Seminario Registrazione 2012
Transcript
Seminario Registrazione 2012
1 2 INDICE STORIA DELLA REGISTRAZIONE 6 INTRODUZIONE 10 Il project studio 10 Vantaggi di un Project studio Lo studio portatile Scegliere la strumentazione Analogico vs Digitale 10 10 10 11 I MICROFONI 13 Linee guida 13 Tipologie di microfono La risposta direzionale Diagrammi polari Risposta in frequenza Una selezione di microfoni 13 15 16 17 18 I CAVI 22 Caratteristiche Cavi di alimentazione Cavi di segnale o audio 22 22 23 Cavi di potenza La qualità Tipo di connettori 23 23 24 IL PREAMPLIFICATORE MICROFONICO 26 DIRECT BOX (D.I.) 27 REAMP BOX 27 LE CUFFIE DA STUDIO 28 La cuffia ad alta fedeltà dinamica ed elettrostatica I componenti di una cuffia 28 28 Caratteristiche tecniche delle cuffie 28 I MONITOR DA STUDIO 30 Introduzione Bass Reflex Baffle infinito Diffusori attivi e passivi 30 30 30 31 Le tecnologie costruttive dei coni 31 LA TECNOLOGIA AUDIO DIGITALE 32 Le caratteristiche della forma d’onda Il campionamento La quantizzazione 32 33 33 DAW (DIGITAL AUDIO WORKSTATION) 34 La scheda audio 34 Protocolli per driver audio Latenza Controller DAW I formati dei file audio Frequenze di campionamento per i file audio 36 36 36 37 37 Quantizzazione dei file audio Software per DAW Elaborazione digitale del segnale (DSP) Schede di accelerazione I Plug-in 37 38 38 38 39 3 IL MIDI Cosa è il midi I cavi 40 40 I messaggi midi I canali midi Messaggi di canale Interfacce midi Le tastiere elettroniche 41 41 41 41 42 I controller a tastiera I controller a percussione 42 42 REGISTAZIONE DEL SINTETIZZATORE e LE TASTIERE AUDIO E MIDI 43 Introduzione Registrazione sintetizzatori e tastiere in modalità Audio (ripresa diretta ) L'equalizzazione 43 43 43 Registrazione sintetizzatori e tastiera Midi/Usb e controller 44 TECNICHE DI RIPRESA MICROFONICA 45 Introduzione Tipologie di microfonazione Microfonaggio stereofonico “introduzione” La tecnica X-Y (90°, 135° e 180°) 45 46 47 47 La La La La La 47 48 48 48 49 tecnica ORTF technica NOS tecnica a microfoni distanziati (Spaced Pair) tecnica Blumlein tecnica M-S (mid-side) Tecnica OSS REGISTRARE LA BATTERIA 49 50 Tecniche minimalistiche Glyn Jones Tecnique 51 51 John Bonham Tecniche moderne di registrazione La Cassa 51 52 52 Cordiera Il charleston Il Tom Il timpano Panoramici Sinistro e Destro (Overhead) Floor Microfoni d’ambiente Trigger 54 54 55 55 55 56 57 57 I CONTROLLER A PERCUSSIONE (BATTERIA MIDI) 58 REGISTRARE IL BASSO 60 Introduzione Equalizzazione e compressione 60 60 La ripresa diretta Uscita del preamplificatore Cassa microfonata Multimicrofonazione D.I. assieme alla microfonazione 60 61 61 61 61 Utilizzo dei virtual instrument 62 REGISTRARE LA CHITARRA ACUSTICA Introduzione La ripresa con un solo microfono “alla vecchia” La microfonazione stereo con tecnica XY 4 40 63 63 63 64 La microfonazione stereo con tecnica ORTF La microfonazione stereo con tecnica Spaced Pair (3:1) 64 64 La ripresa diretta (D.I.) La ripresa diretta assieme ai microfoni 65 65 REGISTRARE LA CHITARRA CLASSICA 66 Introduzione Microfonazione mono La microfonazione stereo: tecnica XY, tecnica MS e ORTF 66 66 66 Microfonazione alternativa La ripresa diretta La ripresa diretta assieme ai microfoni 67 67 67 REGISTRARE LA CHITARRA ELETTRICA 68 Introduzione Scegliere il microfono 68 69 Posizionamento microfonico Close miking con un microfono Utilizzo di due microfoni in close miking Utilizzo di due microfoni con distanze differenti Fare attenzione alla fase dei microfoni 69 70 71 71 71 REGISTRARE LE VOCI 73 Preamplificatori Filtro anti riflessioni Ambiente Qualche suggerimento: Registrare la voce in pratica 73 74 75 75 75 De-esser Equalizzazione Applicare effetti alla voce Cori e parti multiple 75 75 75 75 LA REGISTRAZIONE E L’EDITING MEDIANTE SOFTWARE 76 MIXAGGIO 82 MASTERING 83 Introduzione 83 Lo Studio e l'ingegnere di Mastering