Il Museo nazionale dell`automobile di Torino

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Il Museo nazionale dell`automobile di Torino
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Il Museo nazionale
dell’automobile di Torino
® Torino è il simbolo dell’industria automobilistica italiana, anche se Milano e
Maranello, con Modena, hanno certamente da dire la loro. Nella capitale piemontese, da oramai 4 anni, era chiuso il
«vecchio» Museo dell’Auto e questo proprio in un momento in cui i grandi marchi
di mezzo mondo avevano ben compreso il
valore di dare lustro e emozione al proprio
nome. Per citarne quattro basti pensare
a Stoccarda, con i musei di Porsche e
Mercedes-Benz, a München con BMW ed
Ingolstadt con Audi, o ancora a Mulhouse
con la collezione esposta.
® Lo scenografo franco-svizzero François
Confino veniva dal successo del Museo del
Cinema nella Mole Antonelliana. Unitamente all’architetto Cino Zucchi ha costruito questa trasformazione davvero epocale e che a nostro modo di vedere pone la
struttura torinese ai vertici europei per le
emozioni che sa regalare. ® Il 19 marzo
2011, dopo 33 milioni di Euro di investimento, su una superficie di 19mila metri
quadrati (rispetto ai precedenti 11mila), ha
riaperto i battenti il Museo nazionale dell’Automobile con 200 modelli di auto di oltre 80 marche in un periodo che va dal
1769 al 1996. Molti i pezzi unici o rari.
Un po’ di storia ® Il museo nasce a Torino nel 1932 ed è tra i più antichi del
mondo. Nel 1956 la decisione dell’Associazione nazionale delle Industrie Automobilistiche ed Affini e della Famiglia
Agnelli di dare una sede permanente alla
struttura. Il 3 novembre 1960 vi fu l’inaugurazione sullo stesso sedime attuale. Poi
la chiusura nel 2007 in un momento difficile del Gruppo Fiat, che in qualche modo
è sempre stato legato al museo medesimo. La rinascita della struttura si deve
ad una serie di sponsor e a sostegni pubblici che hanno poco legame con la casa
torinese che ora, compreso il successo,
appare invece intenzionata a rientrare in
gioco nei prossimi mesi.
L’idea espositiva ® Confino con la sua
genialità ha deciso di presentare un
tema – quello dell’automobile – sapendogli ridare un’emozione forte, piena di
suoni, immagini e colori, in cui lo spettatore senta di entrare nell’evento e nel
tempo. E lo fa, ad esempio, con una ricercatezza multimediale degna di nota:
spettacolare la rappresentazione denominata «Formula» ove viene esaltato il mito
della velocità con una curva parabolica in
cui sono esposte molte auto da corsa
della storia agonistica italiana. Splendido
l’allestimento con gigantesco «Led Wall»
alle spalle che gioca con i modelli, ambientandoli e facendoli rivivere attraverso
giochi di immagine impattanti. ® Ed è
proprio questa la caratteristica museale:
quella di entrare in un set cinematografico della memoria, attraverso temi, piuttosto che un banale rincorrersi di date o
descrizioni tecniche. ® Ecco dunque la
sezione su «I folli Anni Venti e Trenta», «Il
fervore meccanico del Novecento», «L’aerodinamica», «Tutto cambia» solo per citarne alcuni. ® In totale le sezioni sono
30 con tematiche e periodi storici precisi,
con chiaro percorso narrativo, espresso
con titoli e ambientazioni spesso suggestive.
Non solo museo ® Ci sono una luminosa
caffetteria, un fornito bookshop ed un
centro di documentazione. Ben fatto il catalogo edito da Allemandi che costa 25
euro e che ricostruisce con profondità il
percorso museale. Il sito www.museoauto.it potrà darvi ogni informazione per
raggiungere la meta. ® I soci ACS godono di una riduzione di 2 Euro sul prezzo d’ingresso.
Paolo Spalluto