurrat nos li reis od tut sun barnet.»
Respont Rollant: «Ne placet Damnedeu
Que mi parent pur mei seient blasmet
Ne France dulce ja cheet en viltet!
Einz i ferrai de Durendal asez,
…
[tr. «Compagno Orlando, l’olifante suonate:
Carlo l’udrà, farà i Franchi tornare:
coi suoi baroni il re ci aiuterà.»
Risponde Orlando: Al Signore non piaccia
Che i miei parenti sian per me biasimati,
E disonore ne abbia la dolce Francia!
Prima gran colpi darò con Durendal».]
…
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
…
Ma bone espee que ai ceint al costet:
Tut en verrez le brant ensanglentet.
Felun paien mar i sunt asemblez:
Jo vos plevis, tuz sunt a mort livrez.» AOI.
…
la buona spada che tengo cinta al fianco:
tutto vedrete il brando insanguinato.
Si sono con danno qui i pagani adunati:
giuro
i
che a morte son tuttii destinati».
i i
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
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12/04/2011
LXXXV
«Cumpainz Rollant, sunez vostre olifan:
Si l’orrat Carles, ki est as porz passant.
Je vos plevis, ja returnerunt Franc.»
«Ne placet Deu,» ço li respunt Rollant,
«Que ço seit dit de nul hume vivant,
Ne pur paien, que ja seie cornant!
Ja n’en avrunt reproece mi parent!
Quant jo serai en la bataille grant
E jo ferrai e mil colps e .VII. cenz,
De Durendal verrez l’acer sanglent.
Franceis sunt bon, si ferrunt vassalment,
JJa cil d’Espaigne
p g n’avrunt de mort g
guarant.»
[tr. «Compagno Orlando, suonate l’olifante. / Carlo l’udrà, che
sta passando i valichi. / Io ve lo giuro che torneranno i Franchi.»
/ «A Dio non piaccia» così risponde Orlando / «che mai si dica
che per un mortale, /per un pagano, il corno abbia suonato! / I
miei parenti mai non ne avranno biasimo. / Quando nel mezzo
sarò della battaglia, / ben più di mille volte trarrò la spada: /
rosso di sangue ne vedrete l’acciaio. / Son prodi i Franchi, e
colpiran da bravi: / Quelli di Spagna non avranno chi li salvi».]
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Carles li reis(1), nostre(2) emperere (3) magnes.
(1) reis
= adesione nazionalista alle vicende franche
= immediato disvelamento del punto di vista del narratore;
(3)emperere = detentore del potere assoluto, universitale e provvidenziale
(secondo il concetto di imperium).
(2) nostre





Carlo è un sovrano anziano (ha circa 200 anni), giusto e saggio;
assomma in sé i caratteri dell’imperator e del pater familias (dignità
regale e paterna), declinati secondo la cultura feudale;
èd
direttamente
etta e te ispirato
sp ato da Dio,
o, che
c e comunica
co u ca con
co lui
u attraverso
att ave so angeli
a ge
messaggeri e sogni premonitori: è il re sacerdote, che guida la missione,
direttamente ispirata da Dio, dei chrestïens contro i paien;
è dotato di grande umanità ed è dedito alla pietas, ad es. nel planctus su
Roland morto e nel ricordo sconsolato del lignaggio baronale (barnage).
amministra la giustizia in forza del potere imperiale, ma anche – in quanto
re cristiano – in nome di Dio (cfr. condanna di Gano).
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GANO DI MAGANZA





(*)
È patrigno(*) di Roland e cognato di
Carlo Magno
Esponente dell’alta aristocrazia
feudale
Interessato al mantenimento dello
status quo per preservare i propri
possedimenti feudali;
Propugnatore della “linea morbida”
(accordo con Marsilio)
Muore da vile, dopo essere stato
processato e condannato
condannato, mediante
squartamento
Gano aveva sposato la madre di Roland, Berta,
sorella di Carlo Magno, dopo la morte del padre
Milone per mano dei saraceni.
ROLAND





