MODELLAZIONE FISICA 1g DI FONDAZIONI A
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MODELLAZIONE FISICA 1g DI FONDAZIONI A
MODELLAZIONE FISICA 1g DI FONDAZIONI A CASSONE SOGGETTE A CARICO CICLICO Aligi Foglia, Lars Bo Ibsen Aalborg University [email protected], [email protected] Guido Gottardi, Laura Govoni Universitá di Bologna [email protected],[email protected] Sommario In vista degli obiettivi energetici fissati dell’Unione Europea, lo studio di fondazioni per generatori di energia eolica offshore ricopre oggi un ruolo di fondamentale importanza. Le fondazioni a cassone, i.e. fondazioni superficiali approfondite, hanno il potenziale di limitare i costi di installazione e quindi giovare allo sviluppo di tali opere. Le fondazioni a cassone sono state impiegate per decenni a supporto di piattaforme offshore, tuttavia, le condizioni di carico sulle fondazioni per turbine eoliche cambiano radicalmente e un’ottimizzazione della progettazione risulta essere di vitale importanza. In questo contributo é descritto un modello fisico in piccola scala a gravitá normale attinente alla modellazione di fondazioni a cassone sottoposte a carico ciclico laterale. Alcuni dati sperimentali di interesse sono esaminati ed interpretati tramite un modello empirico esistente. Infine, é riportata una discussione sulle future prospettive di ricerca. 1. Introduzione Secondo una direttiva del Parlamento Europeo (2009), entro il 2020, il 20% del totale consumo energetico dovrà essere approvigionato con fonti rinnovabili. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, lo sviluppo di campi eolici offshore é oggi determinante. Gli impianti offshore di energia eolica sono caratterizzati da un alto costo di investimento iniziale che viene recuperato solo nel lungo periodo con la produzione di energia pulita. Alla luce di ció, l’ottimizzazione economica durante tutte le fasi di messa in opera risulta essere di vitale importanza. Una percentuale consistente del costo di impianti eolici offshore (fino al 30%) riguarda l’assemblamento e la messa in opera delle strutture di fondazione. Le fondazioni piú comunemente utilizzate sono monopali e fondazioni a gravitá. Le fondazioni a cassone (suction bucket, suction caisson) sono delle fondazioni superficiali approfondite che potrebbero risultare economiche in termini di costi di produzione e tempistiche di posa in opera. Le fondazioni a cassone sono cilindri cavi di acciaio sigillati nella parte superiore (vedi Figura 1) che vengono installate tramite suzione. Queste strutture sono state utilizzate sin dagli anni ’80 come ancore per strutture galleggianti o come fondazioni superficiali per piattaforme petrolifere offshore (Tjelta, 1995). Tuttavia, rispetto a queste ultime, le turbine eoliche offshore presentano un carico verticale notevolmente piú contenuto e, conseguentemente, richiedono criteri di progettazioni adeguati. L’universitá di Aalborg, Danimarca, ha una lunga tradizione sulle fondazioni a cassone; esperimenti fisici in varie scale e successive modellazioni numeriche sono state eseguiti nel corso degli anni col fine di ottimizzare la progettazione. Un prototipo in vera grandezza, mostrato in Figura 1, avente diametro, D = 16 m, approfondimento, d = 14 m, e spessore dell’approfondimento, t = 30 mm, é stato installato nel settore britannico del Mare del Nord nel gennaio del 2013. In Figura 1 sono mostrate inoltre: una rappresentazione schematica delle turbine eoliche offshore, un’immaine digitale di una fondazione a cassone e due foto relative al campo di prova in larga scala di Frederikshavn, in Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2013- IARG 2013 Perugia, 16-18 settembre 2013 a) b) d) c) f) e) Figura 1. a) Rappresentazione schematica di una turbina eolica offshore, b) Rappresentazione digitale di una fondazione a cassone, c) Foto del campo prove di Frederikshavn, prova di installazione, d) Modello in piccola scala di fondazione a cassone, e) Installazione di prototipo a Frederikshavn, f) Fondazione in scala reale installata nel Mare del Nord. Danimarca. I carichi che