Procedimento Loudness war 83 84 84 MASTERIZZAZIONE SU CD 85 Introduzione Storia 85 85 Glass mastering Il mastering seriale 85 85 FARE CONOSCERE LA NOSTRA MUSICA ON LINE 86 Introduzione iTunes Cosa serve per pubblicare la nostra musica: 86 86 86 Il tempo richiesto per essere pubblicati: La proprietà delle registrazioni Come proteggere la vostra musica dal plagio ISRC Scegliamo il nostro distributore 86 87 87 87 87 Quanto posso guadagnare per ogni brano e ogni album venduto? Vendere legalmente download di brani cover 87 88 5 STORIA DELLA REGISTRAZIONE • 1857: Il primo esempio di “macchina di registrazione” di un evento sonoro è stato quando il francese Léon Scott de Martinville realizzò uno strumento (Il Fonautografo) che produceva un “tracciato” grafico, simile a quello dei vecchi sismografi, rappresentante l’andamento di un suono ad esso applicato per mezzo di un sistema vibrante. Questo strumento non era ovviamente in grado di riprodurre il suono da cui ricavava il grafico, inoltre non esisteva ancora uno strumento (il microfono) che consentisse la ripresa diretta di un evento sonoro. • 1876: Ad opera del fisico scozzese A. G. Bell e un anno dopo nel laboratorio dell’americano T.Edison, vedeva la luce il primo ripetitore telegrafico: un disco coperto di carta che ruotava su un piatto mentre uno stilo sospeso ad un braccetto vi incideva una serie di punti disposti a spirale. Edison notò anche che ad una certa velocità lo stilo emetteva dei suoni che ricordavano la voce umana. Il 17 Novembre dello stesso anno Edison ed il suo gruppo di ricerca presentano allo “Scentific American” il primo prototipo di Fonografo, che renderà “la parola suscettibile di essere ripetuta all’infinito mediante registrazioni automatiche”. Era costituito da un imbuto (il “microfono”) in fondo al quale c’era una lamina metallica che raccoglieva i suoni e li trasmetteva in forma di vibrazioni ad uno stilo che incideva dei solchi su un cilindro coperto da un foglio di rame messo in rotazione manualmente. In fase di lettura avveniva il processo opposto, il cilindro ruotava e lo stilo vibrava in funzione dei solchi applicando le vibrazioni alla lamina e quindi all’imbuto che li restituiva all’esterno. Anche C. Cros, nello stesso periodo in Francia, lavorava ad una macchina parlante che avrebbe chiamato Paleofono se fosse nata. Il 1876 è anche l’anche l’anno di nascita del telefono e della comunicazione via cavo, avvenuta il 10 Marzo a Boston, nel laboratorio di Alexander Bell. • 1888 Nelle intenzioni di Edison il Fonografo doveva servire come registratore vocale per la dettatura di lettere e telegrammi (“Dettafono”) ma non riscosse successo commerciale; così l’inventore tedesco E. Berliner decise di modificare ad uso musicale la macchina edisoniana, adottando soluzioni tecniche da lui rivedute di Martinville e Cros e dando vita al Grammofono, specificamente pensato per la riproduzione musicale domestica. Nello stesso anno (su Electrical World dell’8 Settembre 1888) Oberline Smith descrisse per la prima volta degli esperimenti da lui effettuati sulla registrazione magnetica, adoperando un elettromagnete e una striscia di materiale isolante coperta di polvere di ferro. Egli illustrò anche un modello grafico di una macchina in grado di eseguire tali registrazioni: attraverso un telefono il suono veniva inviato come segnale elettrico ad una testa di registrazione che li trasferiva su un supporto magneticamente sensibile che scorreva davanti ad essa. • 1890 anche alcune società americane proposero versioni riviste del Fonografo originale, che permettevano l’ascolto di musica in luoghi pubblici al costo di pochi centesimi: erano i Juke-Box. Edison si oppose fermamente a questi impieghi della sua invenzione, secondo lui la sminuivano portandola al livello di puro oggetto di divertimento, in seguito dovette ricredersi ma ormai il Grammofono