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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
L’annuncio di Papa Benedetto XVI
"... e proprio per questo,
sono lieto di annunciare ufficialmente
che all’apostolo Paolo dedicheremo
uno speciale anno giubilare,
dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009
in occasione del bimillenario della sua nascita !"
Siamo quindi riuniti non per riflettere su una storia passata, irrevocabilmente superata. Paolo vuole parlare con noi oggi. Per
questo ho voluto indire questo speciale "Anno Paolino": per
ascoltarlo e per apprendere ora da lui, quale nostro maestro,
«la fede e la verità», in cui sono radicate le ragioni dell’unità tra
i discepoli di Cristo. [..] Ciò che lo motivava nel più profondo,
era l’essere amato da Gesù Cristo e il desiderio di trasmettere
ad altri questo amore. Paolo era un uomo colpito da un grande
amore, e tutto il suo operare e soffrire si spiega solo a partire
da questo centro. I concetti fondanti del suo annuncio si comprendono unicamente in base ad esso.
(Sabato, 28 giugno 2008
Roma, Basilica di San Paolo fuori le Mura)
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PRIMA PARTE
Da Tarso ad Antiochia (passando per Damasco)
SONO
UN TIPO… NIENTE MALE!
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 4
Temi
L’identità.
La conoscenza di sé.
L’adolescenza è l’età in cui maggiormente viene affrontato il tema della definizione della propria identità. L’adolescente, infatti, comincia a compiere
in modo sempre più approfondito la riflessione su di sé ed inizia a immaginarsi in una prospettiva non solo attuale, ma anche futura e/o ideale, pensandosi in termini astratti (“vorrei essere…”). Quest’età si caratterizza per
un profondo senso di inadeguatezza e di svalutazione di sé, dovuto, in parte,
alla percezione del divario tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. Ci
si “sente meno” degli altri. La paura rispetto alle proprie possibilità e l’incertezza a livello di identità possono portare ad una sensazione di vuoto,
con il rischio di cercare in esperienze “totalizzanti” l’annullamento o l’affermazione di sé. Si apre la strada all’isolamento (ci sono ragazzi che non
vivono senza il walkman), alla rinuncia a sperimentare, o, al contrario, al superamento di sé fino all’estremo, al limite massimo del rischioso, del proibito, del violento. Spesso, si fatica a trovare la vera immagine di sè perché
si cerca la sorgente dell’identità nella direzione sbagliata. Ci si appoggia sul
proprio io, sulla propria capacità di imporsi, di stupire, di risultare simpatici,
per ritrovarsi arrabbiati con sé stessi, chiusi in un personaggio. Ci si perde
in compagnie di gente “tutta uguale”, che cerca le stesse cose, si diverte allo
stesso modo, segue le stesse mode. I modelli di “persone riuscite” che abbiamo di fronte non sono rapportabili alla nostra esperienza: si presentano
come perfetti, sublimi, il “massimo” della vita intesa come apparenza e superficialità. Ci si trova così uniformati, invece, di scoprire e valorizzare la
propria originalità. In questa fase è importante aiutare i ragazzi ad acquisire
fiducia in sé stessi senza rinunce o esaltazioni. Quando si impara a guardarsi
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con realismo, stima e fiducia, si liberano nuove energie, si fanno respirare i
desideri, ci si protende in avanti, inventando percorsi nuovi. Ognuno di noi
è unico e irripetibile: ognuno è originale. Anche quando è ben fatta un’imitazione è sempre inferiore all’originale: gli manca la naturalezza, il valore
che è proprio di ciò che è sé stesso. Chi, potendo scegliere, tra l’originale
e la copia, sceglie la copia? Ciò che ciascuno è nel profondo, è ciò che gli
altri veramente si aspettano da lui, perché è ciò che nessun altro potrà
dare loro! Un’altra caratteristica di quest’età è l’approccio globale ai vissuti.
È un momento in cui i ragazzi tendono, per esempio, a considerare un insuccesso scolastico come la bocciatura di tutta la loro persona, senza riuscire a distinguere i vari aspetti di sé e della propria realtà. Per questo
l’animatore deve far sperimentare ai ragazzi la loro positività e il loro valore nonostante i limiti e gli insuccessi che la vita può portare. Gesù Cristo ci ha fatto scoprire il senso autentico della nostra identità, ovvero quello
di essere figli di Dio, non schiavi che hanno paura, ma figli, persone libere,
che possono vivere nella gioia e nella pace con sé stessi, con gli altri e con
Dio. Il compimento della nostra umanità si realizza unicamente nella scoperta e nell’accoglienza di questo dono.
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- esprimere le loro difficoltà e il loro desiderio di conoscenza di sé;
- individuare i loro modelli di riferimento;
- approfondire il ruolo dell’altro e di Gesù nella loro vita;
- aprirsi a modelli veri di riferimento per la conoscenza e l’accettazione di sé.
ASCOLTARE LA VITA
Esprimere le loro difficoltà e il loro desiderio di conoscenza di sé.
Individuare i loro modelli di riferimento.
Attività: il flusso del nome.
Su un foglio di carta i ragazzi scrivono il proprio nome da cui fanno partire
otto frecce. Ad ogni freccia ciascun ragazzo scrive una parola riferita a sé
stesso (ad es. carattere, hobby, occupazioni, interessi…).Al termine del la3
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voro si ritirano i vari fogli e si ridistribuiscono in modo causale. A questo
punto ognuno dovrà, in base alle informazioni avute dal foglio, fare un disegno. Nel momento della verifica ciascuno spiegherà il suo disegno ed
eventualmente segnalerà le cose che maggiormente lo hanno colpito del foglio che ha in mano.
Per approfondire l’obiettivo: esprimere le difficoltà e il desiderio di conoscenza di sé, aprire il dialogo e il confronto con le domande che seguono:
3 È stato facile descriversi?
3 Chi ti ha rappresentato ti ha visto come ti sei descritto
oppure ha rappresentato un’immagine diversa di te?
3 Come ti sei sentito? Cosa ti ha fatto piacere? Cosa non hai gradito?
Che cosa ha detto di te che non conoscevi o conoscevi poco?
3 Nella ricerca della conoscenza di te, hai sentito il bisogno
di ricorrere a Dio?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: allo zoo.
L’attività pone l’accento oltre che sulle difficoltà e il desiderio di conoscenza di sé, anche sui modelli di riferimento.
Entriamo nello zoo, con curiosità ci guardiamo attorno, osserviamo e vediamo che ci sono tante specie di animali che si comportano in modo diverso.
Si consegna ad ogni adolescente la scheda allegata, invitandolo a scegliere
l’animale che più lo descrive.
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C’è la lepre:
Fugge per difendersi. È curiosa, fugge anche senza aver verificato se
ci sia un pericolo.
C’è il pavone:
Non passa di certo inosservato con la sua imponente ruota, sembra
riconoscere la sua dignità!
C’è la talpa:
Fa tutto di nascosto. Ama infossarsi. È cieca!
C’è la tigre:
Vive sempre in agguato.
C’è… un altro animale a cui senti di assomigliare? Perché?
Aprire il dialogo e il confronto con le domande che seguono:
3 In tutti si fa sentire l’interrogativo: “Chi sono io?”,
tu che risposta ti sei dato?
3 Cosa significa essere grande?
3 Cosa ti fa più paura della tua età?
3 C’è un modello di persona a cui vorresti assomigliare, perché?
3 Riconosci in te alcuni tratti dell’ animale scelto?
Quali puoi modificare? Come?
3 Cosa vorresti cambiare di te?
3 Nella ricerca della conoscenza di te, hai sentito il bisogno
di ricorrere a Dio?
3 Secondo te, cosa dà sicurezza interiore ad un giovane?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi a semicerchio, collocare su un ripiano o per terra dei poster con
delle immagini di personaggi ritenuti modelli di riferimento per gli adolescenti. Sui poster mettere dei lumini a forma di punto interrogativo. Canto,
breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
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Preghiera corale
Signore, donaci di comprendere
la verità della nostra vita.
Tu, la cui umanità ha conosciuto
l’entusiasmo e la sconfitta
la gioia e la tristezza,
insegnaci a comprendere
quanto è difficile sapere chi siamo.
Aiutaci a conoscerci
come siamo conosciuti da te.
Non permettere che camminiamo ad occhi chiusi,
come in un sogno,
senza renderci conto di chi siamo e dove andiamo.
Aiutaci a riconoscere
i condizionamenti interni ed esterni
che premono su di noi
Facci comprendere che la nostra libertà
è fragile, debole, insidiata.
Fa’ che impariamo a conoscerci nel fondo di noi stessi
e, in esso, trovare te che scruti e conosci il nostro cuore.
(Carlo Maria Martini)
Lasciare un attimo di silenzio, ogni adolescente ripete un’espressione della
preghiera o un’invocazione libera ed accende un lume.
Concludere con il Padre nostro… tenendosi per mano.
ASCOLTARE LA PAROLA
Approfondire il ruolo dell’altro e di Gesù nella loro vita.
Dal Vangelo secondo Luca (Luca 10,38-42)
Mentre erano in cammino, [Gesù] entrò in un villaggio e una donna, di
nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella di nome Maria,
la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era
tutta presa dai molti servizi. Pertanto fattasi avanti, disse: “Signore, non ti
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curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti?”.
Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,
ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore,
che non le sarà tolta.
3 Leggere il testo.
3 Divisi in tre gruppetti gli adolescenti cercano di esprimere i sentimenti
e le azioni dei tre personaggi. Ad ogni gruppetto è affidato un personaggio
e due grandi frecce (come da disegno) sulle quale scriveranno i sentimenti
provati dal loro personaggio nei confronti degli altri due del brano evangelico.
3 Sempre divisi in gruppetti gli adolescenti cercheranno di attualizzare il
brano (si tratta di drammatizzare una situazione simile per i giorni nostri).
Ogni gruppetto evidenzia la figura del personaggio approfondito.
3 Nel grande gruppo ogni gruppetto fa la sua drammatizzazione e condivide i sentimenti dei personaggi. Il tutto può essere applicato su un cartellone dove sono scritti i nomi dei tre personaggi, in modo da formare un
grafico a cerchio.
3 Breve commento da parte dell’animatore dove verrà evidenziato il diverso modo di realizzarsi di Marta e di Maria: la differenza è data dall’accoglienza vera dentro di sé di Gesù.
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3 Dare agli adolescenti due post-it di colore diverso e invitare a completarli. Su uno ci sarà scritto “Sono come Marta quando...” sull’altro “Sono
come Maria quando...”. Ognuno poi li attaccherà vicino al personaggio di riferimento.
3 Conclusione da parte dell’animatore: l’altro è il criterio di riferimento che
consente e favorisce la mia realizzazione personale; senza di esso corro il rischio
di realizzarmi in maniera “impazzita”, illudendomi di essermi realizzato per davvero… Accogliere Gesù è fargli spazio nella propria vita, consentendogli di essere “maestro autorevole ed efficace”. È scegliere “la parte migliore”…
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
Sms for you
“Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di
Cristo Gesù”. (Fil 3,8)
“Ciò che rende grande l’essere umano è l’impronta di Dio che egli porta
in sé”. (Giovanni Paolo II)
Preghiera
Disporsi a semicerchio, porre su un ripiano un’icona di Gesù, un cero acceso e un cestino.Tenere pronti dei foglietti e delle penne. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Preghiera corale
Chiamaci, Signore,
fa’ che ogni giorno
siamo disposti a camminare con te;
a consegnarti
tutto quello che non vorremmo essere,
tutto quello che realmente siamo,
sappiamo e possediamo.
Accresci in noi l’entusiasmo sincero
d’incontrarci con te
e tra noi,
di seguirti sempre più da vicino
accogliendo in pienezza
l’ uomo nuovo che ci proponi. Amen.
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(A M.. Canopi)
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Lasciare un breve spazio di silenzio in cui ogni adolescente può scrivere di
sè ciò che vuole consegnare al Signore e lo depone nel cestino accanto all’icona. Si può accopagnare il gesto con del sotto usicale.
Concludere con il canto: “Resta accanto a me” o altro.
DALLA PAROLA ALLA VITA
Aprirsi a modelli veri di riferimento per la conoscenza e l’accettazione di sé.
Attività
Con il Vangelo di Marta e Maria abbiamo scoperto che “scegliere la parte
migliore” significa porsi in ascolto della Parola di Gesù e accogliere in noi
quello che è essenziale per la nostra vita.
Gesù ha chiamato più volte i suoi discepoli a seguirlo, a farlo in modo più
o meno radicale, ma ha sempre chiesto una risposta pronta e la disponibilità a fidarsi di Lui e della Sua parola.
Lo scopo di questa terza parte è far lavorare gli adolescenti su percorsi che
sviluppino la loro capacità critica, proponendo forti figure di riferimento.
Se si volesse lavorare su modelli carismatici e allo stesso tempo vicini ai ragazzi, la figura di Edith Stein (brillante filosofa ebrea che si converte al cattolicesimo e diventa suora di clausura) può essere un esempio del coraggio
di cambiare vita e fare dei progetti radicali, anche considerando gli ostacoli
che ha incontrato a causa di questa sua scelta.
Vi suggeriamo di proporre ai ragazzi una “storia a bivi” interattiva che abbia
come protagonisti ragazzi della loro età. In diversi punti del racconto dovranno scegliere, o singolarmente o a gruppetti, delle possibilità diverse di
proseguimento della storia. Lo scopo è far capire, giocando, che ogni scelta
porta a determinate conseguenze.
Per la discussione finale
3 In che modo scelgo? A caso o analizzando le diverse possibilità oppure
ancora in base a dei valori? Autonomamente o seguendo il gruppo?
3 C’è u n modello che mi guida nelle mie scelte? Riesco ad aprire i miei
criteri di scelta al modello di vita proposto da Gesù?
A conclusione dell’incontro si potrebbe proporre ai ragazzi di vivere la settimana che li separa dal prossimo incontro all’insegna della sobrietà e del9
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l’essenzialità (nelle scelte, nel modo di vivere le amicizie, nel modo di mangiare, negli acquisti, in famiglia, …) per fare spazio alla ricerca della “parte
migliore”.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi a semicerchio, porre per terra o su un ripiano un tondo giallo
(sole) con attorno dei nastri arrotolati (raggi). L’animatore o un adolescente, accompagnato da un leggero sottofondo musicale, legge il racconto
“La crescita di un cactus”.
La crescita
Volavo leggero, portato dal vento, insieme ad altri numerosi semi in cerca
di una terra buona su cui appoggiarmi per mettere radici. Ho attraversato
mari, incontrato cieli stellati, stormi di uccelli che mi sospingevano a destra
e a sinistra al loro passare.
A un certo punto, m’imbattei in una luce caldissima, avvolgente, che portava
con sé pace e sicurezza e di colpo me ne innamorai. “È il sole”, mi disse un
giorno un vecchio uccello sul quale mi appoggiai per riposarmi durante il
mio viaggio. Da quel momento, il mio vagare prese un significato più pieno,
più appagante: decisi che sarei diventato un bellissimo cactus e avrei offerto al sole il più bel fiore di cactus che si fosse mai visto fino a quel momento. Ero felice ed eccitato all’idea di darmi così da fare, ma anche un po’
spaventato, perché sapevo che avrei dovuto affrontare tante prove, rese
ancora più difficili dalla mia inesperienza. Ero però fermamente convinto
della mia idea. Tutto questo richiedeva tanta attenzione e pazienza, ma per
questo io ero avvantaggiato, rispetto a tanti altri semi, dal mio stesso nome:
cactus, infatti, in arabo, ha la stessa radice della parola “costanza”, sabra.
Misi radici sin dal primo giorno che toccai terra. Giorno dopo giorno, mi
dedicai alla mia crescita, nutrendomi dal terreno, facendomi accarezzare
dal vento. Curai con infinita pazienza il nascere e lo svilupparsi di una folta
corona di spine, apparentemente innocue, ma sufficientemente appuntite da
proteggermi dagli ospiti indesiderati.
Con il giungere dell’estate, già sapevo che molti sarebbero stati i momenti
di siccità. Per questo avevo immagazzinato l’acqua delle piogge invernali,
custodendola gelosamente dentro di me.
Rinfrancato nel corpo e nell’intimo, cominciai a pensare fieramente a creare
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un fiore di rara bellezza da donare al mio amato sole, un fiore unico, come
unica è ogni pianta nel suo genere. Mi preparai a diventare anche fiore, donandomi generosamente e pazientemente in un’opera di creazione, passo
dopo passo in un rituale di gesti, diedi vita a bellissimi petali vellutati, di un
rosa intenso. Formarono un’elegante corolla, che si dischiuse alle prime ore
dell’alba, in un’armonia di profumo e colore, consapevole di mostrarsi nel
pieno splendore del proprio essere.
Subito il sole si accorse di tanta bellezza e mi avvolse con quel calore e
quella luce che solo lui poteva emanare. Una struggente emozione pervase
tutto il mio essere: le prove, le fatiche nel far crescere me stesso, guardando al sole come al traguardo della mia vita avevano all’improvviso svelato il loro senso più autentico in quel lungo abbraccio con cui il sole mi
fece comprendere quanto io fossi una sua preoccupazione, un piccolo
grande essere su cui appoggiare i propri raggi caldi e rassicuranti.
Lasciare un breve spazio di silenzio.
Preghiere libere di ringraziamento o d’intercessione, ad ognuna srotolare
un raggio del sole.
Ogni due o tre invocazioni cantare: “Dio è amore” (o altro):
Dio è amore, osa amare senza timore.
Dio è amore, non temere mai.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della prima unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
Spiderman 3 di Sam Raimi (2007)
[scheda filmica p. 99]
Will Hunting - genio ribelle di Gus Van Sant (1998)
[scheda filmica p.103]
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LIFE’S GOOD
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 8
Temi
Destino o progetto?
Vagabondo, turista o pellegrino?
La strada, il camminare.
Scrive padre Cencini: “Quella del cammino è una della più antiche metafore dell’esistenza umana, tanto è semplice, subito comprensibile, chiara ed evocativa,
vera per tutti e in ogni momento ed età. Cammino vuol dire movimento, novità,
progresso, scoperta, ma anche incertezza, fatica, meta lontana, sudore… Chi
cammina manifesta fiducia e un certo ottimismo, ma soprattutto il camminare
esprime un corretto rapporto con la natura, consente di contemplare il creato con
calma, quasi assaporandolo nei suoi frammenti, senza perderne un dettaglio; ma
è anche segno di un buon rapporto con il tempo, chi cammina prende la vita con
calma, non si lascia dominare dalla frenesia della fretta, preferisce la qualità alla
quantità dei giorni da vivere su questa terra. In realtà il cammino ha senso solo
se si ha un obiettivo, e l’obiettivo è sensato solo se concretamente raggiungibile,
tanto meglio se assieme ad altri, così diventa ancor più accessibile. Oggi sono
molti a negare la possibilità di definire un obiettivo esistenziale e la realtà di una
tensione verso la verità. La vita cessa così d’essere pellegrinaggio verso una meta
precisa, con due conseguenze:
a) la prima è che il pellegrino è sostituito dal vagabondo, colui che detesta essere legato e fissato da qualsivoglia vincolo o legame. E di fatto si guarda bene dall’attaccarsi emotivamente troppo alle persone o dall’impegnarsi eccessivamente
a lottare per certe cause, ma semmai cerca di trarre il massimo vantaggio dal
momento presente, senza differire la gratificazione né imbarcarsi in avventure
troppo impegnative. Ecco perché oggi vanno di moda le appartenenze corte e la
fedeltà è debole, ovvero la relazione è sempre più impoverita e svuotata di senso;
b)la seconda conseguenza è la frammentazione del tempo e la sua riduzione
all’istante presente, in un eterno presente, senza passato né futuro. Il linguaggio
giovanile è sempre declinato al presente.Tutto è visto al presente, ammucchiato
nel qui e ora.
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Il senso del cammino è scritto nel DNA della persona: per realizzare la
propria umanità bisogna camminare verso un obiettivo, essere in tensione
verso una verità riconosciuta, ed essere aiutati a concretizzare questo “andare verso” in un progetto, dentro un tessuto sano di relazioni. Come salvare questo DNA profondo nell’esperienza di un adolescente? Come fargli
intuire la bellezza di vivere come pellegrini? È importante aiutare i ragazzi
a scoprire la loro vocazione, incoraggiandoli gradualmente a interrogarsi sul
senso della vita: “Chi sono?”, “Cosa voglio?”, “Dove vado?”, “Cosa centra il
Signore in tutto questo?”. La vita è la cosa più bella che abbiamo: non si può
appiattirla in un eterno presente al quale sopravvivere! Si fanno programmi,
si verificano, si corregge la rotta… si diventa responsabili, cioè “capaci di rispondere”. Responsabili di fronte a chi: a sé stessi? Alla società? Alla propria famiglia? A Dio? Compito difficile oggi, in un contesto socio-culturale
segnato dalla fragilità, dalla solitudine e dal vuoto. Se ammettiamo di essere
frutto del caso, la vita non è altro che un gioco alla roulette russa, senza
nesso e senza scopo. Se invece poniamo Dio all’origine di questo incontro
di particelle viventi, allora l’esistenza non può che essere una vocazione. La
rivelazione biblica ce ne dà certezza: “In Cristo, Dio ci ha scelti prima che
creasse il mondo, allo scopo che noi fossimo santi e immacolati nell’amore
di fronte a lui” (cf. Ef 1,4). Esistenza è ex-sistentia, uscita di ciascuno di noi
dalla fredda cava del niente per venire alla luce dell’essere: soggetti viventi,
senzienti, intelligenti, volenti, amanti. Creati a immagine di Dio, che è sapienza, libertà e amore. Ogni giorno siamo chiamati a riscoprire e a riscolpire l’immagine di Dio che ci portiamo dentro. Diventare uomini significa
realizzare il compito che il Creatore ha inserito nelle maglie del nostro essere. A Pitagora fu chiesto quale fosse il compito degli uomini. Rispose con
l’espressione nota: “Contemplare il cielo”. L’uomo è fatto per guardare il
cielo, per sollevare il suo sguardo, sopra le fluttuazioni delle cose che passano. Dobbiamo guardare il cielo per ritrovarci, per riempire il mondo di
significato. Non per distrarci dalle lotte della storia, ma per impegnarci di
più al servizio dell’altro uomo. Sì, perché diventiamo sempre più immagine
di Dio nella misura in cui aiutiamo gli altri a riscoprire e a riscolpire in sé
l’immagine di Dio. Questo significa aiutare l’uomo a farsi più uomo, sia a livello della vita del corpo (impegno politico per sconfiggere fame, malattie,
disagi, soprusi, guerre), sia a livello della vita dello spirito (promozione della
cultura, della fede, costruzione della civiltà dell’amore).
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Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- riflettere sul significato della vita;
- verificare il loro modo di procedere nella vita (vagabondi, turisti, pellegrini...);
- scoprire che la loro vita è una chiamata;
- cercare la “linea portante” della loro vita, un elemento che trasformi
la loro vita in un “cammino”.
ASCOLTARE LA VITA
Riflettere sul significato della vita.
Verificare il loro modo di procedere nella vita (vagabondi, turisti, pellegrini...).
Attività: confronto con testimonianze.
Dividere gli adolescenti in piccoli gruppi di 3-4 persone. Consegnare a ciascun gruppetto un foglio con alcune testimonianze, scelte tra quelle che
seguono (a discrezione dell’animatore).
Nei gruppi piccoli
3 Leggere le testimonianze e sceglierne una a piacere.
3 Rispondere alle seguenti sollecitazioni:
- Quale stato d’animo/sentimento prova il protagonista
della testimonianza scelta?
- Che senso ha della vita?
Nel gruppo grande
3 Ogni gruppetto riporta, sinteticamente, la testimonianza presa in considerazione, il senso della vita emerso in essa.
3 Scambio di impressioni sulle testimonianze riportate.
3 Condivisione degli aspetti che gli adolescenti sentono più vicini alla
loro esperienza ed alla loro ricerca sul senso della vita.
3 Sintesi di quanto è emerso nella ricerca e nel confronto, avvalersi
anche dei contenuti della parte formativa dell’animatore.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
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Nel suo blog, una ragazza del Sud studentessa universitaria a Milano che si firma
May Parker scrive, riferendosi a un amico conosciuto: “È stato lui a farmi vedere
un’altra faccia di questa città, quella dei giovani sognatori che si impegnano per
ottenere ciò che si vuole, per vivere grazie ai sogni e all’impegno, ma quello serio,
mica ridere ragazzi. Questa è gente che si sbatte veramente. E qui mi scende un
po’ di tristezza.Trovandomi in un periodo di confusione mentale dovuta a sentieri
persi, lasciati, ripercorsi e immaginati, non riesco a non invidiare coloro i quali
hanno un sogno e in tutti i modi provano a realizzarlo. Io che di recente il mio
sogno non so nemmeno quale sia. Vorrei fare la scrittrice, la rockstar, la pittrice.
È il dubbio che mi perseguita da un po’ di tempo a questa parte... «Cosa vuoi fare
del tuo futuro?»”. Le risponde un lettore, un ragazzo come lei che si firma Loz:
“Ogni volta che ti leggo ritrovo le parole che vorrei scrivere io. E mi getti nel magone... cosa voglio fare da grande? Invidio chiunque abbia un progetto, un’idea,
un sogno che persegue. Io vivacchio con l’idea che, forse, dovrei metterci più
grinta, coraggio e voglia. Solo così mi renderò conto se il mio sogno è quello giusto”.
Sono figlia unica. Penserai che sono felice, invece no, non lo sono. Mamma e papà
mi trattano come una bambina. Mia madre non vuole che metta piede in cucina,
perché ha sempre paura che le combini qualche guaio. A volte mi chiudo in camera a leggere, ma dopo qualche tempo mi dicono che sono un parassita. Io mi
secco moltissimo! Mio padre mi chiama “scricciolo” come se avessi cinque anni.
È tempo di smetterla.
(Veronica, 15 anni)
Sono nel mio quindicesimo anno. Mi chiamano “giovanotto”. Io sono un adolescente. Tutto in me è discordanza e combattimento. Ho un cuore da bambino, ma
la voce di un uomo. Sembra che non sappia ancora nulla della vita e si abbassa
la voce per parlare di certi argomenti alla mia presenza. Sono debole e in certi
giorni la mia forza mi stupisce. Darei cinque anni della mia vita, sì, cinque anni
per farla finita con questa odiosa adolescenza. Ancora cinque anni e sarò veramente un uomo. Avrò dei diritti che nessuno oserà prendere in giro. Detesto che
mi si prenda in giro.
(Stefano, 15 anni)
(in alternativa)
Attività: analisi di una canzone.
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LA MIA ISOLA
Forse il destino della gente
è quello di viaggiare sempre
e di non fermarsi mai
ogni giorno andare
in posti sconosciuti
in cui non siamo stati mai
è così che mi sento anch’io
con lo zaino in spalla io
guardo lontano e vado via.
Forse in un porto
con un forte odore di gasolio
indeciso mi fermerò
guarderò il mare studierò il
vento
salirò a bordo poi
di sicuro io salperò
sai come mi sento io
con una mela in tasca io
guardo le stelle e vado via.
Tra le onde di una tempesta
stringerò i denti ma di sicuro
ce la farò
poi solo mare poi sole e sale
la prua a ovest
verso il tramonto navigherò…
verso una terra di ombra
e di sole azzurro e arancione
il cielo che mi aspetta là
vento dolce lino e cotone
voci lontane sere di stelle
le vedo già
ecco come mi sento io
apro gli occhi io
e vedo la mia isola.
Ecco come mi sento io
apro gli occhi io
ecco la mia isola
terra di metri poco quadrati
angoli smussati poco appuntiti
la bacerò l’abbraccerò
terra di tempo poco preciso
poco scandito poco contato
l’abbraccerò la bacerò...
(Luca Carboni in “Le band si sciolgono” - 2006)
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Per dialogare
3 Ascoltare il canto, possibilmente con il testo in mano.
3 Condividere l’espressione che è piaciuta di più e perché.
3 Con l’aiuto della traccia che segue, approfondire alcune espressioni
della canzone.
“Forse il destino della gente è quello di viaggiare sempre e di non
fermarsi mai”: la metafora della vita come viaggio ritorna spesso nelle
canzoni, e anche Luca Carboni se n’è lasciato suggestionare. È vero, la vita
è un viaggio nel tempo, ma in una duplice dimensione: tempo cronologico/biologico (gli anni che passano, l’invecchiamento…) e tempo kairologico/eterno (tempo della manifestazione di Dio, fino all’incontro finale con
lui). Noi abbiamo un po’ smarrito la seconda dimensione, ricurvi in un orizzonte puramente terreno, incapaci di andare al di là del sensibile, di ciò che
si vede.
“Ogni giorno andare in posti sconosciuti in cui non siamo stati
mai”: il desiderio di conoscere, esplorare nuove realtà, di fare nuove esperienze è la molla che ci spinge ad andare “oltre”, ed è la spia che ci dice che
stiamo crescendo. Solo quando siamo capaci di uscire da noi stessi per
aprirci alla novità degli altri, dell’Altro, diventiamo veramente adulti e sviluppiamo pienamente la nostra personalità.
“È così che mi sento anch’io con lo zaino in spalla io guardo lontano e vado via”: è un’immagine che descrive bene la nostra realtà di
viandanti e pellegrini. Quante volte la vita ci chiede di rompere vecchi legami, di lasciare le nostre sicurezze per ripartire verso una nuova mèta
puntando solo all’essenziale, a ciò che ci serve veramente!
“Salirò a bordo poi di sicuro io salperò”: è importante decidersi a
partire e non farsi bloccare dalla paura, mettersi nuovamente in gioco e
imparare a rischiare, prendere con coraggio il largo. È la vita che ce lo
chiede!
“Tra le onde di una tempesta stringerò i denti ma di sicuro ce la
farò”: le prove e le difficoltà non mancheranno e ci toccherà a volte stringere
i denti, remare controcorrente; ma è importante credere che, nonostante tutto,
ce la faremo a realizzare i nostri sogni, a raggiungere la nostra mèta!
