tutela della proprieta` intellettuale e lotta alla contraffazione negli
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tutela della proprieta` intellettuale e lotta alla contraffazione negli
TUTELA DELLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE E LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE NEGLI STATI UNITI PUNTI SALIENTI E DIFFERENZE CON L’ITALIA 2° RAPPORTO Giugno 2009 IPRDESK – UFFICIO ICE DI NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I RELAZIONI ITALIA-STATI UNITI IN MATERIA DI IPR: OBIETTIVI COMUNI E RAGIONI DI CONTRASTO Nell’esaminare le problematiche connesse ai diritti di proprietà intellettuale negli Stati Uniti, l’attenzione deve vertere su due questioni spinose: l’inserimento dell’Italia nello “Special 301 Report” anche per l’anno 2009, che riguarda tutti quei paesi che contrastano in modo insufficiente la pirateria dei prodotti multimediali statunitensi, ed il fenomeno ricorrente dell’ “Italian Sounding”, cioè della contraffazione imitativa dei prodotti italiani del comparto agro-alimentare. Lo “Special 301” è un rapporto redatto dall’Office of the US Trade Representative (USTR) che elabora i dati forniti dall’IIPA (International Intellectual Property Alliance)1, secondo quanto previsto da una serie di clausole contemplate nel Trade Act del 1974. Il rapporto è anche il risultato di strette consultazioni con le associazioni di categoria Usa, i rappresentanti degli altri governi, i leader politici congressuali, nonchè di colloqui fra vertici interministeriali del governo statunitense. Per dar modo alle parti interessate di esprimere pareri ed oPInioni portanti sull’operato di altri paesi, ma anche per offrire l’opportunità di replica ai rappresentanti dei governi esteri, esiste l’opportunità di inviare relazioni e messaggi alla Direzione Generale per la Proprietà USTR, nella persona di Jennifer Choe Groves, Direttore Generale per la Proprietà Intellettuale ed Innovazione, ma anche Presidente della Commissione per lo Special 301. Lo Special 301 prende in considerazione l’operato di vari paesi; quest’anno 77 nella fattispecie, sia sotto l’aspetto normativo sia riguardo alle misure giudiziarie. Nella relazione annuale del 2009 vi appaiono 46 paesi aventi scambi commerciali con gli USA che sono stati inseriti in una lista così suddivisa: “Priority Watch List”, vale a dire paesi a maggiore rischio di violazioni, “Watch List”, paesi che non approntano misure adeguate di enforcement, “Section 306”, composta da paesi che vengono monitorati. 1 L’IIPA è una associazione privata creata nel 1984, che rappresenta 1900 società Usa che producono e distribuiscono in tutto il mondo opere protette dalle leggi sul copyright. L’intento di IIPA è quello di migliorare la tutela internazionale del materiale coperto da copyright, sia attraverso accordi bilaterali, sia attraverso collaborazioni multilaterali. Nello specifico, l’IIPA è composta da 7 camere di commercio e ciascuna di queste rappresenta un segmento rilevante del mondo industriale Usa avente a cuore la tutela del copyright. 2 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Lo scopo dello Special 301 è quello di identificare quei paesi che, per ragioni diverse, non abbiano approntato un sistema di enforcement idoneo a garantire i diritti di proprietà intellettuale a livello internazionale. Per l’edizione 2009, lo USTR ha modificato la struttura del rapporto creando 3 sezioni che analizzano rispettivamente: - Sez. I. - lo sviluppo della normativa in materia di P.I. e delle pratiche di enforcement a livello internazionale; Sez. II. - i paesi menzionati nello Special attraverso la redazione di appositi Country Reports; Sez. III. - i siti internet e i luoghi nel mondo dove avviene il commercio di prodotti contraffatti. Dalla lettura della sezione I del rapporto si ravviene che le iniziative che lo USTR giudica adeguate a livello internazionale per una protezione effettiva sono le seguenti: 1. la struttura multilaterale degli accordi che sono possibili in seno allo WTO. Lo USTR ritiene che permettano di sviluppare ulteriormente relazioni di scambio. 