aveva definitivamente surclassato la sua macchina a cilindri. Anche il ripetitore telegrafico semplice si evolve, grazie all’approfondimento degli studi sulle onde radio dell’italiano G. Marconi, grazie al quale nasce il Telegrafo senza fili, 6 in grado di inviare segnali codificati a oltre 1 km di distanza; il nuovo telegrafo sarà impiegato da subito per le comunicazioni marittime. • 1894: Valdemar Poulsen, operaio meccanico presso la “Telegraph Company” di Copenhagen, riprende l’idea di Oberline e la mette in pratica brevettando nel 1898 il “Telegrafono”, primo registratore magnetico a nastro funzionante. • 1896: Eldridge Johnson realizza una versione di grammofono a motore. • 1900: La duplicazione in serie delle registrazioni arriva grazie a Thomas Lambert che mette a punto un sistema basato su un cilindro di rame inciso per elettrolisi (matrice) da cui ricavare per stampaggio a caldo un secondo cilindro in cera (master) da usare per le copie in cascata su cilindri di celluloide. • 1902: La Zonophone propone il disco doppia faccia, che porta la durata complessiva della registrazione a poco meno di 10 minuti. • 1904: Nasce l’etichetta tedesca Odeon per la sua commercializzazione. • 1906: L’era dell’amplificazione elettronica vede la luce con l’arrivo del primo tubo a vuoto, il triodo, (due anni prima era nato il diodo, che però non permetteva di amplificare) a firma di A. Fleming, una cui versione potenziata viene sviluppata e usata come amplificatrice telefonica dalla AT&T per il suo primo servizio di telefonia transcontinentale. • 1909: Sarà la Odeon a “suggerire” il termine di album per i dischi in vinile, quando pubblicherà la suite completa dello “Schiaccianoci” di Tchaikovsky su 4 dischi doppia faccia in una confezione speciale simile ai cofanetti moderni. • 1911: Un invenzione importante per il miglioramento della riproduzione del suono è la costruzione del primo altoparlante a bobina mobile, il Magnavox Loudspeaker, per mano di Edwin Pridham e Peter Jensen. • 1915: Prima dimostrazione pubblica del Magnavox Loudspeaker al Golden Gate Park di San Francisco. • 1917: I due ricercatori Edwin Pridham e Peter Jensen in società con la Sonora Phonograph Corp. fondano la Magnavox Company. Amplificazione e altoparlanti ad uso professionale vengono in seguito sviluppati dalla AT&T. • 1927: e uno dei nomi che in seguito diverrà sinonimo di buoni altoparlanti a basso costo si affaccia sulla scena, ovviamente nel settore radio: la Jensen Radio Manufacturing Co. nota anche per la qualità dei suoi condensatori. • 1928: È l’anno di presentazione, da parte della Neumann, del suo microfono a capacità, mentre in Germania iniziano i primi esperimenti sui semiconduttori che porteranno poi alla nascita del transistor. • 1929: la RCA inizia la stampa dei dischi in vinile "Vitrolac" delle colonne sonore destinate alle trasmissioni radiofoniche, la Magnavox migliora il disegno delle bobine dei propri altoparlanti, riducendone il ronzio; la RCA e la Victor si uniscono in società. • 1931: La RCA cerca di porre in vendita i dischi Vitrolac registrati alla velocità professionale di 33-1/3 giri, in sostituzione di quelli a 78 giri allora comunemente diffusi, ma senza successo, lo standard di registrazione su disco a 33 giri resterà invece invariato per tutte le emittenti radiofoniche fino alla sua definitiva sostituzione, col nastro magnetico. • 1934: Viene realizzato il nastro magnetico dalla società tedesca BASF in formato bobina da 50 mt (dopo una gestazione durata 5 anni), viene ufficialmente presentato l’anno seguente al Radio Fair di Berlino, assieme al magnetofono sviluppato 5 anni prima dalla Allgemeine Elektrizitatsgesellschaft (AEG). Il nuovo supporto presenta l’enorme vantaggio di essere cancellabile e ri-registrabile molte volte, peculiarità alla base del suo notevole successo in seguito. 