“Verso una terra di ombra e di sole azzurro e arancione il cielo
che mi aspetta là”: il desiderio di un luogo di pace, di una vita migliore,
di un cielo pulito ci spinge a partire e a compiere il viaggio verso la nostra
isola felice.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
“Terra di tempo poco preciso poco scandito poco contato …apro
gli occhi io e vedo la mia isola”: spesso il ritmo frenetico della vita quotidiana, il lavoro, la scuola, la gente, lo stress, sembra insostenibile. Il primo
pensiero è una splendida vacanza su un’isola deserta, lontano da tutto e da
tutti. Un luogo sconosciuto, un posto magico dove vivere tranquilli, in pace
con se stessi e con tutto il resto. L’isola è vista come luogo di rifugio e pace
perché offre la possibilità di allontanarsi dalla solita vita e dai troppi impegni. Ma l’isola non è solo una mèta “fuori di noi”, un luogo da raggiungere. È
anche metafora del viaggio interiore che ognuno deve fare. È suggestivo a riguardo Il racconto dell’isola sconosciuta (1997), di Josè Saramago in cui si
dice che “ogni uomo è un’isola”, un universo a sé. Non è affatto scontato che
ogni uomo conosca bene la sua isola e sappia come far regnare in essa l’equilibrio: solo pochi lo cercano “lasciando la tranquillità, abbandonando le grandi
navi da crociera per imbarcarsi in caravelle alla ricerca dell’ignoto”. Saramago parla della necessità di un viaggio che ci porti lontano da noi stessi e
ci permetta, così, di osservarci e conoscerci meglio. Un viaggio spirituale
verso una maggiore conoscenza del nostro essere. È simbolica anche l’affermazione del protagonista: “è impossibile che non ci sia un’isola sconosciuta”, per dire che alla conoscenza non c’è limite e lo slancio dell’uomo
verso di essa non è mai vano. È impossibile che non esistano isole sconosciute, perché una parte dell’essenza delle cose sembra voler rimanere celata; per quanto l’uomo possa continuare ad imparare, ci saranno sempre
nuovi misteri e zone nascoste ad attirarlo. Il racconto è un invito a non limitarsi a guardare solo all’apparenza, ma ad andare oltre.
Per riflettere
3 La tua vita è un viaggio: come la vivi?
3 Verso dove cammini? Qual è la tua isola felice?
3 Credi che anche dentro di te ci sono “zone d’ombra” che non conosci?
3 A che punto è il tuo viaggio verso la tua “isola sconosciuta”?
3 È possibile un approdo?
Per la sintesi si possono si possono utilizzare i contenuti del sussidio per
animatori.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: la metafora.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
a) L’animatore spiega che cos’è una metafora. Se per esempio noi vogliamo
esprimere che qualcuno è molto amato e stimato, lo diciamo con la metafora “il gallo nel pollaio”. Una metafora è un paragone abbreviato. Successivamente l’animatore scrive il tema su un cartellone in modo che sia visibile
a tutti. Il tema deve essere formulato in modo personale: “La vita per me è
come…”. L’animatore stesso svolge l’esercizio. Ognuno deve avere la possibilità di riflettere per circa 10 minuti su ciò che gli viene in mente intorno al
tema senza essere influenzato dagli altri. Egli scrive in modo anonimo uno o
più paragoni su un foglio.
b)Tutte le metafore devono essere lette.Affinché tutti i ragazzi possano tranquillamente esaminarle tutte e averle presenti nel discorso che segue, è preferibile scriverle sul cartellone. Prima di scriverle si invitano i partecipanti a
riflettere ed eventualmente annotare la metafora che trovano più interessante e quella invece che gli sembra più estranea.
c) La discussione si incomincia in questo modo: ognuno a turno dice quale
metafora l’ha maggiormente interessato e quale invece non gli è piaciuta. In
un secondo momento l’animatore chiede ai ragazzi se le metafore ascoltate
fanno emergere concezioni o problemi su cui varrebbe la pena discutere.
d) Se c’è tempo si può dare risposta ad alcune domande.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi a semicerchio, sul pavimento tracciare con i sassi una strada, preparare alcune orme. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di
silenzio.
Preghiera
1. Solista La vita è una strada.
Partire.
Da quando si nasce sempre bisogna partire,
uscire dal presente
pendersi verso il futuro.
2. Solista Camminare.
Non ci si può fermare,
l’esistenza prosegue.
L’importante è camminare verso una meta.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
3. Solista La vita invoca una meta,
pena il non senso, il vagabondare, il fallimento.
Il futuro è davanti a noi,
invito a camminare con speranza,
da pellegrino aperto alla comunione
con Dio e con i compagni di viaggio.
Breve pausa di silenzio.
Invocazioni libere, ad ognuna deporre sulla strada un’orma. Ogni due o tre
invocazioni cantare: “Il Signore è la mia forza” o altro:
Il Signore è la mia forza e spero in lui.
Il Signor è il Salvator.
In lui confido, non ho timor,
in lui confido, non ho timor.
ASCOLTARE LA PAROLA
Scoprire che la vita è una chiamata.
Dal Vangelo secondo Luca (Luca 13,6-9, con l’aggiunta di Giovanni 15,16)
Gesù disse questa parabola: “Un tale aveva un fico piantato nella vigna e
venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono
tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo.Taglialo.
Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora
quest’anno, finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se
porterà frutto per l’avvenire; se no lo taglierai. Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga: perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio
nome, ve lo conceda”.
3 Preparare un cartellone su cui è disegnato un grande albero spoglio
(tronco e rami) oppure procurarsi un ramo di albero secco.
3 Invitare gli adolescenti a pensare ad una situazione che hanno vissuto
in cui si sono sentiti secchi, sterili, senza vita, vuoti.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
3 Leggere il brano. Dopo un momento di silenzio far sottolineare e condividere la frase che li colpisce di più dando una spiegazione personale.
3 Invitare a pensare ad una situazione/momento della loro vita in cui si
sono sentiti realizzati, vivi, felici. Questa situazione la scrivono su un cartoncino a forma di frutto (se i frutti sono di diversi tipi il lavoro è più significativo: ognuno porta frutto a suo modo, con le sue particolarità. La
chiamata alla vita porta ognuno a dare frutti diversi).
3 Breve commento dell’animatore: al seguito di Gesù si scopre che la vita è
dono, e perciò stesso impegno che responsabilizza. I frutti – dei quali parla il
vangelo – danno chiara l’idea che la vera realizzazione personale non sta nel
vivere per se stessi ma nel “fare qualcosa di bello per Dio”. (Madre Teresa)
3 Far notare anche la pazienza di Dio nei nostri confronti: attende i nostri frutti.
3 Si lancia questa provocazione-sintesi agli adolescenti: “Per portare
frutto dovremmo...”, le cui risposte possono essere scritte sullo sfondo
dell’albero.
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
Sms for you
“Chi sei, o Signore?”.“Io sono Gesù che tu perseguiti”. (At 9,4-5)
“Scioglietevi” davanti a Gesù, perché solo Lui può sciogliere le vostre ansie
e i vostri timori e colmare le vostre attese. (Benedetto XVI)
Preghiera
Disporsi a semicerchio, disporre l’albero su cui si è lavorato per la comprensione del messaggio della Parola di Dio. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,16)
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”.
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Preghiera corale
Gesù, la vita,
è un dono,
una responsabilità,
un impegno,
un investire tutte le nostre potenzialità
che tu ha seminato in noi,
e farne qualcosa di bello
per Te,
per noi stessi,
per i fratelli.
Tu pazientemente
aspetti i nostri ritardi,
le nostre fughe,
le nostre pigrizie.
Aiutaci a non rimandare,
a non disattendere la tua fiducia.
Solo uniti a te
portiamo un frutto che rimane.
Se si vuole la provocazione sintesi finale: “Per portare frutto dovremmo”
si può collocare a questo punto.
Canto.
DALLA PAROLA ALLA VITA
Cercare la “linea portante” della loro vita, un elemento che trasformi
la loro vita in un “cammino”.
Attività
L’animatore consegna ai ragazzi una scheda con i punti riportati sotto, chiedendo ai ragazzi di stendere, in base alle indicazioni, il proprio progetto di
vita:
3 durata prevista (può essere un progetto a breve scadenza, da rinnovare
di volta in volta o un progetto lungo, valido per tutta la vita);
3 tre cose concrete, che allo scadere del progetto, si desidera veder realizzate;
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
3 il titolo del mio progetto potrebbe essere…;
3 tre valori che assolutamente non verranno messi in discussione dalla
realizzazione del progetto. Non farà mai…;
3 tre cose che si potrebbero anche accettare alla fine della realizzazione
del progetto. Se proprio proprio, potrei anche…;
3 il mio progetto non avrebbe senso senza…;
3 potrei cambiare il mio progetto solo se…;
3 mi auguro che…;
3 per realizzarlo ho bisogno di…;
3 le persone che ci vedo coinvolte sono…;
3 … (l’animatore aggiunge quanto ritiene opportuno)
In conclusione, l’animatore raccoglie tutti i progetti e li ridistribuisce in
modo casuale chiedendo ai ragazzi di leggerli e di indovinare a chi appartiene il progetto (in questo caso si avvisano prima i ragazzi di non scrivere
il proprio nome in copertina).
Per la discussione finale
3 È stato difficile stendere il progetto? Perché?
3 Il tuo progetto è a breve o lunga scadenza? Cosa ti ha spinto alla
scelta?
3 Ti sembra utile pensare, ogni tanto, in modo concreto a cosa desideri
dalla vita? Perché? A cosa di serve?
3 Qual è l’indicazione che hai trovato più difficile da inserire nel progetto? Perché?
3 Dove ti porta questo tuo progetto?
3 Qual è il filo rosso che guida e contraddistingue il tuo progetto?
3 Leggendo il/i progetto/i dei tuoi compagni, cosa ti ha colpito?
3 Ti sembra che i vostri progetti siano accomunatati da uno stesso percorso di fondo?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi in cerchio, porre al centro una ruota. Canto, breve introduzione
dell’animatore partendo da quanto è emerso dall’attività appena svolta.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Preghiera
Solista
Una ruota.
Ne ha fatta di strada!
da sola, in coppia.
Primavera, estate,
autunno, inverno.
Ha portato attese, speranze,
gioie e delusioni.
Una ruota
gira e rigira
sempre attorno al perno.
Tutti
Noi, la nostra vita.
Una ruota.
Solista
Ruota che gira nel tempo
che percorre spazi vicini e lontani.
Dov’è il nostro perno?
Solista
Desiderio di convergere
verso un centro
di unificare le energie
di trovare un senso.
La nostra vita
cammino fiducioso
verso Gesù, nostro compagno di viaggio.
Tutti
Porre al centro della ruota l’icona di Gesù, lasciare un attimo di silenzio, al
termine del quale ogni adolescente comunica la “linea portante” intravista,
che fa della sua vita un cammino.
Concludere con un canto: “Al centro del mio cuore” o altro.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della seconda unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
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Fratello, dove sei? di Joel Coen (2000) [scheda filmica p. 106]
Big fish - Le storie di una vita incredibile di Tim Burton (2004)
[scheda filmica p. 108]
La ricerca della felicità di Gabriele Muccino (2006) [scheda filmica p.
109]
SENSAZIONE SOLITUDINE
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 13
Temi
La solitudine, il silenzio.
L’attraversare il deserto è esperienza da buttare o meno?
La sensazione di non essere “in relazione con”, “importante per” per qualcuno, il non poter dire di sé perché c’è fretta e comunque non si sarebbe
capiti, la povertà di comunicazione, fanno parte del vissuto di molti ragazzi.
La risposta a questa reale, intima sofferenza, si può agire in mille modi: ore
e ore di navigazione internet, tentativi di rompere la solitudine raccontandosi in un blog, ascoltando musica heavi metal, utilizzando sostanze stupefacenti; un modo come un altro per dire “mi sento solo”, “nessuno ha
veramente bisogno di me”, “se sparissi non farebbe nessuna differenza”.
I ragazzi vanno aiutati a vedere nella solitudine un’opportunità per scoprire il valore del silenzio, della coscienza, dell’interiorità, non solo un limite
da superare. Saper stare da soli è il primo grande compito per imparare a
vivere; saper ascoltare il silenzio è il solo modo per custodire la propria
umanità e la propria fede, aprendosi a una relazione profonda con il Padre.
C’è uno strato rumoroso, fuori e soprattutto dentro, che impedisce di fare
verità di sé stessi: è creato da beni (occupazioni, spinta al possesso materiale e al consumo, preoccupazione per le proprie cose…), da apparenze
(cura dell’immagine di sé, preoccupazione di creare uno stile secondo il
trend…), da vere e proprie dipendenze (telefonino, auricolare, musica, chiacchiera…), ed è intrecciato di emozioni e sentimenti (paura, noia, rabbia,
ansia, insoddisfazione…). Per incontrare sé stessi e Dio occorre oltrepassarlo, uscire dai soliti ambienti, azzardare luoghi nuovi, che risveglino lo stu25
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
pore e il gusto del silenzio come momento privilegiato per cogliere il senso
vero del proprio essere e quindi delle proprie scelte. Il silenzio (esterno ed
interno) per confrontarsi con gli altri e con l’Altro, sulla base del quale si
costruirà il futuro. La figura di Gesù, il suo modo affascinante di stare solo
senza sentirsi solo, di viversi continuamente in relazione con il Padre, di vivere una comunicazione intensa e liberante con Dio, può dire molto alle
paure e alle difficoltà relazionali dei ragazzi. L’adolescente va aiutato a guardarsi dentro per scoprirsi pensato, voluto e amato dall’infinita tenerezza di
Dio. Questa scoperta è frutto di un cammino personale e comunitario.
Nessuno cresce da solo. Gesù stesso indica il criterio della compagnia fondando una comunità di apostoli, egli abbina all’annuncio la proposta della
sua amicizia. Per condividere ciò che si è nel profondo c’è bisogno di una
relazione affettivamente significativa. La fede si racconta in un clima di reciproca accoglienza e condivisione. L’incontro e la sequela di Cristo, il discernimento della volontà di Dio, la pienezza della vita cristiana maturano
nel confronto con altre persone alle quali poter dire la propria esperienza.
Di qui l’importanza di affrontare il tema dell’accompagnamento spirituale
nella vita dei ragazzi.
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- riflettere sulle loro solitudini (tanti contatti, tante relazioni, tanti suoni,
ma soli?... spesso è dovuto alla difficoltà di accettarsi come si è);
- approfondire la dimensione del “deserto” come cammino verso una
meta, una solitudine come una forma feconda di vita in cui Gesù mi
accoglie, mi stima;
- a trovare nella loro vita degli elementi per accorgersi dell’attenzione
di Dio e a scoprire l’importanza di avere qualcuno che li accompagni
in questo cammino (accompagnamento spirituale).
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ASCOLTARE LA VITA
Riflettere sulle solitudini (tanti contatti, tante relazioni, tanti suoni, ma soli?...
spesso è dovuto alla difficoltà di accettarsi come si è).
Attività: la calza magica
L’attività che segue sottolinea la dimensione della solitudine.
Scrivere su dei cartoncini le domande che seguono, arrotolarli e metterli
in una calza colorata che funge da contenitore misterioso.
Domande
3 Perché tanti ragazzi si sentono soli?
3 Secondo voi i ragazzi sanno comunicare? Quali difficoltà incontrano?
3 Perché sono sempre più le persone che si rivolgono alle chat-line, rifugiandosi nella vita virtuale?
3 Quali sono i principali vantaggi di questo tipo di relazione. Quali i rischi?
3 È vero che la comunicazione virtuale inaridisce il cuore?
3 Il cellulare diminuisce la solitudine? Siamo meno soli se sappiamo di
essere sempre rintracciabili?
3 Vi è capitato di sentirvi soli? Quando in particolare?
3 Come si può superare la solitudine?
L’animatore introduce il tema
3 Disporsi in cerchio, far passare la calza a suon di musica, quando si arresta la musica, chi ha in mano la calza magica estrae una domanda e la
legge ad alta voce.
3 Raccogliere le domande su di un cartellone
3 Alla fine aprire il dialogo ed il confronto sulle domande in relazione
alla solitudine.
Per la sintesi si possono utilizzare i contenuti del sussidio per animatori.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: analisi di una canzone.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
NEL SILENZIO
è un accampamento l’anima.
Porta fino in fondo
la dove c’è Dio
dove sei te stesso e il mondo
non può entrare neanche
se è rotondo.
Vieni qui, parlami così
come parla il vento agli alberi
musica accarezzami
vibra nel silenzio degli uomini
la la la…
Baciami, stiamo ancora qui
qui stretti nel silenzio:
noi piccoli, fragili, unici.
Solo nel silenzio
c’è una musica
che risuona dentro e ti libera.
Solo nel silenzio
sento che ci sei
non è un movimento,
emozione unica.
Vieni qui, parlami così
come parla il vento agli alberi
guardami, presto abbracciami
lascia uscire tutte le lacrime,
le lacrime.
Solo nel silenzio
non si è soli mai
(Ron in “Adesso!” - 1999)
Per dialogare
3 Ascoltare il canto, possibilmente con il testo in mano.
3 Condividere l’espressione che è piaciuta di più e perché.
3 Con l’aiuto della traccia che segue, approfondire alcune espressioni.
In una società, come la nostra, caratterizzata dalla fretta e dai rumori esiste ancora lo spazio per il silenzio? La canzone di Ron mette in luce l’importanza del silenzio per l’uomo del nostro tempo.
“Solo nel silenzio c’è una musica che risuona dentro e ti libera”:
il silenzio, che spesso ci fa paura, è invece la condizione necessaria e lo spazio per l’ascolto. L’uomo contemporaneo diventa sempre più individualista
e solo perché non è più capace di ascoltare. Occorre passare dalla “paura
del silenzio” al “silenzio della paura”. Ciò è possibile se durante la giornata
siamo capaci di ritagliarci spazi di vero silenzio per ascoltare la voce interiore della nostra anima, per conoscere le sorgenti del nostro essere e liberare quelle energie e quelle potenzialità che ci portiamo dentro.
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“Solo nel silenzio sento che ci sei …parlami così come parla il
vento agli alberi”: non c’è ricerca di Dio che non passa attraverso il silenzio della preghiera e dell’ascolto. A volte siamo tentati di cercare Dio nei
grandi fenomeni, in cose straordinarie, in segni speciali e grandiosi. Ma Dio
è lontano dal rumore e dalla spettacolarità, perché sceglie vie più semplici
e nascoste. Elia, uno dei più grandi profeti della Bibbia, sul monte Oreb incontra Dio non nel “Vento impetuoso e gagliardo da spaccare le rocce
…né nel terremoto …né nel fuoco …ma nel mormorio di un vento leggero” (cf. 1Re19,9-14). È proprio lì che Dio si manifesta: nel tuo svuotarti
per lasciarti riempire dalla sua presenza.
“Solo nel silenzio non si è soli mai”: il silenzio è lo spazio del confronto con noi stessi, con gli altri e con Dio. Se siamo capaci di vivere fino
in fondo questo valore non avremo più paura di restare a volte da soli. La
peggiore solitudine infatti non è tanto quella fisica ma quella interiore, la solitudine dell’anima che spesso porta all’aridità e alla disperazione. L’uomo
più socievole e più capace di comunione è proprio colui che sa vivere fino
in fondo il valore del silenzio come spazio dell’ascolto, del confronto e della
preghiera. Quanto più non siamo capaci di fare silenzio dentro di noi, tanto
più siamo soli. Ecco perché alcuni sociologi parlano di “folle anonime”, senza
un volto né un nome; siamo soli pur in mezzo a tante altre persone. È il
dramma della nostra generazione.
Il silenzio “porta fino in fondo là dove c’è Dio, dove sei te stesso”: il silenzio ci permette di ritrovare le radici della nostra umanità, ci svela la nostra
vera identità, chiamandoci ogni giorno a “diventare quello che siamo”. Rientrare in noi stessi e lasciarci guidare da quel centro interiore che è Dio
stesso, è importante in una società che tende sempre più a spersonalizzarci, imponendoci dei modi di pensare, volere e agire che non ci fanno
crescere.
Agli occhi di Dio “i grandi” sono coloro che nel silenzio e nel nascondimento ascoltano la Sua voce diventando il lievito della storia con la testimonianza della propria vita.
Per riflettere
3 Hai paura del silenzio?
3 La tue scelte, piccole e grandi, nascono sempre dal silenzio come spazio di ascolto?
3 Durante la tua giornata sai riservarti spazi di silenzio?
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Preghiera
Sedersi per terra a cerchio con le spalle rivolte all’interno del cerchio, luce
soffusa, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio: la canzone
c’invita ad ascoltare l’infinito che è dentro di noi, nelle piccole cose, nei
gesti quotidiani, nelle persone che ci stanno accanto. Un infinito che si percepisce solo nel silenzio. La solitudine… uno spazio per incontrare Dio
sempre presente?
Ascolto della canzone “Ascolta l’infinito” di F. Mannoia,
possibilmente con il testo tra le mani
Potremo ancora giocare la
partita del tempo
magari colorare qualche cartolina
e nelle notti future buttarci via
tenere il cuore lontano dalla nostalgia
e questa voglia di caldo che arriva piano
e questa sete di vita che prende la mano
avremo tavoli pieni di persone contente
e fuori dei motori pieni di benzina
e l’ occasione di vivere fantasie
e di nascondere piccole malinconie
ma la paura e la noia ritorna piano
la solitudine porta così lontano.
Com’ è difficile dire tutto quello che sento
tutte le piccole grandi verità
ed ogni movimento che mi cambierà
e camminare così nell’infinito che ho dentro
che si modifica e cerca libertà
e chiede di capire quello che sarà
se parli piano puoi sentirlo già
ascolta l’ infinito.
Vedremo case tradite dal passare degli anni
ci sembreranno piccole e dimenticate
ritroveremo discorsi curiosità
e quel dolcissimo male ci accarezzerà
ma non avremo parole per dire dov’ è
e l’ abitudine porta così lontano
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
non è possibile dire tutto quello che accende
tutte le deboli e forti simmetrie
che lasciano nell’anima le poesie
e quella parte di noi che l’ infinito nasconde
che ci modifica e vuole verità
e sa comunicare quello che sarà
se guardi dentro puoi vederlo già
ascolta l’ infinito.
Far seguire una breve pausa di silenzio, alzare la luce, girarsi all’interno del
cerchio.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16.20)
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva
loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo”.
Concludere con il canto della tenerezza o altro.
ASCOLTARE LA PAROLA
Approfondire la dimensione del “deserto” come cammino verso una meta, una solitudine come una forma feconda di vita in cui Gesù mi accoglie, mi stima.
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 4,1-11)
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse:
“Se sei figlio di Dio, gettati giù poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare
contro un sasso il tuo piede”. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non tentare
il Signore Dio tuo”. Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte
altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:
“Tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti, mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi
culto”. Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
3 Invitare gli adolescenti a pensare ad una situazione di solitudine che
hanno vissuto e il cambiamento che ha provocato. In due strisce raccogliere i cambiamenti positivi e quelli negativi.
3 Lettura drammatizzata del testo di Matteo 4,1-11.
3 Procurare una fotocopia ingrandita del testo e invitare ad approfondirlo con la tecnica del taglia-incolla. Ci si può dividere in gruppi. Utilizzando le varie parti del brano, ritagliare e incollare su un cartellone;
ritagliare il testo in tante parti quante si ritiene opportuno: frasi, paragrafi, dialoghi …, ricreare la scena ispirandosi al titolo: “Gesù e la solitudine”. Per rendere più viva la scena, le varie parti del brano vengono
sottolineate, inquadrate, unite con freccie. Alla fine presentare e commentare agli altri gruppi i differenti collages. Spiegare e giustificare la disposizione del testo.
3 Breve commento da parte dell’animatore: il deserto, per Gesù, consiste
nel prendere le distanze dalle persone e dalle cose per essere con se stessi e
con Dio. Può darsi che – soprattutto all’inizio – tale esperienza non sia affatto
gratificante, poiché fa toccare con mano molti limiti e pericoli dai quali l’esistenza è continuamente minacciata; ma è evidente che, fuggendo da tale esperienza, di quei limiti e pericoli si finisce con l’essere vittime… inconsapevoli.
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
Sms for you
“Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: “Saulo, fratello mio,
mi ha mandato a te il Signore Gesù”. (At 9,17)
“La folla è chiassosa: per vedere Dio ti è necessario il silenzio”. (Sant’Agostino).
Preghiera
Disporsi a cerchio e porre al centro tre grossi ceri. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Preghiera
Tutti
Sono solo, Signore, mi sento scoraggiato la più piccola creatura
sulla faccia della terra.
Solista
“Non temere, tu sei prezioso ai miei occhi,
sei degno di stima e io ti amo”. (accendere 1 cero)
Tutti
Gli amici mi vogliono sempre allegro e spensierato e quando sono
stanco e sfiduciato fanno il deserto attorno a me.
Solista
“Io sono con te tutti i giorni della tua vita,
sono per te la luce che illumina il cammino”. (accendere 2 cero)
Tutti
Mi piacerebbe non deludere le attese delle persone che si fidano
di me, ma ho paura di rischiare, di accontentarmi delle mezze misure.
Solista
“Io ti ho fatto come un prodigio,
ti sostengo nelle fatiche di ogni giorno”. (accendere 3 cero)
Concludere con la preghiera della fiducia nel Padre: Padre nostro…
DALLA PAROLA ALLA VITA
Trovare nella vita degli elementi per accorgersi dell’attenzione di Dio
e a scoprire l’importanza di avere qualcuno che ci accompagni
in questo cammino (accompagnamento spirituale).
Attività
Proporre ai ragazzi un’ora di deserto o un ritiro in cui l’accompagnamento
della riflessione sia la canzone di Jovanotti sotto riportata.
Per la preparazione e la guida del deserto si può chiedere la collaborazione
del parroco, di un religioso, di una coppia di sposi o di un animatore. La sua
presenza potrebbe essere l’occasione per offrire ai ragazzi un confronto
personale sulla presenza di Dio nella loro vita. È bene considerare la possibilità di realizzare questo momento a livello decanale.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
(in alternativa)
Attività
Ascoltare con i ragazzi la canzone di Jovanotti riflettendo insieme su queste domande:
3 Quando ti senti solo, come reagisci?
3 Che spazio ha Dio nella tua solitudine?
3 Quali sono le tue passioni? Che cosa ti fa battere il cuore?
3 Per te la solitudine è il momento in cui non senti più niente oppure
quello in cui “stare con le antenne alzate verso il cielo”?
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Fango
Io lo so che non sono solo
anche quando sono solo…
sotto un cielo di stelle
e di satelliti
tra i colpevoli le vittime
e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente
e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall’alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina
ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero
senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli,
scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade
son pericolose
ma l’unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire
niente
il profumo dei fiori l’odore della città
il suono dei motorini
il sapore della pizza
le lacrime di una mamma
le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne
alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo…
e rido e piango e mi fondo
con il cielo
e con il fango…
la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato
quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice
tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno
e invece non c’è niente
un mondo vecchio che sta insieme
solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle
vene
e che fa venire voglia di svegliarsi
e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l’unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più
a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l’appetito la sete l’evoluzione in atto
l’energia che si scatena in un contatto…
(Jovanotti in “Safari” - 2008)
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Per dialogare
Ascoltare il canto, possibilmente con il testo in mano.
Condividere l’espressione che è piaciuta di più e perché.
Con l’aiuto della traccia che segue, approfondire alcune espressioni.
“Sotto un cielo di stelle e di satelliti ora la città è un film straniero
senza sottotitoli… un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c’è niente”: le città sono sempre più
anonime, le persone volti senza nome, i rapporti più superficiali e ...si vive la
solitudine. È una contraddizione che, mentre la tecnica permette di comunicare in tempo reale anche a distanza, aumenti la solitudine. La TV, internet assorbono tanto del nostro tempo e diminuiscono le occasioni per il dialogo
e le relazioni. C’è da vigilare per non essere assorbiti nel mondo virtuale e
non perdere il legame con la realtà.
“L’unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più
a sentire niente”: il mondo scientifico e tecnico tende a dare poco spazio
a emozioni e sentimenti.Tutto è scontato, non c’è la sorpresa di un incontro,
la meraviglia per il sole che sorge, un bambino che nasce, un gesto di gratuità.
Quando arriviamo ad essere impermeabili alle emozioni, a non saper partecipare alle gioie o problemi altrui, vuol dire che siamo troppo centrati su noi
stessi.
“Stare con le antenne alzate verso il cielo”: cielo vuol dire Dio, il riferimento ultimo con cui anche nelle difficoltà stabilire un contatto, lanciare
un S.O.S. Pregare è sintonizzarsi sulla stessa lunghezza di Dio e parlargli.
“Io lo so che non sono solo anche quando sono solo”: Dio è l’unico
che anche nei momenti di maggior solitudine non ci fa sentire soli. È una presenza amica pronta a tenderci la mano per tirarci su dal fango della nostra
umanità.
“Mi fondo con il cielo e con il fango”: Siamo creature, fatte di terra e Spirito, il racconto della creazione ce lo ricorda (cf. Genesi). Il nostro è un Dio
vicino, si è sporcato le mani coinvolgendosi nella nostra storia e facendosi
uomo come noi.
“La città… è una pentola che cuoce pezzi di dialoghi”: la nostra società, sempre più multiculturale, ci pone la sfida dell’integrazione che, però,
non vuol dire annullare tutte le differenze, ma cogliere le diversità culturali
come ricchezza da valorizzare, salvaguardando gli elementi tipici dell’identità
di un popolo. La diversità non deve farci paura e questo può avvenire col dialogo. Più ci si conosce, più ci si stima e si apprezzano le diversità.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
“Ci si sente soli dalla parte del bersaglio e diventi un appestato
quando fai uno sbaglio”: un certo tipo di informazione tende a criminalizzare chi ha fatto uno sbaglio con pesanti etichette, che finiscono per
escluderlo dalla vita sociale precludendogli ogni strada di riscatto. Anche
questa è un’intolleranza da evitare: ogni persona, anche se sbaglia, ha sempre la possibilità di ricominciare.
