Corsi di Ju Jitsu
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Corsi di Ju Jitsu
La Mission della Scuola G.A.DIURNO è quella di aiutarti a trasformare, migliorare e innalzare la qualità della tua vita attraverso l'esperienza acquisita di oltre 25 anni. Giuseppe Diurno – Alessandro Diurno ❤ Ju Jitsu = G.A.DIURNO ❤ • • • • • • Corsi di Ju Jitsu Un'Arte Marziale e Disciplina Uno Sport per Tutti Difesa Personale Benessere Psico Fisico Agonismo per gli Appassionati MISSION G.A.DIURNO La MISSION del G.A.DIURNO è trasformare, migliorare e innalzare la qualità della vita delle persone. Il tutto grazie ai nostri Corsi ed Eventi che permetteranno alle persone, grazie alla nostra esperienza, di rendere tutto ciò realtà. L' esperienza di oltre 10 anni come azienda e di oltre 25 anni dei Maestri Giuseppe e Alessandro Diurno danno una garanzia assoluta a tutte le persone. VISION G.A.DIURNO La Vision del G.A.DIURNO è quella di far sentire sicure di se e padrone della propria vita tutte le persone del Mondo. VALORI G.A.DIURNO I Valori del G.A.DIURNO sono la Passione, l'Integrità Morale, mettere al Primo Posto la Persona, la Perseveranza, la Credibilità e mettere il Cuore in tutto ciò che si fa. OBIETTIVI G.A.DIURNO L'Obiettivo del G.A.DIURNO è dare sempre il massimo a tutte le persone e famiglie che frequentano i nostri corsi di ju jitsu emigliorare giorno dopo giorno per mantenere ed aumentare l'eccellenza in professionalità e abilità tecniche. IL TEAM DI INSEGNANTI E' COMPOSTO DA PROFESSIONISTI, I NUMERI 1 DEL SETTORE! • La scuola è diretta dai Maestri Giuseppe e Alessandro DIURNO, Sportivi Professionisti, vantano diverti titoli Nazionali ed Internazionali tra i più importanti, CAMPIONI EUROPEI, più volte CAMPIONI d'ITALIA Assoluti e Detentori Coppa Italia. • I Maestri DIURNO si avvalgono di straordinari collaboratori, sportivi Professionisti che Insegnano nelle Palestre nelle diverse sedi della scuola G.A.DIURNO. • Tutti gli insegnanti vantano Titoli di Prestigio sia a livello Nazionale che Internazionale. • Gli Insegnanti sono inoltre Certificati S.Na.Q "Sistema Nazionale di Qualifica dei Tecnici Sportivi" CHE COS’ E’ IL JU JITSU – [email protected] - 338-8251579 Il jūjitsu ( 柔 術 ?) è un'arte marziale giapponese il cui nome deriva da jū (o "jiu" secondo una traslitterazione più antica, che significa flessibile, cedevole, morbido) e jutsu (arte, tecnica, pratica). Talvolta chiamato anche taijutsu (arti del corpo) oppure yawara (Kun'yomi di jū), il jūjutsu era praticato dai bushi (guerrieri) che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi. Il jūjutsu è un'arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del detto originale giapponese Hey yo shin kore do, ovvero "Il morbido vince il duro". In molte arti marziali, oltre all'equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone: nel jujitsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario; più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio di base, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subìto, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto. LA STORIA Il jujitsu è un'antica forma di combattimento di origine giapponese di cui si hanno notizie certe solamente a partire dal XVI secolo quando la scuola Takenouchi (竹内 流) produsse una codificazione dei propri metodi di combattimento. Ma certo l'origine del jujutsu è molto più antica e la definizione, durante tutto il periodo feudale fino all'editto imperiale del 1876 che proibì il porto delle spade decretando così la scomparsa dei samurai, si attribuiva alle forme di combattimento a mani nude o con armi (armi tradizionali, cioè spada, lancia, bastone, etc.) contro un avversario armato o meno, praticate in una moltitudine di scuole dette Ryū, ognuna con la propria specialità. Bastone, Sai, e Nunchaku diventano armi, ma nascendo da semplici attrezzi da lavoro. Il bastone infatti serviva a caricare i secchi, i Sai servivano per la brace, mentre il Nunchaku era un semplice strumento usato per battere il riso. Le armi erano