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01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 16 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def Lauren N. Hinkson 13-12-2011 9:36 Pagina 17 L’arte americana in un museo globale: The Guggenheim Collection, 1940-1970 U na fotografia della metà degli anni quaranta sull’istituzione. Tre figure chiave sono associate in mostra Peggy Guggenheim e Jackson Pollock particolare alla ricca raccolta d’arte americana degli che posano insieme davanti al grande dipinto anni 1940-1970; tre personalità che si accostarono appena ultimato dall’artista per l’atrio della residenza all’arte del loro tempo dal privilegiato punto di vista newyorkese di Peggy Guggenheim (fig. 2). Malgrado di outsiders radicati nella cultura europea. Peggy la casualità della composizione, la foto immortala un Guggenheim, Lawrence Alloway e il conte Giuseppe momento cruciale della storia dell’arte americana. Panza di Biumo esposero, raccolsero e studiarono Le dimensioni dell’opera di Pollock, Mural [Murale], l’arte americana da profondi conoscitori di un mondo 1943, sei metri circa di lunghezza, bastano da sole a dell’arte che andava ben oltre i confini dei loro paesi. riflettere la crescente ambizione dell’artista in quel L’ampia, aperta prospettiva che questa esperienza periodo a produrre arte capace, come disse lui transculturale consentiva loro si riflette nella stesso, di “puntare in direzione del futuro”1. Il fatto variegata scelta di opere che fanno parte della che Peggy Guggenheim collocasse al posto d’onore, collezione permanente del Guggenheim, e continua in casa sua, l’opera di un pittore allora relativamente ancora oggi a guidare il museo. sconosciuto ne attesta la disponibilità e il coraggio L’associazione tra il Guggenheim Museum e l’arte di rischiare a sua volta come collezionista. Nei contemporanea risale ai primordi della sua storia. decenni successivi alla seconda guerra mondiale, gli Solomon R. Guggenheim era un ricco uomo d’affari Stati Uniti emersero per la prima volta come centro americano che negli anni trenta dedicò gran parte dell’arte moderna. Le storie della pittura e della delle sue risorse filantropiche alla promozione scultura americane si sono spesso concentrate su dell’arte moderna. Lavorando con l’artista e curatrice una rottura con l’estetica dominante, per mano di Hilla Rebay, Guggenheim istituì la Solomon R. artisti che, come Pollock, abbandonavano le Guggenheim Foundation (per la “promozione, lo convenzioni per rischiare forme nuove. Pure, la storia sviluppo e l’educazione in campo artistico e dell’arte americana sarebbe incompleta senza quella l’istruzione del pubblico”) nel 19372, e due anni delle istituzioni e dei singoli collezionisti che non dopo aprì a New York il Museum of Non-Objective soltanto patrocinarono l’avanguardia artistica, ma Painting per mettere la sua collezione a disposizione educarono il pubblico a prassi estetiche del pubblico e al contempo incoraggiare più rivoluzionarie. diffusamente l’apprezzamento dell’arte negli Stati Uniti3. L 1. Folla in coda all’inaugurazione del Solomon R. Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright, New York, 21 ottobre 1959 (Foto Robert Mates © The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) o sviluppo in senso istituzionale del Rebay e Guggenheim amavano l’opera del russo Guggenheim Museum avvenne in un periodo Vasilij Kandinskij, che nel primo decennio del creativo, turbolento, vibrante dell’arte americana Novecento aveva abbandonato le modalità e la sua collezione riflette non soltanto la vitalità tradizionali di rappresentazione per esplorare le della comunità artistica newyorkese di quel periodo, possibilità spirituali di un’arte totalmente astratta, ma anche gli interessi specifici di curatori e non-oggettiva. Kandinskij non fu soltanto la pietra collezionisti che impressero il loro marchio angolare della collezione Guggenheim, ma molto di 17 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 18 3. Meccanismo ottico per Boîte-en-valise di Marcel Duchamp (1935-1941), Spazio Cinetico di Art of This Century, New York, 1942 (Foto Berenice Abbott) 2. Peggy Guggenheim con Jackson Pollock davanti al suo Mural [Murale], 1943, nell’atrio all’ingresso della residenza Guggenheim, 155 East 61st Street, New York, 1946 circa. Parzialmente visibile in primo piano è una statua non identificata di David Hare (Foto George Karger, per gentile concessione di Solomon R. Guggenheim Museum Archives, New York 18 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 19 4. Installazione, Spazio Astratto di Art of This Century, New York (Foto Berenice Abbott) 19 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 20 più; il suo linguaggio utopistico e spirituale ispirò la émigrés, nella relativa sicurezza di New York. visione e l’impostazione iniziale del museo. Hilla In tempo di guerra, erano pochi gli spazi culturali Rebay in particolare interpretava il ruolo dell’arte in disponibili in città: Peggy rispolverò quindi la sua termini quasi religiosi, e considerava il Museum of ambizione di istituire una sede permanente dedicata Non-Objective Painting come un tempio volto a all’arte contemporanea, finendo per aprire, nel 1942, promuovere l’armonia e la comprensione tra i popoli, Art of This Century (fig. 4)7. Il nome rifletteva sotto il vessillo della pittura astratta4. Fortemente l’impegno lungimirante della sua galleria/museo: impegnato con il lavoro di Kandinskij e dei suoi “Servire il futuro anziché documentare il passato”8. seguaci, il museo espose e collezionò le opere di Malgrado il legame di parentela, Art of This Century una cerchia selezionata di artisti americani che rimase distinto dal Museum of Non-Objective aderivano ai dogmi di una non-oggettività spirituale. Painting di Solomon Guggenheim. Peggy Il sostegno alla fiorente comunità newyorkese degli Guggenheim concepiva Art of This Century non artisti che restavano fuori da quel circolo non venne tanto come un tempio dell’arte, quanto come un comunque a mancare, grazie alla nipote di Solomon salon dei nostri giorni, in cui artisti, critici, curatori, Guggenheim, Peggy, destinata a emergere come bohémiens e collezionisti potevano liberamente una delle più appassionate e avventurose sostenitrici interagire e descrisse la sua iniziativa come “un dell’arte americana degli anni quaranta5. centro in cui gli artisti si sapranno accolti Peggy Guggenheim arrivò a New York nel luglio del e sentiranno di collaborare all’istituzione di un 1941, quando già aveva costruito una significativa laboratorio di ricerca per idee nuove”9. collezione d’arte moderna viaggiando in Europa Questo atteggiamento aperto e incoraggiante occidentale, dove risiedeva. La Guggenheim Jeune, agevolò una reciproca e feconda influenza tra gli la galleria che aprì per breve tempo a Londra nel artisti europei dell’avanguardia che gravitavano 1938, le aveva garantito da subito una sede per la attorno alla cerchia di Peggy Guggenheim e la sua collezione (fig. 3) e aveva fatto conoscere il nuova generazione di pittori americani, tra cui lavoro di surrealisti e astrattisti al pubblico inglese. William Baziotes, Arshile Gorky, Robert Motherwell, Particolarmente vicina ai surrealisti ai quali si era Jackson Pollock e Mark Rothko. Nei primi anni interessata grazie al suggerimento di Marcel quaranta la New York School, come furono definiti, Duchamp, che rimase negli anni successivi uno dei faticava a trovare una strada che superasse il suoi più importanti consiglieri, tra il 1938 e il 1941, realismo di stampo sociale che aveva dominato il durante il soggiorno parigino, la Guggenheim avviò decennio precedente. Attinsero a varie influenze un programma di acquisizioni ormai leggendario: che andavano dal cubismo ai muralisti messicani stabilì di “comprare un quadro al giorno”, fino all’arte dei nativi americani. L’accento surrealista concentrandosi soprattutto sui surrealisti6. A quel sull’inconscio in particolare si dimostrò una pietra ritmo incalzante, la sua collezione crebbe miliare importante. I membri della New York School rapidamente, arricchendosi delle opere di Salvador abbracciarono la tecnica dell’automatismo sviluppata Dalí, Man Ray, Francis Picabia, Yves Tanguy e tra gli altri da André Masson e da Max Ernst, per naturalmente Max Ernst, l’artista tedesco che sposò creare arte in assenza di una riflessione costante nel 1941. e consapevole. Per Pollock in particolare Quello stesso anno, con l’aggravarsi della crisi in l’automatismo rappresentò uno strumento per Europa, Peggy Guggenheim fu costretta a lasciare esprimere il conflitto interiore attraverso immagini la Francia per gli Stati Uniti e a imbarcare la sua astratte. collezione per trasferirla a New York. La collezionista Oltre a sostenere un “laboratorio” intellettuale, le non era certo sola sulla rotta attraverso l’Atlantico. mostre allestite regolarmente presso Art of This Temendo l’occupazione tedesca della città, molti Century consentivano agli artisti della New York artisti e scrittori dell’avanguardia che formavano la School la preziosa possibilità di ottenere un sua cerchia parigina riuscirono ad approdare, da riconoscimento dalla critica10. Lo “Spring Salon for 20 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 21 Young Artists” del 1943 è ormai considerato uno Art of This Century e il suo ritorno in Europa, nel spartiacque nella storia dell’arte americana. Una 194714, quando ormai i pittori dell’espressionismo giuria di cui facevano parte Duchamp, Ernst, Piet astratto avevano raggiunto le più alte vette, per Mondrian insieme ai curatori del Museum of Modern dimensioni e ambizioni – come in Circumcision Art, James Thrall Soby e James Johnson Sweeney, [Circoncisione] di Pollock (1946, cat. 9) – cosa che selezionò le opere di trentatré pittori, all’epoca quasi dava all’intimità della prima arte surrealista il sapore completamente sconosciuti, per esporle al pubblico. di un sogno lontano. Con lavori che spaziano su tutto Uno