“Un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi”: il “mondo vecchio” che
Jovanotti rimpiange è quello fatto di rapporti autentici, cose semplici, amore
vero, dove conta la persona non i soldi o la carriera. La scienza stessa, per
il profitto e interessi egoistici, calpesta i valori della persona. Basta pensare
ai problemi legati alla manipolazione e alla mercificazione della vita umana.
“La passione che fa crescere un progetto”: unire le forze e credere
fino in fondo è il segreto per iniziare a trasformare il mondo. La passione
per gli ideali permette di realizzare grandi sogni. Ma ci vuole tempo, pazienza, capacità di mettersi in gioco per qualcosa che vale veramente. Una
vita senza passione e ideali è piatta, arida, destinata alla noia.
“L’energia che si scatena in un contatto”: coltivare le relazioni, aprirsi
agli altri ci toglie dall’isolamento in cui ci chiudiamo. E quando viviamo la
solitudine “non siamo soli anche quando siamo soli”, basta alzare gli occhi
per scoprire che abbiamo un Padre che ascolta la voce dei suoi figli che gridano a lui e per sentirsi uniti a tutti. È la più grande consolazione che si può
sperimentare!
L’incontro si può concludere con la testimonianza su don Pino Puglisi in cui
si racconta la forza e la bellezza della guida spirituale.
L’angolo della testimonianza
Don Pino Puglisi, sacerdote di periferia a Palermo, ucciso dalla mafia il
15 settembre 1993.
Hanno detto di lui:
“L’ho conosciuto undici anni fa, ho fatto con lui otto campi scuola, sono cresciuta con lui. Quando è morto mi sono sentita come se avessi perso mio
padre. Eppure è incancellabile la mia gioia, la tranquillità che ci ha lasciato.
E mi sono domandata: come mai? Perché ci ha insegnato a crescere come
uomini che possono esprimersi in libertà. Oggi tanti giovani cercano un sostegno e vanno dallo psicologo. Molti adulti si sentono in dovere di dare
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
consigli. E poi si aspettano che noi subito ci comportiamo come dicono
loro. E ci assillano. Ecco, padre Puglisi aveva un atteggiamento opposto. Non
plasmava, non condizionava, non imponeva nulla, non giudicava, attendeva i
tempi di ognuno di noi. Anche se bisognava aspettare anni: io mi sono formata come persona, con lui, dopo undici anni. Parlando metteva in evidenza
le cose belle, il cammino fatto, anche se piccolo. Diceva: guarda, sei migliorata, ora fai un altro passo. Non ha mai gridato con nessuno. Faceva tutto
con gioia. Ci ha insegnato che Dio è amore perché ci ama. Noi abbiamo terrore di questo Dio, invece Dio è gioia. Ci ha insegnato ad andargli incontro, a sentire la sua mancanza, ad abbracciarlo sempre più. Ho avuto
difficoltà in questi anni ad accettare il passaggio dalla giovinezza all’età
adulta. Non mi piace il mondo degli adulti, la politica, gli interessi, il continuo inseguimento della ricchezza. Poi “3P” mi ha detto: “Se tu vuoi andare
verso Dio, puoi trovare una tua strada”. Io voglio sottolineare che padre Puglisi non era un prete che agiva da solo, ma viveva inserito nella sua diocesi.
Diceva che ci sono anche tanti aspetti negativi nella Chiesa, ma non per
questo bisogna condannarla in blocco, andarci contro a testa bassa. Anche
in questo caso bisogna essere uomini. Criticare la Chiesa ma essere pronti
a cambiare in prima persona. Padre Puglisi ci ha lasciato un modello da seguire con l’impegno non con le parole.
(Laura Mortellaro)
Preghiera
Disporre l’immagine “dell’ascoltatore” di Toni Zen (cfr.“Meditazioni con gli
adolescenti” di B. HINTERRSBERGER p 48).
Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio, contemplazione dell’immagine, comunicazione di ciò che essa suscita.
Preghiera corale
Signore, il rumore in cui viviamo
non sempre ci permette di ascoltarci.
Sembriamo tutti sordi
che vanno per la propria strada,
così aumenta l’individualismo,
l’egoismo, la solitudine.
Ti preghiamo
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
insegnaci l’ascolto della tua Parola
che richiede silenzio
per essere interiorizzata;
l’ascolto delle persone che vivono accanto a noi,
perché sono voci che assumi tu per parlarci;
l’ascolto della vita che parla nei fatti;
l’ascolto di una guida
per discernere i segni della tua presenza.
Insegnaci l’ascolto
che rende la vita ‘raccolta’, bella, ricca.
Lasciare un breve spazio in cui ogni adolescente scrive su di un foglietto ciò
cui pone attenzione per accorgersi della presenza di Dio nella sua vita…
chi vuole lo comunica e pone il foglietto attorno all’immagine.
Concludere con un canto adatto.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della terza unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile
percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino (2004) [scheda filmica p. 109]
Preferisco il rumore del mare di Mimmo Calopresti (2000)
[scheda filmica p. 113]
Into the Wild di Sean Penn (2007) [scheda filmica p. 113]
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
SOLI SI MUORE
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 18
Temi
La relazione con gli altri, la comunicazione.
La comunità, la Chiesa.
“Non si può credere da soli”.
L’adolescente tende a vedere nella comunità cristiana un’istituzione in cui
assolvere degli obblighi. A volte prova sentimenti di insoddisfazione, la giudica negativamente nei suoi limiti, perché mette a fuoco i difetti degli uomini che la compongono. Spesso si ferma a questi aspetti senza andare in
profondità, precludendosi la possibilità di conoscerla come realtà animata
da Gesù risorto, costantemente guidata dallo Spirito che rende possibile la
realizzazione di uno stile umanamente impossibile (cf. At 2,42-48). Il cristiano sa che la comunità non è un optional, al contrario, è essenziale. Nell’amore agli altri, infatti, incontriamo, sperimentiamo, accogliamo e doniamo
l’amore di Dio. La comunità è il luogo dove i cristiani cercano di vivere e
di rendere presente questa realtà e così facendo la fanno crescere in loro:
“Nella Chiesa, pur con i limiti e le manchevolezze che essa manifesta, si incontrano i segni visibili di quell’amore divino, che dà vita e offre alla libertà possibilità di crescita. Le testimonianze di accoglienza, di solidarietà, di perdono, di
servizio alla vita dei poveri e dei sofferenti che nella comunità cristiana affiorano,
anche se spesso in mezzo a incoerenze e debolezze, sono i segni più immediati
e quotidiani con cui l’amore di Dio si fa trasparenti” (CdG/1 p. 221). L’esperienza di Chiesa più vicina agli adolescenti, per alcuni forse l’unica, è il loro
gruppo. Perciò valorizzando quest’esperienza si può parlarne ai ragazzi presentandone la dimensione carismatica (persone con tanti doni, qualità, caratteri diversi) e comunitaria. Punto di partenza è l’adolescente, le sue
qualità e abilità, che trovano spazio per esprimersi all’interno del gruppo;
gruppo che a sua volta si confronta con la realtà della Chiesa per scoprirne
la bellezza e la ricchezza. L’adolescente, attraverso esperienze vive che lo
coinvolgono direttamente, scopre nella comunità cristiana un luogo di crescita e di confronto per capire la propria vocazione personale.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- evidenziare la bellezza e la fatica della relazione con gli altri e del fare
gruppo;
- scoprire la forza della Chiesa come un gruppo che esiste prima di
me e va oltre me stesso;
- trovare la bellezza dell’essere Chiesa e il loro ruolo all’interno di essa.
ASCOLTARE LA VITA
Evidenziare la bellezza e la fatica della relazione con gli altri
e del fare gruppo.
Attività: bellezza e fatica nelle relazioni
L’attività che segue aiuta a prendere coscienza della bellezza e della fatica
ad intessere relazioni.“Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole”
(Gn11,1). Così la Bibbia sintetizza e idealizza i primordi con cui gli uomini
si mettevano in relazione, con facilità e spontaneità. Forse è capitato anche
a noi di sperimentare la bellezza e la scioltezza della relazione non solo nei
grandi discorsi o nelle banali chiacchiere, ma, soprattutto nella condivisione
delle cose che stanno veramente a cuore. Tuttavia nella relazione sperimentiamo anche la fatica, il peso, i blocchi.
Dividere gli adolescenti in due sottogruppi: un gruppo completa la scheda
sulla relazione positiva, l’altro quella sulla relazione difficoltosa.
A. RELAZIONE POSITIVA (dividere il foglio in quattro colonne).
Prima colonna: scrivere brevemente una relazione bella, profonda, riuscita;
indicare persone e situazioni.
Seconda colonna: come si è manifestata la bellezza, la profondità, la libertà
nella relazione descritta (es. condivisione di gioie, timori, dubbi, sconfitte, conquiste, aspirazioni, difficoltà, perdono….).
Terza colonna: qual è la radice profonda che rende riuscita, bella, profonda
la relazione descritta? (stima, accoglienza, rispetto, ascolto non giudicante…).
Quarta colonna: cosa si può fare per far crescere la relazione?
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
B. RELAZIONE DIFFICOLTOSA (dividere un foglio in quattro colonne)
Prima colonna: scrivere brevemente una relazione pesante, bloccata, non
riuscita indicare persone e situazioni.
Seconda colonna: come si è manifestata la pesantezza, il blocco nella relazione descritta (es. mutismo, pettegolezzo, loquacità, sottintesi…).
Terza colonna: qual è la radice profonda che rende pesante, bloccata la
relazione descritta? (es. uno sgarbo ricevuto, non segretezza, non ascolto,
derisione…).
Quarta colonna: cosa si può fare per risolvere la situazione?
3 Ogni adolescente riflette personalmente e completa le domande.
3 Condivisione, nel gruppo grande, delle risposte di A e B.
3 Dialogo, ricerca, confronto.
Concludere completando le due frasi aperte:
3 È difficile mettersi in relazione, fare gruppo quando…
3 È bello mettersi in relazione, fare gruppo quando…
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: cosa pensano gli adolescenti della Chiesa.
L’attività pone l’accento sulle relazioni all’interno della Chiesa. Si chiede ai
ragazzi cosa pensano della Chiesa. Si prepara un cartellone con tre colonne:
sulla prima si annotano le cose belle, sulla seconda quelle che suscitano
degli interrogativi, sulla terza quelle brutte, negative. Successivamente si
consegna ad ogni ragazzo un foglio e una penna, invitandolo a pensare ad
una persona che per lui è importante, alla quale vuole bene, che stima, alla
quale vorrebbe assomigliare. Gli si chiede di scrivere almeno tre motivi per
cui questa persona è così bella per lui. L’animatore invita ogni ragazzo a
leggere quanto scritto e, sulla prima colonna di un cartellone diviso in due,
scrive le cose uscite. Non importa che i ragazzi dicano il nome della persona a cui si stanno riferendo. Adesso si chiede loro di ripensare alla stessa
persona di prima e di annotare tre cose che ritengono problematiche o negative: un aspetto del carattere, un’azione che ha compiuto, un atteggiamento. Di nuovo si faccia leggere a voce alta ai ragazzi quanto scritto e si
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
riportino le cose sulla seconda colonna del cartellone. L’animatore trae le
seguenti conclusioni:
3 le persone non sono perfette. Anche quelle che amiamo e stimiamo di
più hanno qualche lato meno bello, che ci piace di meno. Non per questo
smettiamo di amare e stimare le persone a cui abbiamo pensato;
3 così è anche di ciascuno di noi: possediamo doni, capacità, talenti positivi, ma anche qualche limite… le persone che ci vogliono bene ci accolgono così come siamo e pure noi dobbiamo imparare ad accoglierci nelle
nostre luci e nelle nostre ombre.
3 così è la chiesa: fatta di persone. E, come loro, ha aspetti belli e positivi
ed altri che piacciono meno. Non per questo dobbiamo smettere di
amarla e di desiderare di appartenere ad essa.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi a cerchio, mettere al centro un cero acceso, canto, breve introduzione dell’animatore, far passare una corda che tutti tengono tra le mani.
Preghiera corale
Signore Gesù,
nelle nostre case, nelle nostre comunità parrocchiali, nei nostri gruppi
intona il canto della comunione.
Facci sentire la bellezza
di essere legati gli uni agli altri,
di appartenere gli uni agli altri in un abbraccio di vita:
la vita animata dal respiro stesso dello Spirito,
il respiro di Dio-Amore.
(Benedetto XVI)
Liberamente ogni adolescente può esprimere una fatica o un aspetto positivo della relazione, ogni due o tre invocazioni cantare un ritornello o un
canone di Taizé.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ASCOLTARE LA PAROLA
Scoprire la forza della Chiesa come un gruppo che esiste prima di me
e va oltre me stesso.
3 Invitare gli adolescenti a pensare ad una persona della comunità cristiana (sacerdote, religioso/a, missionario, animatore, catechista…) che ha
lasciato in loro un ricordo particolare di sensibilità, accoglienza, di forte
testimonianza, e condividere. Sono stati momenti in cui si è toccato con
mano una “parte di Chiesa”. Ma cos’è la Chiesa? Come l’ha pensata
Gesù?
3 Costruire una carta d’identità della Chiesa su un cartellone sulla quale
si scriveranno:
NOME E COGNOME: Comunità dei credenti in Cristo
DATA DI NASCITA: Circa 2000 anni fa
INDIRIZZO:“Dove duo o tre sono riuniti nel mio nome”
CARATTERISTICHE: _________________________
Per cercare le caratteristiche dividere gli adolescenti in due o più gruppi ai
quali verranno consegnati uno o più brani biblici riportati di seguito. Le caratteristiche dovranno essere in parole-chiave o brevi frasi.
Matteo 18,15-20: Evidenzia l’importanza dell’ “altro” (sperimentato come
“fratello”) che non viene mai meno, specie nelle situazioni problematiche.
L’importanza del confronto (che modifica: me e anche l’altro). L’importanza
dell’essere in relazione: per consentire al Signore di essere presente nel
mondo - e a noi di essere segno della sua presenza.
Atti 2,42-48: la Chiesa si distingue dall’azione dei suoi membri: eucaristia,
ascolto della parola, unione fraterna, condivisione. Lo stile dei credenti crea
simpatia verso chi è all’esterno.
1 Corinzi 12,12-27: Nella chiesa ci sono varietà di carismi e di ministeri.
Ogni membro ha la sua caratteristica, il suo compito, la sua originalità.Tutto
per rendere completo il “corpo di Cristo”.
Matteo 28,18-20: La chiesa è mandata da Cristo a tutti i popoli; si rivolge
a tutti gli uomini; abbraccia tutti i tempi.
Giovanni 13,34-35 1 Giovanni 3,23-24: la chiesa ha come legge di
amare come Cristo ci ha amati.
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3 Ogni gruppetto condivide in assemblea le varie parole-chiave con una
breve spiegazione e le scrive sulla carta d’identità.
3 Dopo aver letto tutte le caratteristiche, ognuno evidenzia quella che lo
colpisce di più o che gli piace di più.
3 Al posto della fotografia nella carta d’identità si può mettere una foto
del gruppo con le firme di tutti gli adolescenti.
3 Chiedere agli adolescenti: “Quali caratteristiche della Chiesa io manifesto?”. L’animatore segnerà la caratteristica che l’adolescente pensa di vivere su un “Certificato di appartenenza alla Chiesa” che avrà
precedentemente preparato per ciascun appartenente del gruppo. Questo certificato può essere fatto in un foglio formato A5 con su scritto:
Certificato di appartenenza alla Chiesa
rilasciato a ____________________
per (mettere la caratteristica vissuta dall’adolescente)
firma dell’animatore e timbro della parrocchia.
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta dopo la quale
verrà consegnato il certificato a ciascun adolescente.
Sms for you
“Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così Cristo”. (1 Cor 12,12)
“La Chiesa è viva, la Chiesa è giovane, essa è viva perché Cristo è vivo”. (Benedetto XVI)
Preghiera
Preparare un puzzle con tanti volti, da ricomporre durante la preghiera e
formare il volto di Gesù o altro simbolo. Disporsi a cerchio con un spazio
al centro per ricomporre il puzzle. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
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Preghiera corale
Noi ti lodiamo e ti ringraziamo, Signore Gesù,
perché ti sei manifestato
nella ricchezza e nella potenza
della tua morte e risurrezione
e continui a manifestarti nella tua Chiesa.
In essa tu vivi,
in essa tu effondi il tuo Spirito,
in essa tu ci raduni,
al di là di noi stessi e dell’appartenenza ai nostri gruppi,
e ci crei tuo corpo visibile nella storia,
segno e strumento di unità
per tutti gli uomini.
A volte, la tua Chiesa, Signore,
ci delude,
non risponde alle nostre domande profonde.
Aiutaci ad accogliere le sue povertà e le sue debolezze.
Aiutaci a riconoscere la testimonianza limpida
di tante persone “belle” che ci scaldano il cuore.
Canto o canone di Taizè, intanto comporre il puzzle.
DALLA PAROLA ALLA VITA
Trovare la bellezza dell’essere Chiesa e il loro ruolo all’interno di essa.
Attività
Su un foglio di carta ogni componente del gruppo disegna una chiesa stilizzata con il campanile. Ogni parte rappresenta una caratteristiche della
parrocchia: la zona centrale indica la capacità o meno di accogliere le persone; il tetto della chiesa segnala la partecipazione della gente alle varie attività; il campanile rappresenta le attività rivolte alle persone lontane, che
non frequentano; il tetto del campanile rivela il tono di festa con cui vivono
coloro che collaborano a queste iniziative. Si attribuiscono dei valori ai colori di ciascun pennarello: blu=malissimo, azzurro=male, bianco=neutro,
giallo=bene, arancione=ottimo.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Dopo aver colorato ciascuno il proprio foglio, si commentano insieme, soffermandosi soprattutto sulla domanda: “Cosa potremmo fare per far sì che
le zone fredde diventino più calde?”.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Proposta. Organizzare una tavola rotonda con i rappresentanti di altri
gruppi operanti in parrocchia o nel decanato dal titolo “I colori dell’arcobaleno”, in cui si presentano l’attività, le caratteristiche, i valori ispiratori e
le proposte di collaborazione. È importante che sia preparata bene, che
vengano coinvolti gli adolescenti e, soprattutto, che serva come trampolino
di lancio per un’effettiva collaborazione.
Nel progettare questa serata è opportuno rivolgersi alla segreteria o al coordinamento di pastorale giovanile del decanato per chiedere un aiuto fattivo nel coinvolgimento di tutte le realtà pastorali della zona.
Questa sarebbe anche una bella occasione per costruire con i ragazzi un
cartellone su i due incontri fatti, per poi attaccarli alle bacheche esterne
della chiesa o dell’oratorio.
Preghiera
Disporsi a cerchio. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di
silenzio. Ogni adolescente dice quale talento vuole trafficare per scoprire
il proprio ruolo nella Chiesa e pone un piccolo un mattoncino al centro del
cerchio.
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Preghiera corale
Ti preghiamo, Signore,
apri il nostro cuore
agli amici con cui facciamo Chiesa,
perché la fraternità e l’accoglienza reciproca,
la responsabilità e il servizio
ci facciano crescere nell’appartenenza
e nella bellezza di essere protagonisti
nell’edificazione della comunità.
Fa’ che mettiamo a frutto i talenti che ci hai dato:
le nostre doti, le nostre capacità,
la nostra giovinezza
per il bene di tutti.
Liberaci dall’illusione di arricchire
trattenendo.
Signore, aiutaci a spendere bene i talenti che ci hai dato,
a scoprire il nostro posto nella Chiesa.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della quarta unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
La terra dell’abbondanza di Wim Wenders (2004) [scheda filmica p.
114]
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SECONDA PARTE
Da Antiochia ai confini del Mondo
FREEDOM!
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 22
Temi
Globalizzazione.
Libertà.
Questa unità evoca la voglia di libertà dell’adolescente, aiutandolo a mettere in luce il rapporto esistente tra la ricerca di autonomia, sentita spesso
come possibilità di “fare ciò che si vuole”, e la scoperta sempre maggiore
della propria identità e del senso della vita. Nel “villaggio globale” del terzo
millennio le accresciute potenzialità comunicative consentono accessi all’informazione, confronti con altre culture e linguaggi solo ieri inimmaginabili, con evidenti superamenti delle barriere spazio-temporali. Ma queste
prospettive aprono oppure no all’adolescente nuovi spazi di realizzazione
personale? In realtà la globalizzazione presenta tratti problematici; ciascuno
tocca con mano quanto la ricerca di senso si faccia sempre più ardua. Il
cammino proposto, prende le mosse dalle contraddizioni interne a un fenomeno – la globalizzazione – che se lasciato senza regole, rischia di allargare la frattura fra Paesi ricchi e poveri e all’interno degli stessi Stati, fra
cittadini favoriti e meno favoriti. I ragazzi si chiudono facilmente nel loro
mondo, anche quando tutto intorno invia richiami planetari. Per questo è
importante aiutarli a rendersi conto di vivere in un mondo interdipendente,
dove strategie decise a livello internazionale su temi apparentemente lontani, ricadono sulla vita di tutti. Aprire gli occhi sulle realtà più lontane,
prendere parte alle sorti dell’umanità, ci porta a riscoprire il valore della
partecipazione incoraggiandoci a maturare, con intelligenza e responsabilità, decisioni di sincera condivisione, di giustizia, di rispetto della dignità di
tutti. Contemporaneamente si cerca di far emergere il desiderio di affermazione personale, aiutando l’adolescente a prendere coscienza delle proprie “schiavitù”. Fondamentalmente si tratta di far vedere come alcuni modi
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
di cercare la felicità (consumismo, individualismo, soggettivismo) e alcuni
condizionamenti (pubblicità, modi di pensare, influenza del gruppo…) siano,
in realtà, “trappole” insidiose per la persona, che minacciano una realizzazione autentica. La prospettiva di fondo è quella di far intravedere nell’esperienza cristiana un modo nuovo di rapportarsi alle cose, agli altri e a
Dio. Per questo il confronto con Cristo è determinante. Egli non si è lasciato condizionare dai pregiudizi sociali, dal potere, dalla ricchezza, dal successo, non si è bloccato neppure di fronte all’incomprensione, alle minacce,
alla paura, ma è vissuto sempre attento e disponibile alle persone e alla realtà intorno a lui, in una dimensione libera e gratuita. La sua morte e risurrezione, come compimento definitivo della libertà umana nel dono di sé,
costituiscono l’orizzonte di senso e la possibilità stessa del nostro cammino.
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
3 guardare al mondo attorno a loro e oltre cogliendo ciò che lo “incatena”;
3 fermare lo sguardo a loro stessi scoprendo le loro catene: hanno il desiderio di una vita felice, ma spesso sono “legati”;
3 scoprire che il Vangelo è un messaggio che rende liberi;
3 fare propria la realtà che la vita è bella quando ci si apre al Tu di Dio e agli
altri.
ASCOLTARE LA VITA
Guardare al mondo attorno a sè e oltre cogliendo ciò che “incatena”.
Fermare lo sguardo su se stessi scoprendo le catene: esiste il desiderio
di una vita felice, ma spesso si è “legati”.
Attività: free-shopping.
In gruppo si trova una lista di beni che comunemente sono presenti nella
nostra vita (ad es., televisione, videogiochi, motorino, stereo, computer, macchina fotografica, cellulare, MP3, i-pod…). I ragazzi, divisi ingruppetti devono trovare, per ogni bene elencato, una situazione che esemplifichi
l’essere schiavo di quel bene e l’essere libero di fronte a esso. Si approfondisca chiedendo ai ragazzi le conseguenze del primo caso e quelle del secondo. Riassumere dimostrando come alcuni modi di cercare la felicità
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(consumismo, individualismo…) e alcuni condizionamenti (pubblicità, modi
di pensare, influenze delle mode e del gruppo) sono trappole insidiose che
minacciano la realizzazione autentica di sé.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: il mercagioco
Il gioco è una simulazione del mercato e vuole aiutare l’adolescente a guardare il mondo attorno a sé stesso e cogliere ciò che lo “incatena”.
Partecipanti: 4 gruppi: terre delle conifere, dei baobab, dei cactus e dei
bambù.
Durata del gioco: 15-20 minuti per manche (3) e un tempo per riflettere
sul gioco.
Oggetti da produrre per ogni terra e suo valore:
Conifere
Macchinari (chiave inglese) valore 1
Grano (pannocchia)
valore 1
Bambù
Petrolio (intesa come energia) valore 1
Seta
valore 1
Baobab
Materie prime (minerali)
Frutta (ananas)
Cactus
Caffè
Tela
valore 1
valore 1
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valore 1
valore 1
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Mercato: una parte della produzione serve per la sopravvivenza, il rimanente deve essere scambiato con gli altri prodotti al mercato.
3 Ogni terra alla fine della prima manche deve possedere:
1 chiave inglese: macchinari
100 kg di grano
100 kg di frutta
1 vagone di materia prime
1 barile di petrolio
1 bobina di seta
1 bobina di tela
1 sacco di caffé.
3 Ogni Terra, mediante l’animatore di gruppo, deve tenere registrato i prodotti che produce ogni annata.
3 Se una terra alla fine del primo anno non ha tutti i prodotti richiesti (vedi
sopra) rimane disoccutata e lavora in condizioni svantaggiose es: lavorare
con una mano sola, con i polsi legati, camminare con un piede solo…(a discrezione e bontà dell’animatore).
Funzione degli animatori:
3 un animatore conduce il gioco, modifica le regole di mercato, richiama
alla correttezza delle operazioni
3 un secondo animatore coordina il lavoro di SCAMBIO presso il MERCATO
3 fa attenzione che i prodotti siano conformi alla richiesta
3 gli animatori che sono nelle Terre tengono il conteggio dei prodotti, incitano alla velocità e alla precisione.
Svolgimento del gioco:
1) disporre per ogni Terra un tavolo
2) consegnare la busta con il materiale base (valutare il numero dei componenti):
- 2 o 3 sagome in cartoncino del materiale da produrre, vedi scheda sopra
- abbondanti cartoncini
- 3 o 4 matite o biro
- 3 o 4 forbici
- dello spago.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Nei gruppi delle Terre i ragazzi si suddividono i compiti:
- chi disegna le sagome
- chi le ritaglia
- chi le impacchetta a 3 a3 legandole con lo spago passandolo nel foro fatto
dai gruppi precedenti
- chi consegna il materiale al mercato di scambio e l’animatore della Terra
terrà la contabilità de prodotti .
3) leggere le regole del gioco da rispettare
- le varie sagome ricalcate devono essere ritagliate perfettamente
- si possono usare solo i materiali della busta
- il mercato può intervenire in ogni momento per comunicare e informare
come vuole.
Prima manche (primo anno) 15 minuti
I ragazzi, spinti dagli animatori sono incitati a produrre secondo la logica
dell’accumulo e della competizione, in questo modo la produzione sarà abbondante.
Alla fine della prima manche (annata) ogni Terra ha prodotti sufficienti per
il proprio fabbisogno e per lo scambio ottenendo quello che le manca secondo lo schema indicato sopra.
Seconda manche (secondo anno) 15-20 minuti
Scambiare i ruoli dei ragazzi all’interno della Terra.
Il capo gioco, dopo alcuni minuti di gioco comincia inserire della varianti
economiche, lasciando tra una e l’altra dello spazio di tempo.
Esempio:
- una grave inondazione ha sommerso la terre dei baobab e dei cactus,
bloccata la produzione della frutta e del grano per 3 o 4 minuti, dimezzato il prezzo perchè avariata
- aumento del prezzo del petrolio a causa di speculazioni economiche
- fermi per 3 minuti i macchinari perché non c’è petrolio
- dimezzato il prezzo del caffé a causa di una forte produzione
…
Cominciano le prime difficoltà per alcune produzioni. Fare in modo che la
produzione non sia più sufficiente a soddisfare le esigenze di tutti…
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Terza manche (terza annata) 15 minuti
Continuare ancora con alcune penalizzazioni delle Terre.
Arrivare al punto, che le Terre non avranno più prodotti da scambiare.
Saranno in grosse difficoltà a procedere: senza petrolio non funzionano i
macchinari, senza macchinari non ci sono la seta e la tela…
La situazione creerà scontento, malumore soprattutto nelle Terre svantaggiate.
A questo punto, interrompere il gioco, e riflettere su quanto è avvenuto.
Riflessione:
3 Nel mondo c’è una variegata produzione di prodotti necessari per la
sopravvivenza della comunità umana intera: perché ciò si realizzi a cosa si
deve prestare attenzione? (interdipendenza)
3 I Paesi Poveri detengono importanti ricchezze di materie prime e naturali. Quali le cause della loro povertà?
3 Qual è la causa fondamentale di questa disparità? Cos’è che incatena il
mondo?
3 Cf enciclica Sollicitudo rei Socialis,35-38.
3 “…un modo dominato dall’ imperialismo non può che essere un
mondo sottomesso a “strutture di peccato” quali la bramosia del profitto, la sete di potere…”.
3 Come liberarsi da queste catene?
Cfr. enciclica Redemptoris mission, 58-59 “ lo sviluppo di un popolo non deriva primariamente né dal denaro, né dagli aiuti materiali…ma dalla conversione del cuore e della mentalità, Gesù, modello di uomo nuovo”.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Proposta. Testimonianza di una o più persone, che nella loro vita, si sono
lasciate “toccare” dagli ultimi del mondo e stanno cercando di dare una risposta al loro grido di aiuto. Si possono anche invitare persone che hanno
aderito a progetti diversi in modo da offrire ai ragazzi una panoramica
ampia delle possibilità di intervento che esistono. Per reperire le persone
si può contattare il Centro Missionario.
Per saperne di più. Per approfondire i problemi del Terzo Mondo, della
povertà, dell’emarginazione, del volontariato sociale si possono consultare
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
siti internet e riviste specializzate (ad es. MISNA, Asia News, la rubrica
“Agorà” del settimanale Avvenire, riviste missionarie…).
Preghiera
Disporsi a cerchio, porre al centro una catena con anelli di carta. Canto,
breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Preghiera corale
Signore, ho visto un uomo
volteggiare nel cielo con il deltaplano.
