Seminario Registrazione 2012

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Seminario Registrazione 2012
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INDICE
STORIA DELLA REGISTRAZIONE
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INTRODUZIONE
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Il project studio
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Vantaggi di un Project studio
Lo studio portatile
Scegliere la strumentazione
Analogico vs Digitale
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I MICROFONI
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Linee guida
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Tipologie di microfono
La risposta direzionale
Diagrammi polari
Risposta in frequenza
Una selezione di microfoni
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I CAVI
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Caratteristiche
Cavi di alimentazione
Cavi di segnale o audio
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Cavi di potenza
La qualità
Tipo di connettori
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IL PREAMPLIFICATORE MICROFONICO
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DIRECT BOX (D.I.)
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REAMP BOX
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LE CUFFIE DA STUDIO
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La cuffia ad alta fedeltà dinamica ed elettrostatica
I componenti di una cuffia
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Caratteristiche tecniche delle cuffie
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I MONITOR DA STUDIO
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Introduzione
Bass Reflex
Baffle infinito
Diffusori attivi e passivi
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Le tecnologie costruttive dei coni
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LA TECNOLOGIA AUDIO DIGITALE
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Le caratteristiche della forma d’onda
Il campionamento
La quantizzazione
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DAW (DIGITAL AUDIO WORKSTATION)
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La scheda audio
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Protocolli per driver audio
Latenza
Controller DAW
I formati dei file audio
Frequenze di campionamento per i file audio
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Quantizzazione dei file audio
Software per DAW
Elaborazione digitale del segnale (DSP)
Schede di accelerazione
I Plug-in
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IL MIDI
Cosa è il midi
I cavi
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I messaggi midi
I canali midi
Messaggi di canale
Interfacce midi
Le tastiere elettroniche
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I controller a tastiera
I controller a percussione
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REGISTAZIONE DEL SINTETIZZATORE e LE TASTIERE AUDIO E MIDI
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Introduzione
Registrazione sintetizzatori e tastiere in modalità Audio (ripresa diretta )
L'equalizzazione
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Registrazione sintetizzatori e tastiera Midi/Usb e controller
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TECNICHE DI RIPRESA MICROFONICA
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Introduzione
Tipologie di microfonazione
Microfonaggio stereofonico “introduzione”
La tecnica X-Y (90°, 135° e 180°)
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La
La
La
La
La
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tecnica ORTF
technica NOS
tecnica a microfoni distanziati (Spaced Pair)
tecnica Blumlein
tecnica M-S (mid-side)
Tecnica OSS
REGISTRARE LA BATTERIA
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Tecniche minimalistiche
Glyn Jones Tecnique
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John Bonham
Tecniche moderne di registrazione
La Cassa
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Cordiera
Il charleston
Il Tom
Il timpano
Panoramici Sinistro e Destro (Overhead)
Floor
Microfoni d’ambiente
Trigger
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I CONTROLLER A PERCUSSIONE (BATTERIA MIDI)
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REGISTRARE IL BASSO
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Introduzione
Equalizzazione e compressione
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La ripresa diretta
Uscita del preamplificatore
Cassa microfonata
Multimicrofonazione
D.I. assieme alla microfonazione
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Utilizzo dei virtual instrument
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REGISTRARE LA CHITARRA ACUSTICA
Introduzione
La ripresa con un solo microfono “alla vecchia”
La microfonazione stereo con tecnica XY
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La microfonazione stereo con tecnica ORTF
La microfonazione stereo con tecnica Spaced Pair (3:1)
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La ripresa diretta (D.I.)