2. le proposte ed il raggiungimento di accordi bilaterali o regionali. Gli esemPI menzionati dallo USTR nel rapporto sono gli accordi FTAs (Free Trade Agreements o Accordi di Libero Scambio), nonchè i TIFAs (Trade and Investment Framework Agreements o Strutture di Accordi Commerciali e di Investimenti). Questi ultimi, intrapresi tra gli USA e paesi medio-orientali ed asiatici, a detta dello USTR, hanno contribuito a rafforzare la tutela e le misure di P.I.; 3. gli obiettivi perseguibili attraverso l’ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement o Accordo Commerciale di Contraffazione). Lo USTR reputa che le iniziative legate ad ACTA contribuiscano a migliorare le disposizioni di P.I. allo scopo di raggiungere un accordo internazionale che regoli in maniera uniforme le misure di enforcement in questo ambito. Nel rapporto si fa anche riferimento ad una relazione che sintetizza le questioni che sono oggetto di negoziato; 4. la revisione dei programmi di trattamento preferenziale delle merci. Lo USTR rivede le procedure di P.I. che siano in connessione con trattamenti agevolati di import/export, comprese le esenzioni doganali, come previsto ad esempio dalle GSP (Generalized System of Preferences). Nello specifico, lo USTR monitora che i paesi che godano di agevolazioni doganali (vengono menzionate in tal senso i paesi caraibici ed in particolare le Bahamas) approntino sistemi di tutela adeguati di P.I., così da evitare violazioni di materiale protetto da copyright negli USA; 3 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I 5. il forum dell’organismo per la cooperazione economica nell'area asiatico-pacifica (Organizzazione di cooperazione economica Asia-Pacifico) (APEC). Gli Usa, attraverso lo USTR, spingono i paesi membri dell’APEC ad attuare delle politiche di enforcement in materia di P.I., trattandosi di paesi particolarmente a rischio. Durante l’anno appena trascorso, sono state concluse due trattative importanti, una relativa alla contraffazione e pirateria e l’altra volta a coordinare le procedure di acquisizione dei brevetti fra i paesi membri; 6. lo sviluppo della cooperazione internazionale; lo USTR insiste sull’importanza di sinergie internazionali, attraverso fori bilaterali, multilaterali o regionali che si prepongono di ottimizzare il sistema globale di P.I. Fra le varie iniziative, vengono elencati il G-8, il Summit fra gli Usa e l’Unione Europea, il Nafta (Accordo nordamericano per il libero scambio fra Usa, Canada e Messico), la OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), ed altri. È da sottolineare, però, che alcune iniziative considerate positivamente dallo USTR, come l’ACTA, vengono percepite in maniera diversa da molti paesi. Sempre nella prima sezione del rapporto, lo USTR conduce un’analisi sulle tendenze che si sono registrate nel 2008 con riguardo alla contraffazione e conclude che il fenomeno si sia esteso e coinvolga settori commerciali sempre più ampi, in un dilagare preoccupante che mina anche la salute dei consumatori, annoverando fra le merci contraffatte anche beni di consumo immediato quali dentifrici, shampoo, rasoi, componenti elettronici, pile, prodotti alimentari e bevande, prodotti chimici, attrezzature sportive, ricambi di automobili e di aerei, medicinali ed altri prodotti farmaceutici. Tra l’altro, viene sottolineato come avvalendosi delle zone di libero scambio la criminalità organizzata sia riuscita a creare un sistema di traffico illegale a raggio globale, laddove le merci contraffatte vengono spedite separatamente nelle zone franche per poter essere ivi assemblate e poi, da lì distribuite in altri paesi. Si fa inoltre riferimento alla crescita della pirateria di prodotti protetti da copyright, in qualsiasi formato virtuale, come pure di marchi contraffatti, e se ne attribuisce la causa ai grossi proventi che derivano da queste attività illecite, che peraltro hanno un margine di rischio molto basso. Per arginare tali fenomeni, si insiste sull’importanza di rafforzare i controlli ai porti di entrata delle merci e le sanzioni penali. Particolare rilevanza viene data alla produzione e distribuzione di medicinali contraffatti, elencando fra i paesi che costituiscono una particolare minaccia la Cina, il Brasile, l’India, l’Indonesia e la Russia. 