Deve essere bello sentirsi leggeri, liberi,
vedere il paesaggio dall’alto!
Ma occorre affrontare il rischio di elevarsi,
di liberarsi dalle catene che tarpano le ali.
Signore, il soffio del tuo Spirito,
vinca le mie resistenze,
mi aiuti a fare la mia parte.
Ti prego, Signore, dammi la gioia di sentirmi libero,
riduci il peso dei condizionamenti
che mi bloccano,
portami in alto!
Ogni adolescente è invitato a condividere ciò che lo ‘incatena’ e rompe un
anello della catena.
Concludere con un canto.
ASCOLTARE LA PAROLA
Scoprire che il Vangelo è un messaggio che rende liberi.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,18-31)
Un notabile lo interrogò:“Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita
eterna?”. Gesù gli rispose: “Perchè mi dici buono? Nessuno è buono, se non
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio,
non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e
tua madre”. Costui disse: “Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza”. Udito ciò Gesù gli disse: “Una cosa ancora ti manca: vendi tutto
quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni
e seguimi”. Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era
molto ricco. Quando Gesù lo vide, disse: “Quant’è difficile, per coloro
che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio”. Quelli che ascoltavano dissero: “Allora chi potrà essere salvato? ”. Rispose: “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”. Pietro allora disse: “Noi abbiamo
lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito”. Ed egli rispose: “In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o
genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo
presente e la vita eterna nel tempo che verrà”.
3 Creare un clima di silenzio, con luci soffuse. Invitare gli adolescenti a
sedersi per terra rannicchiati su se stessi, far chiudere gli occhi e legare
i polsi con una cordicella. In questa posizione raccontare la seguente storia:
Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia.
L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto
crebbe insieme ai pulcini.
Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di
essere uno di loro.
Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava scuoteva le ali alzandosi da terra qualche decimetro.
Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di
se, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso e elegante, in mezzo alle forti correnti d’ aria, muovendo appena le robuste ali dorate.
La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita. “Chi è quello?” chiese.
“È l’aquila il re degli uccelli”, rispose il suo vicino. “Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli.” E così l’aquila visse e morì
come un pollo, perché pensava di essere tale.
Chiedere: “Che sensazioni avete provato? Che cosa ne pensate?”. Cercare di
collegare la storia con l’incontro precedente.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
3 Leggere il brano del Vangelo con questa struttura:
Quelli che ascoltavano dissero: “Allora chi potrà essere salvato? ”. Rispose: “Ciò che è impossibile agli
uomini, è possibile a Dio”.
Un notabile lo interrogò: “Maestro
buono, che devo fare per ottenere
la vita eterna? ”. Gesù gli rispose:
“Perché mi dici buono? Nessuno è
buono, se non uno solo, Dio.
Tu conosci i comandamenti: Non
commettere adulterio, non uccidere,
non rubare, non testimoniare il falso,
onora tuo padre e tua madre”. Costui disse: “Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza”.
Udito ciò, Gesù gli disse: “Una cosa
ancora ti manca: vendi tutto quello
che hai, distribuiscilo ai poveri e
avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e
seguimi”. Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era
molto ricco.
Pietro allora disse: “Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito”.
Quando Gesù lo vide, disse: “Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di
Dio. È più facile per un cammello
passare per la cruna di un ago che
per un ricco entrare nel regno di
Dio!”.
Ed egli rispose: “In verità vi dico, non
c’è nessuno che abbia lasciato casa o
moglie o fratelli o genitori o figli per
il regno di Dio, che non riceva molto
di più nel tempo presente e la vita
eterna nel tempo che verrà”.
3 Ecco alcuni spunti per comprendere il brano:
- Il testo si divide in due sezioni. Nella prima si ha una domanda che fallisce; nella seconda una domanda che ha successo. Fate considerare il parallelismo.
- Le due sezioni cominciano con una questione riguardante la salvezza, la
vita piena. Le domande sono tuttavia poste in maniera diversa:“Che cosa devo fare
per…?”;“Allora chi potrà essere salvato?”. Dove sta la differenza tra le due domande?
- Nella seconda sezione del testo, qual è l’elemento che permette di entrare nel Regno: la stretta osservanza o la fiducia in Dio? La vita eterna, piena viene
considerata come una conquista o come un dono?
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Il brano si riferisce alle “catene” che impediscono la libertà, ma rivela anche
l’amore di Gesù: “Dio, per il quale nulla è impossibile”… neppure spezzare le catene di coloro che decidono di seguirlo come discepoli…
3 Gesù dice: “Una sola ancora ti manca… vendi… vieni e seguimi”. Invitare gli adolescenti a pensare ad una cosa, un atteggiamento, che li rende
“legati” (scriverli sul laccio che è stato utilizzato all’inizio per legare i polsi).
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
Sms for you
“Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi”. (Gal 5,1)
“C’è chi oggi dice che il rispetto della libertà del singolo renda ingiusto
cercare la verità, compresa la verità su che cosa sia bene. Cari amici, la verità non è un’imposizione. Né è semplicemente un insieme di regole. È la
scoperta di Uno che non ci tradisce mai; di Uno del quale possiamo sempre fidarci”. (Benedetto XVI)
Preghiera
Disporsi a cerchio. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di
silenzio
Preghiera corale
Signore, tu ci hai chiamati
le “mie pecore”,
forse hai sbagliato.
Siamo pipistrelli amanti della notte,
perché temiamo la libertà del Giorno.
La libertà che ci hai donato
nel Giorno luminoso della tua risurrezione,
dagli orizzonti infiniti
spazzati dal vento dello Spirito.
Libertà che ci hai regalato con il tuo Vangelo
che ha saputo superare
tradizioni finte e condizionamenti,
stereotipi e pregiudizi.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Libertà che ci invita
a prendere il largo,
ma noi continuiamo
ad essere ciechi e muti
per timore di essere trasformati in aquile.
Svegliaci, Signore,
siamo troppo pipistrelli!
DALLA PAROLA ALLA VITA
Fare propria la realtà che la vita è bella quando ci si apre al Tu di Dio e agli altri.
L’angolo della testimonianza
Annalena Tonelli, missionaria forlivese, ha vissuto per oltre trent’anni fra
i Somali. È deceduta in seguito ad un attentato a Brama il 5 ottobre 2003.
“Sono nata a Forlì nel 1943. Lavoro in sanità da più di trent’anni, ma non sono
medico. Sono laureata in giurisprudenza in Italia e sono abilitata all’insegnamento
della lingua inglese nelle scuole superiori in Kenya. Ho certificati e diplomi di controllo della tubercolosi in Kenya, di medicina tropicale e comunitaria in Inghilterra,
di leprologia in Spagna. Ho lasciato l’Italia nel gennaio del 1969. Da allora vivo
al servizio dei somali. Volevo seguire Gesù e scelsi di essere per i poveri. Per Lui
feci una scelta di povertà radicale, anche se povera come un vero povero io non
potrò mai esserlo. Vivo il mio servizio senza un nome, senza la sicurezza di un
ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio, senza versamento di contributi per quando sarò vecchia. Ma ho amici che
aiutano me e la mia gente, soprattutto quelli del Comitato contro la fame nel
mondo di Forlì. Partii decisa a «gridare il Vangelo con la mia vita» sulla scia di Charles de Foucauld, che aveva infiammato la mia esistenza.Trentatré anni dopo, grido
il Vangelo con la mia sola vita e brucio dal desiderio di continuare a farlo sino alla
fine. Questa la mia motivazione di fondo, insieme a una passione da sempre invincibile per l’uomo ferito e diminuito senza averlo meritato, al di là della razza,
della cultura e della fede. Sono praticamente sempre vissuta con i somali, in un
mondo rigidamente musulmano. In Kenya prima e ora qui a Borama non c’è nessun cristiano con cui possa condividere. All’inizio tutto mi era contro. Ero giovane
dunque non degna né di ascolto né di rispetto. Ero bianca dunque disprezzata
da quella razza che si considera superiore a tutte. Ero cristiana dunque oltrag59
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
giata, rifiutata, temuta. E poi non ero sposata, un assurdo in quel mondo in cui
il celibato non esiste e non è un valore, anzi è un disvalore. Solo chi mi conosce bene dice e ripete senza stancarsi che io sono somala come loro e sono
madre autentica di tutti quelli che ho salvato. Quella dell’”Ut unum sint” (cfr.
Gv 17,21) è stata ed è l’agonia amorosa della mia vita, lo struggimento del mio
essere. È una vita che combatto e mi struggo, io povera cosa, per essere buona,
veritiera, non violenta nei pensieri, nella parola, nell’azione. Ed è una vita che
combatto perché gli uomini siano una cosa sola. Ogni giorno al Tb Centre noi
ci adoperiamo per la pace, per la comprensione reciproca, per imparare insieme a perdonare. Oh, il perdono, com’è difficile il perdono. I miei musulmani
fanno tanta fatica ad apprezzarlo, a volerlo per la loro vita. Eppure la vita ha
un senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori dell’amore. La mia vita ha
conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte.
Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho sperimentato nella carne dei
miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell’uomo, la
sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con la convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare. Ed è allora che la nostra vita
diventa degna di essere vissuta. Io impazzisco, perdo la testa per i brandelli di
umanità ferita; più sono feriti, più sono maltrattati, disprezzati, senza voce, di
nessun conto agli occhi del mondo, più io li amo. E questo amore è tenerezza,
comprensione, tolleranza, assenza di paura, audacia. Questo non è un merito.
È un’esigenza della mia natura. Ma è certo che io in loro vedo Lui, l’agnello di Dio
che patisce nella sua carne i peccati del mondo. Ma il dono più straordinario, il
dono per cui ringrazierò Dio e loro per sempre, è il dono dei miei nomadi del deserto. Musulmani, loro mi hanno insegnato la fede, l’abbandono incondizionato,
la resa a Dio, una resa che non ha nulla di fatalistico, una resa rocciosa e arroccata in Dio, una resa che è fiducia e amore. I miei nomadi del deserto mi hanno
insegnato a tutto fare, tutto incominciare, tutto operare nel nome di Dio”.
Per riflettere
Da quali catene la scelta di Annalena l’ha liberata?
L’amore per Dio e per gli altri ha guidato la vita di Annalena: ritieni che
questo possa essere possibile nel mondo d’oggi? Pensi che solo con scelte
radicali e lontane da te questo sia realizzabile?
Che cosa “da in più” alla tua vita l’aprirsi agli altri e a Dio?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Questo tema ci propone con forza di uscire dal nostro piccolo mondo per
aprirci agli altri; infatti, abbiamo scoperto che se ci spingiamo verso Dio e
verso il fratello, ci incamminiamo sulla strada della felicità.
Per concretizzare questa scoperta, si propone di “costruire” un’occasione
di servizio di gruppo, nelle modalità e nella realtà più opportune (vedi introduzione al sussidio animatori).
All’inizio del servizio e alla fine gli animatori invitano ad una semplice preghiera che possa dare il “la” all’attività. Dopo questa esperienza è opportuno svolgere una verifica che si concentri su ciò che nel servizio svolto ha
reso i ragazzi più felici e su cosa desiderano portare con loro.
Preghiera
Disporsi a cerchio, disseminare immagini con situazioni di povertà. Canto,
breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
1. Solista Signore quante volte ti ho chiesto,
perché non fai niente per quelli che muoiono di fame?
Perché non fai niente per quelli che sono malati?
Perché non fai niente per quelli che non conoscono l’amore?
Perché non fai niente per quelli che subiscono ingiustizie?
Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra?
Io non capisco, Signore.
Allo tu mi hai risposto.
2. Solista Ho fatto tanto;
io ha fatto tutto quello che potevo:
ho fatto te!
1. Solista Ora capisco, Signore.
Io posso sfamare chi ha fame.
Io posso visitare chi è malato.
Io posso amare chi non è amato.
Io posso combattere le ingiustizie.
Io posso creare pace.
Ora ti ascolto, Signore,
ogni volta che incontro un fratello tu mi chiedi:
“Perché non fai niente?”.
Aiutami, Signore, ad essere …. preghiere libere.
Ogni adolescente esprime un impegno concreto di dono agli altri, oppure
richiamare l’impegno assunto dal gruppo.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Canto: “Oggi Cristo non ha mani” o altro.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della prima unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki (2005) [scheda filmica
p. 115]
Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio
Giordana (2005) [scheda filmica p. 119]
IL MODO PIÙ BELLO PER GUARDARE IL MONDO
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 29
Temi
Scienza e fede.
“La ragionevolezza della fede”.
Il gusto di ragionare.
“Chi sei?” il nostro è un Dio ancora sconosciuto.
L’adolescenza è una tappa importante nella maturazione intellettuale della
persona: l’adolescente, a differenza del fanciullo, infatti, comincia ad avvertire assai nitidamente l’esigenza di giustificare e sistemare le proprie “conoscenze”. Alla ricerca, com’è, del senso della vita, ha bisogno di certezze
che spesso fonda sulla razionalità acquisita (come esercizio della maturazione intellettuale). L’adolescente va aiutato a sviluppare il dono dell’intelligenza, con essa può “intus legere”, cioè leggere dentro, in profondità la
realtà. L’intelligenza che sviluppa la capacità razionale, e l’intelligenza della
fede, che nasce dall’ascolto della Parola di Dio, portano ad una comprensione profonda dei fatti. Per “ascoltare e conoscere la verità di Dio” non è
sufficiente manovrare criticamente l’uso della ragione. È importante anche
62
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
avere un cuore ben disposto. Bisogna, sì, confidare nelle possibilità della ragione, ma anche essere consapevoli dei suoi limiti, propriamente “scientifici” e conoscitivi. La ragione umana ha la capacità di attingere Dio ma in
maniera indiretta, riesce a “conoscerlo” precisamente come mistero. Di
modo che questa conoscenza razionale di Dio dispone ad accogliere
un’eventuale rivelazione di lui nella storia. Scrive Benedetto XVI nell’enciclica Spe salvi: “Lo sviluppo della scienza moderna ha confinato sempre più
la fede e la speranza nella sfera privata e individuale”. Secondo il Pontefice
“oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l’uomo e il
mondo hanno bisogno di Dio, del vero Dio, altrimenti restano privi di speranza”. La scienza, insiste il Pontefice, “contribuisce molto al bene dell’umanità ma non è in grado di redimerla. L’uomo viene redento dall’amore,
che rende buona e bella la vita personale e sociale. Per questo la grande
speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio”. “In questo, come in
altri passi del Nuovo Testamento, la parola speranza – ha rilevato il Papa è strettamente connessa con la parola fede: è un dono che cambia la vita
di chi lo riceve, come dimostra l’esperienza di tanti santi e sante. In che
cosa consiste questa speranza, così grande e così affidabile da farci dire che
in essa noi abbiamo la salvezza? Consiste in sostanza nella conoscenza di
Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù,
con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto,
il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza
incrollabile”.
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- evidenziare il contrasto tra scienza e fede (la scienza spiega molte
cose, ma certe cose non sono spiegabili scientificamente);
- scoprire la fede come uno stile di vita che dà sapore alle cose, è sale
e lievito del mondo (scienza e fede sono su due piani diversi);
- ragionare sulla fede con umiltà scoprendo che la vera grandezza sta
in uno stile, una direzione da prendere.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ASCOLTARE LA VITA
Evidenziare il contrasto tra scienza e fede (la scienza spiega molte cose,
ma certe cose non sono spiegabili scientificamente).
Attività: il processo.
L’animatore simula un processo, domandando provocatoriamente ai ragazzi
se è possibile dimostrare l’esistenza di Dio. I ragazzi si dividono in gruppi
a seconda di ciò che pensano (favorevoli, contrari, indecisi). Il dibattito risulterà molto animato. La presenza di più fazioni rende opportuna una suddivisione dei partecipanti che non sia soltanto spaziale (cioè quando i
favorevoli vanno a destra, i contrari a sinistra e gli indecisi al centro), ma
anche cromatica: ogni componente del gruppo può scegliere di mettersi a
tracolla un nastro (precedentemente preparato dall’animatore) di colore
differente a seconda della propria collocazione.Tale fascia può essere cambiata se, durante il dibattito, qualcuno decidesse di passare dall’altra parte:
è una variabile che l’animatore può inserire. In questo caso, si eviti che il
cambiamento di opinione provochi confusione: sarà chi gestisce l’incontro,
quando lo riterrà opportuno, a domandare: “Qualcuno intende modificare
la propria posizione all’interno del gruppo?”. Raccogliere su di un cartellone
le motivazioni dei favorevoli, dei contrari e degli indecisi. Sintetizzare
quanto è emerso nel gruppo ed invitare “ riflettere ulteriormente sul rapporto ragione fede scoprendo la grandezza dell’intelligenza, ma anche i
suoi limiti, propriamente scientifici e conoscitivi”.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: film
Visionare il film “Il decalogo 1” di Krzysztof Kieslowski. Sezionare alcuni
passaggi; in particolare si consiglia di utilizzare il dialogo in cui il protagonista, Havel, dialoga con il papà e la zia sulla morte e sull’esistenza di Dio. Per
aprire il dialogo e il confronto si possono utilizzare le domande che seguono:
3 Quali domande si pone il bambino?
3 Come risponde il papà?
3 La risposta del papà soddisfa il bambino? Perché?
64
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
3 Il bambino rivolge la stessa domanda alla zia, qual è la sua risposta?
3 La risposta della zia soddisfa il bambino? Perché?
3 Voi cosa avreste risposto?
3 Vi siete posti anche voi questi interrogativi?
3 Quale risposta vi siete dati?
Per la sintesi si possono utilizzare i contenuti del sussidio per animatori.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Preghiera corale
Signore, grazie!
Se mi accontentassi del desiderio di Te,
il quale mi porta a cercarti
senza sapere dove trovarti,
sarei sempre lungo le strade
con il desiderio insoddisfatto
o l’illusione di averti trovato.
Ti ho trovato davvero,
perché tu mi sei venuto incontro
sulle mie tracce,
sulle mie strade:
Uomo tra gli uomini.
Se Tu non mi avessi cercato
non ti avrei trovato.
Signore grazie!
(Primo Mazzolari)
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ASCOLTARE LA PAROLA
Scoprire la fede come uno stile di vita che dà sapore alle cose, è sale e lievito
del mondo (scienza e fede sono su due piani diversi).
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,22-26)
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.
Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: “Vedi qualcosa? ”. Quegli, alzando gli occhi, disse: “Vedo gli uomini, poiché vedo come
degli alberi che camminano”. Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi
ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo
rimandò a casa dicendo: “Non entrare nemmeno nel villaggio”.
3 L’animatore presenta al gruppo riunito un cubo abbastanza grande,
sulle facce stanno diverse immagini (possono essere fotografie, frasi, disegni…) e lo posiziona al centro. Chiedere agli adolescenti cosa vedono: è
importante in questo primo momento far emergere che, secondo la posizione di chi guarda, è possibile vedere cose diverse. Insistere chiedendo
agli adolescenti di decidersi per una risposta: alcuni vedranno solo una
faccia con una delle immagini, altri uno spigolo del cubo in cui si intravedono due o tre immagini, se ci sono riflessi di luce alcuni percepiranno le
immagini distorte, qualcuno dirà delle cose che vanno al di là di quello
che veramente vedono, alcuni chiederanno di muovere il cubo in modo
da poter guardare le altre facce – ma il cubo deve rimanere nella stessa
posizione, dall’inizio alla fine.
3 Dopo un po’ proseguite facendo notare come, quando osserviamo una
realtà, non possiamo pensare che la nostra prospettiva sia unica. La prospettiva cambia e cambiano anche le ombre e le luci. Si tratta, infatti, di
stimolare un dialogo sui diversi modi di vedere le cose, sottolineando che
per vedere bene una realtà occorre avere il coraggio di mettersi in un’altra prospettiva, in un altro lato. Qual è invece il nostro atteggiamento più
frequente? Più che cercare di cambiare posizione, noi chiediamo a ciò
che guardiamo di muoversi: la realtà, però, è quella che è! Siamo noi infatti, a doverci muovere, a imparare a guardare da un’altra prospettiva, ad
andare incontro a chi vede la realtà da un altro punto di vista, arrivando
pian piano ad assumere il modo di guardare di “un Altro”, di Dio.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
3 Leggere il brano del Vangelo e chiedere: “Secondo voi, Gesù che cosa intendeva dire agli ascoltatori con questo brano pensando al tema che stiamo
svolgendo?”. Ascoltare le loro risposte e poi dare una breve spiegazione
del brano.
La guarigione progressiva del cieco di Betsaida può essere letta come esempio di discepolato e di fede che conduce a vedere “chiaramente”, cioè in
profondità e verità, oltre la visuale semplicemente fenomenica consentita
dalla cultura e dalla scienza…
L’episodio narra di una guarigione a tappe, “progressiva”: come mai? L’evangelista non scrive per cronaca, ma per una comunità, cioè per i cristiani che sì,
hanno cominciato ad aprire gli occhi: cercano di capire Gesù, i suoi criteri, il
suo Vangelo, ma c’è ancora tanta cecità in loro: non vedono come vede Gesù.
“Vedi qualcosa?” Questa domanda la pone a noi, che vogliamo seguirlo, perché vuole che noi verifichiamo fino a che punto il nostro sguardo è in sintonia con il suo sguardo, con il suo modo di vedere, di valutare. Quanto è
facile illudersi di vederci bene solo perché ci diciamo cristiani. Quanto è facile dimenticare che la profondità dello sguardo cristiano, della coscienza
cristiana, è un’acquisizione progressiva, all’insegna di grande pazienza.
“Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano” è il dramma della
“cosificazione” degli uomini, particolarmente evidente in molti atteggiamenti
e comportamenti della cultura e degli uomini di oggi: le persone ridotte a
cose di cui disporre, da manipolare e da asservire a fini prestabiliti. Forse anche
il nostro sguardo ha bisogno di maggiore limpidezza? Non è più saggio ammettere che la terapia del Signore su di noi è tutt’altro che conclusa? E desiderare che quelle sue dita tornino ancora a posarsi sui nostri occhi? La
laboriosa azione di Gesù sul cieco è il prezzo da pagare per essere definitivamente guariti e diventare capaci di vedere bene anche a distanza. Riconosciamolo e dichiariamo con onestà:“Credo di vedere uomini, ma vedo alberi che
camminano”.A volte ci prende la presunzione di vedere tutto, bene, a distanza,
secondo i parametri della scienza e della cultura odierna, mentre siamo ancora
per via e quello che vediamo non è tutto, ma è una visuale ancora parziale.
3 Dopo la spiegazione si può fare questa provocazione: “La scienza, la cultura, in che cosa blocca la mia fede?”. Le risposte verranno scritte su delle
sagome a forma di occhiali che l’animatore avrà precedentemente preparato e consegnato ad ogni adolescente.
3 Ognuno cercherà poi di trasformare questi impedimenti in un impegno concreto, al positivo.
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
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Sms for you
“Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annuncio”. (At 17,23)
“L’uomo supera infinitamente l’uomo”. (Pascal)
Preghiera
Di sporsi a cerchio, porre su di un ripiano un cero acceso ed una ciotola
con del sale. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Solista
Tutti
Solista
Tutti
Solista
Tutti
Solista
Tutti
Solista
Tutti
Signore, io credo, io voglio credere in te.
Signore, fa’ che la mia fede sia piena, penetri il mio
modo di giudicare le cose.
Signore fa’ che la mia fede sia libera
abbia il concorso personale della mia decisione.
Signore, fa’ che la mia fede sia forte
non tema le contrarietà e le avversità; resista alla fatica della critica e della dialettica.
Signore, fa’ che la mia fede sia gioiosa
dia pace e letizia alla mia vita.
Signore, fa’ che la mia fede sia operosa
dia volto e ragione alla carità.
(Paolo VI)
Signore fa’ che la mia fede…
(ogni adolescente esprime una sua invocazione)
e pone nella ciotola accanto al cero acceso un pizzico di sale.
Concludere con un canto.
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DALLA PAROLA ALLA VITA
Ragionare sulla fede con umiltà scoprendo che la vera grandezza sta in uno stile,
una direzione da prendere
Attività
Questo tema è stato impegnativo e per confermare la bellezza e la possibilità che fede e scienza stiano insieme, gli animatori sono invitati a cercare
una persona inserita in parrocchia (medico, ingegnere, professore…) che
abbia fatto studi scientifici, per raccontare al gruppo la sua esperienza di
fede e di ragione.
Per organizzare quest’incontro è importante illustrare prima al testimone
quale percorso è stato fatto finora con i ragazzi su questo tema.
Il testimone dovrebbe essere in grado di parlare non solo della sua vita, ma
anche cercare di far riflettere i ragazzi sul fatto che fede e ragione non
sono in contraddizione quando esse operano in maniera corretta.
Il testimone sarà l’esempio che “l’uomo che accetta Dio per fede non rinuncia alla sua natura di essere dotato di ragione” (S. Anselmo).
Vi proponiamo anche di fare un cartellone o un articolo sul giornale decanale che possa raccontare alla comunità ciò che avete fatto e approfondito sul tema della scienza e della fede.
Preghiera
Disporsi a cerchio, porre al centro una ciotola con dei chicchi, un cero acceso e un piattino dove raccogliere i grani. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,31-32)
Gesù espose un’altra parabola e disse: “Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo
campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più
grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami”.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Preghiera corale
Liberaci, Signore,
dalla paura e da tutte le paure
che ci paralizzano.
Confermaci nella fede;
rendi forte e dolce il nostro affidamento a Te.
Aiutaci a fare della nostra vita
un evento pasquale,
un passaggio
dallo scetticismo alla fiducia,
dalla scoraggiamento alla speranza,
dall’indifferenza alla solidarietà
dalla tristezza alla gioia
da…a… (ogni adolescente può comunicare la nuova direzione intravista
e pone nel piattino accanto al cero un chicco di grano).
Concludere con un canto.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della seconda unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
Giuseppe Moscati di Giacomo Campiotti (2007)
Lourdes di Lodovico Gasparini (2001) [scheda filmica p. 120]
Il decalogo 1 di Krzysztof Kieslowski (1990) [scheda filmica p. 120]
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IL GRANDE INVITO
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 32
Temi
Il rapporto con il divertimento, e con il corpo.
Sballo/gioia.
Esorcizzare l’instabilità con il piacere.
L’Eucaristia: il farmaco contro l’individualismo.
Il divertimento sembra l’obiettivo principale della vita di tanti ragazzi. La
molla che tutto determina e muove. Così si fanno notare mentre galoppano
a briglia sciolta incontro allo sballo del sabato sera, lanciandosi come folli
lungo l’autostrada con la patente appena fatta e l’auto di grossa cilindrata
comprata da papà, mentre si avvicinano a sostanze proibite con la loro fragile
esperienza, mentre inseguono la felicità illudendosi di trovarla nell’avere, nel
possesso, nel consumo di beni e persone. Nelle notti dancing, tra musica
forte, balli e alcool, i ragazzi si “spogliano” in maniera artefatta, del proprio
Sé, per ricongiungersi agli altri, cercando di sottrarsi all’ansia e alla paura. In
realtà, la cosiddetta “cultura dello sballo”, contrassegnata da condotte
disinibite e molto audaci, nasconde altro. Nel momento in cui si cerca la felicità, l’amore, la speranza, la pace, la giustizia, si chiede un significato pieno
per la propria vita. Privi di questo orizzonte si sperimenta – come accade
oggi a tanti uomini – l’incertezza, il vuoto, l’angoscia. Vivere da “exstasyati“
significa, per paradosso, costringersi a vivere perennemente infelici, a due
passi da quella felicità che si desidera, ma già di nuovo spenti nel momento
in cui l’effetto chimico immancabilmente finisce… significa fuggire continuamente da sé stessi e dalla vita “impastata” anche di sofferenza e smarrimenti, di delusioni e fallimenti. Solo nella certezza di un significato, la vita si
illumina e noi riusciamo ad accettare noi stessi, gli altri, il mondo. I ragazzi
vanno provocati a scavare dentro di sé, prendendo un desiderio qualsiasi e
andando alla sua radice, senza accontentarsi di fermarsi all’oggetto immediatamente cercato, ma andando sempre indietro… di desiderio in desiderio, per scoprire che dietro ogni cosa cercata c’è un progetto incolmabile
di felicità, dietro ogni persona e ogni affetto desiderato, c’è il volto di Dio.
L’uomo desidera Dio, non può negare la sete di infinito, di assoluto, di eterno
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che si porta dentro. Ci incanta la bellezza di un tramonto, di un fiore, di un
volto e vorremmo che quell’incontro non finisse mai. I frammenti di verità
che faticosamente riusciamo a trovare, si presentano spesso frammisti ad errori, incertezze e parzialità; ci rinviano sempre ad una verità incontaminata,
sottratta all’inquietudine del dubbio. Quando sentiamo la spinta a donarci,
sperimentiamo spesso l’insufficienza della nostra generosità e vorremmo
intraprendere la strada di un amore totale, gratuito, irreversibile. Solo Dio
può spegnere il desiderio di Dio. Nella nostra ricerca incontriamo Gesù.
Andiamo da Gesù con le nostre domande ed egli risponde ravvivando ulteriormente la nostra ricerca: “Che cosa cercate?”, spingendoci ad approfondire la nostra stessa domanda, fino a scoprire un senso più profondo:
“Chi cercate?”. È lui che ci accompagna all’incontro con Dio. Alla luce della
sua parola leggiamo la nostra vita. Conoscendolo di persona scopriamo che
si è realizzato donandosi. Lo stesso chiede a noi: essere dono per gli altri.
Chi vuole salvare la propria vita, la perde: chi, come lui, scoprendosi amato
da Dio, fa’ di se stesso e della propria vita un dono, trova il segreto che dà
senso al vivere, anche quando fosse fatica o dolore. L’incontro con Cristo
non censura i progetti e i frutti della ricerca umana, ma li discerne, li assume
in un quadro più grande, li conduce a quella pienezza cui l’uomo anela. Colui
che ha detto: “Io sono la verità”, non ci offre verità astratte, ma ci introduce
nella vita. Egli è anche “la vita” e “la via” per raggiungerla (Gv 14,6).