dei quadri più interessanti della mostra era questo fertile periodo di sviluppo, la collezione di Stenographic Figure [Figura stenografica] di Pollock Peggy Guggenheim, che nel 1976 sarebbe confluita (1942 circa, fig. 5). Secondo Ernst, fu Mondrian il in quella della Solomon R. Guggenheim Foundation, primo a capire il valore dell’insolito dipinto del consente di tracciare una mappa riccamente giovane americano e a segnalarne l’importanza a dettagliata delle difficoltà e dei passi avanti della Peggy Guggenheim. Quella caotica profusione di New York School, in un’epoca in cui il corso della linee e di colori contrastanti non poteva essere più pittura americana e il suo posto all’interno del lontana dalle griglie rigorose dell’olandese; eppure, canone modernista erano tutt’altro che assicurati. dopo averlo contemplato a lungo, si dice abbia espresso questo giudizio: “Ho la sensazione che questo potrebbe essere il quadro più straordinario che abbia visto da molto, moltissimo tempo, qui o in Europa”11. Non sempre i critici che recensirono le I l 21 ottobre 1959, al 1071 della Fifth Avenue, venne inaugurato, davanti a una folla immensa, l’iconico Solomon R. Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright (fig. 1). Con le sue curve prime mostre di Art of This Century condivisero morbide che si innalzano dalla griglia geometrica di l’entusiasmo di Mondrian. Tuttavia fu proprio qui che Manhattan, l’edificio sembrava realizzare la visione Harold Rosenberg e Clement Greenberg – le cui originale di Rebay di uno spazio con la funzione di personalità dominarono il panorama della critica “tempio dello spirito, monumento”15. Pure, d’arte americana dell’immediato dopoguerra – l’istituzione da lei co-fondata due decenni prima vennero a contatto per la prima volta con le opere doveva subire, proprio mentre si stabiliva nella sua di Pollock e colleghi, che avrebbero occupato un residenza permanente, cambiamenti epocali. posto centrale nelle loro influenti cronache del Era stato Wright a proporre di ribattezzare il museo modernismo nelle arti visive12. con il nome del suo fondatore, togliendo il Poco dopo lo “Spring Salon”, Peggy Guggenheim riferimento alla pittura non-oggettiva. Tale offrì a Pollock un contratto commerciale, in seguito cambiamento voleva rendere omaggio a Solomon al quale gli organizzò quattro personali all’Art of This Guggenheim, ma anche riconoscere che il raggio Century13. d’interesse dell’istituzione si era ampliato ben oltre Per quanto oggi possa apparire modesto, quel sostegno economico consentì a Pollock di un singolo movimento artistico guidato concentrarsi unicamente sullo sviluppo della sua sostanzialmente da un solo artista. L’esposizione arte. Anche Baziotes, Motherwell e Rothko inaugurale nell’edificio di Frank Lloyd Wright, beneficiarono di personali allestite all’Art of This organizzata dal nuovo direttore del museo, James Century, che si dimostrò una della poche iniziative Johnson Sweeney (già consulente di Peggy commerciali disposte a garantire la sussistenza ai Guggenheim), rifletteva questo senso di transizione pittori della New York School in un’epoca in cui (fig. 6). In mostra, oltre a un’ampia selezione dei faticavano a trovare un pubblico interessato al loro dipinti non-oggettivi di Kandinskij – il cuore pulsante lavoro. della collezione messa insieme da Solomon Molte delle opere più importanti di quelle mostre Guggenheim e da Hilla Rebay – c’erano oltre furono acquistate da Peggy Guggenheim per la sua quaranta opere di artisti newyorkesi, di recentissima collezione privata di arte americana che si sarebbe acquisizione, compresi Ocean Greyness [Grigiore enormemente ampliata anche dopo la chiusura di dell’oceano] di Jackson Pollock (1953, cat. 22), 21 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 22 Composition [Composizione] di Willem de Kooning delle forme possibili di comunicazione, in un quadro (1955, cat. 20), e Painting No. 7 [Dipinto n. 7 ] di che si allarga sempre più a includere le arti di Franz Kline (1952). massa”16. Hilla Rebay si era dimessa ufficialmente nel 1952, Alloway non era assolutamente ostile alla serietà dei lasciando il controllo a Sweeney e a una équipe di pittori della New York School o al potenziale estetico curatori profondamente inseriti nel mondo dell’arte dell’arte “alta”: semplicemente, contestava quelle contemporanea e desiderosi di rispecchiarne gerarchie arbitrarie che escludevano la cultura almeno in parte il dinamismo nella programmazione popolare da una seria considerazione critica17. del museo. Nel 1962, con l’arrivo del curatore e In questo senso, il suo interesse coincideva con critico inglese Lawrence Alloway, per il Guggenheim quello di molti artisti che alla fine degli anni iniziò una nuova era, di grande vitalità. Alla fine degli cinquanta iniziavano a inglobare nelle loro opere anni cinquanta Alloway aveva fatto parte elementi di arte popolare. La mostra da lui curata nel dell’Independent Group, un gruppo di scrittori, artisti 1963 rappresentò