inaccessibili ai civili, e questi ultimi adattarono nell'uso i pochi strumenti che avevano a disposizione, usandoli appunto per difendersi. Si distinguevano perciò le scuole dedite all'uso della katana, la spada tradizionale giapponese, quelle maggiormente orientate alla lotta corpo a corpo, fino alle scuole di nuoto con l'armatura, tiro con l'arco ed equitazione. Queste ultime costituivano la base dell'addestramento del samurai, espressa dal motto Kyuba No Michi, la via (michi) dell'arco (kyu) e del cavallo (ba), che più tardi muterà nome in bushidō. Una caratteristica che accomunava tutte queste scuole era l'assoluta segretezza dei propri metodi e la continua rivalità reciproca, poiché ognuna professava la propria superiorità nei confronti delle altre. In un paese come il Giappone, la cui storia fu un susseguirsi di continue guerre tra feudatari, il ruolo del guerriero rivestì una particolare importanza nella cultura popolare, e con esso il jūjutsu. La difesa del territorio, la disputa di una contesa, la protezione offerta dal più forte al più debole sono solo alcuni dei fattori che ne hanno permesso lo sviluppo tecnico, dettato dalla necessità di sopravvivenza. Con l'instaurarsi dello shogunato Tokugawa (1603-1867), il Giappone conobbe un periodo di relativa pace: fu questo il momento di massimo sviluppo del jūjutsu, poiché, privi della necessità di combattere e quindi di mantenere la segretezza, fu possibile per i vari Ryū organizzarsi e classificare i propri metodi. Anche la gente comune comincia a interessarsi e a praticare il jūjutsu poiché la pratica portava un arricchimento interiore dell'individuo, data la relazione intercorrente con i riti di meditazione propri del buddismo zen. Ma la cultura guerriera era talmente radicata nella vita dei Giapponesi da spingere i samurai a combattere anche quando non ve n'era l'effettiva necessità. Ciò portava a volte all'organizzazione di vere e proprie sfide chiamate Dōjō Arashi (tempesta sul dōjō), in cui i migliori guerrieri si confrontavano in modo spesso cruento. La caduta dell'ultimo shōgun e il conseguente restauro del potere imperiale causarono grandi sconvolgimenti nella vita del popolo: i giapponesi, che fino a quel momento avevano vissuto in completo isolamento dal resto del mondo, ora si volgevano avidamente verso la cultura occidentale che li stava "invadendo". Ciò provocò un rigetto da parte del popolo per tutto ciò che apparteneva al passato ivi compreso il jūjutsu. La diffusione delle armi da fuoco fece il resto: il declino del jūjutsu era in atto. Il nuovo corso vide la scomparsa della classe sociale dei samurai, che avevano dominato il Giappone per quasi mille anni e il jujitsu, in quanto nobile arte, scomparve insieme ad essi; i numerosi dōjō allora esistenti furono in gran parte costretti a chiudere per mancanza di allievi, mentre i pochi rimasti erano frequentati da gente dedita a combattere per denaro, persone rozze e spesso coinvolte in crimini. Questo aspetto in particolare influenzò negativamente il giudizio del popolo nei confronti del jūjutsu poiché vedeva in esso uno strumento di sopraffazione e violenza. Durante il periodo storico chiamato Restaurazione Meiji, si affermò grandemente in giappone il nuovo jujutsu ideato da Jigoro Kano con il nome di Jūdō kodokan, che si proponeva come metodo educativo, insegnato nelle scuole come educazione fisica ed inserito nei programmi di addestramento della polizia giapponese. Si deve infatti ricordare come durante l'era Meiji, il Giappone formò forze armate statali al servizio dell'Imperatore basate sul modello occidentale, ma con caratteristiche autoctone. Nel secondo dopoguerra però, a causa della totale proibizione delle arti marziali tradizionali sancita dal generale MacArthur prima, e poi dell'evoluzione sportiva subita dal Jūdō quando poté essere di nuovo praticato (a partire dal 1950), si riaffermò il Jujutsu come tecnica di difesa personale, accanto all'Aikido di Morihei Ueshiba. Il jūjutsu si diffuse nel resto del mondo grazie a quanti, viaggiando per il