4 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Ampio spazio, nella prima parte del rapporto, è stata dedicata anche ai piani e alle politiche sanitarie di altri paesi, in conformità con quanto sancito dalla Dichiarazione di Doha del 2001 di cui l’Accordo TRIPS è parte integrante e che riguarda, tra le altre cose, i brevetti sui farmaci. Lo USTR, nello Special, asserisce che il governo USA tutela il diritto dei paesi con i quali effettua scambi commerciali a concedere licenze obbligatorie o “compulsory licenses”. Queste ultime hanno l’obiettivo di proteggere la salute pubblica e combattere le emergenze sanitarie, fintanto che questi stessi paesi provvedano a mantenere dei sistemi di P.I. che facilitino investimenti, ricerca ed innovazione. Ulteriori considerazioni nello Special 301 vengono fatte dallo USTR anche in merito all'eliminazione degli ostacoli per le società farmaceutiche USA all’accesso ai mercati internazionali, con particolare riferimento a quelli algerini ed indonesiani. Viene menzionato, al contrario, come esempio di cooperazione internazionale che favorisce l’innovazione nel settore farmaceutico, l’accordo di libero scambio siglato con il governo coreano (the United States-Korea Free Trade Agreement) che, quando attuato nella sua interezza, dovrebbe consentire dei regimi di prezzi non discriminatori ed il rimborso di prodotti farmaceutici nuovi e generici, nonchè di strumenti medici e biologici. In questo ambito, lo USTR richiama l’attenzione su alcuni fra i paesi industrializzati le cui linee politiche in materia di innovazione farmaceutica e di prodotti e servizi sanitari destano preoccupazione, includendo l’Italia, accanto a Canada, Francia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda e Taiwan. Un intero capitolo della Prima Sezione viene dedicato anche agli accordi TRIPS-WTO, che stabiliscono delle soglie minime di protezione P.I. e che costituiscono il primo accordo di natura multilaterale che sancisce delle regole per la risoluzione obbligatoria delle dispute. A tal proposito, viene analizzato un caso recente che ha visto come protagonisti Cina e Stati Uniti; il Comitato d’esame (vale a dire il Dispute Settlement Body) ha emesso una decisione su un contenzioso che vedeva coinvolti i due paesi e che verteva sulla tutela dei diritti di copyright su dvd, musica, libri ed altro materiale. Il governo Usa ritiene di esser riuscito a prevalere in questa sede, avendo dimostrato che il rifiuto della Cina di tutelare i lavori che sono ivi censurabili non risponde al dettato dei TRIPS, nonchè essendo riuscita a frenare la possibilità di vendita ad aste pubbliche di merci sequestrate dalle autorità doganali cinesi, sia pure dopo aver rimosso il marchio contraffatto. L’unico punto sul quale la giuria del WTO non ha dato pienamente ragione agli USA concerne i termini per l’avvio di procedimenti penali e di conseguenti condanne per contraffazione e pirateria. 5 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Infatti su questo punto il Comitato del WTO, pur riconoscendo la carenza, da parte della Cina, di una normativa conforme alle esigenze del mercato internazionale, non ha riscontrato l’esistenza di elementi probatori sufficienti a stabilire, in modo definitivo, che le misure approntate dalla Cina siano inadeguate, come reclamato dagli USA. Più vicino agli interessi europei è la risoluzione della questione delle indicazioni geografiche; le posizioni degli USA e dell’Europa restano, infatti, molto distanti. Lo Special 301 contiene una disamina relativa ad un conflitto tuttora in atto e messo in risalto già nello Special 301 del 1999. Gli USA considerano il sistema delle indicazioni geografiche come discriminatorio nei confronti dei prodotti e delle persone al di fuori dell’Unione Europea. Infatti, il governo statunitense respinge la richiesta europea di adottare il sistema di protezione dei luoghi di provenienza geografica e dei processi produttivi con i propri partner commerciali, insistendo che queste certificazioni detraggono dalla tutela apprestata ai titolari dei marchi d’impresa, che viene ritenuta rispondente alle esigenze di mercato. Nello Special di quest’anno, lo USTR fa esplicito riferimento alla decisione emessa dal Comitato d’esame del WTO il 20 aprile 2005, nella quale si concludeva che la condotta dell’Unione Europea fosse iniqua e che ledesse i diritti dei detentori legittimi di marchi USA. Sempre secondo quanto riportato nello Special, a seguito della suddetta decisione, il 31 marzo 2006 l’Unione Europea ha provveduto ad apportare delle revisioni al regolamento sulle indicazioni geografiche, che tuttavia non hanno dissipato i rimanenti dubbi del governo USA sull’impatto di questa disciplina negli scambi commerciali fra i paesi dell’Unione e gli Stati Uniti. Per quanto concerne la tutela delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine, la lettura dello Special 301 non offre spiragli per una risoluzione della disputa tra Usa e Ue. In effetti, anche le motivazioni addotte appaiono inconsistenti poichè l’Unione Europea con il Regolamento n. 510 del 2006 ha difatto regolato l’aspetto relativo al sistema di reciprocità, che consente di tutelare nella UE i prodotti tipici di paesi terzi. Giova evidenziare che, al contrario dei produttori dei paesi terzi come gli USA, i produttori europei sono obbligati a sottoporre preliminarmente la richiesta del riconoscimento di marchio DOP e IGP agli organi competenti del proprio paese e successivamente alla Commissione Europea. Pertanto, l’accusa di aver messo in atto un sistema che privilegi i prodotti europei e discrimini quelli statunitensi non ha motivo di esistere. La prima parte dello Special termina con un breve resoconto sui paesi che si ritiene abbiano compiuto miglioramenti di rilievo in materia di P.I., prendendo in esame l’anno 2008 e l’inizio del 2009. 6 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Con riguardo al 2009, l’Italia figura nella “Watch List”, per le problematiche connesse alla pirateria (contraffazione dei prodotti multimediali), sia virtuale che effettiva. Anche la nota dall’Ambasciata d’Italia a Washington, che aveva provveduto ad inoltrare agli organismi competenti americani le proprie motivazioni a favore dell’uscita dell’Italia dalla Watch List, non ha ottenuto i risultati sperati. La nota dell’Ambasciata d’Italia sottolineava il ruolo focale svolto dalla Guardia di Finanza che durante un’azione e’ riuscita a smantellare un’organizzazione criminale cinese implicata nel commercio internazionale di programmi software contraffatti. A livello istituzionale-legislativo, sono state citate tra le azioni intraprese dall’Italia nel 2008: 1. la creazione di un Comitato Tecnico contro la pirateria multimediale, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha tra i suoi compiti quello di coordinare le azioni di contrasto alla pirateria; 2. la proposta di legge denominata “Pacchetto Scajola”, gia’ approvata alla Camera dei Deputati, che inasprisce le sanzioni per reati legati alla pirateria e alla contraffazione; 3. l’introduzione di moduli di formazione in materia di contraffazione nei curricula dei giudici italiani; 4. l’attivo coinvolgimento e contributo del Governo Italiano in seno ai gruppi di lavoro del G8, dell’ACTA e del WIPO. In particolare, nell’ambito delle iniziative che saranno realizzate durante la presidenza italiana del G8 e’ stato sottolineato l’inserimento di un workshop dedicato alle problematiche della proprieta’ intellettuale, tra cui lo sviluppo di una rete per lo scambio di informazioni tra le agenzie delle dogane dei paesi del G8. Va però evidenziato che lo USTR ha espresso apprezzamenti per la creazione all’inizio del 2009 di una task force interministeriale per combattere la pirateria multimediale e la stessa IIPA ha riconosciuto l’opera di divulgazione della proprietà intellettuale verso le categorie interessate da parte delle istituzioni italiane. Un altro segnale giudicato positivamente dallo USTR è stato il numero di sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza che si sostanziano intorno alle 4.000 azioni di enforcement, e che hanno dato risultati tangibili quali la confisca di 2 milioni di software copiati e di 853 computer. Di ulteriore rilevanza è anche il fatto che le dogane italiane abbiano contribuito in maniera determinante a contenere e combattere il fenomeno in Europa, eseguendo quasi il 30% dei sequestri verificatisi. 7 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Le preoccupazioni dello USTR, in conformità con quanto già enunciato precedentemente nello Special del 2008, sono semmai legate alla legge sulla privacy che viene giudicata come un ostacolo alla capacità delle forze dell’ordine di perseguire in maniera efficace i pirati virtuali. Un’altra ragione di discontento del governo USA nei confronti dell’Italia si rinviene verso il sistema giudiziario, ritenuto lento; si incolpa la magistratura di non emettere pene adeguate e di non avere un tribunale specializzato in P.I. L’IIPA ha redatto la seguente tabella che evidenzia una stima dei danni da attribuirsi ad atti di pirateria in violazione dei diritti di copyright in Italia, suddividendo le perdite subite fra i vari settori dell’industria discografica e dell’intrattenimento, per il periodo che va dal 2004 al 2008. ITALIA STIMA DELLE PERDITE COMMERCIALI SUBITE PER VIOLAZIONE DI COPYRIGHT E LIVELLI DI PIRATERIA Periodo di riferimento: 2004 - 2008 Industria 2008 Perdita Tecnologie per il business Videogiochi Registrazioni e composizioni musicali Libri Film Totale 2007 Livello Perdita 2006 2005 2004 Livello Perdita Livello Perdita Livello Perdita Livello 1.242 49% 1.067 49% 729 51% 812 53% 779 50% N.D.