una svolta epocale: in “Six e studiosi che faceva capo all’Institute of Painters and the Object”, Alloway presentò opere di Contemporary Arts di Londra. Ad Alloway, insieme a Jim Dine, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Robert Richard Hamilton, anche lui membro Rauschenberg, James Rosenquist e Andy Warhol dell’Independent Group, è attribuito il merito di aver (fig. 7). Questi artisti, sosteneva Alloway, avevano coniato l’espressione “pop art” per denotare quegli sostanzialmente abbandonato i mondi privati della aspetti creativi della cultura popolare – fumetti, lotta interiore che aveva alimentato la pittura pubblicità, cinema, riviste pulp – normalmente dell’espressionismo astratto per abbracciare invece esclusi dai dibattiti “ufficiali” sull’estetica. Piuttosto la cultura pubblica e condivisa dei mass media e che una gerarchia con un “alto” e un “basso”, della vita urbana. Inoltre, al posto di impiegare gesti Alloway immaginava un continuum: “Il nuovo ruolo espressivi e personali, gli artisti che aveva scelto di delle belle arti”, scriveva nel 1958, “è di essere una mettere in risalto sperimentavano l’uso di tecniche 5. Jackson Pollock Stenographic Figure [Figura stenografica], 1942 circa Olio su tela, 101,6 x 142,2 cm The Museum of Modern Art, New York, Mr. e Mrs. Walter Bareiss Fund. © 2011 Pollock-Krasner Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York 22 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 23 6. Panoramica della mostra inaugurale del Solomon R. Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright, New York, 1959 (Foto Ezra Stoller, Exhibition records, A0003, Solomon R. Guggenheim Museum Archives, New York) più vicine ai processi industriali che non agli sforzi logica della produzione in serie ed esemplificavano artistici tradizionali. lo sguardo distaccato di quella che molti critici negli La monumentale tela di Rauschenberg, Barge anni sessanta avevano iniziato a chiamare “pop art”. [Chiatta] (1962-1963, cat. 33), si muove proprio Le brillanti confezioni dei beni di consumo e gli idoli verso un’arte più impersonale, con segni tratti da prodotti dalla fabbrica di Hollywood fornivano a una “rete di comunicazioni” più ampia, come ebbe a Warhol materiale in abbondanza. Il suo Orange dire lo stesso Alloway18. Lavorando su dimensioni Disaster #5 [Disastro arancione #5] (1963, cat. 34) che superavano persino i più grandi tra i dipinti esplora invece un’iconografia ben più cupa. Questa dell’espressionismo astratto, Rauschenberg utilizzava riproduzione di una sedia elettrica ripetuta quindici un processo serigrafico per trasferire direttamente volte contro uno sfondo arancio appartiene alla sua sulla tela immagini trovate. Fotografie di serie su morte e catastrofi in America. La replica infrastrutture, di trasporti, riproduzioni di dipinti monotona dell’immagine sembra prosciugarla di ogni classici, immagini di atleti in movimento, brani di significato e contenuto emotivo. Allo stesso tempo, testo apparentemente casuali sono sparsi tra strisce mentre affronta gli orrori nascosti sotto la superficie di pittura sgocciolata che ricordano superficialmente della società contemporanea, il quadro allude la tecnica divenuta il marchio di fabbrica di Pollock. all’ethos populista del giornalismo scandalistico20. Rauschenberg completò gran parte di quest’opera In un’epoca in cui molte istituzioni si ritraevano dalla colossale, larga quasi dieci metri, in appena trasgressiva miscela di cultura alta e popolare della ventiquattr’ore, un tour de force avvertibile pop art, “Six Painters and the Object” azzardava una nell’intensità dell’energia visuale che sembra delle prime disamine serie di un movimento sprigionarsi dal quadro malgrado la tavolozza spenta, destinato a rivelarsi enormemente influente. Il fatta di bianco, nero e grigio19. Guggenheim tuttavia all’epoca acquistò un numero A far scoprire a Rauschenberg il potenziale artistico relativamente esiguo di opere della pop art, della serigrafia era stato Andy Warhol, le cui opere concentrandosi invece sul potenziamento della basate sulle immagini ripetute di celebrità e di collezione di pittura astratta. Solo dopo che se ne fu prodotti commerciali replicavano, irridendola, la andato Alloway, nel 1966, la collezione del museo 23 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 24 7. Visitatori alla mostra “Six Painters and the Object”. Alla parete, da sinistra a destra, Four 1969 Guys [Quattro ragazzi del 1949], Mayfair e The Lines Were Etched Deeply on the Map of Her Face [Le rughe erano scavate in profondità sulla mappa del suo viso] di James Rosenquist, Solomon R. Guggenheim, New York, 1963 (Foto per gentile concessione di James Rosenquist) 24 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 25 8. Lawrence Alloway installa la mostra “Systemic Painting”, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, 1966 (Foto per gentile concessione di Solomon R. Guggenheim Museum Archives, New York) 25 