C`era una volta e forse c`è ancora un piccolo paese sulle nuvole di
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C`era una volta e forse c`è ancora un piccolo paese sulle nuvole di
GIOMI C’era una volta e forse c’è ancora un piccolo paese sulle nuvole di nome Bianchesi. Era tutto bianco, solo le case, i palazzi e la chiesa erano leggermente colorati. Era bello saltare sulle nuvole perché erano morbide e soffici. Non si sentivano rumori, solo le parole di gioia e il canto degli angeli. Lì viveva anche un piccolo angelo di nome Giomi. Era nato con quattro dita ai piedi, vestiva normalmente nel suo mondo… da angelo! Aveva un carattere avventuroso e voleva vivere una grande avventura. Detestava qualcosa ma lo scopriremo dopo. Giomi aveva anche un braccialetto tutto arcobaleno che serviva per andare nel “mondo dei desideri”. Un giorno mentre Giomi giocava a Bianchesi, il bracciale gli parlò. Gli disse che era un bracciale magico e saggio e che aveva una missione da dargli. Giomi rimase paralizzato dalla sorpresa. L’angelo rispose: “Ok, sono pronto ma solo se viene anche Frughi!” Il braccialetto chiese a Giomi chi fosse Frughi e Giomi gli spiegò che era un orsetto tutto bianco come la neve, adorava le coccole ed era un fedele compagno d’avventura. Allora il bracciale disse: “ Sì, può venire anche lui!” Giomi e Frughi ascoltarono attentamente il bracciale. Raccontò che nel “mondo dei desideri” c’era un mago cattivo che voleva avere tutto il potere del regno. Giomi disse che non aveva paura dei maghi e se con lui c’era Frughi ancora meno! Il bracciale disse: “Chiedi il permesso alla tua mamma e parti subito!” Giomi parlò con la mamma che si fidava di suo figlio e infatti gli disse di sì. L’angelo prese uno zaino, ci mise da mangiare e partì con Frughi. Il braccialetto creò uno specchio di bolla e i due viaggiatori ci entrano coraggiosamente. Entrarono così nel mondo del bracciale. Si misero in cammino. Il bracciale aveva anche detto che dovevano superare la Valle degli alberi appiccicosi, la Grotta delle rocce chiacchierone e il Mare di petrolio. Cammina, cammina, cammina… arrivarono alla Valle degli alberi appiccicosi e Giomi toccò un albero. Disse: “Non è appiccicoso!” e provò a staccarsi ma non ci riuscì. Allora prese il volo e mise anche i piedi sul tronco ma anche i piedi rimasero incollati. Giomi chiese a Frughi di aiutarlo ma rimase anche lui appiccicato. Giomi continuava a muoversi per liberarsi finché sentì ridere. Si chiese cos’era e chiese anche a Frughi se era stato lui ma gli rispose: “Gra” che voleva dire no. Alla fine capì che era stato l'albero perché a muoversi gli faceva il solletico. Così disse a Frughi: “Muoviti! Secondo me se gli facciamo il solletico ci lascerà andare.” Era vero, dopo poco tempo erano liberi. Giomi e Frughi si appiccicarono ad altri venti alberi mentre attraversavano la Valle ma ormai sapevano il trucco e ci misero poco ad attraversarla. Superata la Valle degli alberi appiccicosi arrivarono alla Grotta delle rocce chiacchierone, entrarono ma uscirono subito perché si stavano spaccando i timpani per il gran rumore. Giomi ebbe un lampo di genio, si ricordò che aveva una radio dentro lo zaino e la tirò fuori. Frughi si chiese perché l'aveva tirata fuori e Giomi gli spiegò la sua idea: se la metteva dentro la grotta accesa avrebbe parlato e le rocce sarebbero state zitte. La mise dentro e dopo un secondo... silenzio assoluto, si sentivano soltanto le parole della radio. Cosi Giomi e Frughi poterono superare anche quell'ostacolo. Cammina cammina... arrivarono al Mare di petrolio. Lo videro nero, man mano che si avvicinavano però non sembrava più nero ma viola. Arrivati sul bordo del mare lo guardarono attentamente e non aveva un odore forte come il petrolio ma dolce, lo assaggiarono e.. era succo! Giomi rise: “Dicono che è di petrolio invece è succo!” Subito dopo costruirono una barca e la attraversarono. Alla fine arrivarono alla torre del mago. Giomi guardò in alto però non vide un mago ma uno stregone nero. Giomi allora disse: “U-u-uno st-st-stregone!” Ecco di cosa aveva paura Giomi: degli stregoni. L'angioletto scappò via terrorizzato, ma Frughi partì all'attacco e lo stregone lo catturò. Lo mise in gabbia dentro la sua torre con Mrlo, un cane a tre teste con catene d'acciaio. Era il compagno e il migliore amico di Asdrubale, che era il nome dello stregone. Giomi vedendo il suo amico Frughi in pericolo si dimenticò di avere paura degli stregoni e partì all'attacco. Era così arrabbiato che urlò: “Lascia libero Frughi! Ti credi il più forte soltanto perché sei uno stregone e allora te lo ripeto: lascia stare il mio Frughi!” Lo stregone non ebbe il tempo di parlare che era già morto perché a lui, insomma a tutti gli stregoni, danno fastidio i rumori forti. Giomi entrò nella torre per liberare Frughi e per Mrlo non c'era problema, bastava dargli un osso. Così liberò il suo amico e anche il “mondo dei desideri”. Tornarono indietro sulla strada che avevano percorso prima e incontrarono gli abitanti che li acclamavano: “Viva Giomi!” Il braccialetto dopo i festeggiamenti li riportò a casa ma Giomi non raccontò a nessuno la sua avventura con Frughi perché voleva che rimanesse un segreto.