La ripresa diretta assieme ai microfoni
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REGISTRARE LA CHITARRA CLASSICA
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Introduzione
Microfonazione mono
La microfonazione stereo: tecnica XY, tecnica MS e ORTF
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Microfonazione alternativa
La ripresa diretta
La ripresa diretta assieme ai microfoni
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REGISTRARE LA CHITARRA ELETTRICA
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Introduzione
Scegliere il microfono
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Posizionamento microfonico
Close miking con un microfono
Utilizzo di due microfoni in close miking
Utilizzo di due microfoni con distanze differenti
Fare attenzione alla fase dei microfoni
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REGISTRARE LE VOCI
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Preamplificatori
Filtro anti riflessioni
Ambiente
Qualche suggerimento:
Registrare la voce in pratica
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De-esser
Equalizzazione
Applicare effetti alla voce
Cori e parti multiple
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LA REGISTRAZIONE E L’EDITING MEDIANTE SOFTWARE
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MIXAGGIO
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MASTERING
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Introduzione
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Lo Studio e l'ingegnere di Mastering
Procedimento
Loudness war
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MASTERIZZAZIONE SU CD
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Introduzione
Storia
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Glass mastering
Il mastering seriale
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FARE CONOSCERE LA NOSTRA MUSICA ON LINE
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Introduzione
iTunes
Cosa serve per pubblicare la nostra musica:
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Il tempo richiesto per essere pubblicati:
La proprietà delle registrazioni
Come proteggere la vostra musica dal plagio
ISRC
Scegliamo il nostro distributore
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Quanto posso guadagnare per ogni brano e ogni album venduto?
Vendere legalmente download di brani cover
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STORIA DELLA REGISTRAZIONE
• 1857: Il primo esempio di “macchina di registrazione”
di un evento sonoro è stato quando il francese Léon
Scott de Martinville realizzò uno strumento (Il
Fonautografo) che produceva un “tracciato” grafico,
simile a quello dei vecchi sismografi, rappresentante
l’andamento di un suono ad esso applicato per mezzo
di un sistema vibrante. Questo strumento non era
ovviamente in grado di riprodurre il suono da cui
ricavava il grafico, inoltre non esisteva ancora uno
strumento (il microfono) che consentisse la ripresa
diretta di un evento sonoro.
• 1876: Ad opera del fisico scozzese A. G. Bell e un anno dopo nel
laboratorio dell’americano T.Edison, vedeva la luce il primo
ripetitore telegrafico: un disco coperto di carta che ruotava su un
piatto mentre uno stilo sospeso ad un braccetto vi incideva una
serie di punti disposti a spirale. Edison notò anche che ad una
certa velocità lo stilo emetteva dei suoni che ricordavano la voce
umana. Il 17 Novembre dello stesso anno Edison ed il suo gruppo
di ricerca presentano allo “Scentific American” il primo prototipo
di Fonografo, che renderà “la parola suscettibile di essere
ripetuta all’infinito mediante registrazioni automatiche”. Era
costituito da un imbuto (il “microfono”) in fondo al quale c’era una lamina metallica che
raccoglieva i suoni e li trasmetteva in forma di vibrazioni ad uno stilo che incideva dei
solchi su un cilindro coperto da un foglio di rame messo in rotazione manualmente. In fase
di lettura avveniva il processo opposto, il cilindro ruotava e lo stilo vibrava in funzione dei
solchi applicando le vibrazioni alla lamina e quindi all’imbuto che li restituiva all’esterno.
Anche C. Cros, nello stesso periodo in Francia, lavorava ad una macchina parlante che
avrebbe chiamato Paleofono se fosse nata. Il 1876 è anche l’anche l’anno di nascita del
telefono e della comunicazione via cavo, avvenuta il 10 Marzo a Boston, nel laboratorio di
Alexander Bell.
• 1888 Nelle intenzioni di Edison il Fonografo doveva servire come
registratore vocale per la dettatura di lettere e telegrammi
(“Dettafono”) ma non riscosse successo commerciale; così l’inventore
tedesco E. Berliner decise di modificare ad uso musicale la macchina
edisoniana, adottando soluzioni tecniche da lui rivedute di Martinville
e Cros e dando vita al Grammofono, specificamente pensato per la
riproduzione musicale domestica. Nello stesso anno (su Electrical
World dell’8 Settembre 1888) Oberline Smith descrisse per la prima
volta degli esperimenti da lui effettuati sulla registrazione magnetica,
adoperando un elettromagnete e una striscia di materiale isolante
coperta di polvere di ferro. Egli illustrò anche un modello grafico di una macchina in grado
di eseguire tali registrazioni: attraverso un telefono il suono veniva inviato come segnale
elettrico ad una testa di registrazione che li trasferiva su un supporto magneticamente
sensibile che scorreva davanti ad essa.