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 26 arrivò a riflettere l’importanza dell’arte figurativa negli esame un gruppo di artisti che, pur condividendo Stati Uniti. l’ethos “non-espressionista” della pop, nei suoi lavori Una delle eredità più importanti della pop art si può esplorava i problemi formali di fondo come linea, cogliere nell’affermarsi della pittura fotorealista, agli colore e forma della tela, più che i codici e le inizi degli anni settanta. Sotto la direzione di Thomas convenzioni dei mass media (fig. 8). In uno dei primi M. Messer, il Guggenheim Museum fu in prima fila abbozzi di proposta per la mostra, Alloway definiva nella promozione e nell’acquisizione delle opere di una serie di istanze, comuni ai ventotto artisti artisti quali, tra gli altri, Robert Bechtle, Tom selezionati: Blackwell e Chuck Close21. A partire da fonti 1. Allontanamento dalle forme gestuali fotografiche preesistenti di soggetti ordinari, questi dell’espressionismo astratto. artisti traducevano delle immagini meccanicamente 2. Definizione della superficie del quadro come un riproducibili in meticolosi dipinti a olio. Dimostrando il unico campo pittorico. loro virtuosismo nell’uso delle tecniche tradizionali, i 3. Interesse per il colore, limitato a un certo numero fotorealisti cercavano prima di tutto la di sfumature, e scarso valore attribuito al contrasto. verosimiglianza perfetta, lavorando con lo stesso 4. Interesse per le immagini sistematiche, dal punto distacco emotivo che caratterizzava gli artisti della di vista della forma o del colore23. pop art nel manovrare le presse da serigrafia. Questo brano descrive le caratteristiche formali delle I dipinti così ottenuti offrono quello che Alloway, in opere, ma il tono di Alloway evoca qualcosa di simile uno dei primi scritti su questo stile, descriveva come a un manuale tecnico. Anzi, il termine “sistemico” nel un’immagine raddoppiata: “Vediamo tutte e due le titolo della mostra implica la logica sottesa che guida cose: un dipinto e un’immagine chiaramente derivata la produzione razionale delle opere. Malgrado i toni da una fotografia”22. Nel fotorealismo si assiste a vibranti di lavori come quello di Frank Stella, Harran una doppia distanza dalla realtà, e la fonte II (1967, cat. 28) o April Tune [Musica di aprile] di fotografica ha lo stesso peso della scena ritratta. Kenneth Noland (1969, cat. 29), molti degli artisti Nondimeno, le foto che questi pittori sceglievano di presentati in “Systemic Painting” eseguivano le loro trasporre coglievano spesso immagini della vita tele con tale fredda precisione da indurre alcuni quotidiana in America, conservando un’eco dei loro critici a descrivere il loro approccio come “hard- predecessori della pop art. Molti dipinti di Blackwell, edge”24. Colore puro, forma astratta e le dimensioni come Little Roy’s Gold Wing [Gold Wing del piccolo fisiche della tela definivano la gamma di possibilità Roy] (1977, cat. 58), si concentrano sulle cromature pittoriche esplorate da molti artisti nel corso degli e sui metalli scintillanti di automobili, aeroplani e anni sessanta. Critici influenti come Clement motociclette. Le grandi riproduzioni di Charles Bell di Greenberg e Michael Fried incoraggiarono questa giocattoli, biglie e distributori di gomme da masticare direzione, argomentando in saggi sempre più – come in Gum Ball No. 10: “Sugar Daddy” [Pallina complessi che le superfici piatte di dipinti come di gomma n. 10: “Paparino”] (1975, cat. 59) – quello di Stella rivelavano l’essenza fondamentale mettono in mostra un analogo virtuosismo nella resa del mezzo stesso25. del riflesso della luce sul rivestimento di zucchero Tuttavia altri artisti videro nello spoglio vocabolario delle gomme e sulle superfici di plastica. della pittura “sistemica” un punto di partenza per indagare i rapporti tra gli oggetti d’arte e gli ambienti T re anni dopo aver presentato la pop art al architettonici che occupavano. La pittura ridotta ai pubblico del Guggenheim con “Six Painters and mezzi più scarni non solo offriva alla contemplazione the Object”, Alloway rivolse la propria attenzione superfici pure, ma dirigeva all’esterno l’attenzione a un nuovo genere di pittura astratta, emersa sulla dello spettatore, oltre i parametri della tela e verso scia della New York School. La collettiva del 1966 gli spazi della galleria circostante. Ellsworth Kelly fu intitolata “Systemic Painting” – una delle ultime uno dei primi artisti a sfruttare il potenziale estetico mostre che curò al Guggenheim – prendeva in di questa dinamica, con opere che annullavano il 26 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 27 confine tra pittura bidimensionale e scultura il requisito fondamentale di un’opera d’arte tridimensionale. Il suo Orange Red Relief [Rilievo tradizionale. Pur condividendo in gran parte rosso arancio] del 1959 (cat. 24) aggetta dalla l’interesse di Judd per le qualità letterali dei materiali parete trasformando la superficie pittorica piatta e e per la percezione dello spazio