si incontrano in condizioni offshore sono prevalentemente, vento, onde e correnti sottomarine. Il moto ondoso, esplicando un carico ciclico sulla fondazione, potrebbe causare un accumularsi degli spostamenti con conseguente variazione della dinamica del sistema e malfunzionamento del generatore energetico. Il comportamento di fondazioni superficiali offshore sottoposte a carico ciclico in condizione di tempesta é modellabile col metodo proposto da Andersen (2009). La risposta a lungo termine in condizioni di carico di servizio é stata ultimamente oggetto di interesse (Achmus et al., 2009) ma necessita ulteriori investigazioni. Parte della campagna sperimentale intrapresa dall’Universitá di Aalborg ha come fine la modellazione fisica di fondazioni a cassone sottoposte a carico ciclico laterale. In questo manoscritto é descritto un modello fisico in scala ridotta (1:50) a gravitá normale (1g). Alcune macro-osservazioni sulla risposta della fondazione sono riportate ed, inoltre, alcuni risultati sperimentali sono interpretati con un modello empirico. Enfasi é data infine alle principali prospettive di ricerca future. 2. Modello fisico L’attrezzatura utilizzata é mostrata in Figura 2. Essa consiste in un contenitore di terreno (1600 x 1600 x 1150 mm), ed un telaio di acciaio atto ad assorbire la controspinta durante tutte le fasi sperimentali. Il sistema di carico é costituito da puleggie, cavi, motore elettrico e trave incernierata, congegnati in maniera tale da applicare carichi laterali ciclici sinusoidali alla fondazioni. La ciclicitá della sollecitazione é resa possibile grazie al motore elettrico ad asse verticale che mette in oscillazione la trave incernierata. Le fondazioni utilizzate sono fondazioni a cassone D = 300 mm, t = 2 mm e rapporto di approfondimento d / D = 0.25, 0.5, 0.75 e 1. Una simile attrezzatura sperimentale fu per la prima volta utilizzato da LeBlanc et al. (2010). La sabbia utilizzata é Aalborg University Sand no. 1, una sabbia silicea di origine svedese con le seguenti caratteristiche: d50 = 0.14 mm, CU = 1.78, ds = 2.64, emax = 0.86 e emin = 0.55. Il provino é saturo e densamente compattato; l’uniformitá viene testata con una prova penetrometrica in piccola scala su tre punti del provino. Il sistema di riferimento rappresentante le componenti di sollecitazione e spostamento é quello proposto da Butterfield et al. (1997), mostrato in Figura 3. Le prove cicliche sono a controllo di carico; la sollecitazione applicata alla fondazione é definita per mezzo di due rapporti, ζb = MR / Mmax, e ζc = Mmin / Mmax, visualmente rappresentati in Figura 3. In termini pratici, i due rapporti che controllano il carico ζb e ζc possono essere variati aggiustando le diverse sedi di carico con delle masse di peso noto. Foglia et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2013- IARG 2013 Perugia, 16-18 settembre 2013 a) b) Figura 2. a) sezione schematica dell’attrezzatura di laboratorio; b) fotografia dell’attrezzatura. a) b) Figura 3. a) sistema di riferimento; b) possibili configurazioni di carico La fondazione é installata all’interno del terreno a spinta tramite un martinetto elettrico a controllo di spostamento. L’avanzamento avviene a velocitá contenuta (0.08 mm/s) in modo da non sviluppare alcuna sovrapressione dell’acqua. L’infissione del cassone é monitorata con un trasduttore di spostamento ed una cella di carico misuranti la profonditá e la forza di installazione. A titolo esemplificativo, una curva di installazione é visualizzata in Figura 4. Sulla curva é di interesse notare le tre fasi d’installazione: l’avanzamento dell’approfondimento, AB, il precarico applicato successivamente al pieno contatto tra terreno e fondazione, BC, e lo scarico CD. I punti sperimentali sono fittati con due curve teoriche di installazione, una lineare ed una non lineare. Ad installazione ultimata una configurazione il carico ciclico laterale viene applicato con periodo T = 10 s e per un numero di cicli che va da 10000 a 50000. Prove a carico laterale quasi-statico sulla stessa fondazione furono eseguite a priori