Giappone (principalmente commercianti e militari) a partire dall'era Meiji, lo appresero reimportandolo nel paese d'origine. Oggi è praticato in numerosi paesi del mondo, con organizzazioni anche di carattere internazionale. In Italia la FIJLKAM Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, possiede al suo interno un settore dedicato, sebbene esistano organizzazioni di carattere privato o promozionale (AICS, ACSI, UISP, AIJJ, ecc.) in cui il jūjutsu è ben sviluppato. Particolare rilievo assume l'Associazione Italiana Ju-Jitsu e Discipline Affini (AIJJ & DA), in quanto unica federazione sportiva italiana di Ju-Jitsu, internazionalmente riconosciuta dalla federazione sportiva JJIF (Ju-Jitsu International Federation), a sua volta riconosciuta dal GAISF (General Association of International Sports Federations) e dal IWGA (International World Games Association). Nel mondo esistono molte Scuole e Federazioni che praticano Ju Jitsu; proprio per questo il governo giapponese ha da tempo istituito un Ente, il Dai Nippon Butokukai (Sala delle virtù marziali del grande Giappone), con la funzione di salvaguardare le arti marziali Tradizionali Giapponesi dal "possibile attacco sferrato dalla modernità e dall'avidità umana". Questo Ente certifica l'effettivo collegamento tra il passato e il presente di una Scuola tradizionale, conservandone documenti e quant'altro risulti utile a certificarne l'autenticità. LA LEGGENDA DEL SALICE Esisteva un tempo, molti secoli fa, un medico di nome Shirobei Akiyama. Egli aveva studiato le tecniche di combattimento del suo tempo, comprese altre tecniche che imparò durante i suoi viaggi in Cina compiuti per studiare la medicina tradizionale e i metodi di rianimazione, senza però ottenere il risultato sperato. Contrariato dal suo insuccesso, per cento giorni si ritirò in meditazione nel tempio di Daifazu a pregare il dio Tayunin affinché potesse migliorare. Accadde che un giorno, durante un'abbondante nevicata, osservò che il peso della neve aveva spezzato i rami degli alberi più robusti che erano così rimasti spogli. Lo sguardo gli si posò allora su un albero che era rimasto intatto: era un salice, dai rami flessibili. Ogni volta che la neve minacciava di spezzarli, questi si flettevano lasciandola cadere per poi riprendere la primitiva posizione. Questo fatto impressionò molto il bravo medico, che intuendo l'importanza del principio della non resistenza lo applicò alle tecniche che stava studiando dando così origine ad una delle scuole più antiche di JuJutsu tradizionale, la Scuola Hontai Yoshin Ryu (scuola dello spirito del salice), tuttora esistente e che da 400 anni si tramanda tecniche di combattimento a mani nude e con armi in maniera quasi del tutto invariata. L'attuale Caposcuola è il Soke Kyoichi Inoue Munenori, 19° di una lunga ed antica tradizione di Samurai. LE CINTURE DEL JU JITSU Le cinture possono variare a seconda di dojo/palestra e/o federazione. I gradi (kyu) nel Ju-Jitsu sono: 8º kyu bianca; 7º kyu gialla; 6º kyu arancione; 5º kyu verde; 4º kyu blu; 3º kyu marrone; 2º kyu marrone con una tacca 1º kyu marrone con due tacche I gradi (dan) nel Ju-Jitsu sono: Shodan - 1º Dan nera; Nidan - 2º Dan nera con due tacche; Sandan - 3º Dan nera con tre tacche o bianca e azzurra; Yondan - 4º Dan nera con quattro tacche o bianca e azzurra; Godan - 5º Dan nera con cinque tacche o bianca e azzurra; Rokudan - 6º Dan nera con sei tacche o bianca e rossa; Shichidan - 7º Dan nera con sette tacche o nera e rossa; Hachidan - 8º Dan nera con otto tacche o rossa coi bordi neri; Kudan - 9º Dan nera con nove tacche; Judan - 10º Dan nera con dieci tacche. Oltre il 5° Dan si passa per merito. Il fondatore della WJJKO, Soke Robert Clark, era 9º Dan. IL JU JITSU AGONISTICO Il Jujitsu sportivo prevede tre tipi di specialità di gara: il fighting system (combattimento uno contro uno), il duo system (simulazione di difesa a coppie) e il ne waza (combattimento uno contro uno nella lotta al suolo) IL FIGHTING SYSTEM Il Fighting System è un tipo di competizione