• 1890 anche alcune società americane proposero versioni riviste del Fonografo originale,
che permettevano l’ascolto di musica in luoghi pubblici al costo di pochi centesimi: erano i
Juke-Box. Edison si oppose fermamente a questi impieghi della sua invenzione, secondo
lui la sminuivano portandola al livello di puro oggetto di divertimento, in seguito dovette
ricredersi ma ormai il Grammofono aveva definitivamente surclassato la sua macchina a
cilindri. Anche il ripetitore telegrafico semplice si evolve, grazie all’approfondimento degli
studi sulle onde radio dell’italiano G. Marconi, grazie al quale nasce il Telegrafo senza fili,
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in grado di inviare segnali codificati a oltre 1 km di distanza; il nuovo telegrafo sarà
impiegato da subito per le comunicazioni marittime.
• 1894: Valdemar Poulsen, operaio meccanico presso la “Telegraph Company” di
Copenhagen, riprende l’idea di Oberline e la mette in pratica brevettando nel 1898 il
“Telegrafono”, primo registratore magnetico a nastro funzionante.
• 1896: Eldridge Johnson realizza una versione di grammofono a motore.
• 1900: La duplicazione in serie delle registrazioni arriva grazie a Thomas Lambert che
mette a punto un sistema basato su un cilindro di rame inciso per elettrolisi (matrice) da
cui ricavare per stampaggio a caldo un secondo cilindro in cera (master) da usare per le
copie in cascata su cilindri di celluloide.
• 1902: La Zonophone propone il disco doppia faccia, che porta la durata complessiva della
registrazione a poco meno di 10 minuti.
• 1904: Nasce l’etichetta tedesca Odeon per la sua commercializzazione.
• 1906: L’era dell’amplificazione elettronica vede la luce con l’arrivo del
primo tubo a vuoto, il triodo, (due anni prima era nato il diodo, che però
non permetteva di amplificare) a firma di A. Fleming, una cui versione
potenziata viene sviluppata e usata come amplificatrice telefonica dalla
AT&T per il suo primo servizio di telefonia transcontinentale.
• 1909: Sarà la Odeon a “suggerire” il termine di album per i dischi in
vinile, quando pubblicherà la suite completa dello “Schiaccianoci” di
Tchaikovsky su 4 dischi doppia faccia in una confezione speciale simile ai
cofanetti moderni.
• 1911: Un invenzione importante per il miglioramento della riproduzione
del suono è la costruzione del primo altoparlante a bobina mobile, il
Magnavox Loudspeaker, per mano di Edwin Pridham e Peter Jensen.
• 1915: Prima dimostrazione pubblica del Magnavox Loudspeaker al
Golden Gate Park di San Francisco.
• 1917: I due ricercatori Edwin Pridham e Peter Jensen in società con la
Sonora Phonograph Corp. fondano la Magnavox Company. Amplificazione
e altoparlanti ad uso professionale vengono in seguito sviluppati dalla
AT&T.
• 1927: e uno dei nomi che in seguito diverrà sinonimo di buoni altoparlanti a basso costo si
affaccia sulla scena, ovviamente nel settore radio: la Jensen Radio Manufacturing Co. nota
anche per la qualità dei suoi condensatori.
• 1928: È l’anno di presentazione, da parte della Neumann, del suo microfono a capacità,
mentre in Germania iniziano i primi esperimenti sui semiconduttori che porteranno poi alla
nascita del transistor.
• 1929: la RCA inizia la stampa dei dischi in vinile "Vitrolac" delle colonne sonore destinate
alle trasmissioni radiofoniche, la Magnavox migliora il disegno delle bobine dei propri
altoparlanti, riducendone il ronzio; la RCA e la Victor si uniscono in società.
• 1931: La RCA cerca di porre in vendita i dischi Vitrolac registrati alla velocità professionale
di 33-1/3 giri, in sostituzione di quelli a 78 giri allora comunemente diffusi, ma senza
successo, lo standard di registrazione su disco a 33 giri resterà invece invariato per tutte
le emittenti radiofoniche fino alla sua definitiva sostituzione, col nastro magnetico.