* N.D. 817 64% 647.7 40% 639.2 30% N.D. 34% 350 25% 45 23% 48 27% 40 20% 45 23% N.D. N.D. 1.592 N.D. N.D. 20 N.D. 1.949 N.D. N.D. 20 N.D. 1.4447 *I Dati non sono disponibili N.D. N.D. 20 161 1.672 N.D. 22% 23 160 1.007 N.D. 15% valori espressi in milioni di $US Nonostante sia insidacabile che si tratti di un fenomeno di vaste proporzioni in Italia, con particolare riguardo alla pirateria virtuale che risulta in costante aumento, bisogna ricordare che il nostro paese ha compiuto sforzi significativi in questo senso. Infatti la stessa Nintendo, famosa casa di videogiochi giapponese, nel formulare i propri dati statistici contenuti nella relazione annuale inviata allo USTR, ha messo in risalto la disparità fra i livelli di pirateria in Spagna ed i livelli in Italia, che nel corso del rapporto, suddiviso per paesi maggiormente a rischio, non viene nemmeno espressamente menzionata. 8 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I La pirateria in Europa colpisce soprattutto il settore dei videogiochi, laddove sono disponibili, soprattutto online, i cosiddetti “circumvention devices”, ovvero quei dispositivi che permettono di eludere le misure di protezione tecnologica delle console, legittimamente apposte dai produttori per consentirne l’uso solamente per l’esecuzione di videogiochi originali, al fine della fruizione di videogiochi pirata. BitTorrent e eDonkey sono i due principali sistemi di P2P utilizzati per la condivisione di videogiochi pirata. File sharing illegali di giochi Nintendo rilevati a dicembre 2008 Spagna Italia Francia Usa Gran Bretagna Olanda Canada Germania Brasile Australia Fonte: DtecNet Nell’ottobre 2008, gli Stati Uniti hanno provveduto ad emanare una nuova legge antipirateria, il cd. Pro-IP Act 2008, che prevede pene molto piu’ severe, ma della cui applicabilità reale si può dubitare. L’Italia, dal suo canto, ha in programma nuove azioni di intervento contro la pirateria multimediale, che comunque non possono prescindere dalle leggi vigenti sulla privacy, che pongono dei vincoli oggettivi alle attività investigative delle autorità di polizia. 9 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I MISURE A SOSTEGNO DELLA P.I. IN EUROPA: CONFRONTO CON IL GOVERNO USA L’Unione Europea sta mettendo a punto tutta una serie di iniziative volte a garantire che il sistema di P.I. risulti efficiente; a tale scopo è stato approntato un “Osservatorio” il cui obiettivo è quello di raccogliere, analizzare e presentare dati sulla contraffazione e sulla pirateria, che possano servire ad ipotizzare delle politiche comuni più vicine anche agli interessi USA. L’industria del software sta esercitando pressione in Europa affinchè venga nominata una figura istituzionale come il c.d. “IPEC” (Intellectual Property Enforcement Coordinator), istituito con la sopramenzionata normativa Pro-IP Act 2008. Tale ufficio agisce direttamente alle dipendenze del Presidente degli Stati Uniti ed ha il compito di elaborare strategie ed adottare misure, atte ad arginare la pirateria, sia a livello nazionale che internazionale. La Commissione UE non sembra recettiva all’idea e preferisce puntare su una ottimizzazione dei servizi piuttosto che creare un ulteriore interlocutore al quale dover fare riferimento. È da sottolinerare che Francia e Germania hanno introdotto recentemente misure sanzionatorie più forti in materia di violazione del diritto di autore. Per quanto concerne le Indicazioni geografiche, la Commissione Ue, a seguito della pubblicazione del Libro Verde nell’ottobre 2008, sta adottando una comunicazione per la revisione dell’attuale regolamentazione. Sarà considerata la possibilità di creare un registro unico per i vini, gli alcolici ed i prodotti agricoli e traformati (tenuto conto che la specificità di ogni settore sarà preservata). Inoltre, saranno identificati i termini “generici” ossia i nomi che sono divenuti denominazioni comuni per un prodotto, al fine di rendere più chiaro il sistema in materia