Sylvie Lubamba: sono stata ingenua

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Sylvie Lubamba: sono stata ingenua
Trento
l'Adige
Giustizia
Mercoledì il
processo per il
sesso nei
camerini
Parla la show girl
fiorentina
Il tribunale ha condannato a
quattro anni di carcere e un milione e mezzo di multa Sergio Sordo, accusato di usura per avere
prestato denaro a tassi illeciti ad
otto cittadini. E’ stato riconosciuto
colpevole anche di estorsione. I
giudici Corrado Pascucci, Gianluigi Zulian, Maria Luisa Raimondi, dopo tre ore di camera di
consiglio, ieri pomeriggio hanno
accolto in pieno l’impianto accusatorio delineato dal pm Pasquale
Profiti, il quale aveva chiesto 5
anni di carcere.
Sordo - difeso dall’avvocato
Vanni Ceola - è stato condannato
per ben otto dei nove episodi contestati nel capo d’imputazione. In
un caso la parte offesa non si era
sabato
12 febbraio 2000
Sentenza del tribunale. E la Corte d’appello gli ha confiscato 750 milioni di lire
Sordo condannato per usura
presentata in aula per ribadire le
sue accuse e pertanto i giudici
non hanno ritenuto sufficiente la
mera denuncia presentata nel
corso delle indagini preliminari.
All’unica parte civile costituitasi, patrocinata dall’avvocato
Maria Anita Pisani, il tribunale
ha riconosciuto una provvisionale di 10 milioni per il danno
morale subito. Dalla vittima Sordo si era fatto dare un interesse
dell’8 per cento mensile a fronte
di una serie di prestiti ammontanti complessivamente a 45 milioni. Ora l’avvocato Pisani avvierà una causa civile, lamentando un danno di 200 milioni.
I giudici hanno confiscato le
somme già sequestrate dalla
Guardia di Finanza, ritenendole
evidentemente frutto dell’attività
illecita. All’imputato sono però
stati restituiti 441 milioni: si tratta di soldi depositati in banca prima della commissione dei reati
contestati in questo processo, di
nessuna attinenza quindi l’attività criminosa posta in essere a
partire dal 1991. L’avvocato Vanni Ceola ricorrerà in appello contro questa sentenza.
Per Sordo si tratta della seconda condanna in pochi giorni.
Mercoledì, in Corte d’appello, il
suo legale era riuscito a spuntare un vantaggioso patteggiamento, che riduceva da nove a 5 anni e 6 mesi la pena per spaccio di
Sylvie Lubamba: sono stata ingenua
«Il Gatto e la Volpe è pulito,
ma io dovevo cautelarmi»
di CONCETTO VECCHIO
cora qualcosa di fisso. E nel frattempo mi do da fare come deejay. Devo mantenermi l’affitto
dell’appartamento di Firenze, il
cellulare, i viaggi per fare i vari
provini a Roma e Milano. Non
sono ancora né Alessia Merz né
Francesca Neri, per citare due
artiste trentine già affermate.
Quella parte nella fiction
per la Rai è poi saltata a causa dell’arresto?
Eh sì. Il giorno che avrei dovuto presentarmi a Cinecittà sta-
vo invece in carcere. Ero terrorizzata dall’idea di avere perso
tutto, che tutti i miei sforzi, compreso il corso di dizione, venissero vanificati da questa disavventura. Invece il mondo dello
spettacolo non mi ha esclusa.
Probabilmente chi sapeva ha fatto finta di niente.
E’ stata da Cucuzza.
Non solo. Anche da Prima, su
Rai Uno, la trasmissione di Simonetta Martone, dove ho intervistato Gianni Ippoliti, io e lui
siamo amici. Poi da Forum, dove si discuteva degli schiaffi dati ad un mio allievo di danza afrocubana che mi aveva fatto una
proposta indecente, suscitando
le ire della moglie che poi lo ha
abbandonato...
Ha preso a schiaffi un pretendente?
No, cosa ha capito? È solo una
fiction. Quelli di Forum sono falsi processi. Abbiamo semplicemente recitato la scenetta. Serviva per illustrare il caso del marito che denuncia la moglie di
abbandono del tetto coniugale.
E per il futuro cosa sogna?
Una trasmissione tutta sua?