(**)
È figliastro(*) di Gano e nipote di Carlo
Magno(**)
Esponente del ceto dei funzionariguerrieri (c.d. “cavalieri senza feudo)
Interessato al rafforzamento del potere
regio in prospettiva anti-aristocratica,
per ottenere dei feudi
Propugnatore della “linea dura”
(guerra ad oltranza contro Marsilio)
Muore da eroe sul campo di
Roncis alle porgendo il guanto
Roncisvalle,
g anto destro
tra le mani dell’arcangelo Gabriele
(come un santo martire)
Una versione precedente alla Chanson de Roland
accenna ad un “inconfessabile peccato” di Carlo
Magno: forse Orlando è figlio illegittimo di Carlo,
nato da un rapporto incestuoso con la sorella Berta.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2
2010-11 – prof. R. Tagliani
Dieric Bouts, Martirio di sant’Ippolito (1470-1475 ca), Brugge, Museum der Erlöserkathedrale
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Evoluzione del termine “romanzo”
Romanzi francesi in versi
Chrétien de Troyes
y e Gautier d’Arras
Ciclificazioni
Romanzi francesi in prosa
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Jean Bodel, Chanson de Saisnes (fine XII sec.), vv. 6-11:
N’en sont que trois materes a nul home antandant:
de France et de Bretaigne et de Ronme la grant;
ne de ces trois materes n’i a nule samblant.
Li conte de Bretaigne sont si vain et plaisant
et cil de Ronme sage et de sens aprendant,
cil de France sont voir chascun jour aparant.
[Non ci sono che tre materie per chi è istruito: di Francia, di Bretagna
e di Roma la grande; non c’è somiglianza fra le tre.
I racconti di Bretagna sono vani e divertenti, quelli di Roma saggi
e istruttivi, quelli di Francia sono veri come appare ogni giorno.]
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12/04/2011


Fino al VI sec. d.C. i termini lingua latina e lingua romana
coincidevano; infatti la Romània corrispondeva alla comunità
linguistica e culturale creata dall’Impero romano e perpetuata,
dopo la crisi dell’impero, dalla nuova unità data dalla religione
cristiana divenuta religione di stato.
Progressivamente i due termini vengono a distinguersi:
• lingua latina = lingua scritta, letteraria (modelli classici)
• lingua romana = lingua parlata,
parlata staccata dalla norma classica


813, Concilio di Tours: ut... homilias... transferre in
rusticam romanam linguam aut theotiscam
842, Giuramenti di Strasburgo: Ludhovicus romana,
Karolus vero teudisca lingua
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Es. predica rimata, I metà XII sec.:

romanus / romanicus >
ROMANICE
(avverbio che si riferisce
alla lingua del popolo;
cfr. i corrispondenti
a.fr. romanz e l’it. romanzo).

LOQUI ROMANICE =
“esprimersi attraverso la
lingua parlata dal popolo”
A lla simple
i l gentt
ai fait simplement
un simple sermun
nel fis as lettrez
car il unt asez
escriz e raisun.
Por icel enfanz
lo fis en romanz
qui ne sunt letré:
car mielz entendrunt
la langue dont sunt
des enfance usé.
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12/04/2011
Romanz e latin sono all’interno del mondo medievale
due poli della realtà linguistica
linguistica. Spesso l’opera
volgare si presenta come un surrogato (traduzione,
parafrasi, adattamento divulgativo) di un’opera latina.
Wace, Vie de Saint Nicolas, vv. 41-44 (prima metà XII sec.)
En romanz voil dire un petit
p
de ceo que nus le latin dit
que li lai le puissent aprendre
qui ne poent latin entendre
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Jaufre Rudel, Quan lo rius de la fontana,
vv. 29-32 (prima metà XII sec.)
Senes breu de pargamina
tramet lo vers, que chantam
en plana lengua romana
romana,
a·n Hugon Brun per Filhol.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
21
12/04/2011



Senso originario: lingua volgare
nel XII secolo: discorso orale o testo scritto in volgare
dalla seconda metà del XII secolo:
• opera narrativa in versi in volgare destinata non al
canto ma alla lettura;
• materia avventurosa tradotta in volgare da leggende

del mondo antico
antico, celtico o bizantino-orientale;
nel XIII-XIV secolo: opera narrativa in prosa entro cui si
traspone la tematica dei precedenti romanzi in versi.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Le espressioni indicano l’azione letteraria di
trasportare dal latino al volgare,
volgare di “tradurre”
nel senso di dar forma volgare a una materia
preesistente in veste latina.
Es. Chrétien de Troyes, Cligès, vv.1-3, 8:
Cil qui fist d’Erec et d’Enide
Et les commandemanz d’Ovide
Et l’art d’amors an romans mist […]
Un novel conte rancomance.
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12/04/2011
Wace, Roman de Brut, v.10442:
qui ceste estoire en romanz mist
Benoit de Saint-Maure, Roman de Troie , vv. 33-39:
Et por co me vueil travaillier
en une estoire comencier,
que de latin, on je la truis,
se jj’ai
ai le sen et se jo puis,
puis
la voudrai en romanz metre
que cil qui n’entendent la letre
la puissent deduire el romanz.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani




Nel XII sec. roman indicava sia la chanson de geste che il romanzo: in
particolare,, le chanson de g
p
geste erano chiamate romans,, sebbene
fossero componimenti destinati al canto.
Il fatto che chanson non potesse applicarsi ai romanzi, che erano
invece destinati alla lettura privata, individuale o collettiva, spiega la
tendenza di romanz a specificarsi come lemma per definire i testi non
destinati al canto.
Si oppongono, così, due verbi : chanter vs. conter.
Il romanzo nasce dalla separazione tra musica e forma poetica,
favorito dalla diffusione della lettura, secondo la felice sintesi di
Albert Thibaudet: «Le roman médiéval c’est un clerc lisant et une
dame qui l’écoute».
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
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12/04/2011
CHANSON DE GESTE




Assimilabile ad una
prospettiva antropologica di
carattere rituale
Prevalente organizzazione
paratattica
Metro: lasse di décasyllabes o
di alessandrini
Organizzazione secondo il
principio di
giustapposizione
ROMANZO




Assimilabile ad una
prospettiva antropologica di
carattere mitico
Organizzazione per
accumulazione di episodi
Metro: couplet d’octosyllabes
Organizzazione secondo il
principio di causalità
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani

Organizzazione a DOMINANTE NARRATIVA:
• Queste: ricerca di un oggetto o di una persona;
• Don contraignant: il dono che impegna

Organizzazione a DOMINANTE STRUTTURALE:
• Entrelacement
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Il metro tipico del romanzo francese (entro il XII secolo) è il
couplet (= distico) di octosyllabes a rima baciata:
es.
Chrétien de Troyes, Cligès, vv.1-10:
Cil qui fist d’Erec et d’Enide
Et les commandemanz d’Ovide
Et l’art d’amors an romans mist,
Et le mors de l’espaule fist,
Del roi Marc et d’Ysalt la blonde,,
Et de la hupe et de l’aronde
Et del rossignol la muance,
Un novel conte rancomance
D’un vaslet qui an Grece fu
Del linage le roi Artu.
b i
brisure
d couplet
du
l t
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
L’espressione (coniata da Paul Meyer) esprime
il progressivo
i evolversi
l
i del
d l rapporto
t ttra
metrica e sintassi: originariamente, il couplet
di octosyllabe concludeva entro il secondo
verso l’unità sintattica; in nessun caso, nei testi
più antichi, l’unità si interrompeva nel primo
verso del couplet.
Con l’evolversi della materia romanzesca, la
frase può continuare a coincidere col couplet
ma può anche estendersi su due o più couplets.
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Materia alessandrina:
 Albéric de Pisançon
Pisançon, Roman d
d’Alexandre
Alexandre, 1120
(sopravvivono 105 octosyllabes)
 Apollonius de Tyr, 1155 circa (sopravvivono 53 vv.)
Materia cronachistica (di impronta arturiana):
 Geffrei Gaimar, Estoire des Engleis, 1136-1137
 Wace,
Wace Roman de Brut,
Brut 1155
Il modello di riferimento è Goffredo di Monmouth, Historia
regum Britanniae, 1137-1147