• 1934: Viene realizzato il nastro magnetico dalla società tedesca BASF in formato bobina
da 50 mt (dopo una gestazione durata 5 anni), viene ufficialmente presentato l’anno
seguente al Radio Fair di Berlino, assieme al magnetofono sviluppato 5 anni prima dalla
Allgemeine Elektrizitatsgesellschaft (AEG). Il nuovo supporto presenta l’enorme vantaggio
di essere cancellabile e ri-registrabile molte volte, peculiarità alla base del suo notevole
successo in seguito.
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• 1941: La qualità di registrazione dei magnetofoni AEG viene significativamente migliorata
grazie all’introduzione dei circuiti di bias ad alta frequenza negli stadi di registrazione.
• 1945: Il Klipschorn viene brevettato, proponendo un nuovo concetto di diffusore acustico
ed è l’inizio dell’era Hi-Fi.
• 1947: Nei Bell Telephone Laboratories, gli esperimenti sui
semiconduttori portano alla nascita del transistor bipolare
(BjT). Il primo LP microsolco da 12 pollici 33 giri, viene
presentato l’anno seguente dalla Columbia, con una capacità
di 23 minuti per lato e incisi con apparecchiature di
produzione Philco.
• 1948: Il Magnecord PT-6 e il Model 100 Ampex sono la
prima serie di tape-recorder americani derivati dal tedesco
AEG K-4. L’anno seguente è la volta del 45 giri da 7 pollici
“Extended play” introdotto dalla RCA-Victor; da questo
momento in poi la maggior parte delle etichette discografiche inciderà unicamente sui tre
standard di rotazione 33, 45 e 78 rpm.
• 1949: Viene venduto il primo amplificatore finale Mc-Intosh: il 50W1 “Unity Coupled
Amplifier”, che fa uso di una coppia di valvole 6L6 in PP per una potenza di uscita di 50
Watts.
• 1951: Troviamo i primi registratori portatili come il prototipo Nagra o il Grundig Reporter.
Nel campo dei diffusori acustici l’evoluzione prosegue con l’adozione della sospensione
pneumatica, adottata sul 2 vie AR-1, bookshelf sviluppato da Edgar Villchur e Henry Kloss,
fondatori della Acoustic Research (AR).
• 1954: La Regency TR-1 è la prima radiolina a transistor
costruita.
• 1958: La registrazione stereofonica viene
universalmente introdotta come standard, dando vita
alla nuova generazione di apparecchiature Hi-Fi Stereo.
• 1960: La sperimentazione sulla “Computer Music”,
nasceranno i primi Sintetizzatori, una sorta di organo
elettronico integrato in un computer; macchine allora
molto complesse a causa dell’elevato numero di parti da
cui erano composte e dal conseguente enorme numero di cavi di collegamento.
• 1962: Nel frattempo anche il formato nastro magnetico si evolve e alla classica bobina si
affiancano le cartucce Fidelipac 4 tracce, con tape da 1 o da 3-3/4 di pollice e durata fino
a 2 ore.
• 1963: La Compact Cassetta, viene presentata dalla
Philips, e fa uso di un nastro BASF di elevata qualità da
1/8 di pollice.
• 1965: Il Fidelipac viene sostituito dal più performante
formato 8 track con nastro da ¼ di pollice. Lo stesso
anno la Sony mette in commercio il primo VTR (Video
Tape Recorder) con nastro da ½ pollice a traccia
elicoidale.
• 1966 è l’anno di nascita del Dolby A per la riduzione del
rumore di registrazione su tape-recorder professionali.
• 1968 si aggiunge il Dolby B destinato ai registratori domestici e l’anno seguente il sistema
è adottato sulle cassette preincise.
• 1972: Philips presenta un lettore di Laserdisc dimostrativo, che fa uso di una nuova
tecnologia di registrazione: la magneto-ottica digitale.
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• 1975: Sony presenta il sistema di videoregistrazione consumer Betamax; un anno dopo è
la volta della JVC, che propone il suo VHS.
