Documento Informativo nr. 025_1

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Documento Informativo nr. 025_1
Documento Informativo nr. 091
Data di emissione: 25-11-04
Revisione n. 0
ATS NON FOOD
NICHEL, CROMO E COBALTO NEI
PRODOTTI COSMETICI
Riferimento interno:
dr.ssa Tiziana Rea; dr. Andrea Boscolo - Funzione ATS DET,
CHELAB s.r.l. (tel. 0423 - 717800; e-mail: [email protected] [email protected] )
Mod. 174/SQ rev. 2
1 - ABSTRACT
La dermatite allergica da contatto è un evento molto frequente in campo
dermatologico, e viene innescata dalla penetrazione nella cute di uno o
più allergeni verso i quali il paziente si è precedentemente sensibilizzato.
Negli ultimi anni hanno suscitato un notevole interesse le dermatiti
allergiche da contatto causate da cosmetici, che possono dare origine a
reazioni sia locali sia sistemiche. Tra le sostanze più frequentemente
implicate nella genesi delle DAC ci sono:
il nichel, che ha un ruolo di primo piano, anche per la sua
larghissima diffusione,
il cromo
il cobalto.
Un’indagine eseguita dall’ARPA Piemonte, i cui risultati sono stati
pubblicati nel 2003, dà evidenza della diffusione di nichel e cromo nei
prodotti cosmetici. Vengono riportati anche i risultati ottenuti da Chelab srl
nell’analisi del nichel su prodotti cosmetici commissionateci da gennaio a
settembre 2004. Questo documento riporta i risultati ottenuti.
2 - INTRODUZIONE
L’allergia da nichel (dermatite allergica) è la forma più comune di dermatite da contatto (DAC) nei
paesi occidentali. Colpisce il 10% della popolazione generale, in maggioranza le donne, questo
perché il nichel è contenuto, sotto forma di impurità, oltre che in gioielli e bigiotteria, in molti
prodotti cosmetici, quali ombretti, mascara, rossetti, fondotinta, detergenti, creme idratanti e
nutrienti, lacche per capelli, tinture. Importanti studi che hanno incluso nella sperimentazione
anche soggetti con dermatiti da contatto hanno dimostrato che la maggior parte dei pazienti
considerati allergici al nichel non dimostravano reattività per
concentrazioni inferiori a 1 ppm. Il limite di tolleranza
raccomandato, in mancanza di limiti di legge, è quindi pari a
1 ppm (1 mg/kg). Anche cromo e cobalto, pur se meno
studiati, si trovano frequentemente nei cosmetici e sono
fortemente allergizzanti. Il rapporto tecnico dell’European
Chemical Industry Ecology and Toxicology Centre dichiara
accettabile una contaminazione inferiore a 5 ppm per questi
metalli. Tuttavia, per ridurre il rischio di DAC nei soggetti più
sensibili, è consigliabile non superare il limite di 1 ppm.
Questi metalli sono infatti estremamente diffusi, quindi la
possibilità di sensibilizzarsi durante l’attività lavorativa o
domestica (sono tutti e tre frequentemente presenti nei detersivi) è estremamente elevata, e una
volta avvenuta la sensibilizzazione basta venire a contatto con quantità minime perché si scateni la
reazione. La diffusione delle allergie da contatto è un problema di vasta portata, tanto che poter
dichiarare la non rilevabilità di sostanze notoriamente allergizzanti in un prodotto costituisce
sicuramente un plus rispetto a prodotti analoghi, in particolare per il make up e per le creme, che
restano a contatto con la pelle per molte ore nel corso della giornata.
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chelab srl - analisi per industria - agricoltura - ambiente
31023 resana (tv) - via fratta, 25 - tel. 0423.7177 (15 linee r.a.) - fax 0423.715058 - codice fiscale, p. iva e reg. imprese tv 01500900269
r.e.a. treviso n. 156079 - capitale sociale € 103.408,00 interamente versato - http://www.chelab.it - e-mail: [email protected]
3 – PROVENIENZA DI NICHEL, CROMO E COBALTO NEI PRODOTTI COSMETICI
La presenza di nichel, cromo e cobalto nei prodotti cosmetici
può essere dovuta sia alle materie prime utilizzate, sia a
cessione da macchinari e contenitori metallici. Alcuni articoli
sull’argomento ventilano anche la possibilità che la presenza
del nichel possa essere dovuta anche all’acqua, a causa
dell’inquinamento del suolo o della cessione da parte di
tubature e condotte. In realtà la vigente legislazione pone dei
limiti estremamente restrittivi alla presenza di questo metallo
nelle acque potabili (massimo 20 µg/l, come da d. l.vo
31/2001) e, dalle analisi da noi eseguite da gennaio a
settembre 2004 su 1940 campioni di acque potabili, è
risultato che solo 150 di questi avevano un valore di nichel
superiore al limite di rilevabilità del metodo da noi utilizzato,
(pari a 1 µg/l, ossia a 0,001 mg/l) e di questi solo 8
superavano il limite di legge sopra indicato. L’acqua, quindi,
pur potendo contribuire alla contaminazione da nichel del prodotto finito, non può certamente
essere considerata una delle cause principali di questa.