7 • 1941: La qualità di registrazione dei magnetofoni AEG viene significativamente migliorata grazie all’introduzione dei circuiti di bias ad alta frequenza negli stadi di registrazione. • 1945: Il Klipschorn viene brevettato, proponendo un nuovo concetto di diffusore acustico ed è l’inizio dell’era Hi-Fi. • 1947: Nei Bell Telephone Laboratories, gli esperimenti sui semiconduttori portano alla nascita del transistor bipolare (BjT). Il primo LP microsolco da 12 pollici 33 giri, viene presentato l’anno seguente dalla Columbia, con una capacità di 23 minuti per lato e incisi con apparecchiature di produzione Philco. • 1948: Il Magnecord PT-6 e il Model 100 Ampex sono la prima serie di tape-recorder americani derivati dal tedesco AEG K-4. L’anno seguente è la volta del 45 giri da 7 pollici “Extended play” introdotto dalla RCA-Victor; da questo momento in poi la maggior parte delle etichette discografiche inciderà unicamente sui tre standard di rotazione 33, 45 e 78 rpm. • 1949: Viene venduto il primo amplificatore finale Mc-Intosh: il 50W1 “Unity Coupled Amplifier”, che fa uso di una coppia di valvole 6L6 in PP per una potenza di uscita di 50 Watts. • 1951: Troviamo i primi registratori portatili come il prototipo Nagra o il Grundig Reporter. Nel campo dei diffusori acustici l’evoluzione prosegue con l’adozione della sospensione pneumatica, adottata sul 2 vie AR-1, bookshelf sviluppato da Edgar Villchur e Henry Kloss, fondatori della Acoustic Research (AR). • 1954: La Regency TR-1 è la prima radiolina a transistor costruita. • 1958: La registrazione stereofonica viene universalmente introdotta come standard, dando vita alla nuova generazione di apparecchiature Hi-Fi Stereo. • 1960: La sperimentazione sulla “Computer Music”, nasceranno i primi Sintetizzatori, una sorta di organo elettronico integrato in un computer; macchine allora molto complesse a causa dell’elevato numero di parti da cui erano composte e dal conseguente enorme numero di cavi di collegamento. • 1962: Nel frattempo anche il formato nastro magnetico si evolve e alla classica bobina si affiancano le cartucce Fidelipac 4 tracce, con tape da 1 o da 3-3/4 di pollice e durata fino a 2 ore. • 1963: La Compact Cassetta, viene presentata dalla Philips, e fa uso di un nastro BASF di elevata qualità da 1/8 di pollice. • 1965: Il Fidelipac viene sostituito dal più performante formato 8 track con nastro da ¼ di pollice. Lo stesso anno la Sony mette in commercio il primo VTR (Video Tape Recorder) con nastro da ½ pollice a traccia elicoidale. • 1966 è l’anno di nascita del Dolby A per la riduzione del rumore di registrazione su tape-recorder professionali. • 1968 si aggiunge il Dolby B destinato ai registratori domestici e l’anno seguente il sistema è adottato sulle cassette preincise. • 1972: Philips presenta un lettore di Laserdisc dimostrativo, che fa uso di una nuova tecnologia di registrazione: la magneto-ottica digitale. 8 • 1975: Sony presenta il sistema di videoregistrazione consumer Betamax; un anno dopo è la volta della JVC, che propone il suo VHS. • 1976: Si assiste al definitivo passaggio alla registrazione magneto-ottica all’interno degli studi di registrazione e nel broadcasting. Il primo figlio legittimo di questa nuova tecnologia di scrittura/lettura numerica sarà il Compact Disc, che vede la luce in forma ancora embrionale, proprio nello stesso anno ad opera della Philips; in questo rivoluzionario supporto (grande circa quanto un comune 33 giri) le informazione musicali non sono più archiviate sotto forma di incisioni o aree magnetizzate continue direttamente derivate dal suono originario ma come la successione di microscopici solchi a forma di punto o linea larghi 0,9 millesimi di millimetro incisi da un laser su un supporto di plastica il cui lato opposto è ricoperto da un sottilissimo strato metallico ad elevato potere riflettente. In lettura un laser di