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Cronache volgari successive di valore letterario-narrativo:
 Wace,
Wace Roman de Rou,
Rou 1170
 Benoît de Sainte-Maure, Chronique des ducs de Normandie,
1170
Romanzi di materia antica (1155-1165)
 Roman de Thèbes , 1160, pittavino (fonte: Stazio, Tebaide)
 Roman d
d’Eneas
Eneas, 1160,
1160 normanno (fonte:
(fonte:Virgilio
Virgilio, Eneide)
 Benoît de Saint-Maure, Roman de Troie, 1165, normanno
(Darete Frigio, De excidio Troiae e Ditti Cretese, Ephemeris
belli troiani)
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 Béroul, Roman
de Tristan, 1165-1170
 Thomas, Roman
de Tristan, 1170-1173
 Folie Tristan
(due versioni di Oxford e di
Berna), fine del XII secolo.
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
È considerato più grande poeta in lingua romanza prima di
Dante Di tutti i suoi componimenti sono rimasti cinque
Dante.
romanzi, in couplets di octosyllabes a rima baciata:
• Erec et Enide, 1170 circa
• Cligès, 1176 circa
• Yvain, ou le chevalier au Lion, 1170-1180
• Lancelot ,ou le chevalier de la Charrette, iniziato nel 1176,
i
incompleto,
l
terminato
i
da
d Geoffroy
G ff
de
d Laigny)
L i
)
• Le roman de Perceval, ou le conte du Graal, incompleto,
con varie Continuazions (di Wauchier de Denain, Gerbert de
Montreuil, Manessier)
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PERDUTI
 Les comandemanz d’Ovide,
d Ovide, traduzione da Ovidio, Remedia amoris
 Art d’amors, traduzione da Ovidio, Ars amandi
 Le mors de l’espaule, poemetto
 Le roi Marc et Ysalt la blonde, romanzo
FRAMMENTI
 La muance de la hupe et de l’aronde er del rossignol, traduzione da
Ovidio,, Metamorphoseon
p
libri,, conservato in un solo frammento
dal titolo Philomela
DUBBIA ATTRIBUZIONE
 Guillaume d’Angleterre, prototipo degli ancestral romances
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani



Con Chrétien si supera la necessità di recuperare il mondo
classico per giustificare la legittimità dei sovrani
(legittimazione encomiastica).
Nuovo uso delle fonti: non più cronache o testi classici, ma
fonti di varia provenienza (= aventure, anche d’origine orale
e/o folclorica) amate dal pubblico e rilette alla luce di un
nuovo sen (= ideologia letteraria) e organizzate secondo
j
((= montaggio
gg strutturale).
)
una differente conjointure
Organizzazione bipartita del racconto: costruzione dell’io
del protagonista e visione/rapporto con il mondo
(prospettiva che è alla base del Bildungsroman, “romanzo di
formazione”).
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Erec, figlio del re Lac, conquista l’amore della bella Enide e, senza
difficoltà, i due si uniscono in matrimonio. Dopo
p un p
primo p
periodo
di perfetta felicità, l’armonia tra i due entra in crisi a causa
dell’eccessivo amore di Erec per la moglie, che lo spinge a
trascurare l’esercizio delle armi attirandosi l’accusa di recreantise
[fiacchezza] da parte degli altri cavalieri della corte arturiana.
Offeso dai pettegolezzi e dal credito dato ai maldicenti da Enide,
Erec parte insieme alla moglie in cerca di avventure, con l’intento
di dimostrarle che il suo onore cavalleresco non è stato intaccato
dai piaceri della vita coniugale
coniugale. Grazie anche al’aiuto di Enide
Enide,
Erec combatte e sconfigge avversari via via più temibili.
Ritrovato così l’equilibrio tra valore guerriero e amore coniugale, i
due sposi sono reintegrati a pieno titolo nella corte di Artù e, alla
morte di Lac, insieme sono incoronati sovrani a Nantes.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Alexandre, figlio dell’imperatore di Costantinopoli, giunge alla corte di
Artù per farsi armare cavaliere e si innamora di Soredamor, sorella di
Galvano e nipote di Artù. I due giovani si sposano e dalla loro unione
nasce Cligès. Alla morte del padre lo zio di Cligès, Alis, usurpa il trono e
decide di sposare Fenice, figlia dell’imperatore di Germania.
Accompagnato da Cligès, Alis si reca a Colonia per conoscere la futura
sposa, ma costei si innamora di Cligès e, pur non potendo rifiutare le
nozze con Alis, decide di appartenere solo al suo amato. Grazie ad un
filtro preparato dalla nutrice Tessala, Fenice riesce ad evitare la
consumazione del matrimonio e, grazie ad un secondo filtro, si finge
morta per fuggire con Cligès.
Cligès Nonostante i sospetti dei medici di Salerno,
Salerno
i due innamorati possono lasciare Costantinopoli e rifugiarsi in una torre,
ma - scoperti e denunciati da un improvvido giovane cavaliere – fuggono
e cercano rifugio presso la corte di Artù, inseguiti da Alis, che muore, roso
dalla rabbia, alla vigilia di una battaglia con Artù. I due giovani amanti
possono così suggellare il loro amore con il matrimonio.
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12/04/2011