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- esprimere che cosa produce loro gioia e come si divertono;
- comprendere che la loro ricerca di divertimento nasconde una ricerca;
- capire che la risposta a questo loro desiderio di felicità trova origine nell’incontro e nella comunione con Gesù Eucaristia;
- precisano alcuni aspetti e occasioni in cui loro stessi possono vivere la
logica del dono.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ASCOLTARE LA VITA
Esprimere che cosa produce gioia e come ci si diverte. Comprendere che la ricerca di divertimento nasconde una ricerca più profonda.
Attività: elaborare testimonianze.
Si invitano i ragazzi a riflettere sul tema del divertimento. Per aprire il dibattito si possono utilizzare i seguenti articoli di giornale. L’animatore legge
l’articolo o gli articoli che ha scelto insieme ai ragazzi, suddividendoli a
gruppetti se il gruppo è numeroso.
Rave party. Lunedì 24 settembre 2007 sul Blog Meteolive.leonardo.it
“sheva78” ha scritto: “Sabato mattina, ore 4 ... i vetri iniziano a tremare!
Cosa sarà? Incredibile ma vero, musica hardcore a palla ... rave party ad un
km da casa mia! X 3 notti e 2 giorni consecutivi, musica a palla, e gente devastata completamente in giro x le strade del mio piccolo paese senza che
nessuno potesse far niente! Ovviamente x tre notti, anche noi abbiamo
dormito (si fa’ x dire) con la musica assordante. Sabato pomeriggio, nel mio
paese abbiamo assistito a scene incredibili, con persone che arrivavano a
piedi dalla stazione Pontedera! (che x la cronaca dista 13 km dalla zona
della festa). In serata, pullman e camper in arrivo da ogni posto (molti gli
stranieri dalla Francia/Olanda/Germania/Spagna). Gli anziani del paese, che
assistevano increduli a tutto ciò! Sabato notte oltre 5000 persone si trovavano nella campagna, molte delle quali, in uno stato di devastazione assurda ... il tutto senza che le forze dell’ordine potessero far niente (o non
volevano far niente). Ieri sera, con dei miei amici siamo andati sul posto ed
ho visto cose che in uno stato normale, non sono normali! Gente appoggiata alle casse che sparano oltre 150 decibel di musica (misurati con un cellulare) tecno ed hardcore. Libera vendita di sostanze di ogni tipo, in appositi
tavoli, come al mercato! Ovviamente la gente arrivava ... passava davanti le
forze dell’ordine, andava (se voleva) a fare spesa, e poi se ne tornava via
come se niente fosse. Una decina gli incidenti stradali (senza conseguenze)
in zona in 3 notti. Sabato notte, chiusa x 5 ore, la statale Valdinievole, perché le macchine parcheggiate ovunque non permettevano più il transito! Incredibile ma vero, il 50% forse più delle persone, erano ragazze, molte delle
quali davvero belle, in stati però che non si possono commentare! Penso
veramente che il nostro stato sia arrivato al capolinea se permette cose simili, senza dire e fare niente! PS: Oggi, dopo 3 notti insonne, sono a lavoro,
così ... Ciao a tutti”.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Velocità e sballo. Luca, 17 anni, un motorino truccato: “Farsi male? Non
è ancora successo. Io non sono tra i più veloci, alcuni di noi diventano famosi nel giro perché sono davvero spericolati”. “È divertente, spettacolare,
è una cosa che ti gasa. E poi rischia solo chi fa certe gare”. Luca ha 17 anni,
studente di un istituto tecnico, e una passione per i motorini truccati. E
con la sua compagnia il sabato sera, dopo le 21, si ritrova dietro al bowling
di Mirano, periferia urbana, campi e capannoni a lato della provinciale dove
centinaia di adolescenti si danno appuntamento per sfide di velocità con
scooter elaborati, «cinquantini» solo sulla carta, e che subito dopo si trasformano in bolidi, proiettili volanti con motori da 80 e anche 100cc che
viaggiano ben oltre 120 km/h. “C’è un po’ di tutto. Quella principale è di velocità. Si parte da fermi e vince chi arriva per primo alla fine del rettilineo.
Poi ci sono le sfide per chi resta di più impennato, le gare di velocità con
le gambe piegate sotto la sella, in pratica uno guida lo scooter in ginocchio.
Alcuni corrono con il casco, altri senza. La sfida più pericolosa è quella a fari
spenti contro le auto che escono da via Don Orione. L’obiettivo è quello
di andare diritti senza cambiare la traiettoria per far spostare l’auto, ma è
molto difficile. Quindi vince chi si scansa per ultimo”.
Io e… l’alcol. Il mio nome è Damiano e in queste righe voglio raccontarvi
come ho conosciuto l’alcol. Era il 1982 quando venni chiamato al servizio
di leva; mi mandarono a fare l’alpino, prima a Merano e poi a Bolzano. Fu
proprio qui che cominciai a fare le guardie e questo significava stare fermo,
all’aperto, a volte anche di notte. Per sopportare il freddo ci davano delle
bustine di cordiale (40 gradi)… fu così che incominciai… Finito il militare,
non davo però a tutto ciò molta importanza, anche perché per un po’ di
tempo sono rimasto un bevitore moderato e quindi l’alcol non mi creava
problemi. Ma nell’arco di due anni le cose sono radicalmente cambiate. Se
all’inizio infatti mi bastava bere a giorni alterni, poi ho iniziato a farlo tutti
i giorni finché, nell’ultimo periodo, mi alzavo al mattino e cominciavo a bere
alcol ancora prima di fare colazione. Un giorno, passando per caso, vidi la
sede dell’Associazione Amarcord. Io sapevo che dovevo trovare il modo di
risolvere quello che nel frattempo era diventato un grave problema, così cominciai a frequentare questa Associazione e poi, da lì, iniziai ad andare al servizio Alcologia di Sesto San Giovanni, e devo dire che in entrambi i posti ho
trovato persone che mi hanno saputo ascoltare e dare dei buoni consigli.
Io però ero evidentemente ancora troppo debole e così mi capitava ancora
di bere e, dopo una sbronza peggiore delle altre, venni addirittura ricove74
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
rato all’Ospedale di Sesto dove rimasi 7 giorni, ma appena uscito da lì andai
a bere al bar di fronte! Naturalmente nel frattempo le cose avevano iniziato
ad andare male anche in famiglia: litigavo sempre con mia moglie, mia madre
non voleva più vedermi e io continuavo ad andare al lavoro pieno di alcol
e questo mi rendeva naturalmente incapace di svolgere le mie mansioni e
complicava i rapporti con i colleghi. Alla fine decisi di farmi ricoverare all’Ospedale di Villa Turro, dove rimasi per tre settimane durante le quali dovetti seguire un programma che comprendeva un lavoro in gruppo (incontri
tra persone con lo stesso problema) e la partecipazione a corsi di educazione sanitaria (una dottoressa ci spiegava cosa poteva capitarci in determinate situazioni e come i nostri organi rispondevano alle bevande
alcoliche). Da quando sono stato dimesso, vado lì mensilmente a fare gli
esami del sangue e settimanalmente partecipo ai gruppi multifamiliari. Nel
frattempo continuo a frequentare l’Associazione Amarcord dove ho la possibilità di incontrare persone che hanno avuto esperienze simili alla mia e
che, come me, adesso vogliono aiutare gli altri. Un messaggio importante
che voglio infatti mandare a tutti è che, con la forza di volontà e il sostegno degli altri, è possibile uscire dal tunnel della dipendenza alcolica. Oggi
sono un marito normale, un papà affettuoso con i propri figli e un uomo
che tornerà a lavorare.
Il supermarket della droga. Antonella ci ha fatto l’abitudine a quella polvere giallina, quei granelli che avanzano dalla sniffata, sulla tavoletta del wc,
in uno dei bagni della discoteca. E spiega alla sua amica Francesca, che guarda
stupita: «È ketamina, non la conosci?». È una delle nuove droghe che utilizzano i ragazzi baresi, giovani, anche minorenni, con pochi soldi nelle tasche
e l’insana voglia di “provare”. La chiamano anche “cat Valium”, o in modo più
innocuo, come una nota marca di cereali, “Special K”, come se fosse di casa,
insomma. In realtà è un anestetico dissociativo, utilizzato in veterinaria soprattutto sui cavalli, disponibile in farmacia in forma liquida e quindi iniettabile come l’eroina, o trasformabile in polvere (basta un microonde, dicono),
e quindi inalabile come la cocaina. Circola nelle discoteche, nei locali notturni, e dà quello che i ragazzi, anche minorenni, cercano: la “bolla”, e cioè
la sensazione di essere sospesi, di fluttuare con la mente che si distacca dal
corpo, attraversando esperienze fortemente dissociative, viaggio tra la vita
e la morte. È pericolosa, come tutte le altre droghe, costa poco e si sta diffondendo a macchia d’olio. Ma il panorama dello sballo dei giovani è ampio,
molto di più. «C´è una droga per ogni tasca», spiegano allarmati gli investi75
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
gatori che operano in questo campo. E per l’uscita del sabato sera c’è da scegliere, tanto che anche gli spacciatori si sono adeguati, diversificando l’offerta.
Sulla bancarella clandestina c´è l´eroina, richiesta dai vecchi tossicodipendenti, e quindi non può mancare. Prezzo di listino: 25-30 euro a dose. Roba
da vero supermarket. Ma c’è anche la cocaina, così diffusa che Bari è stata
soprannominata la “seconda città bianca”, dopo Ostuni si intende, che vanta
ben più gradevoli peculiarità di questo colore. Per la cocaina i prezzi sono
calati, tanto da essere sempre più alla portata dei ragazzi che con 40 euro
se ne portano via una dose (di circa mezzo grammo). La sniffano, ma la fumano anche, in associazione con sostanze di altro tipo come la marijuana:
sigari, chiamati “blunt” che hanno un costo contenuto, tanto da essere venduti anche a 10 euro. Ancor più a buon prezzo per i giovani sono le pasticche di ecstasy: se ne trovano anche a 5 euro ciascuna, e la serata è garantita.
E non inducano in errore giovani abbronzati, giacca attillata e spalle muscolose, che si aggirano nei locali con la bottiglietta dell’acqua. Non è una nuova
tendenza, ma semplicemente un modo per i “salutisti” di assumere Mdma
(metildiossimetanfetamina), il principio attivo dell’ecstasy comprato in polvere e sciolto in acqua o nei cocktail colorati. Insapore e inodore, è ancor
più pericoloso se somministrato all’insaputa di chi crede di bere bevande
analcoliche. «Succede - ammette Andrea, 16 anni - Io e i miei amici stiamo
sempre attenti quando abbiamo il bicchiere in mano. Le ragazze del nostro
gruppo se lo tengono stretto, sanno che rischiano di andare fuori di testa e
magari essere coinvolte in rapporti sessuali che non vogliono».
Per un fine settimana volontaria. Ce n’è voluto prima che dicessi sì all’amica che non stava più nella pelle di raccontarmi com’era andata la volta
precedente in cui io non avevo partecipato.
Il mio problema se andavo con lei era come avrei potuto raccontare ai mie
amici che avevo passato un fine settimana al ricovero invece della discoteca.
Sono andata con Anna un fine settimana al ricovero per anziani della mia
città. In quei giorni non so quante carrozzine ho spinto per il giardino. Tra
una passeggiata e l’altra qualcuno di loro mi diceva “É bello stare con te,
godere della tua compagnia…” Mi sentivo un po’ goffa, non sapevo cosa rispondere, ma avvertivo che le parole che mi dicevano erano sincere
Ero felice, come non lo ero da tanto tempo, soprattutto, quando riuscivo
a far sorridere qualcuno degli ospiti. Avvertivo che in me cresceva la bellezza di essere dono per qualcuno. Provare per credere! Grazie, Anna, per
aver insistito tanto.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Per riflettere e confrontarsi
3 Quali sensazioni hai provato nell’ascoltare queste situazioni?
3 In base alla tua esperienza diretta o indiretta corrispondono alla realtà?
3 Parecchi giovani pensano che divertimento è uguale a sballo. Sei d’accordo con loro, oppure pensi diversamente? Perché?
3 Qual è ingrediente fondamentale che serve per divertirsi?
3 Cosa ti potrebbe impedire di divertirti veramente?
3 Quando è stata la volta che ti sei divertito il massimo?
Fondamentalmente cosa cerca un adolescente nel divertimento?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività: gioco
Preparare un gioco di squadra avventuroso, dopo il gioco:
Valutare il livello di partecipazione e coinvolgimento.
Esprimere le emozioni e le sensazioni vissute.
Qual è l’ingrediente fondamentale per divertirsi?
Cosa ti potrebbe impedire di divertirti veramente?
Quando è stata l’ultima volta che ti sei divertito al massimo?
Fondamentalmente cosa cerca un adolescente nel divertimento?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Proposta. Testimonianza di una o più persone che, nella loro vita, hanno
sperimentato il vuoto, il non senso, dopo aver vissuto momenti di “sballo”.
Preghiera
Disporre un orcio con tanti nastri colorati quanti sono gli adolescenti; mettersi in cerchio. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Ogni adolescente estrae dall’orcio un nastro colorato ed esprime cosa gli
dona gioia.
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Preghiera corale
Signore, noi desideriamo la gioia.
Ne abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo!
Tutto il mondo la desidera.
Ma c’è gioia e gioia:
c’è quella che dura un’ora soltanto
e quella che dura per sempre.
Ti preghiamo,
insegnaci la gioia
quella vera,
insegnaci a riconoscerla dentro di noi,
a custodirla,
e a diffonderla.
La gioia vera
che cerchiamo
sei tu, Gesù.
Ti ringraziamo
per tutte le persone
che sanno comunicare gioia
perché sono nella gioia.
ASCOLTARE LA PAROLA
Capire che la risposta a questo desiderio di felicità trova origine nell’incontro
e nella comunione con Gesù Eucaristia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17)
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio
amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore,
come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo
amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come
io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per
i propri amici.Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi
chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi
ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto co78
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
noscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché
tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo
vi comando: amatevi gli uni gli altri.
- La sala viene appositamente preparata per creare il clima e favorire
la riflessione (es. porre al centro una stuoia con un cero, la Bibbia, dei
cuscini o degli sgabelli intorno).
- Lettura del testo evangelico: ognuno lo legge personalmente con accompagnamento di sottofondo musicale.
Si chiede di sottolineare la parola che è ritenuta più importante nel
testo.
- Si chiede di esprimere qual è stata la parola sottolineata e perché.
- La parola viene scritta su un cartellone e personalmente ognuno
dice un interrogativo che la parola scelta gli suscita dentro.
- Viene chiesto ad ogni adolescente di dare un titolo al brano che
viene scritto sulla fotocopia.
- Far esprimere i vari titoli che sono stati dati al brano.
3 L’animatore propone una domanda per lanciare l’approfondimento:
“Perché Gesù parla di GIOIA nell’ultima cena? Dopo aver ascoltato le risposte offrire una sintesi di spiegazione.
Evidenziare il fatto che Gesù parla della sua gioia la sera dell’ultima Cena, dopo aver
lavato i piedi ai discepoli e nell’ora in cui sta per far dono della sua vita. L’Eucaristia
è sempre celebrazione della gioia di Gesù, condivisa e partecipata da coloro che imparano a donarsi per amore, sull’esempio di lui (“Fate questo in memoria di me”).
3 Proporre poi il seguente stimolo: “Queste parole di Gesù nell’ultima cena
quali passi mi invitano a compiere nella mia vita di credente?
3 Proporre ad ogni adolescente di portare al centro della stanza un oggetto che ha su di sé e che può essere simbolo della loro gioia di donarsi
agli altri. In alternativa si possono procurare delle immagini simboliche e
far scegliere quale per loro esprime la gioia del dono di se stessi.
3 Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
Sms for you
“C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. (At 20,35)
“Cari giovani, la felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha
un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth, nascosto nell’Eucaristia”.
(Benedetto XVI)
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Preghiera (si può programmare una breve adorazione eucaristica)
L’animatore introduce il momento di adorazione, canto
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17)
breve pausa
Preghiera
Tutti
Pane del cielo sei tu Gesù, via d’amore, tu ci fai come te.
1. Solista Signore, disponici ad adorare il sacramento della nuova ed
eterna alleanza che tu hai stipulato con noi.
2. Solista Mangiando questo pane tu rimani in noi e noi rimaniamo in
te.
3. Solista Tu sei il pane che da vita, senza di te non possiamo vivere.
4. Solista Facci pane da distribuire, pane da spezzare, pane da condividere.
5. Solista ….
Padre nostro.
Canto conclusivo.
DALLA PAROLA ALLA VITA
Precisare alcuni aspetti e occasioni in cui si può vivere la logica del dono.
Attività
Leggere insieme ai ragazzi quello che il Papa ha detto sull’Eucaristia a Colonia.
Erano venuti per mettersi a servizio di questo Re, per modellare la loro regalità sulla sua. Era questo il significato del loro gesto di ossequio, della loro adorazione. Di essa facevano parte anche i regali - oro, incenso e mirra - doni che
si offrivano a un Re ritenuto divino. L’adorazione ha un contenuto e comporta
anche un dono.Volendo con il gesto dell’adorazione riconoscere questo bambino
come il loro Re al cui servizio intendevano mettere il proprio potere e le pro80
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
prie possibilità, gli uomini provenienti dall’Oriente seguivano senz’altro la traccia giusta. Servendo e seguendo Lui, volevano insieme con Lui servire la causa
della giustizia e del bene nel mondo. E in questo avevano ragione. Ora però imparano che ciò non può essere realizzato semplicemente per mezzo di comandi e dall’alto di un trono. Ora imparano che devono donare se stessi - un
dono minore di questo non basta per questo Re. Ora imparano che la loro vita
deve conformarsi a questo modo divino di esercitare il potere, a questo modo
d’essere di Dio stesso. Devono diventare uomini della verità, del diritto, della
bontà, del perdono, della misericordia. Non domanderanno più: Questo a che
cosa mi serve? Dovranno invece domandare: Con che cosa servo io la presenza
di Dio nel mondo? Devono imparare a perdere se stessi e proprio così a trovare se stessi. Andando via da Gerusalemme, devono rimanere sulle orme del
vero Re, al seguito di Gesù.
Cari amici, ci domandiamo che cosa tutto questo significhi per noi. Poiché quello
che abbiamo appena detto sulla natura diversa di Dio, che deve orientare la
nostra vita, suona bello, ma resta piuttosto sfumato e vago. Per questo Dio ci
ha donato degli esempi. I Magi provenienti dall’Oriente sono soltanto i primi di
una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che
a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi
- noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora. Nelle loro vite, come in un grande libro illustrato, si svela la ricchezza del
Vangelo. Essi sono la scia luminosa di Dio che Egli stesso lungo la storia ha
tracciato e traccia ancora.
Ogni ragazzo e animatore pensa ad un gesto concreto di dono (tempo per
aiutare un compagno a studiare, una parte della propria mancia data per…)
scrivendolo su un bigliettino. I foglietti sono letti dai ragazzi al gruppo e poi
raccolti in un cesto.
È importante avvisare i ragazzi che nell’incontro successivo ognuno condividerà le difficoltà e i successi legati alla realizzazione dell’impegno preso.
Il gruppo, partecipando alla Messa della comunità si impegna ad animarla.
Uno dei segni di questa celebrazione sarà il cesto coi biglietti raccolti.
Preghiera
Disporre al centro del cerchio un grosso pane. Canto, breve introduzione
dell’animatore, un attimo di silenzio.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Preghiera corale
Fa’, o Signore, che l’Eucaristia sia il centro, il modello,
la forza plasmatrice della nostra gioia.
O Dio, in Gesù, ti doni a noi
e ci apri ad uno sguardo nuovo sulla nostra vita.
Dona ad ogni cristiano, ad ogni comunità parrocchiale, ad ogni gruppo
di trovare nell’eucaristia la forza per decentrasi
ed andare oltre se stesso,
per uscire dalla propria schiavitù
ed entrare nella libertà e nella gioia
che tu ci regali.
Fa’ che la smettiamo di domandarci,
di fronte alle scelte quotidiane,
“quanto mi serve”
chiederci invece “come posso servire?”
come tu, Gesù, in ogni Eucaristia,
ci inviti alla tua cena e ci servi.
Concludere l’incontro con un pezzo di pane da consumare insieme. Ogni
adolescente, mentre prende il pezzo di pane, dice con chi lo vuole spezzare… “come può servire”.
Concludere con un canto adatto.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della terza unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile
percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
L’olio di Lorenzo - atto d’amore di Gorge Miller (1993) [scheda filmica p. 121]
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
“NIENTE PAURA, CI PENSA IL MAGO…!”
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 37
Temi
Magia e fede.
Mascherate dietro atteggiamenti spavaldi e aggressivi, i ragazzi nascondono
spesso ansie e paure che faticano a confessare a sé stessi e agli altri. L’esoterismo e la superstizione trovano terreno fertile nella loro solitudine e fragilità. Oroscopi, amuleti e tarocchi sembrano essere diventati i compagni
di strada di molti adolescenti, vittime inconsapevoli di un vero e proprio
bombardamento esoterico dei mass media. Non a caso l’oroscopo di alcune
riviste per teen agers, invita apertamente i lettori a compiere piccoli riti:
“Per l’Ariete – il 13 del mese scrivi su un foglietto rosso il nome del ragazzo
che in questo periodo ti piace tantissimo. Tempo una settimana e la situazione migliorerà”. E poi: “Attenta alle interrogazioni a sorpresa nelle ultime
due settimane del mese: affrontale indossando qualcosa di giallo”. Spesso i
rituali diventano più complessi. Per risolvere i problemi della vita i ragazzi
dovrebbero bere infusi di menta, mettere grani di riso in contenitori di cristallo, esporre ciondoli ai raggi del sole, tenere foglie di betulla sotto il cuscino e un pizzico d’artemisia dentro le scarpe. È la cultura del non impegno.
Invece di sforzarsi per raggiungere un obiettivo, si sceglie la strada dell’amuleto e del rito magico. Si è portati a credere che esiste una “magia
buona”, in grado di risolvere le difficoltà quotidiane: la solitudine, l’assenza
di dialogo in famiglia, le crisi a scuola o sul mondo del lavoro. In questo
modo c’è il rischio di consolidare tra i giovani una vera e propria “mentalità esoterica”. Spesso ritroviamo queste caratteristiche anche negli atteggiamenti/comportamenti religiosi degli adolescenti in cui prevale
prevalentemente un coinvolgimento emotivo o un bisogno di adeguamento
e/o rassicurazione. A volte la loro esperienza religiosa è contraddistinta dal
tentativo di manipolare un dio-magico. È comodo ricorrere a un Dio-idolo
perché risolva i problemi di un compito in classe… basta una preghiera e
una candela accesa. D’altronde si vedono tanti campioni che per vincere, tra
gli amuleti utilizzano pure una croce. Dio diventa una sorta di slot-machine:
butti dentro qualcosa perché faccia il miracolo. Credere in lui è pura magia.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Affrontando e confrontando queste tematiche, i ragazzi scoprono la presenza di Gesù nella loro vita, non come un intruso, ma come amico che sostiene e offre speranza. Con il suo aiuto si possono vincere il male e la
morte. Credere in Dio è fidarsi e affidarsi. Con Lui la vita di tutti i giorni
assume una veste nuova. Se abbiamo paura, se ci sembra di non farcela, se
stiamo male per un dolore, un dispiacere, un peccato, un torto, una prepotenza subita, un senso di colpa che ci tormenta, un rimorso… Lui c’è.
Oltre il nostro orizzonte ristretto: Lui c’è.
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- prendere coscienza delle loro paure e insicurezze (nei confronti degli
altri e del futuro) e come queste si manifestano (superstizione, magia,
ritualità...);
- comprendere che l’uomo da solo si perde e quindi è importante fissare lo sguardo su Gesù (Pietro sulle acque?);
- convincersi che le paure non vanno evitate o esorcizzate, ma affrontate condivise e affidate (a Dio).
ASCOLTARE LA VITA
Prendere coscienza delle paure e insicurezze (nei confronti degli altri
e del futuro) e come queste si manifestano (superstizione, magia, ritualità...).
Attività: trasmissioni televisive.
Su molte reti private vanno in onda trasmissione televisive condotte da
maghi e chiromanti.Videoregistrate alcune puntate e rivedetele in gruppo.
Cercate di capire se le telefonate sono gratuite, quante volte il mago, più
che vedere il futuro, ripete le medesime cose con i diversi clienti, se pubblicizza il suo studio, che tipo di risposte danno a coloro che hanno chiamato. Fate poi confluire queste conclusioni su un cartellone inchiesta.
Successivamente aprite il dibattito con i ragazzi.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Per riflettere
3 Come mai molte persone consultano maghi e chiromanti?
3 Un antico detto dice: “Gli altri ci possono influenzare”: sei d’accordo?
3 Cosa pensi del fenomeno degli oroscopi?
3 Possiedi qualche oggetto portafortuna? Quale potere gli attribuisci?
3 Se un indovino ti predicesse il tuo futuro come lo accoglieresti?
3 Ti appassiona la magia? Pensi abbia un fondamento scientifico?
3 C’è una risposta più grande alle nostre insicurezze, al nostro desiderio di felicità, alla nostra voglia di futuro?
Per la sintesi si possono utilizzare i contenuti del sussidio per animatori.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi a semicerchio, porre al centro l’immagine delle mani che si protendono, particolare della cappella Sistina, ricoperta con dei foglietti. Canto,
breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Preghiera corale
Signore Gesù,
sciogli, ti prego
i nostri timori,
le nostre paure,
le nostre indecisioni
i nostri blocchi nelle scelte importanti,
nel futuro che ci attrae e ci inquieta,
nelle amicizie,
nel perdono,
nel rapporto con gli altri,
negli atti di coraggio.
Sciogli i nostri blocchi, davanti a te, Signore!
Ogni adolescente dice una sua paura o una sua insicurezza e toglie uno dei
foglietti che ricoprono l’immagine delle mani che si protendono, particolare
della cappella Sistina.
Concludere con il Padre nostro.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ASCOLTARE LA PAROLA
Comprendere che l’uomo da solo si perde e quindi è importante fissare
lo sguardo su Gesù (Pietro sulle acque?).
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-33)
Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì
sul monte, solo, a pregare.Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde,
a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di
loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “È un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma
subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli
disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli
disse: “Vieni! ”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle
acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami! ”. E subito Gesù stese la
mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato? ”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio! ”.
3 Creare un clima di silenzio e attenzione dopo di che si invitano gli
adolescenti a bendarsi gli occhi.
3 Far pensare alle loro paure, alle loro difficoltà nei loro ambiti di vita.
Fare qualche attimo di silenzio.
3 L’animatore:
- legge il brano del Vangelo molto lentamente,
- fa ripetere una frase che li ha colpiti di più o che gli è rimasta impressa, e - fa dire il perché,
chiede agli adolescenti: “Cosa avresti fatto se fossi stato al posto di Pietro?”
- fa togliere le bende e condividere le risposte.
- cerca poi di proporre un parallelo tra le situazioni esistenziali degli
adolescenti (emerse nell’incontro precedente) e la situazione di Pietro.
3 Rileggere il brano del Vangelo e dare una sintesi del significato del
brano. Il mare è simbolo della realtà che ci circonda nel corso della nostra vita;
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
essa ci forma, ci arricchisce, talora ci condiziona, ci frena, ci spaventa... Il mare
in tempesta richiama tutto ciò che appare ineluttabile e sembra illusorio poter
superare…
Ma la fede, quando è relazione viva con Gesù, può far maturare la convinzione
della sua indefettibile presenza: se anche lui è sulla barca con noi, noi siamo comunque dalla parte del più forte.
3 Consegnare un foglio A4 ai ragazzi e invitarli a scrivere una professione di fede in Gesù. Possono iniziare così:
Gesù mi fido di te…
3 Se gli adolescenti hanno creato un bel clima si possono leggere le loro
“professioni di fede” dopo di che con quel foglio costruiranno una barca
da appoggiare al sasso usato per la preghiera finale.
Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera.
Sms for you
“Noi apparteniamo a Dio: per questo non dobbiamo pensare che Dio sia simile all’oro, all’argento, e alla pietra”. (cfr. At 17,29)
“Voi ambasciatori di speranza: chi sbaglia è amato da Gesù”. (Benedetto XVI).
Preghiera
Disporsi a cerchio, mettere al centro un’icona di Gesù appoggiata da un
grosso sasso. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1Pt 2,4)
Stringendovi a Gesù, pietra viva, rigettata dagli uomini,
ma scelta e preziosa davanti a Dio.
Preghiera corale
Signore Gesù,
ti ringraziamo, perché hai vinto le esitazioni e le paure
di Simon Pietro,
perché gli hai dato di non chiudersi in se stesso
ma di credere in te.
Ti offriamo, Signore,
le nostre paure, le nostre reticenze
le nostre rigidità.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Trionfa tu su di noi.
Rendi pronto il nostro cuore
come hai reso pronto Simon Pietro.
Signore, talvolta ci fai poveri,
ci lasci sul mare in tempesta,
dormi
perché comprendiamo
che solo tu colmi i nostri desideri,
cancelli le nostre paure e le nostre incertezze.
Sali, Signore, sulla nostra barca,
non lasciarci in preda allo sconforto.
Aiutaci a stringerci a te, pietra viva,
a convincerci della indefettibile presenza.
Canto.
DALLA PAROLA ALLA VITA
Convincersi che le paure non vanno evitate o esorcizzate, ma affrontate condivise e affidate (a Dio).
Negli incontri precedenti sono emerse le paure dei ragazzi e la necessità
di affidarsi a Gesù, come ha fatto Pietro, per cercare di superarle. Affidarsi
non è un’alienazione, ma un guardare con fiducia a Chi solo può aiutarci.
Tuttavia anche il discepolo scelto da Gesù non riesce a tenere lo sguardo
fisso su di Lui e cade. Anche noi abbiamo difficoltà a guardare in faccia le
nostre paure e a chiamarle per nome. Forse la paura che può riassumere
tutte le altre è quella del futuro.
Il Papa a Sidney ci ha invitati ad essere testimoni audaci e non timorosi
della vita.