Non esageriamo. Mi accontenterei di affiancare un bravo
presentatore, magari in una trasmissione di calcio, l’ho già fatto con Maurizio Mosca.
A proposito, che ci faceva a
New York?
Quello è il compenso pagatomi dall’onorevole siciliano di An,
Nino Strano, per il quale avevo
fatto da testimonial sui manifesti elettorali. Una ragazza bianca e una nera, per dimostrare
che An non è razzista.
eroina. I giudici lo avevano assolto dall’accusa di avere venduto
parte dei 40 chili di droga appartenuti allo spacciatore turco
Mehmet Cantas. Secondo i giudici di secondo grado non era stata raggiunta la prova, dopo che il
perito aveva escluso che la medesima droga a sei anni di distanza dalla consegna potesse essere ancora utilizzabile. Sordo ha
poi patteggiato la pena per tutti
gli altri episodi di spaccio.
Egli ha inoltre rinunciato ad
impugnare la confisca del tesoro
di 750 milioni che gli era stato sequestrato nel corso dell’inchiesta nel 1997. Ora queste somme
verranno intascate dallo Stato in
un colpo solo.
in Breve
Accoltellatore
espulso
Sarà espulso l’albanese
Nardi Petrocosta, 22 anni,
che a giugno aveva accoltellato un giovane trentino
davanti alla discoteca Ambaradan di San Cristoforo.
Lo ha stabilito il Tar. Petrocosta aveva sostenuto di
non poter abbandonare il
paese perché ciò avrebbe significato dividersi dalla famiglia. L’espulsione era stata disposta dopo la condanna a due anni di carcere.
«I banditi
sono loro»
Il riconoscimento dell’imprenditore Franco Bianco - «un’eccezionale e fortunatissima casualità» - che in
una concessionaria della
città incontrò casualmente
i due macedoni che lo avevano rapinato qualche giorno prima, ha permesso alla
magistratura di chiarire il caso della rapina di Romagnano, dove i malviventi erano
penetrati nella casa nottetempo, tenendo in scacco la
famiglia Bianco e portandosi via numerosi monili. Lo affermano in sentenza i giudici che condannarono a cinque anni di carcere i due imputati, Kamil Kurtis, 37 anni, e Ramce Sejdi, 42 anni.
T0021219
Pronto, signorina Lubamba?
«Sì, chi parla?»
È l’Adige.
«Ah, sono appena rientrata da
New York, può richiamarmi più
tardi?»
Sylvie Lubamba, 28 anni da
compiere il prossimo 29 febbraio, è la Venere nera finita nell’inchiesta del pm Ognibene sul
night club «Il gatto e la volpe».
Mercoledì (sciopero dei penalisti permettendo) si terrà l’udienza preliminare davanti al
gup Carlo Ancona. Accusa: associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. La Lubamba - dice la
Procura - aveva l’incarico di mettere il cliente in contatto con la
ballerina indicandogli il camerino dove poi si svolgeva il petting.
Preoccupata?
Del processo non vorrei parlare. Posso solo dire che il mio
arresto è stato assurdo. Cosa
c’entro io con lo sfruttamento
della prostituzione? Stavo alla
consolle a mettere i dischi, separata dalla zona dei privé da
un reparto divisorio. Talvolta i
clienti mi chiedevano delle informazioni sulle ragazze, del tipo
«come si chiama quella biondina?», ed io allora rispondevo. Basta, non dicevo altro.
Col senno di poi nessuna recriminazione?
Forse sono stata un po’ incosciente. Tutti i locali di lap dance sono a rischio, magari avrei
dovuto informarmi un po’ meglio sui rischi che correvo. Poi
ho scoperto che ne hanno chiusi tanti, non solo in Trentino, ma
anche in Veneto, nel Bresciano...forse avrei dovuto cautelarmi meglio.
Ma un ex aspirante Miss Italia come finisce a Lavis?
Cosa vuole, il proprietario Azzolini cercava una nera che parlava il fiorentino e mi ha contattata tramite un amico. Sono
ancora convinto che si tratti di
un locale pulito.
Fa tanta televisione, non le
basta?
Sì, ma sono ancora nella fase
della gavetta, devo cercarmi an-
Sylvie Lubamba mercoledì sarà
processata per gli incontri a luci
rosse al «Il Gatto e la Volpe»
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