e sono utilizzate per ottenere il carico ultimo sulla fondazione, MR. Queste ultime prove sono eseguite a controllo di spostamento. Nelle prove a carico orizzontale, tramite un sistema di sei trasduttori, é possibile misurare la rototraslazione della fondazione rispetto al sistema di riferimento, la forza orizzontale applicata ad ogni istante e la pressione dell’acqua sviluppata al di sotto della fondazione. Durante la fase di carico orizzontale la fondazione é sollecitata su un piano da una forza verticale costante, V, dato dal peso proprio e dalla attrezzatura sovrastante la fondazione, una forza orizzontale ciclica, H, e un momento ciclico M. Il rapporto tra M e H é tenuto costante durante il test e puó essere aggiustato per modellare diverse altezze di carico laterale in un intervallo che va da 0.3 a 2.5 m. Foglia et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2013- IARG 2013 Perugia, 16-18 settembre 2013 −0.1 Profonditá di installazione normalizzata h/d [−] 0 b) Curva sperimentale Teoria non lineare φ=32.9 Teoria lineare φ=32.9 A 0.1 200 0.2 Momento ribaltante, M [Nm] a) 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 150 Test monotonici Test ciclico Primi cicli 100 Test post−ciclico 50 0.8 Ultimi cicli 0 0.9 B D −10 0 10 C 20 30 40 50 60 70 80 Forza di installazione normalizzata V/(d3 γ ) [−] 90 100 −50 −0.5 0 0.5 1 Rotazione, θ [deg] 1.5 2 Figura 4. a) curva di installazione raffrontata con due curve teoriche; b) Fasi sperimentali di test monotonici e ciclici (Foglia et al, 2014). b) a) ζb=0.25 Punti sperimentali Espressione di Zhu et al. 2013 1.6 ζ =0.58 b 0.2 ζ =0.76 1.4 b 1.2 0.15 1 Tc Ratcheting calcolato ogni 10 cicli, [deg] 1.8 0.1 0.8 0.6 0.05 0.4 0.2 0 0 100 200 300 400 500 600 Numero di cicli, N 700 800 900 1000 0 −1 −0.8 −0.6 −0.4 ζ −0.2 0 0.2 0.4 c Figura 5. a) ratcheting riferito alla rotazione ogni 10 cicli; b) andamento del parametro Tc in funzione di ζc (Foglia et al. 2014) Al termine della prova ciclica, la fondazione é portata a rottura con una prova quasi-statica post-ciclica (a partire quindi da spostamenti plastici accumulati durante la prova ciclica). Le tre tipologie di prove sono mostrate sullo stesso grafico in Figura 4. E´ rilevante notare che tanto in scala ridotta quanto in grandezza naturale il rapporto di V / Vmax della fondazione é prossimo allo 0. 3. Osservazioni sui risultati sperimentali Gli obbiettivi della sperimentazione fisica sono principalmente due: capire come si accumulano le tre componenti di spostamento e come la rigidezza rotazionale possa variare con il numero di cicli. Il modello 1g, essendo affetto da inevitabili effetti scala, non é in grado di fornire risultati quantitativi immediatamente estrapolabili alla vera grandezza. Tuttavia, esso è senz’altro in grado di evidenziare le modalità di comportamento del sistema terreno-fondazione. Si noti come, per le turbine eoliche offshore, la componente rotazionale di spostamento assume un ruolo di particolare rilievo: i relativi standard di progettazione impongono infatti di non superare 0.5⁰. I dati qui riportati sono estratti da Foglia et al. (2014), contenente un rapporto più dettagliato di circa Foglia et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2013- IARG 2013 Perugia, 16-18 settembre 2013 un anno di sperimentazione fisica. Per tutte le prove con ζb ≤ 0.66 la rotazione del primo ciclo si sovrappone esattamente alla curva monotonica. Poiché il relativo trasduttore di pressione non ha registrato alcuna sovrapressione durante gli esperimenti, è ragionevole ipotizzare che tali prove siano state eseguite in condizione totalmente drenate. Di interesse é anche il risultato riguardante il ratcheting rotazionale che, per qualunque valore del rapporto di carico ciclico (ζb), raggiunge asintoticamente 0, come mostrato in Figura 5. Utilizzando una simile attrezzatura sperimentale su pali rigidi, LeBlanc et al. (2010) propongono una espressione empirica per interpretare la rotazione accumulata ad un dato numero di cicli N. L’espressione é descritta da due parametri, Tc(ζc) e Tb(ζb) che possono essere