di diritti di proprietà intellettuale. Nel contesto internazionale, la Commissione si propone di ottenere una più ampia protezione dei prodotti UE nei paesi terzi attraverso il miglioramento dell’accordo dell’OMC in materia ed alla firma di accordi bilaterali con alcuni dei partner commerciali. L’Italia anche ha auspicato, tramite il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di tutelare le indicazioni Geografiche, procedendo, se del caso, a richiedere arbitrati internazionali presso le Organizzazioni Internazionali, come il WTO, per definire se la legislazione nazionale di Paesi come USA, Canada, Australia, Argentina, Cile, Nuova Zelanda ecc. sia conforme alle disposizioni presenti negli accordi internazionali sottoscritti. 10 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I LA TUTELA DEI PRODOTTI DOP E IGP ITALIANI NEGLI USA L’assenza del riconoscimento di istituto giuridico da parte degli Stati Uniti alle indicazioni geografiche per i prodotti del comparto agro-alimentare, o quanto meno la mancanza di un sistema di reciprocità tra la normativa comunitaria e quella statunitense è causa della spinosa questione tra USA e UE, che prende il nome di Italian Sounding. Trattasi, cioè, di quel fenomeno di contraffazione imitativa che negli Stati Uniti colpisce i prodotti italiani del comparto agro-alimentare, anche se protetti da indicazioni geografiche o denominazioni di origine secondo la normativa UE, e provoca un danno economico ai produttori italiani. In Italia, inoltre, il D.L. 30/2005 ha assegnato ai prodotti DOP e IGP il rango di marchio e quindi sono considerati diritti di proprietà intellettuale. Il problema non riguarda, però, soltanto le evocazioni imitative dei prodotti italiani, che danno luogo sovente ad una distorsione del mercato, ma anche una sostanziale differenza nel “catalogare” lo stesso prodotto: così alcuni prodotti italiani, noti perchè espressione del legame tra tipicità, territorio e processo di lavorazione, negli Stati Uniti, sono definiti generic o semi-generic. Proprio il non riconoscimento di alcune peculiarità esclusive del prodotto, che ne costituiscono la componente di valore, contribuisce alla dimunizione del valore stesso del prodotto sul mercato. È opportuno segnalare che alcuni prodotti italiani DOP, non hanno ottenuto il riconoscimento del Certification Mark dal parte dello USPTO (US Patent & Trademark Office), che equivale alla forma di tutela ottenuta come prodotto a denominazione d’origine protetta, proprio per le ragioni sopracitate. A livello internazionale, le disposizioni dell’OMC, attraverso l’Accordo TRIPs, prevedono un sistema binario che accorda un differente livello di tutela a seconda che l’oggetto dell’indicazione geografica siano vino e alcolici (art. 23) o altri alimenti (art. 22). Mentre per i vini e gli alcolici è previsto un sistema di protezione più ampio, per gli altri prodotti l’art. 22 si limita a proibire l’utilizzo di denominazioni geografiche, qualora queste si basino su una rappresentazione ingannevole del prodotto o si configurino come atto di concorrenza sleale. Gli Stati Uniti, anche nei contesti internazionali, come i negoziati del Doha Round si oppongono alle richieste europee in tema di indicazioni geografiche, all’estensione del regime di protezione giuridica a tutti gli altri prodotti alimentari e si oppongono al concetto stesso di indicazioni geografiche protette, perchè considerato contrastante con il loro sistema dei “trademarks”. 11 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I È da evidenziare, inoltre, che la normativa statunitense sul trademark si basa sul principio del “first to use” per la rivendicazione della titolarità del marchio e non sul principio del “first to file”. In altre parole l’uso dimostrato del marchio ha più forza della registrazione. D’altro canto, nella stessa Unione Europea la difesa delle indicazioni geografiche nei contesti internazionali è un argomento considerato prioritario soltanto da alcuni Paesi Membri, in particolare quelli mediterranei. Poichè una soluzione di natura giuridica appare lontana, le aziende italiane del comparto agro-alimentare devono attrezzarsi a tutelare i propri prodotti anche sotto l’aspetto giuridico. In tal senso, è stata realizzata dal Desk per la Tutela della P.I. a New York una guida pratica in lingua italiana sulla normativa locale in materia di indicazioni geografiche. Questo perchè