da parte monocroma in qualcosa di più vicino a un rilievo non dell’osservatore, le prime sculture di Richard Serra figurativo. mettono l’accento sul processo fisico della Negli anni sessanta gli scultori minimalisti manipolazione dei materiali, un approccio svilupparono, estremizzandole, le implicazioni della sottolineato tramite la loro effimera disposizione pittura “sistemica”. Donald Judd progettò cubi e semplicemente appoggiati contro una parete o forme rettangolari molto precise, affidando a sparsi sul pavimento della galleria. In Template produttori industriali la produzione delle sue sculture (1967, cat. 39), per esempio, tre pezzi di gomma in metallo o in legno. Questi “oggetti specifici”, come vulcanizzata uniti tra loro sono drappeggiati su un li chiamava, venivano poi organizzati in configurazioni perno a muro. Altri artisti concettuali sponsorizzati da seriali o in progressioni matematiche come in Panza, come Lawrence Weiner, non producevano Untitled [Senza titolo] (1970, cat. 40), in cui la oggetti. Il suo EARTH TO EARTH ASHES TO progressione delle forme rettangolari si basa sulla ASHES DUST TO DUST [TERRA ALLA TERRA sequenza di Fibonacci. Attraverso questo CENERE ALLA CENERE POLVERE ALLA procedimento, Judd cercava di mettere in primo POLVERE] (1970, cat. 51) esiste pienamente come piano le caratteristiche materiali dei suoi oggetti, concetto espresso soltanto nel linguaggio e non nonché la loro presenza letterale, nello spazio richiede altra realizzazione materiale. condiviso dall’osservatore. Anche le costruzioni di È degno di nota il fatto che Panza collezionò opere Dan Flavin, composte di normali tubi al neon in di artisti residenti in California, in un periodo in cui il vendita nei negozi, utilizzano comuni prodotti mondo dell’arte americana guardava soprattutto a industriali in modi che sembrano impadronirsi della New York. Le sculture minimaliste di John possibilità di “espressione”. Le luci che compongono McCracken esemplificano l’estetica della finitura Untitled [Senza titolo] (1966, cat. 46) sono oggetti perfetta, o “finish fetish”, dell’arte della California familiari che nondimeno alterano l’ambiente fisico in meridionale. Le forme cubiche di Naxos (1965, cui si trovano. Progettata per occupare un intero cat. 44) ricordano le geometrie di Judd, ma i angolo della galleria, l’opera resiste alle modalità materiali (fibra di vetro e lacca su legno) e i colori espositive convenzionali e la luce immateriale che vividi riflettono anche l’influenza della cultura di Los diffonde sembra dissolvere i confini architettonici. Angeles, fatta di automobili truccate e industrie Uno dei pochi collezionisti a cercare, negli anni high-tech. sessanta, di acquisire i lavori di Judd, di Flavin e dei Il Guggenheim Museum acquistò una larga parte loro contemporanei fu il conte Giuseppe Panza di della collezione Panza nel 1991, consolidando il Biumo. Il collezionista italiano riempì la residenza di proprio costante impegno verso l’arte americana di famiglia, a Varese, con importanti pezzi di scultura quel periodo. All’inizio degli anni settanta Carl Andre, minimalista e di arte processuale e concettuale Robert Mangold e Robert Ryman, le cui opere (fig. 9). È una delle bizzarrie della storia dell’arte che sarebbero entrate a far parte della collezione Panza, le opere d’arte estreme, nate in gran parte nei loft ebbero tutti l’opportunità di esporre in una personale sudici e disordinati di lower Manhattan, abbiano ben al museo26. Se da una parte queste mostre offrirono presto trovato casa in una villa idilliaca dell’Italia ai singoli artisti un’importante piattaforma espositiva, settentrionale. Collezionare arte americana la “Guggenheim International Exhibition” del 1971 contemporanea negli anni settanta richiese anche cercò di definire il contesto più generale in cui si da parte di Panza fede e coraggio non comuni. Molti muovevano. Questa fu la sesta e ultima biennale di degli artisti della sua collezione producevano opere un ciclo iniziato nel 1956, e mise insieme ventuno che sfuggivano a una forma definita, permanente – artisti di otto diverse nazionalità, le cui opere 27 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 28 9. Giuseppe Panza di Biumo nel Green Light Corridor [Corridoio a luce verde], 1970, di Bruce Nauman, 1988 (Foto Giorgio Colombo, per gentile concessione di Solomon R. Guggenheim Museum Archives, New York) 28 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 10. Dan Flavin, untitled (to Ward Jackson, an old friend and colleague who, during the Fall of 1957 when I finally returned to New York from Washington and joined him to work together in this museum, kindly communicated) [senza titolo – a Ward Jackson, vecchio amico e collega che, nell’autunno del 1957 quando finalmente tornai a New York da Washington e lavorai con lui in questo museo, mi accolse con gentilezza], 1971 13-12-2011 9:36 Pagina 29 Luce naturale e luce fluorescente rosa, gialla, verde e blu, elementi da 2 a 8 piedi Solomon