estrapolati sperimentalmente. Varie configurazioni di carico sono state testate sul cassone d / D = 1. Utilizzando poi il modello empirico proposto da LeBlanc et al. (2010), i dati sono stati interpretati. Dall’analisi, é stato riscontrato un parametro ζc critico, per cui si hanno caratteristiche di spostamento massime a paritá di ζb. In Figura 5, sulla destra, é mostrato l’andamento di Tc(ζc) per test eseguiti a paritá di ζb. E’ possibile notare che un picco si presenta in corrispondenza di ζc ≈ -0.66. Peraltro lo stesso andamento Tc(ζc) é stato trovato da Zhu et al. (2013), con una fondazione a cassone di diversa geometria e su sabbia sciolta. Questo sembrerebbe evidenziare l’esistenza di una asimmetria particolare del carico per la quale si ha maggiore sviluppo di spostamenti. Tale asimmetria critica potrebbe rivelarsi la medesima al variare della geometria della fondazione. 4. Prospettive di ricerca Gli attuali sviluppi della ricerca riguardano sia il completamento della risposta sperimentale del sistema, sia la sua interpretazione analitica tramite macroelemento. Prove aggiuntive verranno svolte su fondazioni con rapporto di approfondimento diverso da 1 col fine di rivelare se e come i parametri empirici sopra riportati siano influenzati dalla geometria della fondazione. L’approccio del macroelemento, nella sua concezione originale, permetteva di stabilire la relazione tra forze e spostamenti di una fondazione superficiale sottoposta a condizioni generali di carico monotonico; una modellazione costitutiva avanzata e riguardante l’effetto dei carichi ciclici è stata già incorporata con successo (di Prisco et al., 2003). Si ritiene che l’analisi complessiva dei dati sperimentali di elevata qualità ed affidabilità ottenuti con la presente indagine potranno consentire di validare ulteriormente i modelli interpretativi proposti e di investigarne i relativi parametri. Un aspetto critico, ma di importanza cruciale, è rappresentato dall’ubicazione più idonea - per la fondazione in oggetto - dell’origine del sistema di riferimento delle componenti di carico e di spostamento, soprattutto con riferimento agli episodi di uplift riscontrati nelle prove su fondazioni a cassone con carico verticale contenuto (V << VMAX). Bibliografia Achmus M., Kuo Y. S., & Abdel-Rahman K. (2009). “Behavior of monopile foundations under cyclic lateral load”. Computers and Geotechnics 36, 725–735. Andersen K. H. (2009). “Bearing capacity under cyclic loading - offshore, along the coast, and on land”. Can. Geotech. J. 46, 513–535. Butterfield R., Houlsby G. T., & Gottardi G. (1997). “Standardized sign convention and notation for generally loaded foundations”. Géotechnique 60, 79–90. di Prisco C., Nova R., Sibilia A. (2003). “Shallow footing under cyclic loading: experimental behaviour and constitutive modelling”. In “Geotechnical analysis of the seismic vulnerability of historical monuments”, Maugeri M. & Nova R. (Eds.), Pàtron, Bologna, pp. 99-122. European Union (2009). “Directive 2009/28/EC”, Official Journal of the European Union, L140/16. Foglia A., Ibsen L. B., Nicolai G., & Andersen L. V. (2014). “Observations on bucket foundations under cyclic loading in dense saturated sand”. International Conference of Physical Modelling in Geotechnics, Perth, Australia. Articolo accettato. Ibsen L. B. (2008). “Implementation of a new foundations concept for offshore wind farm”. Nordic Foglia et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2013- IARG 2013 Perugia, 16-18 settembre 2013 Geotechnical meeting, Sandefjord, Norway. LeBlanc C. B., Byrne B., & Houlsby G. T. (2010). “Response of stiff piles in sand to long-term cyclic lateral loading”. Géotechnique 47, 1051–1054. Tjelta T. I. (1995). “Geotechnical experience from the installation of the europipe jacket with bucket foundations”. Proc. of the 27th Offshore Tecnology Conference, Houston, 897–905. Zhu B., Byrne B., & Houlsby G.T. (2013). “Long-term lateral cyclic response of suction caisson foundations in sand”. Journal of Geotechnical and Geoenvironmental Engineering 139, 73–83. Foglia et al.