Sara: volley e kebab nella frontiera di Baku

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Sara: volley e kebab nella frontiera di Baku
Sara: volley e kebab
nella frontiera di Baku
L'azzurra Anzanello racconta l'avventura in Azerbaigian
fra scritte in cirillico, pubblico silenzioso e l'insalata russa
VALERIA BENEDETTI
^ M Felicità è sentire (e parlare) un po' d'italiano. Ma non vi
preoccupate, non è la solita storia dell'italiano all'estero a cui
manca la pasta. Magari la bresaola, ma la pasta no. Altrimenti
una che in 12 anni di carriera è
rimasta nel raggio di 40 chilometri, non avrebbe scelto come
prima esperienza all'estero di
andare a Baku, Azerbaigian,
sul Mar Caspio. Ma Sara Anzanello, l'ex Grande Puffo (soprannome affibbiatole dalle
compagne dopo un errore di
tinta dei capelli) nonché oro
mondiale nel 2002 (e oro nel
2011 in Coppa del Mondo) è
una che ha sempre saputo distinguersi e non solo per i 192
cm di altezza. Così, invece di
puntare come altre su Russia o
Turchia, quest'anno ha scelto
di vestire la maglia dell'Azerrail, una delle principali squadre azere. E siccome la capacità
comunicativa non le manca, tiene aggiornati amici e tifosi quotidianamente via twitter e facebook, foto comprese, da quelle
da turista alle immagini dei
suoi pasti «azeri». Da ieri è in
Italia per la sfida di Champions
con Bergamo e ha potuto rivedere la sua famiglia dopo diversi mesi.
Lingua «È un bel problema —
racconta Sara —. Con le compagne di squadra parlo in inglese,
ma l'allenatore parla solo russo, quindi mi sono comprata
una grammatica e sto cercando
di capirci qualcosa. All'inizio è
stato drammatico: tutto in cirillico, non sapevo dove andavo e
cosa compravo. La prima volta
al supermercato ho pensato di
aver preso uno yoghurt e invece era una specie di crema con
il pepe... Poi mi sono abituata.
Solo sugli affettati ancora non
mi sono lanciata: sono troppo
diversi dai nostri. Allora "contrabbando" bresaola dall'Italia.
Però sono gentili, quando al supermercato sono riuscita a far
capire che cercavo un formaggio morbido l'hanno ordinato
apposta per me». Ma il mangiare non è un problema: «A me
piace provare: loro fanno molte insalate russe, ma con una
maionese più leggera e ingredienti di tutti i tipi, l'altro giorno ne ho provata una con il melograno. Poi c'è un riso che condiscono con carne, uvetta e castagne. E kebab a tutto spiano».
ridere poco è solo un atteggiamento. E poi c'è molto rispetto
per le donne, credo per motivi
religiosi (in Azerbaigian la maggioranza è musulmana, ma c'è
anche una grossa comunità di
cristiani ortodossi, ndr)». Festività posposte: «Il Natale per me
è stato un po' anomalo. La città
era tutta spoglia nel periodo in
cui per noi sono piene di luci e
decorazioni. Poi subito dopo
Natale (cattolico), sono cominciati ad apparire gli addobbi
per quello ortodosso (caduto il
7 gennaio, ndr)».
Il pubblico «In realtà non ho ancora capito bene come funziona. Nelle partite in casa non abbiamo mai avuto tantissimo
pubblico. Ma anche in quel caso è diverso da noi. A Villa Cortese e Novara non stanno zitti e
Vita da azera «Il traffico è terribi- a fine gara venivano a chiederti
le, non solo perché è tanto, ma autografi. A Baku non ti si avvianche perché è un far west: con- cina nessuno. Avrò firmato 3-4
tromano, semafori rossi. Una autografi in tutto. In realtà anvolta il pullmino che ci portava cora non abbiamo incontrato le
ad allenarci è rimasto bloccato squadre più forti, sono curiosa.
perché un autobus aveva infila- Comunque qui la vita di club è
to una strada contromano». Pe- più simile a quella della Naziorò il rapporto con i locali è rut- nale. Ci portano avanti e indiet'altro che negativo: «All'inizio tro con il pullmino, pranziamo
mi sembravano tutti un po' bur- in federazione e spesso non torberi. Vestono soprattutto di ne- niamo a casa fra un allenamenro e sorridono poco, però sono to e l'altro. Hanno delle camere
molto gentili. Una volta in me- nell'impianto». In definitiva Satro un ragazzo mi ha aiutato ad ra è soddisfatta della scelta:
arrivare fino alla direzione giu- «Bello vedere e provare cose
sta anche se lui in realtà stava nuove. Sono riuscita anche a fauscendo dalla stazione. Poi in re un po' la turista. La Citta Vecaereo abbiamo conosciuto un chia è molto bella, con i bazar e
cantante lirico di Baku e lui ci le costruzioni antiche e anche il
ha portato in giro per la città panorama dalla Torre della Verspiegandoci il loro modo di pen- gine». Insomma Baku non è poi
sare. Da allora li guardo in mo- così lontana.
do diverso, ho capito che il sor-
ri CAVIALE SULLE RIVE DEL MAR CASPIO
1. Sara Arganello, 31 anni, in una Baku illuminata per il Natale ortodosso
2. La vista dall'appartamento di Sara direttamente sul Mar Caspio
3. Le compagne, tutte straniere tranne la regista Parkhomenko
TRA EUROPA E ASIA
8.700.000
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Grazie agli euro del petrolio lo sport
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