Dal Discorso di Papa Benedetto XVI in occasione della GMG di Sidney
Qual è la nostra risposta, come testimoni cristiani, a un mondo diviso e frammentato? Come possiamo offrire la speranza di pace, di guarigione e di armonia a
quelle “stazioni” di conflitto, di sofferenza e di tensione attraverso le quali voi avete
scelto di passare con questa Croce della Giornata Mondiale della Gioventù? L’unità
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
e la riconciliazione non possono essere raggiunte mediante i nostri sforzi soltanto.
Dio ci ha fatto l’uno per l’altro (cfr. Gn 2,24) e soltanto in Dio e nella sua Chiesa
possiamo trovare quell’unità che cerchiamo. Eppure, a fronte delle imperfezioni e
delle delusioni sia individuali che istituzionali, noi siamo tentati a volte di costruire
artificialmente una comunità “perfetta”. Non si tratta di una tentazione nuova. La
storia della Chiesa contiene molti esempi di tentativi di aggirare o scavalcare le debolezze ed i fallimenti umani per creare un’unità perfetta, un’utopia spirituale.
Carissimi giovani, abbiamo visto che è lo Spirito Santo a realizzare la meravigliosa comunione dei credenti in Cristo Gesù. Fedele alla sua natura di datore e
insieme di dono, egli è ora all’opera mediante voi. Ispirati dalle intuizioni di sant’Agostino, fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia
la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione!
Domani quello stesso dono dello Spirito verrà solennemente conferito ai nostri
candidati alla Cresima. Io pregherò:“Dona loro lo spirito di sapienza e di intelletto,
spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà e riempili dello spirito
del tuo santo timore”. Questi doni dello Spirito – ciascuno dei quali, come ci ricorda
san Francesco di Sales, è un modo per partecipare all’unico amore di Dio – non
sono né un premio né un riconoscimento. Sono semplicemente donati (cfr. 1Cor
12,11). Ed essi esigono da parte del ricevente soltanto una risposta: “Accetto”!
Percepiamo qui qualcosa del mistero profondo che è l’essere cristiani. Ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo.
Dopo tutto, molte persone generose che non sono cristiane possono realizzare
ben di più di ciò che facciamo noi. Amici, accettate di essere introdotti nella vita trinitaria di Dio? Accettate di essere introdotti nella sua comunione d’amore?
Per riflettere
3 Che cosa ci aiuta a tenere lo sguardo su Gesù per superare le nostre
paure?
3 Quali valori ci indicano che il nostro sguardo è fisso nella giusta direzione?
Parlando del futuro e del nostro essere testimoni dell’Amore, si potrebbe
organizzare un incontro con i ragazzi che hanno ricevuto o riceveranno
presto il sacramento della Confermazione.
È un modo per responsabilizzare gli adolescenti sul futuro del gruppo e
della comunità e per essere loro stessi annunciatori di quell’Amore che
hanno incontrato.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Si può preparare con il messaggio del Papa un piccolo segno da regalare a
tutti i partecipanti.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi in cerchio. Porre al centro un corda con diversi nodi. Canto, breve
introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Preghiera corale
Quando riconosciamo i nostri limiti e le nostre fragilità
ed abbiamo il coraggio di cominciare qualcosa si grande
Dio è con noi.
Quando accettiamo le nostre debolezze, senza ingigantirle
ed abbiamo l’umiltà di chiedere e di cercare
Dio è con noi.
Ogni adolescente condivide come intende superare la paura condivisa negli
incontri precedenti e scioglie un nodo della corda
Canone di Taizè ogni due o tre interventi oppure canto conclusivo.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della quarta unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
The Truman Show di Peter Weir (1998) [scheda filmica p. 122]
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
CON LO SPIRITO GIUSTO!
Introduzione
Vedere allegato animatori p. 41
Temi
Pronti a dare la vita.
“Io non mi vergogno del Vangelo”.
Il Cristianesimo è l’incontro vivo con Cristo. Un incontro che si può sperimentare:
- nell’ascolto del Vangelo;
- nei Sacramenti;
- nella comunione della comunità cristiana;
- nella carità di tanti discepoli.
Il cristiano sa che questo dono non può tenerlo per sé: un Amore offerto
con eccesso e gratuità lo rende capace, a sua volta, di esagerare, di essere
autentico testimone della Pasqua offrendo al mondo gioia, novità, speranza.
Tutti insieme, come tanti pezzi di un meraviglioso “puzzle” vivente, ciascuno
porta il suo prezioso contributo rispondendo alla chiamata che il Signore gli
rivolge: diventare testimone del suo Amore. La dimensione missionaria e
apostolica è connaturale con l’identità del credente, a ogni età, in ogni ambiente e situazione. Fede e vita viaggiano sullo stesso binario. Se desideriamo
davvero essere sale della terra e luce del mondo occorre che la Parola di
Gesù sia vissuta e predicata. L’annuncio autentico del Vangelo passa attraverso la testimonianza dei singoli cristiani e di una comunità viva, capace di
incarnare “la buona notizia” nella concretezza della vita. Non sempre chi ci
circonda la pensa come noi, non sempre crede in ciò che crediamo noi. Capita che ci sia qualcuno che non ci capisce o che, addirittura, ridicolizza le
nostre convinzioni. In questi momenti la testimonianza è impegnativa, richiede coraggio, soprattutto per gli adolescenti, che sentono forte il timore
di esporsi, di mettersi in gioco a carte scoperte con i coetanei. La sfida è aiutare i ragazzi a “fare esperienza di Gesù”, a far incontrare il loro vissuto quotidiano con la proposta del Vangelo. Per questo è importante che la comunità
cristiana e gli animatori siano testimoni coerenti: il primo “lavoro” da fare a
vantaggio degli adolescenti è proprio quello di prendersi cura della propria
esperienza di fede, personale e comunitaria, del proprio rapporto con la Parola, del proprio incontro con Gesù; il resto viene dopo.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- evidenziare la bellezza dell’autenticità nelle varie situazioni della loro vita
(e quindi anche le loro maschere, la vergogna di vivere e parlare del Vangelo);
- comprendere che la proposta del Vangelo mi rende felice, coerente,
uomo/donna fino in fondo;
- mettersi in gioco per il Vangelo scoprendone la bellezza e ricercando le
occasioni per farlo.
ASCOLTARE LA VITA
Evidenziare la bellezza dell’autenticità nelle varie situazioni della vita (e quindi
anche le maschere, la vergogna di vivere e parlare del Vangelo).
Attività: i cerchi concentrici
Ad ogni ragazzo viene dato un foglio sul quale sono disegnati alcuni cerchi
concentrici. Al centro si scrive la parola FEDE. Diamo ai ragazzi un elenco
di ambienti (ad es. famiglia, scuola, lavoro, sport, gruppi di amici…). Ogni
ragazzo scriverà dentro ogni cerchio concentrico quali sono gli ambienti in
cui testimonia ed annuncia la propria fede. Se sono situazioni in cui la propria testimonianza è maggiore, scriverà vicino al cerchio centrale, mentre
se sono luoghi dove si trovano in difficoltà o non lo si è mai fatto, si scrivono lontani. Segue una discussione generale, dove l’animatore cercherà di
insistere sulle motivazioni che ci portano a testimoniare con maggiore o
minore forza la nostra fede:
3 Per te dov’è più facile o più normale testimoniare?
3 Perché? Cosa ti facilita?
3 Al contrario, cosa ti rende difficile testimoniare in altri ambienti?
3 Cosa puoi fare per superare queste difficoltà?
Al termine dell’incontro si può fare una specie di classifica generale e riassumerla in un cartellone di sintesi.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
(in alternativa)
Attività
Si dividono i ragazzi in tre o più gruppi. L’animatore presenta ai ragazzi questa situazione: “Immaginate di diventare padrino o madrina di un bambino.
Pensate se è maschio o femmina. Decidete di scrivere al bambino/a una lettera per il battesimo, un augurio di felicità. Raccontategli perché vale la pena
seguire Gesù, quali sono i suoi insegnamenti, quali difficoltà potrà incontrare
nel testimoniare la sua fede (fate qualche esempio concreto), come potrà affrontare queste situazioni. Comunicategli ciò che, secondo voi, dovrebbe sapere, per riuscire nella vita. Dategli il vostro miglior consiglio. Prendete ora
un foglio e scrivete la lettera. Dategli un nome, mettete la data e firmatela.
Avete quindici minuti di tempo…”. Al termine del tempo ci si rimetta in
cerchio e si leggano le lettere preparate nei lavori di gruppo. Ci si confronti
su quanta chiarezza e coraggio di posizione risulti dagli scritti.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi a cerchio, porre al centro un’icona di Gesù coperta con una maschera o con tanti pezzi di carta quanti sono i ragazzi. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
L’animatore introduce la preghiera sintetizzando quanto è emerso nell’attività e invita a condividere una loro difficoltà a testimoniare il Vangelo.
Canto del canone Misericordias Domini più volte, intanto togliere la maschera o i pezzi di carta (puzzle).
Preghiera corale
Signore, aiutaci a non rimanere a galla
come legni secchi,
ma ad andare nel fondo
delle cose, degli eventi, della vita
dove la tua grandezza s’incontra;
dove la tua bontà innamora,
dove la tua bellezza mette gioia.
Signore, se togliamo dalla nostra vita
la crosta polverosa
delle maschere che ci mettiamo
scopriamo una pittura stupenda.
ScopriamoTe, il Tuo volto.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ASCOLTARE LA PAROLA
Comprendere che la proposta del Vangelo mi rende felice, coerente, uomo/donna
fino in fondo.
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 5,13-16)
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa
lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato e calpestato dagli uomini.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una
città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla
sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che
sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei
cieli”.
3 Portare all’incontro una coppetta di sale e una lampada.
Far gustare il sale: e interagire con gli adolescenti sull’importanza del sale
nei cibi (si può anche far loro assaggiare cibi senza sale).
Spegnere la luce e accendere la lampada: far notare la differenza da quando
la lampada è sotto il tavolo, a quando è messa sopra e in alto.
3 Leggere il brano (un versetto ciascuno) e fare un po’ di silenzio per interiorizzarlo. Far ripetere la frase che li ha colpiti di più.
3 Dividere in due gruppi: ad uno è dato di approfondire il paragone del
sale e ad un altro quello della luce. Dare queste provocazioni :
- Che cosa vuol indicare Gesù con questo paragone?
- Per un adolescente della nostra età cosa può significare?
I risultati possono essere riportati su un cartellone attraverso risposte
scritte o una rappresentazione grafica (foto, immagini, disegni).
3 L’animatore cerca di fare una sintesi: “sale” e “luce” sono simboli eloquenti per rendere ragione dell’esperienza cristiana: dicono la sua identità e il
suo effetto nel mondo. Il fatto di credere in Gesù e di seguirlo rende la vita “saporosa” e “luminosa” ovunque sia vissuta, in tutte le situazioni e in ogni ambiente in cui ci si trovi…
3 Si può concludere formulando agli adolescenti questo interrogativo:
“Gesù, la mia fede, in che modo mi fa muovere e accompagna la mia vita?”
Dopo un po’ di silenzio lasciare spazio alla condivisione.
Terminare con il lancio dell’sms e la preghiera proposta.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Sms for you
“Tutto posso in colui che mi dà la forza”. (Fil 4,13)
Preghiera
Disporsi in cerchio. Canto, breve introduzione dell’animatore, un attimo di
silenzio.
Preghiera corale
O Dio della “buona notizia”,
aiutaci a trovare nel Vangelo
quel tesoro che ogni uomo cerca
e per il quale vende tutto.
Manda il tuo Spirito,
perché apra la nostra vita alla speranza
nata con la risurrezione di Gesù,
e animi nel nostro intimo
una gioia così grande e profonda
da non poter più tenere per noi stessi
questa “buona notizia”.
Manda il tuo Spirito,
perché diventiamo testimoni e annunciatori
“di Gesù con la vita e le parole”.
DALLA PAROLA ALLA VITA
Mettersi in gioco per il Vangelo scoprendone la bellezza e ricercando le occasioni
per farlo.
Attività
a) Si dividono i ragazzi in gruppetti di 5-6 elementi. Ogni gruppetto dovrà
creare autonomamente un breve spot pubblicitario sulla testimonianza (5
minuti al massimo), che risponda a queste caratteristiche:
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
rappresentare una situazione concreta in cui la testimonianza cristiana non
viene accettata o è difficoltosa;
b) dare una soluzione a questa situazione, nel senso di rappresentare una
maniera intelligente di testimoniare comunque;
c) portare uno slogan;
d) far esprimere tutti i componenti del gruppetto.
Naturalmente si dia campo libero per quanto riguarda le scenografie e si
stimolino i ragazzi a produrre un minimo di canovaccio/copioni conseguente a una discussione interna al gruppetto. Alla fine si commentano gli
spot insieme ai ragazzi, soffermandosi sull’efficacia del messaggio proposto.
Esempi di situazioni:
1. i compagni di scuola ti invitano a una festa il sabato pomeriggio, ma tu
sei impegnato in oratorio;
2. in piazza davanti alla chiesa, i tuoi amici ci danno dentro in quanto a bestemmie e parolacce…
… e così via.
Cosa ti è parso più importante? Cosa meno?
Da cosa hai capito che quella persona è cristiana?
Quali caratteristiche ritrovi in te? Quali vorresti avere? Perché?
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
(in alternativa)
Attività
Spiegare il senso profondo della testimonianza attraverso la lettura del seguente testo del Cardinale F.X.N. Van Thuan: “È vivendo il presente che si
possono adempiere bene i doveri di ogni giorno. È vivendo il presente che
le croci diventano sopportabili; è vivendo il presente che si possono cogliere le ispirazioni di Dio, gli impulsi della sua grazia. È vivendo il presente
che possiamo costruire fruttuosamente la nostra santità. Bisogna essere
l’amore nel momento presente, con Dio e con tutti... Se non posso fare
nulla in una data circostanza, o per una persona cara in pericolo o malata,
posso però fare quello che si vuole da me in quel momento: studiare bene,
pulire bene, pregare bene”.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Dopo la lettura, sottolineare che tutti siamo chiamati a vivere il dono della
santità giorno per giorno, non compiendo per forza opere grandi, ma
agendo ognuno nella propria quotidianità.
Concludere l’incontro con la preghiera proposta.
Preghiera
Disporsi in cerchio, porre al centro il Vangelo e un po’ di lievito. Canto,
breve introduzione dell’animatore, un attimo di silenzio.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,33)
“Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso
e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti”.
Preghiera, ogni adolescente dice un’invocazione
Gesù,
tu sei la Parola che deve essere detta,
la Verità che si deve raccontare,
la Via su cui procedere,
la Luce che si deve accendere
la Gioia che si deve condividere,
la Pace che si deve seminare,
l’Affamato che si deve nutrire
l’Assetato che si deve dissetare.
Ogni adolescente indica una possibilità in cui essere testimone del vangelo
e pone un pizzico di lievito nella ciotola accanto al vangelo. Ogni due o tre
espressioni cantare un canone di Taizè.
Film
Vi segnaliamo alcuni film che propongono spunti di riflessioni interessanti
per lo sviluppo della quinta unità. Di alcuni vi suggeriamo anche un possibile percorso di lettura per impostare il lavoro di gruppo.
I cento passi di Marco Tullio Giordana (2000) [scheda filmica p. 123]
Romero di John Duigan
Madre Teresa di Fabrizio Costa (2003)
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
SCHEDE FILMICHE
NOTE PER UN CINEFORUM DI GRUPPO
PRIMA DEL FILM
3 Presentate il film con poche parole che attivino l’attenzione del
gruppo per mirarla a quegli aspetti della vicenda che riguardano il cammino svolto in precedenza.
DOPO IL FILM
3 Partite sempre chiedendo agli adolescenti cosa li ha colpiti, cosa gli è
piaciuto di più o cosa, al contrario, ha suscitato in loro interrogativi e
perplessità.
3 Analizzate la vicenda dei protagonisti rilevandone i passaggi fondamentali.
3 Non dimenticate di far dire agli adolescenti quali valori ed atteggiamenti presentati nella pellicola possono diventare punto di riferimento
per scelte concrete della loro vita quotidiana.
N.B. La visione di un film e la sua discussione comportano tempi più lunghi di una normale riunione di gruppo. A volte vale la pena anticipare l’orario dell’incontro; a volte vale la pena dividere la visione ed il dibattito in due
serate (anche se questa scelta fa perdere l’immediatezza delle risonanze
emotive). In ogni caso si abbia sempre cura di visionare prima il film e di
preparare gli ambienti e i materiali in modo da evitare dispersioni: fate in
modo che tutti possano vedere e sentire in modo dignitoso.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Prima parte
(da Tarso ad Antiochia, passando per Damasco)
SONO UN TIPO…NIENTE MALE!
Spiderman 3 di Sam Raimi (2007)
A partire dal film…
Le nostre vite, le nostre storie, il nostro passato, sono immagini riflesse in uno
specchio ormai in frantumi. Sono frammenti rinchiusi nelle nostre memorie,
nei luoghi oscuri del nostro perdersi, dove le immagini si intersecano, sovrappongono, come nei sogni. Riparte da qui Spider-Man 3, dai titoli di testa,
che sembrano raccontarci gli antefatti, brandelli di memoria rifratta attraverso
specchi dilaniati, irricomponibili. E’ un po’ il segno della nostra illusione di voler
sempre ricomporre noi stessi, in battaglie impossibili contro un divenire dei
nostri corpi, delle nostre menti e dei nostri desideri che continuamente mutano, trasformandoci giorno dopo giorno in qualcos’altro. E tutto Spider-Man
3 è fatto di continue, inafferrabili, irrefrenabili mutazioni. Superato il passato,
non ricomponibile, appunto, ecco il presente. Che per Peter Parker è fatto di
meravigliosa felicità... Ma quanto è stupida e ingenua la felicità, stato impalpabile e magnifico che tutti cerchiamo e nel quale viviamo accecati dagli affetti
e dall’amore, che ci impediscono di vedere. Di vedere il fallimento dell’altro,
sovrapponendogli troppo spesso noi stessi, fino a cancellarlo.
Incontrare Peter Parker in questo terzo film della saga di Spider-man è incontrare un uomo diverso da come siamo abituati a riconoscerlo nei fumetti che ce lo hanno sempre presentato.
L’eroe amato e celebrato da tutta la popolazione di New York cede il passo
ad un personaggio inquietante, sicuro della sua forza ma incerto sulle strade
da percorrere, fiducioso nelle sue capacità ancor più amplificate, ma dubbioso
sul da farsi per tenere in piedi una vita, la sua, che sembra scivolargli di mano.
La tentazione di barattare la sua identità di semplice fotografo con quella
più accattivante del vendicatore invincibile si insinua poco a poco nel suo
cuore; il bene e il male, facce contrapposte della doppia personalità che
ogni essere umano porta in sé, si affrontano senza esclusione di colpi – e
di cedimenti – nell’animo di Parker, che dovrà lottare anzitutto contro se
stesso per non abbandonarsi al fascino del potere e della prevaricazione.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
A tu per tu con i personaggi… Proviamo ad ascoltare e a confrontarci con quello che hanno da dirci.
Peter
Quando ti accorgi di essere, fondamentalmente, “desiderio di essere Dio”,
ti scopri in possesso di una rabbia e di una forza mai avuta, ma diventi un
altro da te.Affascinante e affascinato da te stesso, o meglio dal “lato oscuro”
che si è impossessato di te, ti ritrovi, improvvisamente, solo. Da corpo
amante e amato divieni un essere potente e solitario, perduto dentro un
dolore impossibile e una sete di vendetta contro tutti quelli che ti hanno
portato a quella sofferenza che vivi come una vera e propria ingiustizia.
Sono condannato ad essere libero? Davvero è sempre possibile vincere un
destino avverso? Che armi hai per combattere il tuo peggior nemico, te
stesso?
L’amico Harry:
Quale aspro sapore lascia l’impossibilità di dimenticare. Forse l’orrore del
vuoto che, ingannandomi, cerco di modellare a mia difesa, andrebbe finalmente in frantumi restituendomi i colori, i suoni, la danza leggera e appassionata dell’amore. Ma sono diviso tra il gusto vivissimo della vita e l’infinito
nero della malinconia che confonde le sensazioni, nutre le ossessioni, guasta il sapore del vivere. E sono qui con questo rancore incomprensibile e
il sentimento di dover recuperare il tempo perduto per dare compimento
a questa vita. Forse è questo lacerante senso di dispersione, di disperazione, a parlarmi di essa e di quell’errare volto alla sua continua ricerca.
La zia May:
Ti regalo il mio sogno conservato da sempre dentro un anello, un sogno
d’amore che nasconde un segreto. Ti regalo la chiave per non perderti nel
dolore del dover attraversare ed accettare l’esistenza, mostrandoti che
proprio grazie al dolore puoi riuscire a scoprire te stesso, appropriandoti
della consapevolezza che essere veramente significa essere per l’altro. Nella
fragilità discreta e saggia del mio corpo, solcato ma non corrotto dalla sofferenza della perdita, vive la possibilità dell’amore come verità difficile da sostenere e da abbracciare, una verità che travalica il principio della giustizia,
che eleva l’essere e lo proietta oltre la sua instabilità, che dona la forza di
liberarsi della paura per ascoltare e rispettare il prossimo. Oltre l’oscuro
desiderio di essere altro da sé che rovina e distorce la propria essenza,
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
oltre l’impossibilità di re-inventare un passato ormai perduto e che da sofferenza si tramuta in necessità di vendetta, io esisto come segno di un’unità
possibile che restituisce alla vita non l’illusione della felicità, ma la capacità
di scegliere e quindi di possedere la propria esistenza.
Lo zio Ben
Caro Peter strappa la vendetta dalla tua vita e riconcilia il tuo animo nella
pace di chi ti ama. La vendetta e l’odio ti obbligheranno soltanto alla solitudine. Hai già il dono di una mutazione e per quella conserva la parte di
umanità che ti è rimasta. Non desiderarne un’altra che non ti appartiene...
Il tuo migliore amico, tienilo sempre come fidato, non ha creduto in te e
questo passato, come molti altri, ti perseguita. Ma la tua purezza vincerà a
patto che tu non commetta l’errore di trascurare chi ti vive accanto e
l’amore che ti porta... Non commettere mai più l’errore di regalare ad altri
ciò che condividi con chi ami, fosse pure un bacio... Sii te stesso...
Venom
Ho pregato perché il Dio che ci guarda dall’alto ascoltasse la mia sete di
vendetta e ti punisse, ho desiderato la tua morte, volevo cancellarti dalla
faccia della terra... Ma la casa del Signore non ha tuonato. Ha taciuto davanti
alla distruzione dell’essere che ha osato sfidare l’uomo divenuto ragno. Solo
il tuo grido di dolore dall’alto del campanile ha riempito l’aria e ricompensato la fine della mia vita con la forza del fluido nero. Ti sei spogliato dell’anima buia e primordiale che ti aveva in principio sedotto, scudo violento
e animalesco che avevi indossato per viltà, cercandovi le risposte. Solo io
ho saputo accoglierne l’energia vitale e distruttiva, ma chi osa verrà ricompensato.
Mary Jane
Per me le critiche a una voce che sembra incapace di farsi sentire, per te
le chiavi della città, una parata e un bacio di troppo. E’ troppo. Subisco gli
inferni della solitudine, della rivalità, dell’insicurezza. L’insicurezza è mortale, perfettamente in grado di vincere anche il ferro e il cerchio di un
anello. Ci rincorriamo, da qualche parte c’è qualcosa di te che agonizza. Lo
sento. Continuo a vivere. Cerco alternative. Cerco di farle funzionare.
L’abisso ha forme vischiose che non so. Il male umano ti veste inedito, di
nero, ti cambia i capelli e le parole. Non so che succede. Guida l’istinto di
amarti. Amare è amare le debolezze. Amare è sentire e anticipare.
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Gwen stacy
Caro diario,
credevo davvero che Peter fosse diverso. Con le lacrime agli occhi devo ammettere di essermi sbagliata. Eppure in classe mi sorrideva, con quegli occhi
sinceri, timidi. Mi faceva sentire meno sola e meno inutile. Certo, non sono
come Mary Jane. Non sono brava con i numeri, non so cantare, né recitare.
Prigioniera della mia bellezza ho imparato ad essere sempre perfetta. Chi
sono forse nessuno se l’è chiesto mai. Gwen Stacy, capelli biondi, occhi azzurri. Esco di scena ancor prima di entrare. Sono solo un’arma con cui ferire, una parte dello show di cui Peter è il protagonista, lanciato a tutta
velocità con l’intento di centrare l’obiettivo, cieco nell’ultimo fatale attacco.
Usata per fare invidia, tradita per vendetta.
Flint Marko
Occorre un cuore saldo, duro come la roccia e limpido come il diamante,
per andar avanti. So già quel che ti dicono... tuo padre è un criminale.
Forse…Mi hanno detto che avrei potuto scegliere. E’ vero, probabilmente…avrei potuto essere un uomo giusto, un onesto lavoratore, con il
sudore e la fatica avrei potuto guadagnare i soldi che sarebbero serviti a
guarirti... In fondo io ho scelto, ho seguito l’unica via che mi era data, quella
di prender su di me il peso del tuo dolore...
Il mondo degli uomini mi ha osservato con freddezza e distacco e mi ha
condannato senza possibilità d’appello. Ma c’è stato qualcuno che ha saputo guardare oltre, a ciò che in realtà ero e sono. Nonostante mi abbia
odiato con tutte le forze, sino alla morte, ha saputo perdonarmi.
Qualche provocazione
- Ci sono stati momenti della tua vita in cui ti sei sentito frantumato, disperso in tante esperienze diverse, incapace di cogliere la tua vera identità?
- Ti sei mai accorto di essere talmente preso dalla tua immagine o dai tuoi
problemi da non renderti conto delle difficoltà delle persone più care?
- Quali occasioni o sensazioni di “potere” hai sperimentato? Come utilizzi
le possibilità di eccellere in un settore qualsiasi di cui la natura ti ha dotato?
- Quanto sei disposto ad accogliere un amico a prescindere dai suoi errori,
dalle sue debolezze, dal male che può farti? Perché?
- Pensi che la moderazione sia una scelta praticabile? Che cosa può guadagnare la persona dal non eccedere nell’uso dei beni e della forza di cui
dispone?
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- La capacità di scegliere che cosa si deve e che cosa non si deve fare è una
virtù o un sintomo di debolezza? Perché?
- Sei d’accordo con l’idea che chi ha più poteri ha anche più responsabilità?
- Quali ‘poteri’ pensi di avere? Quali responsabilità ne derivano?
- Ritieni che nella vita sia sempre possibile scegliere o pensi che talvolta le
circostanze decidono per noi?
- Perché alcune persone riescono a prendere le distanze dal male ed altre,
invece, si lasciano attrarre da esso? Che cosa ritieni che le condizioni?
- Dove si può attingere la forza per strapparsi di dosso il male che è in noi?
- Dagli insegnamenti ricevuti o dall’amore per qualcuno?
- Credi di più a un gesto di perdono spontaneo ed immediato o a un atto
che deriva da un cammino di riconciliazione? Quale idea trasmette il film?
Will Hunting - genio ribelle di Gus Van Sant (1998)
Il film. Nei quartieri poveri a sud di Boston, Will Hunting, venti anni, vive
in modo precario e disordinato insieme ad alcuni amici teppisti e guadagna
qualcosa, lavorando come inserviente nel dipartimento di matematica del
famoso MIT. Tra una chiacchiera e l’altra, e in incontri occasionali, Will si
lascia andare ad improvvise citazioni storiche e risolve senza fatica un
proble-ma di matematica che sembrava difficilissimo. Tutto ciò attira
l’attenzione del prof. Lambeau, che comincia a seguire Will fin quando il
ragazzo, arrestato dopo l’ennesima rissa in un bar, viene condannato alla
prigione. Lambeau interviene e ottiene la libertà, promettendo al giudice di
affidarlo, per un ade-guato trattamento, ad uno psicologo. Dapprima Will
deride i medici che prova-no a curarlo, poi Lambeau decide di affidarsi a
Sean, vecchio compagno di università. I due cominciano a parlare. Sean ha
perso da poco la moglie, ed è un vuoto che non riesce ancora ad assorbire.
Will lo capisce e se ne serve per metterlo in difficoltà. Tra i due si instaura
un rapporto difficile ma molto schietto che tuttavia sembra sfociare in una
rottura. Molto seccato per l’anda-mento delle cose, Lambeau rimprovera
aspramente Sean, facendo riaffiorare antichi attriti dei tempi dell’università.
Intanto Will, che ha rifiutato importanti proposte di lavoro, conosce Skylar,
una studentessa di Harvard, con la quale inizia una relazione. Skylar gli
confessa di essere innamorata ma lui rifiuta qualunque discorso affettivo,
memore delle delusioni e delle violenze ricevute durante l’infanzia e
l’adolescenza. Avendo passato le stesse difficoltà, Sean trova finalmente gli
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
argomenti e le parole giuste per arrivare ad una nuova comprensione con
il suo paziente, che alla fine scoppia in lacrime e si lascia convincere ad
andare in California a raggiungere la ragazza che lo ama. Will allora parte
sull’auto che gli amici gli hanno regalato per i suoi 21 anni.
Una possibile lettura
Will ha paura. Di molte cose.
Ha paura di lasciare le sole piccole certezze che ha, perché ogni cambiamento non
riguarda mai un solo aspetto isolato, ma coinvolge interamente la persona.Accettare di cambiare implica lasciare il mondo di periferia in cui è cresciuto e che conosce a perfezione. Significa separarsi dagli amici di sempre, di cui ha provato la
fedele lealtà.
Will ha paura di voler bene a Skylar: amare è sempre un rischio, perché è un investimento totale. È stato ferito negli affetti così tante volte che ormai non ci crede
più: preferisce la fuga.
È un genio, ma ha paura di mettere in gioco le sue capacità. Finché si tratta di discussioni al bar o di difendersi in tribunale, non c’è problema. Ma lo spaventa l’idea
di impegnarsi seriamente, metodicamente, sentendo la responsabilità di usare al
meglio quanto ha ricevuto.