gli Stati Uniti, pur non riconoscendo alle denominazioni d’origine un inquadramento legislativo a sè stante, proteggono il valore intrinseco del marchio, per cui è sempre raccomandabile procedere alla registrazione dello stesso. POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA PER CONCESSIONE DI MARCHI E BREVETTI NEGLI STATI UNITI Dalla lettura dei dati ufficiali pubblicati annualmente dallo USPTO (U.S. Patent and Trademark Office), che è l’organismo statunitense delegato alla concessione di brevetti e marchi, si deduce un discreto posizionamento dell’Italia nel riconoscimento di tutela di attività inventive negli Stati Uniti. Dati statistici sui brevetti richiesti e concessi dallo USPTO a richiedenti stranieri Periodo 2004-2008 Domande depositate presso lo USPTO per la concessione di brevetti (non disp. 2008) Paesi 2004 2005 2006 2007 Totale Giappone Germania Rep. Corea Sud Taiwan Canada Regno Unito Francia Olanda R.P. Cina(*) Italia 160.764 63.543 16.394 13.388 17.703 9.035 6.679 5.618 2.291 1.708 2.792 191.060 73.250 21.598 16.643 17.933 9.114 8.603 7.515 3.637 2.330 3.685 12 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK 209.601 76.940 22.263 21.963 21.165 10.243 9.127 7.228 4.098 3.838 3.691 187.976 79.725 23.535 23.589 20.447 10.788 9.185 8.204 4.249 4.422 3.832 MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Paesi Brevetti registrati presso lo USPTO 2004 2005 2006 Totale 89.258 Giappone 37.734 Germania 11.623 Taiwan 7.376 Rep. Corea Sud 4.590 Regno Unito 4.047 Canada 3.980 Francia 3.846 Italia 2.009 Olanda 1.619 Australia 1.079 (*) I dati non riguardano Hong Kong 80.245 34.079 10.502 6.311 4.811 3.744 3.368 3.355 1.706 1.268 1.091 87.014 36.482 10.083 7.356 5.835 3.978 3.743 3.542 1.817 1.504 1.413 2007 2008 89.759 78.137 36.658 35.847 10.256 9.794 7.569 7.424 6.882 8.410 4.100 3.882 3.974 4.052 3.757 3.683 1.791 1.890 1.594 1.670 1.493 1.485 Tabella 1 (dati USPTO) L’Italia si posiziona dopo Germania, Inghilterra, Francia ed Olanda ed è fra i paesi europei che hanno inoltrato maggiori richieste per l’anno 2007, per quanto concerne i brevetti. Dal 2004 al 2007, è evidente per l’Italia una tendenza in crescita che registra un incremento di domande di deposito da 2.792 del 2004 fino a 3.832 del 2007. Tuttavia, il dato effettivo sui brevetti concessi fa recuperare due posizioni all’Italia che si attesta all’ottavo posto. In particolare, laddove si analizzino le informazioni relative a ciascuna categoria, si evince con chiarezza che il settore delle biotecnologie continua ad evidenziarsi come quello di punta, seguito dai composti organici, dalle lavorazioni di resina sintetica e gomma, nonchè da componenti elettronici e dai semiconduttori. Non a caso, fra le società che hanno ottenuto il maggior numero di brevetti rilasciati dallo USPTO si riscontrano la Stmicroelectronics S.R.L. (il terzo produttore indipendente al mondo di semiconduttori), la C.R.F. Società Consortile per Azioni (società attiva nel campo delle nanotecnologie), la Pirelli Pneumatici, la Micron Technology (polo tecnologico di eccellenza mondiale per la produzione di dischi di silicio). Degno di nota, peraltro, è anche l’affermarsi di altre realtà imprenditoriali quali la Campagnolo S.R.L., un’azienda di componenti da bicicletta che, parallelamente all’evoluzione tecnologica e stilistica, ha seguitato a brevettare nuove invenzioni e migliorie delle stesse, così come a rinnovare i propri loghi ed marchi, adeguandoli alle nuove esigenze e rendendoli piu’ rispondenti ai tempi. 13 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I Per quanto attiene alle richieste di registrazione e alla effettiva concessione di marchi italiani negli Stati Uniti, sempre con riguardo al periodo preso in esame, si evidenzia un aumento delle registrazioni (come desumibile dalla tabella di cui sotto) che posiziona il nostro Paese al sesto posto fra quelli stranieri, ma con un incremento di concessioni che lo avvicina alla Francia e segnala un trend positivo in materia di protezione della titolarità e dell’uso di marchi commerciali italiani. Dati statistici sui marchi richiesti e concessi dallo USPTO a richiedenti stranieri Periodo 2004-2008 Domande depositate presso lo USPTO per la concessione di marchi Paesi 2004 2005 2006 2007 2008 Totale Germania Canada Regno Unito Francia Giappone Svizzera Italia Australia Olanda R.P. Cina (*) Paesi 46.832 6.466 7.365 5.4332 60.995 