ASS/ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITà I PRINCIPI
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ASS/ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITà I PRINCIPI
ASS/ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITà I PRINCIPI DELL’OMS E LE BUONE PRATICHE TRIESTINE Vi è convergenza, dice Benedetto Saraceno, nella visione culturale, tecnica, organizzativa e nella concezione di salute e sanità pubblica Il Rapporto 2008 della Commissione Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sui determinanti sociali della salute, il Rapporto mondiale Oms 2008 sui sistemi primari di salute e il nuovo programma quinquennale dell’Oms per la salute mentale sono tre importanti documenti direttivi di sanità pubblica che esprimono, seppure da angolazioni differenti, la medesima visione strategica dell’Oms rispetto alle priorità di politica sanitaria. 1. I vincoli e le interazioni fra povertà, esclusione sociale e malattia sono imprescindibili per la concezione e l’organizzazione di sistemi sanitari che rispondano efficacemente alla sfida lanciata alla salute dei cittadini dall’ingiustizia, dall’iniquità, dall’esclusione e dalla povertà. 2. Il massiccio e progressivo aumento delle patologie croniche sfida i sistemi sanitari concepiti esclusivamente per fornire esclusivamente risposte mediche e acute. In realtà più dell’80 per cento del tempo di vita degli individui affetti da patologie croniche (cardiovascolari, tumorali, metaboliche e mentali) è speso fuori dall’ospedale senza tuttavia che venga a cessare il bisogno di cura, di assistenza, di riabilitazione e inclusione sociale. sistemi sanitari centrati sull’egemonia finanziaria, organizzativa e culturale dell’ospedale tendono a fornire alle patologie croniche risposte di abbandono istituzionale (in istituzioni socio sanitarie il più delle volte inadeguate) o di abbandono tout court al terminare la risposta medica e ospedaliera. E questo perché non investono in salute comunitaria. 3. La salute si mantiene o si ri-acquisisce non soltanto grazie ad interventi di natura medica ma ad interventi di sostegno psicologico, sociale e economico che aumentano il potere complessivo degli individui (soprattutto dei più vulnerabili) a fare fronte alle avversità fisiche, psicologiche e sociali cui sono esposti. La partecipazione, la solidarietà, la dignità psicosociale sono elementi costitutivi e determinanti di qualunque processo di mantenimento o riacquisizione della salute. 4. La comunità di vita quotidiana dei cittadini è il luogo privilegiato della costruzione, mantenimento e riacquisizione della salute, fatta salva l’utilizzazione delle strutture ospedaliere per fornire limitati e ben definiti interventi diagnostici o terapeutici che necessitino di strutture complesse. La lunga collaborazione fra il Dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’Azienda per i servizi sanitari n° 1 di Trieste ha messo in luce la coerenza fra le scelte strategiche dell’Azienda triestina e la visione e i principi espressi dall’Oms nel campo della salute mentale e della salute in generale. Il Dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze dell’Organizzazione mondiale della sanità apprezza lo straordinario percorso più che trentennale compiuto dai servizi di salute mentale di Trieste con instancabile capacità innovativa e con attenzione costante alla qualità del servizio offerto ai cittadini. I servizi di salute mentale di Trieste hanno offerto, in collaborazione con l’Oms o indipendentemente da essa, cooperazione tecnica a molti paesi del mondo (America Latina, Balcani e Medio Oriente). Questi per più di vent’anni. Infine l’Azienda triestina ha promosso e sostenuto una vastissima rete di servizi e persone che hanno intrecciato rapporti di collaborazione, scambio e amicizia con i servizi di salute mentale di Trieste. La convergenza di visione politico tecnica fra l’Azienda per i servizi sanitari n°1 triestina e l’Oms va oltre la salute mentale e investe l’intera concezione della salute e della sanità pubblica così com’è espressa in numerosi documenti normativi dell’Oms. La visione culturale, tecnica e organizzativa della sanità triestina riflette bene la visione promossa dall’Oms. Non è dunque un caso che i Servizi di salute mentale di Trieste siano sede da vent’anni di un Centro collaboratore dell’Oms. Non è un caso che il Rapporto mondiale dell’OMS dedicato alla salute mentale nel 2001 faccia esplicito riferimento all’esperienza triestina come esempio di buona pratica. Non è un caso che alla Giornata mondiale della salute mentale del 2008 in occasione dell’annuncio del nuovo piano Oms per la salute mentale sia stato invitato l’ambasciatore italiano quale rappresentante del paese che ha approvato una legge oramai di riferimento internazionale: l’ambasciatore nel suo discorso ha ricordato il contributo di Franco Basaglia, la legge 180 e l’esemplarità della riforma italiana. Infine, non è un caso che in occasione dei 60 anni dell’Oms, l’organizzazione pubblichi una propria storia e che nel capitolo dedicato alla salute mentale ancora una volta si faccia cenno alla forza della legge 180 e alla sua capacità di liberare la psichiatria dal bisogno di istituzioni totali. Benedetto Saraceno direttore del Dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze dell’Organizzazione mondiale della sanità, Ginevra