Will non si fida degli adulti che lo hanno sempre maltrattato. Con Sean è sempre
in bilico tra il desiderio di affidarsi e il bisogno di aggredire per proteggersi: è attratto
dalla sua forza di carattere e dalla sua autentica umanità, ma teme di esporsi troppo.
Sta per compiere i ventun anni, sta diventando un adulto anche lui. Eppure
ha paura di scegliere, di dare alla propria vita una direzione precisa. Non sa
decidersi per un lavoro stabile e per una persona da amare tutta la vita,
perciò è stupito dal racconto di Sean che aveva rinunciato alla finale di baseball per chiacchierare con la donna che sarebbe poi diventata sua moglie.
Sono in molti ad aiutare nella sua crescita. Chuckie, ad esempio, con la sua
amicizia fedele: lo va a prendere ogni mattina con il caffé, insieme agli amici
organizza per lui la festa di compleanno, col dono eccezionale di un’automobile. Soprattutto lo aiuta con il dialogo semplice e schietto che c’è tra
loro. È importante lo scambio di battute al cantiere, quando lo invita a partire, a prendere il largo, a non sprecare l’occasione che gli viene offerta. Si
dimostra amico sino al punto da incoraggiare Will ad allontanarsi da lui.
Anche Jerald Lambeau ha un ruolo chiave nel cammino di maturazione vissuto da Will. È lui a tirarlo fuori dal carcere perché è il primo a credere nelle
straordinarie potenzialità del giovane. Nel terreno comune della matematica c’è grande intesa tra i due. Certamente commette anche degli errori,
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perché lo vorrebbe a sua immagine ed anche perché entra in competizione con
la genialità di Will. Ma in ogni caso manifesta chiaramente la stima che ha per il
ragazzo, e non è cosa da poco.
Skylar regala a Will il suo amore. Cerca di mettersi sulla sua lunghezza d’onda e
al tempo stesso gli prospetta orizzonti nuovi, diversi. Non ha paura di manifestare i suoi sentimenti. Lo ama, ma non si lascia annientare da lui, dalla sua personalità. Lo dimostra la coscienziosità con cui prepara gli esami, malgrado le
insistenze di Will per andare a divertirsi.Anche la partenza per la California denota la sua costanza nel portare avanti gli impegni assunti. Per Will questo suona
come una garanzia: se Skylar sa tener fede alla parola data, allora non lo abbandonerà, se soltanto lui riuscirà a fidarsi dell’amore.
Ultimo nella lista, ma primo per importanza, è Sean. Egli è capace di rompere gradualmente la difesa granitica dietro cui Will si è trincerato. Sean si espone in
prima persona: consapevole che Will non si fida di nessuno, gli regala alcuni dettagli preziosi della sua vita, come l’amore per sua moglie Nancy e le scelte che
ha fatto in nome di questo amore e di cui non è pentito. Sean è autentico con
Will, non gioca a fare l’esperto, il superuomo: quando non ha risposte, sa tacere.
Si lascia mettere in discussione dalle parole di sfida del ragazzo. Ha sinceramente
a cuore il bene di Will, non tenta di manipolarlo secondo i suoi personali criteri.
Provengono dallo stesso quartiere, ci sono somiglianze nel loro passato e Sean
non se ne vergogna.Anzi, le fa diventare luogo d’incontro con Will.
Non ha paura di fare domande semplici, dirette, che obblighino il giovane genio
a fare chiarezza dentro di sé.
Lo rispetta, ma lo spinge avanti, oltre, verso mete più alte. Lo fa crescere. Lo
aiuta a spogliarsi delle certezze antiche, dei suoi punti di vista distorti, per adottare una logica nuova, che profuma di gratuità e di speranza. Il regista non ci dice
che ne sarà di Will: parte per “occuparsi di una ragazza” e non sappiamo quali
incontri ed avvenimenti segneranno il suo andare. Sappiamo, però, che ora è
un’altra persona rispetto al Will che abbiamo conosciuto all’inizio del film: sa
scegliere.
Per riflettere
3 Quali sono le capacità di Will? E le sue paure più grandi?
3 Quali sono i tuoi doni più grandi di intelligenza, di sensibilità, di carattere, di abilità...?
3 Come ti senti di fronte al cambiamento? Ti entusiasma o ne hai timore?
3 Nel progettare il tuo futuro ti confronti con qualcuno di cui hai fiducia?
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LIFE’S GOOD
Fratello, dove sei? di Joel Coen (2000)
Ambientazione. Il film, “liberamente tratto” dall’Odissea di Omero, ci
racconta il viaggio pieno d’imprevisti di un moderno Ulisse. La storia, una
grande avventura on the road, si svolge totalmente lungo le strade dello
stato della Louisiana e del Mississipi. Quasi tutte le scene del film sono ambientate lungo la strada. L’immagine dell’uomo che questa storia ci da è
quella di essere in cammino; la vita è vista come un viaggio avventuroso.
Per riflettere
3 Com’è fatta la tua strada? È una via retta, un sentiero misterioso, un
treno da cui ti lascio trasportare?
3 Come stai sulla strada? Cammini? Stai fermo?
3 Ti sento più vagabondo, turista o pellegrino?
3 Sai dove andare?
3 Chi ti accompagna in questo viaggio?
3 … (l’animatore può aggiungere altre domande che ritiene importanti)
Le motivazioni profonde. Emerge, in maniera velata, un altro tipo di ricerca;
il viaggio concreto diventa un viaggio interiore: il generico desiderio di fortunarealizzazione, diventa un bisogno di ricevere delle risposte.“Ognuno cerca delle
risposte” viene ripetuto più volte. Si passa dal desiderio al bisogno che nasce
nel profondo. La risposta implica qualcuno con cui entrare in relazione, che risponda ai miei desideri. Questo porta a passare da un idea di “libertà = fuga”
(nonostante scappino sono sempre braccati da vicino) all’idea di libertà = essere Salvati (la preghiera finale di Everet Ulisse). Da notare i testi delle canzoni
che accompagnano il film: sono spirituals e canzoni country nelle quali ricorre
il tema del bisogno di libertà (“I’ll fly away” ® un giorno volerò via come un uccello
dalle sbarre della gabbia) e attesa di salvezza (“Man of constant sorrow” ® sono
un uomo che ha sempre sofferto, che ha vissuto guai per tutti i giorni della vita… ma
un giorno ci incontreremo di nuovo sulla spiaggia dorata di Dio ).
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Per riflettere
3 Senti il bisogno di risposte?
3 Senti il bisogno di essere salvato-liberato?
3 … (l’animatore può aggiungere altre domande che ritiene importanti)
Tentazioni lungo il cammino. Una salvezza a buon mercato, un facile
messianismo rappresentato dalla setta di battisti; una salvezza che non richiede un cambiamento personale uno spogliarsi (l’abito bianco è visibilmente indossato sopra abiti quotidiani). È un voler “non dovere rendere più
conto di niente ne agli uomini ne a Dio” come dice Delmar. Rimanere schiavi
dei nostri desideri immaturi, le lavandaie-sirene che li distolgono dal loro
cammino facendo leva sulle loro pulsioni. Il male non sta nel desiderio, ma
nell’agire in maniera totalmente subordinata ad esso, spinti solo dal bisogno di essere gratificati. Questo abbandonarsi ai nostri bisogni superficiali
ci fa rimanere immaturi (non a caso il canto delle sirene è una ninnananna
“Go to sleep you little baby”) e ci rende prigionieri (Pit è arrestato di nuovo).
Per riflettere
3 Cosa ti frena e distoglie nel tuo cammino?
3 … (l’animatore può aggiungere altre domande che ritiene importanti)
La figura di Dio. Omero nell’Odissea dice: ”Tutti gli uomini hanno bisogno
degli dei”; in questo caso potremmo dire: “Tutti gli uomini hanno bisogno di
trovare Dio”. Guardando con attenzione è possibile leggere negli avvenimenti
narrati l’immagine di Dio. Un Dio che all’inizio del cammino, nella persona del
vecchio vagabondo cieco, legge nel cuore e nella vita dei tre protagonisti: “Voi
cercate una grande fortuna, voi che ora siete in catene troverete una grande fortuna… che però non è la fortuna che cercate. Ma prima dovrete viaggiare, percorrere una strada lunga e accidentata”. È un Dio che stupisce per la sua
capacità di leggere nella realtà dell’uomo, ma viene visto ancora come un
Dio “cieco” che “non lavora per l’uomo” (così si definisce il vecchio). Il cammino
che i tre faranno darà loro la possibilità di maturare quest’immagine di Dio:
non più un Dio “cieco” che “non lavora per l’uomo”, ma un Dio provvidente,
che accompagnato l’uomo alla scoperta del suo desiderio, attende la sua preghiera e lo salva (la provvidenziale inondazione).
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Per riflettere
3 Come percepisci la presenza di Dio? È un Dio cieco o provvidente?
3 … (l’animatore può aggiungere altre domande che ritiene importanti)
Il finale. Everet sembra arrivato: ha ricevuto la Salvezza, la Risposta che
cercava perché è stato capace di scoprire e pronunciare la vera Domanda
che si portava nel cuore. Ma nonostante questa occasione, ritorna al suo
modo di fare, continua a ritenersi autosufficiente. Il suo cammino dovrà
continuare. Il finale del film rimane aperto. Il film inizia con l’immagine di
Everet incatenato con gli altri carcerati e si chiude con l’immagine di lui
“legato” con uno spago alla sua famiglia, immagine meno esplicita della
prima ma che comunque ci fa capire che il suo cammino alla ricerca di risposte e libertà non è ancora concluso. Everet continua a camminare lungo
la strada che continua a incrociarsi con il percorso del vecchio girovago
cieco.
Per riflettere
3 Cosa pensi di questo finale? Come “doveva” concludersi la ricerca di
Everet?
Big fish - Le storie di una vita incredibile
di Tim Burton (2004)
Il film. Nel corso degli anni Edward Bloom è diventato famoso per le
storie che spesso racconta sulla propria vita: avventure incredibili e
mirabolanti che lo hanno portato in giro per il mondo prima di fare ritorno
nella cittadina di Ashton. Ora, anziano e costretto a letto da una malattia,
Edward riceve la visita del figlio Will e subito inizia a ripetere quei racconti
ai quali Will però non crede. Ecco Edward da giovane innamorato di Sandra,
che riusciràa conquistare solo dopo fatiche e umili lavori in un circo. Ecco
ancora Edward soldato in guerra alle prese con due cantanti gemelle
siamesi coreane, con una strega con un occhio di vetro in grado di vedere
il futuro, con un grosso pesce che rifiuta di farsi acciuffare. Tutto viene
rivissuto, e intanto Will cerca di far capire al padre il proprio bisogno di
conoscerlo meglio, scindendo finalmente la verità dalla fantasia. Quando
Edward si aggrava e viene ricoverato, ad una sua precisa domanda Will
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inventa senza volerlo una risposta e allora capisce cosa il padre gli ha voluto
dire. Edward muore. Al funerale sono presenti tutti i personaggi di una vita.
Tempo dopo Will, divenuto padre, a sua volta intrattiene con varie storie il
figlioletto. “Così un uomo diventa immortale”.
La ricerca della felicità di Gabriele Muccino (2006)
Il film. Chris Gardner è un padre di famiglia che fatica a sbarcare il lunario. Nonostante i lodevoli e coraggiosi tentativi di tenere a galla il matrimonio e la vita famigliare, la madre (Thandie Newton) del piccolo
Christopher, che ha solo cinque anni (Jaden Christopher Syre Smith) non
riesce più a sopportare le pressioni dovute a tante privazioni e, incapace di
gestire la situazione, decide di andarsene. Chris, trasformato in un padre single, continua a cercare ostinatamente un impiego meglio retribuito utilizzando le sue notevoli capacità di venditore. Alla fine riesce ad ottenere un
posto da praticante presso una prestigiosa società di consulenza di borsa,
e sebbene si tratti di un incarico non retribuito, lo accetta con la speranza
che alla fine del praticantato avrà un lavoro e un futuro promettente. Privato dello stipendio, Chris e il figlio, vengono sfrattati dall’appartamento e
costretti a dormire nei ricoveri per i senza tetto, nelle stazioni degli autobus, nei bagni pubblici o ovunque trovino un rifugio per la notte. Nonostante i suoi guai, Chris continua ad essere un padre affettuoso e presente,
usando l’amore e la fiducia che il figlio nutre per lui come spinta per superare tutti gli ostacoli che incontra sulla sua strada.
SENSAZIONE SOLITUDINE
Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino (2004)
Il film. Titta Di Girolamo, commercialista di Salerno, da otto anni vive in
un comodo albergo del Canton Ticino, in Svizzera. Divorziato dalla moglie,
le telefona spesso, ma i tre figli non vogliono parlare con lui. Le sue giornate trascorrono nella solitudine e nell’ozio, seduto sempre allo stesso angolo a lui riservato nella hall, oppure intento ad osservare il lago da una
panchina. La sera, qualche partita ad Asso Pigliatutto con un coppia di ric109
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
chi decaduti. Un paio di volte alla settimana il dottor Di Girolamo riceve
una valigia piena di denaro da recapitare in una grande banca: è l’unica variazione nella monotonia dei suoi giorni. L’uomo ha un’altra abitudine consolidata: da 24 anni, sempre e solo una volta alla settimana, ogni mercoledì,
alle dieci in punto, fa uso di eroina.Taciturno, meticoloso, sempre elegante,
Titta scoraggia ogni tentativo di approccio da parte di coloro che passano
nell’hotel. Lentamente però, un piccola incrinatura va fendendo il suo muro
di riservatezza e solitudine: il dottor Di Girolamo si lascia raggiungere dal
sorriso di Sofia, giovane cameriera al bar dell’albergo, che non si rassegna
alla laconiche risposte e ai silenzi che riceve dall’abituale cliente.Titta mette
sull’avviso se stesso: “Non sottovalutare le conseguenze dell’amore”.
Una possibile lettura
Titta Di Girolamo afferma convinto che nella vita di ogni persona c’è
almeno un segreto inconfessabile. Ne ha tanti lui stesso: segreti che
protegge accuratamente, perché “quando due persone conoscono un
segreto, allora non è più un segreto”. I suoi segreti inconfessabili, Titta
li nasconde sotto numerosi strati di abitudini consolidate, di ritmi immutabili, di piccoli gesti quasi rituali. Sono la sua difesa, la sua corazza,
ed insieme il riempitivo delle sue giornate. A volte si tratta di piccole
cose: la cura per l’abbigliamento, le innumerevoli sigarette accese con
gli stessi gesti misurati, il posto nella poltrona d’angolo per osservare
la gente con l’occhio freddo di chi mette gli altri sotto il microscopio.
E poi il pagamento della camera esattamente il primo del mese, senza
dimenticare le partite a carte della sera, ma sempre e solo ad Asso Pigliatutto, il gioco che ha imparato nella sua infanzia. Il dottor Di Girolamo soffre d’insonnia e ha trovato un modo particolare di riempire le
notti: ascolta con uno stetoscopio le conversazioni nella camera di
fronte alla sua. Riempie la sua solitudine con la vita degli altri, con le
loro preoccupazioni e i loro dialoghi. Tra i riti privati a cui ricorre c’è
il cambio d’abito, dallo stile casual a quello assai più elegante, per andare in Banca a depositare il denaro e poi la pretesa di far contare a
mano le banconote dagli impiegati. Come motivo adduce la fiducia, affermando con una certa autorevolezza: “Non bisogna mai smettere di
aver fiducia negli uomini: il giorno che accadrà sarà un giorno sbagliato”. Può anche darsi che gli piaccia ascoltare il fruscio delle banconote che, nel sonoro del film, somiglia tanto al suono della risacca del
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mare. C’è un ultimo rito a cui Titta è fedele da 24 anni: la dose di eroina
ogni mercoledì alle 10 del mattino. Non sa dire di se stesso se è un tossicodipendente o se non lo è: non si sente estraneo alla droga, ma la
controlla attraverso appuntamenti perfettamente scanditi. Quest’ultimo rito è pure uno dei suoi segreti inconfessabili, ma non è l’unico.
Di sicuro non ci tiene a manifestare il proprio fallimento esistenziale:
nei riguardi della moglie, da cui ha divorziato, e che sopporta svogliatamente le sue numerose telefonate. Nei riguardi dei tre figli, che evitano ogni contatto con lui. Nei riguardi del padre, che non cerca più,
di cui non ha notizie, tranne quelle assai scarne che gli porta il fratellastro Valerio. Un fallimento professionale è anche all’origine del suo ultimo segreto inconfessabile, il più amaro, il più cupo. Di Girolamo,
commercialista affermato, era stato a suo tempo stimato e famoso per
gli ottimi risultati delle sue mediazioni commerciali. Ma ha fallito proprio quando ha dovuto maneggiare un’ingente somma per conto di
Cosa Nostra. L’errore commesso avrebbe dovuto pagarlo con la vita,
ma invece di ucciderlo, la mafia ha preferito utilizzarlo come servo di
lusso: lo ha confinato in quell’albergo a gestire una piccola tappa del
lungo giro per il riciclaggio di denaro sporco. In questa vita monotona
e grigia, in un’esistenza “priva di immaginazione” come la definisce lo
stesso Titta, s’insinua l’imprevisto: Sofia. È lei l’unica che riesce ad aprire
una breccia nel muro di indifferenza che l’uomo ha eretto attorno a sé.
Bastano gli sguardi: quelli palesi, da dietro il bancone del bar e dalla
poltrona d’angolo, e quelli rubati, dalla finestra che guarda sulla strada
o dallo specchio che riflette l’immagine della giovane che si cambia per
indossare la divisa dell’albergo. Di Girolamo non trova il coraggio di avviare una conversazione o forse ne rifugge per l’abituale prudenza, visto
che annota sul suo taccuino: “Non sottovalutare le conseguenze dell’amore”. E quando, costretto quasi da Sofia, decide di accostarla, considera con ironica sincerità: “Forse, sedermi a questo bancone è la cosa
più pericolosa che ho fatto in tutta la mia vita!”. Il dottore sicuro di sé
al limite dell’arroganza, si trasforma in un adolescente innamorato, e
l’apatica indifferenza diventa ora attesa, travaglio, dubbio, emozione,
perché se qualcuno diventa importante nella propria vita, può anche far
soffrire. Infatti, quando Sofia, per un incidente, non si presenta all’appuntamento, l’amara conclusione è una sola: “Non sono mai stato
amato da nessuno, io…!”. Ma quali sono le conseguenze dell’amore?
Nella vita di Titta la conseguenza più evidente è quella di una nuova li111
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
bertà. Una libertà che lo scomoda, perché mette in discussione la sua
vita e il suo ruolo fino a quel momento. Gli fa guardare in faccia il continuo bluff che è chiamato a sostenere: “Per assicurarsi una buona riuscita il bluff deve essere sostenuto fino in fondo, fino all’esasperazione.
Non c’è compromesso: non si può bluffare fino a metà e poi dire la
verità. Bisogna essere pronti ad esporsi al peggior rischio possibile: il
rischio di apparire ridicoli”. Di Girolamo si rende conto che la sua vita
è come congelata, nella prigione di una gabbia di lusso, e si risveglia dal
suo torpore rassegnato: “Voi vi siete rubati la mia vita e io mi sono
preso la valigia vostra!” risponde al boss che lo interroga, e nel pronunciare queste parole smette di tremare e alza gli occhi, fiero. Si appropria dei soldi di Cosa Nostra, ma non li usa per sé: sono un dono
per Sofia e poi per gli anziani Carlo e Isabella, di cui conosce l’umiliazione segreta e sofferta. Titta riconosce di essere stato un pavido per
tutta la sua vita, ma trova il coraggio per non lasciarsi piegare ancora
una volta. Commentando l’aspirazione di Carlo a morire in modo non
banale, aveva osservato: “Ci vuole molto coraggio per morire in modo
rocambolesco” e il solitario commercialista dimostra molto coraggio
andando incontro ad una morte terribile con sobria dignità. Paga con
la vita la sua nuova libertà. Morendo resta persuaso di una certezza: che
l’affetto sincero, l’amore vero, permangono sempre. Niente può cancellare la loro realtà. Per questo, Dino Giuffrè, compagno d’infanzia di
Titta, non più sentito per vent’anni, sarà colui che non smetterà di ricordare il suo migliore amico. E anche Sofia, non dimenticherà. Perché
la memoria del cuore è un’altra conseguenza dell’amore.
Per riflettere
3 La vita solitaria di Titta Di Girolamo è piena di gesti abituali, di piccoli rituali: prova a ricordarne qualcuno. A cosa servono, secondo te, queste consuetudini rispettate al millimetro?
3 “Quando si è stati amici una volta lo si è per tutta la vita”: sei d’accordo
con questa affermazione del protagonista? Perché, secondo te,Titta non ha
più cercato il suo amico d’infanzia, Dino Giuffrè?
3 Perché Di Girolamo si impossessa della valigia con il denaro?
3 La sua scelta finale, può essere considerata una scelta di libertà?
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Preferisco il rumore del mare di Mimmo Calopresti (2000)
Il film. Tornato a Torino dopo una vacanza nella natia Calabria, Luigi, affermato
dirigente d’azienda, non riesce a togliersi dalla mente Rosario, un ragazzo
conosciuto al cimitero del paese: sepolta c’é la madre, vittima di una faida,
mentre il padre é in carcere. Rosario, quindici anni, è silenzioso, composto,
scontroso, solitario. Luigi, separato dalla moglie, ha un figlio coetaneo, Matteo,
che, all’opposto, é svogliato, dispersivo, inconcludente e sfoga la sua
insoddisfazione dipingendo e ascoltando musica. Luigi si rivolge a don Lorenzo,
un sacerdote che in città manda avanti una comunità per giovani disagiati e, con
il suo aiuto, fa arrivare Rosario a Torino. Qui il ragazzo, che ha un forte
sentimento religioso, entra nella vita della comunità, lavora in biblioteca, serve
la Messa. Luigi fa incontrare Rosario e Matteo. Tra i due c’é all’inizio una
inevitabile distanza. Quando qualche confidenza comincia a farsi avanti, alcuni
episodi relativi a piccoli furti scavano profonde incomprensioni. Luigi (che non
riesce a gestire il rapporto d’affetto con l’amica Serena) fa di Rosario il
bersaglio delle proprie difficoltà personali, lo accusa di abuso di fiducia, lo
respinge. Quando arriva l’ultimo dell’anno, Rosario é in comunità con gli altri,
Luigi é solo, Matteo va ad una festa ma quasi subito esce. Tornato a casa,
avverte all’improvviso una vuoto che lo porta a tentare il suicidio. Telefona a
Rosario che arriva in tempo, proprio poco prima dell’ingresso in casa anche
di Luigi che soccorre il figlio e scaccia a male parole l’altro. Per Rosario é
troppo. Chiama don Lorenzo per dirgli che sta per tornare in Calabria. Don
Lorenzo cerca senza successo di fargli cambiare idea.Adesso Rosario legge un
libro davanti al mare, mentre Luigi e don Lorenzo cercano di capire meglio il
comportamento di ciascuno in questa vicenda.
Into the Wild di Sean Penn (2007)
Il film. Volevo il movimento, non un’esistenza quieta.Volevo l’emozione, il pericolo,
la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Queste le righe di La felicità
familiare di Tolsoj che il giovane Christopher McCandless, detto Alexander
Supertramp, ha sottolineato sulla sua copia del libro. Nel 1990, dopo essersi
laureato con il massimo dei voti, Alex raccoglie tutti i suoi risparmi (25.000
dollari in totale), li dà in beneficenza, fa perdere le proprie tracce e se ne va
in Alaska, dove viene ritrovato morto dentro a un vecchio autobus in disuso.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Nel ’92 lo scrittore e scalatore americano Jon Krakauer ne ha ripercorso i
passi, parlando con le persone che lo hanno conosciuto.Tutto descritto nel
romanzo-cronaca Nelle terre estreme (ed. Corbaccio). Da quelle pagine, fatte
di natura glaciale e furore, Sean Penn ha tratto una pellicola dal cuore selvaggio e inquieto, in cui il protagonista si riduce a pelle e ossa per eccesso
di fede nella natura e umana disattenzione.Alex, in questi testi, parla in prima
persona, in un ideale e struggente monologo interiore: “Mi solleverò/Bruciando dei buchi neri nei ricordi bui/Mi solleverò/Trasformando gli errori in oro”.
SOLI SI MUORE
La terra dell’abbondanza di Wim Wenders (2004)
Il film. Berretto verde in congedo, Paul percorre le strade di Los Angeles
su un furgone dotato di ogni attrezzatura: é alla ricerca di tipi sospetti e di
ogni situazione che possa nascondere qualche pericolo per l’incolumità
degli abitanti. Dopo un lungo periodo vissuto tra Africa ed Europa, la
giovane Lana torna a Los Angeles e prende servizio alla Missione
Downtown, che opera a favore della numerosa comunità dei senzatetto.
Lana crede fortemente nella possibilità di riscatto degli ‘ultimi’ e prega per
essere in grado di dar il proprio contributo in questa opera. Non è facile
ma infine Lara riesce ad avvicinare Paul, a dirgli che lei é una sua nipote
dimenticata da tempo e lui l’unico legame con la famiglia della madre.
Carattere solitario, Paul accetta la presenza della ragazza e insieme sono
testimoni della morte, in apparenza casuale, di un barbone mediorientale.
L’indagine su questo episodio porta zio e nipote a conoscersi meglio e a
trovare un nuovo slancio vitale.
La California, luogo-sintesi di tutte le possibili contraddizioni, é ‘land of
plenty’, ossia la terra dell’abbondanza: gioco di parole per mettere a nudo
un paradosso che si muove tra incertezze, esagerazioni, pretese, scarsi
esami di coscienza. È l’America la terra di una abbondanza non solo sul
versante del “di più” dei beni di consumo, ma anche su quello del fondo di
un’angoscia che più affiora più viene respinta come un’ospite indesiderata.
Da europeo avveduto,Wenders non muove banali critiche o facili denunce
(che volentieri lascia a chi mette in campo l’ideologia): evidenzia semmai le
ferite profonde, quelle interiori, e cerca di guarirle con le armi della
comprensione, del dialogo, della compassione.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
SECONDA PARTE
Da Antiochia ai confini del Mondo
FREEDOM!
Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki (2005)
Il film. Il mago Howl, bellissimo ed egoista, vive in un misterioso castello,
in grado di viaggiare da un posto all’altro grazie al potere di Calcifer, il demone del fuoco. Sophie, giovane cappellaia, incontra casualmente l’affascinante mago e ne resta colpita. La perfida Strega delle Lande, da sempre
bramosa di conquistare il cuore di Howl, punta da gelosia verso Sophie,
la tramuta in una vecchietta ricurva e malconcia. Sophie trova rifugio proprio nel Castello Errante, dove si mette a servizio come governante. La
sua bontà, la generosità e la vitalità che sa comunicare, sia pure sotto le
sembianze invecchiate, toccano il cuore di Howl che comincia a riconsiderare le sue scelte e le responsabilità che gli vengono dall’enorme potere che possiede. La forza dell’amore di Sophie spezza la maledizione
della Strega e libera Calcifer ed Howl dalla reciproca schiavitù.
Una possibile lettura
Il maestro Miyazaki dimostra ancora una volta di saper coniugare la poeticità del tratto nel disegno animato, con la profondità di temi esistenziali.