agonistica del Ju Jitsu. Nel 1977, a seguito di un'iniziativa comune fra Italia, Germania e Svezia, venne fondata la European Ju-Jitsu Federation (EJJF). Nel 1987, quando oramai tutte le principali Nazioni europee facevano parte della EJJF, venne fondata, con un grande contributo del Ju-Jitsu italiano, la Ju-jitsu International Federation (JJIF). Da allora la AIJJ -Associazione Italiana Ju-Jitsu- fu riconosciuta anche dalla JJIF quale unica rappresentante del Ju-Jitsu in Italia. Una delle tipologie di competizione riconosciute da questa federazione è il Fighting System. Questo sport vanta la partecipazione di 52 nazioni nel Mondo e prevede l'organizzazione di Mondiali, nonché di vari titoli Continentali con cadenza Biennale. Il Fighting System è un combattimento che si svolge sul Tatami tra due atleti che indossano solamente il judogi, protezioni paratibia e, per facilitare tutte le fasi del combattimento, protezioni alle mani sottili ed aperte, in modo da effettuare al meglio le prese sia nella lotta in piedi che in quella a terra. All'inizio del combattimento, gli atleti si affrontano con atemi (colpi a distanza di calcio o pugno) in quella che viene definita Prima Fase, sino a quando uno dei due atleti effettua una presa sul judogi dell'avversario passando alla Seconda Fase. Una volta che un atleta sceglie e riesce ad afferrare il suo avversario è vietato sferrare alcun colpo, fin tanto che persiste una qualsiasi presa. Nella Seconda Fase l'obiettivo di ciascun atleta diventa effettuare una proiezione dell'avversario utilizzando tecniche opportune (Nage-Waza). Una volta che uno dei due contendenti ha effettuato una proiezione dell'avversario o entrambi finiscono a terra, il combattimento continua nella Terza Fase in cui l'obiettivo è immobilizzare l'avversario al suolo (osae-komi) o costringerlo alla resa tramite leve articolari (kansezu-waza) o strangolamento (shime-waza). Ogni azione è valutata da ben tre arbitri, che giudicano ed assegnano 2 punti (Ippon) o 1 punto (Wazari) a seconda dell'esecuzione delle tecniche, del risultato e della reazione dell'avversario. I punti assegnati durante il combattimento vengono sommati al termine dell'incontro per designare il vincitore. Il combattimento dura 3 minuti e viene interrotto solo se necessario: ciò permette a questo sport di mantenere un ritmo altissimo durante i combattimenti, conferendogli grande spettacolarità e obbligando gli atleti ad avere un'approfondita preparazione non solo tecnica, ma anche atletica. La vittoria viene assegnata all'atleta che ha conseguito il miglior punteggio allo scadere del tempo oppure per superiorità tecnica di uno dei due atleti, ovvero colui che riesca ad ottenere almeno un Ippon sia in Prima che in Seconda che in Terza Fase, infliggendo all'avversario una tecnica perfetta sia nel combattimento a distanza, sia in quello corpo a corpo e sia in quello a terra. In questa circostanza l'atleta avrà dimostrato di essere superiore tecnicamente al proprio avversario in ogni situazione, obbiettivo massimo del JuJitsu: pertanto avrà vinto prima del termine. Questa regola anima particolarmente le sfide, conferendo a questo sport ancora maggior studio della tattica di gara. Nel combattimento a distanza gli atleti sono vincolati a rispettare un controllo dei colpi. Questa regola permette agli atleti di esprimere al meglio le loro capacità tecniche nella lotta, senza contaminarla con colpi che andrebbero a limitare l'aspetto tecnico di questa fase. Nelle altre fasi è vietato l'uso dei colpi e gli atleti devono utilizzare tutta la loro arte di lottatori per sottomettere l'avversario. Osae-komi Nel Jūjutsu, l'osae-komi è la terza fase del fighting system e consiste nel tenere fermo a terra o sottomettere l'avversario. Nelle gare l'osae-komi vale tanti più punti quanto maggiore è la durata dell'immobilizzazione: se dura meno di 7 secondi non si hanno punti, se dura dai 7 ai 14 secondi vale un punto, se dura 15 secondi vale due punti, cioè un ippon. Con un ippon in tutte e tre le fasi si vince per 