bassa potenza “illumina” la sequenza di punti e linee assegnando il valore “1” ai solchi e il valore “0” agli spazi tra questi, se ne ricava dunque una lunghissima sequenza di “1” e “0” (bit) che costituiscono i dati da cui estrarre e ricostruire il segnale musicale originario (conversione D/A). Il Compact Disc rappresenterà, come per i nastri magnetici 38 anni prima, un notevole salto avanti in termini di versatilità e praticità d’uso: è possibile adesso la ricerca continua (e praticamente immediata) di un brano qualsiasi o una parte di esso all’interno di una registrazione (cosa impossibile per i nastri, memorie ad accesso solo sequenziale), non esiste inoltre usura mancando il contatto diretto con la superficie del disco della testina di lettura, consentendo teoricamente il riascolto di un brano un numero infinito di volte senza perdere in qualità. Anche la qualità del suono è nettamente migliorata e grazie all’elevato rapporto segnale/rumore delle incisioni numeriche, il fruscio di fondo è pressoché assente. • 1979: Il TPS-L2 Walkman è il primo e storico portatile a cassette introdotto da Sony, con una qualità di riproduzione paragonabile a quella di una buona piastra a cassette da tavolo, è stato il walkman rimasto più a lungo in produzione (circa 20 anni) ed era dotato di una raffinata meccanica. • 1982: Esce ufficialmente il formato CD con due lettori da tavolo: il Sony e il Toshiba. • 1984: Arriva il Discman SONY, il Compact Disc diventa portatile. Un nuovo supporto di registrazione digitale, derivato direttamente dai recorder digitali a bobine usati nel professionale. basato sull’adozione di una meccanica video di • 1987: È il DAT (Digital Audio Tape) dimensioni ridotte, aveva una qualità del suono pari a quella del CD e voleva porsi come il sistema di registrazione domestica di riferimento e successore della Compact Cassetta; tuttavia non si affermò mai in ambito amatoriale, a causa dei costi elevati delle cassette vergini e dei registratori DAT, ma venne adottato soprattutto da musicisti e tecnici del suono per la creazione di master e demo. Il resto è storia recente... 9 INTRODUZIONE Nel corso della storia della registrazione musicale, il procedimento che porta dalla registrazione in se stessa al prodotto finale è cambiato in modo radicale. In passato tale processo richiedeva l’utilizzo di uno studio di registrazione professionale. Con l’introduzione dei circuiti integrati, della produzione e del marketing di massa è cambiato l’approccio alla produzione musicale. Al giorno d’oggi qualunque musicista, fonico o produttore può avere il proprio project studio, basato su computer fisso o portatile. Questa a mio parere ha rappresentato una rivoluzione, che ha fornito la possibilità di avere un’ampio controllo artistico e indipendenza. Una persona che non ha familiarità con la registrazione musicale o con l’ambiente dello studio può essere intimorita dalla quantità e varietà di attrezzature utilizzate. Comunque una volta che si comincia a familiarizzare con questo ambiente e con tutte le tecnologie e strumenti che offre, si noterà un ordine ben preciso nell’allestimento dello studio, in cui ogni parte dell’attrezzatura ha un ruolo definito dallo schema complessivo della musica e della produzione audio. Il periodo che stiamo vivendo ci fornisce una incredibile varietà di scelte, che hanno l’economicità e le possibilità tecniche per farci realizzare tutto il nostro potenziale creativo. Come sempre, pazienza e duro lavoro sono necessari per padroneggiare queste tecnologie ma arrivati al livello necessario ci aiuteranno a fare musica. Il project studio La progressiva riduzione dei costi di produzione dei sistemi di registrazione analogici e digitali ha inevitabilmente portato i progettisti a concepire sistemi più mirati all’utilizzo personale. Il risultato è che si ha la possibilità di avere un’adeguata