R. Guggenheim Museum, New York, donazione parziale dell’artista in onore di Ward Jackson 72.1982. © Stephen Flavin/Artists Rights Society (ARS), New York (Foto David Heald © The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) 29 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 30 rappresentavano l’arte minimale, concettuale, I finally returned to New York from Washington and processuale e ambientale27. Benché non fosse la joined him to work together in this museum, kindly prima collettiva intesa a esplorare i nuovi sviluppi, la communicated) [senza titolo – a Ward Jackson, sua unicità consisteva nel chiedere agli artisti vecchio amico e collega che, nell’autunno del 1957 proposte specifiche per il sito del Guggenheim – quando finalmente tornai a New York da inteso come edificio e come istituzione. Washington e lavorai con lui in questo museo, mi Il sensazionale contributo di Flavin alla mostra si può accolse con gentilezza] (1971, fig. 10), fa riferimento considerare l’adeguato omaggio allo sviluppo del al ruolo particolare rivestito dal Guggenheim in un museo nei decenni precedenti. L’artista profilò un momento chiave della carriera di Flavin stesso. intero giro della rampa che ne circonda la rotonda a Negli scarni componenti industriali di quest’opera spirale con quelle luci multicolori fluorescenti che innovativa è contenuta una narrativa personale erano diventate il suo marchio di Note fabbrica28. Il titolo profondamente intrecciata con la storia del dell’opera, untitled (to Ward Jackson, an old friend Guggenheim, un’istituzione dedicata a sostenere e and colleague who, during the Fall of 1957 when raccogliere l’arte americana. Collection of Non-Objective Paintings: Second Foundation, Harry N. Abrams-Solomon di grandi dimensioni nella domanda di sovvenzione Enlarged Catalogue, catalogo della mostra (New R. Guggenheim Foundation, New York 1985, che presentò alla John Simon Guggenheim York, Solomon R. Guggenheim Foundation, 1937), p. 771. Memorial Foundation nel 1947. Si veda F.V. [s.n.], New York 1937, p. 13. 9 O’Connor, E.V. Thaw, Jackson Pollock: A Catalogue 5 This Century’”, comunicato stampa, non datato 1 Pollock parlò del suo desiderio di realizzare dipinti Sulla rivalità tra Peggy Guggenheim e Hilla “Peggy Guggenheim to Open Art Gallery ‘Art of Raisonné of Paintings, Drawings and Other Works, Rebay, e per un’analisi ponderata della diversità tra (20 ottobre 1942 circa), New York Public Library Yale University Press, New Haven 1978, IV, p. 238: le rispettive teorie del collezionismo, cfr. J. Pamphlet Box, Archives of American Art, D67; e F.V. O’Connor, Jackson Pollock’s Mural for Blessing, Peggy’s Surreal Playground, in Art of Smithsonian Institution, Washington, D.C., microfilm Peggy Guggenheim, in S. Davidson, Ph. Rylands (a This Century: The Guggenheim Museum and Its N-429: 159-60. Per una riproduzione del cura di), Peggy Guggenheim and Frederick Kiesler: Collection, catalogo della mostra (New York, comunicato stampa cfr. S. Davidson, Ph. Rylands The Story of Art of This Century, catalogo della Guggenheim Museum, 1993), Guggenheim (a cura di), op. cit., pp. 178-179, tavv. 59a-b. mostra (New York, Guggenheim Museum, 2004), Museum Foundation, New York 1993, pp. 153- 10 Solomon R. Guggenheim Foundation, New York 188. allestite in Art of This Century, cfr. la cronologia 2004, p. 164. 6 2 of an Art Addict, André Deutsch, London 1979, p. The Exhibitions at Art of This Century, Foundation, 25 giugno 1937. 209. Nella citazione integrale si legge: “When I got 1942–1947, in S. Davidson, Ph. Rylands (a cura 3 back to Paris I started very seriously to buy di), op. cit., pp. 288-362. inaugurato il 31 maggio 1939 con la mostra “Art of paintings and sculptures. I had all the museum 11 Tomorrow”. Tra gli artisti della collettiva, Rudolf funds at my disposal, now that the problem of Mr. St. Martin’s/Mark, New York 1984, p. 241. Bauer, Robert Delaunay, Vasilij Kandinskij, Pablo Read was settled, and lots of free time and energy 12 Picasso, Hilla Rebay e Kurt Schwitters. on my hands. My motto was ‘Buy a picture a day’ Art of This Century e Greenberg scrisse diverse 4 Statuto della Solomon R. Guggenheim Il Museum of Non-Objective Painting fu P. Guggenheim, Out of This Century: Confessions Per le descrizioni dettagliate di tutte le mostre della mostra di J. Sharp, Serving the Future: M. Ernst, A Not So Still Life: A Memoir, Rosenberg e Greenberg frequentarono entrambi and I lived up to it” (Quando tornai a Parigi recensioni sulle opere esposte. Per un resoconto will be the religion of the future. Very soon the cominciai a comprare seriamente pitture e sculture. completo della reazione alle mostre allestite in Art nations on earth will turn to it in thought and feeling Avevo a disposizione tutti i fondi del museo, adesso of This Century, compresi estratti dalle recensioni and develop such intuitive powers which lead them che era stato risolto il problema di Mr. Read, e un di Greenberg alle personali di Pollock, cfr. J. Sharp, to harmony” (La Non-Oggettività sarà la religione sacco di tempo libero e di energie. Il mio motto era: op. cit. del futuro. Ben presto i popoli della terra “Comprare un quadro al giorno”, e lo rispettai). 