50 a 0. Nel Judo l'osae-komi-waza sono un sottogruppo di tecniche di immobilizzazione al suolo. IL DUO SYSTEM Il Duo System è una specialità del jujitsu in cui una coppia (maschile, femminile o mista) simula una difesa da attacchi codificati in tutto il mondo. Le serie sono così suddivise: Serie A: prese Serie B: avvolgimenti Serie C: calci e pugni Serie D: armi (coltello e bastone). La gara è un confronto tra 2 coppie valutato da una giuria di 5 arbitri di sedia che, in base ad attitudine, efficacia, velocità, controllo, potenza, realismo e varietà assegnano un punteggio da 1 a 10. L'arbitro centrale (il mat referee) ha la funzione di chiamare 3 dei 5 attacchi agli atleti e di indicare alla giuria eventuali errori nell'esecuzione dell'attacco commessi dalla coppia. Svolgimento della gara Per distinguere le 2 coppie viene fatta indossare ad una la cintura rossa e all'altra la cintura blu. Il rosso inizia per primo ed esegue 3 delle 5 tecniche della serie A sorteggiati dall'arbitro centrale. Terminata l'esecuzione la giuria dà la valutazione in base ai criteri di sopra elencati. Il rosso scende ora dal tatami e blu esegue la difesa. I tre attacchi sono gli stessi chiamati al rosso ma in ordine diverso, per cui blu ha un lieve vantaggio conoscendo i tre attacchi chiamati. Per equità blu comincia la serie B così che rosso conoscerà i tre attacchi. Le coppie si alterneranno così fino in ultima serie come segue: Serie A: Rosso Serie A: Blu Serie B: Blu Serie B: Rosso Serie C: Rosso Serie C: Blu Serie D: Blu Serie D: Rosso Vince l'incontro chi nella somma totale ha ottenuto il punteggio più alto. JU JITSU METODO GOSHIN JITSU Il Jujitsu metodo Goshin Jitsu nasce in Italia negli anni '80 a cura dell'attualmente 8° dan Mazzoni Rinaldo. La forte esperienza maturata durante i frequenti viaggi e le permanenze in Giappone presso la città di Osaka, lo studio presso diversi Dojo giapponesi di arti marziali, la collaborazione con il Maestro Mochizuki della Yosenkan Budo e il successivo studio presso affermatissime scuole russe hanno permesso lo sviluppo di questo metodo. Dopo aver collaborato nel corso degli anni con diverse associazioni italiane ed estere, il M° Mazzoni nel 2010 crea un nuovo gruppo chiamato Goshin Jitsu Academy: lo scopo di questo gruppo è quello di unire sotto lo stesso nome tutti i praticanti di arti marziali che desiderano operare nello sviluppo e diffusione del suo metodo Goshin Jitsu. Dal 2013 il Goshin Jitsu Academy diventa nuovo settore riconosciuto dalla UISP ADO (Area Discipline Orientali). Il metodo integra le principali tre discipline studiate dal Maestro Mazzoni: Judo, Jujitsu ed Aikido. Lo sviluppo del metodo Goshin Jitsu è motivato dalla necessità di sviluppare un'arte marziale moderna dove la velocità delle tecniche di esecuzione, l'armonia e l'eleganza del portamento non siano più trascurate a vantaggio di tecniche sempre più elaborate e sofisticate che perdono di vista gli obiettivi primari della concretezza e dell'efficacia. Il metodo adotta una didattica basata principalmente sugli spostamenti: il tai-sabaki, il tenkan e irimi tenkan. Nell'ambito dell'insegnamento gli spostamenti avvengono in ragione di una determinata azione, solitamente di fronte ad una azione di attacco: lo studio di uno spostamento corretto aiuta nella preservazione dell'integrità fisica ed alla eventuale preparazione di un'azione contraria. La qualità dello spostamento infatti è una caratteristica determinante e insostituibile fondamentale nella differenziazione da altre scuole. Il metodo Goshin Jitsu non ha schemi prestabiliti ed utilizza il gesto tecnico a seconda della situazione, della propria fisicità e stile di riferimento. Nel metodo non c'è nessuna necessità di copiare lo stile altrui perché dopo aver appreso l'esecuzione degli spostamenti, ognuno potrà cercare di raggiungere il proprio senza essere legato a tecniche rigidamente codificate o appunto copiate da altri. GRATIS 1 MESE DI LEZIONE PER I NUOVI ISCRITTI! 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