strumentazione per registrare, comporre e produrre musica a costi accessibili e nella comodità della propria abitazione, il tutto seguendo il concetto che “non è necessario avere uno studio da svariate migliaia di euro per fare buona musica”. Vantaggi di un Project studio Uno dei vantaggi più evidenti è quello di poter registrare quando, dove e come si vuole oltre al fatto del beneficio di poter lavorare in una struttura individuale. Un gruppo o un singolo artista potrebbe prendere in considerazione di effettuare presso il proprio o altrui project studio la fase di pre-produzione ed investire il budget in un mixaggio di più alto livello. Lo studio portatile Uno dei risultati più eclatanti dello sviluppo tecnologico è la possibilità di portarsi con sé lo studio di registrazione. Con la potenza di calcolo raggiunta dai computer portatili collegati ad interfaccia audio USB o Firewire è davvero possibile registrare e produrre audio di alta qualità praticamente sempre e ovunque. Scegliere la strumentazione All’inizio ci si trova di fronte a una scelta davvero ampia, in commercio ci si trova di fronte a una scelta davvero ampia. Questo ci fa capire che non esiste il prodotto perfetto e ci sono molteplici scelte che possono portare alla realizzazione di un ambiente di lavoro che si adatta alle nostre esigenze. 10 E questo dipende dalla scelta di: - Lavorare con sistemi basati su hard disk oppure con registratori a nastro. - Utilizzare apparecchiature analogiche, digitali oppure entrambi i tipi. - Affidarsi a piattaforma PC o Mac. - Usare un software piuttosto che un altro. Analogico vs Digitale Uno dei luoghi comuni più diffusi tra gli appassionati, ma spesso anche tra gli addetti ai lavori dell’audio è che il digitale suoni peggio dell’analogico, che in qualche modo la registrazione digitale e/o i processori di segnale digitali manchino d’anima e non riescano a catturare l’essenza e la tridimensionalità del suono come le vecchie bobine. Si tratta di due approcci, due metodologie di lavoro che non possono essere assolutamente comparate, perché constano di un insieme di procedure talmente diverse da rendere i risultati non paragonabili. Il punto di vista migliore è quello di chi cerca di sfruttare i vantaggi offerti da entrambi i mondi, cioè la velocità e l’elasticità del digitale con la riconoscibilità universale del suono analogico. Il punto principale a vantaggio del suono analogico è che le nostre orecchie sono naturalmente abituate ad esso (anche se è tutto da dimostrare per le generazioni di giovanissimi cresciuti con l’ipod e l’mp3), perché le registrazioni che hanno fatto la storia della musica del secolo scorso sono di questo tipo. Certi timbri, certi suoni sono diventati marchi di fabbrica e sono tuttora visti come modelli da imitare: si pensi nell’ambito della musica Rock al famigerato suono della batteria di John Bonham dei Led Zeppelin. Da questo punto di vista il digitale fa quello che può, cioè copia. Questa copia manca però dell’imprevedibilità insita nel mondo reale, dove spostare un microfono di 20cm può creare effetti imprevedibili, magari disastrosi, però in qualche modo creativi. Al momento questo è proprio ancora il limite maggiore di tutta la tecnologia audio digitale, ma da un altro punto di vista tutta questa prevedibilità si traduce in vantaggi non da poco: - Facilità di editing - Conservazione perfetta del segnale - Recall del progetto - Scambio di progetti tra studi di registrazione differenti - Costi molto inferiori rispetto l’analogico - Velocità di approccio iniziale - Comodità d’uso... Tutto questo per dire che in realtà la polemica sulla superiorità dell’audio analogico o dell’audio digitale, che periodicamente ritorna di attualità, non ha praticamente nessun senso… Una persona con un minimo di esperienza saprà sempre quali vantaggi di un mondo o dell’altro sfruttare. 11