8.146 7.730 6.273 71.551 9.896 8.337 7.557 84.072 11.455 9.127 9.431 60.052 12.686 9.614 9.463 2.427 4.239 2.093 1.577 1.845 1.088 594 4.555 4.824 3.346 2.894 2.204 1.725 1.246 4.843 4.705 3.687 4.057 2.593 2.133 1.784 5.460 5.258 4.692 4.912 3.685 2.367 2.364 6.254 4.764 4.772 4.395 3.164 2.618 2.262 2004 Marchi registrati presso lo USPTO 2005 2006 2007 Totale 25.485 19.968 Germania 2.996 2.583 Canada 3.187 2.917 Regno 2.234 1.777 Unito Giappone 2.010 1.821 Francia 1.642 1.360 Italia 967 899 Svizzera 1.078 932 Australia 775 709 R.P. Cina * 358 364 (*) I dati non riguardano Hong Kong 2008 27.592 3.866 3.562 27.798 3.708 3.168 25.229 4.674 4.396 2.384 2.246 3.136 2.197 2.055 1.542 1.427 1.030 697 14 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK 2.216 2.941 2.046 2.638 1.693 2.281 1.345 1.953 1.076 1.609 1.020 1.601 tabella 2 (dati USPTO) MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I CONTRIBUTO DELLA POLIZIA DOGANALE (U.S. CUSTOMS AND BORDER PROTECTION) Negli Stati Uniti, uno strumento ulteriore, che costituisce un altro tassello nell’insieme di iniziative prese a tutela della proprietà intellettuale, è rappresentato dalla possibilità di registrare elettronicamente con la U.S. Customs and Border Protection marchi e copyright regolarmente rilasciati, facilitando l’attività di sequestro e confisca di beni e prodotti contraffatti. Tale agenzia, avendo l’immediata disponibilità di questi dati, può, in sostanza, monitorare l’ingresso di spedizioni sospette e prevenire l’esportazione e l’importazione di merci contraffatte. Alla fine del 2007, sono stati registrati con la polizia doganale statunitense più di 21.000 marchi e copyright. L’atteggiamento dei vari organi governativi statunitensi, che cooperano in merito, è unanime: il fenomeno deve essere combattuto ab initio, con leggi che lascino ampi poteri di azione e con accordi di collaborazione internazionale, mirati anche a cambiamenti negli orientamenti politici e sociali. MERCI SEQUESTRATE Nella tabella sottoriportata sono elencate le variazioni di percentuale in valore delle merci sequestrate nel primi sei mesi del 2007-2008. MERCI SEQUESTRATE ANALISI COMPARATIVA FRA I PRIMI 6 MESI DEL 2007 E I PRIMI 6 MESI DEL 2008 Primi sei mesi del 2008 Merce Primi sei mesi del 2008 Ammontare economico del danno 40.300.057 15.785.209 9.890.934 9.709.170 9.255.168 4.619.353 3.627.558 Calzature Abbigliamento Borse/Pelletteria Apparecchi elettronici Prodotti Farmaceutici Tabacchi Computers/ Hardware Orologi/Componenti 3.303.237 Media/Mezzi di 3.094.108 Comunicazione Occhiali da Sole/Parti 3.016.269 Altro 10.644.859 Valore Totale in Dollari di 113.245.922 tutte le Merci Sequestrate Numero totale di Merci 7.166 Sequestrate Fonte: U.S. Custom and Border Protection % del Valore Totale Differenza fra i primi sei mesi del 2008 ed i primi sei mesi del 2007 Incremento o Diminuzione in % 36% 14% 9% 9% 8% 4% 3% Primi sei mesi del 2007 Ammontare economico del danno 39.736.666 15.695.645 7.464.525 9.418.165 9.930.473 386.114 4.315.743 563.391 89.564 2.426.409 291.005 (675.305) 4.233.239 (688.185) 1% 1% 33% 3% -7% 1096% -16% 3% 3% 11.461.038 4.175.134 (8.157.801) (1.081.026) -71% -26% 3% 9% 1.038.469 6.576.378 110.198.350 1.977.800 4.068.481 3.047.572 190% 62% 3% 7.245 -79 -1% Valore espresso in $ US 15 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIREZIONE GENERALE PROMOZIONE E SCAMBI DIV. I È importante rilevare che, come espressamente indicato dalle autorità americane nel rapporto in questione, l’aumento di valore delle merci sequestrate nei primi sei mesi del 2008 equivale al 2.7% in più rispetto al primo semestre del 2007, essendo passati da 110 milioni di dollari a 113.2 milioni di dollari. Da notare, inoltre, che il settore nel quale si sono verificati il maggior numero di sequestri di merce contraffatta è risultato essere quello delle calzature, nel quale si è registrato un valore di 40.3 milioni di dollari che costituisce il 36% dell’intero valore di tutti i sequestri. Nella Tabella seguente, sempre secondo quanto pubblicato dallo U.S. Customs and Border Protection, sono indicati i valori, in percentuale, dei paesi maggiormente coinvolti nel traffico di merci contraffatte negli Stati Uniti. Paesi maggiormenti coinvolti nei sequestri di merci contraffatte nel primo semestre 2008 (valori in%) Fonte: U.S. Custom and Border Protection 16 Giugno 2009 – 2° Rapporto Italia-USA- IPRDESK NEW YORK