• 1976: Si assiste al definitivo passaggio alla registrazione magneto-ottica all’interno degli
studi di registrazione e nel broadcasting. Il primo figlio legittimo di questa nuova
tecnologia di scrittura/lettura numerica sarà il Compact Disc, che vede la luce in forma
ancora embrionale, proprio nello stesso anno ad opera della Philips; in questo
rivoluzionario supporto (grande circa quanto un comune 33 giri) le informazione musicali
non sono più archiviate sotto forma di incisioni o aree magnetizzate continue direttamente
derivate dal suono originario ma come la successione di microscopici solchi a forma di
punto o linea larghi 0,9 millesimi di millimetro incisi da un laser su un supporto di plastica
il cui lato opposto è ricoperto da un sottilissimo strato metallico ad elevato potere
riflettente. In lettura un laser di bassa potenza “illumina” la sequenza di punti e linee
assegnando il valore “1” ai solchi e il valore “0” agli spazi tra questi, se ne ricava dunque
una lunghissima sequenza di “1” e “0” (bit) che costituiscono i dati da cui estrarre e
ricostruire il segnale musicale originario (conversione D/A). Il Compact Disc
rappresenterà, come per i nastri magnetici 38 anni prima, un notevole salto avanti in
termini di versatilità e praticità d’uso: è possibile adesso la ricerca continua (e
praticamente immediata) di un brano qualsiasi o una parte di esso all’interno di una
registrazione (cosa impossibile per i nastri, memorie ad accesso solo sequenziale), non
esiste inoltre usura mancando il contatto diretto con la superficie del disco della testina di
lettura, consentendo teoricamente il riascolto di un brano un numero infinito di volte senza
perdere in qualità. Anche la qualità del suono è nettamente migliorata e grazie all’elevato
rapporto segnale/rumore delle incisioni numeriche, il fruscio di fondo è pressoché assente.
• 1979: Il TPS-L2 Walkman è il primo e storico portatile a cassette introdotto da Sony, con
una qualità di riproduzione paragonabile a quella di una buona piastra a cassette da
tavolo, è stato il walkman rimasto più a lungo in produzione (circa 20 anni) ed era dotato
di una raffinata meccanica.
• 1982: Esce ufficialmente il formato CD con due lettori da tavolo: il Sony e il Toshiba.
• 1984: Arriva il Discman SONY, il Compact Disc diventa portatile. Un nuovo supporto di
registrazione digitale, derivato direttamente dai recorder digitali a bobine usati nel
professionale.
basato sull’adozione di una meccanica video di
• 1987: È il DAT (Digital Audio Tape)
dimensioni ridotte, aveva una qualità del suono pari a quella del CD e voleva porsi come il
sistema di registrazione domestica di riferimento e successore della Compact Cassetta;
tuttavia non si affermò mai in ambito amatoriale, a causa dei costi elevati delle cassette
vergini e dei registratori DAT, ma venne adottato soprattutto da musicisti e tecnici del
suono per la creazione di master e demo.
Il resto è storia recente...
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INTRODUZIONE
Nel corso della storia della registrazione musicale, il procedimento che porta dalla
registrazione in se stessa al prodotto finale è cambiato in modo radicale. In passato tale
processo richiedeva l’utilizzo di uno studio di registrazione professionale. Con l’introduzione
dei circuiti integrati, della produzione e del marketing di massa è cambiato l’approccio alla
produzione musicale. Al giorno d’oggi qualunque musicista, fonico o produttore può avere il
proprio project studio, basato su computer fisso o portatile. Questa a mio parere ha
rappresentato una rivoluzione, che ha fornito la possibilità di avere un’ampio controllo
artistico e indipendenza. Una persona che non ha familiarità con la registrazione musicale o
con l’ambiente dello studio può essere intimorita dalla quantità e varietà di attrezzature
utilizzate. Comunque una volta che si comincia a familiarizzare con questo ambiente e con
tutte le tecnologie e strumenti che offre, si noterà un ordine ben preciso nell’allestimento
dello studio, in cui ogni parte dell’attrezzatura ha un ruolo definito dallo schema complessivo
della musica e della produzione audio. Il periodo che stiamo vivendo ci fornisce una
incredibile varietà di scelte, che hanno l’economicità e le possibilità tecniche per farci
realizzare tutto il nostro potenziale creativo. Come sempre, pazienza e duro lavoro sono
necessari per padroneggiare queste tecnologie ma arrivati al livello necessario ci aiuteranno
a fare musica.