Yvain conquista, ricambiato, l’amore di Laudine, della quale ha ucciso
in duello il marito; ma ben presto l’amore della coppia conosce una
grave crisi. Accusato da Galvano di trascurare i suoi doveri
cavallereschi, Yvain è trascinato in una serie di tornei e, preso dalla
vita militare, non torna a casa nel termine di un anno dalla partenza,
come invece aveva promesso alla moglie, e perde il suo amore. Per
questo Yvain cade vittima di un’improvvisa follia e si trasforma in un
selvaggio, abbandonando ogni costume civile. Grazie al soccorso di
un eremita e ad un unguento della fata Morgana, Yvain recupera il
controllo di sé e vive una serie d’avventure che g
gli insegnano
g
il valore
dell’altruismo. In particolare, salva un leone dall’attacco di un
serpente e l’animale, grato, si lega a lui come un fedele compagno e
lo aiuta nei successivi combattimenti, anche qui posti in un crescendo
di difficoltà. Rinato come cavaliere al servizio di un ideale di carità,
Yvain può fare ritorno a casa e riconciliarsi con Laudine,
riconquistando il suo posto di sposo e signore.
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
Ginevra è tenuta prigioniera da Méleagant; Galvano, alla ricerca della regina,
incontra un cavaliere che segue una carretta simile a quella su cui sono
p
i criminali condannati. Il nano che la guida
g
sostiene che,, per
p trovare
esposti
Ginevra, si debba salire sulla carretta della vergogna; Galvano rifiuta, il
cavaliere, dopo qualche esitazione, sale (donde il secondo titolo, le Chevalier
de la charrette). I due proseguono insieme fino a quando, informati da una
damigella sulle due vie possibili per raggiungere il regno di Méleagant, si
separano: Galvano si dirige verso il Ponte sott’Acqua, il cavaliere della
carretta verso il Ponte della Spada. Attraversatolo dopo una serie di avventure,
il cavaliere della carretta ingaggia un durissimo duello con Méléagant,
incoraggiato da Ginevra, che lo chiama per nome (e solo a questo punto il
lettore conosce che egli è Lancillotto). L’eroe
L eroe sconfigge Méléagant e libera la
regina, ed è ricevuto nella sua camera, dove i due divengono amanti e vivono
una notte d’amore. Ginevra torna alla corte di Artù insieme a Galvano, salvato
da Lancillotto mentre sta per affogare nei pressi del Ponte sott’Acqua; l’eroe
resta invece prigioniero di Méléagant. A questo punto (v. 6146) Chrétien
lascia a Geoffroy de Laigny la rapida conclusione del romanzo, che si chiude
con l’inaspettata liberazione di Lancillotto e l’uccisione di Méléagant.
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Perceval, adolescente cresciuto nella foresta, incontra per caso cinque cavalieri e,
affascinato, parte con loro per la corte di Artù, causando la morte di sua madre, uccisa
dal dolore. Armato cavaliere, Perceval lascia presto la corte per dedicarsi alle
avventure cavalleresche. Nelle sue peregrinazioni conosce e si innamora della bella
Blancheflor, ma non cessa di praticare gli insegnamenti cavallereschi sui quali si è
formato. Giunto al castello del Re Pescatore assiste, insieme al re malato, ad una strana
processione, in cui si succedono tre giovani che recano rispettivamente una lancia
dalla punta sanguinante, un graal e un tagliere d’argento. Mal interpretando la virtù
della discrezione, l’inesperto cavaliere si astiene dal porre le domande che gli
permetterebbero di capire il mistero del Graal. Risvegliatosi il giorno dopo nel
castello deserto, Perceval apprende che il suo peccato – l’aver fatto morire la madre
di dolore – gli ha impedito di porre le domande previste, che avrebbero guarito il Re
Pescatore e riportato
p
il benessere nel suo regno.
g
Il giovane
g
vive allora come cavaliere
errante per cinque anni, acquistando gloria militare ma dimenticando Dio, fino a
quando un eremita gli svela il mistero del Graal: il mistico recipiente contiene una
sola ostia, grazie alla quale è tenuto in vita il vecchio padre del Re Pescatore, di cui
Perceval è cugino per parte di madre. Qui la narrazione si sposta sulla quête di
Galvano, impegnato nella ricerca della Lancia-che-sanguina. Il cavaliere, fatto
prigioniero e impegnato in un torneo, invia l’annuncio del duello ad Artù: qui il
romanzo si interrompe.
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
Erec et Enide e Yvain: romanzi dell’amore coniugale:
• mostrano come conciliare il valore militare con l’amore
l amore perfetto;
• il potere non è concepito in senso epico: nel quadro di una
società feudale, i protagonisti non sono spinti all’azione dal
potere regio (anche se sovrani, i protagonisti si comportano
come gli iuvenes, i cavalieri senza feudo)
• l’aventure, in crescendo di difficoltà, è un percorso di
raffinamento/perfezionamento dell’eroe, e permette di
culminare
l i
nella
ll felicità
f li ità matrimoniale
t i
i l
• l’eccesso nell’esercizio dell’amore coniugale è visto con
sospetto: secondo il pensiero clericale, il vero amore è quello
adultero, che non si realizza mai.
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31
12/04/2011