Sulla scia di un romanzo inglese, il regista nipponico fa decollare la fantasia
per raccontare una parabola quanto mai attuale sulla sete di potere.Vi sono
due Paesi in guerra, ma non viene mai specificato quali siano, né perché si
combattano a vicenda, dando come sottinteso che ogni guerra è una guerra
per il potere sull’altro. Dalle scene che celebrano l’epopea gloriosa delle parate di piazza, in mezzo a una folla festante, bandiere e fanfare, si passa ai
bombardamenti distruttivi, all’orrore e alla morte, che sinteticamente Calcifer descrive come “odore di creature e ferro bruciati”. Howl, mago assai
temuto per il suo grande potere, sembra indifferente a quanto sta avvenendo intorno: il suo Castello Errante gli permette di spostarsi di continuo,
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
di sfuggire così al pericolo e alle responsabilità. La Maestra Suliman, maga
al seguito della corona, lo convoca più volte ma egli rifiuta di presentarsi al
Palazzo Reale. Howl sa che malgrado le parole di apparente saggezza, Suliman sta cercando di riportare il potere del giovane mago sotto il suo controllo, perché sottilmente lo teme. Dal canto suo la Strega delle Lande,
famigerata per la sua crudeltà e il suo potere malefico, ambirebbe anch’essa
ad avere sotto il suo dominio il giovane Howl. Ne è invaghita e vorrebbe
possederne il cuore, poiché è il cuore del Mago a tenere legato lo Spirito
del Fuoco. La situazione di stallo creatasi tra i tre maghi è ribaltata proprio
da Sophie che non ha poteri magici, si considera bruttina e insignificante,
non ha ambizioni particolari e si accontenta del suo modesto lavoro di modista. I Maghi sono assetati di potere: già ne posseggono, ma ne vogliono ancora di più, sempre di più! Suliman e la Strega delle Lande cercano il potere
per dominare gli altri, per asservirli, per trasformarli in nera gelatina senza
pensiero e senza sentimenti, oppure per lanciarli a bordo di macchine da
guerra, senza rimorsi e senza pietà. Calcifer e Howl si sono legati a vicenda
con un patto che pesa come una maledizione, al solo scopo di ottenere
maggior potere da usare a vantaggio personale. Calcifer, che era una stella
cadente, ha preteso di nutrirsi del cuore di Howl così da centuplicare la sua
forza e la sua energia. Howl, invece, ha rinunciato al proprio cuore per ottenere in cambio gli straordinari servigi di Calcifer. Il Demone del Fuoco
anima il Castello Errante, lo protegge, lo rende invisibile agli occhi dei più
e all’occorrenza lo fa spostare di luogo e mutare completamente al suo interno. Il giovane mago, privo di cuore, senza più un’anima, ha la possibilità
di tramutarsi d’aspetto a suo piacere e persino diventare un uccello selvaggio, temibile e possente. Ma è vuoto, dentro, con un’unica preoccupazione: quella dell’estetica. Sia Howl che la Strega delle Lande si servono del
potere magico per modificare il proprio aspetto fisico, così da sembrare diversi da come sono realmente. La Strega ha molti anni e molta crudeltà
addosso, ma si serve della magia per continuare ad apparire giovane e imponente. Howl è assai ricercato nell’abbigliarsi e nell’uso di magici cosmetici che mutano il suo aspetto naturale. Quando, rimettendo in ordine,
Sophie scambia alcune boccette di tintura per capelli, il mago ne fa una vera
tragedia e arriva a disperarsi affermando: “Senza avere la bellezza non c’è alcuna ragione di vivere!”. È Sophie che lo riconduce alla ragione facendolo
guardare attorno a sé, invece di limitarsi a rimirare la propria immagine
nello specchio. È lei che gli fa notare l’orrore di quanto avviene intorno, richiamandolo alle responsabilità che derivano dal grande potere che il mago
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
detiene. L’avere tra mani doni tanto grandi ha reso i maghi chiusi in sé stessi,
ripiegati sui loro personali interessi, indifferenti alle sofferenze altrui. Sophie
non ha alcuna dote speciale, ma dimostra ben presto di essere ricca di risorse interiori. Esteriormente diviene decrepita, ricurva, rugosa, il corpo le
si fa dolorante e la fatica si fa subito sentire, ma il suo coraggio e la sua determinazione non vengono meno. Si mette sulle tracce di Howl e si insedia nel Castello Errante, prendendosi cura del piccolo Markl e facendosi
valere persino con Calcifer che, suo malgrado, accetta di comportarsi da
docile focherello, obbedendo ai voleri della vecchietta. Sophie ha il potere
dell’amore, il potere di chi sa voler bene, volere cioè il bene dell’altro. Accetta di liberare Howl dalla schiavitù che lo lega a Calcifer, così da rendere
libera anche la stella. È fedele, perseverante, anche quando sembra che non
vi siano vie d’uscita, come ad esempio dopo la distruzione del Castello. Si
finge la madre del mago per andare a perorare la sua causa davanti alla
maestra Suliman. E non si lascia intimorire: parla chiaro, con il coraggio della
verità, denunciando i raggiri compiuti dalla maestra sotto la parvenza delle
buone intenzioni, dimostrando di amare Howl nonostante i suoi difetti: “La
ragione per cui Howl non voleva venire qui, ebbene: l’ho capita. Questo posto è
strano: fate fare scalinate a persone anziane, anche se invitate da voi; le portate
in strane stanze, proprio come fosse una trappola!... Howl non avrebbe un’anima,
dicevate? Certamente è egocentrico, un codardo e non si capisce cosa gli passi
per la testa, però lui è una persona corretta, vuole solo vivere libero.” Quando la
Strega delle Lande perde ogni potere e ritorna ad essere una povera nonnina un po’ svanitella, Sophie mette da parte ogni risentimento e si prodiga
per lei con ogni premura e tanta benevolenza. La Strega l’aveva trasformata
in una vecchia, lanciando una maledizione, quasi che invecchiare fosse qualcosa di terribile. Al di là degli acciacchi e delle fatiche, Sophie dimostra concretamente come la sua condizioni diventi benedizione per tutti coloro che
l’avvicinano. Per Howl, prima di tutto: stando accanto a Sophie, egli inizia a
cambiare, a riscoprire il senso della responsabilità. Vedendo passare un dirigibile sopra di loro, Howl sospira tristemente: “Una corazzata che va a
bruciare città e persone…” Sophie si chiede: “Saranno nemici? O amici?” ma
il mago, che ha assistito alle terribili battaglie conclude amaro: “Gli uni o gli
altri, è la stessa cosa!”. Sotto i bombardamenti, quando la giovane invita il
Howl a restare al sicuro, egli rifiuta: “Sono già fuggito a sufficienza. Finalmente
ho trovato una persona che sento di dover proteggere, sei tu”. Sophie è una
presenza di benedizione anche per il povero spaventapasseri Testa di Rapa,
tanto gentile e tanto solo: l’affetto della giovane lo rende di nuovo Principe,
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
ponendo fine all’incantesimo che lo teneva prigioniero e permettendogli di
tornare al suo regno per interrompere la guerra iniziata da troppo tempo
(resta una curiosità: chi dà inizio ad una guerra è una “testa di rapa”? Il finale
del film è davvero consolante: Howl ha di nuovo il suo cuore e può impiegarlo al meglio, dichiarando il suo amore a Sophie, tornata al suo aspetto giovanile. Markl è felice perché ormai diventeranno una vera famiglia, con la
Nonnina meno capricciosa del solito. Il cagnolino Hee rifiuta il suo ruolo di
spia di Suliman, per gustarsi le coccole degli amici. Calcifer, ormai libero, sceglie di restare a servizio degli amici, in un Castello Errante ancora più splendido, perché l’energia dello Spirito del Fuoco ora è alimentata dall’amore.
Dell’antica maledizione Sophie conserverà per sempre i capelli incanutiti,
perché il sacrificio compiuto per amore lascia segni che non svaniscono. Lo
sguardo d’amore di Howl trasfigura questo segno e sa cogliere una bellezza
diversa: sfiorando i capelli d’argento di Sophie, il mago si commuove affermando che ora racchiudono il colore della luce delle stelle.
Per riflettere
3 In che modo avviene il primo incontro tra Howl e Sophie? Perché la
Strega delle Lande si accanisce contro la giovane cappellaia?
3 In che modo Howl e Calcifer sono legati l’uno all’altro?
“Senza avere la bellezza non c’è alcuna ragione di vivere” afferma Howl: sei
d’accordo? Perché?
3 Che cosa scopre Sophie di se stessa, quando viene trasformata di colpo
in una vecchina? La vecchiaia è una maledizione?
3 Suliman, Howl, Calcifer, la Strega delle Lande, sono tutti assetati di potere: per quale scopo?
3 Grazie a Sophie, tutti scoprono un diverso orizzonte: qual è il potere che
possiede la timida ragazza?
Quando sei nato non puoi più nasconderti
di Marco Tullio Giordana (2005)
Il film. Al centro della vicenda è Sandro, un ragazzo di dodici anni, cresciuto in una famiglia bresciana benestante. Il padre, Bruno, è un piccolo
imprenditore, la madre, Lucia, lavora anch’essa in ditta, nell’amministrazione. Durante una crociera in barca a vela nel Mediterraneo, Sandro
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
cade nottetempo in mare. Quando gli altri se ne accorgono e tornano
indietro, non riescono più a trovarlo; con orrore si rendono conto che
il bambino dev’essere affogato. Invece è riuscito a salvarsi. Ormai giunto
allo stremo delle forze, Sandro viene avvistato da un barcone di migranti
clandestini. Sfidando la rabbia degli scafisti che vorrebbero tirare dritto,
qualcuno si tuffa e lo tira a bordo. È Radu, un ragazzo rumeno di diciassette anni che viaggia in compagnia della sorella minore, Alina. È l’inizio
per Sandro di un avventuroso viaggio di ritorno verso l’Italia. L’incontro
con gli altri passeggeri – l’eterogeneo gruppo di extracomunitari, gli scafisti, i due ragazzi rumeni di cui diventa amico - offre a Sandro l’occasione
di scoprire un mondo completamente diverso e di misurare la propria
capacità di adattamento. Impara a dividere l’acqua, a scaldarsi stringendosi agli altri, a subire la prepotenza del più forte, a mordere come un
animale che deve difendersi. Finalmente la nave riesce a raggiungere l’Italia, Sandro può riabbracciare i genitori. Ma qualcosa dentro di lui è cambiato; il viaggio lo ha messo alla prova. Misuratosi con la solitudine, la
paura, le aspettative e le disillusioni, Sandro è ora oltre la “linea d’ombra”
che separa l’adolescenza dal mondo degli adulti. Una volta varcatane la
soglia, nulla sarà più come prima.
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IL MODO PIÙ BELLO PER GUARDARE IL MONDO
Lourdes di Lodovico Gasparini (2001)
Il film. Il film si sviluppa su tre piani narrativi diversi, ma intimamente collegati tra loro. Si racconta la crisi interiore di un medico dell’800, Henri Guillaumet, incapace di confrontarsi con tutto ciò che non è scientificamente
spiegabile e parallelamente l’arricchimento spirituale di un giovane giornalista
di oggi, Bernard Guillaumet, che nel corso di un reportage a Lourdes si interroga per la prima volta sul senso della vita. Attorno ai due ruota Bernadette,
una povera contadina che si trova suo malgrado coinvolta in una vicenda più
grande di lei.Tre personaggi quindi che si scontrano con un Evento che sconvolge le loro esistenze e ciascuno di loro arriva a un approdo, in cui la fede e
la sua apparente illogicità trovano una comprensione più profonda.
“Il decalogo 1” di Krzysztof Kieslowski (1990)
Il film. Il professore universitario Krzystof vive a Varsavia (separato dalla
moglie) con il decenne Pawel. Il piccolo ha ereditato dal padre la passione
per i computer e manifesta doti di eccezionale intelligenza. Egli adora la zia
Irene che, profondamente cattolica, risponde ad alcune sue domande sulla
fede, domande che quando poste al padre, rimangono solo degli
interrogativi, con elusive o insoddisfacenti risposte. Per il professore, la
Ragione e la Scienza sono misura di tutto. Un giorno del duro inverno
polacco i calcoli del computer offrono tutti i dati più certi circa la solidità
della crosta ghiacciata di un laghetto cittadino. Pawel calza i pattini nuovi,
dono di papà, e va a giocare. Ed ecco l’imprevisto: la lastra di ghiaccio cede
e il bambino muore. Sconvolto, il padre si scaglia, nella vicina Chiesa in
costruzione, contro l’altare, chiedendosi invano fra le lacrime come
l’assurdo si sia potuto verificare e il perchè di quella morte, mentre tutti gli
elementi forniti dal computer apparivano razionali e rassicuranti. Il film è
una domanda sull’esistenza di Dio e sulla sufficienza o insufficienza della
ragione a dare risposta a tutte le domande, anche a quelle poste da un
bambino.
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IL GRANDE INVITO
L’olio di Lorenzo - atto d’amore di Gorge Miller (1993)
Il film. Nel luglio del 1983, alle isole Comore, il piccolo Lorenzo Odone,
di 5 anni, figlio di Augusto, un economista italiano, che lavora per la World
Bank, e di Michaela, una glottologa irlandese-americana, diventa amico di un
giovane negro, Omouri. Pochi mesi dopo trasferitosi a Washington, Lorenzo
ha improvvise crisi, sia a scuola che a casa, e comincia a camminare con
difficoltà. Dopo moli esami medici, i genitori apprendono che il loro unico
figlio è stato colpito da una malattia rarissima ed ereditaria la
adrenoleucodistrofia, l’ALD, che viene trasmessa dalla madre e colpisce
solo i maschi e che causa una degenerazione del cervello. I medici non
hanno cure per questo morbo conosciuto da poco, e per il bambino due
anni di vita, sempre più penosa, perché diventerà cieco e paralizzato. I
genitori, pur essendo straziati, non si arrendono, e si rivolgono ad un
anziano dottore, Gus Nikolais, che consiglia una dieta, per tentare di ridurre
i grassi nel sangue di Lorenzo, ma invece i grassi aumentano, e presto il
piccolo parla male ed è paralizzato. Gli Odone cercano poi inutilmente
aiuto, rivolgendosi ai coniugi Muscatine, che dirigono un’associazione di
famiglie, i cui figli sono stati colpiti dall’ALD. Infine Augusto decide di
mettersi a studiare con la moglie, nella biblioteca dell’Istituto di Sanità, tutto
il materiale, che può riguardare quella malattia. Poiché i rapporti di Michaela
con le infermiere professioniste, che consigliano il ricovero del bambino in
ospedale, sono molto difficili, viene a vivere in casa Odone una sorella di lei,
Deirdre Murphy e, poco dopo, la coraggiosa madre trova in biblioteca
notizie su di un esperimento fatto in Polonia sui topi, del quale si parla poi
al primo simposio sull’ALD, che viene finanziato dai coniugi Odone, e al
quale partecipano molti medici di vari paesi.Alcuni di essi accennano all’olio
d’oliva, cioè all’acido oleico, che viene sperimentato sul bambino, mentre
Nikolais collabora in modo non ufficiale. I grassi del sangue del piccolo
malato cominciano subito a calare e giungono al 50%, quello sarà dunque
l’olio di Lorenzo. Intanto però il bambino, ormai paralizzato, ha difficoltà ad
ingoiare la saliva, e ciò gli provoca delle dolorosissime convulsioni, durante
la quale la madre lo aiuta con pazienza e coraggio infiniti. Poiché gli Odone
vogliono comunicare agli altri genitori i benefici effetti dell’olio, si scontrano
coi Muscatine, che invece seguono solo la medicina ufficiale. Poi anche
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Deirdre viene cacciata da Michaela, quando esorta lei e Augusto a non
vivere solo per Lorenzo. Frattanto le crisi convulsive del bambino sono
sempre più gravi e frequenti e il medico gli somministra invano i sedativi,
perciò crede che la morte sia vicina. Augusto decide di riprendere con la
moglie gli studi in biblioteca, per scoprire perché l’olio ha ridotto i grassi
solo al 50%; egli cerca gli acidi grassi a lunghissima catena, e scopre che
l’acido fatto coi semi di colza, difficile da reperire, può completare la cura
per Lorenzo. Procuratosi quest’olio Deirdre lo prova su di sé, mentre
giunge accanto a Lorenzo l’amico Omouri, chiamato dalla instancabile
madre. Superata la strumentalizzazione presto inizia la cura con il nuovo
acido, che porta le analisi del bambino a livelli assolutamente normali, ed egli
ricomincia a respirare senza l’aiuto di una macchina. Ora Nikolais annuncia
esperimenti e riconosce il ruolo fondamentale avuto dagli Odone nelle
ricerche. Ma i due sposi temono che per il loro figlio sia troppo tardi: invece
Lorenzo riprende lentamente a comunicare, dapprima battendo le ciglia,
poi muovendo il mignolo della mano.
“NIENTE PAURA, CI PENSA IL MAGO…!”
The Truman Show di Peter Weir (1998)
Il film. La vita di Truman Burbank nella cittadina di Seahaven scorre
all’apparenza tranquilla: lui lavora come agente assicurativo, ha una moglie
infermiera in ospedale, e i vicini di casa tutte le mattine lo salutano con un
cordiale ‘buon giorno!’. Truman a dir la verità avverte un po’ il peso di
questa routine, e progetta di fare viaggi, visitare altri paesi, fare nuove
esperienze. Ma al momento di concretizzare queste idee, qualcosa sempre
lo rimanda indietro: l’impiegata dell’agenzia gli dice che i posti sono esauriti,
e anche in macchina il traffico impedisce di uscire di città.Truman si scontra
con ostacoli che col passare del tempo cominciano ad apparirgli strani e
inspiegabili. Quando, finalmente deciso ad andare a fondo di questi
fenomeni, si confida con l’amico Marlon, quest’ultimo commette l’errore
che rivela l’inganno. Seahaven non è mai esistita: è solo un gigantesco studio
televisivo di Los Angeles dove Truman, del tutto ignaro, vive dalla nascita,
dove tutto è azionato meccanicamente e le persone (moglie, amici, colleghi
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
di lavoro) sono attori appositamente ingaggiati. Dalla nascita la vita di
Truman va in onda 24 ore al giorno, ed è il più grande successo della storia
della televisione. Ma ora Truman ha capito e Christof, il regista di questo
perfido gioco, deve arrendersi alla sua voglia di ribellarsi.
CON LO SPIRITO GIUSTO!
I cento passi di Marco Tullio Giordana (2000)
Il film. Giuseppe Impastato, giovane siciliano di Cinisi, è vicino di casa di
Gaetano Badalamenti, il boss mafioso locale. Tra le loro abitazioni c’è la distanza di cento passi: il rifiuto di Peppino a percorrerli rappresenta la sua
resistenza per non lasciarsi assorbire dall’orizzonte della mafia.Adolescente,
sfida le regole imposte dalla mafia e prende posizione come può, contro
tutti, persino contro suo padre. Si schiera contro la mentalità corrente attraverso i comizi e le mostre fotografiche in piazza, con il giornalino indipendente e Radio Aut, l’emittente libera che ha fondato. Parla chiaro, senza
mezzi termini. Denuncia “Mafiopoli” e tutti i suoi notabili. Un personaggio
troppo scomodo perché avversari tanto potenti lo lascino vivere.
Una possibile lettura
Giuseppe Impastato non è un “santo”: il discorso religioso non traspare
dal film, non sappiamo se si sia interrogato a riguardo. Ma con la sua vita è
stato certamente “luce del mondo, sale della terra”. Luce, per il suo desiderio di verità e di onestà, perché non si è mai arreso alle “tenebre” che lo
circondavano. Sale, perché nella sua breve esistenza non si è mai rassegnato
alla mediocrità e al conformismo. Non ha permesso a se stesso di diventare “insipido”. Al contrario, ha incarnato l’invito che il Papa ribadisce quest’anno ai giovani di tutto il mondo: “Nulla vi accontenti, che stia al di sotto
dei più alti ideali”. Peppino è un ribelle. Uno che non lascia in pace e che non
si dà pace. Ma la sua non è semplicemente l’irrequietezza dei vent’anni. È il
dibattersi di chi si sente imbrigliare sempre più in un meccanismo stritolante, ancora più pericoloso, perché genera assuefazione. Per questo si
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
trova ad urlare nella notte, al fratello Giovanni: “ …98, 99, 100. Sai chi abita
qua? Lu zi’ Tano ci abita qua. Cento passi ci sono da casa nostra! Cento passi!
Vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar… alla fine ti sembrano
come te. […] Noi ci dobbiamo ribellare, prima che sia troppo tardi. Prima di abituarci alle loro facce. Prima di non accorgerci più di niente!”.Peppino respinge
l’indifferenza e il silenzio, comuni in chi gli vive accanto. Rifiuta di ignorare
quello che accade sotto i suoi occhi, di fare finta di niente. Sente l’urgenza
di tenere desta l’attenzione, di disturbare le coscienze che si sono abituate
allo stato delle cose. Rifiuta di lasciarsi spegnere, distrarre dal suo impegno
di agente disturbatore per la comunità in cui vive. Sa bene che troppi aspettano proprio questo: che rinunci per dedicarsi ad altro.In un’estate di contestazioni giovanili, anche la denuncia di Peppino rischia di essere smorzata
da altri discorsi, più accattivanti e meno scomodi, come quelli proposti dai
giovani hippies che per un periodo frequentano Radio Aut. Ma lui non ci sta
e il perché lo confida al microfono: “Viene voglia di piantare tutto e andare via
dietro a loro. Ma qui non siamo a Parigi, non siamo a Berckeley, non siamo a Woodstock e nemmeno all’isola di White. Qui siamo a Cinisi, in Sicilia. Dove non
aspettano altro che il nostro disimpegno, il rientro nella vita privata. Per questo
ho voluto occupare simbolicamente la radio. Per richiamare la vostra attenzione.
Ma non voglio fare tutto da solo. Bisogna che ognuno di noi ritorni al lavoro che
ha sempre fatto: cioè informare, dire la verità”. L’avvio della radio era stata una
decisione importante. Non uno svago, ma il linguaggio che gli concede il
più grane margine di libertà. Rappresenta il suo rifiuto a lasciarsi gestire: “A
me mi basta che ci sentano a Cinisi. […] Quando tira vento, quando c’è sole,
quando c’è pioggia. Quando non mi danno il permesso di fare un comizio, quando
mi sequestrano il materiale… L’aria non ce la possono sequestrare”. Conosce
le potenzialità dello strumento radiofonico, usa l’ironia, il tono scanzonato
e irriverente, tiene desta l’attenzione con la risata. La sua scelta di non farsi
addomesticare, si concretizza nella sua candidatura alle elezioni comunali,
come spiega lui stesso a Stefano Venuti: “Quello che ho fatto alla radio, lo farò
in consiglio comunale. Li controllo, li marco stretti. Li costringo a rispettare le leggi”.
Sono in molti a reputarlo un pazzo. Suo padre, Luigi, ha solo questa preoccupazione: mettere a tacere il figlio, fermare questo giovane incosciente.
Arriva ad aggredirlo, a cacciarlo di casa per questo, dopo l’articolo di denuncia sul giornalino “L’Idea socialista”. Persino davanti alla bara di Peppino,
l’unico commento del cugino Anthony è in questo senso: “Peppino... sangue
pazzo”.Eppure non è uno sconsiderato né si è messo a rischio per sprezzo
del pericolo.Anzi, ha paura. Sa che sta mettendo in gioco la sua vita, che con
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
le sue parole firma la sua condanna a morte. Ma non tace. Risulta scomodo
ai politici locali quando ha il coraggio di tenere i comizi in piazza proprio
sotto le finestre del sindaco, per denunciare gli intrallazzi di mafia nelle decisioni dell’amministrazione comunale. Peppino sarà scomodo anche da
morto, al punto che polizia e magistratura cercheranno di chiudere sbrigativamente il caso decretando l’accaduto un suicidio. Sua madre negli ultimi vent’anni si è battuta perché la verità venisse a galla, perché i colpevoli
dell’omicidio venissero individuati, perché la voce coraggiosa del figlio non
si spegnesse. Davanti alla bara, quando Anthony considera che dopotutto
Peppino “era uno di noi”, Felicetta interviene: “No. Non era uno di voi. E io vendette non ne voglio”. I “padroni di Cinisi” si sentono onnipotenti, convinti di
avere potere di vita e di morte su Peppino. E in effetti ne decretano la
morte. Ma non riescono a far tacere le sue idee, il fermento che ha avviato
agendo su tanti fronti, facendo crescere una coscienza comune. Ne è segno
tangibile quanto è stato fatto da chi ha raccolto il testimone lasciato da
quest’uomo che ha dato tutto, persino la sua stessa vita per affermare con
dignità quello in cui credeva.
Per riflettere
3 Quella di Peppino Impastato, è solo ribellione adolescenziale?
3 Perché sceglie di servirsi della radio, per le sue denunce?
3 Secondo Peppino il rischio maggiore di fronte alla mentalità di mafia è
quello di “non accorgersi più di niente”: sei d’accordo? Perché?
3 Si può affermare che con la sua vita Peppino Impastato è stato “luce del
mondo, sale della terra”?
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Schema sussidio - prima parte
Titolo
Sono un tipo…
niente male!
Life’s good
Sensazione
solitudine
Soli si muore
San Paolo
La formazione “farisaica” ad “essere bravo”,
fervente, zelante… ma per servire Dio da
protagonista “impazzito”, come piaceva a lui
(non come piaceva a Dio).Atti 7,57-58;8,1; Galati 1,13.14; Fil 3,4-7.
La chiamata sulla via di Damasco: a essere
servo/strumento/collaboratore di quel vero
protagonista che è Dio (Gesù Cristo).Atti 9,125.
Dopo il Battesimo) il “tempo del deserto” (in
Arabia), durante il quale mettere ordine nella
sua nuova/vera personalità. Vedi: Galati 1,1517.
L’incontro con gli Apostoli a Gerusalemme.
Nessuno matura senza il confronto serio con
quelli che c’erano prima di lui.Atti 8,26-30; Galati 1,18; 2,1-2.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Tema
L’identità.
La conoscenza
di sé.
Obiettivi
Gli adolescenti sono invitati a:
- esprimere le loro difficoltà e il loro desiderio di
conoscenza di sé;
- individuare i loro modelli di riferimento;
- approfondire il ruolo dell’altro e di Gesù nella
loro vita;
- aprirsi a modelli veri di riferimento per la conoscenza e l’accettazione di sé.
Destino
o progetto?
Vagabondo, turista
o pellegrino?
La strada,
il camminare.
Gli adolescenti sono invitati a:
- riflettere sul significato della vita;
- verificare il loro modo di procedere nella vita
(vagabondi, turisti, pellegrini...);
- scoprire che la loro vita è una chiamata;
- cercare la “linea portante” della loro vita, un elemento che trasformi la loro vita in un “cammino”.
La solitudine,
il silenzio.
L’attraversare
il deserto
è esperienza
da buttare
oppure no?
Gli adolescenti sono invitati a:
- riflettere sulle loro solitudini (tanti contatti, tante
relazioni, tanti suoni, ma soli?... spesso è dovuto
alla difficoltà di accettarsi come si è);
- approfondire la dimensione del “deserto” come
cammino verso una meta, una solitudine come
una forma feconda di vita in cui Gesù mi accoglie,
mi stima;
- a trovare nella loro vita degli elementi per accorgersi dell’attenzione di Dio e a scoprire l’importanza di avere qualcuno che li accompagni in
questo cammino (accompagnamento spirituale).
La relazione
con gli altri,
la comunicazione.
La comunità, la
Chiesa. “Non si
può credere
da soli”.
Gli adolescenti sono invitati a:
- evidenziare la bellezza e la fatica della relazione
con gli altri e del fare gruppo;
- scoprire la forza della Chiesa come un gruppo
che esiste prima di me e va oltre me stesso;
- trovare la bellezza dell’essere Chiesa e il loro
ruolo all’interno di essa.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Schema sussidio - seconda parte
Titolo
Freedoom!
Il modo più bello
per guardare
il mondo
Il grande invito
“Niente paura,
ci pensa il mago…!”
Con lo Spirito
giusto!
San Paolo
A Filippi (prima città dell’Europa), Paolo annuncia
un vangelo che libera le persone e restituisce loro
dignità, ma l’annuncio cozza contro gli interessi di
pochi privilegiati e l’apostolo lo paga a caro
prezzo. Atti 16,11-40.
Ad Atene - metropoli mondiale della cultura e
delle scienze - regnano i “parolai” e quelli che
sanno sempre una pagina più del libro. “La scienza
che gonfia” impedisce di apprezzare e di accogliere
il vangelo. Atti 17,16-34.
A Corinto, città di affari e di divertimenti, domina
l’individualismo. Anche la comunità cristiana ne è
contagiata. L’Eucaristia - in quel clima - non è più
la “Cena del Signore”.1Corinzi 11,17-34.
A Efeso, metropoli-cuccagna del commercio religioso pagano, il vangelo manda in crisi l’economia
della città… Un’economia che si regge sulla falsità
dei furbi e sull’ignoranza della gente non sta in
piedi. Atti 19,23- 20,1.
A Roma, capitale dell’Impero Romano, Paolo giunge
prigioniero, ma anche nel suo soggiorno coatto
trova il modo di annunciare il vangelo. Nessuna situazione problematica, nessun ostacolo, può bloccare o rendere impotente chi vive la sua esistenza
come missione, al seguito di Gesù. Atti 28,16-31.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Tema
Obiettivi
Globalizzazione.
Libertà.
Gli adolescenti sono invitati a:
- guardare al mondo attorno a loro e oltre cogliendo ciò
che lo “incatena”;
- fermare lo sguardo a loro stessi scoprendo le loro catene: hanno il desiderio di una vita felice, ma spes-so sono
“legati”;
- scoprire che il Vangelo è un messaggio che rende liberi;
- fare propria la realtà che la vita è bella quando ci si apre
al Tu di Dio e agli altri.
Scienza e fede.
“La ragionevolezza
della fede”. Il gusto
di ragionare. “Chi
sei?” il nostro è un
Dio ancora sconosciuto.
Gli adolescenti sono invitati a:
- evidenziare il contrasto tra scienza e fede (la scienza
spiega molte cose, ma certe cose non sono spie-gabili
scientificamente);
- scoprire la fede come uno stile di vita che dà sapore alle
cose, è sale e lievito del mondo (scienza e fe-de sono su
due piani diversi);
- ragionare sulla fede con umiltà scoprendo che la vera
grandezza sta in uno stile, una direzione da prendere.
Il rapporto con il
divertimento, e con
il corpo. Sballo/gioia.
Esorcizzare l’instabilità con il piacere.
L’Eucaristia:
il farmaco contro
l’individualismo.
Gli adolescenti sono invitati a:
- esprimere cosa produce loro gioia e come si divertono;
- comprendere che la loro ricerca di divertimento nasconde una ricerca;
- capire che la risposta a questo loro desiderio di felicità
trova origine nell’incontro e nella comunione con Gesù
Eucaristia;
- precisano alcuni aspetti e occasioni in cui loro stessi possono vivere la logica del dono.
Magia e fede.
Gli adolescenti sono invitati a:
- prendere coscienza delle loro paure e insicurezze (nei
confronti degli altri e del futuro) e come queste si manifestano (superstizione, magia, ritualità...);
- comprendere che l’uomo da solo si perde e quindi è importante fissare lo sguardo su Gesù (Pietro sulle acque?);
- convincersi che le paure non vanno evitate o esorcizzate,
ma affrontate condivise e affidate (a Dio).
Pronti a dare la vita.
“Io non mi vergogno
del Vangelo”.
Gli adolescenti sono invitati a:
- evidenziare la bellezza dell’autenticità nelle varie situazioni
della loro vita (e quindi anche le loro ma-schere, la vergogna di vivere e parlare del Vangelo);
- comprendere che la proposta delVangelo mi rende felice,
coerente, uomo/donna fino in fondo;
- mettersi in gioco per il Vangelo scoprendone la bellezza
e ricercando le occasioni per farlo.
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
INDICE
Prima parte
(da Tarso ad Antiochia, passando per Damasco)
Sono un tipo… niente male! ________________________________________pag. 2
Life’s good __________________________________________________________________pag. 12
Sensazione solitudine __________________________________________________pag. 25
Soli si muore_______________________________________________________________pag. 40
Seconda parte
(da Antiochia ai confini del mondo)
Freedoom!__________________________________________________________________pag.
Il modo più bello per guardare il mondo _______________________pag.
Il grande invito ____________________________________________________________pag.
“Niente paura, ci pensa il mago…!” ______________________________pag.
Con lo Spirito giusto! __________________________________________________pag.
49
62
71
83
91
Schede film _________________________________________________________________pag. 98
130
Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Annotazioni
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Sussidio adolescenti 2008 - 2009
Annotazioni
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