Il project studio
La progressiva riduzione dei costi di produzione dei sistemi di registrazione analogici e
digitali ha inevitabilmente portato i progettisti a concepire sistemi più mirati all’utilizzo
personale. Il risultato è che si ha la possibilità di avere un’adeguata strumentazione per
registrare, comporre e produrre musica a costi accessibili e nella comodità della propria
abitazione, il tutto seguendo il concetto che “non è necessario avere uno studio da svariate
migliaia di euro per fare buona musica”.
Vantaggi di un Project studio
Uno dei vantaggi più evidenti è quello di poter registrare quando, dove e come si vuole oltre
al fatto del beneficio di poter lavorare in una struttura individuale.
Un gruppo o un singolo artista potrebbe prendere in considerazione di effettuare presso il
proprio o altrui project studio la fase di pre-produzione ed investire il budget in un mixaggio
di più alto livello.
Lo studio portatile
Uno dei risultati più eclatanti dello sviluppo tecnologico è la possibilità di portarsi con sé lo
studio di registrazione. Con la potenza di calcolo raggiunta dai computer portatili collegati
ad interfaccia audio USB o Firewire è davvero possibile registrare e produrre audio di alta
qualità praticamente sempre e ovunque.
Scegliere la strumentazione
All’inizio ci si trova di fronte a una scelta davvero ampia, in commercio ci si trova di fronte a
una scelta davvero ampia. Questo ci fa capire che non esiste il prodotto perfetto e ci sono
molteplici scelte che possono portare alla realizzazione di un ambiente di lavoro che si
adatta alle nostre esigenze.
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E questo dipende dalla scelta di:
- Lavorare con sistemi basati su hard disk oppure con registratori a nastro.
- Utilizzare apparecchiature analogiche, digitali oppure entrambi i tipi.
- Affidarsi a piattaforma PC o Mac.
- Usare un software piuttosto che un altro.
Analogico vs Digitale
Uno dei luoghi comuni più diffusi tra gli appassionati, ma spesso anche tra gli addetti ai
lavori dell’audio è che il digitale suoni peggio dell’analogico, che in qualche modo la
registrazione digitale e/o i processori di segnale digitali manchino d’anima e non riescano a
catturare l’essenza e la tridimensionalità del suono come le vecchie bobine.
Si tratta di due approcci, due metodologie di lavoro che non possono essere assolutamente
comparate, perché constano di un insieme di procedure talmente diverse da rendere i
risultati non paragonabili. Il punto di vista migliore è quello di chi cerca di sfruttare i
vantaggi offerti da entrambi i mondi, cioè la velocità e l’elasticità del digitale con la
riconoscibilità universale del suono analogico.
Il punto principale a vantaggio del suono analogico è che le nostre orecchie sono
naturalmente abituate ad esso (anche se è tutto da dimostrare per le generazioni di
giovanissimi cresciuti con l’ipod e l’mp3), perché le registrazioni che hanno fatto la storia
della musica del secolo scorso sono di questo tipo.
Certi timbri, certi suoni sono diventati marchi di fabbrica e sono tuttora visti come modelli
da imitare: si pensi nell’ambito della musica Rock al famigerato suono della batteria di John
Bonham dei Led Zeppelin.
Da questo punto di vista il digitale fa quello che può, cioè copia.
Questa copia manca però dell’imprevedibilità insita nel mondo reale, dove spostare un
microfono di 20cm può creare effetti imprevedibili, magari disastrosi, però in qualche modo
creativi.
Al momento questo è proprio ancora il limite maggiore di tutta la tecnologia audio digitale,
ma da un altro punto di vista tutta questa prevedibilità si traduce in vantaggi non da poco:
- Facilità di editing
- Conservazione perfetta del segnale
- Recall del progetto
- Scambio di progetti tra studi di registrazione differenti
- Costi molto inferiori rispetto l’analogico
- Velocità di approccio iniziale
- Comodità d’uso...
Tutto questo per dire che in realtà la polemica sulla superiorità dell’audio analogico o
dell’audio digitale, che periodicamente ritorna di attualità, non ha praticamente nessun
senso…
Una persona con un minimo di esperienza saprà sempre quali vantaggi di un mondo o
dell’altro sfruttare.
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