Cligès e Lancelot: romanzi dell’amore adultero:
• ll’amore
amore è generatore di avventure;
• Cligès è l’ «anti-Tristano» (la risposta polemica all’ineluttabilità
«magica» dell’amore);
• gli ostacoli sulla via degli amori sono tratti psicologici che
rappresentano dubbi e scrupoli verso il realizzarsi di una
pulsione puramente emotiva e naturale;
• l’ideologia dirompente che giustifica l’amore adultero (specie nel
Lancelot) mette in scena una polarizzazione drammatica tra
«amore convenzionale», di impronta razionale, e «amore
passionale», folle e totalizzante.
• Superamento del binomio ovidiano amore/malattia, e
presentazione di un sentimento che è schiavo della passione, e fa
perdere di vista la realtà.
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
Le roman de Perceval, ou le conte du Graal e le sue varie
Continuazions ((di Wauchier de Denain, Gerbert de Montreuil,
Manessier):
• Trionfo del tema dell’aventure, che sconfigge l’amour;
• ricerca del senso della vita è chiave per interpretare la realtà;
• Il mondo (cavalleresco e arturiano) è in crisi: solo una
soluzione magica lo può salvare; ma per raggiungerla, occorre
che vi sia chi esercita le virtù cavalleresche al massimo
grado;
• il Graal è il simbolo delle ambiguità umane: un misterioso
mito celtico dell’abbondanza che, trasfigurato, diventa il
paradigma cristiano della vita santa e dell’ etica cavalleresca.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
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


Poca attenzione, e forse rifiuto (competitivo/polemico?) della matière de
Bretagne
g p
propugnata
p g
da Chrétien, autore con il q
quale è in competizione
p
dialettica (seppur a grande distanza nella qualità). La sua migliore
caratteristica espressiva è l’eclettismo con cui accosta fonti molto
diverse tra loro. Si conoscono due romanzi:
Eracle: è una biografia romanzata di Eraclio I, imperatore bizantino.
Accanto a fatti storici (incoronazione, lotta col re di Persia e recupero
della reliquia della Vera Croce), il romanzo contiene una parte importante
di meraviglioso
meraviglioso, accentuato ancor più dallo scenario dell'Oriente
dell Oriente.
Ille et Galeron (dedicato a Beatrice di Borgogna, seconda moglie di
Federico Barbarossa): Ille è un eroe bretone, ma l’azione si svolge a
Roma, e si ispira alla trama del Lai d’Eliduc di Marie de France, spostata
avanti di una generazione.
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
Robert de Boron è il primo autore che produce una
ciclificazione dei materiali romanzeschi
romanzeschi, con la sua trilogia (o
forse tetralogia) graaliana che da un’esplicita dimensione
cristiana al Sacro Graal, identificato nella coppa che Giuseppe
d’Arimatea utilizzò per raccogliere il sangue di Cristo.
• Joseph d’Arimathie, in couplets di octosyllabes:
• Merlin (in couplets di octosyllabes, rimasto in forma
frammentaria, integrabile da una prosificazione successiva)
• Perceval (rimangono solo due prosificazioni);
• Mort Artu in versi (perduto, alla base dell’anonimo rifacimento
noto con il titolo Mort le roi Artu, in prosa)
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
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Lancelot-Graal (Vulgate): romanzo ciclico in prosa
sulla tematica graaliana (inizio XIII sec.),
sec ) in 5 romanzi:
• Estoire del Saint Graal;
• Merlin;
• Lancelot du Lac;
• Queste del Saint Graal;
• Mort le roi Artu

Roman de Tristan en prose, 1225-1240 (versione breve
e versione lunga, ciclica e contaminata con altre prose)
Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani
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