4 – FREQUENZA DEL NICHEL NEI PRODOTTI COSMETICI: I RISULTATI
OTTENUTI NELL’INDAGINE DELL’ARPA PIEMONTE
Nel 2003 l’Arpa del Piemonte ha pubblicato uno studio eseguito per verificare la conformità dei
prodotti cosmetici alle norme vigenti attraverso gli esami chimici e
microbiologici eseguiti su campioni di materie prime e prodotti finiti. Da
quest’indagine è stata segnalata la presenza dei metalli che, “anche se
con valori che non superano quelli riscontrati e proposti come accettabili in
alcune pubblicazioni e relazioni, è sicuramente significativa per quanto
riguarda i problemi di dermatiti legati a fenomeni di sensibilizzazione”. “La presenza dei metalli è
praticamente una costante in quasi tutti i prodotti esaminati. Fra questi nichel e cromo sono quelli
contenuti con maggiore frequenza in tutti i tipi di matrice, pur se in quantità variabile. In particolare
è da notare la presenza del nichel in notevole quantità, soprattutto in quei prodotti (mascara,
tinture per capelli, ecc.) il cui contatto con alcune parti maggiormente sensibili e delicate del corpo
è notevolmente più lungo.” Su 142 prodotti testati nel corso di quest’indagine, 68 (il 48%) sono
risultati positivi alla determinazione del nichel, e di questi 33 (il 23% del totale) avevano un
quantitativo di nichel inferiore alla soglia allergizzante di 1 ppm, mentre 35 (il 25% del totale) la
superavano. Il valore massimo (27,38 ppm) è stato rilevato in un mascara. Sullo stesso numero di
campioni 82 (il 58%) sono risultati positivi alla determinazione del cromo, di questi 75 (il 53% del
totale) avevano un quantitativo di cromo inferiore alla soglia allergizzante di 1 ppm, mentre 7 (il 5%
del totale) la superavano. Il valore massimo (6,35 ppm) è stato rilevato su una crema per
permanenti.
5 – FREQUENZA DEL NICHEL NEI PRODOTTI COSMETICI: I RISULTATI
OTTENUTI DA CHELAB SRL DA GENNAIO A SETTEMBRE 2004
Chelab srl ha analizzato, da gennaio a settembre 2004, 142 campioni di cosmetici di diverse
tipologie sui quali era stata richiesta la determinazione del nichel. Su 142 prodotti testati, 120 (il
67%) sono risultati positivi alla determinazione del nichel, e di questi 73 (il 52% del totale) avevano
un quantitativo di nichel inferiore alla soglia allergizzante di 1 ppm, mentre 47 (il 33% del totale) la
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superavano. Il valore massimo (56 ppm) è stato rilevato in un ombretto. I prodotti per il make up
sono risultati i più contaminati, in particolare ombretti, ciprie e mascara.
6 – CONSIDERAZIONI SUI RISULTATI
I risultati ottenuti da queste analisi danno evidenza delle diffusione del nichel nei cosmetici in
commercio. Riscontrare la presenza di nichel nei prodotti cosmetici non è evidentemente un fatto
sporadico, ma è invece piuttosto frequente. Se non desta preoccupazioni, dal punto di vista delle
reazioni allergiche, la presenza di quantitativi molto bassi, inferiori al valore soglia di 1 mg/kg,
deve invece essere considerato preoccupante il superamento di questo limite. Valori superiori a 1
mg/kg sono stati riscontrati, nei prodotti analizzati dall’ARPA Piemonte e dal nostro laboratorio, su
una percentuale di prodotti estremamente elevata, che va da un quarto a un terzo del totale.
Anche il cromo, analizzato dall’ARPA del Piemonte, è stato riscontrato, se pur con valori inferiori a
quelli del nichel, su un numero particolarmente elevato di campioni.
7 – SERVIZI OFFERTI
Chelab srl esegue la determinazione di nichel, cromo e cobalto nei
prodotti cosmetici mediante ICP-MS (inductively coupled plasma
mass spectrometry) equipaggiato con DRC,
Tale sistema presenta il vantaggio di associare la selettività, poiché
gli elementi vengono riconosciuti in base alla massa ionica, e non
all’energia di transizione dell’elettrone di legame, contrariamente a
quanto avviene utilizzando l’ICP ottico, e la sensibilità: il limite di
rilevabilità medio del metodo è 0.01 mg/kg (10 µg/kg).
6 - BIBLIOGRAFIA
Conferenza stampa Nickel e allergie, Milano 7 luglio 2004
Quale percentuale per il nichel? – Arancio, Pigatto – Clinica Dermatologica dell’Università
di Milano 9-9-2003
Report by CEN/BT/WG 132 "Methods for analysis of allergens" Approved by CEN/BT/WG
132 on 10 January 2003 in Brussels
Il trucco senza inganno – Cristina Valsecchi – Newton novembre 2003
Dipartimento Subprovinciale di Torino - Polo regionale cosmetici - PROGETTO
COSMETICI: Relazione conclusiva – 16-6-2003
L’indicazione in etichetta dei 26 allergeni: l’opinione del dermatologo – Leonardo Celleno,
Direttore Centro Ricerche Cosmetologiche Università Cattolica del Sacro Cuore – Bologna
2-4-04
La tossicologia del make-up – E. Bocchietto, L. Molise
Considerazioni sulla serie Girdca integrata: nuovi modelli patologici rilevabili con EAV – U.
Baldari.
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