13 rivolgeranno in quella direzione pensieri e 7 Peggy Guggenheim su Pollock furono diversi sentimenti, sviluppando quelle capacità di intuizione cfr. S. Davidson, Ph. Rylands (a cura di), op. cit. personaggi, tra cui Herbert Matter, James Johnson che li porterà all’armonia). H. Rebay, The Beauty of 8 Sweeney e Reuben Kadish, vecchio amico Non-Objectivity, in Solomon R. Guggenheim Collection, Venice: The Solomon R. Guggenheim Nel 1937 Hilla Rebay scriveva: “Non-Objectivity 30 Per approfondire la storia di Art of This Century, A. Zander Rudenstine, Peggy Guggenheim A richiamare per la prima volta l’attenzione di dell’artista. Howard Putzel e Matta (Roberto 01_8234_Saggio Hinkson_bis.qxd:02 Celant UK def 13-12-2011 9:36 Pagina 31 Sebastián Matta Echaurren) la incoraggiarono a edge” nel 1959. Cfr. L. Alloway, Systemic Painting, offrire all’artista la sua prima personale. catalogo della mostra (New York, Guggenheim 14 Museum, 1966), Solomon R. Guggenheim Nel 1949 Peggy Guggenheim comprò Palazzo Venier dei Leoni, un edificio veneziano incompiuto, Foundation, New York 1966, pp. 13-14. per ospitare la sua collezione. Fu aperto al pubblico 25 nel 1951 e formalmente donato, insieme alla cfr. l’introduzione di Clement Greenberg in Post Per un approfondimento di questa discussione, collezione, alla Solomon R. Guggenheim Painterly Abstraction: An Exhibition Organized by Foundation nel 1976. the Los Angeles County Museum of Art and 15 Sponsored by the Contemporary Art Council, Hilla Rebay a Frank Lloyd Wright, 1 giugno 1943, in B. Brooks Pfeiffer (a cura di), Frank Lloyd catalogo della mostra (Los Angeles, 1964), s.n., s.l. Wright: The Guggenheim Correspondence, 1964, pp. 2-5. Cfr. anche l’introduzione di Michael The Press at California State University, Fresno- Fried al volume da lui curato, Three American Southern Illinois University Press, Carbondale Painters: Kenneth Noland, Jules Olitski, Frank 1986, p. 4; ristampato in The Guggenheim: Frank Stella, Fogg Art Museum, 21 April–30 May 1965, Lloyd Wright and the Making of the Modern Garland Pub. Co., New York 1978, pp. 3-53. Museum, Guggenheim Museum, New York 2009, 26 p. 83. serie delle prime mostre monografiche per Carl 16 Andre (1970), Robert Mangold (1971) e Robert L. Alloway, The Arts and the Mass Media, in “Architectural Design”, febbraio 1958, pp. 84-85. 17 Fu la curatrice Diane Waldman a organizzare la Ryman (1972). 27 Nel corso del suo incarico al Guggenheim, A questa data il premio assegnato nelle prime Alloway curò numerose mostre della New York “Guggenheim International Exhibitions” era stato School; per esempio la fondamentale “Barnett sostituito dall’acquisto di un’opera, cosa che Newman: The Stations of the Cross: lema consentì al Guggenheim di ampliare la propria sabachthani” (23 aprile - 19 giugno 1966). collezione con acquisizioni contemporanee di 18 importanza basilare. L. Alloway, Six Painters and the Object, catalogo della mostra (New York, Guggenheim Museum, 28 1963), The Solomon R. Guggenheim Foundation, percorrere tutta la rampa da cima a fondo; il New York 1963, p. 7. progetto fu finalmente realizzato in quella forma 19 con l’installazione in occasione della riapertura del In un saggio su quest’opera, Susan Davidson discute le discrepanze su due anni tra la datazione museo, nel 1992. e la dichiarazione dell’artista a Barbara Rose, durante un’intervista concessa nel 1987, secondo cui l’opera fu completata in ventiquattr’ore. Davidson osserva che, se la maggior parte del dipinto fu completata nel 1962 nel giro di ventiquattr’ore, furono poi fatte delle aggiunte posteriori, forse nel marzo del 1963. Cfr. Robert Rauschenberg, in Guggenheim Museum Bilbao Collection, Guggenheim Bilbao Museoa, Bilbao; Tf Editores, Madrid 2009, pp. 90-97. 20 Lo sostiene lo storico dell’arte Thomas Crow nel suo saggio Saturday Disasters: Trace and Reference in Early Warhol , in S. Guilbaut (a cura di), Reconstructing Modernism, MIT Press, Cambridge (Mass.) 1990. 21 Opere di questi artisti, insieme ad alcune delle quasi venti nuove acquisizioni di arte fotorealista, fatte alla fine degli anni settanta, furono inserite nel 1981 nella mostra del Guggenheim “Seven Photorealists from New York Collections”. 22 L. Alloway, Photo-realism, in Photo-Realism: Paintings, Sculpture and Prints from the Ludwig Collection and Others, catalogo della mostra (London, Serpentine Gallery, 1973), Arts Council of Great Britain, London [1973]; ristampato in L. Alloway, Topics in American Art Since 1945, W. W. Norton, New York 1975, p. 187. 23 Lawrence Alloway, proposta a Thomas Messer per una mostra, 16 novembre 1965, Solomon R. Guggenheim Museum Archives. 24 Nella concezione originaria, l’opera doveva Alloway attribuisce al critico d’arte Jules Langsner il merito di aver coniato il termine “hard- 31